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Nuova rete ospedaliera in Sicilia

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Nuova rete ospedaliera siciliana con il decreto Razza. Recepite le indicazioni del Ministro della Salute Grillo. Spiraglio per l’ospedale di Taormina.

Parte la nuova rete ospedaliera siciliana. Il decreto n. 22 del 2019, “ADEGUAMENTO DELLA RETE OSPEDALIERA AL D.M. 2 APRILE 2015, N. 70” è stato firmato dall’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza. “Il documento, esattamente come avvenuto in previsione della rete approvata nel 2017 recepisce, con un cronoprogramma, le richieste formulate dal ministero in relazione alla riduzione delle unità complesse, secondo la previsione di rete, nonché sulla rete emergenziale e sui punti nascita“.

E specifica: “Alcune indiscrezioni di stampa, riportate nei giorni scorsi, hanno probabilmente indotto il ministro Grillo a ritenere che la Regione potesse eludere il parere trasmesso. Non è così, come da me dichiarato già nei giorni scorsi, e non potrebbe mai esserlo: siamo stati educati alla cultura delle istituzioni e riteniamo che la collaborazione con il ministero, fino ad oggi proficua, sia posta nell’interesse esclusivo dei cittadini, che tutti riteniamo imprescindibile. Il 23 gennaio incontrerò le parti sociali per proseguire nel dialogo avviato e per iniziare ad affrontare i criteri per la redazione dei nuovi atti aziendali“.

Nel pubblico diminuiscono i reparti: si passa da 839 a 754 e dunque scompaiono 85 primari. Il piano divide poi gli ospedali in quattro categorie: i Dea di secondo livello (i poli più grandi che hanno al loro interno i reparti di ogni disciplina), i Dea di primo livello (strutture di grandi dimensioni), i presidi di base e quelli di zona disagiata o alto rischio.

La Sicilia verrà divisa in 4 bacini sanitari. Il primo è quello Catania-Ragusa-Siracusa, dove i Dea di secondo livello sono: Garibaldi, Cannizzaro e Policlinico di Catania. I Dea di primo livello sono gli ospedali di Acireale, Caltagirone, Ragusa, Modica-Scicli, Vittoria-Comiso, Siracusa e Avola-Noto. Il presidio ospedaliero di Giarre non sarà chiuso e avrà il pronto soccorso.

Nel bacino di Messina Dea di secondo livello è il Policlinico, quelli di primo livello sono gli ospedali di Milazzo, di Taormina, il Bonino Pulejo-Piemonte e il Papardo. Nel bacino Palermo-Trapani i Dea di secondo livello sono il Civico e il Policlinico. I Dea di primo livello sono il San Raffaele Giglio, il Buccheri La Ferla, gli ospedali riunitiVilla Sofia-Cervello, Ingrassia-Villa delle Ginestre, Trapani-Salemi, Mazara e Marsala. Restano presidi di base gli ospedali di Partinico (che Razza assicura verrà potenziato a partire dal pronto soccorso) e Termini Imerese, confermati come presidi in zone disagiate gli ospedali di Corleone e Petralia Sottana.

Nel bacino Agrigento-Caltanissetta-Enna il Dea di secondo livello è il Sant’Elia di Caltanissetta; di primo livello invece gli ospedali di Agrigento, Sciacca-Ribera, Gela e Umberto I di Enna. Razza ha anche precisato che il governo ha scelto di non chiudere i piccoli presidi di provincia. E dunque, almeno nel medio periodo, è previsto un potenziamento delle piccole strutture proprio con le immissioni di nuovo personale.

Guardando ai singoli ospedali, il nuovo piano prevede per esempio il ripristino del punto nascite con l’unità operativa complessa a Termini Imerese. A Corleone ci saranno anche i reparti di Medicina, Chirurgia, Pediatria, Psichiatria e Neonatologia e il pronto soccorso. Razza ha ricordato che a Partinico c’è il più importante reparto di Diabetologia e cura del piede e ci sarà ora una unità operativa semplice in più: Malattie endocrine. A Petralia Sottana ci saranno i reparti di Ortopedia e di Cardiologia ma non il punto nascite, bocciato da Roma. Per l’Asp di Agrigento il San Giovanni di Dio sarà Dea di primo livello, a Canicatti si passerà da 92 a 118 posti letto e a Licata da 105 a 120.

Razza ha confermato che entro marzo 2020 entrerà in funzione la Cardiochirurgia pediatrica al Civico di Palermo e c’è la volontà di attivarne una seconda a Taormina. La nuova mappa prende in considerazione anche i reparti della sanità privata: anche lì ci sono riduzioni che riguardano strutture superflue ma non intaccano il numero complessivo dei posti letto e dunque il budget di ogni clinica. L’Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), tra l’altro, ha collaborato con la Regione nella stesura del piano e si dice soddisfatta dal via libera arrivato da Roma.

Messina avrà quindi un solo ospedale sede di Dea (Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione) di secondo livello, il Policlinico, che è Hub ed è riferimento per tutta la provincia. Sono alcuni degli elementi del decreto sulla nuova Rete ospedaliera siciliana, firmato dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza l’11 gennaio scorso e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione.

In totale i posti letto previsti sono 18.051, di cui 14.637 per acuti e 3.414 post acuti. Le strutture sanitarie del nuovo sistema di rete dell’emergenza urgenza sono: sette Dea di secondo livello (Hub); 23 Dea di primo livello (Spoke); 15 presidi di base; 11 pronto soccorso di zona disagiata; un pronto soccorso alto rischio ambientale.

La “mappa” disegnata dalla nuova Rete ospedaliera messinese sarà al seguente: un Dea II livello (Hub), il Policlinico; quattro Dea I livello (Spoke), ossia il Papardo, il Bonino Pulejo-Piemonte, il San Vincenzo di Taormina ed il Fogliani di Milazzo; tre presidi di base, il Barone Romeo di Patti, il Cutroni Zodda di Barcellona ed il Generale di Sant’Agata Militello; due presidi di zona disagiata, il Civile di Lipari ed il San Salvatore di Mistretta.

Per il caso specifico di Cardiochirurgia pediatrica, il decreto di Razza sottolinea che sarà mantenuta a Taormina fino al trasferimento all’Arnas Civico di Palermo, ma che è in corso un’interlocuzione con la Regione Calabria per garantire quel tipo di assistenza ai calabresi in Sicilia e in questo caso, resterebbe in vita pure l’unità di Taormina.

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ell’immagine di copertina l’ospedale San Vincenzo di Taormina

Adduso Sebastiano


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