Nella giornata di oggi, l’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate ha pubblicato una lettera aperta per denunciare l’ondata di violenza che ha coinvolto i vigilantes di Napoli negli ultimi mesi
«Negli ultimi mesi (a Napoli ndr) una guardia giurata è stata uccisa ed ora un’altra è in coma, due episodi gravissimi a cui si aggiunge la frequenza quotidiana di aggressioni fisiche e verbali a cui siamo sottoposti. I dati raccolti dall’inizio del 2018, rendicontano anche una maggiore frequenza di tentativi di furti delle pistole di ordinanza in forza ai vigilantes che spesso e volentieri, si ritrovano a lavorare da soli».
Inizia così la lettera aperta, ma implicitamente indirizzata al Ministero degli Interni e al Questore di Napoli, pubblicata dall’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate che oggi ha voluto esprimere vicinanza ai familiari del vigilantes ricoverato da ieri e in coma al Cardarelli in seguito ad un’aggressione.
I vigilantes, attraverso l’appello, hanno voluto denunciare il vuoto di tutele professionali con i numerosi rischi a cui sono esposti i lavoratori : «La nostra categoria professionale, quella della vigilanza privata che fa da sorella minore alle forze dell’ordine per salario, tutele ma non rischi, è in piena emergenza- sottolinea Giuseppe Alviti, presidente dell’Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate – Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla famiglia del collega, un lavoratore dei servizi fiduciari non armati in appalto al portierato del Consiglio Regionale, che è ricoverato in Rianimazione al Cardarelli e, ancora una volta, gridiamo la necessità di ascoltare le nostre richieste».
Nella lettera si fa riferimento a «contratti e condizioni di lavoro che possono mettere in seria discussione il senso stesso dell’attività di tutela e vigilanza».
«Non sono chiare le circostanze dell’aggressione avvenuta ai danni del collega che sta lottando tra l avita e la morte- conclude Alviti – ma il nostro appello va alla più alta carica istituzionale del governo in ambito di sicurezza, al Ministro degli Interni e a chi la incarna in città , il Questore di Napoli a cui chiediamo un incontro per aiutarci nella faticosa opera di tutela della nostra categoria, prima che si debba contare un nuovo morto».
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