vivicentro.it-opinione/ Toghe..Variopinte. Mauro Lo Piano
Toghe..Variopinte
Oggi, 9 maggio, 28 popoli celebrano la Festa dell’Europa
Il 9 maggio si celebra la Festa dell’Europa. La data è diventata un simbolo della grande comunità continentale, costituita da 28 stati e oltre 500 milioni di abitanti. La ricorrenza ricorda il 9 maggio 1950, quando uno dei padri fondatori dell’Europa, Robert Schuman, ha presentato la proposta di creare un’Europa organizzata, indispensabile al mantenimento di relazioni pacifiche fra gli Stati che la componevano. La proposta è nota come Dichiarazione Schuman e il 9 maggio 1950 è considerato l’atto di nascita dell’Unione Europea. Per celebrare la Festa dell’Europa le istituzioni dell’UE aprono al grande pubblico le porte delle loro sedi di Bruxelles e …
Strasburgo. Gli uffici locali dell’UE in Europa e nel resto del mondo organizzano una serie di attività ed eventi per un pubblico di tutte le età. In Italia le manifestazioni più importanti si svolgono a Venezia, dove fino al 20 maggio si propongono decine di eventi culturali, laboratori, mostre, spettacoli, iniziative didattiche e scientifiche, dal temaCittadinanza europea: unita nella diversità. Iniziative per festeggiare l’Europa sono programmate a Brescia con una notte bianca e sette differenti palchi musicali nelle strade del centro storico, ad Aosta con Europe direct Vallée d’Aoste, a Cagliari con il concorso fotografico Cagliari città che accoglie sugli scambi internazionali, e sono tante le città che festeggiano il 66esimo compleanno dellìEuropa.
Delineata sulla scia dei pellegrinaggi medioevali, come riteneva il poeta tedesco Wolfgang Goethe, nata sulle rovine della seconda guerra mondiale, l’Unione Europea (UE) rappresenta una realtà unica nel suo genere, che riassume popoli, idee, valori e conquiste civili di un intero continente. L’obiettivo iniziale era di promuovere la cooperazione economica tra i diversi Paesi, partendo dal principio che il commercio produce un’interdipendenza che riduce i rischi di conflitti. Dopo l’istituzione della Comunità economica del carbone dell’acciaio (Ceca) nel 1952, con il Trattato di Roma del 1957 è stata creata la Comunità economica europea (Cee), che ha intensificato la cooperazione economica tra i sei paesi fondatori della nuova Europa: Italia, Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. La creazione di un grande mercato unico, in continuo sviluppo, e l’ampliarsi degli orizzonti dall’economia alla politica, ha portato alla sostituzione del nome Cee con quello di Unione Europea nel 1992 con il Trattato di Maastricht, che entrò in vigore il primo novembre 1993. L’istituzione della moneta unica ha rafforzato la collaborazione e ora il destino di tanti popoli è strettamente collegato a quello dell’Europa.
La Festa dell’Europa è un’occasione per conoscere le radici e ripercorrere storia, tragedie e conquiste, con i nuovi orizzonti che dovranno portare e una comunità ben integrata anche politicamente, con la nascita degli Stati Uniti d’Europa.
Il nome Europa affonda le radici nel mito. La mitologia greca lo faceva risalire a una principessa fenicia, di cui si era innamorato Zeus, il padre degli dei. Europa era la figlia di Telefassa e di Agenore re di Tiro. Affascinato dalla fanciulla, Zeus decise di rapirla e perciò si trasformò in uno splendido toro dal mantello candido come la neve. Si presentò a lei che stava cogliendo dei fiori in riva al mare e con la sua dolcezza si fece accarezzare. Presa confidenza, Europa salì in groppa e il toro subito si lanciò nel mare e raggiunse Creta. Sull’isola Zeus si presentò come divinità e le svelò il suo amore. Dalla loro unione nacquero tre figli: Minosse, Radamanto e Sarpedonte. Minosse divenne re di Creta e diede vita alla civiltà cretese, da cui ebbe origine la civiltà europea. Il nome della principessa innamorata passò poi a indicare il continente europeo. Di là dal mito, l’etimologia del nome Europa è incerta: secondo alcuni deriverebbe dall’assiro Ereb (“occidente”) e significherebbe “terra del buio”, in quanto per i popoli orientali il territorio europeo si trovava a occidente, oltre il tramonto del sole. L’interpretazione più accreditata la fa risalire al greco anticoEurṓpē (“largo sguardo”), che indicherebbe la vasta regione a nord del mar Mediterraneo.
Tra i simboli dell’Europa, il cui motto è Uniti nella diversità, ci sono la bandiera e l’inno. La bandiera europea è a forma rettangolare, di proporzioni 3 per 2, di colore azzurro; al centro ha 12 stelle dorate a cinque punte disposte in circolo il cui centro è al punto di incontro delle diagonali del rettangolo. Tutte le stelle sono disposte verticalmente, cioè con una punta rivolta verso l’alto e due punte appoggiate direttamente su una linea retta immaginaria perpendicolare all’asta. Il numero delle stelle è invariabile e non si riferisce quindi al numero degli Stati membri. Il Consiglio d’Europa ha scelto il numero dodici in quanto simbolo di perfezione e di completezza: «Come i dodici segni dello zodiaco rappresentano l’intero universo, le dodici stelle d’oro rappresentano tutti i popoli d’Europa». Il sito on-line ufficiale dell’Unione Europea spiega così la bandiera: «Le 12 stelle in cerchio simboleggiano gli ideali di unità, solidarietà e armonia tra i popoli d’Europa».
L’inno ufficiale dell’Unione Europea è il celeberrimo brano della Sinfonia n. 9 in Re minore op. 125 di Ludwig van Beethoven. Composto nel 1823, quando l’autore era completamente sordo, è noto come l’Inno alla Gioia, in quanto questo quarto e ultimo movimento della sinfonia comprende parte dell’ode Inno alla Gioia composta dal poeta tedesco Friedrich Schiller nel 1785. Il brano di Beethoven è stato scelto come inno dell’Europa nel 1972 dal Consiglio d’Europa: «senza parole, con il linguaggio universale della musica, questo inno esprime gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall’Europa». Il Consiglio incaricò il maestro Herbert von Karajan, uno dei più grandi direttori d’orchestra del Novecento, a realizzare tre versioni strumentali per piano solo, fiati e orchestra sinfonica. Nel 1985 è stato adottato dai capi di Stato e di Governo come inno ufficiale dell’Unione Europea. Nel 2001 l’Inno alla gioia è stato dichiarato dall’Unesco Memoria del mondo.
vivicentro.it-terza-pagina / italiaitaly / Oggi, 9 maggio, 28 popoli celebrano la Festa dell’Europa (Felice d’Adamo)
Il made in Italy, motore turbo dell’economia italiana
(di Virginia Murru)
Se c’è una caratteristica dell’economia italiana, che si è rivelata stabile e salda nel tempo, che non ha inciampato sulla crisi e la contrazione dell’economia globale, è il ‘made in Italy’, una certificazione internazionale che conferma l’eccellenza dei nostri prodotti all’estero e la garanzia che rappresentano in termini di qualità. L’unico rischio viene dai continui tentativi di contraffazione, adulterazioni e frode a danno di questi prodotti, a nulla servono le protezioni derivanti dai certificati d’origine.
Tra import ed export, c’è un saldo commerciale attivo, riferito al 2015, di ben 122,4 mld. Se fosse così attiva anche la nostra bilancia commerciale (che è una componente della bilancia dei pagamenti, la più importante), l’Italia, in termini economici, avrebbe un profilo alquanto diverso.
Due settori in particolare continuano a ottenere meritati successi nei mercati internazionali, e sono quello alimentare (olio, vini e formaggi, in particolare, sono al top, dato che hanno ben pochi rivali), e il settore dell’abbigliamento-moda, che porta alto il marchio ‘made in Italy’.
Non dovremmo dimenticare che le più note Case di moda, che impazzano nel mondo con i loro brand di lusso e fast fashion, viaggiano con capitali stranieri, ma del resto metà delle società quotate in borsa sono in mani straniere. Con la globalizzazione, che impone inesorabilmente le sue leggi, resistere non sarebbe ‘eroismo’, e in questo senso c’è poco da fare gli sdegnosi, se in fin dei conti, alcuni mesi fa, la Deutsche Boerse ha acquistato il London Stock Exchange ( e di conseguenza anche Piazza Affari..). Nell’unione tra i due mercati finanziari, i tedeschi detengono comunque la maggioranza del capitale.
Ai due settori di eccellenza del made in Italy, si aggiungono anche l’arredo casa e l’automazione meccanica, che danno lustro alle nostre specializzazioni produttive, per l’alto profilo tecnologico, il design, . I risultati positivi sui mercati hanno ripreso un progressivo trend in salita, a partire dal 2009, in epoca di profondo rosso per i conti pubblici italiani; e diciamolo pure, si era in fase di recessione. Il saldo, in quel periodo, si aggirava intorno agli 85 miliardi. Una bella differenza con i dati diffusi recentemente dalla Cgia di Mestre, che dispone di un ufficio studi rivolto alla ricerca di carattere economico e sociale; legata al mondo del Confartigianato. La Cgia si è sempre rivelata preziosa sia per la fonte dei dati che divulga, sia per la serietà degli studi e l’attendibilità.
Ad essere premiato con questi risultati, è dunque il comparto manifatturiero, entrato in crisi perfino in Cina, che in quest’area non ha rivali.
Secondo i dati diffusi dalla Cgia di Mestre-Venezia, risulta che:
“Dall’analisi dei singoli comparti manifatturieri del “made in Italy” emerge lo straordinario risultato ottenuto dai macchinari (motori, turbine, pompe, compressori, rubinetteria, utensili, apparecchi da sollevamento, forni, bruciatori, etc.). Nel 2015 il saldo commerciale è stato positivo e pari a 49,8 miliardi di euro”.
Ci sono per il nostro paese anche le delusioni, ossia altri prodotti che invece non hanno acceso luci sui nostri conti e la nostra credibilità, ma candele. Parliamo del settore informatico in particolare, del legno-carta, metallurgico, chimica e farmaceutica. Una spina sul fianco qui sono i tedeschi, che invece, su questi prodotti, sbaragliano la concorrenza. In questo marasma di segni meno, si salvano le auto, che evidenziano dati positivi, fino alla soglia dei 300 milioni di Euro. L’intera area, affatto soddisfacente, registra una perdita che sfiora i 30 mld di euro.
Secondo il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeo, il ‘made in Italy’, proviene in prevalenza dalle piccole e medie industrie, a questo riguardo osserva:
“Questi prodotti sono autentiche eccellenze e grazie alla flessibilità, all’elevata specializzazione produttiva, alla cultura dell’estetica e buon gusto e al ‘saper fare’ hanno conquistato il mondo in settori, come quello delle macchine, dove la ricerca, l’innovazione e la qualità del ciclo produttivo, sono requisiti indispensabili per competere sul mercato”.
Agli elogi di Paolo Zabeo, seguono le riflessioni di un altro responsabile della Cgia, ossia Renato Mason, che svolge il ruolo di segretario. Egli mette in rilievo il fatto che, certamente si tratta di indicatori importanti, ma l’Italia ha necessità di smuovere le acque immobili dei consumi interni, che sembrano indifferenti perfino ai massicci interventi di QE della BCE, volti a dare una spinta energica all’inflazione e a incoraggiare i consumatori. Mason sottolinea la notevole contrazione dei consumi, derivata dagli artigli della crisi, che sono diminuiti di 6,5 punti percentuali. Per recuperare il terreno perduto, in sostanza, secondo Mason, è necessario ridurre la pressione fiscale, non solo sulle imprese, ma anche sulle famiglie, che a causa del rigore delle imposizioni, si vedono ridurre i margini destinati ai consumi.
A queste strategie, dovrebbero seguire gli interventi strutturali, sui quali tanto insiste la Commissione europea e la BCE, ma che risultano fondamentali per una spinta propulsiva dell’economia, soprattutto nel versante degli investimenti e dell’occupazione, dati macro che stentano a riprendere quota.
In definitiva, i risultati del ‘made in Italy’, svolgono una funzione di traino, è un motore potente acceso sulla nostra economia, che tuttavia non è una Ferrari FS16-H di Maranello. Il ‘made in Italy’, potrebbe certo essere inteso come un motore ‘turbo’ nell’economia italiana, ma il problema, appunto, è il fatto che questa non è una Ferrari, ma un’utilitaria, che a volte perfino s’inceppa..
Mosca celebra i 71 anni dalla vittoria sul nazismo
Mosca, 9 mag. – “La pace sul pianeta non si afferma da sola: la miope indulgenza verso chi ha ordito piani criminali è inammissibile”. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, aprendo la parata sulla Piazza rossa per il 9 maggio, che per la Russia coincide con la fine della Seconda guerra mondiale e la Vittoria sulla Germania nazista. Sono 71 anni dal giorno della capitolazione tedesca ed è una delle principali festività russe. “Il 9 maggio è una festa dello stato, ma anche personale, familiare” ha sottolineato Putin. Quest’anno infatti si allarga a tutte le città, non solo a Mosca, la sfilata dell’ “armata immortale”, sfilata civile di persone che portano in piazza le foto dei propri nonni o padri che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale. Quest’anno il sentimento patriottico espresso sulla Piazza rossa è, se possibile, moltiplicato rispetto agli scorsi anni. A sfilare infatti quest’anno sono in gran parte i militari che hanno preso parte alla campagna siriana, che ha visto un’affermazione militare della Russia molto significativa e ritorno sullo scacchiere mondiale, dopo l’isolamento seguito alla crisi ucraina. Il sacrificio dei padri e dei nonni “ci unisce”, ha detto Putin, di fronte ai battaglioni, ancora immobili prima della marcia. Davanti a lui volti insolitamente abbronzati, non solo probabilmente per il sole di questi giorni su Mosca. E per la prima volta un battaglione tutto al femminile, vestito di bianco. “Tutti hanno qualcuno che non è tornato dalla guerra”, ha sottolineato Putin. “Sono 75 anni dall’inizio della Seconda guerra mondiale” ha aggiunto. “Le lezioni della storia suggeriscono che la pace mondiale non si afferma di per sé, è necessario essere vigili, i doppi standard sono inaccettabili, miope assecondare chi nutre nuovi piani criminali. Oggi la nostra civiltà è ancora una volta di fronte alla crudeltà e alla violenza. Il terrorismo è diventato una minaccia globale. Dobbiamo sconfiggere questo male”.
vivicentro.it-cronaca / (askanews) / Putin: “Il terrorismo va sconfitto, la pace non viene da sè”
Comune Foggia, ‘pianista’ del badge timbrava per 10
Foggia – Fino a dieci badge timbrati da un solo dipendente in modo da far risultare tutti presenti. Il sistema è stato però interrotto dai Carabinieri del comando provinciale di Foggia che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 20 dipendenti del Comune. Di questi, 13 sono stati sottoposti agli arresti domiciliari e 7 alla misura interdittiva consistente nella sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici, per il reato di truffa ai danni dello Stato. Tra gli arrestati figura anche un dirigente del Comune di Foggia. Le misure sono state emesse dal gip del tribunale di Foggia su richiesta della procura dauna al termine delle indagini dei militari dell’Arma svolta nei primi mesi del 2015, finalizzata a contrastare il fenomeno dell’assenteismo negli uffici comunali di Foggia. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, i ‘furbetti del cartellino’ garantivano a turno la presenza degli assenti marcando al loro posto i badge, fino anche a una decina contemporaneamente.
vivicentro.it-sud-cronaca / (AGI) / Comune Foggia, ‘pianista’ del badge timbrava per 10
Renzi, la questione morale nel Pd esiste
Roma – “La questione morale nel Pd esiste e chi lo nega nega la realtà” ma i giudici non devono far paura agli onesti. Nei giorni in cui più aspro è lo scontro tra goverbo e magistratura, Matteo Renzi approfitta di Che tempo che fa per tornare sulla questione delel inchietse che convolgono esponenti del Pd. Bisogna sempre attendere le sentenze, ha aggiunto il presidente del Consiglio, anche perche’ ci sono stati amministratori che sono stati assolti. Da parte di altri “c’e’ garantismo a giorni alterni”, ma “noi dobbiamo fare di piu’ e meglio”.
Renzi non ha nascosto che il Pd sia una macchina complessa e ha segnalato i passi in avanti che sono stati fatti. Ha raccontato la vicenda del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che si e’ conclusa in modo differente da quella della candidata Pd a primo cittadino di Plati’, Anna Rita Leonardi, fortemente voluta dallo stesso Renzi, ma che si e’ ritirata. “A Ercolano – ha ricordato Renzi – ho commissariato l’intero partito e ho imposto un candidato sindaco che la camorra minaccia una volta alla settimana, perche’ questi animali hanno del metodo, e lui ha vinto contro il parere di tutti. Lui e’ il simbolo del Pd che riparte: certo, dobbiamo farlo tutti insieme. In alcuni casi siamo riusciti in altri meno, ma non sempre in una grande comunita’ si riesce a fare tutto” subito.
“A me i giudici non fanno paura. I cittadini onesti non hanno paura” ha detto “Non mi troverete mai a fare polemica contro i magistrati. Vadano ai processi, facciano le sentenze. Io li rispetto. Io faccio le leggi, loro le devono applicare. Tutto il resto e’ parapiglia di basso livello”. Renzi ha sottolineato: “Io sono uno di quelli che non ha paura dei magistrati. Andate a sentenza, siamo dalla vostra parte, fate i processi perche’ non e’ vero che la prescrizione vi blocca”. Il presidente del Consiglio si e’ detto dispiaciuto per le critiche alla “giudice di Lodi per la sua eta’” e ha aggiunto: “Ora nessuno parla piu’ di Potenza, ma vogliamo i nomi e cognomi di chi e’ colpevole. Non mi troverete mai, a differenza di altri, a gridare al complotto o fare polemica contro i magistrati. Non daro’ mai la soddisfazione a nessuno di dire che ho criticato un magistrato. Viva i magistrati, facciano le interviste che vogliono e facciano le sentenze. Non metto naso nelle loro discussioni interne e dico: cari giudici fate il vostro lavoro, io faccio il mio”.
vivicentro.it-politca / (AGI) / I giudici non mi fanno paura, come ai cittadini onesti
Califfi….Regionali
Non si puo’ certo affermare che tanti Assessori della Regione Sicilia in questi ultimi anni, abbiano patito la fame, al contrario, a giudicare dai loro beni, potrebbero essere definiti ” Califfi Regionali “.
I problemi non mancano per Santi Formica, (ex Deputato dell’Ars e Assessore Regionale alla Formazione), Carmelo Incadorna (ex Assessore al ramo) e Patrizia Monterosso, ex Segretario Generale alla Presidenza della Regione Sicilia.
Gia’ condannati nell’inchiesta sui fondi extra budget agli Enti di Formazione Professionale, a tutti e 3 gli imputati e’ stata contestata la “distrazione di beni”. La Magistratura contabile, nei giorni scorsi, ha depositato la richiesta di “revocatoria” nei loro confronti.
I Fatti :
Il 19 Aprile del 2013, il Formica crea insieme alla moglie, a Jersey la piu’ grande delle isole del Canale della Manica, un fondo in cui fa confluire 48 immobili. Inutile dire che quest’isola e’ uno dei tanti paradisi artificiali in cui si rifugiano tanti furbetti, si stima che vi risiederebbero piu’ di 30 mila imprese offshore.
Prima domanda : come si possono possedere 48 appartamenti se il “lavoro” svolto dall’interessato all’inchiesta e’ stato di semplice Assessore? Ammettiamo per esempio che si possano guadagnare 4 mila euro al mese, ci vorrebbero centomila vite per mettere da parte i soldi per acquistare tanti immobili. La moltiplicazione dei pani esiste ancora?
Curiosita’ : Il motivo ufficiale, per i coniugi Formica, della scelta di mettere i 48 appartamenti nel “fondo della Manica” sarebbe stata l’esigenza di garantire gli studi ai propri figli.
Secondo indagato : Carmelo Incadorna.
Dovrebbe restituire al fisco 800 mila euro, nel Luglio 2012 quando era gia’ iniziata l’inchiesta, decide che era piu’ conveniente fare con la moglie una separazione di beni. In sostanza con questa mossa l’Incadorna ha tentato di sottrarre dal loro patrimonio aggredibile 1,3 milioni di euro.
I coniugi posseggono una villetta nel complesso di Kastalia, e varie case a Ragusa e Vittoria. Per la cronaca, sempre nel mese di Luglio 2012, l’Incadorna ha il tempo di firmare alla moglie un assegno di 442mila euro, assegno che per l’importo ha lasciato una scia chiamata “tracciabilita”‘.
Terza indagata nell’inchiesta, e’ Patrizia Monterosso: debito nei confronti del Fisco 1milione e 279 mila euro, corre voce che quest’ultima sia in procinto di saldare tale debito. Una domanda e’ d’obbligo, come fa un Politico a possedere simili ricchezze? sicuramente saranno stati i frutti di duri anni di “lavoro” per essere nella disponibilita’ economiche di riparare al danno erariale.
Il processo nei confronti dei 3 indagati continua, sara’ la Sezione Giurisdizionale nel corso delle udienze previste in autunno ad emettere un giudizio.
Cos’altro aggiungere? Ancor oggi entrare in Politica e’ come fare 14 al Superenalotto, la Dea bendata premia sempre i suoi piccoli Califfi.
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Così rottama la “diversità” della sinistra
Renzi si mette in sintonia con la quasi totalità degli italiani. Anziché polemizzare con i magistrati, che hanno preso di mira i sindaci Pd, denuncia per la prima volta l’esistenza di una «questione morale» nel suo stesso partito. «C’è, è un dato di fatto», ammette con un atto di realismo accompagnato a una certa dose di coraggio.
Perché in questo modo il premier manda in frantumi un mito. Rottama la pretesa di «diversità» su cui una parte della sinistra italiana aveva campato di rendita per trent’anni, dai tempi di Berlinguer. Le lusinghe del potere hanno reso corruttibile anche chi, una volta, se ne considerava immune: il leader Pd lo riconosce, ci appone anzi il suo timbro.
Sicuramente, dietro questa importante ammissione c’è un calcolo. Anzi, ce ne sono due. Il primo consiste nel mostrare alle toghe che lui non è come quel signore di Arcore, ha profondamente torto chi vorrebbe assimilarlo a Berlusconi.
Agli operatori della giustizia, Renzi è convinto di mostrare ben altro rispetto. Così come lo dà, lo pretende anche. Ma riconoscere i torti della politica gli conferisce più forza quando si tratterà di riformare i mali della giustizia.
Si percepisce poi nel premier la speranza di rimettere le vele al vento dei consensi. Che da parecchie settimane vengono erosi a vantaggio dei Cinquestelle proprio come conseguenza della «questione morale». Dopo ciascuno scandalo (che è presunto tale fino a sentenza definitiva) il Pd ha perso nei sondaggi non tanto, uno zero virgola. Eppure lo stillicidio di questi zero virgola che scivolano verso il partito di Grillo sta rendendo meno lunare la prospettiva di un sorpasso. Magari non alle Comunali del 5 maggio prossimo, ma alle elezioni politiche quando saranno. Accusare i grillini per le inchieste a loro carico, vedi il caso di Livorno, non cambia di molto la percezione collettiva. Renzi lo sa. Come è cosciente che un leader politico deve mostrare realismo, anche a costo di doversi ricredere come ha fatto proprio ieri con Calenda, chiamato a ricoprire il posto della Guidi allo Sviluppo Economico dopo nemmeno due mesi trascorsi in qualità di ambasciatore-manager presso la Ue.
Ma c’è un motivo in più per ammettere che esiste la «questione morale». È una ragione che con i sondaggi non ha nulla da spartire e riguarda semmai la qualità della classe politica locale. Finora Renzi aveva dato l’impressione di non curarsene troppo, affaccendato com’era nell’impresa di governo. Gli era sembrato, forse a buon diritto, più urgente sfidare la Merkel in Europa sui conti pubblici e sui migranti, oppure la sinistra interna sul Jobs Act, o tutte quante le opposizioni insieme sulla riforma costituzionale (per non dire dell’epica sfida sull’«Italicum»). Gli amministratori locali del Pd non erano mai stati, diciamola tutta, una sua vera priorità. E quando alle ultime elezioni regionali aveva dovuto farsene carico per scegliere i candidati governatori, aveva mostrato una presa sul partito a giudizio di molti insufficiente. Gli incidenti c’erano stati già, ma venivano derubricati a eccezioni rispetto a una regola di conclamato buongoverno.
Ora però sottovalutare le inchieste non è più possibile. Il premier pare aver capito che, se non metterà personalmente le mani nel partito, compresa la selezione dei suoi quadri locali, rischierà egli stesso di venirne trascinato a fondo. È giunto il momento di rompere certe incrostazioni del sottopotere che tra l’altro, vedi in Basilicata, riguardano i suoi contestatori interni perfino più del cosiddetto «giglio magico». Una cosa è certa: ammettere l’esistenza di una «questione morale», come ha fatto senza mezzi termini il premier, sarebbe un puro esercizio retorico se non venisse seguito da un impegno vero e serio per rinnovare il Pd. In alto e soprattutto in basso.
vivicentro.it-editoriale / lastampa / Così rottama la “diversità” della sinistra UGO MAGRI
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
In Giappone condannata per atti osceni artista che scolpisce vagine
L’artista era stata arrestata nel 2014, oggi una multa da 400mila yen
Tokyo, 9 mag. – Un’ artista giapponese che crea oggetti che hanno la forma della sua vagina è stata condannata al termine di un seguitissimo processo per atti osceni, con una sentenza che rischia di alimentare le proteste contro quella che molti considerano una pesante censura. Il tribunale distrettuale di Tokyo ha inflitto a Megumi Igarashi una multa di 400mila yen (3.260 euro), la metà di quanto richiesto dalla procura, e un capo d’imputazione è stato fatto cadere. Igarashi era stata arrestata due anni fa per aver tentato di raccogliere fondi via internet per la costruzione di un kayak, pubblicando in rete immagini codificate in 3D dei suoi genitali che potevano essere copiate dagli utenti. In Giappone prospera un’industria pornografica miliardaria, ma la raffigurazione dei genitali è vietata: per questo l’artista era stata incriminata nel luglio 2014. Igarashi, che si è soprannominata Rokude Nashiko, slang per “piccola canaglia”, era stata liberata dopo qualche giorno su ricorso contro l’arresto e dopo una petizione firmata da migliaia di persone per la sua liberazione. Ma vari mesi dopo, la polizia di Tokyo l’ha arrestata di nuovo per aver distribuito oggetti “osceni”, con l’esposizione di forme di gesso con l’aspetto dei sui genitali e l’invio di CDrom codificati contenenti un programma per computer. Oggi la corte ha condannato Igarashi per la distribuzione di materiale considerato osceno. “Sono innocente perchè nè i dati sui genitali femminili nè le mie opere d’arte sotto forma di genitali femminili sono osceni” ha detto l’artista in tribunale. La procura aveva chiesto una multa di 800mila yen. La fiorente industria del porno giapponese sforna prodotti per tutti i gusti immaginabili, ma una severa legge sugli atti osceni impedisce di mostrare i genitali, che solitamente vengono oscurati nelle immagini. Ma è possibile trovare immagini di genitali maschili e femminili in tutto il Paese. Ad aprile a Kawasaki, vicino a tokyo, si è tenuta una grande processione dove i fedeli hanno portato sulla spalle falli giganti per l’annuale festa in onore del pene e della fertilità.
vivicentro.it-cronaca / (fonte Afp) Bea MAZ / In Giappone condannata per atti osceni artista che scolpisce vagine
Reina: “I portieri subiscono a volte dei gol in cui si può fare meglio…”
Le sue parole
Pepe Reina scrive su Twitter: “Che vi posso dire? Oggi si è fatto il record di punti della storia del club e ci mancano 3 punti per regalarvi la Champions, un ultimo sforzo con tutti voi al San Paolo, pieno al nostro fianco come al solito. I portieri subiscono a volte dei gol in cui sicuramente si può fare meglio. Lavorerò più intensamente per migliorare, forza Napoli e dai c…o!”
MotoGP Le Mans: In Francia regna Lorenzo, secondo Rossi, cade Marquez
MotoGP Le Mans: In Francia regna Lorenzo, secondo Rossi, cade Marquez
Il pilota spagnolo Jorge Lorenzo conduce una gara spettacolare, sempre in prima posizione dal primo all’ultimo giro. Valentino rimonta dalla settima posizione fino al secondo posto, escono di pista i ducatisti Dovizioso e Iannone, stessa dinamica per Marquez e la sua Honda.

In Francia Lorenzo mette a segno una grande vittoria balzando in testa alla classifica del mondiale piloti. Gli avversari non hanno avuto chance, lo spagnolo è stato in prima posizione dal primo all’ultimo giro imponendo alla gara un ritmo elevatissimo.
Il compagno di squadra Valentino Rossi, al cospetto di Lorenzo così in forma, non ha potuto far altro che limitare lo svantaggio con il secondo posto. Nelle posizioni a seguire il duello tra Dovizioso e Marquez li ha portati fuori gara con una scivolata nello stesso punto della pista. Iannone invece, mentre era al secondo posto, è scivolato di colpo, rinunciando così al podio.

Al terzo posto si è piazzato lo spagnolo Vinales della Suzuki, a seguire quarto Pedrosa su Honda. La quinta e la sesta posizione per i due Espargaro, settimo Petrucci della Ducati. Settimo l’italiano Petrucci, sulla Ducati appena rientrato da un brutto incidente. Un bel risultato il suo considerando le condizioni fisiche con cui ha affrontato la competizione.
Le considerazioni ci portano a dire che il mondiale è aperto, e come! Pochi punti separano i primi tre leader della classifica piloti, in successione Lorenzo, poi Marquez e Rossi.
Tutto ciò a beneficio dello spettacolo e di altre gare entusiasmanti, i tifosi possono gioire!
L’unico rammarico è per i ducatisti che nonostante le grandi potenzialità a furia di fuori pista sono attualmente molto arretrati in classifica.

APPUNTAMENTO QUINDI IL 22 MAGGIO PER IL GP D’ITALIA (MUGELLO).
Ordine di arrivo
1) J. LORENZO in 43:51.290
2) V. ROSSI +10.654
3) M. VIÑALES +14.177
4) D. PEDROSA +18.719
5) P. ESPARGARO +24.931
6) A. ESPARGARO +32.921
7) D. PETRUCCI +38.251
8) H. BARBERA +38.504
9) A. BAUTISTA +48.536
10) S. BRADL +54.502
Classifica mondiale
- Jorge Lorenzo (Spain) Yamaha 90
- Marc Marquez (Spain) Honda 85
- Valentino Rossi (Italy) Yamaha 78
- Dani Pedrosa (Spain) Honda 53
- Maverick Vinales (Spain) Suzuki 49
- Pol Espargaro (Spain) Yamaha 47
- Aleix Espargaro (Spain) Suzuki 42
- Hector Barbera (Spain) Ducati 39
- Eugene Laverty (Ireland) Ducati 33
- Andrea Iannone (Italy) Ducati 25
- Andrea Dovizioso (Italy) Ducati 23
- Stefan Bradl (Germany) Aprilia 23
- Alvaro Bautista (Spain) Aprilia 21
- Bradley Smith (Britain) Yamaha 20
- Scott Redding (Britain) Ducati 16
Sarri: “Questo è un passo importante: ora voglio un San Paolo pieno”
Le sue parole
Maurizio Sarri ha commentato la vittoria com il Torino ai microfoni di Mediaset: “Questo è un passo importante, ma abbiamo ancora una partita da giocare e dobbiamo rimanere con la testa sul campionato: non possiamo sbagliare il prossimo appuntamento. Spero in un San Paolo pieno che ci dia una mano per quella che sarebbe un’impresa, poiché la Champions qui c’è stata tre volte in 100 anni. Percentuali? Sono come le statistiche, che lasciano il tempo che trovano. Le possibilità ci sono. Mercato? Non ho mai chiesto giocatori, se me li danno li prendo altrimenti migliori quelli che ho. Mi stanno sui coglioni gli allenatori che prendono decisioni. Chi ha tirato fuori maggiore qualità? Ce ne sono diversi, Koulibaly è arrivato a livelli straordinari. Così come Jorginho e Allan sono cresciuto tanti, idem Hamsik. Callejon mi sembrava forte già dall’esterno, ma da vicino è straordinario. Insigne e Mertens ci hanno dato tanto. Futuro? L’appuntamento è dopo il campionato”.
Mauro: “Primo tempo incredibile ma bisogna concretizzare le varie occasioni”
Vittoria importante del Napoli sul campo del Torino, ora la Champions League è davvero a un passo. Massimo Mauro, ex centrocampista azzurro, ha analizzato la sfida negli studi di Sky. Ecco quanto evidenziato:
“Primo tempo impressionante degli azzurri giocato a livelli molto elevati. Il gol di Bruno Peres è arrivato grazie a un calo fisico del Napoli che in una partita giocata con questa intensità ci può anche stare. Il Napoli continua a peccare in concretezza: Insigne dovrebbe essere più cinico; nel corso di primo tempo la squadra avrebbe potuto fare ben 5 gol”.
Altro record per il Napoli, il tweet della società
“#TorinoNapoli 1-2, 79 punti in @SerieA_TIM: battuto il precedente record di Benitez e Mazzarri (78)”, è quanto scrive la SSC Napoli su Twitter. Record di punti nella storia azzurra quindi della squadra di Sarri, battuti i record degli ultimi due allenatori del Napoli, Mazzarri e Benitez, che si erano fermati a 78 punti. Sarri può allungare ancora, battendo il Frosinone e fissando il record a 82 punti.
Ventura: “Nel primo tempo abbiamo assistito ad uno show del Napoli”
Al termine della partita tra Torino e Napoli ai microfoni di Premium Sport è intervenuto Giampiero Ventura. Queste le sue dichiarazioni:
“Nel corso del primo tempo la squadra è stata troppo passiva ed abbiamo assistito ad un’ esibizione del Napoli. Nel secondo tempo abbiamo cercato di equilibrare la partita. Mi aspettavo una partita diversa ma non sempre le cose vanno secondo i piani: nel calcio si perde ma non devi avere il rammarico di non essertela giocata, il primo temo lo abbiamo.
Devo comunque ringraziare i miei per quanto mostrato sin’ ora, hanno dato sempre il massimo per la squadra. Oggi c’ erano diversi giovani in campo e hanno espresso una certa personalità soprattutto nel secondo tempo.
In queste ultime partite abbiamo deciso di dare spazio ai giovani per metterli alla prova e farli acquistare esperienza. Stasera Gaston Silva ha fatto una grande prestazione, anche per Jansson è stata una grande prova”.
Boban: “Sarri migliori sotto questo aspetto…”
Le sue parole
Zvonimir Boban ha parlato nel post gara di Torino-Napoli ai microfoni di Sky: “Stasera si è visto un divario allucinante tra le squadre. Il Napoli ha deciso di pressare l’avversario dall’inizio ma quello che manca sempre agli azzurri è l’interpretazione del secondo tempo. Non ha rischiato tanto ma la gestione del match resta il punto debole: Sarri dovrebbe migliorare sotto questo aspetto”.
Higuain è già nella storia…del Napoli!
I dettagli
Gonzalo Higuain, un bomber incredibile. E pensare che lo si criticava, non si credeva potesse fare più gol di Edinsone Cavani e, invece, con il gol di questa sera è salito a 35 stagionali superando anche il Matador e diventando recordman della storia del Napoli!
Albiol, giallo pesante: salterà l’ ultima partita
Appena tre minuti di gioco e subito cartellino giallo per Raul Albiol che in quanto diffidato salterà la prossima sfida in programma sabato prossimo contro il Frosinone al San Paolo. Stagione finita dunque per il difensore spagnolo che non potrà dare il suo apporto alla squadra nella gara che può regalare l’ accesso diretto alla fase a gironi della prossima Champions League.
Serie A, il programma dell’ultima giornata per garantire la contemporaneità
I dettagli
Il programma dell’ultima giornata di Serie A, che la Lega aveva anticipato riempiendolo di ‘asterischi’ legati all’esito delle gare odierne, è adesso definitivo. Per garantire la contemporaneità tra le squadre che condividono il medesimo obiettivo, Sassuolo-Inter è stata anticipata al sabato, in modo da permettere ai neroverdi di giocare nello stesso momento del Milan.
Contemporaneità garantita ovviamente anche a Carpi e Palermo, in lotta per la salvezza, e a Roma e Napoli.
Ecco il programma definitivo:
SABATO 14 MAGGIO
17.00 – Juventus-Sampdoria
20.45 – Milan-Roma
20.45 – Napoli-Frosinone
20.45 – Sassuolo-Inter
DOMENICA 15 MAGGIO
18.00 – Chievo-Bologna
18.00 – Empoli-Torino
18.00 – Genoa-Atalanta
20.45 – Lazio-Fiorentina
20.45 – Palermo-Verona
20.45 – Udinese-Carpi
Torino-Napoli, i voti di Vivicentro: Higuain da record!
I voti
Una vittoria importante per la Champions e per il secondo posto del Napoli in trasferta contro il Torino. Questi i voti di Vivicentro.it:



