“Inquinamento nel mare Jonio” cabina di regia per scoprirne le cause con amministrazione deputati ed esperti.
span style="font-family: Georgia, serif;">Sabato 21 settembre nell’aula consiliare del Comune di Sant’Alessio Siculo si è tenuto un dibattito sul tema “inquinamento nel mare Jonio” . Sono intervenuti il senatore Cristiano Anastasi e il deputato regionale Antonino De Luca che ha moderato l’incontro. Hanno preso parte al dibattito il Sindaco di Sant’Alessio Siculo, Giovanni Foti, l’Assessore all’Igiene Saro Trischitta e il Presidente del Consiglio di Sant’Alessio Siculo Domenico Aliberti. In rappresentanza del comitato Pro Sant’Alessio, organizzatore, erano anche al tavolo Santa Sarta collaboratrice del giornale online Vivicentro, Daniele Ingemi tecnico meteorologo e autore di un interessante articolo inerente il tema in questione, Mariella Musso istruttrice di musica e danza in rappresentanza dell’Alcantara, l’ingegnere e insegnante alle superiori Adriano Nicotra e la dott.ssa Barbara Cicero facente parte del direttivo del comitato. Hanno altresì partecipato il consigliere del Comune di Messina Giuseppe Schepis e la professoressa Antonina Foti Presidente dell’Osservatorio Permanente dei Beni Culturali dell’Unione dei Comuni Jonici-Peloritani.
Ha aperto il dibattito il Sindaco di Sant’Alessio Siculo Giovanni Foti , esponendo in maniera minuziosa i vari interventi effetuati nel sistema di depurazione cittadino ,tramite sistemi innovativi di ossigenazione,che hanno reso l’impianto efficiente e completamente funzionale per la cittadina alessese. Purtroppo nonostante questi interventi nel corso della stagione estiva , il paese ha dovuto “subire” a suo malgrado, l’inquinamento che arrivava dai paesi limitrofi condizionato dalle correnti tipiche dello Stretto di Messina.
In un articolo realizzato nel mese di Agosto da Daniele Ingemi (tecnico metereologo e membro del Comitato Pro Sant’alessio) tramite immagini satellitari trasmesse dal Copernicus, il programma europeo per l’osservazione satellitare della Terra, è possibile osservare la formazione di “macchie oleose”, anche di una certa estensione, che con una certa frequenza, nel periodo estivo, si formano lungo la riviera ionica messinese . Nelle ultime immagini, quelle realizzate fra il mese di luglio e i primi giorni di agosto, le fotografie scattate dal satellite, durante il suo passaggio sopra la Sicilia e il mar Ionio, hanno evidenziato come il fenomeno assuma una certa “consistenza” a ridosso della linea di costa, tanto da propagarsi per alcuni chilometri, seguendo l’andamento delle forti correnti di marea che dallo Stretto di Messina scivolano in direzione di Capo TaorminaSembra che queste “macchie oleose” si creino in determinati punti della riviera ionica, specialmente a ridosso dei centri abitati più popolosi, e in base alle correnti di mare (all’alternanza fra “scendente” e “montante”, in media ogni sei ore), si spostano lungo l’intero litorale della costa ionica, espandendosi per diversi chilometri, davanti la linea di costa, fino a raggiungere l’abitato di Sant’Alessio Siculo e l’omonimo Capo (dove la corrente spinge le masse d’acqua in fuori per l’azione “schermante” del promontorio).Oggi in tutto il mondo, tramite l’ausilio delle immagini satellitari, è possibile studiarlo e monitorarlo con una certa accuratezza. Nella maggior parte dei casi la formazione di queste “macchie oleose”, ben visibili pure dallo spazio, è originato dallo sversamento in mare di sostanze inquinamenti, come liquidi fognari non depurati correttamente che comportano elevati indici di inquinamento marino (elevata presenza di batteri fecali quali Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali.).
In altri casi (ma non sembra essere quello dello Ionio) il fenomeno è legato anche a processi naturali, come la fioritura di “microalghe”, che avviene spesso, durante i lunghi periodi caldi, in bacini chiusi e con uno scarso ricambio d’acqua, come il medio-alto Adriatico o il mar Nero. Per togliere ogni tipo di dubbi e dare delle risposte “chiare” ai cittadini -conclude Daniele Ingemi-sarebbe opportuno avviare una campagna di monitoraggio sulla qualità del mare lungo l’intera costa ionica messinese, da Capo Alì fino a Capo Taormina, per capire da dove provengono questi sversamenti, in base alla corrente dominante in quel determinato orario. Solo così si può finalmente intervenire in modo risolutivo, individuando le zone della riviera dove si concentrano i picchi d’inquinamento, affinché gli amministratori locali e gli organi competenti prendano i dovuti provvedimenti del caso.
Come si evince dalla mappa il sud Italia è in piena emergenza depurazione ,Sicilia e Calabria sono le regioni con più condanne e procedure di infrazione.
Contenuti Mappa Infrazioni – Agglomerati:
ROSSO con Condanna ARANCIONE con Procedura AZZURRO Conforme
La normativa di riferimento in materia di trattamento dei reflui è la Direttiva 91/271/CEE recepita dall’Italia con il D. Lgs. 152/2006 (e ss.mm.ii, cosiddetto Codice dell’Ambiente). La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati con carico generato maggiore di 2.000 abitanti equivalenti (a.e.) siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue, secondo precise scadenze temporali, ormai già passate, in funzione del numero degli abitanti equivalenti e dell’area di scarico delle acque (area normale o area sensibile).
Per le inadempienze nell’attuazione della Direttiva l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, la C565-10 (Procedura 2004-2034) e la C85-13 (Procedura 2009-2034) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059).Con Delibera CIPE 60/2012 sono stati finanziati 183 interventi relativi al settore del collettamento e della depurazione delle acque nelle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia per un totale stanziato di 1,6 miliardi di euro.
In Sicilia manca ancora il censimento delle procedure di infrazione e il monitoraggio degli scarichi inquinanti-afferma il senatore Cristiano Anastasi – e quindi il commissario unico per la depurazione non ha potuto procedere con le procedure di infrazione.
Bisogna creare una cabina di regia per creare una rete di monitoraggio coinvolgendo sindaci , regione, autorità competenti e commissario unico per la depurazione -afferma il deputato regionale Antonio De Luca– ricordando che i fondi stanziati per la depurazione e reti fognarie è fermo a causa del ritardo in regione con il piano rifiuti.
La depurazione è un tema di “salute pubblica”, ha ricordato in chiusura Santa Sarta , questa estate è stata segnata da un aumento importante di bagnanti che hanno avuto la necessità di ricorrere a cure mediche per malattie dovute all’inquinamento del mare .
Di seguito il video intervento integrale pubblicato sulla pagina facebook dal Comitato Pro Sant’Alessio Siculo
Santa Sarta
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