A due anni e mezzo dall’uscita di Amore Puro, Alessandra Amoroso ritorna con un nuovo lavoro: Vivere a Colori. Un passo indietro, lontano alquanto dal precedente disco che aveva in Tiziano Ferro il perno centrale.
Nell’ultimo disco di Alessandra Amoroso, Tiziano Ferro questa volta c’è ma non si sente: come è giusto che sia. L’Amoroso che non ti aspetti riparte da zero e si mette a nudo: canta l’amore, ma fa ballare e ridere. Si affida ai fedelissimi Camba e Coro e, forse, è meglio così. La cantante ritorna alle origini, un po’ Immobile, un po’ Stupida, riabbraccia la propria big family e canta: canta e si diverte. Sì, perché la differenza dai lavori precedenti, è che questo ti dà anche la possibilità di staccare e di non pensare necessariamente ad una storia finita male. L’Amoroso, dunque, si riscopre, dandoci l’opportunità di conoscere anche una parte più leggera, con pezzi come Vivere a Colori o il Mio Stato di Felicità, emblematici della evoluzione della cantante salentina.
Vivere a Colori contiene, inoltre, numerosissime collaborazioni, tra conferme e sorprese. Oltre al già citato Ferro, autore di La vita in un anno, insieme al poco conosciuto- ma talentuso- Michael Tenisci, l’album presenta anche la firma di Elisa, in due pezzi: Vivere a Colori e Comunque andare. E qui la mano della Toffoli si sente, e parecchio. Una canzone diversa dal solito mood amorosiano, ma non per questo meno adatta alla sua voce. Comunque andare è uno di quei pezzi che devi sentire più volte e in momenti diversi della giornata: ti capita di sorridere sentendola, ma anche di versare lacrime. Perché la voce e il testo sono la vera forza della canzone che al primo ascolto si nasconde, come contenesse un segreto. Leggere tra le righe per capirne il messaggio: Elisa e l’Amoroso l’avranno pensata sicuramente così. E poi, quando meno te l’aspetti, esce uno di quei brani pesantissimi, dal gusto estremamente retrò, che riportano in mente Battisti o Mina. Nel tuo disordine è una di quelle perle rare, non facile da capire. E che forse non si capiranno mai abbastanza. Una perla dicevamo, destinata probabilmente a rimanere tale, nel disco, lontano dalle radio e dalle responsabilità di un singolo. Da sottolineare, inoltre, anche il grande lavoro del giovane autore Daniele Magro che, con Avrò cura di tutto e Fidati di Me, aggiunge qualcosa in più al disco.
Insomma, Vivere a Colori è un album dalle mille sfumature, il cui nome non sarà stato scelto poi a caso. Alessandra Amoroso si dimostra ancora una delle cantante più forti sul panorama italiano: per la voce, per l’intensità e la verità nelle parole e nei gesti. Verità fedele che si rispecchia anche nel lavoro. Perché quando ci metti il cuore, il tutto poi scorre più fluidamente. Alessandra Amoroso rimane Alessandra Amoroso, quindi, ma va un po’ più in là, che poi è la cosa che alla lunga fa la differenza. Un disco che fa sentire capiti, un po’ meno soli, che ti scalda: adatto per questo lungo inverno, di certo non facile, ma anche per la prossima primavara, che risveglia la natura e noi stessi. Un po’ così.
Lascia un commento