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iat Chrysler automobiles sigla un accordo con le autorità federali e statali americane, e con una class action privata, per archiviare, con 800 milioni di dollari, il caso etichettato come Dieselgate esploso nel 2017 nel quale il gruppo è accusato di aver violato le leggi sulle emissioni Usa con circa 104.000 fra Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee dotati di motori diesel prodotti dal 2014 al 2016.
La casa automobilistica pagherà circa 400 milioni di dollari in sanzioni civili, mentre altri circa 400 sono per i consumatori e la class action patteggiata: in media ognuno dei titolari delle auto finite nel mirino delle autorità americane riceverà 2.800 dollari. Nell’ambito delle intese siglate, Fca condurrà anche ”una campagna di richiamo per l’aggiornamento del software di controllo delle emissioni su circa 100.000 Ram 1500 e Jeep Grand Cherokee”.
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Nell’intesa Fiat Chrysler automobiles non ha dovuto ammettere responsabilità, ma il dipartimento della Giustizia ha tuttavia sottolineato che gli accordi ”non risolvono alcuna delle potenziali responsabilità penali” ed il caso mostra le serie sanzioni che le aziende devono aspettarsi nel caso di simili in gravi violazioni.
Ed il procuratore generale della California, Xavier Becerra ha rincarato:
”Il dipartimento di Giustizia è impegnato al rispetto delle leggi che tutelano l’ambiente nel nostro Paese. Fiat Chrysler ha infranto queste leggi e questo dimostra che ci sono forti sanzioni per le aziende che si impegnano in tali violazioni”.
”Gli standard sulle emissioni della California esistono per proteggere i cittadini e l’ambiente. Fca ha cercato di aggirarli installando un software per ingannare i test. La società non solo ha violato la legge e la nostra fiducia, ma lo ha fatto a spese dell’ambiente”
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