Si conclude oggi il 19° Congresso Internazionale di Medicina Estetica Agorà, al Milan Marriott Hotel di Milano. Per l’occasione sono sbarcati a Milano circa 3 mila medici provenienti da 15 paesi: Stati Uniti, Brasile, India, Russia, Sud Africa, Messico, Cina, Giappone, Turchia, Corea oltre che Europa. Una tre giorni di confronto sui trend della Medicina Estetica, le novità del settore e le esperienze cliniche. Ma le richieste sono per prevenzione e trattamento della cellulite e correzione di difetti che influiscono sulla qualità di vita come ipercromie e sovrappeso
Si abbassa l’età in cui le donne ricorrono alla medicina estetica per la prima volta. Nessun botox party e nessun intervento prettamente estetico, ma solo trattamenti correttivi di gravi deformità e preventivi per inestetismi che potrebbero nascondere problemi più gravi e degenerare in stati patologici. Lo rivelano i dati dell’ultima indagine statistica condotta dalla Società di Medicina a Indirizzo Estetico Agorà, in collaborazione con AtlanteSanità e WelfareLink, presentata in questi giorni a Milano in occasione del 19° Congresso Internazionale di Medicina Estetica Agorà.
“In Italia, le pazienti sotto i 18 si rivolgono al Medico Estetico per prevenire e curare la PEFS, ovvero la “cellulite”, o meglio tutti quegli inestetismi che si racchiudono sotto la denominazione generica di “cellulite” ma che spesso riguardano la ritenzione idrica, gli accumuli adiposi e le disfunzioni dell’apparato circolatorio. La cosiddetta cellulite colpisce circa il 90% delle donne in età fertile, a partire dall’età puberale, e alla sua formazione concorrono indubbiamente l’assetto ormonale e fattori predisponenti, come la conformazione e la razza (le donne caucasiche sono tendenzialmente più soggette delle asiatiche o delle africane), ma anche stile di vita, abitudini alimentari, errori posturali. Con un approccio preventivo si possono correggere quei fattori scatenanti o aggravanti la patologia ed evitare che questa si manifesti e degeneri in insufficienza veno-linfatica, stasi delle estreme propaggini del circolo veno-linfatico, ipertrofia delle cellule adipose”, spiega il prof. Alberto Massirone, presidente del 19° Congresso Internazionale di Medicina Estetica Agorà, in corso a Milano.
I trattamenti per la PEFS prediletti dalle giovanissime, secondo quanto emerge dall’Osservatorio permanente Agorà, sono meccanostimolazione e laser (valgono il 50% delle richieste), seguite dai laser Q-Switched per correggere le ipercromie e rimuovere i tatuaggi (entrambe 43%). Anche tra le Millennials l’attenzione si concentra sulla cellulite, ma con una predilezione per la mesoterapia, il trattamento più richiesto con il 32%, seguita da rimozione dei tatuaggi (29%), trattamenti topici e peeling (25%). Nel panorama maschile, invece, non si registra un grande ricorso alla Medicina Estetica sotto i 18 anni, a esclusione delle consulenze nutrizionali che rappresentano il 23% delle richieste, né nella fascia 19-34 anni dove i trattamenti richiesti sono prevalentemente laser Q-Switched per i tatuaggi.
“Come si può notare da questi dati”, spiega il prof. Massirone, “nelle donne, da sempre più ricettive per tutto quello che riguarda la salute, il benessere e la cura di sé, le richieste di procedure di Medicina Estetica sono maggiori, sia in termini numerici che di varietà di trattamenti, e interessano anche le giovanissime. Il monito è però quello di rivolgersi a Medici Estetici preparati, formati a una scuola quadriennale e aggiornati. Non scegliete il professionista in base agli sconti che applica, perché in gioco c’è la vostra salute”.
Ma è nella fascia 35-50 anni che si impennano le richieste, maschili e femminili: se per lei in cima ai desideri ci sono i peeling chimici (78%), seguiti da trattamenti per la cellulite (cavitazione, 72% e carbossiterapia 70%), rivitalizzazione cutanea (70%) e tossina botulinica, con un 67% di richieste, tra gli uomini spopolano i trattamenti antiaging: filler e peeling chimico al primo posto (65%), seguiti da rivitalizzazioni cutanee (64%) e tossina botulinica (63%). La classifica delle richieste femminili si sovrappone con quella maschile solo nella fascia 51-64 anni, dove vincono i fili di sostegno e la biostimolazione con un 47% di trattamenti eseguiti.
“La grande richiesta di trattamenti antiaging non è mera espressione di vanità o di una necessità indotta da una società improntata sempre più sull’immagine”, spiega il prof Alberto Massirone, “voler invecchiare bene, in salute e nella migliore forma possibile è un desiderio naturale. Gli studi scientifici suggeriscono che solo il 25% di quanto tempo viviamo è dettato dai nostri geni, l’altro 75% è determinato dai nostri stili di vita e dalle scelte quotidiane che facciamo. L’aspettativa di vita si allunga, anche la vita professionale è dilatata, oggi a 50 si è nel pieno della propria carriera, ma anche della vita sociale e in molti casi si vive l’inizio di una nuova relazione di coppia. Si hanno figli molto più avanti con l’età e tutto questi ci porta in maniera naturale e legittima a desiderare di invecchiare bene, di vivere al massimo delle nostre possibilità ogni periodo della vita”.
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