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Quagliarella torna a parlare del suo stalker…e quel sms di papà Vittorio

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Quagliarella torna a parlare del suo stalker…e quel sms di papà Vittorio dopo i gol in nazionale

Fabio Quagliarella, attaccante della Sampdoria (e della Nazionale Italiana!) originario di Castellammare di Stabia è tornato a parlare della difficile scelta di lasciare la propria città a causa di uno stalker che lo aveva preso di mira. Questa parte della sua intervista rilasciata ai giornalisti del Corriere dello Sport:
“Fu una bastonata. Uno stalker che millanta, proprio a casa mia e mentre sto indossando la maglia dei sogni realizzati. Quindi, riepilogando, Fabio Quagliarella decide di tradire il Napoli per andare alla Juve, come se volesse calpestare un amore e barattarlo con i soldi. La verità è stata ristabilita, ma soltanto io ho conosciuto la sofferenza atroce, allargata a chi mi vuole davvero bene. Mi è rimasta una cicatrice, ogni tanto idealmente la guardo. E’ un taglio, lo vedo anche se non si vede, resta e soltanto chi vive certe cose può immaginare. Ho imparato a proteggermi di più, chiuso in un fortino perché quella cicatrice è un tormento. Se prima non mi fidavo, adesso di meno. Una cosa mi dà sollievo anche se non mi risarcisce. Per fortuna la mia gente ha capito che non volessi lucrare sulla pelle del club che amo di più. Me lo faccio bastare. Avevo deciso di parlare soltanto alle Iene, ci sono tornato ora con te. Ma non ne voglio più riaprire quel libro in pubblico. Gestirò nel mio intimo”

Ma poi la rinascita, i record e il ritorno in nazionale dopo oltre 9 anni: Quando mi hanno richiamato in Nazionale ho pensato che papà si sarebbe chiuso in un silenzio infinito. Pelle d’oca. Invece, mi ha inviato un sms semplice (“Che soddisfazioni ci dai..”), per me aveva il significato di un trattato. Noi siamo di poche parole. E chiedo scusa a mio nipote. Ho due fratelli, una sorella e otto nipoti. Vittorio ha compiuto 18 anni il giorno di Italia-Liechtenstein, il 28 marzo a Parma. Una processione di parenti in un locale a Castellammare. A un certo punto, in pieno tormentone “ma Fabio quando segna?”, ci concedono un rigore, poi sarebbe arrivato il secondo. Il deejay smette di suonare, i camerieri smettono di servire, lo chef smette di cucinare. Un oceano di persone davanti al televisore, quando trasformo il locale diventa una curva da stadio. Vittorio mi odierà a vita…”.

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