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Castellammare di Stabia

Raoul Bova al Supercinema di Castellammare in “Il nuotatore di Auschwitz”. Rassegna “La Stagione di Luca”

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Nell’ambito della rassegna “La stagione di Luca”, sabato 6 e domenica 7 dicembre scorsi, sul palco del Supercinema un attore carismatico dalla presenza scenica magnetica e dalla capacità di creare un forte legame emotivo con il pubblico: Raoul Bova in “Il nuotatore di Auschwitz”.

Raoul Bova ha portato sulle tavole dello storico teatro stabiese una storia vera, quella di Alfred Nakache, un nuotatore francese ebreo detentore di un record mondiale, sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz.

Il testo narra l’incredibile storia di questo atleta e comunica un forte messaggio di speranza, mostrando come la volontà di vivere e trovare un senso alla sofferenza possano far superare anche le situazioni più difficili.

Nel monologo, un ruolo di grande intensità emotiva, Bova mostra la resilienza e la fragilità umana del nuotatore,  e lega la storia di Nakache a quella di Viktor Frankl (psicologo sopravvissuto ad Auschwitz), con riflessioni tratte dal suo libro “Uno psicologo nei lager”.

Alfred Nakache era un nuotatore francese di origine ebraica, campione olimpionico, ma ad Auschwitz era solo un numero: il 172763. Fu spesso costretto dai nazisti a nuotare in vasche di acqua gelida per recuperare oggetti ma, nonostante le vessazioni, mantenne viva la speranza.

Sopravvisse ad Auschwitz e fu obbligato alla marcia della morte verso Buchenwald, da cui si salvò tra pochissimi. Dopo la liberazione, scoprì la tragica morte di moglie e figlia. Nonostante la sofferenza, riprese ad allenarsi, gareggiando alle Olimpiadi di Londra del 1948 e ottenendo un nuovo record.

Ad Auschwitz fu internato anche Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco che, subito dopo la liberazione, scrisse un libro sull’esperienza vissuta e su coloro che erano riusciti a superare quella prova terribile.

“Il nuotatore di Auschwitz” è un omaggio alla forza morale e alla resilienza, è un’opera che commuove, celebrando la capacità dell’essere umano di ritrovare la luce anche nelle tenebre più profonde.

Ogni singolo dettaglio ha contribuito a creare la “magia” che ha reso lo spettacolo indimenticabile: la scena, essenziale, composta da linee di luci disegnate da Marco Laudando che diventano simbolo di corsie in piscina, di rotaie o fughe prospettiche; le immagini filmate da Marco Renda con spazi astratti, in bianco e nero; le musiche coinvolgenti di Francesco Bova; i costumi di Francesca Schiavon; il testo e la regia del bravo drammaturgo, attore, regista teatrale Luca De Bei, che usa la narrazione per esplorare temi esistenziali.

Alla fine dello spettacolo, il pubblico ha calorosamente applaudito Raoul Bova, un attore molto amato dagli stabiesi, anche perché ha portato sul grande schermo i nostri campioni olimpici del “due con”, Giuseppe e Carmine Abbagnale.

L’attore ha infatti interpretato nel 1993 “Una storia italiana”, miniserie televisiva liberamente ispirata alla vita dei fratelli campioni del canottaggio, che ripercorre la loro carriera, iniziata proprio nelle acque di Castellammare di Stabia, tra successi olimpici e mondiali.

L’attore, nel salutare il pubblico, ha ricordato con nostalgia il periodo degli anni giovanili trascorso nella nostra cittadina mentre girava la miniserie:

“Il ritorno a Castellammare è stato particolarmente emozionante, perché qui ho iniziato a muovere i primi passi da attore, ho fatto il mio primo film, e devo dire che sono stato accolto sin da subito con grande affetto e cordialità in questo paese bellissimo, nel quale ho trovato delle storie che hanno avuto importanza nella mia vita e in quella del cinema”.

“Tornare qui a teatro a Castellammare è stato emozionante soprattutto con questo testo che parla del passato, parla di storia, parla della vita, di quello che possono essere le nostre difficoltà, ma che ci invita a non abbatterci mai, perché c’è sempre un modo per superarle.”

La sua interpretazione ha molto colpito il pubblico. “Il nuotatore di Auschwitz” con Raoul Bova è infatti un’esperienza teatrale che va oltre il semplice intrattenimento, che tocca il pubblico a livello emotivo e intellettuale, che trasmette messaggi universali e stimola la riflessione.

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