Alle audizioni della Commissione Siciliana Antimafia sul caso Arata vengono fuori nomi eccellenti

Alle audizioni emergono gli intrecci tra destra, centro e sinistra, la medesima politica di sempre...

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Alle audizioni emergono gli intrecci tra destra, centro e sinistra, la medesima politica di sempre che però la gente legittimamente continua a votare.

“Ho atteso la conclusione delle audizioni della commissione regionale antimafia per commentare stralci di intercettazioni e dichiarazioni di Paolo Arata che mi riguardano. Nel febbraio di quest’anno ho ricevuto una telefonata da Gianni Letta che mi chiedeva di incontrare un ex parlamentare di Forza Italia ingegner Paolo Arata, anticipandomi che lo stesso avrebbe avuto bisogno di incontrare l’assessore Cordaro. Così sulla vicenda e sul caso Arata fa il punto l’esponente di Forza Italia Saverio Romano.

“Successivamente incontrai presso il mio studio il predetto Arata che mi raccontò di essere il responsabile della Lega per il settore Energia e che aveva delle pratiche pendenti presso la Regione per sviluppare iniziative industriali – prosegue Saverio Romano – Mi disse inoltre che non riusciva a parlare con l’assessore Cordaro e riteneva di essere penalizzato da quell’ufficio. Dopo qualche giorno riferii a Cordaro dell’incontro e lo stesso mi disse che Arata gli mandava continui messaggi di lamentela e che la richiesta dallo stesso avanzata non aveva le caratteristiche per potere essere accolta. Non riferii alcunché ad Arata, ma lo stesso, ricevuto ufficialmente il diniego, mi chiese un incontro alla fine del mese di marzo e in quella occasione mi chiese di poter intervenire presso l’assessore o i suoi funzionari, io invece gli suggerii di adeguarsi alle prescrizioni o, poiché lamentava la lesione dei suoi diritti, di adire il TAR . Non ho mai conosciuto l’ingegner Fonte( presidente commissione VIA), non ho mai chiesto all’ing. Palizzolo o all’ing. Parlavecchio di introdurre Arata presso lo stesso Fonte. Tra l’altro, come si evince dalle intercettazioni, Arata conosceva già tutti molto prima che io fossi oggetto della sua visita e delle sue lamentele” conclude Romano.

[Francesco Saverio Romano, detto Saverio, avvocato e Presidente dell’IRCAC, l’Istituto regionale per il credito alla cooperazione, carica che ricopre fino al 2001, è stato Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel Governo Berlusconi IV e deputato dal 2001 al 2018. Inizialmente nelle file della Democrazia Cristiana, poi nel Partito Popolare italiano (ex DC). Viene eletto deputato nel 2001 nelle file della Casa delle Libertà (Berlusconi) ma aderisce al gruppo CCD-CDU (ex DC).  Aderisce all’UDC, come tutta la componente di Salvatore Cuffaro, detto Totò. Nel 2005, nel governo Berlusconi III, il suo partito lo indica come Sottosegretario di Stato al Lavoro. Confermato nel 2006 alla Camera nella XV Legislatura a seguito della candidatura nella lista dell’UDC per la circoscrizione Sicilia 1, ha ricoperto il ruolo di segretario della Delegazione parlamentare presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa. 2007, per acclamazione, Segretario Regionale dell’UDC in Sicilia. Nell’aprile del 2008 è rieletto alla Camera dei deputati con l’Unione di Centro (ex DC). Alle elezioni Europee del 6 e 7 giugno 2009 è candidato come capolista dell’UdC nella Circoscrizione “Isole”. Tra Sicilia e Sardegna ha raccolto 110.403 voti di preferenza[7], risultando il più votato dell’UDC in tutta Italia. A settembre 2010, a seguito della nascita del quarto governo siciliano della Presidenza Lombardo, insieme ai deputati meridionali Calogero Mannino, Michele Pisacane, Giuseppe Drago e Giuseppe Ruvolo aderisce al Gruppo misto, fondando con loro la componente I Popolari di Italia Domani (PID) ex DC che si schiera a sostegno della maggioranza parlamentare di centrodestra di Silvio Berlusconi. il 23 marzo 2011 viene nominato Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel Governo Berlusconi IV. Alle elezioni politiche del 2013 grazie ad un accordo viene candidato ed eletto alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Sicilia 1, come esponente del Cantiere Popolare (ex DC + FI) all’interno delle liste del Popolo della Libertà (Berlusconi) di cui il 24 marzo 2014 ne diventa membro del Comitato di Presidenza. A fine luglio 2015 abbandona il gruppo di Forza Italia ed aderisce ad Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (ALA) di Denis Verdini che mira a raccogliere tutti quei parlamentari che vogliono abbandonare Forza Italia per entrare nella maggioranza parlamentare a sostegno del governo Renzi. Costituisce con altri sei deputati la componente interna al gruppo misto “ALA – Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE)”, sancendo così l’ingresso nella maggioranza del Governo di centrosinistra di Matteo Renzi. Il 13 ottobre 2016, infine, assieme agli altri sette deputati di ALA, abbandona il gruppo misto per aderire al nuovo gruppo parlamentare di maggioranza “Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE”, nato dall’unione di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, Scelta Civica di Enrico Zanetti ed il MAIE. In occasione delle elezioni regionali in Sicilia del 2017 presenta la lista Popolari e Autonomisti che federa, oltre a Cantiere Popolare, anche MpA e Idea Sicilia di Roberto Lagalla ottenendo il 7,09% con 6 suoi deputati eletti: la lista risulterà infatti determinante per l’elezione a Presidente di Nello Musumeci. Il 19 dicembre insieme a Raffaele Fitto (Direzione Italia), Enrico Costa e Maurizio Lupi (ex Alternativa Popolare), Enrico Zanetti (Scelta Civica) e Flavio Tosi (Fare!), dà vita a Noi con l’Italia e ne diventa vice presidente. Alle politiche del 2018 è ricandidato alla Camera dei deputati nel collegio uninominale di Monreale per la coalizione di centro-destra, in rappresentanza di Noi con l’Italia, ma non viene più eletto in quanto sconfitto dal candidato del Movimento 5 Stelle Giuseppe Chiazzese. Si candida allora nella lista di Forza Italia alle elezioni europee del 2019 per la Circoscrizione Italia insulare: con 73.291 voti si piazza dietro a Silvio Berlusconi e Giuseppe Milazzo non risultando eletto].

[Gianni Letta, Laureato in giurisprudenza, responsabile manageriale e giornalistico nel Gruppo Fininvest guidato da Silvio Berlusconi. Dopo la vittoria elettorale del Polo nel 1994, Silvio Berlusconi lo volle come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Dal 18 giugno 2007 Letta è membro dell’advisory board di Goldman Sachs International con compiti di consulenza strategica per le opportunità di sviluppo degli affari, con focus particolare sull’Italia. Nel 2008, a seguito delle elezioni anticipate, Letta è tornato sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Berlusconi IV. Dal 5 luglio 2013 è presidente dell’Associazione Civita (società no-profit che si occupa di arte e cultura) dopo esserne stato socio-fondatore e presidente onorario dal 2009. Il 18 gennaio 2014 è tra i fautori del Patto del Nazareno tra Silvio Berlusconi e il segretario del Partito Democratico e futuro premier Matteo Renzi. Nel giugno 2016 l’ex Premier Silvio Berlusconi, in convalescenza per un’operazione al cuore, gli lascia in mano le chiavi del partito Forza Italia, affiancato da Niccolò Ghedini, con anche il compito di tenere i rapporti istituzionali con il Quirinale e Palazzo Chigi].

Del caso Arata ci siamo occupati diverse volte, in ultimo “Perquisizioni e arresti alla Regione siciliana. Convocato Salvini in Commissione nazionale antimafia”, “Caso Arata, arrestato un atro funzionario regionale” e “La Commissione Siciliana Antimafia convoca il Presidente Miccichè e tre Assessori sul caso Arata.

La Commissione regionale antimafia, guidata da Claudio Fava, ha anche sentito il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché nonché commissario in Sicilia di Forza Italia e ascoltato pure l’Assessore siciliano all’Energia Alberto Pirobon, veneto e indicato nella Giunta del Presidente Nello Musumeci (di centrodestra) dall’Udc. Pierobon è stato nel 2007 sub commissario alla raccolta differenziata per la Campania. Sempre nel 2007 è stato componente della commissione tecnico-scientifica del ministero dell’Ambiente nel Governo di Romano Prodi (centrosinistra).

Alla domanda di Roberta Schillaci (M5s) al Presidente dell’Ars, su come mai Cocina ha affermato di essere stato convocato dal presidente dell’Ars, Micciché ha risposto: “Ho detto di non ricordare di avere convocato Cocina per un incontro perchè cerco la verità. Io raramente convoco un direttore. Me ne ricorderei e inoltre non risulta nè alla mia segreteria nè alla portineria dell’Ars”.

Miccichè chiede a Fava di sentire anche i giornalisti che hanno riportato il fatto che lui fosse a conoscenza del rapporto fra Arata e Nicastri “Non ho letto l’ordinanza ma è il contrario di quello che è avvenuto. Gli avvocati mi dicono che ci sono le condizioni di querela dei giornalisti. Mi piacerebbe che quindi la commissione Antimafia sentisse anche chi ha riportato questa notizia”.

Fava controbatte che le intercettazioni riportano un dialogo fra Arata e Nicastri “Può darsi che questa cosa sia stata millantata, i giornalisti hanno riportato quanto c’è scritto nell’intercettazione“.

Fava dissente da Miccichè e dice “Non è normale che un imprenditore viene portato per mano negli uffici”.

Miccichè ribatteMi sembra difficile non essere disponibile se uno si presenta come imprenditore ed è il referente della Lega“.

Dell’incontro fra Turano

(Turano Girolamo Mimmo, deputato di Alcamo e attuale assessore alle attività produttive)

e Miccichè, il presidente dell’Ars non ricorda il contenuto “Parlarono di fatti tecnici e io non seguivo la discussione anche se erano nella mia stanza: mi alzavo, facevo chiamate”.

MiccichéCi sono due cose che non mi tornano nella ricostruzione che ho appreso dai giornali. Io non ho mai combinato un incontro fra Cocina e Arata. Non solo non ricordo questo incontro ma ho chiesto alla mia segreteria se avessi avuto incontri con Cocina, è accaduto il 18 gennaio 2018, prima di conoscere Arata”.

Fava legge la parte dell’ordinanza in cui Arata avrebbe detto a Nicastri che Miccichè sapeva dei loro legami.

MiccichèSono minchiate“. “Turano sapeva chi era Arata o deve esserlo venuto a saperlo. Io non sapevo“.

Dopo l’incontro fra Arata e Turano, l’assessore ha sconsigliato al presidente dell’Ars di continuare ad avere rapporti con Arata. “Turano mi disse – ha raccontato – ‘Gianfranco levaci mano’“.

“Francesco Arata il 12 luglio 2018 mi chiese di incontrare l’assessore Mimmo Turano perché aveva un problema con l’assessorato alle Attività produttive. L’incontro fu qui in Assemblea”.

“Ho incontrato Arata in assessorato. Lui era insieme con Cocina e io ero con Alberto Pierobon che mi stava facendo visitare fisicamente il dipartimento”.

“Arata – ha proseguito Micchichè – mi parlo del suo progetto e del fatto che voleva parlarne all’assessore. Io non capisco molto di queste cose”.

Miccichè comincia a ricostruire in che ambito ha conosciuto l’imprenditoreArata mi fu presentato durante la mia legislatura alla Camera. Dopo tanti anni di non vederci. Alberto Dell’Ultri (fratello del più noto Marcello) mi ha chiesti se poteva dare il mio numero ad Arata e io ho acconsentito. L’ho incontrato qui a palazzo il 13 febbraio 2018 Mi chiese di organizzare un appuntamento con Pierobon. Mi disse che lo aveva già incontrato in assessorato. Lì lui era di casa in assessorato. Le nostre segreterie hanno combinato l’incontro. Arata mi parlò di Siri ma io non conosco quest’ultimo. Mi parlò di cose generali, della nostra vecchia esperienza“.

L’opinione.

Come scritto nella parte finale del cappello “… politica che però la gente continua a votare”. In questi giorni si susseguono anche altre inquietanti notizie che dimostrerebbero come la politica in tutta Italia sia degenerata, come pure le Istituzioni:

Matteo Renzi in Qatar per far comprare la Roma calcio all’emiro. C’è anche questa suggestione tra le intercettazioni di Luca Lotti (Pd, Ministro per lo Sport dal 12 dicembre 2016 al 1º giugno 2018 nel governo di Paolo Gentiloni e segretario del comitato interministeriale per la programmazione economica) e Luca Palamara (dal 1997 Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, 2002 è nominato Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, dal 2014 membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura e nel 2008 nominato Presidente (ora ex) dell’Associazione Nazionale Magistrati di cui era già stato segretario generale). Non c’è solo il dopocena dell’8 maggio 2019: l’ex sottosegretario è stato intercettato dal trojan inoculato nel cellulare del pm anche intorno alla mezzanotte tra il 15 e il 16 maggio. Quella sera Palamara lo raggiunge a tarda serata in un ristorante. A raccontarlo è il quotidiano La Verità, pubblicando stralci delle intercettazioni di quella serata durante le quali si parla della partita delle nomine delle procure, proprio nel giorno in cui lo stesso Palamara fu informato dell’arrivo al Csm di un plico riservato sul suo conto proveniente dalla Procura di Perugia, ma non solo. Nel corso della conversazione spunta anche un viaggio in Qatar dell’ex premier Matteo Renzi sulla vendita del club giallorosso all’Emiro … Non siamo in grado di garantire lo stadio….il problema dello stadio si chiama Franco Caltagirone che è contro questa operazione…”. Il Luca da incontrare in Francia, secondo la Verità, potrebbe essere Parnasi, l’imprenditore arrestato per corruzione nel 2018 proprio per il progetto dello stadio della Roma che dovrebbe sorgere sui terreni di proprietà di una sua società …”.

Enzo Misiano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Ferno (Varese) e Peppino Falvo, coordinatore regionale dei cristiano-popolari, sono tra i 34 destinatari dell’ordinanza emessa dalla Dda di Milano sull’indagine “Krimisa” che ha colpito la locale di Legnano-Lonate Pozzolo. Il primo per associazione mafiosa (art.416 bis). Il secondo per voto di scambio.

Due ex sindaci del Partito democratico sono indagati per abuso d’ufficio, nell’ambito dell’inchiesta Angeli&Demoni sul sistema di affidi illeciti di minori in provincia di Reggio Emilia. Nel registro della pm Valentina Salvi si sono aggiunti i nomi di Paolo Colli e Paolo Burani, rispettivamente ex primi cittadini di Montecchio Emilia e Cavriago all’epoca dei fatti contestati.

Ma come se ne esce da questa annosa generale regressione etica, se poi i cittadini: in buona parte non vanno a votare; oppure in una certa misura ma rilevante e per legge efficace continuano a votare la stessa politica di sempre ? La Politica con rispettive pletore di codazzi vari ha capito che è sufficiente addobbarsi con nuovi abiti, simboli, propagande e slogan, per seguitare a turlupinare la gente comune, la quale appare come psicologicamente incapace di essere raggirata.

Adduso Sebastiano

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