Campania, in aumento i crimini contro gli animali: il rapporto dell’Osservatorio Zoomafia
Combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli. Non è stato un anno felice per gli animali in Campania.
Terribile il quadro tratteggiato dal Rapporto Zoomafia 2018 “Crimini e animali”, redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, la Lega Anti Vivisezione e patrocinato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, con cui la LAV ha siglato un Protocollo d’Intesa per rafforzare prevenzione e contrasto dei reati a danno di animali, e della Fondazione Antonino Caponnetto.
Un fascicolo aperto per reati ai danni di animali ogni 11 ore, con una persona indagata ogni 13 ore circa.
Nel 2017 in Campania sono stati registrati 778 procedimenti per crimini contro gli animali (l’8,34% di quelli nazionali), con un tasso di 13,32 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e 679 indagati (l’11,67% di quelli nazionali), con un tasso di 11,62 indagati ogni 100.000 abitanti. “Si tratta di un trend pericolosamente in crescita”, commenta Troiano. Tra gli aumenti più consistenti, la Procura di Napoli Nord: del +68% dei procedimenti e +200% degli indagati, a fronte di un aumento medio regionale del +13% dei procedimenti e del +22% degli indagati.
I combattimenti clandestini continuano a essere una delle emergenze zoomafiose: cani trovati morti in spiaggia o con vistose ferite da combattimento (Casal di Principe, Castellammare) sono testimoni silenziosi di una pratica barbara ancora molto diffusa e per arginare la quale la LAV ha attivato il numero SOS Combattimenti (06 4461206).
Aumentano le piste clandestine per allenare i cavalli nella zona di Licola, Giuliano, Pozzuoli, Cuma, come testimoniano video su YouTube, con immancabile sottofondo neomelodico.
Negli ippodromi il problema del doping per i cavalli da corsa campani è ancora diffuso: nel 2017 sono stati 10 i cavalli che correvano in gare ufficiali in Campania risultati positivi a qualche sostanza vietata.
Altro problema il traffico di cuccioli dall’Est, con centrali di importazione e smistamento nel territorio regionale, dove transitano illegalmente migliaia di cani.
Sistematica e organizzata è risultata l’attività di bracconaggio, in particolare a carico di specie protette: a rischio in particolare le isole di Ischia e Procida, la Terra dei Mazzoni, il Litorale Domitio, la Penisola Sorrentina, il Cilento, la Piana del Sele. “Ancora diffusa l’usanza di detenere in gabbia cardellini e altri fringillidi alimentando forme di prelievo e traffici illegali in parte gestiti dalla criminalità organizzata”, rileva Troiano.
E ancora: mattatoi abusivi in ambito zootecnico e pesca di frodo (con raccolta di datteri e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori compiacenti e pesca illegale di tonno rosso e pesce spada, impianti di mitilicoltura abusivi-
“Auspichiamo che si arrivi finalmente al varo di provvedimenti legislativi, come il potenziamento della normativa sulla tutela penale degli animali, attesi da anni”, conclude Troiano. Auspicando un’inversione di tendenza.
(Repubblica)
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