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Castellammare di Stabia

APPROFONDIMENTO – Juve Stabia, un incontro con un vecchio amico: tra saudade e ricordi

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a stagione in corso sta regalando alla Juve Stabia la possibilità di riabbracciare, in modo più o meno caloroso, tanti ex che hanno indossato la casacca gialloblù. Per militanza alle Vespe, attaccamento alla maglia, affetto dei tifosi e, soprattutto, vittorie, la vecchia conoscenza gialloblù meno sbiadita tornerà al Menti venerdì indossando la maglia della Reggina: si tratta di Adriano Mezavilla.

Il centrocampista brasiliano per la prima volta entrerà da avversario in quello che per quattro anni è stato il suo stadio, anzi la sua arena; sì perché Adriano in quegli anni ha incarnato meglio di chiunque altro compagno lo spirito battagliero che Braglia aveva inculcato alla sua squadra.

Arrivato nell’estate 2010 alla Juve Stabia, l’impatto con la piazza stabiese non fu certo dei migliori. Sui forum in rete le “recensioni” di tanti suoi ex tifosi non erano certo lusinghiere; così le aspettative su quel brasiliano atipico, forse non eccelso tecnicamente ma dominante fisicamente, non erano certo elevate.

Eppure Mezavilla è stato l’unico tra gli eroi della cavalcata in Serie B a vivere a 360 gradi l’ascesa ed il declino della più bella Juve Stabia della storia. Molinari, Cazzola, Corona, Colombi, Scognamiglio, Raimondi, Fabbro, Mbakogu ecc: nessuno, per motivi diversi, ha vissuto appieno l’esperienza in gialloblù come Mezavilla. Il brasiliano divenne la proiezione di Braglia in campo, l’elemento a cui il tecnico toscano non rinunciava mai. Nella girandola di calciatori che in quegl’anni hanno occupato la mediana stabiese (Cazzola, Danucci, Scozzarella, Caserta, Jidayi, Suciu ecc), l’unica costante è stato lui, con la sua grinta e la sua voglia di non mollare mai.

Cambiavano le categorie, le maglie, i dirigenti, gli allenatori, i presidenti (da due passati ad uno) ma a non cambiare mai era la presenza di Mezavilla nel mantra con la formazione recitata da ogni tifoso della Juve Stabia. Quattro anni a Castellammare, scanditi da 9 reti in 118 presenze (solo in campionato) ed impreziositi da una storica promozione in Serie B ed una vittoria di Coppa Italia di Lega Pro. Nella passerella del Menti, contro il Carpi già superato nel match di andata, indovinate chi siglò la rete che fece scattare la definitiva festa? Proprio Adriano, con uno dei suoi micidiali inserimenti in area di rigore.

Inevitabile, quindi, che venerdì un pizzico di emozione e nostalgia faccia breccia nel cuore dei tifosi stabiesi e in Mezavilla, roccioso in campo ma ragazzo umile e dolce fuori dal rettangolo di gioco. A sentire palpabile la saudade, sentimento nostalgico tipico del popolo brasiliano, non sarà solo Adriano ma tutto il popolo stabiese.

Nemici solo per 90 minuti, ma uniti per sempre da ricordi e gioie indimenticabili: obrigado Adriano!

Raffaele Izzo


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