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Castellammare di Stabia

Ospedale del Mare, corruzione per gli appalti: in manette sei dell’Asl Napoli 1

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Indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli

Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito l’arresto ai domiciliari di sei persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di pubblici ufficiali, alla turbata libertà degli incanti e alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con riferimento a plurime forniture di apparecchiature elettromedicali.

L’inchiesta della Procura riguarda le procedure di approvvigionamento di strumentazioni mediche destinate all’Ospedale del Mare di Napoli e a ulteriori presidi sanitari dell’Asl Napoli 1 Centro, coinvolgendo personale della medesima azienda sanitaria e facoltosi imprenditori campani. I finanzieri stanno eseguendo anche delle perquisizioni e il sequestro di beni mobili e immobili riconducibili alle società e agli indagati per per oltre 850.000 euro.
Ai domiciliari sono così finiti Loredana Di Vico, dirigente dell’unità operativa complessa acquisizione beni e servizi dell’Asl Napoli 1 Centro; Vincenzo Dell’Accio, imprenditore e gestore, insieme con alcuni familiari, di società per la rivendita di articoli medicali, risultate amministrate da prestanome; Rosario Dell’Accio, fratello di Vincenzo; Antonio dell’Accio, padre di Rosario e Vincenzo, Claudia Dell’Accio, sorella di Vincenzo e di Antonio, e Gennaro Ferrigno, collaboratore della famiglia Dell’Accio. Le società coinvolte sono LGA, Maflamed, Vicamed e Frag Hospital.
Le sei persone arrestate oggi riuscivano a influenzare le gestione delle procedure di approvvigionamento di materiali sanitari da parte dell’Asl Napoli 1 Centro: il materiale, è emerso dalle indagini, veniva acquistato da società di intermediazione, macchinari elettromedicali a un prezzo maggiorato del 300 per cento di quello di mercato.
Dalle indagini dei finanzieri è anche emerso che su un appalto era stato applicato un ricarico stimato in circa 250mila euro. Le ditte di intermediazione coinvolte, riconducibili alla famiglia Dell’Accio ma intestate a prestanome, avevano un contratto di esclusività con la società che produce gli apparecchi elettromedicali (endoscopi, broncoscopi e altri macchinari della stessa tipologia) che poi venivano venduti all’Asl Napoli 1 Centro a prezzi maggiorati. In precedenza il rapporto era invece diretto, cioè tra Asl e ditta produttrice. Il tutto veniva poi anche agevolato dal fatto che due delle persone arrestate sono risultate sentimentalmente legate e proprio per celare questa relazione, secondo quanto emerso dalle indagini, le aziende erano state intestate a prestanome.
L’attività investigativa, che ha preso il via all’inizio del 2017, con alcune perquisizioni dei finanzieri proprio nell’Ospedale del Mare, è stata portata avanti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e i primi approfondimenti sono stati condotti dalla Guardia di Finanza secondo le linee guida dell’Anac. Il sistema, secondo l’accusa, era fondato sui vantaggi corruttivi della dirigente amministrativa De Vico e di alcuni dipendenti della stessa amministrazione. Infine un medico di una struttura dell’Asl Napoli 1 Centro è indagato per corruzione.

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