Ci sono stati diversi tagli con un contenimento delle spese per 4,5 milioni nel triennio 2019-2021 con una riduzione di 1,5 milioni per ciascun anno.
Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, dopo l’approvazione del bilancio interno dell’Assemblea con un contenimento della spesa di 4,5 milioni nel triennio ha dichiarato “Qui i tetti agli stipendi dei dirigenti sono stati approvati, alla Camera e al Senato no. Ringrazio l’interno personale dell’Assemblea siciliana, spero che qualche trasmissione a livello nazionale ne prenda atto”.
Intanto sulla legge di stabilità è calata una mannaia. È caduto il vincolo dei cinque anni fuori dall’Italia per la norma sul cosiddetto “modello Portogallo” che concede benefici fiscali ha chi stabilisce la residenza in Sicilia; scompaiono: le norme su “mediatore da diporto e istruttore di vela”, sull’utilizzo del personale per attività di mitigazione del dissesto idrogeologico, quella che permetteva negli immobili esistenti, ricadenti nelle zone C e D dei parchi naturalistici regionali, l’attività di turismo rurale, agriturismo e B&b. Spariscono le norme sul transito del personale ex Pumex nella Resais Spa, sull’inclusione tra le spese di funzionamento dei gruppi parlamentari dell’Ars delle spese di pulizia e di energia elettrica, sulle spettanze dovute ai professionisti per procedure di rilascio di titoli abilitativi edilizi.
La presidenza dell’Assemblea ha chiesto al governo Musumeci la riformulazione per allineare le norme a quelle nazionali e comunitarie: riguarda gli immobili dei Consorzi Asi, le disposizioni per il personale del Consorzio per le autostrade siciliane e quelle in materia di demanio marittimo, gli incarichi dirigenziali di livello non generale, le disposizioni sulla realizzazione di impianti fotovoltaici o solari di grandi dimensioni su terreni agrari coltivabili, l’installazione dei punti di ricarica elettrica nei distributori di carburante nelle autostrade e nei grandi impianti e la stabilizzazione del personale sanità penitenziaria.
È stato sollecitato al governo di presentare un parere per capire l’impatto sul bilancio regionale: la stabilizzazione del personale delle Camere di commercio e del personale precario, il trasferimento degli immobili della società ex Sanderson, il trasferimento delle aree e dell’unità abitative Iacp di Messina, le modifiche di norme in materia di attività produttive.é stato
La seduta, rimasta “tecnicamente aperta”, è stata rinviata a lunedì 11 febbraio alle 16.
Il M5s ha definito la manovra “Un bilancio lacrime e sangue con tagli lineari che colpiscono praticamente tutti i settori, di cui faranno le spese i siciliani. Esa, Consorzi di bonifica, trasporto pubblico locale e disabili, solo per fare qualche esempio sconteranno colpe, di cui, come al solito, non si conosceranno mai i colpevoli. Siamo di fronte ad un governo senza strategie e senza soluzioni, che si appiglia soltanto alla benevolenza del governo nazionale per tirare a campare“.
Il deputato nazionale di LeU, Erasmo Palazzotto, ha affermato che “Il governo non può disinteressarsi del disastro economico e sociale che sta per abbattersi sulla Sicilia: senza un intervento che spalmi su trent’anni l’intero disavanzo accumulato dalla Regione nel tempo, pari a oltre due miliardi di euro, nei prossimi mesi l’Isola diventerà un deserto. Non si potranno garantire gli stipendi, non ci sarà un euro di investimenti per lo sviluppo, verrà cancellato il welfare. Il gap tra la Sicilia e il resto d’Italia si allargherà ancora con incalcolabili danni sul tessuto sociale. L’alternativa è tra una rimodulazione della posizione debitoria con il governo e la chiusura per debiti della Sicilia. L’attuale maggioranza vuole rimanere a guardare? Il governo nazionale convochi al più presto un tavolo straordinario sulla Sicilia”.
A
dduso Sebastiano
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