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I NUMERI- Gabbiadini versus Icardi, in assenza di Gonzalo Higuain

Non ci sarà Higuain questa sera a trainare il Napoli contro l’Inter. Al suo posto, come contro il Verona, Manolo Gabbiadini. L’attaccante bergamasco dovrà vedersela con l’argentino Icardi, capitano nerazzurro. Ecco i numeri dei due bomber a confronto, reso noto dal sito ufficiale della serie A.

 

 

[FOTO] Restyling San Paolo: il Roma rivela come sarà il nuovo impianto

Un mega-restyling in stile Maracanà per il San Paolo. Il nuovo stadio del Napoli disegnato dal Comune comincia a prendere forma in una serie di immagini realizzate dagli uffici tecnici del Municipio. Maxi-schermi e tabelloni luminosi a led esterni a ricoprire i pilastri portanti. E, ancora, una nuova area parcheggio, un sistema capillare di telecamere di videosorveglianza, restyling per bagni, spogliatoi e palestre. Insonorizzazione completa dell’impianto, per bloccare le vibrazioni. Nuovo look per l’area pre-filtraggio, dove saranno migliorati i tornelli. Sostituiti integralmente, poi, i sediolini. Le poltroncine saranno più ampie e adeguate agli standard Uefa. Mentre per la copertura realizzata con Italia ’90 si fanno largo tre ipotesi: demolirla completamente, lasciarla dov’è, migliorandola, o modificarla. La soluzione dipenderà in larga misura dalla disponibilità economica. Il terzo anello, invece, resterà chiuso. Confermata, infine, la pista di atletica a bordo campo. Capienza finale dello stadio: circa 55mila spettatori. Ecco il nuovo tempio del calcio partenopeo immaginato dal sindaco Luigi de Magistris. Il progetto preliminare realizzato dal Servizio Progettazione Realizzazione e Manutenzione Impianti Sportivi del Comune di Napoli è ormai quasi ultimato, mancano solo le ultime limature. La delibera che dà il là all’operazione sarà approvata dalla giunta molto probabilmente la prossima settimana. Costo iniziale dei lavori: 25 milioni di euro, finanziati dal Credito Sportivo. Ma non sono esclusi ulteriori interventi migliorativi che potrebbero essere coperti con le risorse destinate all’ammodernamento degli impianti sportivi napoletani per le Universiadi del 2019, nonché con le pubblicità ed i fondi privati.

IL TEAM. Il progetto preliminare del nuovo San Paolo è stato realizzato dal gruppo di progettazione guidato dal direttore centrale Infrastrutture del Comune di Napoli, l’ingegner Andrea Esposito, responsabile del procedimento l’architetto Aniello Napolitano, mentre del gruppo di progettazione fanno parte l’istruttore tecnico Aniello Manzo, il geometra Domenico Menniti, l’istruttore tecnico Salvatore Riccardi, il funzionario geometra Aldo Siniscalco, il funzionario Ingegnere Nicola Speranza. A completare la squadra i collaboratori edili architetti Simona Fiorenza e Ilaria Iuliano e l’ingegnere Vincenzo Spalice, giovani tirocinanti del progetto Garanzia Giovani e autori delle immagini renderizzate che corredano il programma presentato al Credito Sportivo e che ci consentono di ammirare lo stadio come sarà in futuro.

COSA SI FARÀ? Il piano prevede l’«adeguamento dell’impianto in conformità alle direttive della Uefa, la verifica di idoneità statica della struttura, la certificazione di rispondenza degli impianti alle normative vigenti, l’ottemperanza alle prescrizioni impartite dagli Organi Superiori di controllo (Gos, Cpv, Questura).

GLI INTERVENTI. I punti fondamentali sono 17: «La sostituzione della totalità dei sediolini, dei piazzali e delle gradinate, che saranno impermeabilizzate. Il completamento e la messa in sicurezza e la verifica strutturale delle carpenterie metalliche (verifica bullonatura ed opere accessorie). Il ripristino e la messa in sicurezza dei cancelli interni e di intervarco, nonché delle opere in ferro. Stessa operazione per la copertura esistente, con integrazione analoga quale opera di adeguamento funzionale. Quindi, le opere edili di ripristino funzionale dei locali uffici, sale conferenze, ospitalità, spogliatoi, compresa l’attintatura delle opere in cemento. Le opere generali per il mantenimento della sicurezza e la realizzazione di area da adibire ad autorimessa. La realizzazione di nuovi blocchi bagni e il rifacimento di parte del totale di quelli esistenti. La manutenzione straordinaria delle strutture in cemento armato (salvaguardia biennale dei copri ferri). L’adeguamento funzionale e la ristrutturazione dell’impianto videosorveglianza. L’attintatura delle opere in ferro. Il ripristino e il mantenimento dell’efficienza dei tornelli. Il contenimento delle emissioni sonore durante gli eventi nelle zone con presenza di edifici con civili abitazioni poste in vicinanza dell’anello stadio. La messa in opera di nuove reti di distribuzione idrica ed antincendio. La ristrutturazione locativa ed impiantistica delle palestre e degli uffici posti nei locali interrati, con la realizzazione di un impianto di ricambio aria. Infine, la sostituzione delle botole di accesso al campo con sistema automatico di apertura-chiusura.

CAPIENZA 55MILA POSTI. La capienza dello stadio sarà ridotta da 60mila a 55mila spettatori, in ossequio alle nuove norme Uefa che prevedono regole rigide per le vie di fuga, con corridoi per 10mila spettatori per ogni settore. I nuovi sediolini, in compenso, saranno più larghi e confortevoli. Saranno installate poltroncine antivandalo, costo circa 6 milioni di euro. L’ammodernamento dell’impiantistica prevede anche l’adeguamento degli impianti elettrici e idrici, con nuovi bagni anti-teppista, per limitare i danni che l’amministrazione è chiamata ad affrontare ogni settimana, ed il rifacimento degli spogliatoi.

PISTA DI ATLETICA. Sarà rimessa a nuovo la pista di atletica, adeguata alle norme Coni. I lavori prevedono una completa ripavimentazione. Costo: circa un milione di euro. L’obiettivo del Comune è di averla pronta per le Universiadi a Napoli del 2019.

ZONA PRE-FILTRAGGIO. Sarà interamente rifatta l’area delle recinzioni esterne, cosiddetta zona di “pre-filtraggio”, realizzata per l’adeguamento della sicurezza dello stadio secondo le direttive del decreto Pisanu del 2006. Tutta l’area sarà ristrutturata con l’installazione di arredi urbani e decorazioni esteticamente più gradevoli, senza inficiare le esigenze di sicurezza.

NUOVA COPERTURA. Tre le ipotesi al vaglio per la copertura in metallo. La prima, la più radicale e costosa, prevede la rimozione integrale per recuperare la forma dell’antico catino di Carlo Cocchia. I pilastri saranno rivestiti di tabelloni pubblicitari luminosi. In alto, invece, megaschermi faranno scorrere high-lights e spot. La seconda ipotesi prevede una rimozione parziale dello scheletro metallico esterno, con delle migliorie tecniche. La terza, infine, lascia intatta l’armatura esterna, coprendola con un telone. Il progetto, inoltre, prevede la possibilità di rivestire interamente la copertura con pannelli fotovoltaici, con un’estensione di circa 36mila metri quadrati, che alimenteranno i maxi-schermi a led posizionati al di sotto, sia nella zona attualmente occupata dal terzo anello, sia sui pilastri. L’intenzione del Comune è di affidare la gestione della copertura alla ditta esterna che la realizzerà. Un intervento a costo zero per le casse pubbliche, visto che il privato potrà beneficiare degli incassi degli sponsor dei tabelloni per tutta la durata dell’appalto.

DURATA LAVORI. I primi cantieri per la manutenzione straordinaria partiranno secondo la road map del Comune entro luglio e dureranno circa 2 anni. Lo stadio sarà ristrutturato a pezzi, in modo da non interferire con il campionato di calcio e le altre iniziative sportive.

FONTE: IL ROMA. 

 

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Il Mediterraneo fra trivelle, navi cisterna e turismo, Medtrends : “Così rischia di collassare”

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Il progetto Medtrends del Wwf illustra le sette “attività conflittuali” nei nostri mari. E mette in guardia: “E’ il bacino con più turisti al mondo e quello più inquinato, basta con petrolio e gas”

SUL PICCOLO Mar Mediterraneo, lo 0,8 per cento degli mari del mondo, si muove il 25 per cento del traffico mondiale di idrocarburi (due terzi dei quali approdano altrove, tra l’altro). La pressione è notevole: ogni anno nel mare african-europeo vengono rilasciate tra le 100 mila e le 150 mila tonnellate di idrocarburi (la fonte è l’Unep, il programma ambientale dell’Onu) che regalano, oggi, alle acque temperate di casa il primato per la densità di catrame pelagico: è il triplo del Mar dei Sargassi, che segue in questa classifica, e dieci volte la media registrata su tutti i mari aperti. Il greggio che si deposita sui fondali ha effetti cancerogeni e mutageni sulla fauna di fondale che durano decenni.

Il rapporto finale del Wwf del gennaio scorso – “Progetto Medtrends, tendenze dei potenziali impatti ambientali e conflitti nei mari italiani” – mostra la rischiosa sovrapposizione di attività economiche nel bacino. Sono sette i settori economici presi in considerazione, tra questi l’attività estrattiva che riguardale le 88 trivelle “entro le dodici miglia” che domani saranno sottoposte a referendum. Progetto Medtrends ha preso in esame gli otto paesi europei di costa e segnala come nei prossimi quindici anni queste attività cresceranno notevolmente “e si accentueranno i conflitti tra diversi settori economici facendo emergere potenziali impatti ambientali”. Una corsa all’oro non governata sta trasformando l’economia blu in un affare non sostenibile. Le trivelle, sostiene il rapporto, hanno una loro aliquota di responsabilità. Già. Le attività di esplorazione, estrazione, trasporto e stoccaggio del petrolio e del gas sono aumentate in particolare nei paesi che tradizionalmente non sono produttori di petrolio come la Croazia, Cipro e, appunto, l’Italia.

mari italiani sono preziosi. Delle 8.750 specie elencate nelle liste che indicano le biodiversità marine, il 10% è nota esclusivamente da noi. Delle dieci specie di cetacei presenti nel Mar Mediterraneo otto sono anche nelle acque italiane (balenottera comune, capodoglio, delfino, globicefalo, grampo, stenella, tursiope, zifio). Le dune di sabbia occupano più di 3.000 chilometri di costa e 27 aree marine protette e 2 parchi sommersi tutelano 228mila ettari di acque.

Tutti gli 8300 chilometri delle coste italiane sono interessati da un elevato livello di urbanizzazione: il 30% della popolazione vive nei 646 comuni affacciati sul mare. Negli ultimi 65 anni sono stati consumati 10 chilometri di suolo l’anno, indifferentemente sulla costa adriatica, quella tirrenica, in Sicilia e in Sardegna. Secondo i dati di Federutility (la Federazione delle imprese energetiche e idriche), due italiani su dieci non dispongono di rete fognaria, tre su dieci sono senza depuratori e 9 milioni al Sud in particolare hanno seri problemi di approvvigionamento idrico. In questo contesto da “crisi ambientale” lo sfruttamento degli idrocarburi è uno dei fattori rilevanti di pressione antropica sui mari italiani. I ventidue permessi concessi per l’estrazione “al largo” e le sessantanove concessioni di coltivazione (dati del 2014) occupano 140 mila chilometri quadrati, che rappresenta un quarto della superficie delle acque nazionali. Nel settembre 2013 è diventato operativo il divieto delle attività nella fascia di 12 miglia marine dalle costa, ma sono stati fatti salvi i procedimenti in corso alla fine di giugno 2010 nel Medio e Basso Adriatico, nel Canale di Sicilia ed è stata inserita una nuova zona di sfruttamento grande quanto la Corsica tra la Sardegna e le Baleari.

La movimentazione di prodotti petroliferi verso 14 porti italiani è il tipo di carico più importante nel traffico merci. Il trasporto marittimo ha impatti negativi sull’ambiente marino, tra cui inquinamento, sversamenti di petrolio e di agenti chimici, introduzione di specie non autoctone attraverso pratiche errate di eliminazione delle acque di zavorra. Ed è una delle cause principali di collisioni con mammiferi marini. In 22 anni – dal 1985 al 2007 – nel bacino del Mediterraneo si sono verificati 27 gravi incidenti con un versamento complessivo di 270.000 tonnellate di idrocarburi. Solo la Haven naufragata nel 1991 al largo di Genova aveva un carico di 144.000 tonnellate di petrolio: siamo il paese maggiormente colpito da questo tipo di incidenti, seguiti a grande distanza da Turchia e Libano.

Analizzando le sette (conflittuali) attività di mare, il rapporto segnala che nel Mediterraneo è cresciuta fortemente l’acquacoltura, con tassi di sviluppo regionali del 70% tra il 1997 e il 2007. E’ diminuito il pesce in mare, è aumentato il suo consumo: il pesce d’allevamento è stata la soluzione. In particolare, la molluschicoltura, quindi gli allevamenti di branzini (o spigole) e di orate. Gli impianti di acquacoltura, d’altronde, sono distribuiti su quasi tutta la costa italiana.

Il turismo costiero, ancora, rappresenta il 35% del totale del mercato turistico italiano: con 47mila esercizi e 1.592.580 posti letto, l’Italia rappresenta il più grande mercato di destinazione crocieristica d’Europa, cresciuto del 6,37% in un solo anno dal 2014 al 2015, con 10,9 milioni di passeggeri finali. Nel 2012 i porti italiani hanno registrato 6,5 milioni di accessi, secondo l’Italian Cruise Watch nel 2014 Venezia e Civitavecchia sono state le destinazioni più scelte dalle principali compagnie di crociera.

Ecco tra le sette economie presenti nel Mediterraneo – ricapitolando: attività estrattiva in mare e turismo; pesca, acquacoltura e traffico merci; estrazione di petrolio e gas a terra e attività militari – il conflitto è crescente. E la mancata regolazione, dice il rapporto, può portare a uno scontro economico che depaupera patrimoni naturali, sottrae ricchezza ed è premessa per disastri ambientali.

Per l’organizzazione ambientalista Wwf non vale la pena puntare sulle trivelle: l’attività estrattiva vale in tutta l’area mediterranea (a terra e in mare) 300 mila posti di lavoro, quando l’industria turistica (nel Mediterraneo arriva il 31 per cento dei turisti del mondo) garantisce 7 milioni e 642 mila posti di lavoro. Trasformati in euro, fanno 19 milioni l’anno contro 348 milioni. “Se una piattaforma mediterranea avesse un incidente simile a quello accaduto nel Golfo del Messico nell’aprile 2010, il venti per cento del nostro mare sarebbe coperto di petrolio”. La tesi finale del Wwf è: “Il rischio che corriamo è molto superiore ai benefici che ne riceviamo”.

vivicentroit-cronaca / larepubblica / Il Mediterraneo fra trivelle, navi cisterna e turismo: “Così rischia di collassare” di CORRADO ZUNINO

Michel Tubiana: “La Francia non faccia affari ignorando i diritti umani”

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                                             Michel Tubiana di Euromed

Il presidente Michel Tubiana di Euromed, una rete di Ong impegnate nel Mediterraneo: “La posizione del nostro governo sul ricercatore italiano è scandalosa. Non è possibile fare finta di niente”

PARIGI. “Il silenzio del governo francese sulla morte di Giulio Regeni è scandaloso”. Michel Tubiana è da tempo in prima linea nella difesa dei diritti umani. Già alla guida della Ligue des Droits de l’Homme, ora presiede EuroMed, rete di Ong che lavorano sulle due rive del Mediterraneo. “Sono d’accordo con quanto scritto dal New York Times: François Hollande non può fare finta di niente” spiega Tubiana, 63 anni, che insieme ad Amnesty e altre associazioni ha incontrato qualche giorno fa il consigliere diplomatico dell’Eliseo per elencare i tanti abusi del regime di Al Sisi.

Hollande arriva domani al Cairo. Si farà carico delle proteste?
“Il Presidente va in Egitto per fare affari ma la Francia non può permettersi di ignorare le continue violazioni dei diritti umani da parte del regime. Nelle prossime settimane molte Ong potrebbero essere bandite e processate in base alla legge sul finanziamento straniero. È necessario fermare subito questa deriva”.

Cosa avete chiesto all’Eliseo?
“La legge contro le Ong deve essere subito annullata. Bisogna ottenere la liberazione dei prigionieri politici, tra cui alcune figure emblematiche della rivoluzione del 2011. Ci preoccupano gli abusi contro la libertà di manifestare e l’impunità delle forze dell’ordine come dimostra il caso Regeni ma anche quello di Eric Lang, morto nel 2013 in condizioni misteriose”.

Perché il caso di Lang è stato ignorato?
“La nostra diplomazia è probabilmente più preoccupata di proteggere le relazioni politico-economiche con l’Egitto che di cercare la verità su un cittadino francese morto in un commissariato del Cairo. È vergognoso. Siamo stati noi a denunciare, con la famiglia Lang, questo caso. Ci è sembrato ancor più doveroso farlo dopo aver visto come si è comportato il governo italiano su Regeni”.

La Francia dovrebbe spalleggiare l’Italia nella richiesta di verità su Regeni?
“Penso proprio di sì. Spero che Hollande sia chiaro anche se nessuno in questa storia è totalmente innocente. Anche il vostro paese, come la Francia, ha finanziato e dato armi al regime. Ma ci deve essere un patto su valori minimi condivisi. Oggi chiunque esprima dissenso in Egitto è esposto alla vendetta. Persino noi dobbiamo nascondere i nostri collaboratori egiziani per proteggerli”.

La vendita di armi e la firma di contratti milionari è incompatibile con la difesa dei diritti umani?
“Non so se sia incompatibile ma visto che Hollande si vanta di avere un rapporto speciale con Al Sisi deve usarlo a fin di bene. Dal 2013 ci sono state decine di migliaia di persone arrestate o processate senza garanzie di difesa. Ogni mese ci sono un centinaio di persone che scompaiono nel nulla. La situazione dei diritti umani in Egitto sta tornando a livelli peggiori di quando c’era Mubarak. Hollande non può arrivare al Cairo con gli occhi bendati”.

Quale sarebbe il modo giusto per condurre questa battaglia?
“Da quello che abbiamo capito durante l’incontro all’Eliseo Hollande preferisce fare le sue rimostranze in sede privata, durante i colloqui riservati con Al Sisi. Per alcuni è il modo più efficace per ottenere davvero dei risultati. Non ne sono sicuro. E comunque noi gli abbiamo suggerito di lanciare comunque un segnale, ad esempio incontrando alcune Ong all’ambasciata francese”.

E se invece ci sarà ancora silenzio?
“Con un ragionamento molto cinico la nostra diplomazia s’illude che l’Egitto possa ancora garantire la stabilità nella regione. Non è così. Il regime non controlla più molti territori, come il Sinai. Il governo è corrotto, diviso al suo interno. L’Egitto oggi è un gigante con i piedi d’argilla. Il calcolo della Francia è miope: sul lungo periodo non ci potrà essere stabilità con questo regime”.

vivicentro.it-cronaca / larepubblica / Michel Tubiana: “La Francia non faccia affari ignorando i diritti umani” ANAIS GINORI

 

Trenord, le guardie armate salgono a bordo: in 100 per controllare le linee più pericolose

                                           Trenord Security

Trenord Security – Per ora solo sei hanno completato il corso e superato l’abilitazione della prefettura. Sorvegliano la Milano-Bergamo, sulla Treviglio-Varese e sulla Como-Monza. Maroni su Twitter: “E’ per la sicurezza dei lavoratori”

Sono sei, diventeranno cento. E sono i primi che hanno superato il corso per diventare guardia particolare giurata e che hanno ricevuto dal prefetto l’abilitazione a operare negli ambiti ferroviari, su treni e stazioni. Sono armati e da ieri presidiano i treni delle linee Trenord Milano-Bergamo, Treviglio- Varese e Como-Monza. È la novità annunciata ieri dalla società che gestisce le linee dei pendolari in Lombardia e che rappresenta uno sforzo in direzione di un aumento della sicurezza sui convogli. Una decisione arrivata anche come risposta alla gravissima aggressione subita a giugno dello scorso anno, quando il capotreno Carlo Di Napoli fu ferito al braccio con il machete da un gruppo di latinos. Il numero delle guardie, che sono dipendenti della società Securitalia, è destinato a crescere: nei prossimi mesi dovrebbero diventare un centinaio, per coprire la maggior parte delle linee in tutte le province. Il loro compito sarà soprattutto quello di prevenire situazioni a rischio e di monitorare in anticipo soggetti che possono risultare sospetti.

Costato circa 8 milioni di euro – messi in gran parte dalla Regione – , questo appalto prevede per la prima volta la presenza di persone armate su richiesta diretta di Trenord, che ha quindi deciso di farsi carico della questione sicurezza: durante Expo erano presenti sui treni diverse centinaia di vigilantes che erano però disarmati. L’assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte, nell’annunciare la notizia, non ha mancato di polemizzare con il governo: “Sulla sicurezza è completamente latitante, benché la responsabilità sia tutta nelle sue mani. Avevamo chiesto di potenziare la polizia ferroviaria, poi avevamo insistito perché il governo lasciasse sul territorio lombardo i militari impiegati per l’Expo. Picche”.

Mettiamo guardie armate sui treni di @LombardiaOnLine per aumentare la sicurezza dei viaggiatori e degli operatori

Trenord Security

Per questo la Regione ha prima utilizzato i vigilantes e poi, in accordo con le prefetture, ha varato l’operazione guardie giurate, che “Saranno concentrate – spiega Sorte – sulle linee più calde, dove le aggressioni si moltiplicano”. Le cronache segnalano periodicamente furti e rapine ai danni di controllori e passeggeri e vandalismi alle carrozze. La manovra sicurezza fa parte di un disegno già avviato qualche settimana fa, che tra l’altro prevede che tutti i dirigenti della società ferroviaria regionale, compreso l’amministratore delegato, dedicheranno ogni mese tre ore del proprio tempo a fare i controllori sui treni.

Lo ha ricordato ieri il governatore Maroni: “Un’iniziativa bella e utile – ha scritto su Facebook, – così si aumenta la sicurezza di chi viaggia e si combatte l’evasione di chi non paga”. Il governatore ha anche scritto su Twitter: “Mettiamo guardie armate sui treni della Lombardia per aumentare la sicurezza dei viaggiatori e degli operatori” ha scritto allegando l’articolo di Repubblica che riporta la notizia.

Nel frattempo l’assemblea degli azionisti Trenord, presieduta dall’amministratore delegato Cinzia Farisè, ha nominato alla presidenza Barbara Morgante, amministratore delegato di Trenitalia. Un passo avanti, secondo gli osservatori, verso il progetto di cessione del la quota del 50 per cento della società regionale alle Ferrovie dello Stato, che detiene l’altra metà. “La Regione Lombardia non è contraria – ha detto Maroni – ma occorre risolvere alcuni problemi, tra cui il principale è relativo agli investimenti sulla rete ferroviaria regionale. Stiamo facendo delle valutazioni per capire se è utile o meno l’operazione, abbiamo tempo per tutto il 2016”.

vivicentro.it-nord-cronaca / larepubblica / Trenord, le guardie armate salgono a bordo: in 100 per controllare le linee più pericolose di LUCA DE VITO

Domenica HAIL STORM al Nord, weekend soleggiato e caldo al Sud

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Weekend soleggiato e caldo, Domenica nuovi temporali con grandine al Nord
L’alta pressione che sta invadendo la nostra Penisola sembra volere sostare su molte regioni italiane per parecchi giorni, probabilmente anche per il prossimo  weekend soleggiato , ma il Nord ne sarà un po’ ai margini cosicché aria più instabile lo interesserà. Vediamo quindi come si preannuncia il tempo per il prossimo fine settimana.
SITUAZIONE – Un campo di alta pressione a matrice africana sta avanzando sull’Italia a partire dalle regioni meridionali verso il Nord. Nel corso del weekend l’alta pressione si rafforzerà ulteriormente al Centro-Sud, mentre al Nord subirà una temporanea diminuzione.
WEEKEND – Per quanto riguarda il Centro-Sud, sia sabato che domenica il sole sarà prevalente su gran parte delle regioni con temperature decisamente molto miti, anche estive al Sud, come in Puglia dove si potranno raggiungere i 30°. Cosa diversa per il Nord, sabato qualche pioggia o temporale interesserà le Alpi occidentali, mentre Domenica giungerà HAIL STORM (tempeste di grandine, ndr), i temporali diverranno via via più diffusi su gran parte delle regioni a partire dal Nordovest verso il Nordest in serata. I settori più interessati sembrano essere le Alpi, le Prealpi e le alte pianure, ma non è escluso che i fenomeni raggiungano anche le zone più centrali della Pianura. E’ proprio sulle alte pianure che non possiamo escludere delle trombe d’aria o piccoli tornado!! Senza dubbio si potranno verificare anche delle grandinate, per cui prestare attenzione.
Situazione ed evoluzione generale
L’alta pressione africana ha invaso l’Italia a partire dalle regioni meridionali, dove è arrivata “Hot Storm”, una tempesta di caldo che porterà temperature fino a 33/34° al Sud. Caldo anche sul resto del Paese con valori massimi fino a 24/26°. Weekend all’insegna dell’ampio soleggiamento, ma sabato ancora temporali forti su Novarese, Varesotto, val d’Ossola, Biellese e Comasco. Domenica in arrivo temporali e grandinate su gran parte delle regioni settentrionali, specie su Alpi, Prealpi e alte pianure e localmente zone centrali della Pianura Padana, possibili trombe d’aria. Gran sole al Centro-Sud. Lunedì residua instabilità sul Triveneto, ancora con qualche pioggia o breve temporale, sole altrove.
Sabato 16 Aprile 2016
Temporali in arrivo su Novarese, val d’Ossola, Biellese, Varesotto e Comasco, anche forti e con grandinate. Pioviggine sul Viterbese. Sole al Sud e poco o parzialmente nuvoloso altrove.

NORD

Temporali e grandinate su Piemonte settentrionale e Lombardia nordoccidentale, più soleggiato altrove.Temperature

Stazionarie.CENTRO e SARDEGNA

Qualche addensamento di passaggio e pioviggine sul Viterbese.Temperature

Stazionarie.SUD e SICILIA

Bel tempo.Temperature

In aumento.

Domenica 17 Aprile 2016
HAIL STORM al Nord, con temporali e grandinate su Alpi, Prealpi, alte pianure e localmente zone centrali della Pianura Padana. Possibili trombe d’aria!! Qualche pioggia anche in Liguria. Bel tempo altrove.

NORD

Peggiora con forti temporali e grandinate diffuse su tutti i settori a Nord del Po, bel tempo al di sotto del grande fiume. Piogge sparse in Liguria.Temperature

Stazionarie.CENTRO e SARDEGNA

Cielo sereno o poco nuvoloso, salvo addensamenti lungo le coste adriatiche.Temperature

Pressoché invariate.SUD e SICILIA

Tutto sole.Temperature

In aumento.

Lunedì 18 Aprile 2016
Un po’ instabile sul Triveneto con molte nubi, piogge sparse e locali temporali sui settori montuosi. Nubi ma innocue al Centro, altrove più soleggiato.

NORD

Instabile sul Triveneto e Alpi lombarde con qualche pioggia o breve temporale, più soleggiato altrove.Temperature

StazionarieCENTRO e SARDEGNA

Transito di nuvolosità diffusa, ma innocua.Temperature

Senza particolari variazioni.SUD e SICILIA

Bel tempo.Temperature

In aumento.

APPROFONDIMENTO anche per singole Regioni e Città su:

Nord

Valle d’Aosta

Piemonte

Liguria

Lombardia

Trentino Alto Adige

Veneto

Friuli Venezia Giulia

Emilia Romagna

Centro

Toscana

Marche

Umbria

Abruzzo

Lazio

Molise

Sud e isole

Puglia

Campania

Basilicata

Calabria

Sicilia

Sardegna

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Stefano Bonaccini: “Un tema marginale, abbiamo già bloccato le nuove trivellazioni”

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Il governatore dell’Emilia,  Stefano Bonaccini : “Se vado voto no. Il governo ha già modificato i punti dello Sblocca Italia per noi inaccettabili Ora c’è un can can politico su un quesito inutile”

ROMA. Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, se andasse alle urne sarebbe comunque per il No. “Sto valutando se andare o meno a votare. Ma questo referendum sulle trivelle non serve, è stato strumentalizzato politicamente. Si sta facendo un can can su un quesito marginale”.

Bonaccini, nove governatori, tra cui sette che hanno le trivelle in casa e sono del Pd, hanno promosso il referendum contro, lei si dissocia?
“Non mi piacciono le patenti di ambientalismo. Però nei mesi scorsi ho assunto personalmente l’impegno per arrivare a modificare parte dello Sblocca Italia, in particolare l’articolo 38, dicendo prima della campagna referendaria che ritenevo inaccettabili alcune scelte, a partire dalla possibilità di avviare nuove trivellazioni entro le 12 miglia marittime”.

L’unico quesito rimasto lo ritiene inutile?
“Secondo me lo strumento del referendum non è adeguato”.

Michele Emiliano, il presidente della Regione Puglia, capofila delle regioni referendarie, quindi sbaglia?
“Rispetto l’opinione di Michele, che è un amico, ma su una questione sbaglia di grosso: non è vero che con il governo non abbiamo trattato, tant’è che come presidente dell’Emilia Romagna mi feci carico di andare a un incontro con l’esecutivo la sera del 10 dicembre scorso con altri amministratori. Emiliano non poté partecipare. Dopo quell’incontro il governo capì di dovere modificare i punti a nostro parere sbagliati. Ben cinque dei sei quesiti sono stati ritenuti superati”.

Ma votando Sì al quesito rimasto si interrompe la durata delle concessioni.
“Tra i tanti in buonafede c’è chi è in malafede e racconta che la vittoria del Sì impedirebbe nuove trivellazioni nelle 12 miglia. Abbiamo già detto che sono impossibili”.

In Emilia Romagna c’è una quota rilevante di concessioni, non ritiene sia il caso di rimetterci mano?
“Si devono fare valutazioni nel merito, caso per caso. E per sicurezza e tecnologia noi siamo ai vertici internazionali. Il referendum sta assumendo un significato politico che rischia di demonizzare un intero settore industriale. Non a caso tutti i sindacati del comparto, che generalmente non sono teneri col il governo, stanno protestando perché preoccupati di migliaia di posti di lavoro. Condivido la proposta di Prodi affinché le royalties delle trivellazioni siano conferite a investimenti nei territori per il sostegno alle fonti di energia rinnovabili”.

Lei si asterrà quindi?
“Sto valutando se andare o meno. Nel 2003 sull’articolo 18 rimasi a casa, quando i Ds fecero campagna per l’astensione. Il quorum stabilisce di per sé la legittimità del non voto, come detto dal presidente emerito Giorgio Napolitano”.

vivicentro.it-politica /larepubblica / Stefano Bonaccini: “Un tema marginale, abbiamo già bloccato le nuove trivellazioni” di GIOVANNA CASADIO

Irpef, il torchio delle addizionali locali sulle buste paga

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Irpef – Negli ultimi tre anni, secondo i dati della Uil, il gettito dell’addizionale comunale è salito dai 4 miliardi del 2013 ai 4,4 del 2015. Una famiglia media paga 216 euro a Roma e 192 a Napoli, Torino e Milano

ROMA – Irpef – Il recente rapporto dell’Ocse, dedicato al “Taxing Wages” ha ricordato come il peso delle tasse sulla busta-paga degli italiani sia ancora molto alto. Il cosiddetto cuneo fiscale, cioè la somma di imposte e contributi che pesano sullo stipendio a fine mese, è ormai quasi al 49 per cento e questo ci pone al quinto posto tra i 34 paesi industrializzati analizzati dall’organizzazione di Parigi. Certamente il problema è stato affrontato con l’operazione 80 euro: l’operazione-bonus, sebbene scattata già nel 2014 anno cui si riferisce l’indagine Ocse, viene contabilizzata come una spesa e non contribuisce ad abbattere, come sarebbe giusto, quel dato del 49 per cento. Non si scorge neppure l’abbattimento del costo del lavoro dall’Irap, a pieno titolo nella partita del cuneo fiscale, perché è scattato pienamente solo dal 2015 e i dati dell’Ocse sono realtivi al 2014.

Ma detto tutto questo e ricosciuta l’azione del governo cui non danno il giusto merito i dati dell’Ocse, resta fatto che il lavoratore medio continua a sobbalzare ogni volta che getta gli occhi sulla propria busta paga. Soprattutto se guarda a quelle due “caselline” dello stipendio che riguardano le addizionali Irpef locali e che entrano anch’esse a pieno titolo nella partita cuneo. Anche in questo caso non si deve dimenticare che è in atto un blocco a partire da quest’anno delle tasse locali, deciso con la legge di Stabilità e bisogna anche riconoscere che la situazione dei sindaci, oppressi dai tagli, è quanto mai difficile.

Tuttavia l’aumento c’è stato e il torchio delle tasse locali stringe sempre di più: se prendiamo ad esempio il gettito dell’addizionale comunale Irpef scorgiamo che negli ultimi tre anni, secondo i dati della Uil servizio politiche territoriali, è salito del 10 per cento dai 4 miliardi del 2013 ai 4,4 del 2015. Una famiglia media, che sarà chiamata alle urne nel prossimo giugno per le elezioni municipali, paga – sempre secondo la Uil – 216 euro a Roma e 192 a Napoli, Torino e Milano. Il peso delle addizionali – aspetto che non sempre viene considerato – è assai più doloroso delle aliquote nazionali Irpef: perché le aliquote nazionali vengono applicate dopo le detrazioni per reddito da lavoro dipendente che entrano in ciascuna busta paga mentre le addizionali vengono calcolate sull’imponibile pieno. Tutti si augurano che il torchio venga allentato e che magari l’argomento diventi oggetto di campagna elettorale, accanto a tanti altri temi importanti.

vivicentro.it-economia / larepubblica / Irpef, il torchio delle addizionali locali sulle buste paga di ROBERTO PETRINI

‘ Ndrangheta, arrestati sei trafficanti di droga: sequestrata coca, un milione in contanti e un lingotto d’oro

‘ Ndrangheta – Basi logistiche in Lombardia e cervello in Calabria, il gruppo era composto da personaggi vicini alla cosca ‘ ndranghetista ‘Ruga-Loiero-Metastasio’ di Monasterace

Oltre un milione di euro in contanti, un lingotto d’oro da un chilo, 180 chili di cocaina e 112 chili di sostanza da taglio. Sono alcuni dei dati dell’operazione ‘Mar Ionio’ che ieri si è conclusa con l’esecuzione da parte dei carabinieri del comando provinciale di Milano di sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Milano su richiesta della locale Dda nei confronti di altrettanti pregiudicati. Sono tutti ritenuti i capi, promotori e finanziatori di un’associazione finalizzata al traffico internazionale e allo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari hanno eseguito perquisizioni domiciliari nei confronti di altre 28 persone in Calabria, Lazio, Lombardia, Piemonte e Sicilia.

Le indagini, avviate nel dicembre 2011 e condotte dal Nucleo Investigativo di Milano, hanno consentito di smantellare un gruppo con la base logistica nell’area milanese dedito al traffico internazionale di cocaina e composto prevalentemente da calabresi vicini alla cosca ‘ndranghetista “Ruga-Loiero-Metastasio” di Monasterace (Reggio Calabria). Nel corso dell’inchiesta, i carabinieri hanno scoperto un laboratorio per il taglio, il confezionamento e lo stoccaggio della droga, allestito a Sesto San Giovanni (Milano), hanno arrestato un corriere e sequestrato 180 chili di cocaina, nonché 112 chili di sostanza da taglio utilizzata per la lavorazione dello stupefacente che era importato dal Brasile in sacchi contenenti colla per lavorazioni edilizie. In Italia veniva lavorato, smistato sul territorio nazionale e avviato anche in Germania e Olanda.

Gli investigatori hanno documentato la movimentazione di ingentissimi capitali di provenienza illecita e, durante le perquisizioni, sono stati sequestrati 1.150.000 euro in contanti e un lingotto d’oro del peso di 1 chilogrammo.

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Il doppio fronte del premier

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Il doppio fronte del premier – L’iniziativa del governo sul cosiddetto immigration compact, ovvero su un organico pacchetto di misure da proporre all’Ue per affrontare la questione dei migranti, è in sé utile, anzi necessaria.

Ma può anche aiutare il premier a spostare il centro del confronto politico dal terreno scivoloso delle trivelle a quello della condivisione europea di carichi e rischi legati alla nuova incombente ondata migratoria. Il collegamento può sembrare malizioso. Ma in Italia accade sempre così: ogni volta che a occupare la scena è un leader dalla forte personalità, il dibattito tende a spostarsi dal merito delle questioni sul tappeto al giudizio sul leader e sulle sue intenzioni riposte, alla scelta secca fra il campo dei favorevoli e quello dei contrari.

E poco conta se tutto ciò comporta evidenti contraddizioni e repentini cambi di opinione.

Un caso esemplare in questo senso è quello del centro-destra berlusconiano nella versione «di lotta» incarnata dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta. I dirigenti di Forza Italia non hanno fatto particolari sforzi per inventare argomenti polemici contro Renzi e il suo governo: si sono limitati a riprendere senza significative variazioni il repertorio delle accuse lanciate per un ventennio da sinistra contro il loro capo (autoritarismo conclamato, tirannia della maggioranza, attacco alla Costituzione, occupazione degli spazi mediatici, persino conflitto di interessi) e a riutilizzarlo tale e quale contro il presidente del Consiglio. E il patto del Nazareno? E la trionfale, concorde rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza? E il Comitato dei saggi? Tutto dimenticato, tutto cancellato senza nemmeno un filo di autocritica.

Meno clamorose, ma non meno serie, le contraddizioni degli antirenziani di sinistra, in particolare di quelli che restano nel Pd. Non condividono quasi nulla dell’impostazione culturale di Renzi, del suo modo di operare e di atteggiarsi. Ma non vogliono spingere il loro dissenso alle estreme conseguenze (l’uscita dal partito) e non possono vantare al loro attivo prove elettorali vincenti. Allora criticano riforme (legge elettorale e nuovo Senato) di cui hanno inizialmente condiviso l’impianto e che hanno votato nelle occasioni decisive; e si accaniscono su proposte di modifica troppo marginali e troppo tardive per non essere sospettate di strumentalità; infine cavalcano un quesito referendario di non facile comprensione. Il tutto allo scopo evidente di dare qualche spallata al leader. Non tutti hanno la lucidità necessaria per tenere distinti i due piani. All’esempio di Romano Prodi e della sua posizione indipendente sul referendum-trivelle, aggiungo quello di Enrico Letta, che (uso un eufemismo), non ha speciali motivi di gratitudine nei confronti di Renzi: ma, intervistato da questo giornale, non ha esitato ad annunciare il suo voto favorevole alla riforma costituzionale il prossimo ottobre.

Riforma che, come tutte, può essere criticata, ma non andrebbe usata per scopi impropri in un senso o nell’altro. In una democrazia normale la sorte del governo Renzi non dovrebbe dipendere né da un referendum né da un turno amministrativo parziale. Dovrebbe essere decisa in una normale elezione politica, meglio se alla scadenza regolare, oppure da un voto di fiducia del Parlamento. Nell’attesa di uno di questi eventi, un po’ più di coerenza e un po’ di maggiore attenzione al merito dei problemi certo non guasterebbero.

vivicentro.it-editoriale / lastampa / Il doppio fronte del premier GIOVANNI SABBATUCCI

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I rassegnalati

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Rassegnalati – Raramente un apologo riassume la disperante anomalia italiana come la storia affiorata ieri nella trasmissione «L’aria che tira» di La7. Il Comune di Roma lancia l’applicazione per telefonini «Io segnalo», che nei piani dei suoi solerti ideatori permetterà ai cittadini di indicare tutto quello che non va: buche, macchine in doppia fila e altri menefreghismi assortiti. L’iniziativa è anche uno sfogatoio e ottiene un successo prevedibile. Alcuni romani ci prendono gusto e cominciano a intasare di segnalazioni virtuose la polizia municipale del loro quartiere. Uno di questi, un ragazzo di nome Andrea, abita al Pigneto. Ogni giorno gli basta uscire di casa per fare indigestione di parcheggi futuristi sulle strisce davanti a scuola, che lui immediatamente segnala ai vigili tramite l’applicazione. Ma con suo grande dispiacere i vigili non intervengono mai. Finché una mattina lo chiamano, dandogli appuntamento sulla strada. Si presentano in sei a bordo di tre auto e lo apostrofano con la risolutezza degli esasperati: «Siamo pochi e già oberati di lavoro, ci mancavano pure tutte ’ste segnalazioni. Lascia perdere».

Nello sgomento di Andrea ci rispecchiamo un po’ tutti. Un ente locale ti chiede di aiutarlo, tu lo fai e lui ti risponde: lascia perdere. Qualcuno eccepirà che sono stati gli uffici del Comune a promuovere l’applicazione, non i vigili. Peccato che, agli occhi del cittadino, vigili e Comune siano organi dello stesso corpo. Ma in Italia il servizio pubblico è una persona che con la mano ti fa cenno di avvicinarti, poi alza un piede e ti tira un calcio.

vivicentro.it-opinioni / lastampa / I rassegnalati MASSIMO GRAMELLINI

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ESCLUSIVA – Mondini: “Questa sera sarà partita complicata, da prendere con le molle…”

Queste le sue parole in esclusiva

Inter-Napoli è alle porte, questa sera si giocherà un match importante. Ne abbiamo parlato, in esclusiva, con un doppio ex, Luca Mondini:

“Domani partita fondamentale per l’inter e il Napoli, per rincorrere il terzo posto e rosicchiare qualche punto alla Juve”.

Peccato che non ci sarà Higuain, sarà per un altra volta…

“Peccato sì, non vederlo in campo, purtroppo queste situazioni ci sono, vanno accettate, ma il Napoli è un’ottima squadra, Gabbiadini è forte”.

Il secondo posto è da difendere fino alla fine…

“Il Napoli ha fatto una grande stagione, ma la Juventus è imbattibile. Ma mai mollare, il Napoli deve crederci. Gli azzurri possono vincerle tutte. E’ difficile che i bianconeri però perdano punti”.

Mentre sulla tua esperienza all’Inter? Com’è stata?

“Sono riconoscente ai nerazzurri, mi ha migliorato, mi ha cresciuto. Sono molto affezionato. Ho fatto due anni in prima squadra, sono ricordi bellissimi”.

Handanovic? Qual è la qualità che più ti piace di lui?

“E’ uno dei portieri più forti d’Europa. Ha un coraggio incredibile, attacca il pallone come pochi al mondo”.

Mentre Reina?

“E’ uno dei portieri moderni più forti, è un leader, legge le azioni come pochi, simbolo di questo Napoli, insieme ad Higuain”.

Su Hamsik, invece?

“Il centrocampista ha fatto una crescita importantissima, ritengo che Reina e Higuain però sono due pezzi insostituibile, Sarri non può farne a meno”.

L’esperienza col Parma, invece, come va?

“Abbiamo incominciato con grande entusiasmo, i piani sono importanti, possiamo programmare per il futuro. Il Parma merita altri scenari”.

Perché Guidolin, ex tecnico dell’Udinese, ora allo Swansea, non allena qualche grande squadre, nonostante l’ottima stagione che sta disputando in Premier?

“E’ uno degli allenatori più preparati, è innovativi, ma in realtà è un enigma. Potrebbe allenare squadre più importanti, sia per i metodi che per le idee. Avrebbe potuto fare molto di più, magari si è accontentato, bisognerebbe chiederlo a lui”.

La ricetta di Spaletti che ha dato nuova vita alla Roma?

“Ha un carisma strepitoso, lo trasmette in campo. E’ un professionista, ci ho giocato insieme, ed è sempre stato così. E’ un ottimo allenatore. Non guarda in faccia a nessuno, è questa la sua arma. Nessuno avrebbe la forza di lasciare in panchina giocatori come De Rossi e Totti, lui può”.

a cura di Ciro Novellino

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Formigoni … Made in Italy

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Crema, Roberto Formigoni maneggia monete d’oro nel murale sulla scuola incompiuta

Le formiche sono apparse sulla terra 150 Milioni di anni fa, quelle Made in Italy fanno invece parte degli imenotteri di nuova generazione, i formigoni, discendenti diretti delle  prime che si sono integrati talmente bene nel nostro tessuto sociale da non correre alcun pericolo d’estinzione.
Nel processo Maugeri che si sta in questi giorni svolgendo a Milano, i Pubblici Ministeri hanno chiesto pesanti condanne ;
  • 9 anni per l’ex Governatore lombardo Roberto Formigoni
  • 8 anni per l’ex faccendiere “operaio” Pierangelo Dacco’
  • 8 anni per l’ex Assessore alla Sanita’ Antonio Simone.
L’accusa e’ comune :
Associazione a Delinquere (senza ”stampo”) e Corruzione, mal comune “tanto” gaudio.
Le formiche sono infaticabili lavoratrici, nel periodo estivo mettono da parte le provviste che serviranno per l’inverno, i formigoni lombardi, non hanno mai conosciuto le stagioni, dotati di 6 zampe e di un apparato boccale masticatore, hanno fatto incetta di provviste pubbliche per tanti anni.
Nella Regione Lombardia, secondo i Giudici accusatori, vi era una corruzione sistematica e devastante, la Maugeri ed il S. Raffaele, i due Enti depredati da formiconi senza scrupoli, hanno subito un danno di 70 Milioni di Euro.
Formigoni non badava a spese, viaggi in isole da sogno, megabarche, alberghi di gran lusso, cene da mille e due notti, tutto a spese del “sistema”, Lui si difende affermando che i Giudici hanno preso un abbaglio, sono stati allucinati dalle apparenze, hanno preso un colpo di sole che li ha accecati; il loro teorema d’accusa e’ fantascientifico.
Aggiunge poi che la Regione Lombardia ha sempre avuto i conti in ordine, la Sanita’ Pubblica Lombarda, si e’ dimostrata negli ultimi 11 anni la migliore in assoluto nel nostro Paese, fulgido esempio di correttezza, e di parsimonia: fiore all’occhiello della Sanita’ Pubblica.
Vedremo cosa stabiliranno i Giudici, se i tre imputati dovessero essere condannati, bisognerebbe togliere dai loro formichieri tutte le risorse messe da parte in questi ultimi anni, nella speranza che questi imenotteri non facciano parte della ristretta schiera dei Panama Formiconi.
vivicentro.it-opinioni / Formiconi… Made in Italy (Mauro Lo Piano)
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“Lapacadabra” stende il Cesena e lancia il Pescara in alto

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                                                            Pescara – Cesena: Lapadula rilancia le ambizioni play – off del Pescara.

Pescara – Cesena. Anticipo valido per la 36esima giornata del campionato cadetto. In campo scendono due squadre che ambiscono ad un posto nei play – off, dopo che Crotone e Cagliari sembrano avere opzionato, dopo avere sbaragliato ogni tipo di concorrenza, un posto per l’accesso diretto nella categoria superiore.

Corre il 77’, la partita sembra essere bloccata, con entrambe le squadre che fino a quel momento si sono equivalse, senza concedere particolari chance ai propri avversarsi: ma ecco che, Gianluca Lapadula, attaccante di razza, bomber che riesce a vedere la porta sempre e comunque, dopo un eccelso  invito dell’ottimo Pasquato, trova una sforbiciata da “circoletto rosso”, come direbbe l’immenso Rino Tommasi, riuscendo  a battere l’impeccabile, almeno fino ad allora, portiere Gomis.

Quel gesto tecnico di alta scuola vale il vantaggio del Pescara, sebbene la difesa romagnola si affanni a reclamare un fuorigioco inesistente, quanto inutile.  La rete, invece, serve al  Pescara per portarsi avanti. Un goal che riesce a spezzare gli equilibri di una gara che sembrava essersi incanalata verso il binario del risultato ad occhiali.

La gioia dell’attaccante,reclamato a gran voce del C. T. Della Nazionale peruviana, Gareca, sembra essere incontenibile, con l’attaccante scuola Juventus che viene festeggiato da tutti i suoi compagni, compreso il portiere Fiorillo, al rientro, ed autore di un’ottima prestazione dopo le opache performance fornite nelle precedenti uscite. Manifestazioni di giubilo che costano al bomber della serie B anche un cartellino giallo. Ma poco importa.

Il Pescara ha guadagnato la sua terza vittoria di fila, mettendo in “coda” una formazione compatta e lanciata verso i play – off  come il Cesena di Drago, scesa a Pescara con tutte le intenzione di fare punti.

La vittoria, sofferta, va detto, non è merito del solo “Lapacadabra”, sempre preciso e puntuale all’appuntamento con il goal, ma di tutto il collettivo, autore di una prestazione compatta e volitiva. Mister Oddo, dopo avere mostrato qualche segno di cedimento, è riuscito ad inanellare una serie di 3 vittorie di fila, che rilanciano prepotentemente le ambizioni in chiave promozione per la formazione abruzzese, tornata ad ottimi livelli.

Martedì, nel turno infrasettimanale, il Delfino sarà chiamato ad un test probante contro lo Spezia di Di Carlo, formazione tra le più in forma nel panorama cadetto. La sfida in terra ligure, infatti, vedrà contrapposte la due squadre appaiata al terzo posto in classifica. Una tenzone da vivere tutta di un fiuto.

Se la squadra abruzzese dovesse fare risultato pieno contro gli “Aquilotti”, potrebbero veramente riaprirsi scenari gloriosi per gli uomini di mister Oddo, guidati dal sempre più magico “Lapacadabra.”

CHRISTIAN BARISANI

Pescara – Cesena 1 – 0 : “Lapacadabra” non perdona

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                                                            Terza vittoria consecutiva per il Pescara contro il Cesena, che torna a brillare.

Con una rete rete di ottima fattura, firmata dal solito “Lapacadabra”, il Pescara di Oddo guadagna la sua terza vittoria consecutiva, e si issa in terza posizione. Vittoria di volontà e grinta per la formazione di Massimo Oddo, che martedì sarà attesa dalla sfida promozione contro lo Spezia, in condominio al terzo posto con la squadra abruzzese.

LA CRONACA – Pescara – Cesena è il secondo anticipo valido per 36esima giornata del campionato cadetto. Sfida di importanza vitale in chiave play-off, dal momento che entrambe le squadre sono appaiate al sesto posto in classifica a quota 55 punti. Oddo si affida al suo classico 4 – 3 – 2 – 1: Pasquato e Mitrita agiscono alle spalle del bomber Lapadula in avanti. Risponde Mister Drago con il suo classico 4 – 3 – 3: Ciano – Rossetto – Ragusa, formano il tridente offensivo. Arbitra Pasqua di Tivoli.

Primi minuti di gara abbastanza combattuti, con le due squadre, che, tuttavia, non corrono grossi rischi.  Al 20’ tiro franco di Ciano, con Fiorillo che smanaccia. Dopo un solo minuto, grande intervento di Fiorillo su Ciano. Brivido per il Pescara.

Le due squadre cercano di verticalizzare,ma la due difese risultano essere molto attente e precise.

Al 31’ lancio di Pasquato per Lapadula, con l’attaccante italo – peruviano che si lascia respingere il tiro dall’ottimo Gomis. Al 33’ cross di Fontanesi in area, con il provvidenziale intervento di Fornasier in area, che evita guai peggiori per il Pescara.

Al 37’ ci prova Ciano dalla distanza, ma la sua conclusione termina fuori target.

Il primo tempo finisce 0 – 0, al termine di una prima frazione non proprio ricca di emozioni.

Ritmi blindi nell’inizio di secondo tempo, con entrambe le formazioni che non riescono a prevalere.  Al 63’ Grandissimo terzo tempo di Lapula, con Gomis che si salva con i pugni.

Al 78’ Lapacadabra tira fuori dal cilindro la magia numero 22: ottimo verticalizzazione di Pasquato per Lapadula, che trova una sforbiciata che vale il vantaggio del Pescara. Immenso Lapadula. Non ci sono più aggettivi per definire questo attaccante, i cui tocchi sono veramente magici.

All’ 83’ tiro franco di Ciano, con la palla che termina di poco a lato. La gara finisce con la vittoria di misura del Pescara, che vola al terzo posto in classifica.

RETE: 78′ st Lapadula
PESCARA (4-3-2-1): Fiorillo; Vitturini Fornasier Mandragora Zampano; Verre Torreira (45′ st Selasi) Memushaj; Pasquato (41′ st Bruno) Mitrita (30′ st Cappelluzzo) Lapadula. A disp.: Aldegani, Verde, Zuparic, Acosta, Muller Odriozola, Ventola. All.: Massimo Oddo
CESENA: (4-3-3): Gomis; Fontanesi Capelli Caldara (23′ st Magnusson) Renzetti; Kone Cascione Valzania (20′ st Kessie); Ciano Rosseti Ragusa (15′ st Garritano). A disp.: Agliardi, Lucchini, Dalmonte, Succi, Falasco, Perico. All.: Massimo Drago
ARBITRO: Sig. Fabrizio Pasqua (Tivoli)

 

Berretti, Paganese-Juve Stabia, i convocati di Liguori

L’elenco completo

La Juve Stabia, categoria Berretti, affronterà domenica la Paganese per il penultimo turno del proprio campionato. Dopo il passo falso di Avellino si cercherà di chiudere al meglio la stagione. Per i play off serve un miracolo, ma servono i tre punti nelle ultime due gare e sperare anche nei risultati altrui.

Per il match di domenica, mister Nicola Liguori ha diramato la lista dei convocati:

Montella, Borrelli, Noto, Rubino, Rossi, Ioio, Borrelli, Elefante, Lombardi, Mauro, Servillo, Strianese, Vanacore, Melone, Matano, Contieri, Langella, Natale, Del Prete, D’Angolo.

Comicon, Don Rosa ospite dal 22 al 24 aprile: tutti gli appuntamenti

E’ sicuramente uno degli ospiti più importanti di quest’anno al Comicon. Stiamo parlando di Don Rosa, il celeberrimo autore de “La Saga di Paperon de’ Paperoni”, oggetto di un’edizione speciale pubblicata in Italia, per l’occasione, da Panini Comics all’interno della nuova collana “Tesori International”, in uscita in anteprima alla fiera del fumetto in programma alla Fiera d’Oltremare di Napoli dal 22 al 25 aprile.

Don Rosa
Don Rosa By Arthurdewolf (Own work) [CC0], via Wikimedia Commons

La presenza di Don Rosa e la conseguente pubblicazione di un’edizione italiana della “Saga” curata dallo stesso artista americano, rappresentano un’occasione imperdibile per i tanti appassionati di fumetto Disney. L’attesa è alle stelle e in tanti cercheranno un autografo di Don Rosa o un suo disegno da conservare gelosamente; così l’organizzazione del Comicon ha pubblicato sul sito ufficiale della manifestazione una nota ufficiale sugli appuntamenti che vedranno coinvolto il grande fumettista americano:

Come tutti già sapete il grande Don Rosa sarà ospite di Napoli COMICON 2016.
L’autore de La Saga di Paperon de’ Paperoni, incontrerà il pubblico in un incontro aperto a tutti, venerdì 22 alle ore 16.00 presso la Sala Italia.
Dal 22 al 24 aprile troverete Don Rosa presso il suo stand (Pad.2), sempre disponibile, per sole firme (senza obbligo di acquisti). Ma se è un disegno quello a cui ambite, dovrete recarvi presso il Punto Autografi della manifestazione, ecco gli appuntamenti:
  • venerdì 22 alle ore 14.00
  • sabato 23 alle ore 16.00
  • domenica 24 alle ore 15.00
Come poter partecipare a queste tre sessioni?
La mattina dell’appuntamento autografi a cui volete partecipare, basterà recarvi presso il Punto Autografi e lasciare il vostro nome e cognome.
Alle ore 13.00 verranno sorteggiate, tra tutti i prenotati fino a quell’ora, le persone che potranno partecipare alla sessione d’autografi. I fortunati riceveranno un braccialetto che consentirà loro di mettersi in fila per il disegno.
Cosa posso fare con Don Rosa se vengo sorteggiato?
– sarà possibile richiedere un solo disegno per persona, da realizzare su un qualsiasi albo, già in possesso o acquistato per l’occasione, oppure su un foglio bianco di qualsiasi formato.
– il disegno potrà essere richiesto di qualsiasi personaggio, di cui Don realizzerà il volto, a colori e con dedica al richiedente.
– oltre al disegno, ognuno dei fortunati potrà richiedere autografi su altri albi e potrà farsi una foto con Don se lo desidera.
Le sessioni potrebbero durare dalle 2 alle 3 ore in media, a seconda del tempo necessario.

L’ORDA AZZURRA- Ciro Novellino: “Napoli, è mancato solo un pizzico per lo scudetto”

Ciro Novellino, giornalista per Vivicentro, durante il programma radiofonico “l’orda azzurra”, da lui condotto, ha dichiarato:

“Il secondo posto è un gran risultato. Per lo scudetto è mancato un pizzico in più, fondamentale è stata la sconfitta con la Juventus. Ma la causa principale del mancato successo è stato anche il mercato di gennaio. Grassi e Regini non sono stati mai utilizzati, serviva ben altro per insidiare la Juventus. Gabbiadini rimarrà al Napoli, anche l’anno prossimo. Avere la qualificazione diretta è importantissimo. Aurelio De Laurentiis non avrà più alibi, dovrà spendere. Migliorare questa stagione significa fare il primo posto, la prossima.” 

L’ORDA AZZURRA- Gianluca Apicella: “La classifica resterà invariata. Inter? Non bisogna illudersi”

E’ intervenuto, ai microfoni di Vivicentro, durante il programma radiofonico “l’orda azzurra”, il giornalista di Pragma Magazine, Gianluca Apicella: “Non ho visto il Napoli la scorsa partita, ho seguito la favola Leicester.  Ad ogni modo, il campionato sembra equilibrato. La classifica resterà invariata. Gabbiadini non si può discutere. E’ un calciatore universale, può fare tutto. Per poter arrivare al ragazzo serviranno 30 milioni di euro. Inter? Complicato il quarto posto, non bisogna illudersi. I nerazzurri hanno bisogno di stabilità. Inutile parlare di rosa e allenatori, la società ha le colpe maggiori. Inter? Ci saranno molte difficoltà a fare mercato a giugno. I top, come Handanovic e Brozovic, andranno via. Mancini, per fermare gli azzurri, dovrà braccare, con la difesa, Callejon. L’uomo più importante? Sicuramente Samir Handanovic che avrà fatto guadagnare all’Inter più di 20 punti, in questa stagione.

Rendita vitalizia …. Natural Durante

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                                               Rendita vitalizia

Il vitalizio del Parlamentare e’ una rendita concessa al termine del suo mandato, si protrae “Vita Natural Durante”, bastano pochi requisiti ed il gioco e’ fatto.

Primo distinguo :
 
L’attivita’ lavorativa del Parlamentare e’ distinta dall’Istituto pensionistico, si sottrae alle norme del pubblico impiego, come dare torto a questa distinzione, il politico e’ un nulla-facente, ma molto-tenente.

La Previdenza Politica, e’ riservata ai

  • Senatori
  • Deputati
  • Consiglieri Regionali

Articolo 69 della Costituzione Italiana

Fino al 2012 questi emolumenti erano inquadrati sotto forma di accensione di una rendita vitalizia, per essere erogata, occorreva superare solo una soglia di età, ma nello stesso anno Fini e Schifani fecero approvare una nuova norma :

L’ex parlamentare ha infatti diritto a ricevere la pensione a condizione di avere svolto il mandato per almeno 5 anni e di aver compiuto 65 anni di eta’.

Cumulo dei vitalizi e quaterna secca

Nel caso in cui il beneficiario abbia svolto l’attività politica presso più organi Costituzionali, Parlamento Europeo, Consiglio Regionale, Deputato a Montecitorio, o Senatore a Palazzo Madama, ha il “diritto” di percepire altrettanti vitalizi. In questo caso sarebbero 3, se si aggiunge a questi il rapporto previdenziale, abbiamo una ”quaterna secca” di vitalizi.

Manca solo la buona uscita per completare questo misero quadretto pensionistico. Un comune mortale, avendo alle spalle quasi 40anni di “marchette” deve aspettare fino a 67 anni, per andare in pensione , mentre i papaveri della politica avendo alle spalle solo qualche anno di anzianita’ possono ricevere anche 4 vitalizi.

E non finisce qui:

Il carattere distintivo del vitalizio, rispetto alle altre pensioni a carico dello Stato, è che arriva a restituire oltre 7 volte i contributi previdenziali ad esso correlati, ossia versati dal beneficiario o dall’Ente Statale.

In Italia l’unico parlamentare che rifiutò il vitalizio fu il missino Enrico Endrich, eletto una prima volta nelle liste del MSI nel 1953, si dimise nel 1955 prima della fine della Legislatura, per protesta contro l’approvazione della Legge che istituiva il vitalizio per i Parlamentari. Rieletto una seconda volta, completo’ la legislatura e non rinunzio’ alla pensione.

Privilegi da voltastomaco 1

In Italia si continuano a ricevere pensioni di reversibilita’, ne usufruiscono mogli, mariti, figli, fratelli che campano con il vitalizio dell’ex Onorevole estinto. Un assegno circolare che perdura anche se il caro trapassato ha fatto una sola legislatura, un solo mese o un solo giorno come Luca Boneschi dei Radicali, che pur avendo partecipato nel Febbraio dell’82 ad una sola seduta, ha ottenuto la pensione a vita.

Privilegi da voltastomaco 2

Con 945 parlamentari (più i senatori a vita, adesso sono cinque) per ogni legislatura e relativo parentado, gli assegni da pagare sono parecchi, e per parecchio tempo. Nel bilancio 2015 compare una voce, «Assegni vitalizi di reversibilità», e un numero: 25,3 milioni di euro, la cifra complessiva sborsata da Montecitorio per le pensioni de parenti di ex deputati defunti, solo nel 2015.

Per il Senato, che ha un numero minore di componenti, la spesa per le pensioni di reversibilità è più bassa ma sempre milionaria: 18 milioni di euro (in un anno). Significa che gli assegni di reversibilità dei due rami del Parlamento costano ogni anno oltre 40 milioni di euro.

Privilegi da voltastomaco 3

Orevoli Parenti. Alla Camera, gli Onorevoli parenti che godono dei trattamenti previdenziali di reversibilità, sono “solo” 652, le regole per la loro erogazione sono stabilite dall’Ufficio di Presidenza della Camera. Prevedono che il vitalizio del parlamentare estinto, vada al coniuge superstite (nella misura del 60%, più 20% per ogni figlio), oppure in mancanza di vedovi, ai figli superstiti, oppure in mancanza di prole a fratelli e sorelle «che risultino fiscalmente a carico del deputato deceduto.

Cani, gatti, pappagalli e altri animali domestici, non avranno mai la pensione di reversibilita’, inutile farne la domanda nelle sedi appropiate.

I consigli regionali non si sono certo lasciati sfuggire la cuccagna, la Regione Sicilia paga ogni anno 117 assegni di reversibilità che pesano sul bilancio regionale con 6 milioni di euro. Il caso più spettacolare è quello di Anna Maria Cacciola, figlia di Natale Cacciola, messinese che si candidò all’assemblea sicula con il partito Monarchico nel 1947. Dopo solo tre anni l’onorevole (titolo che spetta ai consiglieri regionali in Sicilia) finì il suo mandato, e in base a quei tre anni passati lì maturò il vitalizio di attuali 2mila euro al mese.

Passato a miglior vita, l’assegno è stato trasferito per «reversibilità» alla suddetta figlia Anna Maria, che lo incassa da ben 41 anni, senza aver mai neppure messo piede all’Assemblea Regionale. Così pure gli eredi del marsalese Ignazio Adamo, eletto nel 1955, defunto nel 1973. Da quell’anno, cioè da 43 anni, l’assegno di 3.900 euro è stato versato prima alla vedova, ora – dopo la scomparsa della signora Adamo alla figlia.

Gli assegni vitalizi dello Stato non finiscono mai…. sono come la carta igienica.

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