Una ‘samara’ denunciata alla Procura

È accaduto a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, ove una trentenne si aggirava per il...

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È accaduto a Niscemi, in provincia di Caltanissetta, ove una trentenne si aggirava per il paese travestita da ‘samara’ spaventando la gente.

In questo fine estate è esplosa l’ennesima trash psico-esibizionistica sociale che ha attraversato inizialmente la Sicilia e poi si è diffusa un po’ in tutta Italia. Una forma di gioco chiamato sui social “Samara Challenge” che prende ispirazione da Samara Morgan, la protagonista del film horror “The Ring” (la trama), un personaggio immaginario femminile che compare nel film statunitense The Ring di Gore Verbinski del 2002, nel suo seguito The Ring 2 ed in The Ring 3, la cui imitazione ora consiste nell’aggirarsi per le strade, soprattutto all’imbrunire o preferibilmente di notte, con una veste bianca e capelli (o parrucca) lunghi e scuri calati sul volto. Lo scopo sarebbe spaventare i passanti e farsi riprendere in un video da pubblicare poi sui social. Eloquente di quanto vuoto c’è sempre di più nelle nostre menti.

Inizialmente si è diffuso nelle città del Sud Italia, particolarmente a Catania, poi a Messina a Cagliari, Foggia, Napoli, Roma, ecc.  Qualcuna di queste improvvisate, ma ragazze come anche ragazzi, poiché non è detto che sotto la parrucca ci debba necessariamente essere una donna, a Gragnano nel napoletano è stata picchiata e un’altra a Torre del Greco, sempre nel napoletano, addirittura ha tirato fuori un coltello creando il panico. A Messina un anziano si è sentito male per lo spavento dopo aver incrociato la “bambina” di The Ring.

Un gioco cosiddetto virale, che presenta un duplice rischio. Da un lato si può causare uno spavento alla persona che s’incrocia con anche gravi conseguenze di salute, per un altro verso si può causare una reazione in terzi che può essere anche l’aggressione nei confronti di chi interpreta questa ennesimo sintomo di slittamento socio-interiore.

Ma lo scherzo, per una trentenne di Niscemi (CL) che aveva deciso di travestirsi dalla protagonista del film horror The Ring, è finito male. Tra domenica e lunedì scorsi, al Commissariato di polizia sono giunte diverse segnalazioni da parte di cittadini allarmati che segnalavano, di notte, la presenza nelle vie cittadine di una persona travestita da Samara. I poliziotti della squadra investigativa, dopo un’indagine, hanno individuato la responsabile in una 30enne che è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Gela per procurato allarme.

L’opinione.

Questa “Samara Challenge” appare come una ripetuta emulazione collettiva sempre più insensata, che per un verso persuade come noi umani siamo naturalmente delle “scimmie”, intelligentissime, ma pur sempre dei primati, con nessuno esente su questa Terra (pure chi delira di onnipotenza o superiorità). E come i nostri cugini antropomorfi, che sono soprattutto bravi a copiare i loro simili, noi in più, grazie al nostro fantastico cervello, elaboriamo, creiamo e pianifichiamo persino all’infinito, nel cosiddetto bene e male, secondo i rispettivi livelli cognitivi, innati e acquisiti, di ognuno. Nel caso in ispecie, considerato evidentemente il limitato livello razionale degli estemporanei interpreti della “bambina” horror del famoso film “the Ring”, dalla semplice vestizione macabra si è passati, elaborando, ad aggiungere pure il coltello. Se continua questo nevrotico gioco, chissà cosa c’è da aspettarsi. Ma non si nasce così (stolti). Le partorienti rimangono: questa anacronistica società ancorata culturalmente a quando il sole girava intorno alla Terra; il suo degno Stato che dovrebbe forzosamente indirizzarci per evolverci; la rafferma scuola; e la svigorita famiglia. Quanto accaduto nella fattispecie, confermerebbe ancora una volta che in carenza di un minimo di salde e pensanti regole interiori, siamo una specie fortemente soggetta ad emulare, a seconda delle soggettive, innate e acquisite inclinazioni o minchionerie, come se tutto fosse una normalità sociale e senza di solito neanche riuscire a rendercene conto. Altro che libero arbitrio. Ciò, nella Storia come nella vita quotidiana, ci fa compiere a volte atti di cui spesso non abbiamo chiara riflessione e coscienza, con anche gravi danni per noi stessi e terzi, poiché agiamo sotto la spinta della parte cavernicola della nostra mente che ci espone (e mai come oggi così globalmente) a vari comportamenti individuali e collettivi irragionevoli. Atteggiamenti che ci vengono, ormai, quasi scientificamente veicolati, soprattutto attraverso i potenti odierni mezzi tecnologici e mediatici, per incanalarci al solo consumismo, a iniziative preconfezionate, politiche, concettuali, ascetiche, ecc. L’antidoto ?  Forse un po’ aiuterebbe, singolarmente e gradualmente, essere stati abituati a chiedersi, se siamo noi, lui, l’altro o esso, nella nostra interiorità, a farci parlare, agire e altro. Mettersi in dubbio con se medesimi, con le proprie pulsioni, convinzioni, nostalgie, ideologie, dogma, miti e totem, di certo gioverebbe anche collettivamente, se lo si facesse in tanti, specialmente se iniziassero a farlo dallo scranno più altro all’ultimo sgabello (ma figurarsi).

Adduso Sebastiano

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