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De Laurentiis: “Non compro Top Player? Al Napoli li formiamo e ce li teniamo! Sarri…”

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De Laurentiis: “Non compro Top Player? Al Napoli li formiamo e ce li teniamo! Sarri? lo scelsi contro il parere di tutti”

Il presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha parlato nel corso di un evento a cura del Corriere del Mezzogiorno. Queste alcune delle sue dichiarazioni:

Sulla mancanza di Top Player? Innanzitutto noi i top player siamo stati in grado di formarli e ce li teniamo. Quando offrono 95 mln di sterline per un difensore centrale che è una cifra mai offerta si tratta di top player. Quando abbiamo Higuain che riusciamo con Benitez e Sarri a fargli fare tutti quei gol sbagliando anche rigori e facendoci saltare una Champions un anno. Quando sento bestemmie come “non ci sono top player nel Napoli” impazzisco.
Quando avevamo Cavani non c’era un top player? Avendo preso una seconda punta del Palermo e riuscire a trasformare uno come Mertens in una prima punta da 30 gol e avere un signore con due infortuni e un rendimento altissimo…vorrei dire ai napoletani che noi napoletani abbiamo voglia di lamentarci.

Abbiamo anche una grande forza che deriva dall’aver sopportato occupazioni di tutti i tipi. Quando voi mi accusate è perche non capite o perchè non entrate nei problemi del caso. Quando arrivai e parlavo dello stadio virtuali i giornalisti non mi capivano. Dissi che c’era uno stadio virtuale e la gente non capiva. Nel 2007 spiegai cosa fosse e finalmente da quel momento nessuno parlò più di cose errate.

Il signor Walter Veltroni nel 1996 durante il governo Prodi stabilì che i club non erano più dei club come in passato per fare i propri comodi ed operazioni per coprirne altre di poco comodo.
Lui stabilì che i club fossero società per azioni con finalità lucrative. Poi Platini stabilì il FPF. Se facessimo i conti in molti non potrebbero iscriversi ai campionati. Non hanno i requisiti per giocare in Italia ed in Europa, in molti hanno 500 mln di debiti.
Io vengo dal fallimento, quando son venuto qui chi mi passava il testimone non mi ha dato nessun giocatore. Era tutto da ricostruire da zero, non ho mica comprato l’Inter, la Roma o la Juve. Potevo chiamare questa squadra Partenope o Campania.

Io sindaco di Napoli? Ma che siete matti, per carità. C’è un sindaco tanto bravo…

Io sono stato un testimone della rinascita del calcio dopo Calciopoli. Ho iniziato in serie c senza capire nulla di calcio ma intorno a me sentivo puzza di bruciato. C’è ancora molta chiarezza da fare, mi meraviglio come molte persone preposte alla regolarità di un match ancora rischino la loro rispettabilità e creino tanti fumi.
Il derby di Torino? Ho visto tutto. Sono incollato alla tv, a Los Angeles ho quattro film da iniziare che ho rimandato per colpa di Sarri ed Ancelotti e del cambio di panchina. Siamo in un secondo posto consolidato, tutto può ancora accadere. Passo le nottate a rivedere le partite, in tv vedo la verità non come in tribuna autorità che non si vede un tubo. Mi studio le partite degli altri e le serie tv: sto guardando “Sabrina” su Netflix, mia moglie sta impazzendo (ride, ndr).

Sulle condizioni dello Stadio San Paolo: “De Luca mi ha aiutato, il Comune no. 
Questo stadio grida vendetta, si doveva lavorare da quando siamo saliti di nuovo in A. Da 9 anni militiamo in Europa, quando vengono le squadre ospite mi vergogno.
Devo sempre trovare uno stratagemma: il forno delle pizze e i tavoli belli. Questa città non è governata, forse eleggete le persone sbagliate. Non c’è alternativa: ma ci rendiamo conto che a Parigi ci sono 47 mila posti perfetti gli hanno fatto un contratto dove loro pagano un milione a stagione e loro ne fatturano 100. Auricchio, il provolone, vorrebbe tantissimi soldi da me. Loro hanno avuto il coraggio di chiedermi 1.8 mln di euro.
I consiglieri che mi hanno criticato criticassero loro stessi che hanno una città così. Una volta al consiglio comunale mi è bastata, non ci metto più piede. Chi fa il giornalista può sbagliare e si corregge e si parla ma al comune c’è il caos più totale. 
L’elettore non sa quali sono i compiti di un sindaco, ci dovrebbe essere una cabina di regia dove si sceglie un manager. Un sindaco non può prendere quattro mila euro al mese, se li dessi a Giuntoli mi manderebbe a quel paese.  Io voglio un manager che organizzi la città senza essere contrastato da un sindaco. Il guaio è che in questo paese nessuno va in galera.

Sarri? L’ho scelto io contro il parere di tutti: la città fu tappezzata di manifesti contro di me all’epoca. Lui ha saputo farsi amare anche dalle frange più estreme. È un individualista, uno che ha sofferto sui campi in terra, in mezzo ai sassi; soffriva perché veniva esonerato dopo sei partite. Poi ha avuto la cavalcata dalla c alla a e quando abbiamo perso 4-2 contro di lui ho pensato che fosse quello giusto.

Volevo Mihajlovic al Napoli ma non mi convinse perché era troppo energico e costringeva i calciatori a seguirli. L’altro mi sembrava una persona mite, ho scoperto che era troppo insoddisfatto dei suoi trascorsi. Per un comunista basare tutti sul dio denaro portava ad una sindrome di insopportabilità.
Lo trovavo uno fuori giri, la moglie non poteva venire sugli spalti. Quando ho trovato Ancelotti che sentivo negli ultimi 5 anni ho trovato un uomo sereno e disteso con mille interessi con il quale si può sedersi e passare una serata senza parlare di calcio.
A Sarri chiedevo “ma chi compriamo?” Lui diceva che non ne voleva sapere nulla.

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