L’azienda a Termini Imerese ha 570 dipendenti in cassa integrazione. Doveva rappresentare la speranza post-Fiat per un futuro industriale della Sicilia.
Roberto Ginatta e Cosimo di Cursi, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione e a.d. della Blutec, azienda piemontese, sono stati posti agli arresti domiciliari dalla Guardia di Finanza diretti dal tenente colonnello Cosmo Virgilio, con l’accusa di malversazione ai danni dello Stato. Avrebbero distratto 16 mln di euro, parte dei 21 mln di euro ricevuti da Invitalia per il rilancio dello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. Emesso anche un decreto di sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale.
Nei loro confronti è scattato anche un provvedimento di interdizione, per 12 mesi non potranno esercitare “imprese e uffici direttivi”, così recita il provvedimento del Gip della Procura di Termini Imerese, Stefania Galli. Il Gip ha anche nominato un amministratore giudiziario per la Blutec, si tratta del commercialista palermitano Giuseppe Glorioso. Di Cursi è in questo momento all’estero, sta rientrando in Italia.
Gli investigatori del Nucleo di Polizia economico-finanziaria hanno ricostruito i movimenti della società e la destinazione dei 21 milioni ricevuti da Invitalia, agenzia per gli investimenti e lo sviluppo d’impresa, partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia. Blutec non avrebbe rispettato l’accordo di programma e Invitalia, nel corso del 2018, le aveva inviato una contestazione sulla rendicontazione delle somme, avviando la procedura per ottenere la restituzione dei finanziamenti. Il risultato è che oltre 500 operai ex Fiat sono in cassa integrazione e che poco più di un centinaio di loro sono in Blutec solo per fare corsi di formazione. Ma l’annunciata produzione di auto ibride è ferma, così come l’interessamento e il passaggio a un gruppo cinese è rimasto sempre lettera morta.
Le operazioni però procedevano a rilento e già l’anno scorso si era appresa la notizia di una inchiesta dei magistrati di Termini. Dei 700 lavoratori Blutec, di cui 130 sono in azienda, impegnati in progetti di formazione e 570 sono in cassa integrazione. Nei giorni scorsi il ministro Luigi Di Maio era stato a Termini annunciando la proroga degli ammortizzatori sociali e incalzando l’azienda a rispettare gli accordi presi. Ora l’ulteriore tegola degli arresti che si abbatte su un territorio ormai stremato da anni di promesse e illusioni. Ora il futuro è a rischio più che mai: anni di lotta e di manifestazioni non sono valsi a niente.
A
dduso Sebastiano
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