In una nota il Governo regionale di centrodestra del Presidente Nello Musumeci ha chiarito che manca la copertura finanziaria per il ‘collegato’.
“Crepita la Maggioranza al Governo regionale” scrivevamo da queste pagine pochi giorni addietro. Adesso una lettera dal Governo regionale di centrodestra del Presidente Nello Musumeci non accentua quei dubbi sulla tenuta dell’attuale Maggioranza alla Regione siciliana “Non ci sono le risorse“. E così non c’è altra soluzione, l’Ars non può approvare leggi di spesa e dal collegato dei collegati sono state stralciate tutte le norme che prevedono l’impiego di denaro pubblico. Proprio la mancanza di risorse su un disegno di legge che è collegato alla legge di spesa per antonomasia, la finanziaria, segna lo svuotamento totale dell’anima del disegno di legge che era stato collezionato come sintesi di tutti i collegati al ritorno dalle ferie d’Agosto.
L’Assessore all’Economia Gaetano Armao e Vicepresidente della Regione, ha reso espliciti alcuni chiarimenti “l’interlocutore del governo è la commissione Bilancio. I lavori sono ripresi il 9 settembre e abbiamo fatto presente la situazione in un’assoluta trasparenza di relazioni. La comunicazione è avvenuta nelle forme di rito”.
Nel pomeriggio di ieri, l’Ars ha deciso di ripartire da zero: si riparte dalla Commissione con l’indicazione di approvare norme tecniche, senza spesa. Ma la decisione di approvare norme tecniche che non prevedono spesa, è la premessa di fatto per archiviare la norma su cui poggiavano le aspettative di molti Parlamentari unitamente alle speranze di enti e beneficiari che rischiano di complicarsi molto la vita.
Il Presidente Nello Musumeci ha spiegato qual è la situazione economica. Lo ha fatto convocando una conferenza stampa alla quale erano presenti anche il vicepresidente e assessore al bilancio Gaetano Armao, gli assessori Falcone e Pierobon e il ragioniere generale Giovanni Bologna. Al momento, il disavanzo definitivo accertato della Regione siciliana è pari a 7,3 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto a quello dell’anno scorso. Dei 7,3 mld, 6,286 miliardi sono già stati spalmati in gran parte nei bilanci dei prossimi trent’anni. Rimane un miliardo di euro. il governo Musumeci aspetta la pronuncia della Corte dei conti sulla parifica dell’ultimo rendiconto per stabilire come gestire questo ‘buco’. Il decreto legislativo 118 prevede che venga spalmato nell’esercizio corrente oppure dà la possibilità di farlo nel triennio, comunque entro la fine della legislatura.
“La vicenda finanziaria non si può iscrivere a questo governo – afferma il Presidente Nello Musumeci – nessuno può dire io non c’entro, riguarda tutti centrodestra e centrosinistra, i governi degli ultimi trent’anni. Se nel 2015 quel governo (Crocetta, ndr) avesse fatto il proprio dovere noi oggi avremmo spalmato per trent’anni quel disavanzo e non avremmo ulteriormente appesantito il bilancio della Regione“.
Il ragioniere Giovanni Bologna, nuovo dirigente generale ad interim del dipartimento regionale della Funzione pubblica alla Regione Siciliana. Nominato da Nello Musumeci, ha precisato che: “La Regione siciliana non ha i soldi per finanziare nuove leggi di spesa, ma non è vero che non c’è più un euro in cassa perché copriamo regolarmente le spese di bilancio. Se si deve fare ulteriore spesa non riteniamo di poterla coprire, ovviamente se i conti migliorano avremo delle risorse disponibile se peggiora dovremo trovare altre risorse“.
All’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) i deputati non hanno potuto fare altro che prendere atto della comunicazione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè “Ho scritto una lettera al presidente della Regione per capire se ci fossero o meno le coperture. – ha raccontato Miccichè che ha continuato: – Il presidente mi ha risposto scrivendomi che l’eredità trovata dal governo della Regione è più grave del previsto e così con l’aggravio del nuovo disavanzo rende impossibile trovare le coperture per i collegati in esame. Dopo avere letto la lettera – ha concluso Miccichè – mi sono recato in quinta Commissione e ho chiesto un cambio di rotta e cioè di stralciare tutti gli articoli che avessero previsione di spesa. Poi faremo una riunione del capogruppo e decideremo cosa fare”.
“Non possiamo fare finta che non sia successo nulla – ha detto il capogruppo del M5s Francesco Cappello – Abbiamo ruotato come un criceto: a vuoto, inutilmente. Avrei preferito che queste considerazioni sui conti l’assessore Armao le avesse fatte prima invece abbiamo perso tempo inutilmente”.
Ha invece posto un’altra questione Giuseppe Lupo (Pd) e cioè quella delle spese che a seguito del Collegato generale e della delibera di giunta d’applicazione della legge, non sono state scongelate “Se mancano le coperture allora non è più possibile scongelare i capitoli di spesi rimasti congelati dalla Finanziaria e allora per un gesto di equità sarebbe opportuno rivedere quella scelta. Cosa ne sarà delle categorie non finanziate per altri 27 milioni? O il governo ci dice che è in grado di trovare queste risorse oppure occorre riconsiderare la delibera di giunta e spalmare equamente le risorse trovate in occasione del Collegato generale”.
“Noi – è intevenuto il pentastellato Giampiero Trizzino – abbiamo perso 12 mesi per approvare una legge finanziaria con i collegati e non ne abbiamo approvato neanche uno. Per questo abbiamo dovuto rimandare la legge sui rifiuti, che a questo punto rischia di slittare all’anno prossimo”.
“Questo – annota il presidente della Commissione Lavoro, Luca Sammartino del Pd – è un gesto irresponsabile che mette in crisi i teatri siciliani, in particolare il Bellini di Catania, lo Stabile di Catania, l’Ente autonomo regionale Teatro di Messina, il Taormina Arte, il Teatro Massimo di Palermo, le associazioni culturali, sportive, quelle che lottano contro la mafia, i lavoratori del mondo degli enti regionali”.
Però a quanto si comprende, i soldi non ci sono per nessuna legge, anche se la Maggioranza rispedisce le accuse al mittente Alessandro Aricò di ‘Diventerà bellissima’ la lista di Nello Musumeci “A essere irresponsabili sono le dichiarazioni del deputato Sammartino. Il governo regionale, infatti, ha detto una cosa molto semplice: non è prudente approvare norme di spesa nel corso del giudizio di parifica. Ciò significa, quindi, che dopo la parifica lo si potrà fare. L’onorevole Sammartino fa finta di non sapere che nel 2015 il governo regionale da lui sostenuto non è stato in grado di attuare la riforma del bilancio della Regione e ha lasciato in eredità ben sette miliardi di debiti. É paradossale, quindi, che gli incapaci di ieri si assumano meriti non propri e abbiano perfino l’ardire di puntare l’indice contro il governo Musumeci che oggi sta risanando i conti della Regione”.
A
dduso Sebastiano
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