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5 gennaio, il gol di Pesaola in Inter-Napoli 0-1 del 1958

Il giorno 5 gennaio il Napoli ha giocato dodici partite, otto in serie A, due in serie B, una in serie C1 ed una in coppa Italia, ottenendo due vittorie e quattro pareggi, con sei sconfitte.

Ricordiamo l’1-0 all’Inter nella dodicesima giornata della serie A-1957/58

Questa è la formazione schierata da Amedeo Amadei:

Bugatti; Comaschi, Greco II; Morin, Betello, Posio; Brugola, Beltrandi, Vinicio, Pesaola, Novelli

I gol: 79′ Pesaola

Il Napoli chiuse quel torneo al quarto posto alle spalle della Juventus, campione d’Italia, della Fiorentina e del Padova.

Il gol della vittoria a San Siro contro l’Inter di Angelillo porta la firma di Bruno Pesaola. Il Petisso ha giocato ben 253 partite con la maglia del Napoli ed è il diciassettesimo azzurro di sempre. Ha segnato 27 gol nelle sue 240 partite di campionato In più ci sono 11 presenze in coppa Italia e due in Europa.

sscnapoli.it

In 54 giorni, 14 partite: per il Napoli è il momento della verità

Il Mattino mette in evidenza come Napoli-Torino apra una cavalcata di 14 partite in 54 giorni. Dieci partite di campionato, due impegni di Coppa Italia, la doppia sfida col Villarreal in Europa League. Dopo il Torino, c’è il Frosinone. A cavallo del “quarto” di Coppa Italia con l’Inter c’è il Sassuolo al San Paolo e la Sampdoria a Marassi. Di nuovo in casa contro l’Empoli e poi in caso di qualificazione, il 27 gennaio c’è l’andata della semifinale di Coppa Italia: La domenica successiva, il match col Carpi in casa e la sfida con la Juventus a Torino. L’Europa torna il 18 febbraio a Villarreal. Napoli-Milan capiterà fra i sedicesimi di Europa League. Chiusura della maratona, il 29 febbraio, a Firenze. 

Tre azzurri sul piede di partenza, due ex sulla via del ritorno

Il Mattino affronta il capitolo cessioni. Due quelle più complicate: De Guzman piace in Olanda mentre Zuniga ha estimatori in Messico e in Turchia ma pesa molto l’ingaggio. Nella lista partenti c’è anche Rafael: al suo posto piacciono Coppola del Verona e Colombo del Cagliari, in pratica uno dei due ex sulla strada di ritorno.

MANCINO: ”VOGLIAMO REGALARE UNA GIOIA AI TIFOSI, SABATO DAREMO TUTTO”

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Il countdown per la partita tra Ischia Isolaverde-Cosenza,è alle porte,mancano soltanto quattro giorni. Sarà l’ultima partita del girone C d’andata,ma anche la prima gara ufficiale del 2016. I gialloblù ritorneranno al “Mazzella” a distanza di quattro settimane dalla pesante sconfitta per 5-0 contro il Matera. La squadra guidata da mister Bitetto ha tanta voglia di tirarsi fuori dalla scomoda posizione di classifica. In questi giorni la squadra gialloblu lavora con intensità, e non lascia nulla al caso.

In attesa dei rientri di Fall (ancora una decina di giorni) e di Orlando (l’attaccante prosegue con le terapie), l’allenatore pugliese conta di recuperare sia Filosa che Patti che si sono regolarmente allenati sul sintetico del “Kennedy”.Al termine dell’allenamento, svoltosi alla presenza dei vertici societari (oltre al presidente Rapullino, c’erano l’amministratore Di Bello e il socio Manna).

Il fantasista Nicola Mancino ha assicurato massimo impegno in vista del delicato match di sabato. “La sosta è servita per ricaricare le batterie, portarci al giro di boa a quota diciassette punti deve essere il nostro imperativo – afferma Mancino –. Dobbiamo recuperare almeno in parte la penalizzazione inflittaci. Sappiamo di affrontare una squadra di rango come il Cosenza, che annovera calciatori di una certa importanza, ma vedo i compagni molto concentrati e possiamo giocarcela alla pari. Un successo contro una formazione quotata come quella calabrese potrebbe farci ritornare come all’inizio del campionato quando l’entusiasmo si toccava con mano”.

L’ex casertano è decisamente il leader dell’Ischia, anche durante i quattro giorni di lavoro sull’isola ha fatto sentire la sua voce, in campo e fuori. “Il gruppo sta lavorando sodo, in questi giorni ci stiamo preparando per disputare una grande partita, sia per noi che per la piazza, per i tifosi che non hanno trascorso, sportivamente parlando, delle buone feste natalizie”, sottolinea l’attaccante napoletano. Mancino all’inizio di campionato aveva incantato con le sue giocate i tifosi isolani,prima di ricevere la squalifica per tre turni e poi subire degli infortuni muscolari.

Dal punto di vista fisico, per Mancino il peggio è alle spalle: “Mi sento meglio, il problema muscolare è stato superato. Adesso sto bene e devo dare una grandissima mano alla famiglia Ischia. Perché l’Ischia è davvero una grande famiglia. Proverò a dare il massimo già dalla prima gara del nuovo anno per rilanciarci sotto tutti i punti di vista. Ne abbiamo bisogno e sabato sicuramente daremo l’anima per interrompere il periodo negativo”.

Schengen, Italia pronta a ripristinare i controlli alla frontiera con la Slovenia

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L’Italia è pronta a ripristinare i controlli alla frontiera con la Slovenia. Lo riporta un articolo pubblicato sul quotidiano “Corriere della sera”.

Di fronte a un aumento dei flussi causato dalla chiusura delle proprie «porte» già comunicata da numerosi governi, saranno schierate le pattuglie di polizia e verificata la regolarità dei documenti di tutti coloro che attraversano i valichi terrestri e ferroviari. L’ultimo passo per la certificazione del fallimento definitivo del trattato di Schengen.

 
 

In realtà l’accordo tra gli Stati dell’Unione Europea è già saltato da tempo. E non è l’unico. Anche il patto per la «relocation» dei migranti siglato a fine settembre sembra definitivamente archiviato: prevedeva che lasciassero il nostro Paese 80 stranieri al giorno, in tre mesi ne sono partiti appena 190, altri 50 andranno via entro il 15 gennaio. Nulla, in confronto a ciò che era stato promesso. E tanto basta per comprendere che non c’è alcuna politica comune di accoglienza.

 
 

Nell’ultimo periodo è stato registrato un aumento degli arrivi in Italia dalla Slovenia.

Stranieri che, secondo il Viminale, non vengono registrati dalla polizia locale e decidono di entrare nel nostro Paese per trovare accoglienza. I dati parlano di un numero che oscilla tra i 300 e i 400 a settimana e tanto basta per destare allarme. Il timore è che la decisione presa dai Paesi del nord Europa – in particolare Svezia e Danimarca – possa far aumentare la «pressione» in Italia. Anche tenendo conto della scelta della Francia di dichiarare lo «stato di emergenza» per tre mesi dopo gli attentati di Parigi e chiudere i confini.

 
 

(…) la direzione Immigrazione della polizia ha predisposto un piano di intervento già consegnato al ministro Angelino Alfano. Prevede il ripristino dei controlli ai valichi terrestri e ferroviari con la Slovenia, lasciando invece libera la circolazione per quanto riguarda il traffico aereo. «Una misura straordinaria – chiariscono al Viminale – ma che diventerà operativa qualora dovessero aumentare gli ingressi e soprattutto continuare a mancare quel clima di collaborazione che era stato invece promesso nel corso dell’estate».

/huffingtonpost / corrieredellasera

Henrique farà le visite mediche mercoledì

Come riporta la stampa brasiliana, Henrique raggiungerà il Fluminense direttamente ad Orlando dove la squadra brasiliana si trova in questi giorni. Il difensore ha firmato un contratto di tre anni con il suo club ed è atteso a Rio nella giornata di mercoledì per sostenere le visite mediche. Il Napoli dalla cessione di Henrique ha incassato 2.5 milioni. 

Strage di migranti, 21 morti in Turchia

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Ancora naufragi sulla costa egea, fra le vittime ritrovate nel distretto di Ayvalik anche tre bambini.

I corpi di 21 persone annegate nel tentativo di raggiungere l’isola di Lesbo sono stati rinvenuti all’alba di oggi nei distretti di Ayvalik e di Dikili, sulla costa egea della Turchia. Tra le vittime anche tre bambini.

IL GOMMONE IN BALIA DEL MALTEMPO  

Il naufragio è avvenuto all’alba, intorno alle cinque del mattino, a causa delle cattive condizioni atmosferiche. Nel distretto di Ayvalik i cadaveri di 11 vittime sono stati ritrovati sulla costa di fronte a complesso residenziale. Gli altri 10 su una spiaggia del distretto di Dikili. 

12 TRATTI IN SALVO  

La guardia costiera turca ha tratto in salvo finora 12 persone. Elicotteri sorvolano il mare alla ricerca di altri eventuali sopravvissuti. Secondo le prime ricostruzioni i migranti erano diretti all’isola greca di Lesbo. Il Governatore di Ayvalik, Namik Kemal ha dichiarato ci sono ancora dei dispersi e che i migranti provenivano da Iraq, Algeria e Siria.  

NEL 2015 QUASI 3.800 MIGRANTI MORTI NEL MEDITERRANEO  

Con almeno 3.771 morti nel Mediterraneo il 2015 risulta essere l’anno più sanguinoso per i migranti secondo l’Organizzazione mondiale per le Migrazioni (Oim). Nel 2014 furono 3.270 le vittime del mare nel tentativo di raggiungere l’Europa scappando da guerre e carestie. In totale, l’Oim stima che nel 2015 i migranti morti in tutto il mondo siano stati circa 5.350. 

UN MILIONE IN ARRIVO VIA MARE  

Gli arrivi via mare sono stati nel 2015 1.000.573. La Guardia costiera turca nel 2015 è riuscita a salvare in mare 86.462 migranti. La cifra è superiore del 570% rispetto al 2014. Durante le operazioni di salvataggio sono stati arrestati 143 trafficanti. Circa 24.100 degli 86.462 profughi sono stati salvati proprio al largo di Smirne.  

Obama contro “la lobby delle armi”: oggi i primi provvedimenti

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Casa Bianca lancia hashtag: #stopgunviolence 

Obana in lacrime. “Occorre agire con urgenza”, ha detto presentando il suo piano per una stretta sulle armi da fuoco. In lacrime ha ricordato le stragi di massa: “Sono troppe”. In Georgia l’ultimo caso: colpita bimba di 2 anni.

Washington – Stretta di Obama contro “il flagello delle armi”. Dopo un lungo braccio di ferro con il Congresso, che ha definito “ostaggio delle lobby delle armi”, Barack Obama ha deciso di scavalcarlo, ricorrendo ai suoi poteri esecutivi: il presidente Usa presenterà oggi una serie di decreti con nuove regole sulle armi da fuoco. La lobby delle armi “non puo’ tenere in ostaggio l’America”, ha scritto Obama su twitter. “Dobbiamo fare qualcosa in questo Paese per far fronte alle conseguenze del fallimento del Congresso ed evitare ciò che accade ora, che 30.000 americani muoiono ogni anno in incidenti con armi da fuoco”. Obama ha spiegato che le sue misure reseteranno nei confini della sua “autorita’ legale” perché rientrano nelle sue prerogative e “sono assolutamente in linea con il secondo emendamento della Costituzione. Il presidente ha avvertito che non sarà possibile evitare “tutte” le sparatorie né i crimini violenti, ma “potenzialmente salveranno vite”. Dopo l’annuncio si è riunito con il procuratore federale Loretta Lynch, con il direttore dell’Fbi James Comey, e con altri funzionari.

I capisaldi delle nuove misure sono due: in primo luogo sarà allargata la lista delle persone cui è vietato acquistare armi e nell’elenco saranno inseriti i pregiudicati per crimini contro la persona; in secondo luogo, i venditori di armi saranno obbligati a registrarsi ottenendo licenze federali e dovranno inoltre contribuire ai controlli segnalando i clienti sospetti. Assumendo 230 nuovi esaminatori, l’Fbi dovrà aumentare del 50% il suo personale dedicato a condurre queste verifiche. Il presidente chiederà al Congresso di disporre un finanziamento di 500 milioni di dollari per affrontare il problema anche dal punto di vista della salute mentale. Ai dipartimenti di Sicurezza, Difesa e Giustizia saranno chiesti passi nella ricerca in ambito di tecnologia per la sicurezza delle armi. L’ATF, la branca specializzata nella lotta alla diffusione delle armi, assumerà 200 nuovi agenti; diventeranno obbligatorie indagini preliminari prima di consentire ad un cittadino di acquistare armi, compresi gli acquisti su internet; saranno rafforzati i controlli sulla cessione di armi tra familiari. All’inizio del suo ultimo anno di mandato, Obama ha deciso quindi di agire su un tema che, come ha riconosciuto, è stato la maggiore fonte di frustrazione da presidente. Ma dovrà fare in conti con il muro del Congresso, interamente repubblicano. E si sono gia’ scatenate le critiche al presidente, con l’aspirante repubblicano alla Casa Bianca Donald Trump che ha subito promesso di abolire immediatamente, una volta eletto, qualsiasi decreto. Lo speaker del Congresso Paul Ryan lo ha accusato di voler limitare il diritto “fondamentale” degli americani di possedere armi. Critici allo stesso modo quasi tutti i candidati alla nomination repubblicana, che hanno annunciato la loro opposizione.

Già il primo dell’anno il presidente Obama aveva ricordato l’urgenza di “porre fine all’epidemia della violenza legata alle armi”, citando stragi come quella di San Bernardino e quelle avvenute nei campus universitari. I provvedimenti che saranno presi oggi serviranno “a salvare vite umane”, ha insistito. Il Congresso, a maggioranza repubblicana, è contrario a limitare la vendita delle armi negli States.

Di Marzio: “Gabbiadini, al Napoli è arrivata un’offerta folle”

Il Napoli considera Manolo Gabbiadini incedibile. Un nuovo indizio dell’incedibilità dell’ex Sampdoria lo fornisce il giornalista Sky, Gianluca Di Marzio durante la trasmissione Speciale Calciomercato. “Sono arrivate due offerte nelle ultimissime ore al Napoli per cedere Manolo Gabbiadini. Una folle, pari a 22 milioni dello Swansea. L’altra, invece, con la formula del prestito da parte del Borussia Dortmund. Non se ne farà nulla però per il momento, il Napoli e lo stesso calciatore non hanno accettato”.

Nuovo contatto per Maksimovic, ma c’è anche il piano B

La Repubblica scrive: “Sarà un gennaio molto caldo pure fuori dal campo, con le grandi manovre in corso sul fronte del mercato. L’apertura ufficiale di ieri non ha regalato sussulti, sul fronte acquisti. Qualcosa bolle in pentola, però. Serve subito un nuovo innesto per il reparto arretrato e il nome più caldo continua a essere quello di Maksimovic, domani a Fuorigrotta da avversario. È assai probabile un contatto ravvicinato con i dirigenti granata, al termine della gara. De Laurentiis non farà follie e si aspetta una richiesta più ragionevole: molto inferiore ai 25 milioni di cui si parla . Altrimenti virerà su Goldaniga, il promettente giovane del Palermo”.

Afghanistan, ucciso leader politico a Samangan. Attentato a Kabul: un morto, 30 feriti

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KABUL – Il capo dell’Alto Consiglio per la pace per la provincia settentrionale afghana di Samangan, Qari Saifuddin Sadat, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre tornava a casa dopo aver pregato nella moschea del capoluogo, Aibak. Lo riferisce il portale di notizie Khaama Press. Il capo della polizia provinciale, generale Mohammad Baqir, ha indicato che Sadat è stato colpito più volte al petto ed è morto successivamente in ospedale per la gravità delle ferite riportate. Nessun gruppo ha per il momento rivendicato l’attentato al leader politico, che aveva assunto il suo incarico meno di un mese fa.

E’ di almeno un morto e 30 feriti il bilancio dell’azione di un kamikaze che ha fatto esplodere ieri sera un veicolo, nel secondo attentato della giornata, vicino all’aeroporto di Kabul. Lo riferisce oggi Tolo Tv. Nonostante che testimoni oculari hanno assicurato che si è trattato di un camion bomba, il capo della polizia della capitale, Abdul Rahman Rahimi, ha precisato ieri sera che l’attentatore suicida era su un’automobile. L’alto responsabile ha aggiunto che lo scoppio ha gravemente danneggiato una base di logistica straniera e che non si sa se all’interno di essa vi siano state vittime. L’operazione è stata rivendicata dal portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid.

Assalto all’ambasciata saudita a Teheran, l’Onu condanna l’Iran

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Nel testo rilasciato nella notte dal Consiglio di sicurezza non si fa nessun riferimento alla morte del religioso che ha causato la violenta reazione della comunità sciita in tutto il mondo.

NEW YORK – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato l’Iran per l’assalto all’ambasciata saudita a Teheran ma non l’Arabia Saudita per l’uccisione della guida religiosa che ha causato la violenta reazione della comunità sciita in tutto il mondo. Dopo la morte di Nimr al-Nimr in Arabia Saudita, l’Onu ha invitato l’Iran a rispettare i suoi obblighi internazionali di proteggere le sedi diplomatiche.

“I membri del Consiglio di sicurezza condannano nei termini più forti gli attacchi contro l’ambasciata del Regno dell’Arabia Saudita a Teheran e contro il suo consolato generale a Mashhad nella Repubblica islamica dell’Iran”, recita il comunicato. Esprimendo “profonda preoccupazione” per gli attacchi, il consiglio ha “chiesto alle autorità iraniane di proteggere i beni consolari e diplomatici, oltre al personale, e di rispettare i loro obblighi internazionali a riguardo”. Inoltre le parti vengono invitate a “mantenere il dialogo e a ridurre le tensioni nella regione”.

La dichiarazione è stata rilasciata dopo la prima riunione dell’anno del Consiglio, che nel mese di gennaio è presieduto dall’Uruguay. Nel testo non si fa alcun riferimento alla morte del religioso, condannando solo gli attacchi all’ambasciata di Riad a Teheran e al consolato saudita a Mashhad. A seguito di questo, l’Arabia Saudita ha deciso di rompere i rapporti diplomatici con l’Iran.


Il Kuwait intanto, a seguito degli attacchi all’ambasciata saudita, ha richiamato il suo ambasciatore in Iran. 

Castellammare. Villa comunale, scempio nel tratto appena restaurato. (Francesco Ferrigno*)

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CASTELLAMMARE –  Anno nuovo, vecchi episodi di vandalismo nella città stabiese. Il 2016 non sembra essere iniziato con i migliori auspici: a essere presa di mira dai soliti balordi è ancora una volta la villa comunale, inaugurata per un breve tratto appena lo scorso 18 dicembre. La scorsa notte ignoti si sono introdotti nell’area imbrattando uno dei mosaici, a forma di ippocampo, ricostruiti dalla Rf Appalti (ditta che si occupa del restyling). I vandali hanno disegnato una lettera “S” di colore nero, alimentando nuove polemiche tra i residenti. Poche ore dopo l’inaugurazione infatti alcuni mosaici già subirono uno sgretolamento dovuto, con ogni probabilità, ad una scarsa “resa” del calcestruzzo. Ma non è tutto.

  • STABIA – Atti vandalici in Città? D’Apice: “Arrestate i trasgressori”

Sempre nella notte tra domenica e lunedì diversi cittadini si sono trovati di fronte a una scena inverosimile: un’automobile (Citroen C3 grigia) parcheggiata proprio sul marciapiede della villa comunale. Video e foto hanno presto fatto il giro dei social network. E centinaia sono stati i commenti di rabbia e indignazione, per un episodio che ripropone il tema della salvaguardia e tutela dei beni pubblici. Sul posto, nel cuore della notte, sono intervenuti anche i carabinieri della locale compagnia (agli ordini del maggiore Gianpaolo Greco e del capitano Carlo Santarpia) che hanno individuato il proprietario della vettura, elevando la prevista sanzione amministrativa per divieto di sosta. Sul caso sono intervenuti anche i rappresentanti delle associazioni cittadine. 

«Comincia tra le polemiche dunque il nuovo anno nella città stabiese. Anche l’Ascom, alla luce degli ultimi raid, ha invitato i cittadini a rispettare il patrimonio comunale attraverso una sorta di vademecum. Intanto gli operai della Rf Appalti torneranno quanto prima al lavoro, molto probabilmente subito dopo l’Epifania, per completare il secondo lotto dei lavori riguardanti la villa. Secondo il crono–programma stabilito con il Comune, la struttura sarà interamente realizzata entro il prossimo maggio».

*ilmattino

Legge di Stabilità: stop al boom delle radiazioni per esportazione

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Le Associazioni ADA e AIRA plaudono all’intervento al Governo

Sono molte le associazioni di categoria che a quanto pare esprimono soddisfazione per l’approvazione  delle norme anti-elusione della tassa automobilistica e di contrasto del fenomeno delle radiazioni per esportazioni che negli ultimi anni ha messo in ginocchio l’intera filiera del recupero dei veicoli a fine vita e nascosto illegalità sotto il profilo fiscale, danneggiando green economy e industria siderurgica nazionale.
A plaudire al lavoro svolto dal Governo sono le Associazioni di FISE UNIRE (Unione Nazionale Imprese Recupero), ADA (Associazione dei Demolitori di Auto) e AIRA (Associazione dei Riciclatori di Auto).

Grazie alla disposizione approvata nella Legge di Stabilità si chiarisce definitivamente che la radiazione per esportazione deve avere come unica finalità la re-immatricolazione per l’effettiva circolazione del veicolo all’estero e prevede, quindi, l’effettiva re-immatricolazione quale condizione obbligatoria affinché un veicolo venga cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico prima di essere esportato.
“Questa norma”, evidenziano le Associazioni, “porrà una volta per tutte un freno al boom della quota dei veicoli radiati per esportazione che ha superato complessivamente, negli ultimi quattro anni, la cifra di 2 milioni e mezzo e che nasconde anche profili di illegalità.”

La norma pone un deciso argine a questa pratica che, se da un lato ha agevolato comportamenti illegali (non sempre il veicolo radiato per esportazione viene re-immatricolato all’estero, in certi casi nemmeno esportato, andando ad eludere la normativa fiscale, di responsabilità civile ed ambientale), dall’altro ha sottratto grandi quantità di materiale destinato ai centri di demolizione che re-immettono nel mercato ricambi usati e centinaia di migliaia di tonnellate di rottami di ferro che necessitano all’industria siderurgica nazionale e che la stessa è poi obbligata ad importare da altri Stati.

Higuain ha dato spettacolo in allenamento con due gol d’autore

La Repubblica scrive: “Nell’allenamento di ieri ha dato spettacolo Gonzalo Higuain, segnando una doppietta d’autore nel test amichevole in famiglia. Sarri ha tutto il gruppo a sua disposizione, con l’unica eccezione dello squalificato Jorginho. Il suo posto in cabina di regia contro il Torino sarà preso da Valdifiori, che torna dal primo minuto in campionato dopo una parentesi di oltre tre mesi. L’unico rischio è un calo di tensione ed è per questo che stasera il gruppo andrà in ritiro: a scanso di sgradite sorprese. Sarri ha subito ripreso il controllo della situazione, dopo essersi separato a malincuore dai suoi giocatori durante la sosta”.

Il ritorno della tempesta perfetta MARIO DEAGLIO*

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Ai tempi delle grandi cadute di Borsa del 2008 fu utilizzata l’espressione «tempesta perfetta» per descrivere lo stato dei mercati finanziari. La realtà, però, supera spesso la fantasia e ieri siamo stati testimoni di una ben maggiore tempesta: un’incredibile miscela, potenzialmente disastrosa, di finanza e religione, di strategia e politica, di dati economici di breve periodo e problemi di portata storica ha percorso il mondo nel giro di poche ore. 

Improvvisamente e quasi contemporaneamente, quattro venti cattivi hanno preso a soffiare a ritmo di bufera. Il primo, squisitamente economico, è venuto da Est, e precisamente dalla Cina, dove gli ultimi dati indicano un rallentamento sempre più marcato della crescita economica. Il resto del mondo non potrà attendersi dalla Cina, nei prossimi trimestri, nuovi, importanti stimoli all’espansione economica. Dietro la realtà scintillante di un traboccante sviluppo e di nuove iniziative, fa capolino un’altra Cina, inquinata e insicura, incapace di rappresentare con la sua crescita, come molti avevano sperato, un’oasi di certezza per il resto del mondo. 

Il secondo vento cattivo soffia da Sud, o se si preferisce da Sud-Est, dove la tensione tra sunniti e sciiti si è tradotta in uno scontro durissimo. 

Dopo l’esecuzione di un capo religioso sciita, in pochissime ore si è passati dalla sospensione delle relazioni diplomatiche e dei collegamenti aerei tra Arabia Saudita e Iran alla concreta prospettiva di una guerra religiosa medio-orientale senza precedenti in tempi moderni. 

Quando da noi erano le tre e mezzo del pomeriggio, il suono della campanella di Wall Street apriva le contrattazioni nella maggiore Borsa del mondo e si è trattato del peggior inizio d’anno nella storia finanziaria degli Stati Uniti: la debolezza dei titoli petroliferi, la situazione non chiara di molte banche, la mancanza di buoni segnali di crescita hanno creato un cocktail di negatività con pochi precedenti. I circa 400 punti persi dal maggior indice di Borsa americano (una caduta oltre il 2 per cento) sono un segnale dell’attuale fragilità dell’economia americana. 

E infine ecco il quarto vento di tempesta, un ciclone che scuote un’Europa incapace di prendere alcuna vera iniziativa né sul fronte del terrorismo né su quello delle migrazioni, con un’economia che complessivamente vivacchia senza riuscire a dare vere prospettive di lavoro ai giovani; un’Europa che almeno per il momento, non si sgretola ma sicuramente si screpola. 

Una nuova screpolatura si è infatti aperta a metà giornata con la decisione della Svezia di reintrodurre (dopo decenni) il controllo di identità ai confini con la Danimarca per frenare l’afflusso dei profughi dal Medio Oriente; immediatamente dopo, la Danimarca ha deciso di fare lo stesso ai confini con la Germania. Va considerato che un’intera generazione di giovani europei (gli stessi che faticano a trovar lavoro) trova perfettamente naturale passare senza controlli da un Paese all’altro: per quanto temporaneo e selettivo, il ritorno dei controlli su chi passa i confini rappresenta uno «choc culturale» prima ancora che un brutto passo indietro. L’Europa rende più difficile il movimento delle persone forse perché non sa bene dove vuol andare. Forse solo la Signora Merkel, ormai a fine carriera e quindi senza un vero problema di rielezione, potrebbe cercare di recuperare il «senso» dell’Europa. 

Dove ci porterà tutto questo? È difficile dirlo perché l’intreccio, a livello mondiale, di un numero così elevato di fattori di natura diversa non ha riscontro nella storia recente, perché le ricette del passato non consentono di affrontare una situazione così complessa e perché nessuno sembra avere più alcuna vera forma di controllo su quanto sta avvenendo. La tempesta, per ora, non tocca le realtà, relativamente piccole, come il tentativo italiano di trasformare un rimbalzo congiunturale in una vera e propria ripresa economica e occorre aggrapparsi proprio alle piccole realtà positive per affrontare «dal basso» una situazione in cui le vie d’uscita appaiono problematiche e lontane. Per questo il caso italiano, con tutte le sue difficoltà, ha una rilevanza europea e, forse, mondiale. 

 

*mario.deaglio@libero.it / lastampa

Facebook sitter. MASSIMO GRAMELLINI*

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Ciascuno ha i buoni propositi di inizio anno che si merita. In cima alla mia lista ho messo quello di diventare adulto prima di ritrovarmi vecchio. Marc Zuckerberg di Facebook, che pur essendo molto più giovane è assai più adulto e pratico di me, intende assumere un maggiordomo artificiale ispirato al Jarvis di Iron Man, che gli obbedisca con fedeltà ma con meno servilismo degli umani che scodinzolano intorno a chiunque rilasci una scia di denaro o di potere. Nei piani di Zuckerberg il robot di famiglia dovrebbe soprattutto vigilare sulle esigenze della sua neonata di nome Max: dirgli se dorme, se piange, se ha fame. Una specie di super Salvavita Beghelli, per ora. Ma poi? Qual è il limite, se ne esiste uno?

Non liquidate la faccenda come uno sfizio da ricchi perché arriverà il momento in cui il maggiordomo artificiale di Zuckerberg busserà, debitamente brevettato, alla vostra porta. Portatovi probabilmente dallo stesso Zuckerberg, che dopo essere diventato ricco mettendo, o fingendo di mettere, gli esseri umani in relazione tra loro pensa già a farli interagire con le macchine, addirittura con una baby-sitter al silicio. Ma se una creatura che cresce accanto a una tata filippina impara a dire «girappa» invece di giraffa e «porno» invece di forno, cosa diventerebbe la piccola Max Zuckerberg il giorno in cui si relazionasse con un oggetto privo di emozioni e sempre uguale a se stesso? E se poi quell’oggetto arrivasse a provarle davvero, le emozioni, dove troverebbe la piccola Max la forza e il diritto di spegnerlo?

Giuntoli blinda i gioielli: Mertens, Ghoulam e Koulibaly rinnoveranno fino al 2020

La Gazzetta dello Sport scrive: “Dopo aver sistemato il rinnovo di Jorginho (2020), Cristiano Giuntoli ha rimandato ogni altra discussione di questo genere alla fine di marzo, quando si avrà un quadro più chiaro sulle ambizioni della squadra. D’altra parte, tutti i giocatori sono coperti, almeno fino al 2018, ma il dirigente allungherà i contratti di Koulibaly, Mertens e Ghoulam fino al 2020”. Capitolo El Kaddouri: “El Kaddouri potrebbe andare all’Atalanta già nei prossimi giorni se il Napoli dovesse ingaggiare il giovane Grassi per giugno”.

TEATRO SOCIALE, BRESCIA. MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES (dal 6 al 9 gennaio)

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TEATRO SOCIALE

Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

Da mercoledì 6 a sabato 9 gennaio 2016 (ore 20.30)

Domenica 10 gennaio (ore 15.30)

Teatro Stabile di Bolzano

presenta

MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES

Rossi MOLIRE LA RECITA DI VERSAILLES

di Stefano Massini, Paolo Rossi, Giampiero Solari

scene e costumi Elisabetta Gabbioneta – luci Gigi Saccomandi

Regia di GIAMPIERO SOLARI

con Paolo Rossi

Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi,

Mariaberta Blasko, Riccardo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi

Durata dello spettacolo: 2.20 (con intervallo)

Da mercoledì 6 a sabato 9 gennaio 2016 alle ore 20.30 e domenica 10 gennaio alle ore 15.30 al teatro Sociale di Brescia sarà in scena la commedia MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES, regia di Giampiero Solari, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano.

La riscrittura dell’opera, firmata da Stefano Massini, uno dei maggiori drammaturghi italiani, Paolo Rossi e Giampiero Solari, si prefigge di approfondire l’arte comica, fondendo tradizione e attualità con rigore e poesia. Ne nasce una divertente rappresentazione della vita quotidiana dei teatranti, alla ricerca del capolavoro, tra brani tratti dalle commedie più celebri e stralci della biografia straordinariamente affascinante del grande capocomico francese. Un viaggio nel teatro, nelle opere e nella biografia di Molière, il racconto del dietro le quinte di una compagnia in prova che deve allestire uno spettacolo in tutta fretta, una nuova commedia che mette a confronto in un gioco di specchi temporali ed esistenziali il lavoro e la vita del capocomico Molière e del personaggio capocomico Paolo Rossi. 

Con Paolo Rossi troviamo una brillante compagnia, composta da Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciari, Stefano Bembi, Mariaberta Blasko, Riccrdo Zini, Irene Villa, Karoline Comarella, Paolo Grossi. Canzoni originali di Gianmaria Testa, musiche eseguite dal vivo “I Virtuosi del Carso. 

Vendita biglietti:

TEATRO SOCIALE

  • I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale in orario della stessa. Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia Biglietteria tel. 030 2808600 sociale.biglietteria@ctbteatrostabile.it SEDE PIAZZA LOGGIA
  • È possibile acquistare i biglietti per gli spettacoli di tutta la stagione al nuovo punto vendita nella sede del CTB in Piazza Loggia, 6 – dal 5 al 10 gennaio dalle 10.00 alle 13.00 (esclusi i sabato e festivi) Tel. 030 2928609
  • ON-LINE in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket.it
  • LIBRERIA SERRA TARANTOLA Via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia · Tel. 030290171 Orari: 9.15 – 12.15 /15.30 – 19.00 (lunedì mattina e domenica chiuso)

Prezzo dei biglietti singoli:

  • Platea Intero € 26,00 – Ridotto gruppi 23,00 – Ridotto speciale 18,00
  • Galleria centrale Intero € 18,00 – Ridotto gruppi 16,00 – Ridotto speciale € 13,00
  • Galleria laterale Intero € 12,00 – Ridotto Gruppi € 11,00 – Ridotto speciale € 10,00

INFO: CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 2928611/617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

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Arabia Saudita interrompe relazioni con Iran, sospesi tutti voli

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Mosca si dice pronta a mediare e dispiaciuta per l’escalation in corso

E’ altissima la tensione tra Riad e Teheran con l’Arabia Saudita e il Bahrain che decidono di interrompere le relazioni diplomatiche con l’Iran che promette vendetta per l’esecuzione dell’imam Nimr al-Nimr. Ora i sauditi hanno deciso di sospendere tutti i voli da e verso l’Iran. Mosca si dice pronta a mediare. Intanto in Iraq due moschee sunnite sono state attaccate. In queste ore il segretario di Stato Usa Kerry ha telefonato ai ministri degli Esteri dei due Paesi, mentre l’inviato dell’Onu De Mistura volerà nelle due capitali per tentare di disinnescare l’escalation.

 “La vendetta divina si abbatterà sui politici sauditi”, ha detto ieri la Guida suprema Ali Khamenei nel secondo giorno dell’ira sciita contro la monarchia saudita. Parole durissime accompagnate da una immagine più che eloquente: un boia bifronte, una parte vestita con l’abito bianco saudita e l’altro con quello nero di Jihadi John, l’impietoso tagliatore di teste dell’Isis. 

boia isis

Ma da Riad la risposta è stata pronta: “Il regime iraniano è l’ultimo al mondo che può accusare gli altri di sostenere il terrorismo”, ha detto un funzionario del ministero saudita, visto che “sponsorizza il terrore ed è condannato dalle Nazioni Unite e da molti Paesi”. Riad interrompe i propri rapporti con Teheran evacuando i propri diplonmatici da Teheran e invitando quelli iraniani a lasciare l’Arabia Saudita entro 48 ore. Anche il Bahrain, secondo la tv panaraba al Arabiya, ha dato 48 ore di tempo ai diplomatici iraniani per lasciare il Paese.

Intanto nonostante i circa 50 arresti annunciati dalla magistratura, altre proteste si sono ripetute oggi nello stesso luogo, con scontri e qualche agente ferito. Proteste concluse con un atto simbolico da parte dei manifestanti: una targa nuova, con il nome dello Sheikh Nimr, al posto di quella che indicava Boustan street.

L’assalto al consolato nel Nord dell’Iran : إحراق القنصلية السعودية من قبل المحتجين الإيرانيين في مدينة مشهد رداً علی اعدام الشيخ النمر


 

Le autorità iraniane hanno annunciato che per l’assalto all’ambasciata saudita a Teheran sono state arrestate 40 persone. Secondo l’agenzia Isna, il procuratore di teheran Abbas Jafari Dowlatabadi ha detto che “sono in corso indagini per identificare altre persone coinvolte dell’attacco”.

Sceicco Al Nimr

Lo Sheikh Al Nimr, che nel 2009 aveva fatto appello alla secessione delle province orientali, ricche di petrolio e dove vive la maggioranza dei due milioni di sciiti del Regno, era stato condannato lo scorso anno da una Corte speciale a Riad per “sedizione” e per avere posseduto armi. Il leader sciita aveva respinto quest’ultima accusa e aveva detto di non aver mai incitato alla violenza. Suo fratello, Mohammad al Nimr, ha riferito che la famiglia è rimasta “scioccata” dalla notizia delle esecuzioni, ma ha fatto appello alla popolazione sciita perché ogni protesta “sia pacifica”. Mohammad al Nimr è il padre di Ali, il giovane anch’egli condannato a morte per il quale la comunità internazionale si è mobilitata negli ultimi mesi, ma che non compare nella lista dei giustiziati oggi. Amnesty International ha riferito che Ali al Nimr è stato arrestato nel febbraio del 2012, quando aveva 17 anni, ed è stato condannato a morte per rapina a mano armata e per aver attaccato le forze di sicurezza. Quella di oggi è stata la più grande esecuzione di massa in Arabia Saudita dal 1980, quando vennero messi a morte 63 militanti fondamentalisti per un assalto alla Grande Moschea della Mecca l’anno precedente. Nel 2015 invece, secondo varie organizzazioni per i diritti umani, le esecuzioni nel Regno sono state almeno 157, il numero più alto negli ultimi 20 anni.