Caso Arata, arrestato un atro funzionario regionale

Un altro funzionario siciliano arrestato nel caso Arata l’ex consulente per l’energia della Lega in...

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Un altro funzionario siciliano arrestato nel caso Arata l’ex consulente per l’energia della Lega in società con Nicastri re dell’eolico vicino ai clan.

Un altro burocrate della Regione Siciliana, Giacomo Causarano, accusato di corruzione per aver favorito gli affari di Francesco Paolo Arata, l’ex consulente per l’energia del ministro Salvini in società con Vito Nicastri, il “re” dell’eolico vicino ai clan. Arrestato anche un ex socio di Nicastri. Questa mattina, gli investigatori della Dia di Trapani hanno notificato due provvedimenti di arresti domiciliari: a Giacomo Causarano, ex funzionario dell’assessorato all’Energia, e all’imprenditore milanese Antonello Barbieri.

Secondo il Procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e il Sostituto Gianluca De Leo avrebbe aggiustato e orientato alcune pratiche che stavano particolarmente a cuore alla coppia Arata Nicastri. L’imprenditore Barbieri deve invece difendersi dall’accusa di intestazione fittizia, autoriciclaggio e corruzione, le stesse accuse che tengono in carcere Arata e Nicastri. Anche questa seconda ordinanza di custodia cautelare è firmata dal Gip Guglielmo Nicastro.

Ci si era occupati in precedenza del caso Arata, l’ultimo articolo che riassume i precedenti dava notizie di ulteriori arresti “La Commissione Siciliana Antimafia convoca il Presidente Miccichè e tre Assessori sul caso Arata. Gli Arata sono indagati da mesi per un giro di mazzette alla Regione siciliana. Il Tribunale di Palermo aveva disposto la misura cautelare per Paolo e Francesco Arata, padre e figlio, il primo già consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Forza Italia. Paolo Arata e accusato di aver corrotto l’ex sottosegretario ai trasporti Armando Siri della Lega in cambio di norme favorevoli all’eolico. Secondo gli inquirenti, gli Arata sarebbero soci occulti dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri, il cosiddetto “signore del vento” come lo definì anni fa il  Financial Times anni fa il “re mida” dell’eolico, l’uomo che, iniziando come elettricista di paese, è riuscito a mettere su una fortuna da oltre un miliardo di euro, puntando per primo sulle energie alternative. Nicastri viene descritto dagli investigatori, che ne sottolineano l’intuito e le capacità “visionarie”, lo descrivono come un profondo conoscitore della macchina burocratica regionale, uno che sapeva quali ruote ungere per avere concessioni e autorizzazioni. Un corruttore, dunque, come conferma l’inchiesta della dda di Palermo, che l’aveva già arrestato per mafia. Di recente è stato condannato a 12 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Alla Regione Siciliana Nicastri conosceva tutti. E dove non arrivava lui arrivava il suo socio occulto, Paolo Arata, docente di ecologia, ex deputato di Forza Italia e in ultimo vicino alla Lega. Per i Pm erano insieme in affari. Arrestato negli anni ’90, tornato in cella nel 2018 in una vicenda relativa all’acquisito i terreni degli esattori di Salemi, i cugini Nino e Ignazio Salvo, già condannato a 4 anni per evasione fiscale, Nicastri, sarebbe al centro di un giro di mazzette che coinvolge anche funzionari della Regione.

L’opinione.

La CORRUZIONE è notoriamente sempre stata così alla Regione Siciliana e in genere in tutta Italia, dagli scranni più alti all’ultimo sgabello del sistema pubblico-politico, da destra, a centro e sinistra. Tanti anni addietro, ancora troppo giovane e ingenuo, in una riunione di categoria ebbi a dire che la si doveva finire di entrare in ascensore al piano terra dell’assessorato con il marsupio gonfio per salire ai piani alti e poi, una volta ridiscesi, uscirne a con il borsello floscio. Guarda caso un avvocato sarcasticamente mi sbeffeggiò (gli uomini del Diritto, altra categoria spesso deontologicamente patta). Firmai inconsapevolmente anche la mia successiva condanna lavorativa. Abbiamo scoperto di recente con il caso Csm che la CORRUZIONE alberga anche in quel blasonato alto sistema giudiziario. La CORRUZIONE in Italia, e particolarmente al Sud e Isole, è ormai da anni cultura reale, quotidiana e sociale, il resto è fiction, ipocrisia, retorica, media, talk show, propaganda, passerelle, parate, accademia, arte, spettacolo, teatro, intellettualismo, università, scuola, cosiddetta società civile. Ma la CORRUZIONE può ancora dormire sonni tranquilli, poiché le indagini si svolgono di solito ove ci sono situazioni di mafia, come nel caso in ispecie. Non ci sono quasi indagini in molti distretti e zone, come dire, franche di questi ultimi, ove la CORRUZIONE politico-sociale-professionale-ispettiva, regionale, provinciale e comunale, è invece tanto notoria quanto dissimulata. Per il resto, poiché da sempre così fan quasi tutti in Italia, ci si gira da un’altra parte e per non sentire si ascoltano canzoni, come pure si copre il lezzo etico-pubblico-politico spargendo profumati sofismi, ora anche bei selfie e zuccherati post sui social con l’immancabile ironia a seguito. A volte mi domando se sono troppo scaltri gli altri, oppure siamo proprio tonti o forse altrettanto ormai CORROTTI interiormente, noi cittadini. Fino a che dura e fino a quando dura l’estorsione fiscale, il debito pubblico e in genere i soldi, anche quelli sporchi. Poi si salvi chi può e Dio salvi l’Italia (e la Sicilia).

Adduso Sebastiano

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