La gara del Mugello rende ancor più chiara la situazione di crisi in casa Ferrari anche se, non sembra esser finita qui
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Formula Uno, ha senso processare ancora la Ferrari?
Siamo alle solite. Ormai è anche inutile ripeterlo: la Ferrari ha toccato il fondo. La gara del Mugello, diversa sia da Spa che da Monza, ha evidenziato ancor di più le differenze che ci sono tra la Ferrari e le altre scuderie. Dopo la quinta posizione ottenuta in qualifica, Leclerc è stato superato da chiunque in gara. Giro dopo giro si vedeva sempre la stessa scena: rettilineo, DRS per poi andare all’esterno del monegasco alla San Donato e prendersi la posizione. Il Ferrarista come sempre ci ha provato, voleva lottare ma purtroppo se la macchina non dà segni di vita, c’è poco da fare.
Finalmente Elkann
In mezzo alla tempesta arrivano,verrebbe da dire finalmente, le dichiarazioni del Presidente della Rossa John Elkann. ”Ci vuole tempo, abbiamo davanti a noi una stagione difficile… e così sarà anche l’anno prossimo”. Parole che fanno riflettere: la Ferrari attualmente è in crisi e non è ancora finita. Sarà rivoluzione? No:”Binotto sta rafforzando la Ferrari” ha concluso il numero uno della scuderia di Maranello.
Testa al 2022
Il messaggio mandato dai dirigenti e dallo stesso team principal è chiaro: obiettivo 2022. Quando a cambiare sarà tutta la vettura per via dei nuovi regolamenti della Formula Uno. Alla fine una cosa sembra purtroppo esser certa: la luce della ripartenza in fondo al tunnel non si riesce ancora a vedere.
I piloti, gli unici non colpevoli
Chi però vorrebbe lottare e non può farlo sono i piloti. Sebastian Vettel saluterà il team al termine della stagione lasciando il sedile a Carlos Sainz nella speranza che possa portare un briciolo di entusiasmo. Entusiasmo che aveva e che perde di Gran Premio in Gran Premio Charles Leclerc. Il pilota della Rossa la scorsa stagione e quest’anno ha fatto capire di che pasta è fatto. La Ferrari si aggrappa a lui, anche se il monegasco non può aggrapparsi alla sua SF1000.
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