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Cannabis, la Sicilia si farà carico delle spese sostenute dai pazienti

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La Regione sosterrà le spese dei pazienti. Lo ha decretato l’Assessore alla Salute. Intervista alla vicepresidente del Comitato Pazienti Cannabis Medica.

Con proprio decreto, l’Assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, a luglio del 2018 aveva già istituito un tavolo tecnico scientifico che, per la prima volta in Sicilia, avrebbe dovuto consentire l’individuazione delle linee guida per la somministrazione di cannabis terapeutica erogata a carico del servizio sanitario regionale per alcune specifiche patologie. Il gruppo di lavoro a cui aveva anche partecipato il Comitato Pazienti Cannabis Medica si è però riunito solamente due volte, il 4 dicembre 2018 e il 13 marzo. Vivicentro si era già occupato di tali iniziali confronti nell’articolo “25 Agosto 2018 Via al tavolo tecnico in Sicilia per la cannabis medica”. Poi la questione sembrò arenarsi. Infatti dovettero trascorrere altri sette mesi affinchè riprendessero i lavori del tavolo tecnico per consentire l’individuazione delle linee guida per la somministrazione di cannabis terapeutica, come si è riportato in un altro nostro articolo “8 Ottobre 2019 Sicilia: Riparte il tavolo tecnico sulla cannabis terapeutica”.

Qualche giorno addietro l’Assessorato Regionale alla Salute, con il Decreto n. 18 del 17 gennaio 2020, ha approvato il documento “Preparazioni magistrali a base di Cannabis ad uso terapeutico Linee di indirizzo e rimborsabilità a carico del Servizio Regionale (SSR) in regione Sicilia” che di fatto consente la rimborsabilità per i pazienti in terapia con cannabis medica che soffrono di dolori neuropatici e dolori cronici. Il documento definisce nel dettaglio tutte le regole per la prescrizione, allestimento, erogazione e rimborsabilità dei preparati galenici magistrale o anche di origine industriale a base di cannabis per uso medico.

Obiettivo del citato decreto è di definire le regole per la prescrizione, l’allestimento, l’erogazione e la rimborsabilità a carico del S.S.R. dei preparati galenici magistrali a base di Cannabis per uso medico, nel rispetto delle normative vigenti, assicurando l’uniformità delle procedure su tutto il territorio regionale.

Gli ambiti di utilizzo a carico del S.S.R. (Sistema Sanitario Regionale) delle preparazioni sopra menzionate sono limitati ai seguenti impieghi: a) riduzione del dolore cronico moderato-severo refrattario alle terapie farmacologiche attualmente disponibili; b) riduzione del dolore associato a spasticità refrattaria ad altri trattamenti (baclofene, nabiximols) in pazienti affetti da sclerosi multipla con punteggio > 5 della scala NRS, o che presentano intolleranza alle terapie convenzionali; c) riduzione del dolore neuropatico in pazienti con punteggio > 5 della scala NRS con resistenza al trattamento con le terapie convenzionali (antinfiammatori non steroidei o con farmaci cortisonici o oppioidi) o che presentano intolleranza.

La rimborsabilità: L’erogazione con oneri a carico del S.S.R. è prevista per i pazienti residenti in Sicilia che presentano inadeguata risposta o intolleranza alle terapie convenzionali, per i soli ambiti di utilizzo sopra riportati, Ogni prescrizione di preparati galenici magistrali a base di Cannabis al di fuori degli ambiti di utilizzo e/o delle procedure riportate nel presente documento è consentita nel rispetto della legge 94/98, ma non è rimborsata dal S.S.R. Tale indirizzo è in linea anche con la Legge n. 172/2017, in cui è specificato che il medico può “prescrivere le predette preparazioni magistrali per altri impieghi, ai sensi dell’articolo 5 del decreto legge 17/02/1998, n. 23”, sottintendendo che saranno a carico del cittadino (Legge 94/98).

La prescrizione: La spesa per la fornitura di preparazioni magistrali a base di Cannabis, per gli ambiti di utilizzo sopra riportati, risulta a carico del S.S.R. su prescrizione redatta da un medico specialista dipendente di Aziende Sanitarie Pubbliche regionali esclusivamente in ambiente ospedaliero ovvero in regime di ricovero ordinario, day hospital ed ambulatoriale, operanti nelle seguenti UU.00 (Unità Operative): U.0. Anestesia Rianimazione. Centri di Terapia del Dolore U.O. Neurologia.

Più in sintesi: La prescrizione del farmaco dovrà essere fatta esclusivamente sulla base di un piano terapeutico della durata massima di sei mesi, eventualmente rinnovabile. Non tutti i medici potranno prescrivere la cannabis, ma soltanto medici dipendenti delle Aziende sanitarie pubbliche regionali, specialisti di Anestesia e rianimazione, Neurologia e dei centri di terapia del dolore. La cannabis potrà essere prescritta tramite cartine per uso orale (per la preparazione di decotti), cartine e capsule per uso inalatorio (tramite specifici vaporizzatori) e tramite olio per uso orale.

In atto però, in Sicilia queste farmacie non producono il farmaco, per cui il decreto prevede che la Regione firmi convenzioni con i privati. Sono cinque le farmacie private che producono il farmaco, si trovano ad Agrigento, Catania, Palermo, Ragusa e Siracusa.

Una scelta che va in direzione opposta rispetto a quelle fatte dal governo nazionale nell’ultimo periodo a iniziare dalle scelte del primo governo Conte, quello gialloverde. Che si andasse in questa direzione era apparso chiaro già a novembre quando proprio l’assessore Razza spiazzò tutti dichiarandosi non contrario all’uso della cannabis per scopi terapeutici.

“Non sono contrario all’avvio di una campagna di comunicazione e informazione sull’uso terapeutico della cannabis e neppure a fare un approfondimento sull’idea di coltivare le piante in Sicilia, voglio però il supporto giuridico e scientifico” aveva dichiarato a novembre 2019 l’Assessore alla salute Razza. Un’apertura dunque inaspettata da parte dell’assessore seppure appartenente ad una Destra che non è favorevole alla coltivazione legale della cannabis. Razza aveva anche aggiunto che il tema della cannabis terapeutica andava va approfondito, proprio da un tavolo tecnico dal quale possono ora arrivare “proposte concrete, supportate dal punto di vista giuridico e scientifico”.

Nel giro alcuni mesi si è quindi passati dalla dichiarazione di principio ad un decreto che materialmente inserisce fra i farmaci rimborsabili o erogabili del servizio sanitario regionale anche quelli cannabinoidi a patto e condizione che servano specifiche terapie del dolore. In Sicilia sono tantissime le persone che vorrebbero curarsi con la cannabis e che chiedono a gran voce che venga coltivata nell’Isola che peraltro avrebbe anche il clima adatto.

«Proprio perché siamo contro ogni droga, ogni spacciatore e ogni possibile forma di legalizzazione delle sostanze stupefacenti. Proprio perché siamo contro tutto ciò, non possiamo negare a un siciliano malato di sclerosi, ove lo desiderasse e ritenesse necessario, di provare a lenire le sue sofferenze con i farmaci derivati dalla cannabis terapeutica, facendoci carico delle spese per questa cura. Prima di essere un atto amministrativo è un atto di civiltà». Lo dice il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, commentando il decreto dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, che riconosce, per talune patologie, l’erogazione a carico del Sistema sanitario regionale e la gratuità per i pazienti, dei preparati a base di cannabinoidi. Il documento, siglato nei giorni scorsi, è uno dei risultati prodotti dal Tavolo tecnico sulla cannabis a uso terapeutico istituito presso l’assessorato regionale della Salute. Nel decreto viene specificato che tra le patologie per cui è prevista l’erogazione a carico del Ssr vi siano quelle per le quali sussistono già concrete evidenze scientifiche. In particolare è stato definito l’uso per i trattamenti del dolore cronico (fra cui ad esempio quello associato a spasticità in pazienti affetti da sclerosi multipla) e più in generale per la riduzione del dolore cronico moderato-severo che non risponde alle terapie farmacologie attualmente disponibili.

L’atto promosso dall’assessore Razza, che ovviamente tiene conto del parere dei tecnici, allarga lo spettro anche a nuove possibili evidenze scientifiche che emergeranno in questo ambito: «Con questo provvedimento – chiarisce l’assessore – forniamo un’importante risposta assistenziale ai pazienti siciliani che oggi non avevano alternative terapeutiche. Inoltre, essendo un provvedimento dinamico, ci permette già di considerare la possibilità di includere anche le patologie per le quali, in futuro e se supportate da maggiori evidenze scientifiche, sarà possibile riconoscere a carico del Sistema pubblico l’erogazione dei preparati da cannabinoidi».

Attualmente la cannabis a uso terapeutico a livello industriale è prodotta solo dall’Istituto farmaceutico militare di Firenze che, nel 2020, potrà distribuirne 500 chili alle farmacie. Inoltre possono importare la cannabis dall’Olanda e dal Canada anche gli ospedali con laboratori galenici, ma si tratta di circa 700 chili non sufficienti per soddisfare le necessità dei malati.

Abbiamo intervistato in merito la vicepresidente del Comitato Pazienti Cannabis Medica, Santa Sarta, che è anche corrispondete dalla Sicilia per Vivicentro, alla quale abbiamo chiesto se si ritiene soddisfatta del decreto dell’Assessore Razza e di raccontarci com’è giunta a questo ruolo che la vede, non solo in prima fila in Sicilia, ma di fatto con il suo Comitato anche impegnata in molte altre Regioni italiane.

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Adduso Sebastiano

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