Tifosi azzurri fermati a Istanbul, l’ appello del Comune: “Riportateli a casa, arresti assurdi”

Non sarà stata di certo un a bella avventura per alcuni tifosi azzurri fermati dalla...

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Non sarà stata di certo un a bella avventura per alcuni tifosi azzurri fermati dalla Polizia turca dopo match di Champions League disputatosi tra Besiktas e Napoli. Il Comune Di Napoli ha diramato, in proposito, un appello firmato dai consiglieri Eleonara de Majo, Rosario Andreozzi e Pietro Rinaldi. Di seguito la nota:
“Stamane tre ragazzi napoletani, tifosi arrivati ad Istanbul per il match disputato contro il Besiktas, sono arrivati davanti al Procuratore cittadino, accusati di cose mai compiute in contesti come sempre non circostanziati. La dinamica dell’arresto è assurda. I tre infatti non sono stati fermati dopo o durante la partita, ma al gate, poco prima di imbarcarsi, quindi con nessuna flagranza di reato.

A seguito della partita sono state invece innumerevoli le violenze gratuite perpetuate ai danni dei napoletani dalla polizia di Erdogan, che oramai da mesi agisce impunita delle strade del paese, dando la sensazione di un vero e proprio regime militare nel quale sono concesse esecuzioni sommarie degli oppositori, carcerazioni di massa, torture ed altre innumerevoli violazioni delle libertà dei cittadini. Così anche la partita di due giorni fa è diventata occasione per l’esercizio di questa brutalità del tutto gratuita. Basti pensare che l’immagine che ha girato moltissimo sui social del tifoso napoletano accasciato a terra e quasi denudato non è un pestaggio ad opera dei tifosi della squadra avversaria ma ad opera delle forze dell’ordine turche. Quello che sta succedendo, che coinvolge le vite ed il destino di tre nostri concittadini finiti nelle grinfie di uno dei regimi più sanguinari ed antidemocratici dell’area euro-mediterranea, è davvero preoccupante.

Chiediamo un intervento immediato delle autorità italiane, che serva innanzitutto a riportare a casa i nostri ragazzi, ma anche a denunciare nelle sedi opportune i soprusi impuniti delle forze dell’ordine di Istanbul. La Turchia, a differenza di quello che solo lo scorso aprile ha sostenuto l’unione Europea, non è un paese sicuro. Non lo è per i migranti, per i dissidenti, per i militanti politici e a quanto pare neppure per i tifosi”.

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