“Domani capiremo se siamo guarito o meno”
Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la conferenza stampa alla vigilia del match di Seria A contro il Torino, valevole per la ventiseiesima giornata, per parlare del momento della sua squadra e della gara.
Ecco le parole di Gattuso:
Sollecitazione particolare dal punto di vista mentale?
“Dobbiamo pensare al Torino e dobbiamo mandare in campo quelli che sono al 100% per affrontare una partita difficile come quella di domani. Il Torino è una squadra fisicamente molto forte e dobbiamo far scendere in campo gente pronta a dare il 100%, ci sarà da battagliare. Ieri la squadra era molto stanca ed oggi prepararemo la partita di domani”.
Cosa cambia con Milik?
“Non cambierà nulla, è molto bravo a legare il gioco, ha una classe immensa. Può darci una grandissima mano come ha fatto per molto tempo. Speriamo di recuperare Dries (Mertens, ndr), proverà ad allenarsi con noi oggi. So quello che può darmi Milik, è l’ultimo dei problemi”.
Trovare uno sbocco offensivo differente?
“Non credo che in fase difensiva abbiamo sistemato tutto, la coperta è corta. Bisogna capire cosa vogliamo fare: se alzarci di 15 metri oppure no. Dobbiamo essere bravi con i centrocampisti. Nel secondo tempo con il Barcellona si è alzata la linea di difensiva ed ha permesso di alzarsi ai centrocampisti. Possiamo alzarci di più se i nostri difensori riescono ad essere più dinamici. In attacco facciamo male quando superiamo i 15-16 tocchi, se vogliamo ribaltare il fronte rapidamente ci spezziamo in due blocchi. Possiamo far meglio in attacco ma sempre alla ricerca del palleggio”.
Bivio nella stagione?
“So di avere a disposizione giocatori importanti. Faccio delle scelte su calciatori funzionali. Lozano, Meret ed altri sono fortissimi ma per come voglio giocare non sono ideali per ora. Ho parlato con Lozano: può garantirmi la giusta copertura? Non posso metterlo in campo esponendolo a figuracce. So che non mi sto comportando benissimo a livello societario ma cerco calciatori funzionali. Fa male vedere Lozano per quanto è stato pagato e per come è forte andare in tribuna, così come per Lobotka. Bisogna lavorare e farsi trovare pronti. Spero che questi calciatori capiscano cosa voglio”.
Che tipo di Napoli si aspetta?
“Un Napoli da battaglia che sappia soffrire. Il Torino è molto, molto forte fisicamente, tra le migliori. Non attraversa un momento positivo ma voglio una squadra che rispetti l’avversario e determinata. Spazio per Lobotka? Vediamo… Alle 13.45 vengono i calciatori, facciamo dei test e vediamo chi ha recuperato”.
Come tirare fuori la stessa attenzione vista contro le grandi domani?
“Non so come fare… Da quando sono arrivato non è il massimo il rendimento in casa, mi chiedo spesso come fare. Penso solo a prepararla bene e ad entrare nella testa dei calciatori. Serve consapevolezza da parte di tutti, è passato quello che abbiamo fatto contro il Barcellona. Ora bisogna parlare a Zaza, Belotti, Ansaldi… Il Torino non vince da tempo ma ha giocatori importanti, di valore. Dobbiamo essere concentrati”.
Squadra cresciuta dopo Barcellona. Replicare sempre lo stesso atteggiamento?
“E’ vero, penso che se facciamo questo salto di qualità diventa bella anche dal punto di vista mentale. Quando diventi un calciatore importante che ragiona così si deve parlare di un campione. Serve affrontare ogni partita con lo stesso atteggiamento e questo nel calcio moderno succede raramente. Dobbiamo migliorare qui. Le partite si vincono durante la settimana. Oggi bisogna pensare, ricreare le situazioni della partita, facendo fatica anche mentalmente. Questo si allena, si possono costruire calciatori pensanti ed all’estero sono più avanti in questo rispetto a noi”.
Stesso obiettivo del Torino?
“Sì. I giocatori sanno cosa abbiamo rischiato e dobbiamo ripartire da quello, dalla tristezza e dall’angoscia che ci ha preso con il Lecce, con il Parma, con la Fiorentina. Sembrava tutto tranne una squadra. Non dobbiamo dimenticare quelle giornate, ci sono modi e modi di perdere una partita. Sembravamo senza sangue, sfilacciati. Dobbiamo dare sempre la sensazione di essere squadra”.
Gara con il Barcellona foto della crescita della squadra?
“Non ho fatto crescere nessuno, servono calciatori che diano sempre qualcosina in più. Bisogna farsi rispettare ma anche creare condizioni perché la squadra possa migliorare. So cosa ci siamo detti io e tanti calciatori, spero di continuare su questa strada. Mettiamo da parte tutto quello che c’è da chiarire, dai rinnovi ad altre robe. Dobbiamo allenarci in modo serio facendo prestazioni importanti. Dopo si sistemerà tutto. Voglio un gruppo di persone che ci dia una mano. Io do una mano ai giocatori e loro danno una mano, dobbiamo far gruppo. Dobbiamo stare bene qua. Ci diciamo le cose in faccia, belle e brutte, senza rancore. In questi ultimi tre mesi serve ritrovare questa sinergia”.
Lavorare da luglio con questo Napoli?
“Mi piacerebbe molto, ho un contratto fino al 2021 con una via di uscita mia del 30 aprile. Non è il problema del contratto, voglio lavorare e raggiungere degli obiettivi. Mi sento tre o quattro volte al giorno con De Laurentiis ma ne parleremo, c’è tempo. Mi voglio sentire a mio agio. Mi gaso quando vedo un ambiente bello ma non mi deprimo quando le cose vanno male. Voglio allenare gente che deve stare bene qua. Io ci sto benissimo, c’è grande sinergia qua, ci sono persone di grande livello. Sto molto bene. Si dice che non funzioni niente qua ma dal punto di vista umano ho trovato grandissima disponibilità. Ho firmato per sei mesi con opzione per un ulteriore anno sapendo che c’erano squadre che mi offrivano un anno e mezzo. Questo club mi ha dato una possibilità incredibile: ho esordito in Champions lavorando con calciatori forti. Non ci sono problemi di contratto. Sto bene qua”.
Stagione dalle grandi emozioni?
“Non lo so, vivo alla giornata. A fine giornata scrivo le mie memorie e vado avanti”.
Koulibaly e Ghoulam?
“Ghoulam si sta allenando con grande continuità, sono molto contento. Koulibaly ha iniziato a correre, lo giudichiamo settimana prossima”.
Consapevolezza?
“C’è mancata all’inizio la capacità di soffrire ma è una squadra con qualità. La consapevolezza arriva dai risultati. La coperta è corta: se vuoi fare determinate cose, mettendo tutta la qualità in campo, rischi e quindi bisogna trovare un compromesso. Abbiamo capito dove andare e che strada seguire ma bisogna continuare così. La fase difensiva parte dagli attaccanti e questo non deve mancare. I risultati nascono dal nostro atteggiamento e questo non deve mancare. Non siamo diventati tutti Brad Pitt. Voglio che si vedano brutti come me. L’altra strada non ci ha portato da nessuna parte. Voglio una squadra che faccia un pressing offensivo, mi piacerebbe. Ci ho provato e qualche partita l’ho persa io. Ci ho messo un po’ a capire che non andava bene”.
Obiettivi?
“Pensiamo alla partita di domani, dopo ti risponderò. Domani è la gara perfetta per capire se siamo guariti o no. Una partita che cade a pennello. Il Torino è una squadra forte, con tante seconde palle, scontri fisici. Dobbiamo fare una grande partita dal punto di vista tecnico e caratteriale”.
Novità tattiche e gattusismo?
“No… Si fa copia e incolla. Ogni allenatore si costruisce il vestito come piace a lui. L’allenatore deve plasmare cose che vede altrove. A me piace giocare a calcio ma anche fare una buona fase difensiva. Da giocatore non ero in grado di fare l’altra fase, dovevo intercettare. Da allenatore, rispetto a quando ero calciatore, vedevo la partita diversamente. Oggi vedo 10 minuti la difesa, 10 minuti gli attaccanti, magari mi concentro per 20 minuti su un calciatore. So soltanto che il gioco del calcio è semplice, nella semplicità ci sono cose da spiegare e migliorare”.
Ciclo finito: cosa vuol dire?
“Ho detto che non porto rancore per nessuno, soprattutto la vecchia guardia ma tutti i calciatori mi stanno dando tanto. Non dobbiamo pensare al nostro orticello, dobbiamo pensare tutti alla stessa direzione. Ci sono passato prima di loro in situazioni così: volevo andar via, non mi trovavo bene, dovevo firmare il contratto e non arrivava l’accordo, arrivavano calciatori che guadagnavano più di me. Bisogna lavorare, arriverà il momento giusto. Per sostituire questi calciatori servono milioni e milioni di euro. E’ una squadra forte ma dobbiamo giocare da squadra. Negli ultimi 7 anni hanno fatto 500 punti, se non hai calciatori forti non raggiungi questi risultati. Alla fine si tireranno le somme”.
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