3 cose che abbiamo capito dopo Napoli-Milan
span class="s2">Il Milan vola sempre più in alto; il Napoli esce di nuovo sconfitto dal San Paolo(è la terza volta consecutiva). Napoli-Milan è stata una partita ricca di spunti per entrambi gli allenatori. Tra certezze rossonere(Ibra) e i dubbi azzurri, ecco cosa ci è parso più chiaro dopo il fischio finale di Valeri.
- Tanti buoni giocatori non corrispondono, con in un’equazione determinata, ad un fuoriclasse. Ibrahimovic sposta gli equilibri. Theo Hernandez sposta gli equilibri. Donnarumma sposta gli equilibri. Mertens, Insigne, Politano, Lozano, Fabian no. È necessario sopperire a ciò che manca con la grinta, il sacrificio, la voglia di vincere. E quando questo viene meno, quei buoni giocatori diventano mediocri. Come ieri.
- Non discuteremo sui giudizi arbitrali. Ci limiteremo ad osservare i fatti in quanto tale. In particolare, ci focalizzeremo sull’espulsione di Bakayoko. Già ammonito nel primo tempo, per evitare una ripartenza rossonera, l’ex Chelsea ha speso un fallo tattico su Theo Hernandez che ha pagato a caro prezzo, con il secondo cartellino giallo. Sul risultato di 1-2, l’uomo in meno è costato tantissimo agli azzurri. È stato ingenuo Bakayoko, ma soprattutto Gattuso, che avrebbe dovuto sostituirlo per scongiurare un rosso(che poi è arrivato). Demme in panchina, pur perdendo qualcosa in termini di fisicità, avrebbe potuto giocare con maggior libertà rispetto al suo compagno di reparto.
- Il 4-2-3-1 senza Osimhen non funziona. Gattuso non rinnega la sua scelta nel post gara, ma a posteriore è inevitabile ammettere che la lettura del match non è stata delle più felici. Mertens non è stato in grado di dare profondità alla squadra e pur siglando il gol della speranza non ha convinto come numero 9. La squadra è risultata lunga, poco cinica, confusionaria. Sarà, quindi, indispensabile per il Napoli recuperare Osimhen al più presto.
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