E’ poderosa la rimonta con cui la Juve Stabia ribalta il vantaggio iniziale del Pescara, firmato Galano, e trova il secondo successo interno grazie alle reti di Forte e Canotto.
PODIO
Medaglia d’oro: a Francesco Forte, al terzo morso letale. Prestazione da incorniciare per il 32 della Juve Stabia, paradossalmente impreziosita dall’errore dagli 11 metri. Che il ragazzo cresciuto nell’Inter sia giocatore (come si dice da queste parti per sottolineare le doti di un calciatore) lo si vede innanzitutto dal carattere: sbagliare un rigore e vedere appena qualche minuto dopo segnare gli avversari avrebbe tagliato le gambe di molti calciatore, non le sue. A rendere Forte uno squalo, non tanto la pinna mimata dopo ogni gol, ma la cattiveria con cui aggredisce ogni palla che passa dalle sue parti: l’attaccante mostra i denti incattivendosi anche col viso quando c’è da colpire il pallone. Rabbioso lo scatto con cui cancella l’errore dal dischetto e pareggia i conti; delizioso e coraggioso il lancio volante con cui apparecchia a Canotto la rete del sorpasso. Lo squalo ha azzannato il delfino. Profondo rosso.
Medaglia d’argento: a Luigi Canotto, il tornado che investe le gare della Juve Stabia. Il ribaltone che abbatte il Pescara conferma, qualora ci fosse ancora qualche dubbioso, come il 18 gialloblu sia il vero insostituibile (Forte e Calvano ci perdoneranno) dello schieramento stabiese. Con la sua ordinata frenesia Canotto riesce sempre a mandare in tilt i meccanismi della difesa avversaria, trafitta dalle folate dell’esterno stabiese. Se frenetico è nelle sue accelerazioni, glaciale è nei dintorni di Kastrati, beffardamente sorpreso in velocità dopo il controllo di palla da grande calciatore. Non è un caso che le tre vittorie della stagione delle Vespe portino tutte la firma, arrivata con gol ma non solo, proprio di Canotto che sta conquistando partita dopo partita quel ruolo da protagonista in Serie B negatogli dal Trapani nella sua precedente e fugace esperienza cadetta. Showman.
Medaglia di bronzo: a Max Carlini, tornato nobile dal sangue gialloblu. Non poteva accontentarsi di un ruolo marginale, da chioccia per i più giovani, uno dei grandi protagonisti della leggendaria promozione dei record. Carlini conferma tutte le buone sensazioni lasciate in eredità dal secondo tempo di La Spezia, rivestendo i panni dell’architetto delle fortune tattiche della Juve Stabia. Ponte ideale tra i reparti, l’ex Reggiana ricama insieme a Calò e Calvano (altra prestazione sontuosa quella dell’ex Verona) per poi innescare Forte con lo strappo poderoso che consente all’attaccante di rimettere in parità il match. Sciabola e fioretto nelle giocate del Conte, tornato ad essere uomo copertina stabiese. Se fosse una formula matematica sarebbe Q al quadrato = quantità e qualità
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: ad Alessandro Mallamo e ai suoi sessanta secondi di blackout. Entrato per far respirare il magistrale Carlini, il giovane jolly di Caserta resta in campo facendosi cacciare per un’ingenua doppia ammonizione. Arbitro senza dubbio fiscale ma altrettanto ingenuo è Mallamo a non togliere due volte il piede. Leggerezza che poteva costare carissima.
Medaglia d’argento: ad Ferdinando Del Sole, anche lui non entrato bene in partita. Considerazioni simili a quelle esposte per Mallamo: l’ex di giornata non subentra con la dovuta grinta, giocando a nascondersi più che a dare nuove energie alla Juve Stabia. Si becca anche lui il giallo nonostante i pochi minuti in campo. Prenda ed esempio Elia, straripante e cattivo anche quando parte dalla panchina.
Medaglia di bronzo: a Giacomo Ricci, non del tutto convincente. Inevitabile qualche sbavatura alla prima apparizione stagionale del difensore scuola Parma, che rileva lo squalificato Germoni. Ricci si perde Busellato, assist man per Galano, in occasione della rete pescarese, lasciando intravedere qualche indecisione difensiva anche nella ripresa. Buona la precisione al cross.
R
affaele Izzo