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Castellammare di Stabia
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VIDEO ViViCentro – Berretti, Juve Stabia-Pisa 2-2 (Viscusi, Del Prete, Micchi, Micchi)

La Juve Stabia non va oltre al 2-2 contro il Pisa allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia nella 20esima giornata del campionato Berretti. Una partita che i ragazzi di mister Liguori potevano e dovevano vincere per le tante occasioni da gol fallite. Tra queste, anche un calcio di rigore che finisce sul palo e che è stato calciato da Elefante. Doppia espulsione, Raffaeta da una parte e Esposito Lauri dall’altra. Riviviamo i momenti salienti del match e i gol, nell’ordine, di Micchi, Viscusi, Del Prete e ancora Micchi.

dai nostri inviati al Menti, Ciro Novellino e Mario Vollono

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V. Lanciano-Bari 1-0, i frentani continuano a sperare nella salvezza

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Con una prestazione che può essere considerata al pari di un mix di cuore, grinta, e carattere, la Virtus Lanciano riesce a piegare per 1-0 il Bari dell’ex Camplone, al termine di una gara che aveva visto la formazione barese avere molte occasioni, prima che il destro a giro di Ferrari, scoccato nella ripresa da fuori area, facesse capitolare i galletti, che hanno dovuto fare i conti con un Alessio Cragno in giornata di grazia. Il portiere frentano è risultato essere, infatti, il migliore in campo. Con questo successo, la squadra di Maragliulo guadagna 3 punti fondamentali per continuare a sperare nella salvezza. Martedì si torna subito in campo: avversario al “Sinigaglia” sarà il Como, fanalino di cosa. I frentani ci credono.

VIRTUS LANCIANO: (4-2-3-1): Cragno; Salviato (19′ st Rigione), Aquilanti, Amenta, Di Matteo; Rocca, Bacinovic (25′ st Vitale); Vastola (22′ st Turchi), Marilungo, Di Francesco; Ferrari. All. Rizzo
BARI: (4-3-3): Mikai; Cissokho, Tonucci, Rada, Di Noia; Defendi (18′ st Gentsoglou), Valiani, Dezi (30′ st Boateng); Sansone (20′ st Rosina), Puscas, De Luca. All. Camplone
Arbitro: Ros di Pordenone
Reti: 18′ st Ferrari
Note: ammoniti: Bacinovic

CHRISTIAN BARISANI

VIDEO ViViCentro – Liguori: “La ‘Dea bendata’ ci ha girato le spalle: peccato, ci rifaremo. Difesa? Eravamo posizionati male”

Campionato Dante Berretti, la Juve Stabia non va oltre il pari interno contro il Pisa. I ragazzi di Nicola Liguori hanno dominato la gara e avrebbero meritato la vittoria, non arrivata solo per le innumerevoli occasioni sprecate. Un successo che avrebbe, complici anche i risultati di questo pomeriggio, portato le Vespette al quarto posto in classifica, nell’ultimo utile per i play off. Al termine del match pareggiato per 2-2, abbiamo intervistato il tecnico delle Vespette.

dai nostri inviati al Menti, Ciro Novellino e Mario Vollono

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Cosenza- Juve Stabia, la presentazione del match.

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Allo stadio San Vito- Gigi Marulla, andrà in scena domani alle ore 14:00 il match tra i padroni di casa del Cosenza e la Juve Stabia.

I lupi sono in grandissima forma e lottando per la promozione in B, nonostante la folta concorrenza. La scorsa settimana hanno espugnato un campo difficile come Caserta, a dimostrazione dell’ottimo lavoro del tecnico Roselli, il quale sta amministrando al meglio un gruppo che può contare su giocatori importanti come Perina, Tedeschi, Di Nunzio, Pinna, Arrighini, Fiordilino e La Mantia. I calabresi saranno l’outsider fino alla fine e cercheranno di fare più punti possibili, soprattutto tra le mura amiche, dove hanno un ruolino di marcia importante.

Le vespe, invece, lottano per salvarsi e sono reduci dal 6-0 al Martina Franca. La squadra di Zavettieri ha un rendimento molto altalenante e alterna ottime prove con prestazioni opache. I favori del pronostico sono tutti per i padroni di casa, i quali, nella passata stagione videro la Juve Stabia espugnare il San Vito grazie al bolide di Bombagi dalla distanza. Nel match del Menti, invece, Di Carmine e Cesca fissarono il risultato sull’1-1. Stesso risultato anche nel match d’andata di questo campionato, con Contessa che ha pareggiato il vantaggio iniziale firmato da Criaco. Roselli dovrà fare a meno dell’ex Ciancio, mentre Zavettieri rinuncerà a Grifoni, Celin e Ripa.

Ecco le probabili formazioni:

COSENZA (4-4-2): Perina; Blondett, Tedeschi, Di Nunzio, Pinna; Corsi, Arrigoni, Fiordilino, Cavallaro; La Mantia, Arrighini. A disp.: Saracco, Di Somma, Criaco, Statella, Caccetta, Minardi, Ventre, Vutov, Parigi. All.: Roselli.

JUVE STABIA (4-4-2): Polito, Cancellotti, Polak, Carillo, Contessa, Lisi, Maiorano, Obodo, Nicastro, Del Sante, Diop

Soccorso a migranti con Motovedetta CP292 (VIDEO)

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Video di alcune fasi delle operazioni di soccorso condotte la scorsa notte dalla Motovedetta CP292 – dislocata a Kos – della Guardia Costiera italiana che sta operando nel Mar Egeo.

L’unità della Guardia Costiera ha soccorso complessivamente 11 migranti, tutti uomini di nazionalità pachistana, nel corso di 2 distinte operazioni di soccorso protrattesi per tutta la notte.

I migranti sono stati successivamente condotti in salvo nel porto di Kos, ove la Motovedetta CP292 ha fatto rientro questa mattina.

Ag.Valdifiori: “Col Villareal finalmente tranquillo, ho rivisto il Mirko di Empoli”

E’ intervenuto, ai microfoni di Marte Sport Live, l’agente di Mirko Valdifiori, Mario Giuffredi: “Contro il Villarreal si è reso protagonista di un’ottima performance. Finalmente l’ho rivisto tranquillo come ai tempi di Empoli: ha bisogno di essere sereno per mettere in scena prestazioni simili, come è riuscito a fare. Siccome la Fiorentina non è solita giocare in maniera difensiva, il Napoli può fare bene: contro squadre così riesce ad esprimersi meglio. Non è da escludere che vinca”.

VIDEO ViViCentro – Del Prete: “I play off sono alla nostra portata: andiamo a vincere a Teramo!”

Un’occasione sprecata per la Juve Stabia, campionato Berretti, contro il Pisa. I ragazzi di Nicola Liguori hanno dominato la gara e avrebbero meritato la vittoria, non arrivata solo per le innumerevoli occasioni sprecate. Un successo che avrebbe, complici anche i risultati di questo pomeriggio, portato le Vespette al quarto posto in classifica, nell’ultimo utile per i play off. Al termine del match pareggiato per 2-2, abbiamo intervistato uno dei marcatori, Simone Del Prete.

dai nostri inviati al Menti, Ciro Novellino e Mario Vollono

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VIDEO ViViCentro – Viscusi: “Contento per il gol, ma quanto rammarico c’è in questo pareggio”

Peccato, bisogna purtroppo cominciare così. Un’occasione persa per la Juve Stabia, campionato Berretti, contro il Pisa. I ragazzi di Nicola Liguori hanno dominato la gara e avrebbero meritato la vittoria per le innumerevoli occasioni sprecate. Un successo che avrebbe, complici anche i risultati di questo pomeriggio, portato le Vespette al quarto posto in classifica, nell’ultimo utile per i play off. Al termine del match pareggiato per 2-2, abbiamo intervistato uno dei marcatori, Giuseppe Viscusi.

dai nostri inviati al Menti, Ciro Novellino e Mario Vollono

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Pescara-Ascoli 2-2 : goal ed emozioni a Pescara

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Finisce 2-2 la sfida tra il Pescara e l’Ascoli, al termine di una gara combattuta, emozionante, e ricca di goal. In classifica, la formazione abruzzese vede il suo vantaggio con il Cesena, quarto in classifica, assottigliarsi a 3 punti. Inizio difficile per la formazione abruzzese, che si è svegliata solo nel secondo tempo, dopo una prima frazione veramente disastrosa. Momenti di tensione al fischio finale.

LA CRONCA – Pescara-Ascoli, è la sfida valida per la 28esima giornata  del campionato cadetto. La formazione abruzzese cerca il successo per riscattare il ko di Cagliari, e per tornare a +5 in classifica dal Cesena, vittorioso proprio ieri sera nell’anticipo contro i sardi. Gli ospiti, dal canto loro, non possono permettersi passi falsi, essendo in piena bagarre per evitare la retrocessione.

Nel Pescara, assente Memushaj, a causa di alcuni problemi muscolari, e Cocco, non convocato per scelta tecnica. Il Pescara si presenta con il modulo 4-3-1-2: Pasquato agirà alle spalle del tandem, Caprari- Lapadula.

Risponde la formazione marchigiana, con un prudente 4-5-1: Petagna sarà l’unico terminale offensivo. Arbitro dell’incontro, sarà il Signor Pinzani di Empoli.

Al 3′ sugli sviluppi di un corner, ci prova di testa Milanovic: blocca Aresti. Al 10′ Ascoli in vantaggio: pasticcio difensivo del Pescara, Jankto ne approfitta per griffare la rete dell’1-0. Al 12′ ancora l’Ascoli, con Jankto, che sfiora il palo. Al 13′ la squadra di Oddo prova a scuotersi: Zampano crossa dalla destra per Caprari, la cui conclusione viene respinta dalla difesa bianconera.

Il Pescara è in difficoltà, mentre l’Ascoli sembra avere in mano il controllo della gara. Al 30′ azione solitaria di Caprari, il quale si invola per vie centrali, ma la difesa marchigiana riesce a salvarsi. Sul finire di parziale, punizione da posizione defilata per il Pescara, al limite dell’area, il cross di Caprari supera il portiere Lanni, ma ci pensa un difensore marchigiano a salvare la propria porta. Prima del fischio finale, terzo tempo di Petagna sugli sviluppi di un corner, con la palla che finisce di poco alta sulla traversa.

Il primo tempo finisce con il risultato di Pescara-Ascoli 0-1. Brutta prima parte del Pescara, condita da molti errori. Marchigiani meritamente in vantaggio.

Inizio di ripresa con l’Ascoli vicino al vantaggio: contropiede marchigiano, con Benedicic che serve un pallone d’oro per Jankto, la cui conclusione a botte sicura viene respinta da uno strepitoso Fiorillo. Al 58′  ancora l’Ascoli con Almici, il cui tiro viene respinto dall’attento Fiorillo.
 Al 62′ tocca a “Lapacadabra”, risollevare le sorti del match: corner battuto dalla destra, e terzo tempo vincente di Gianluca Lapadula, che timbra la sua 17esima rete stagionale, regalando l’1-1 alla propria squadra. Al 67′ arriva la rete del sorpasso per il Pescara, con Cappelluzzo, il cui tiro deviato, beffa il portiere Lanni.

La formazione marchigiana non ci sta, e dopo appena 3′, trova la rete del 2-2, con uno splendido shot dal limite dell’area da parte di Giorgi. Al 72′ Milanovic commette un fallo di reazione su Lapadula, e l’arbitro lo espelle. Al 73′ tiro di Lapadula su punizione: blocca Lanni.

Al 79′ Cappelluzzo chiama al grande intervento Lanni, che si ripeta dopo pochi minuti su uno shot dalla distanza di Mitrita. Nei minuti di recupero, Ascoli in 9: espulso Giorgi. Forcing finale del Pescara, che non produce gli effetti sperati. Finisce con il risultato di Pescara-Ascoli 2-2, con il palo di Zampano sul fischio di sirena.  

 

 

PESCARA 4-3-1-2 Fiorillo, Zampano, Coda (46′ Mitrita), Zuparic, Mazzotta, Benali, Torreira, Verre, Pasquato (dal 52′ Fornasier), Caprari (dal 61′ Cappelluzzo), Lapadula. All. M. Oddo.

ASCOLI 4-5-1 Lanni, Pecorini (dal 43′ Del Fabbro), Milanovic, Mitrea, Di Marco, Almici (dal 68′ Cacia), Giorgi, Bianchi, Benedicic, Jankto, Petagna (dal 73′ Canini). All. D. Mangia.

ARBITRO: Pinzani di Empoli

RETI: 10′ Jankto,  62′ Lapadula, 66′ Cappelluzzo, 69′ Giorgi
 
AMMONITI: Jankto, Coda, Almici, Petagna, Bianchi, Mazzotta, Benedicic, Canini

ESPULSI: Milanovic, Giorgi

https://www.youtube.com/watch?v=oF8ClFfJupA INTERVISTA A PIERLUIGI CAPPELLUZZO, ATTACCANTE DEL PESCARA.

https://www.youtube.com/watch?v=ImQoz-8f3Tg INTERVISTA AD AHMAD BENALI, CENTROCAMPISTA DEL PESCARA.

https://www.youtube.com/watch?v=gsrogsaSUCU, INTERVISTA A DEVIS MANGIA, ALLENATORE DELL’ASCOLI PICCHIO.

 

 

CHRISTIAN BARISANI

Sindaco De Magistris: “L’anno prossimo un San Paolo completamente restaurato”

Parla anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, in vista del match degli azzurri contro la Fiorentina: “Naturalmente spero in una vittoria del mio Napoli lunedì sera (ride, ndr). Dopo le delusioni europee credo che la gara del Franchi sarà decisiva soprattutto per gli azzurri, anche perché nello stesso turno si affronteranno Juventus e Inter. E’ una sorta di ultimo treno per lo Scudetto. Tifosi? Mi auguro una convivenza pacifica tra i tifosi viola e quelli del Napoli lunedì. Mi aspetto un bello spettacolo, in campo e sugli spalti. Higuain? Gonzalo finora ha fatto un campionato straordinario, è un punto di riferimento per l’intera squadra ed è impossibile criticarlo. In questi mesi ho visto un Napoli finalmente compatto in difesa dopo tanto tempo e capace di orchestrare un bel calcio. La squadra però adesso non deve mollare, perché la Juventus ha fatto una rimonta fantastica. Sono convinto che Higuain tornerà a segnare e che il Napoli se la giocherà fino alla fine per la vittoria dello Scudetto. Nelle ultime gare i ragazzi di Sarri hanno avuto una flessione dal punto di vista atletico, non tanto per quanto riguarda l’atteggiamento. Gap tra il calcio italiano e il resto d’Europa? E’ ancora molto ampio. Le grandi squadre non possono permettersi di dare priorità a una competizione o un’altra, devono avere rose all’altezza per andare avanti su più fronti. Gli sfottò territoriali? Gli sfottò fanno parte del calcio, diventano gravi se si offende qualcuno per il colore della pelle o si invoca alla distruzione di una città. L’educazione va mantenuta prima di tutto sul campo, ma poi anche sugli spalti. nvestimenti per il San Paolo? Abbiamo avuto una somma tra i 25 e i 35 milioni di euro che saranno impiegati già da questa estate per la messa in sicurezza e il decoro dello stadio. Dalla prossima stagione avremo così un San Paolo completamente restaurato”.

Chilo di troppo o questione rinnovo? Il fratello agente di Higuain si sfoga su twitter

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Un periodo di appannamento per il capocannoniere della serie A, Gonzalo Higuain non segna dal 7 febbraio. Una notizia anomala visti i numeri straordinari mostrati in questa stagione, che il presidente De Laurentiis collega a un chilo e mezzo in più sulla bilancia.

Una dichiarazione che, secondo quanto riportato in mattinata dalla Gazzetta dello Sport, sarebbe legata alle vicende contrattuali del pipita. Nonostante l’ arrivo in città del padre procuratore non vi è stato alcun incontro per la questione rinnovo, anzi sembra che non ci siano i presupposti per il prolungamento del contratto in scadenza nel 2018. Nicolas , fratello ed agente di Higuain, pare non aver gradito la frecciatina del presidente del Napoli in un momento decisivo della stagione e sul proprio profilo twitter non le manda certo a dire: “Non è il momento di ascoltare tante str….. Forza Napoli, tutti uniti si può vincere”.

Posticipi ed anticipi, ecco il calendario ufficiale degli azzurri

Sono state ufficializzate le date esatte in cui il Napoli scenderà in campo per gli anticipi e posticipi, fino alla fine di Marzo:

27esima giornata: Fiorentina-Napoli, lunedì 29 febbraio ore 21,00

28esima giornata: Napoli-Chievo, sabato 5 marzo ore 20.45

29esima giornata: Palermo-Napoli, domenica 13 marzo ore 20.45

30esima giornata: Napoli-Genoa, domenica 20 marzo ore 18

Unioni civili, un brutto primo passo. (Nadia Urbinati*)

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Sì, vi è da rimanere delusi per l’incapacità dei nostri rappresentanti di andare oltre gli ostacoli del pregiudizio; per l’incapacità di osare di sentirsi davvero liberi legislatori che rispondono alla richiesta di eguali diritti che viene dal paese. E vi è di che rammaricarsi che il Pd sia così miscellaneo sui valori fondamentali (una tara che si porta dietro fin dalla nascita) da essere incapace di approdare a una decisione unanime, dando l’impressione che si tratti di due partiti in uno più che di un partito con visioni plurali.

Il bisogno di bussare alla porta di Verdini è da solo una dichiarazione di impotenza e pochezza. E c’è di che inquietarsi per la massiccia e nemmeno velata interferenza del clero romano con le istituzioni dello Stato. Aveva visto giusto Antonio Gramsci quando scriveva che il problema della debolezza liberale del nostro paese sta nella presenza non tanto del cattolicesimo ma del Vaticano.

La cattolicissima Irlanda è molto più libera nelle sue leggi della meno religiosa Italia. Il Vaticano ha un potere di veto che non deve essere sottovalutato mai. E per questo, avere una legge zoppa è un meno peggio. Ma sarebbe auspicabile non viverla come punto di arrivo e quindi come una sconfitta, ma invece trasformarla in un punto di partenza. Come punto di arrivo è semplicemente brutta e vergognosa. Ma ci sono buone ragioni per cercare di vederla come punto di partenza.

La prima ragione sta nella natura stessa dei diritti – che aprono molte più strade di quel che una timidissima legge non faccia apparire. Una volta aperta la porta nessuno, nemmeno i prelati e i loro rappresentanti nelle istituzioni dello Stato, potranno chiuderla. I diritti vengono a grappolo e la vita delle persone si imporrà. La forza del diritto sarà la forza della vita. Questa legge brutta e zoppa sulle unioni civili verrà usata subito (per esempio per risolvere il problema lasciato aperto delle adozioni) e subito mostrerà la propria insufficienza, la necessità di modificarla. Le maggioranze in Parlamento non possono fermare il torrente della vita che segue la libera scelta delle persone. Il diritto è ben oltre questa legge e sfiderà questa legge. La quale quindi è solo un brutto e timidissimo primo passo, ma non può essere né sarà l’ultimo.

La seconda ragione è più radicale e la si è toccata con mano nella discussione sulla maternità surrogata. La violenza della discussione alla quale abbiamo assistito ci deve far riflettere sull’opportunità che lo Stato non intervenga. E’ buona norma di un ragionevole liberalismo che quando si tratta di decisioni che coinvolgono valori e concezioni del bene è preferibile che la legge non intervenga fino a quando non si sia raggiunta una convergenza larga nella cultura morale della società. Ma fino a quando ci sono divisioni forti sui valori sarebbe meglio che la legge tacesse poiché non potrebbe evitare di essere ingiusta. Questo vale naturalmente per la maternità surrogata.

Abbiamo già leggi che proteggono le persone e i minori dall’abuso, dalla mercificazione, dalla monetarizzazione – se non si dà reato o violazione dei diritti umani e delle norme che li proteggono, la legge dovrebbe tacere. Questo non può ovviamente valere per le unioni di coppia, poiché in questo caso l’esistenza dell’istituto del matrimonio rende fondamentale che la legge intervenga per regolamentarne l’estensione o la parificazione nei casi di unione tra non eterosessuali.

La terza ragione pertiene alla funzione liberatoria del diritto, ovvero alla ricchezza per tutti che il rispetto degli eguali diritti comporta e corporterà. La discussione al Senato ha mostrato l’assurdità di chi voleva servirsi della “fedeltà” per discriminare tra il “vero” matrimonio e le unione civili. Si pensava cioè di nobilitare il matrimonio degli eterossesuali attribuendo solo ad esso l’obbligo della fedeltà. Il paradosso è che la discussione ha dimostrato che sarebbe desiderabile che l’obbligo di fedeltà venisse a cadere anche per il matrimonio. L’esito di quella che è stata a tutti gli effetti un’intenzione discriminatoria si è rovesciato e ha mostrato quanto invadente e anacronistica e coercitiva sia la legge che regola il matrimonio degli eterosessuali. La maggioranza ha tutto da guadagnare dall’eguale diritto, dall’inclusione della minoranza. Le unioni civili tra persone dello stesso sesso possono costituire un arricchimento di libertà per tutti.

Queste ragioni delle implicazioni positive non rendono comunque buona una legge che non è buona. Mostrano tuttavia che da questo momento si può aprire un nuovo spazio di libertà – o meglio ancora, uno spazio alla contestazione e alla lotta per estendere e perfezionare il diritto all’eguaglianza che tutti devono avere di godere degli stessi diritti.

*ilmanifesto

Nicolas Higuain: “Non è il momento di ascoltare str**, restiamo uniti per lo scudetto”

Momento particolare in casa Napoli. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, Higuain avrebbe rifiutato il rinnovo di contratto proposto da Aurelio De Laurentiis. Attraverso twitter, però, il fratello dell’attaccante, Nicolas, ha risposto così alle voci che vedevano Gonzalo lontano da Napoli:

 Siamo ad un punto dalla vetta e si parla per infastidire. Napoli ha la possibilità importante di ottenere lo scudetto, restiamo uniti. Non è il momento di ascoltare tante stronzate. Forza Napoli, tutti uniti si può vincere.”

Milano, il dress code per le liceali: “La scuola non è una spiaggia, basta canotte e magliette trasparenti” TIZIANA DE GIORGIO*

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La preside del Tito Livio: “La mia circolare è soprattutto nel loro interesse”. Il provveditore alle famiglie: “Maggiore attenzione su questo punto”

Un invito dai toni pacati. Ma con indicazioni precise indirizzate soprattutto alle studentesse: vietato presentarsi a lezione con indumenti trasparenti, canottiere minimal e “maglie esageratamente traforate che lasciano a vista la biancheria intima”. S’intitola “dress code” la circolare diramata a tutti gli alunni, agli insegnanti e ai genitori del Tito Livo, liceo classico in pieno centro a pochi passi da Sant’Ambrogio.

Le continue richieste di un decoro nell’abbigliamento rivolte agli alunni delle superiori da parte dirigenti scolastici non sono una novità. Ma nel mirino c’è quasi sempre stato il vestiario di fine anno, quando le temperature sono ormai estive, in classe si suda. E i ragazzi non riescono a vederci nulla di male nello scoprire spalle o polpacci per sopportare il caldo. Ci sono stati dirigenti scolastici che negli anni hanno scatenato vere battaglie contro bermuda e infradito sfoderati dagli studenti nella bella stagione. Anche a suon di richiami formali e note, accolte con proteste da parte degli adolescenti.

In questo caso il messaggio della dirigente, Amanda Ferrario, è un po’ diverso. “Girando per i corridoi ho potuto notare che qualche studentessa aveva un abbigliamento poco consono ad un ambiente scolastico”, scrive. Il riferimento femminile non è casuale: “I maschi a volte sono un po’ trasandati ma questo è un altro discorso – prova a chiarire a voce – il problema è che le ragazze spesso non si rendono conto che arrivano in classe mezze nude. A volte con la sciarpa fino al naso ma con maglie trasparenti e biancheria intima in bella vista. Non va bene. E lo dico soprattutto per loro”.

La sua lettera non parla direttamente agli alunni ma chiama in causa mamme, papà e docenti. Invitandoli a prendersi cura “di un aspetto formale importante e non marginale” nell’educazione dei ragazzi. La scuola, scrive, “non è una spiaggia, un pubblico giardino, una piscina né, tantomeno, una discoteca “. E chiede decoro e rispetto per il liceo. Ma anche per loro stesse.

Sul tema interviene anche il provveditore di Milano, Marco Bussetti: “Quello dell’abbigliamento, diciamo così, disinvolto delle studentesse non è certo un’emergenza – precisa – ma è importante far passare il messaggio che da un lato la scuola merita rispetto come istituzione. Ma anche che un certo modo di vestire può penalizzare loro stesse in un determinato contesto”. Anche Bussetti si rivolge alle famiglie: “I ragazzi, lo sappiamo tutti, rivendicano il diritto di vestirsi come vogliono. Ma a casa sarebbe importante che ci fosse una maggiore attenzione su questo”.

*larepubblica

Il G20 chiede nuovo sostegno alla crescita: “Useremo tutti gli strumenti”

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Brexit e crisi dei migranti sono i nuovi grandi timori che pesano sulla fragile ripresa, che “è sotto le previsioni”. Padoan: “Sì a spese per investimenti, se bilanci lo permettono”. Consapevolezza che i banchieri centrali da soli non possono dare la spinta alle economie in affanno. Promesse su maggior coordinamento per anticipare le crisi dei mercati

MILANO – Brexit e crisi dei rifugiati: sono due nuove paure a prendere la scena sul tavolo dei Grandi Paesi, che aggiornano così il catalogo delle loro preoccupazioni circa la fragile crescita economica, già minata dagli ormai vecchi spauracchi rappresentati dalla Cina e dalla volatilità sui mercati finanziari. Per questo, l’impegno che esce dal tavolo del G20 di Shanghai alla fine di due giorni di lavoro si concentra sulla necessità di fare di tutto per sostenere la crescita economica. Dal lato dei banchieri centrali, mantenere una politica monetaria ancora accomodante; a questa si accompagnerà la seconda stampella della flessibilità di bilancio per condurre di nuovo a una crescita equilibrata.

Sintetizzando il lavoro della due-giorni, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha spiegato che si è discusso sulle politiche necessarie per sostenere la domanda e si è aperto all’idea che “laddove ci sia spazio fiscale questo debba essere utilizzato per misure favorevoli alla crescita, ad esempio per spese per investimenti che sostengono sia la domanda sia la crescita di medio termine”. Insomma, un tasto sul quale l’Italia batte da tempo. Nel testo finale, anticipato dalle indiscrezioni filtrate fin dalla notte italiana, i paesi del G20 dicono di usare “tutti gli strumenti di politica” possibili, inclusi quelli monetari, fiscali e strutturali, per irrobustire la fiducia economica e “rafforzare la ripresa”. Le prime 20 economie del mondo metteranno in atto tutte le politiche “sia in misura individuale sia collettiva”, si legge nel comunicato, alla luce del fatto che la crescita globale è “irregolare e inferiore alle nostre ambizioni”.

Sul lato della politica monetaria, il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha sì rimarcato che “le misure della Bce non sono affatto al capolinea”, alimentando le aspettative per la riunione del 10 marzo nella quale Mario Draghi dovrebbe annunciare una revisione del piano d’acquisto di titoli di Stato. Ma il numero uno di via Nazionale ha anche preso atto del fatto che “il messaggio alla fine è di rischi verso il basso e di crescita che continua a essere molto ragionevole. Il problema è come mantenerla”. In ogni caso, per Visco non c’è il rischio di bolle sui mercati perché “il sistema è più forte”. Sempre scettico il collega tedesco Jens Weidmann, che non ha mancato l’occasione per sottolineare che la “Bce non è la panacea” di tutti i mali dell’economia globale.

Dopo i chiari di luna dei listini e i deflussi massicci di capitali dalla Cina e dai mercati emergenti, i ministri finanziari delle maggiori economie mondiali si dicono d’accordo sul “consultarsi rapidamente” e da vicino su quanto accade sui mercati valutari, lanciando per tempo gli allarmi sulla volatilità che può danneggiare la stabilità economica. Promesse sono arrivate anche sulla volontà di monitorare da vicino i flussi dei capitali per anticipare i possibili shock, mentre torna l’invito a non usare svalutazioni competitive della moneta (che suona particolarmente forte all’orecchio dei padroni di casa cinesi, anche se non c’è alcun diretto riferimento alle problematiche inerenti al rallentamento di Pechino e al cambio di politica economica del colosso asiatico).

Come detto, a questi aspetti finanziari si sommano i nuovi fattori di tensione. Una eventuale Brexit (l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue a seguito di referendum) è uno dei potenziali shock che pesano sull’economia mondiale, riconosciuto – in accordo con le bozze anticipate da Bloomberg – nel comunicato finale dei leader: si tratta di una vittoria del governo britannico, capace di far schierare così tutto il mondo a favore di una permanenza nell’Unione da parte di Londra. Sul punto, Padoan ha specificato che “è considerata, ove dovesse portare – e mi auguro vivamente di no – a una uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, uno choc che classifichiamo sotto il titolo di choc geopolitico importante, quindi negativo”. Alla Brexit, poi, si affianca la crisi dei migranti.

Insomma, non mancano i punti di preoccupazione. Soltanto all’apertura dei lavori, d’altra parte, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico aveva messo in guardia sulla frenata della ripresa globale. Il messaggio dell’Ocse ai politici è stato più forte quando si è trattato di sottolineare la preoccupazione per la pausa nel processi di riforma rispetto a quanto osservato nella stagione 2013-2014: sia nelle economie avanzate che in quelle emergenti l’ammodernamento degli Stati ha subito un contraccolpo, l’anno scorso. Per Roma, ha garantito Padoan: “L’Italia ha fatto molti progressi nell’agenda strutturale ma resta ancora molto da fare” ma “è ovvio che l’agenda delle riforme strutturali non si deve fermare, né in termini di implementazione né di elementi nuovi da aggiungere. Il debito è elevato e va abbattuto, perché un debito elevato che continua a crescere è elemento di fragilità” ma il debito italiano “comincerà a scendere, è elevato ma diminuirà”.

Siria, prime ore di tregua. Attentato sulla linea del fronte tra esercito e Is. Ong: turchi bombardano Ypg

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Siria: donne passeggiano tra le macerie ad al-Shadadi, provincia di Hasaka (reuters)

Due persone uccise e diverse ferite da un’autobomba a Salamiyeh, città controllata dalle forze governative nella provincia di Hama. L’Osservatorio siriano per i diritti umani: “Non è una violazione del cessate il fuoco: attentato in area dove l’accordo non si applica”. La stessa ong però denuncia l’attività dell’artiglieria di Ankara contro i curdo-siriani

DAMASCO – Due persone sono rimaste uccise e diverse ferite nell’esplosione di un’autobomba a Salamiyeh, città nella provincia di Hama controllata dalle forze governative nella parte centrale della Siria, poche ore dopo l’entrata in vigore della tregua tra regime e forze dell’opposizione concordata da Usa e Russia. Ne ha dato notizia l’agenzia di stampa di Damasco Sana.

L’attacco non è stato al momento rivendicato. Forse è il primo segnale di quella escalation di violenze promessa dai qaedisti del fronte al-Nusra, esclusi dal cessate il fuoco come lo Stato Islamico, a cui invece attribuisce la paternità dell’attentato l’Osservatorio siriano per i diritti umani. La città di Salamiyeh, tra l’altro, si trova sulla linea del fronte tra l’esercito governativo e i miliziani dello Stato Islamico. Per questo, sottolinea alla Reuters l’Osservatorio per voce di Rami Abdulrahman, “l’autobomba non si può considerare una violazione della tregua perché è esplosa in un’area dove l’accordo per la cessazione delle ostilità non si applica”.

L’Osservatorio invece denuncia la violazione del cessate il fuoco da parte della Turchia. Secondo l’ong con sede a Londra, l’artiglieria turca ha nuovamente bombardato le milizie curdo-siriane dell’Ypg che nella provincia di Raqqa combattono lo Stato Islamico, in una zona prossima al confine con Ankara e dove, prima di mezzanotte e dell’entrata in vigore della tregua, miliziani dell’Is hanno assaltato la città di Tal Abyad, dal luglio scorso controllata dall’Ypg. L’offensiva dell’Is, annunciata da un ufficiale della ribellione siriana, è stata confermata tanto dall’Osservatorio siriano quanto dall’agenzia Aamaq, affiliata all’Is. I combattimenti sarebbero ancora in corso.

Ripetute violazioni della tregua sono lamentate anche dal gruppo anti-governativo Jaish al-Islam, secondo cui le forze del presidente Bashar al-Assad hanno aperto il fuoco e sganciato contro le sue posizioni due “barrel bomb”, bombe imballate in grandi fusti, nella zona orientale di Ghouta, provincia di Damasco. Il portavoce Islam Alloush, parlando con la Reuters, citando i rapporti dei comandanti di campo della fazione, ha affermato che nel corso di uno degli incidenti registrati, le forze di Assad che provavano ad avanzare “sono state affrontate a colpi di mitragliatrice”. Per il momento, nessuna conferma da fonti dell’esercito regolare siriano.

Da parte sua, la Russia ha annunciato di aver fermato i raid della sua aviazione sulla cosiddetta “zona verde”, che comprende le aree della Siria dove esercito regolare e formazioni anti-governative si sono impegnate a rispettare il cessate il fuoco. Durante un briefing a Mosca, il generale di divisione Sergei Rudskoy ha affermato che la Russia ha fornito agli Usa l’elenco dei 17 gruppi armati interessati dalla tregua, per un totale di 6.111 persone, e le coordinate geografiche dei 74 insediamenti da escludere dagli attacchi aerei.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha votato ieri sera all’unanimità una risoluzione per “la piena approvazione” della tregua, invitando le parti coinvolte a rispettarla. “Viviamo un giorno e una notte eccezionali per i siriani”, ha affermato l’inviato speciale Onu per la Siria, Staffan De Mistura, pur sottolineando che la giornata di oggi sarà “critica”. Alle 15 a Ginevra si terrà una nuova riunione della task force per la tregua per valutare l’andamentodelle prime ore. Se il cessate il fuoco terrà e gli aiuti umanitari potranno affluire nelle zone assediate, lo stesso De Mistura è intenzionato a convocare un nuovo round di negoziati per la pace. La data obiettivo è il 7 marzo, ma la cautela al riguardo è massima.

ISTAT : Crescita retribuzioni ferma a gennaio, mai cosi bassa dal 1983

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La crescita degli stipendi nel nostro Paese è la più bassa dal 1983. Lo rende noto l’Istat in un comunicato. Nell’indagine dell’istituto di statistica emerge che lo scorso gennaio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto invariato rispetto al mese precedente, e aumenta dello 0,7% nei confronti di gennaio 2015. Con riferimento ai principali macrosettori, a gennaio le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. L’istituto di statistica ha diffuso anche il dato aggiornato relativo all’indice generale del fatturato dei servizi, che ha registrato nel 2015, una variazione positiva dell’1,9%. I settori che a gennaio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono : tessile, abbigliamento e lavorazione pelli ( 2,5%); commercio e energia elettrica e gas ( entrambi 1,9%) e agricoltura ( 1,8%). Si registrano variazioni nulle nei settori del credito e assicurazioni, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Fabio D’Amora

LECCE, BRAGLIA: ”LA PARTITA CON IL FOGGIA E’ ARCHIVIATA, AD ISCHIA BISOGNA ESSERE INTELLIGENTI”

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Alla vigilia della trasferta di Ischia,come di consueto è tornato a parlare in conferenza stampa il tecnico dei salentini Braglia,il quale ha fatto il punto in vista dell’impegno contro l’Ischia.

”Freddi si allena a parte, potrebbe non recuperare. Non pensiamo più al Foggia da lunedì, abbiamo vinto e ora basta. Non abbiamo fatto assolutamente niente, se ci accontentiamo è finita e non vinci mica il campionato. È stata una partita importante, abbiamo fatto un’ottima gara, ma ora dobbiamo andare ad Ischia ripartendo da zero. Conta quello che dobbiamo fare, non più quello che abbiamo già fatto. Lì hanno pareggiato Foggia e  Benevento, in casa sono una squadra si chiudono e ripartono bene. Hanno buone individualità e giocatori abili e veloci. Il campo non è messo benissimo e dovremo essere intelligenti. Voglio un atteggiamento più equilibrato, senza nessun calo di tensione. Se cambierò qualcosa? Siamo ben attrezzati per farlo eventualmente, vediamo. La base della squadra sarà grosso modo la stessa. In porta non c’è Perucchini, gioca Bleve. Il Lecce se vuole vincere ad Ischia deve essere bravo nell’uno contro uno, abile a superare gli avversari e a adeguarsi al contesto che troveremo. Io non discuto le qualità di questa Rosa, solo il modo in cui alcuni elementi si preparano. Se uno vuole giocare, deve dimostrare ogni giorno di voler giocare. Sowe l’abbiamo pian piano recuperato e io ci punto tanto su di lui. Curiale non lo scopro mica io, parla la storia per lui. Deve capire che le abitudini vanno cambiate, le qualità non si discutono, come nemmeno per Beduschi e tutti gli altri. Col Benevento ci ha fatto vincere lui la partita, l’altra sera ci ha dato una grande mano. Penso che quando una squadra è al secondo posto come noi, incute un po’ di timore, ma tutti sono pronti a farti lo sgambetto. Se abbiamo un obiettivo in testa, dobbiamo continuare in questa maniera e non sbagliare queste partite. Qui vedremo la maturità della squadra. Surraco? Deve dare il massimo, sabato non ha fatto una buona partita ed ha rischiato di farsi cacciare. Io a lui non rinuncio per via del suo talento, ma pretendo più responsabilità da parte sua e che sia capace di prendersi il peso della squadra sulle spalle. Io ho dei miei giocatori a cui non rinuncerei mai, ma se questi non mi danno quello che voglio, faccio giocare un altro”.

Elezioni Irlanda, battuta la politica dell’austerità. ENRICO FRANCESCHINI*

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Il premier irlandese Enda Kenny si mostra ottimista dopo aver votato nel seggio di Castlebar, contea di Mayo (ansa)

Secondo gli exit poll la coalizione al governo è senza maggioranza, vincono Sinn Fein di Jerry Adams e Alleanza indipendente. Due partiti contrari ai sacrifici

LONDRA – La politica dei sacrifici è un prezzo troppo alto da pagare per saldare i debiti: anche se porta al più robusto boom economico d’Europa. Sembra questo il verdetto delle urne in Irlanda, un risultato che fornisce indicazioni per tutti, anche fuori dall’Isola di Smeraldo. Secondo gli exit-poll sulle elezioni di venerdì, la coalizione di governo ha perso la maggioranza: Fine Gale (centro-destra), il partito del primo ministro Enda Kenny, è sceso dal 36 al 26 percento e i loro alleati del Labour (centro-sinistra) sono addirittura crollati passando dal 19,5 al 7,8 per cento. Il partito centrista Fianna Fail, che era all’opposizione, rimane più o meno attestato sulle posizioni precedenti a quota 22 per cento. Guadagnano terreno, invece, soltanto i partiti che si sono battuti contro l’austerity: lo Sinn Fein di Jerry Adams (lo stesso partito che fa parte della coalizione di governo in Irlanda del Nord, la parte dell’isola rimasta alla Gran Bretagna dopo l’indipendenza di cent’anni fa), che cresce dal 9,9 al 15 per cento, e un nuovo partito di protesta, l’Alleanza Indipendente, che in pratica non esisteva alle elezioni di cinque anni fa e ora ha il 16 per cento. Completano il quadro due partitini, i verdi e i socialdemocratici, ciascuno con il 3 per cento.

Se ne ricava una situazione di apparente ingovernabilità. E’ probabile, se nel corso della giornata di oggi verranno confermate le indicazioni degli exit-poll, che l’unica possibilità sia un’ampia coalizione di governo, ma questa non è affatto facile sulla carta: i due maggiori partiti, Fine Gael e Fianna Fail, pur non essendo ideologicamente distanti (in sostanza sono entrambi moderati centristi), hanno dichiarato in campagna elettorale che non si uniranno a nessuna condizione, e del resto si detestano da un secolo, essendo stati protagonisti di un conflitto fratricida durante la guerra civile del 1916 che diede il via alla lotta per l’indipendenza irlandese dal Regno Unito, con una lunga catena di assassinii ed esecuzioni reciproche, culminati nella morte di Michael Collins, leader del Fine Gael e padre della rivolta contro Londra. In ogni caso una coalizione avrebbe bisogno anche di altri partner, perché i due maggiori partiti, da soli, rischiano di non avere una maggioranza. Un’ipotesi, anticipata da tempo, è un governo di minoranza sino a fine anno, quando potrebbero essere convocate nuove elezioni nella speranza di un risultato differente.

Il voto suona dunque come una sconfessione, perlomeno da una considerevole parte dell’elettorato, della politica che ha permesso all’Irlanda di rimettersi in piedi dopo la spaventosa crisi economica del 2008, quando la recessione globale portò il paese sull’orlo della bancarotta. Il salvataggio offerto da Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale, con quasi 70 miliardi di euro di prestiti, ha avuto come condizione un programma di pesante austerità, con tagli alla spesa pubblica e aumenti fiscali. La ricetta è servita: l’anno scorso l’Irlanda è tornata ai livelli di crescita di prima della crisi, con il pil al 7 per cento, l’espansione più forte d’Europa, la disoccupazione dimezzata al 9 per cento e le multinazionali del web che accorrono a Dublino per farne il loro quartier generale nel vecchio continente. Ma la gente, come già avvenuto in altri paesi, ha mal gradito l’amara medicina e il governo ha perso la maggioranza. Ora rischia di perdere anche il potere.

*lastampa