‘Per aspera ad astra’, questo il motto latino dal quale prende spunto per il titolo del film James Gray: ‘attraverso le asperita’ fino alle stelle’.
76a Mostra del Cinema di Venezia: AD ASTRA di James Gray (Critica di Patricia Santarossa – Trailer)
S
icuramente di asperita’, il Maggiore Mc Bride (Brad Pitt) protagonista-eroe del film ne ha attraversate parecchie per arrivare alle stelle, spingendosi fino ai confini del sistema solare per ritrovare il padre, ribelle disperso da decenni nello spazio.
Un film fantascientifico-introspettivo, di un regista ambizioso che si ispira a Stanley Kubrick e Francis Ford Coppola (2001: Odissea nello Spazio e Apocalypse Now), regalando immagini spettacolari del cosmo e di un futuro ormai prossimo di viaggi interstellari alla portata di tutti e proiettando l’uomo in uno scenario di sfruttamento e colonizzazione oltre il pianeta terra.
Il nostro tormentato eroe Maggiore Mc Bride, pluridecorato ufficiale dell’Arma Americana, effettua missioni spaziali continue, per fuggire dalla realta’ terrestre e da se stesso. Ma proprio in quest’ultima missione ritrovera’ sé stesso e non solo.
L’incalcolabile distanza dalla terra lo portera’ a riflettere sul suo continuo bisogno di fuggire e pian piano ad apprezzare cio’ che ha lasciato .
Il progetto del film, ha il sapore di una sfida, che pero’ e’ rimasta tale. La dimensione mistica Kubrickiana e’ solo vagamente accennata e il sapore del mistero e’ svelato, per non dire svilito, poiché il percorso del film e’ intuibile fin dall’inizio.
E’ comunque un film di grande ‘presenza scenica’, a volte un po’ lento, con un Brad Pitt in una veste particolarmente malinconica, ma sempre ottimo.
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