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Sicilia: Beni Culturali in balia di Assessori “(di)stolti”… (di Carmelo Toscano)

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a Sicilia non gode fortuna con i suoi Assessori ai beni culturali. Gli ultimi Presidenti regionali (impropriamente chiamati governatori) vedendo lo stato comatoso in cui versa il ricchissimo patrimonio artistico dell’Isola, nel tentativo di imprimere al settore un salutare scatto di reni, si sono affidati a personalità di grido che potessero apportare nuova linfa di idee e di prestigio alla miniera culturale siciliana.

La giunta Crocetta si affidò ad un siciliano doc, e famoso nel mondo, quale Franco Battiato, cantautore che non ha bisogno di nostre presentazioni. La neo eletta giunta Musumeci chiama un non siciliano a ricoprire l’incarico di Assessore ai beni culturali, il professor Vittorio Sgarbi, noto (solo in Italia) critico d’arte, sulle cui competenze nessuno ha dubbi.
Ma i due personaggi in comune hanno la caratteristica di essere primedonne e mal si adattano a fare esclusivamente il loro onesto lavoro di riorganizzare Sovrintendenze, Musei, parchi archeologici, Biblioteche ed archivi. Battiato è abituato ai palcoscenici e a rivolgersi a folle oceaniche di fan che gremiscono i suoi ottimi concerti. Sgarbi è abituato ad esibirsi davanti alle telecamere, davanti ad un pubblico di milioni di spettatori, regalando i suoi siparietti  televisivi, nei quali sfodera la sua vis polemica aggressiva, che ha fatto di lui un personaggio mediatico.
Questa loro caratteristica di essere abituati a parlare direttamente col pubblico di milion di persone li rende inadatti al ruolo di diligente amministratore pubblico, consapevole di far parte di una squadra (il governo regionale) che deve essere coordinata dal Presidente della regione.
Loro sono prime donne e mal si adattano alla disciplina di squadra. Essi devono parlare in diretta con il loro pubblico. Sono ingestibili.
Nei palazzi del potere palermitani, quando arrivò “u cantanti catanisi”, i disincantati funzionari regionali sussurravano: « Quanto potrà durare? Massimo tre mesi di tempo, poi sventola bandiera bianca». Ed, in effetti, Battiato mise da subito le mani avanti, spiegando che avrebbe fatto l’assessore “parzialmente”. Non voleva di certo rinunciare ai viaggi, alla musica, al suo lavoro. In pratica Assessore part time. Ci provò e poi prese uno scivolone con una battuta infelice sulla moralità delle donne parlamentari. Il presidente Crocetta, a malincuore, si vide costretto a consigliargli le dimissioni. Tanto tuonò che piovve e la montagna partorì un topolino. I 5.600 custodi dei musei siciliani, continuarono indisturbati a reclamare i loro diritti sindacali. I Musei siciliani continuarono ad avere più dipendenti che visitatori, e certe volte a restare chiusi nei giorni di festa, quando il numero di visitatori è massimo.
Adesso è la volta di Sgarbi a salire sul palcoscenico palermitano. Ma in Sicilia si recita a soggetto. Non si segue il copione collaudato del galateo istituzionale. Infatti, alla prima riunione della Giunta regionale l’assessore Sgarbi è presente per un quarto d’ora, si fa fare qualche foto e poi parte “perché ha un aereo da prendere”. Lui ha altri impegni altrove, oltre che in Sicilia. Infatti, nella città di Urbino, lo aspettano anche loro. Anche li ha accettato l’incarico di assessore. Ma brilla per la sua assenza, riferiscono le cronache. E gli urbinati, ad essere trascurati così, pare che non l’abbiano presa proprio bene. Ma per colmare la misura, il sempre modesto Sgarbi, dichiara di essere il Ministro dei Beni Culturali nel futuro governo Berlusconi, che le urne di primavera assegnerebbero al Cavaliere rieccolo! Neanche il tempo di familiarizzare con gli ingranaggi della macchina amministrativa regionale, e già un altro aereo lo porterebbe via, lontano da Palermo. In pratica assessore pro tempore, giusto per esibirsi in qualche dichiarazione pirotecnica che gli regala un po’ di visibilità e i musei siciliani possono continuare indisturbati a vivere il loro andazzo.

Come se non bastasse, tanto per adeguarsi al “profilo basso” nella comunicazione chiesto dal presidente Musumeci, Sgarbi, appena nominato assessore, in una trasmissione televisiva – Agorà su Rai3 – dichiara che il p.m. Nino Di Matteo – sostituto alla Direzione nazionale antimafia – avrebbe ”tratto beneficio” delle minacce di morte ricevute dal carcere da Totò Riina. Cavalcando l’onda per fare il martire.
La patata bollente arriva calda calda nelle mani del presidente, Nello Musumeci, che non prende le difese del neo assessore. Anzi stigmatizza: «Il professore Vittorio Sgarbi è libero, come ogni cittadino, di esprimere qualsiasi giudizio, nella stessa misura in cui rivendico la mia libertà di non condividerne, nella fattispecie, le forme ed il contenuto. Aggiungo che essendo l’amico Sgarbi componente del governo da me presieduto, sono certo saprà improntare le proprie dichiarazioni alla sobrietà che il ruolo pubblico impone a ciascuno di noi». Non ci sono parole.
Sembra veramente un copione logoro che si ripete immancabilmente.
Caro Presidente Musumeci, la Sicilia ha un patrimonio artistico e culturale di prim’ordine e non ha bisogno di assessori famosi che facciano i promoter con il richiamo mediatico del loro nome. Tutto il settore artistico – museale ha solo bisogno di un ottimo amministratore che abbia il polso e l’autorevolezza necessaria per mettere ordine nel caos gestionale in cui versa.
Riorganizzare il personale, qualificarlo, responsabilizzarlo in modo che i Musei siano fruibili da cittadini e turisti, con orari che siano consoni alle esigenze dei visitatori e non a quelle dei custodi. Custodi e personale devono essere “formati” a metabolizzare l’idea che essi lavorano per offrire un servizio a chi va in ferie. E quindi le loro ferie necessariamente devono slittare ad altri periodi dell’anno. Per contratto.
È chiedere troppo?

Carmelo Toscano


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