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Marinare….. I Pubblici Uffici

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Una volta si usava un particolare verbo quando volontariamente non si andava a scuola : “marinare”, oggi,a distanza di anni, si usa lo stesso termine quando ci si “assenta” con dolo, dai Pubblici Uffici.

Scagli la prima pietra chi durante il proprio iter scolastico, non ha fatto campagnola almeno una volta, uno dei motivi che spingeva gli scolari ad essere “assenteisti”, era quello di non voler essere “intervistati” dal Professore nel posto giusto, ma nel momento sbagliato. Per gli assenteisti del pubblico impiego, allontanarsi dal posto di lavoro, non e’ come marinare la scuola.

Allontanarsi con furbizia dal posto di lavoro, e’ un reato da Codice Penale, questa scaltrezza, puo’ costare il posto di lavoro ai 13 impiegati del Comune di Foggia, colti in flagranza. Uno di essi e’ stato filmato mentre timbrava piu’ cartellini, l’impietosa telecamera piazzata dai Carabinieri ha contati sino a 10. Si sconosce il numero degli impiegati rimasti “illesi” da quest’inchiesta giudiziaria, certamente saranno rimasti in pochi.

Una cosa e’ certa, fra gli impiegati del comune di Foggia, correva buon sangue, erano sempre tanto premurosi nei confronti dei colleghi della stessa specie.

Se l’obiettivo di Matteo Renzi era quello di uno snellimento della Burocrazia negli Uffici Pubblici, i furbetti del cartellino non gli stanno dando certo una mano, visto che a causa dei ripetuti casi di assenteismo, i tempi di attesa per un qualsivoglia certificato saranno a tempo indeterminato.

In ogni Pubblica Amministrazione, tanti impiegati, incuranti del pericolo di licenziamento, commettono sempre lo stesso passo falso, confidano che i loro uffici non vengano mai presi di mira dalle Autorita’ competenti.

In Italia abbiamo milioni di giovani disoccupati, diamo loro i posti di lavoro lasciati liberi dagli assenteisti, bisognerebbe fare in modo che non venissero dati ai soliti fannulloni di Stato.

Pur sapendo di correre il rischio di essere licenziati in tronco, in tanti ancora usano timbrare per i loro amici,

vivicentro.it-opinione / Marinare….. I Pubblici Uffici (Lo Piano Saint Red)

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Ciak Si Gira

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Ciak si gira, la Grecia e’ costantemente sull’orlo di un possibile fallimento, il Primo Ministro Tsipras, ancora una volta sara’ costretto a prendere drastiche decisioni per contenere la spesa pubblica. E’ un copione visto e rivisto che dura da troppo tempo,

Sempre che, le misure restrittive vengano accettate dall’Unione Europea, saranno messi a disposizione del Governo Ellenico altri 5 Miliardi di euro facenti parte di un’altra trance del pacchetto originario di aiuti accordati nel momento in cui la Grecia era nel massimo “splendore” del collaso economico.

Sono 3 i punti cardine della manovra economica del Governo ellenico :

1) Le Pensioni, (non quelle minime),

2) L’ Iva passera’ dal 23 al 24%,

3) Abbassamento delle fasce di reddito esentasse.

In Grecia come in Italia le classi medie sono state cancellate,oggi in entrambi i Paesi ne sopravvivono 2, i tanto poveri e… i tanto ricchi, Non si capisce il motivo per cui si debba ancora una volta spezzare in due il pane dei poveri, queste politiche sono piu’ dittatoriali, che democratiche,
Come in passato, il Popolo Ellenico e’ sceso nelle Piazze: ad Atene migliaia i dimostranti hanno protestato contro queste ulteriori misure restrittive votate dal Governo Tsipras, la Polizia ha compiuto cariche, decine i fermi operati.
La situazione nel Paese e’ quanto mai critica ed esplosiva al tempo stesso, Tsipras inutile nasconderlo, ha bisogno dei soldi della Comunita’, ma al tempo stesso chiede minori misure restrittive per il suo Popolo, e’ come dare un colpo alla botte, e un’altra al cerchio.
La Grecia non puo’ uscire dalla Comunita’, anche se e’ finanziariamente fragile, rappresenta nello scacchiere geopolitico Europeo, una pedina importante, l’Eurogruppo, non puo’ perdere nessun tassello del suo fragile puzzle.
Ieri si e’ svolta a Bruxelles una riunione straordinaria per cercare di trovare altre soluzioni per rimettere in carreggiata la Grecia, Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia, ha rilasciato una dichiarazione dopo la fine della riunione.
Ha parlato di un incontro fruttuoso, verra’ dato al Governo Greco un piu’ ampio respiro per risolvere i problemi di bilancio, si e’ parlato di un dolce smussamento del profilo del suo debito, che trovera’ il suo seguito nei prossimi mesi. Parlando dell’Italia si e’ detto fiducioso che il nostro Paese verra’ promosso per tutte le misure adottate nel complesso pacchetto del piano di stabilita’.
Se il Governo Greco potra’ dormire sonni tranquilli, lo stesso non sara’ per il Popolo ellenico, che ancora una volta’ sara’ chiamato a pagare errori non di loro pertinenza.

vivicentro.it-opinione / Ciak Si Gira (Mauro Lo Piano)

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Milano, la ragnatela dei 49 siti trappola per truffe e furti d’identità

Siti trappola: 10 arresti e sequestri per oltre un milione. Una organizzazione criminale romena che creava falsi portali di e-commerce. L’inchiesta partita da una querela per il mancato recapito di un iPad acquistato su techmaniashop.it. Sono 350 la denunce in tutta Italia

Le indagini sono scaturite dopo la querela, presentata da una delle vittime, per il mancato recapito di un iPad che aveva acquistato sul sito denominato “techmaniashop.it”. Cui poi sono state collegate altre 350 denunce per truffa presentate in tutta Italia. In manette sono finiti i componenti di una organizzazione criminale transnazionale finalizzata alle truffe online, all’utilizzo indebito di carte di credito, alla falsificazione di documenti, sostituzione di persona e furto di identità digitale. Al momento, sono state complessivamente individuate 2.962 transazioni illecite, che avrebbero portato all’associazione un profitto illecito di circa un milione di euro, somma per la quale è stato disposto il sequestro.

Gli arrestati sono dieci cittadini romeni, rintracciati dopo le indagini degli uomini della Polizia postale e delle comunicazioni di Milano in Lombardia, nel Veneto e nel Lazio. Nel mirino degli investigatori, anche un noto dealer della provincia di Como, dove erano state attivate numerose schede telefoniche utilizzate dagli indagati, sotto intercettazione. Ed è ascoltando le conversazioni che è venuto fuori il gergo utilizzato dalla banda: i continui i riferimenti a parole come “bottiglia” per indicare le carte prepagate, “cantiere” per indicare i conti gioco attivati per il riciclaggio del denaro, e “caffè”. Gli interlocutori, dicevano letteralmente “ci vediamo lì al caffè”, che è risultato essere non un luogo fisico o un bar, ma un “luogo virtuale” nella rete internet.

Gli investigatori della Postale, attraverso l’attività di indagine, hanno potuto verificare che il gruppo criminale aveva predisposto in serie ben 49 siti on line fittizi, attestati sul territorio nazionale, pubblicati in maniera sistematica. L’organizzazione era articolata in due gruppi omogenei, uno che operava in Italia per svolgere le attività fraudolente ai danni dei cittadini italiani e l’altro in Romania, dove sono state eseguite gran parte delle operazioni informatiche più complesse, come la creazione di pseudo-siti di e-commerce e le operazioni di phishing mediante furto di dati sensibili e spostamento dei flussi dei proventi illeciti. Nell’occasione, grazie alla collaborazione di Poste Italiane è stato possibile individuare oltre cento documenti di identità falsi, finalizzati all’apertura di altrettante carte prepagate.

Il modus operandi del gruppo criminale che agiva con truffe online soprattutto su prodotti hightech era sempre lo stesso: carpire dati rilevanti (ad esempio la partita Iva, nomi e numeri di telefono) su siti internet di società legittimamente operanti sul mercato, aggiungendo alla loro Url originale suffissi come “shop” “online”, “store”, “elettronica”, in modo da diffondere fiducia nei potenziali compratori. Questi, infatti, effettuando ricerche online sul semplice nome del negozio avrebbero visualizzato commenti positivi. Una volta creati i “siti esca”, l’associazione di truffatori si metteva all’opera. Prima di tutto, si creva un documento di identità straniero contraffatto (danese, finlandese, ungherese, portoghese, e romeno), non facilmente verificabile presso gli Uffici postali; poi otteneva un codice fiscale, presso una sede dell’Agenzia delle entrate, in favore delle identità presentate dal documento contraffatto; quindi si aprivano svariate carte di pagamento ricaricabili del tipo PostePay per la quale è necessaria l’esibizione dei due documenti precedenti.

Il passaggio successivo era il trasferimento delle carte PostePay dall’Italia alla Romania, per essere consegnate nelle mani degli associati incaricati di prelevare il ricavato delle frodi. Il gruppo agiva con prelievi immediati delle somme di denaro caricate sulle carte delle ignare vittime, che pensavano invece di effettuare l’acquisto online.
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Faida di camorra al Rione Sanità, intercettazioni choc: “Uccidete femmine e bambini”

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Strage al rione sanità

L’inchiesta sugli ultimi omicidi al Rione Sanità: le conversazioni registrate dei boss e delle loro donne. Madri e mogli sono perfino più feroci

MADRE e moglie che istigano, pretendono violenza e sangue. Disposte a cercare personalmente un killer a pagamento. Peggio: pronte a fare da esca per uccidere il nemico. Donne attive nella faida del rione Sanità – con l’agguato del 22 aprile scorso al circolo privato delle Fontanelle, due morti del clan Vastarella e tre feriti – per cui l’altro giorno sono stati arrestati dalla squadra mobile del vice questore Fausto Lamparelli mandanti e killer su decreto di fermo della Direzione distrettuale Antimafia.

Mente dell’agguato il boss Antonio Genidoni, erede di Pietro Esposito (ammazzato nel 2015), che organizza il raid mentre è agli arresti domiciliari a Milano. Poi ottiene un permesso di quarantotto ore dal magistrato di sorveglianza ed è a Napoli il giorno dell’agguato. Arrestati con lui la madre Addolorata Spina (della famiglia dei cosiddetti “barbuti”, cacciati dalla Sanità); Vincenza Esposito, sua moglie; il killer Emanuele Esposito, che è anche figlio e fratello delle vittime dell’agguato di tre giorni fa in una officina di Marano. Nelle intercettazioni le donne assumono in pieno il ruolo di forza trainante nella guerra che Genidoni vuole combattere a novecento chilometri di distanza.

Quella guerra, quell’odio per i Vastarella, si esprime in tutta chiarezza proprio nell’appartamento lombardo dove le donne vanno a trovare il boss. I loro discorsi permettono di ricostruire diversi punti dell’intera vicenda. A cominciare dalla strage nel circolo “Madonna dell’Arco” con la morte di Giuseppe Vastarella e del cognato Salvatore Vigna fino all’agguato di Marano (con la morte di Giuseppe e Filippo Esposito) del 7 maggio. Quindi l’organizzazione di una vendetta che non arriva grazie agli arresti della scorsa notte.

Si comincia con il raid alle Fontanelle. Il killer Emanuele Esposito va a Milano (Genidoni è appena rientrato dopo il permesso), gli viene rimproverato che tra i morti non c’è Antonio, figlio del boss Patrizio Vastarella. Lui reagisce: “Qual era il patto?… Una botta? Ne ho fatte cinque! Adesso che vuoi? Mo’ piglio le bombe e gliele butto nelle case sull’anima di Ciro (Esposito, figlio di Pietro, ucciso anche lui). Mo’ prendo le bombe è gli uccido le creature … Mo’ dobbiamo sterminare tutta la famiglia”. Patrizio Vastarella non era nel circolo.

Dice Enza, moglie di Genidoni: “Sfortunatamente non abbiamo preso il perno principale. Dovete colpire al cuore e fargli provare lo stesso dolore”. E Addolorata Spina si offre di trovare un killer a pagamento: “Se tu mi metti a me cinquemila euro sulla tavola io te lo faccio!”. Si lamenta per l’occasione non sfruttata di colpire Antonio Vastarella di rientro dalla gita della Pasquetta: “Mo’ dico io, questo si è spostato? Appostatelo fuori alla tangenziale… Dormite nelle corna, nel cesso, appostatelo, andateci sotto, bum bum bum dentro alla macchina va…”. È disposta a fare da esca: “Devono vedere me… Devono fare una reazione addosso a me e poi devono prendere la battuta addosso… Solo così puoi acchiappare a quelli là…”.

Il 7maggio gli investigatori si ritrovano ad ascoltare in diretta le reazioni, in casa di Genidoni, al raid di Marano con la morte di Giuseppe e Filippo Esposito, padre e fratello del killer Emanuele. Quest’ultimo è lì, a casa del boss a Milano. Arriva un sms a Genidoni che lo informa del duplice omicidio e lui lo dice a Emanuele. Da quel momento lo sfondo alle conversazioni sono il pianto e le imprecazioni di Emanuele. Ha perso due familiari. Esplode la rabbia di Genidoni: “Mo’ e schiattamm ‘a cap’ pur a loro…, mo e pigliamm a tutti quanti… uomini, creature… femmine”. Emanuele: “Mi devi morire tu… mo’ piglio le bombe è gliele butto nelle case sull’anima di Ciro… È inutile che piango… Non ci sta niente da fare”.

E Genidoni: “Devo vedere solo di non farmi arrestare adesso. Qua non posso stare… perché qua sicuramente fanno qualche blitz mo’! È meglio che si tengano anche le creature di quattro cinque anni sopra perché glieli uccido… È meglio che se le tengono sopra… pure le creature se le devono tenere sopra, devono scappare all’estero… Che cos’è, che si va a prendere la gente nelle officine meccaniche… Ma stiamo scherzando….Che cosa è una pazziella… Io se volessi uccidere la gente così ne farei cento morti al giorno… Ma che ci azzecca, un ragazzo con la tuta di meccanico addosso che si alza alle sette del mattino per andare a lavorare, ma che stiamo pazziando? Ma che è, ma così davvero è diventata carne di macello mo’ la camorra? Davvero sono diventati la monnezza della gente… Ti faccio vedere che non fa più il guappone Patrizio Vastarella… Schiatto a terra la testa al figlio e schiatto a terra qualcun altro… Ti faccio vedere come quello la finisce…

vivicentro.it-sud-cronaca / Faida di camorra al Rione Sanità, intercettazioni choc: “Uccidete femmine e bambini” IRENE DE ARCANGELIS

Monaco: uomo accoltella passeggeri nella stazione, un morto e 3 feriti.

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Monaco, Urlava “Allah akbar”. La procura: “Ha agito apparentemente per motivazioni islamiste”. Arrestato dalla polizia, ha 27 anni, è cittadino tedesco. Il ministro dell’Interno bavarese: “L’accoltellatore soffre di disturbi mentali e ha avuto problemi di dipendenza da stupefacenti”. A Capodanno era scattato l’allarme per il rischio di un attentato jihadista

UN UOMO armato di coltello ha aggredito alcuni passeggeri nella stazione di ferroviaria di Grafing, cittadina a sud-est di Monaco di Baviera. Dopo l’attacco aveva tentato di fuggire, ma la polizia lo ha arrestato: è un giovane tedesco di 27 anni di Hessen di nazionalità tedesca, identificato per ora come Paul H. Il ministro dell’Interno bavarese Joachim Herrmann ha dichiarato che “soffre di disturbi mentali ed ha avuto problemi di dipendenza da stupefacenti”. Il primo bilancio è di un morto (una donna) e tre persone ferite in modo grave. Secondo le prime testimonianze, l’uomo urlava Allah akbar, “Dio è grande” in arabo. L’attacco è avvenuto verso le 5 del mattino. La stazione di treni locali è stata chiusa e il traffico interrotto. I pubblici ministeri hanno ordinato il silenzio stampa. “Siamo profondamente scossi”, ha dichiarato Angelika Obermayr, sindaco di Grafing.

La prima vittima in Germania del jihad. ll portavoce della procura di Monaco di Baviera aveva dichiarato in prima battuta che l’aggressore avrebbe agito “apparentemente per motivazioni islamiste”. Il ministro dell’Interno del Land, poi, non aveva escluso altre questioni come “problemi mentali o dipendenza da alcol o da droghe”. Ma se fosse confermato il movente politico islamista, sarebbe la prima vittima in Germania di un attentato terroristico di matrice jihadista. La terza aggressione di ispirazione Is in Germania dallo scorso settembre. Nel mese di marzo, un’adolescente di 15 anni, di origine marocchina, aveva ferito gravemente un agente di polizia nella stazione di Hannover. A settembre, un iracheno di 41 anni, in libertà condizionata dopo un periodo in carcere per affiliazione a organizzazione “terroristica”, è stato ucciso dopo aver ferito un poliziotto a Berlino. A metà marzo obiettivi tedeschi erano stati presi di mira in Turchia. Il 17 novembre 2015 era stata cancellata la partita Germania-Olanda ad Hannover – era prevista la presenza della Merkel – per un allarme attentati proveniente dai servizi segreti.

L’allarme attentati islamisti. Il primo gennaio di quest’anno in Germania era scattata l’allerta proprio per il rischio di un attentato terroristico a Monaco. Allora avevano fatto scattare l’allarme i sospetti che ci fossero “cinque o sette persone che volevano commettere attentati suicidi a Monaco” nel nome dell’Is nella Stazione Centrale e nella vicina località  di Pasing durante la notte di Capodanno. Negli ultimi 15 anni sono stati sventati 11 attentati terroristici in Germania. A raccontarlo è il capo della polizia tedesca, Holger Muench. “Abbiamo constatato che l’islamismo è presente anche qui”.

L’allarme attentati neonazisti. Ma in Germania la preoccupazione per attentati riguarda anche il fronte dell’estrema destra. Il 13 gennaio la procura federale tedesca aveva accusato tre uomini e una donna dell’estrema destra di aver formato un gruppo per pianificare attentati contro moschee e centri di accoglienza profughi.

vivicentro.it-cronaca / Monaco: uomo accoltella passeggeri nella stazione, un morto e 3 feriti ALBERTO CUSTODERO

Golpe, l’ultima tentazione del potere – EZIO MAURO

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La democrazia ha vinto. Ma lo Stato di diritto resta un nemico per le destre
IN PRINCIPIO, naturalmente, c’era il Regno dei Cieli. Ma subito sotto, il primo re nel mondo degli uomini fu Nemrod figlio di Cus che era figlio di Cam, uno dei tre figli di Noè. Lui, gran cacciatore al cospetto del Signore, “fu il primo a esercitare il potere sopra la terra” e il suo regno cominciò a Babel e proseguì in Assiria, dove costruì Ninive e la città grande di Resen. Nelle stesse pagine sacre della Bibbia insieme con il nome del primo sovrano è iscritto il primo colpo di Stato che fu di un figlio contro un padre, quando Assalonne si ribellò al re Davide, lo costrinse a fuggire da Gerusalemme piangendo a piedi nudi con il capo velato, seguito dai familiari con tutti i leviti che portavano l’Arca di Dio: finché in battaglia nella foresta di Efrain l’esercito ribelle fu sconfitto e tre giavellotti colpirono nel cuore Assalonne, uccidendo il primo golpista della storia.
Più che con un “putsch” nel senso classico del termine, dopo il diluvio il mondo della politica cominciò così con un'”intentona”, come in Sudamerica chiamano i golpe falliti. La storia politica dell’umanità è dunque segnata fin dal suo inizio dal sangue versato per rovesciare il sovrano o per difenderlo perché il comando – dalle tribù agli Stati – porta da sempre con sé il volto demoniaco.
Ovvero il lato oscuro di quel trono che si mostra in pubblico ai sudditi illuminato dai bracieri e profumato dagli incensi. In quell’oscurità degli “arcana imperii” si muovono trame, congiure, tradimenti, complotti, giuramenti e presagi, insieme con le ambizioni, le paure, le ribellioni che nei millenni hanno agitato i Principi e il popolo portandoli a temere e concepire il colpo di Stato, strumento comune di lotta politica in ogni era e a ogni latitudine, ben prima che nascesse il concetto stesso di Stato nel senso moderno del termine.
Esattamente, infatti, il colpo di Stato è “un’azione ardita e straordinaria che i principi sono costretti a mettere in pratica per affari senza via d’uscita, con –
tro il diritto comune e senza tener conto di alcun ordine né forma di giustizia”. La diagnosi è del bibliotecario di Richelieu e Mazarino, Gabriel Naudé, che nel 1639 pubblica in dodici esemplari le Considerazioni politiche sui colpi di Stato,un’analisi erudita e libertina degli strumenti eccezionali usati in circostanze particolari per difendere nel sangue il trono o per abbatterlo.
Naudé scrive un secolo dopo il Principe e alla fenomenologia delle congiure di Machiavelli oppone una vera e propria teoria del golpismo, in particolare di quello che si chiamerà poi l'”autogolpe”, cioè l’atto di forza compiuto dal potere sovrano per salvaguardare se stesso. Una teoria completa e sorprendente, che si apre col consiglio di San Tommaso ai tiranni (uccidere i ricchi, i potenti e i sapienti, non permettere scuole e conoscenza, creare scompiglio nel popolo, rendere poveri i sudditi, diffidare degli amici) e finisce con un vero e proprio manuale per l’uso del colpo di mano, dall’individuazione dei congiurati alla tempistica, all’inganno: “La più grande virtù che regna nelle corti è diffidare di tutti e dissimulare con ciascuno”.
Le Considerazioni abbondano di esempi storici che raccontano come il “colpo” sia stato per secoli una risorsa politica comune, che non occorreva né spiegare né giustificare: quando Periandro, tiranno di Corinto, chiede come rendere sicuro il suo regno a Trasibulo, tiranno di Milito, quest’ultimo senza parlare va nel campo e tronca le spighe più alte: Poliandro capisce e fa uccidere i cittadini più illustri di Corinto. Ma spesso il potere e il contropotere insieme con la spada si servono del sacro, fingendo di essersi assicurati il favore del Cielo con inganni, visioni e superstizioni, con Silla che illustra il sostegno di Apollo alle sue azioni, Sertorio che riceve dalla sua cerva il racconto di ciò che si decide nel cenacolo degli dei, Carlomagno che entra in Spagna con la grande chiave caduta dalle mani di un vecchio idolo, come voleva la profezia. Tutte le monarchie, dice Naudé, hanno preso avvio da qualche espediente o soperchieria, “facendo marciare la religione e il miracolo in testa a un lungo seguito di barbarie e di crudeltà “.
D’altra parte, nei “coups d’Etat” è bene che tutto si faccia “di notte, all’oscuro, tra le nebbie e le tenebre ” pregando la dea Laverna di coprire col buio i peccati dei congiurati, occultando le loro frodi. Si deve sentir “cadere il fulmine prima di udire il brontolio del tuono”, scegliendo i mezzi più facili, svelando il piano ai congiurati solo all’ultimo, manipolando intanto il popolo con predicatori o libelli clandestini, in modo “da condurlo per il naso” dove si vuole, diffidando sempre perché il popolo è incostante è variabile, continuamente pronto a approvare e disapprovare insieme, a mormorare, a credere con leggerezza e lamentarsi all’improvviso. Ai congiurati servono “fortezza, giustizia, prudenza”, per sfruttare le minime occasioni propizie, come Druso che riuscì a soffocare una rivolta delle legioni in Pannonia usando lo sconcerto provocato da un’eclissi di luna.
Inganno, sangue, frode. E qui le Considerazioni sfiorano e citano la teorizzazione di Giovanni Botero, che nel 1589, mentre lavora da ex gesuita alla Congregazione dell’Indice nella Curia romana si domanda per primo cosa sia la ragion di Stato e risponde che “è notizia di mezzi atti a fondare, conservare e ampliare un dominio fermo sopra popoli”. Siamo alle soglie della moderna realpolitik, esasperata dalla violenza tipica dei colpi di Stato: la strada di chi detiene il potere – dice infatti il bibliotecario di Richelieu – “è più larga e più libera” di quella dei sudditi a causa della responsabilità che pesa sulle sue spalle. Per questo il sovrano può marciare con passo sbilenco e irregolare, perché “talvolta occorre che nasconda e deformi”. È la teorizzazione della possibilità di trasgredire il diritto comune per il cosiddetto bene comune, valutato spesso a posteriori, da chi ha vinto. È quasi la teorizzazione dello “stato d’eccezione” di Carl Schmitt (il sovrano non è il garante dell’ordinamento ma colui che lo crea a partire dall’eccezione), con Naudé che ammette interventi straordinari fuori dal “diritto delle genti” e dalle leggi ordinarie per un interesse pubblico supremo. D’altra parte, spiega con lo scetticismo dei libertini, bisogna spesso servirsi “di una giustizia artificiale, politica, rapportata al bisogno dei governi, perché essa è abbastanza cedevole e molle da sapersi adattare”.
Ci vuole teoria, sembra dire Naudé, dunque studio e scienza per un buon golpe. Ci vuole soprattutto metodo, risponderà nel 1931 Curzio Malaparte, nel suo insuperato Tecnica del colpo di Stato (Adelphi), proibito all’uscita da Mussolini e da tutte le dittature europee. Il problema della conquista e della difesa dello Stato moderno non è un problema politico ma squisitamente tecnico, dice Malaparte, un’arte specifica che non dipende dalle condizioni generali del Paese come credeva Lenin ma dalla capacità di organizzare l’insurrezione, come capì Trotsky, che infatti mentre Kerenskij difendeva i palazzi di Stato infiltrò con le sue “esercitazioni invisibili” le guardie rosse nei gangli dei servizi tecnici di Pietrogrado, dalle stazioni alle centrali dei telefoni, ai gasometri, ai telegrafi, collassando la città prima del governo. Il puro contrasto militare, come anche l’attacco di massa, non funzionano più: gli Stati si rovesciano e si difendono con una tecnica specifica che ogni dittatore aggiorna a se stesso, con Napoleone che pretende di compiere con la forza delle armi una rivoluzione parlamentare, Mussolini che si impadronisce dello Stato “molto prima dell’entrata delle camicie nere nella capitale” con una tecnica rivoluzionaria violenta che in tre anni porta il fascismo a fare il vuoto intorno a sé cancellando ogni forza organizzata politica o sindacale, proletaria o borghese.
Gli Stati dunque non si salvano e non si perdono con la tattica fondata sui sistemi di polizia, con i quali Cicerone sventò la congiura di Catilina. E in ogni caso conviene tener presente l’ammonimento di Machiavelli, per cui la congiura è “difficile e pericolosissima in ogni sua parte, donde ne nasce che molte se ne tentano e pochissime hanno il fine desiderato “. Si capisce il vincolo quasi sacro che unisce per la vita e per la morte i congiurati, con Catilina che nel racconto di Sallustio “fece girare delle tazze con dentro sangue umano misto a vino” e solo quando tutti ebbero bevuto svelò il suo piano, dopo l'”exsecrationem” rituale con cui si maledicevano i traditori. Il segreto resta il fondamento della congiura, a differenza del mistero e dell’occulto in cui affonda invece il complotto, secondo la distinzione di Alessandro Campi e Leonardo Varasano in Congiure e complotti. Da Machiavelli a Beppe Grillo (Rubbettino) per cui i colpi di Stato avvengono nella storia, con soggetti definiti e individuabili, mentre le cospirazioni complottistiche sono teorie e costruzioni astratte con soggetti indefiniti e entità misteriose. Una distinzione intellettualmente convincente, se non fosse che lo specifico del nostro Paese presenta una storia in cui abbondano negli snodi criminali proprio quei “soggetti indefiniti” e quelle “entità misteriose”, di cui spesso conosciamo solo le sigle e la ragione sociale eversiva, in debito come siamo di verità.
Verrebbe da concludere che nella parte di mondo in cui viviamo la democrazia ha vinto e nessuno pensa più ai colpi di Stato. Ma se guardiamo oggi all’Europa di mezzo, vediamo che la nuova destra considera proprio i valori liberali dello Stato di diritto i principali avversari, non i valori giacobini. E ovunque, in Occidente, la democrazia esausta rischia di ricordare quelle conchiglie di spiaggia perfette nella loro forma esterna, mentre all’interno l’organismo sta morendo. D’altra parte proprio l’uomo di Richelieu ci ricorda che “le leggi ci perdonano i delitti che la forza ci obbliga a commettere”. E non consola nemmeno pensare che c’è poca forza oggi nella politica occidentale, manca una leadership capace di concepire l’inconcepibile in democrazia. Perché vale sempre il monito di Malaparte: le risorse della mediocrità sono inesauribili.

vivicentro.it-cultura / larepubblica / Golpe, l’ultima tentazione del potere EZIO MAURO

Fronte Sud l’Italia alla prova

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Sud – La politica estera ha bisogno di realismo e di lungimiranza: dell’uno per affrontare crisi e problemi contingenti, dell’altra per sapere dove vuole andare. Per l’Italia, il realismo si è affacciato ieri quando il ministro Gentiloni ha riconosciuto, per la prima volta, un «ruolo nella transizione» al generale libico Khalifa Haftar che dalla Cirenaica si oppone al governo di unità nazionale di Fayez al Sarraj.

La lungimiranza è il filo conduttore della prima Conferenza Ministeriale Italia-Africa che si terrà a Roma il 18 maggio con la partecipazione di 40 ministri africani.

La misurata apertura a Haftar è subordinata al suo riconoscimento del governo di unità nazionale; la Conferenza è da lungo programmata. La coincidenza è casuale, ma ne potrebbe scaturire l’avvio di una politica italiana per l’Africa. Sarebbe tempo. Le visite, sia degli ultimi Presidenti della Repubblica che del Capo del Governo, sono stimoli importanti ma, senza continuità di seguiti, restano sprazzi.

Perché l’Africa e perché adesso? L’Africa brulica di energie, di spirito imprenditoriale, di voglia di crescere e d’innovare. A lungo guardata esclusivamente o come destinataria di assistenza internazionale o come serbatoio di risorse naturali, promette il prossimo miracolo economico e sociale, motore di capacità produttive e meta d’investimenti, con mercati in espansione e col dinamismo della gioventù demografica. Il XXI secolo è il turno dell’Africa, pur afflitta da un calderone di perdurante povertà, guerre, cambiamenti climatici e potenziali emergenze sanitarie.

Il rovescio della medaglia è l’Africa fonte di minacce alla sicurezza e stabilità internazionale. Verso Nord, le correnti migratorie, i traffici d’ogni genere e le saldature terroristiche di Boko Haram con Isis. Le documenta, su queste pagine, il reportage di Domenico Quirico dal Ciad. Verso Sud, la penetrazione jihadista, ben oltre la fascia sahariana. Le propaggini del proselitismo wahhabita arrivano ormai fino in Congo: solo scuole e servizi sanitari e sociali per ora, ma non è dalle madrasse pakistane e afghane che è cominciato l’indottrinamento di tanti terroristi?

Nordafrica mediterraneo e Africa sub-sahariana si ricongiungono nell’instabilità. Il Sahara non fa più da barriera. E’ diventato in buona parte terra di nessuno, sottratta al controllo degli Stati che se lo dividono. Fino a soli nove anni fa vi passava la Parigi-Dakar. Chi lo rischierebbe oggi? Il rally ha ceduto il passo ai terroristi e ai trafficanti. In paraggi dove ci avventuravamo con tranquillità si viaggia oggi senza rete, a nostro rischio e pericolo.

Il Mediterraneo è confine e ponte verso questa nuova e magmatica Africa. L’Italia, in prima linea, deve pensare a una politica africana senza sempre aspettare l’imbeccata europea. Le crisi e minacce contingenti richiedono un approccio realistico, le potenzialità e il futuro del continente una visione strategica. Fra le emergenze è in testa la Libia. Non basta dire che deve rimanere unita. Se le spinte centrifughe, quali quelle del governo di Tobruk, non vengono imbrigliate, e se la comunità internazionale si spacca fra sostenitori di al Sarraj e di Haftar, come aspettarci che i libici si riconcilino?

Entra qui in gioco la nostra capacità di lavorare sulla crisi libica anche con l’Egitto, malgrado la grave controversia sulla scomparsa di Giulio Regeni. La politica estera richiede talvolta i compartimenti stagni. Russia e Stati Uniti sono ai ferri corti sull’Ucraina, ma collaborano su Iran e Siria. Dopo l’abbattimento del Sukhoi russo da parte turca, Erdogan e Putin, teste dure se mai ve ne sono, hanno sì richiamato i rispettivi ambasciatori, ma li hanno poi rapidamente rinviati in sede e, nell’adottare sanzioni, hanno scientemente evitato quelle reciprocamente più dannose. L’Italia deve imparare.

Avevamo una politica africana quando l’Africa era meno importante. Negli Anni 80 avevamo la cooperazione, con l’iniziativa contro la fame e la desertificazione in Sahel, con programmi avanzati nel Corno d’Africa, in Mozambico, in Senegal, a Capo Verde. Abbiamo seminato, ma non raccolto. Quando l’Africa ha cominciato a crescere abbiamo chiuso i rubinetti e cominciato la miope chiusura di ambasciate: ne abbiamo meno che non negli Anni 70 quando il continente era in letargo postcoloniale. La Conferenza del 18 maggio a Roma, co-presieduta da Moussa Faki Mahamat, ministro degli Esteri di quel Ciad che è crocevia d’immigrazione illegale e di traffici, può segnare il punto di svolta.

Auguriamocelo: è ora che l’Italia abbia una politica africana.

vivicentro.it-editoriale / lastampa / Fronte Sud l’Italia alla prova STEFANO STEFANINI

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Santone subito (VIDEO)

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Ogni volta che inciampo in un comizio del sindaco De Magistris penso con qualche brivido che c’è stato un tempo in cui quel furbo arruffapopolo era un magistrato. Lo spacciatore di rivoluzioni alle vongole che sul palco arringa la folla fingendo di farne parte ha avuto in passato il terribile potere di privare altri individui della libertà. Di sicuro fa meno danni dove sta ora, al governo di una città che non vuole essere governata, ma ammaliata. L’ultimo monologo del tribuno napoletano ha raggiunto vette retoriche da repubblica delle banane. Andate a godervelo sul web, se volete ripassare le ragioni per cui da settant’anni in Italia comandano i democristiani. Perché l’unica alternativa sembra essere questo populismo d’accatto, che specula sulla rabbia degli impoveriti per costruirsi un dominio personale.

Sono ormai abbastanza vecchio per sapere che chi urla in piazza «Potere al popolo!» si immedesima a tal punto nel popolo che il potere lo vuole tutto per sé. E dopo trent’anni di gargarismi leghisti mai seguiti da un atto concreto non mi spaventa un caudillo che incita alla secessione le plebi furenti e minaccia a salve il governo centrale, al grido di «Renzi, cacati sotto». Ma continuo a trovare esilarante e terribile lo sdoppiamento di personalità che porta il santone partenopeo ad annunciare che «dopo le elezioni del 5 giugno tutto cambierà: io uscirò dal Palazzo e governerò in strada!», come se il sindaco uscente fosse un altro e non lui.

vivicentro.it-opinione / lastampa / Santone subito. MASSIMO GRAMELLINI

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ESCLUSIVA – Pasquale Logiudice: Nei prossimi giorni incontrerò il presidente. E sul prossimo tecnico..

Le parole di Pasquale Logiudice in esclusiva a ViViRadioWEB

Nel corso della trasmissione di ViViRadioWeb, Il Pungiglione Stabiese, abbiamo ascoltato il direttore sportivo della Juve Stabia, Pasquale Logiudice.

Di seguito le dichiarazioni di Pasquale Logiudice.

Il campionato è appena andato in archivio, a breve bisognerà programmare la prossima stagione, cosa farà Pasquale Logiudice? Adesso è ancora prematuro, prendiamoci una pausa visto che la stagione è stata impegnativa e travagliata. Anche contro il Foggia abbiamo dovuto far fronte a problemi tecnici, dovendo far fronte alla mancanza di calciatori influenzati. La stagione è iniziata male ed è finita peggio. Quindi sinceramente con calma ci incontreremo con il Presidente e vedremo il da farsi. Vi dico con molta franchezza che abbiamo da chiarire un po’ di cose.

Per quanto riguarda i calciatori in scadenza, si è parlato tanto, ci sono possibilità di rivederli a Castellammare: Qui vorrei chiarire questo dilemma. In giro sono tutti bravi a parlare, tanto che siamo stati accusati di non saper svolgere il nostro lavoro. Avevamo proposto a Nicastro e Contessa il rinnovo di contratto già tempo addietro. È chiaro che questo è il gioco delle parti e ognuno fa le proprie valutazioni. Sapevamo che non avrebbero rinnovato prima del mercato di gennaio, però in quel momento non eravamo nelle condizioni di privarci di entrambi, anche perché non navigavamo in acque tranquille e mancavano adeguati sostituti. A gennaio ci siamo privati di Migliorini e di certo non si poteva rifiutare un’importante proposta economica che è andata in porto con la soddisfazione delle parti. Per il resto non abbiamo ritenuto di cedere altri calciatori pur di non indebolire la rosa e siamo andati avanti così. Sicuramente sia Contessa e stesso dicasi per Nicastro possono ambire tranquillamente ad una categoria superiore.

Con il senno di poi rifarebbe lo scambio Rosania-Vella: Si, lo rifarei visto che comunque a gennaio dovevamo movimentare qualcosa. Vella pure lui era in scadenza di contratto e in quel momento eravamo carenti sulla linea difensiva e abbiamo ritenuto opportuno rinforzarci in quel settore. Molti hanno criticato l’arrivo di Rosania, io ai critici vorrei ricordare che è un difensore di esperienza e vanta pure diverse presenze in serie B appena quattro anni or sono. È chiaro che poi alziamo le mani se andiamo a guardare i risultati e le sue prestazioni. Purtroppo non solo lui ha reso al di sotto delle aspettative, anche altri calciatori, per diversi motivi si sono espressi al di sotto delle loro possibilità.

Restando in tema, a chiusura del mercato di gennaio, quale scelta reputi sia stata migliore: indubbiamente reputo sia stato l’approdo di Lisi. Nessuno lo conosceva e non ci si aspettava molto da questo calciatore, invece credo sia stata una piacevole sorpresa per tutti. Non dimentichiamo che lo scorso campionato prendemmo diversi calciatori con un passato non felice, e alla fine tutti furono protagonisti di quel campionato esaltante. Quindi in tutto questo, reputo che ognuno di noi debba farsi un esame di coscienza e puntare su un calciatore che si è ben distinto appena un anno prima, non è detto che poi possa ripetere la realtà dei fatti.

Mister Zavettieri, ha annunciato il suo addio: Si, è stata una sua spontanea decisione. Il tecnico va ringraziato visto che ci ha dato una mano in un momento particolare. Ognuno di noi sicuramente dovrà fare una propria autocritica, per quanto mi riguarda l’ho fatta l’anno scorso al culmine di un buon campionato, di certo non ho problemi quest’anno, senza andare alla ricerca di attenuanti tirando in ballo infortuni e diverse situazioni.

Sabato in tribuna si è rivisto mister Pancaro, potrebbe rivelarsi un possibile ritorno: Il mister ha parenti qui in zona e aveva deciso di venire allo stadio ad assistere la partita. Non abbiamo parlato di lavoro, ci siamo solo salutati.

In settimana ci sono stati contatti con l’ex calciatore Jimmi Fontana, sarà lui il prossimo allenatore: Al momento ci siamo fatti solo due chiacchiere. Nei prossimi giorni eventualmente ci incontreremo visto che dobbiamo ancora parlare e chiarire diversi aspetti. Si, può darsi che sia lui il nuovo allenatore se il tutto convergera’, ad oggi è ancora prematuro poter dire che sarà lui la nostra scelta.

Quindi ci è parso di capire che lei già sta iniziando a programmare: Premetto che da contratto ho pieni poteri. Svolgo il mio mestiere con grande piacere, per filosofia di vita dico che bisogna sempre lavorare per non farsi trovare impreparati. Non ho nessun problema a rimanere, bisogna però sempre vedere poi diversi aspetti. Quest’anno ci sono state situazioni negative, e positive con l’esordio in prima squadra di diversi ragazzi, senza dimenticare la cessione di Migliorini che ha fruttato un grande ritorno economico. Purtroppo in Italia vige questa cattiva abitudine di valutare il lavoro solo guardando i risultati. Non reputo che sia giusto, poi è ovvio che bisogna sempre guardare avanti e analizzare gli errori commessi.

È stata un annata particolare, lei cosa si porta con sé in tema di esperienza personale: Tante cose, a volte non si mette tutto in preventivo, forse neanche il 50% di ciò che poi accade. Invece la realtà insegna che le tutto può succedere e quindi bisogna mettere tutto in preventivo, e farti trovare pronto a gestire tali situazioni. Con molta sincerità, nella prima parte della stagione, al di là della qualità tecnica in attacco, ci siamo trovati a far conti con l’assenza di una punta centrale. Poi con tutta sincerità non immaginavamo di subire tanti infortuni, l’anno scorso perdemmo il solo Bacchetti, e allora anche quest’anno pensavamo di scivolare alla stessa maniera. Questo dimostra che ogni campionato è diverso dai precedenti, e comunque sono contento che la salvezza sia andata in porto al di là di tutte le avversità del caso. Adesso spediamo di poter contare anche sul fattore Menti, dovrà essere un punto di partenza visto che il manto erboso ci ha comportato infortuni vari con la perdita di diversi calciatori sotto il profilo tecnico ed economico.

Ischia,in ansia per Moracci. Si teme uno stiramento

MORACCI-Ischia

Piove sul bagnato in casa Ischia. Dopo le otto sconfitte consecutive della gestione Porta,la squadra gialloblu è attesa dal doppio confronto nei play-out contro il Monopoli. Da quando è subentrato Antonio Porta in panchina,il tecnico nonostante le sconfitte ha sempre dichiarato di aver sfruttato queste ultime partite di campionato per cercare di trovare la giusta quadratura alla squadra con la miglior formazione possibile,motivo anche dei tanti esperimenti fatti durante queste partite,spesso con formazioni inedite dal primo minuto. Nel doppio confronto per la salvezza, che attende gli isolani,un reparto che dovrà cercare di fare la differenza sarà la retroguardia difensiva. Uno dei pilastri fermi di questa stagione è stato Leonardo Moracci. L’ex Paganese partito ad inizio del campionato accanto a Liberato Filosa prima della rottura del menisco, si è poi alternato con Savi e poi con l’ultimo acquisto Jerry Van Dam. Nell’ultima partita di campionato contro il Cosenza, Porta ha schierato dal primo minuto la coppia centrale,che aveva retto bene gli avversari nelle gestione Bitetto. Se da una parte c’è il rientro di Filosa al centro della difesa,c’è il rischio di perdere Moracci in vista dei play-out. L’ex Nocerina è uscito anzitempo dal campo in quel di Cosenza a causa di un problema muscolare. Il difensore nelle prossime ore si sottoporrà agli esami per individuare l’entità dell’infortunio. Purtroppo a fine partita contro i silani,si incominciava a temere di uno stiramento muscolare. Se gli esami confermeranno quanto detto, mister Porta si ritroverà un altra gatta da pelare in vista dei play-out con una retroguardia difensiva da reinventare.

Ag.Maggio: “Ultima partita col Frosinone? Parleremo con la società”

“Non so se quella contro il Frosinone sarà l’ultima gara di Maggio con la maglia del Napoli, onestamente non sono in grado di rispondere a questa domanda. Mi sembra che la decisione di Sarri che va sempre rispettata è stata ben chiara. Parleremo a fine stagione con la società e decideremo la soluzione migliore per club e giocatore”, ha dichiarato l’agente di Maggio, Massimo Briaschi, ai microfoni di Radio Crc.

Classifica assist, Marek Hamsik al comando

Marek Hamsik leader tra gli uomini assist del campionato. Il centrocampista azzurro è in testa alla speciale classifica degli ultimi passaggi in Serie A. Con le due splendide rifiniture di ieri a Torino per i gol di Higuain e Callejon, Marek ha ragguinto 30 assist totali di cui 8 vincenti. Sul podio anche Insigne, terzo nella graduatoria degli ultimi passaggi con 23 assist totali di cui 8 vincenti. Tra i primi 10 in lista figura anche Josè Callejon che è settimo con 18 assist di cui 3 vincenti.

FONTE: Ssc Napoli

Torino-Napoli, quasi un milioni di persone hanno seguito il match

Ottimo seguito televisivo per Torino-Napoli. Il match è stato seguito da 911.633 telespettatori che rappresenta il secondo dato di ascolto più alto della 37esima giornata, dallo studio elaborato dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A su dati AGB/Auditel. Il posticipo dell’Olimpico ha fatto registrare il 3.71 per cento di share.

FONTE: Ssc Napoli.

Valente replica a de Magistris: “Ti devi vergognare sei un violento”

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La candidata del Pd, Valeria Valente, accusa dopo il video in cui il sindaco De Magistris insulta il premier

“De Magistris si dimostra non all’altezza di fare il sindaco di Napoli. Lo spettacolo che sta offrendo in queste ore è solo una volgare messinscena, che offende tutti i napoletani e danneggia Napoli agli occhi del Paese”: lo dice la candidata a sindaco del centrosinistra Valeria Valente, dopo il comizio in cui de Magistris insulta pesantemente il presidente del Consiglio Renzi.

“Sta utilizzando toni vergognosi, carichi di violenza, indegni per il sindaco della terza città d’Italia. Per cinico calcolo personale e per nascondere il disastro amministrativo di questi cinque anni, de Magistris vuole trasformare questa campagna elettorale in una rissa continua: sfugge al confronto, come stamattina alla Fondazione Valenzi. Pretende di fare passerelle in ogni occasione pubblica, come ha fatto alla partita di beneficenza dell’Arci Scampia, dove è andato via dopo aver fatto una sceneggiata perché gli organizzatori avevano invitato tutti i candidati a sindaco. Minaccia Renzi dal palco con un linguaggio che richiama a stagioni buie della nostra storia politica”.

“De Magistris vuole trascinare Napoli in guerra contro tutto e tutti, incurante del fatto che, così facendo, indebolisce la città. La verità, purtroppo, è che il sindaco uscente sta usando questa campagna elettorale come trampolino di lancio per costruirsi un futuro politico a Roma. Altro che rivoluzione zapatista, se avesse avuto a cuore il destino della nostra città, avrebbe riparato le buche stradali, fatto funzionare il trasporto pubblico, speso i fondi europei per il porto, il centro storico e Napoli Est”, conclude Valente.

Morto Massimo Borrelli, comico di “Made in Sud”

Massimo Borrelli faceva parte dei “Due x Duo”, aveva lavorato anche a “Colorado Cafè”

Un male incurabile, una lotta fino all’ultimo giorno. Massimo Borrelli non ce l’ha fatta: stamattina, lunedì 9 maggio, se n’è andato. L’attore e cabarettista dei “Due x Duo”, in cui da anni recitava col suo fedele sodale di palco Giuseppe Laurato, era uno dei personaggi più amati del noto show “Made in Sud”. Negli ultimi tempi molti fan si erano accorti della sua consistente perdita di peso, interrogandosi sulla sua salute, oggi, il tragico epilogo. Borrelli, sulle scene da vent’anni, aveva iniziato a lavorare in duo con Laurato nel 1999, arrivando a vincere assieme anche il premio Massimo Troisi nel 2007.

Tra i primi a dare l’annuncio della scomparsa, assieme ai fan sgomenti, Daniele “Decibel” Bellini. “Hai fatto ridere sempre tutti – ha scritto su Facebook lo speaker dello stadio San Paolo e di Radio Kiss Kiss – ma adesso ci toccherà piangere senza sosta. Non ci posso credere. Buon viaggio amico mio”.

La pagina ufficiale dei “Due x Duo” ha postato uno status: “Questa mattina – si legge – troppo presto Massimo ci ha lasciati. Ha dovuto accettare una scrittura da un un impresario al quale non si può dire di no. Rideremo ancora per te… sorrideremo pensando a te anche se è difficile. Cosa farei con cento milioni di euro ora? Pagherei per poterti riabbracciare”.

vivicentro.it-cronaca-spettacoli / Morto Massimo Borrelli, comico di “Made in Sud” PAOLO DE LUCA

Comizio show di de Magistris: “Renzi, vattene a casa, devi avere paura, ti devi cacare sotto” (VIDEO)

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“Renzi, vattene a casa, devi avere paura, ti devi cacare sotto. Cacati sotto”. De Magistris arringa così la folla durante il comizio tenuto al Palapartenope:

“Dimostriamo che è il popolo a scrivere la storia e non l’ordine costituito”. E in un altro passaggio avverte: “Se mi fanno fuori ci sarete voi”. E ancora, annuncia di voler spostare l’amministrazione della città da Palazzo San Giacomo alle assemblee del popolo: “Io starò in strada”. Durante uno dei passaggi dice anche di non essere in vendita: “Ci hanno provato in tutti i modi a comprarmi ma non sono in vendita”

FONTE: https://video.repubblica.it/edizione/napoli/comizio-show-di-de-magistris-renzi-vattene-a-casa-devi-avere-paura-ti-devi-cacare-sotto/238813/238678?ref=HRESS-1

 

Ispra: pesticidi in 64% acque italiane, soprattutto glifosato

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E da molte regioni del Sud non arrivano i dati richiesti

Roma, 9 mag. – Acque italiane, sia superficiali sia sotterranee, ampiamente contaminate, soprattutto da pesticidi. E, tra i contaminanti, i più presenti sono gli erbicidi e in particolare il glifosato. E’ quanto emerge dal rapporto nazionale ‘Pesticidi nelle acqua’ dell’Ispra, riferito a dati 2013-2014, dal quale emerge che il 63,9% delle acque superficiali italiane sono contaminate da pesticidi, come anche il 31,7% delle acque sotterranee. E se alcune Regioni, soprattutto al Sud, non fanno pervenire i dati necessari per il monitoraggio, in alcune Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia Romana, Toscana e Umbria la contaminazione è ben più alta del dato nazionale, in alcuni casi arriva addirittura al 95%, come nel caso dell’Umbria. Partendo dal presupposto che in Italia in agricoltura si utilizzano ogni anno circa 130.000 tonnellate di prodotti fitosanitari, nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni di acqua per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un aumento rispettivamente del 4,3% e del 11,8% nei confronti del biennio precedente.

“La copertura del territorio nazionale, tuttavia – fa presente l’Ispra – è ancora largamente incompleta, soprattutto per quanto riguarda le regioni centro-meridionali, due regioni non hanno inviato nessun dato, e più accentuata per le acque sotterranee, dove non si hanno dati di cinque regioni”.

Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze.

Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9). Nelle acque sotterranee sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Le concentrazioni misurate sono in genere frazioni di µg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse.

Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della contaminazione. I livelli sono generalmente più bassi nelle acque sotterranee, ma residui di pesticidi sono presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. In alcune Regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterrane la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012). Indice, questo soprattutto, di una maggiore efficacia complessiva delle indagini.

vivicentro.it-salute / Red/Apa MAZ / (askanews) / Ispra: pesticidi in 64% acque italiane, soprattutto glifosato

Brexit, Cameron evoca rischi di guerra in Europa

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Berlino, Ue ha tutelato Stati membri anche da guerra. “Non è una cosa seria”, ha detto l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson

David Cameron alza i toni del confronto sulla Brexit. Il premier britannico arriva a dire che l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue metterebbe a rischio la pace in Europa con la possibilità di nuovi conflitti. Il primo ministro, impegnato nella campagna per tenere il Paese nell’Unione in vista del referendum di giugno, ha sottolineato come il Regno Unito abbia rimpianto quelle volte in cui in passato ha ”voltato le spalle”, disimpegnandosi rispetto all’Europa e ricordato che l’Ue ha aiutato i Paesi a ”riconciliarsi” e a mantenere la pace. L’intervento di Cameron è destinato a ricevere forti critiche dal fronte euroscettico che più volte ha accusato il premier di promuovere una linea improntata all’allarmismo per quanto riguarda le possibili conseguenze di una Brexit.

L’Unione Europea, come accordo comunitario fra 28 Stati membri ha comportato “non solo effetti positivi relativi al benessere e allo stato di diritto”, ma ha anche tutelato questi Stati dalla guerra. Lo ha detto il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino.

Rischi di una guerra in Europa se la Gran Bretagna lascia l’Ue? ”Non è una cosa seria”, ha detto l’ex sindaco di Londra, Boris Johnson, rispondendo così al rischio evocato dal premier britannico David Cameron.

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Collisioni record nell’Lhc, sono una porta sull’ignoto

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Collisioni da record. Verso fenomeni nuovi, da materia oscura a nuove dimensioni

Prime collisioni da record nell’ acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra, dove fasci che contengono 300 ‘pacchetti’ di particelle scorrono stabilmente nell’anello di 27 chilometri all’energia di 13.000 miliardi di elettronvolt (13 TeV).
Scontrandosi, fasci del genere possono produrre particelle finora sconosciute, alzando il sipario su fenomeni fisici inediti, come la composizione della materia oscura che occupa il 25% dell’universo o l’esistenza di più dimensioni.

“Una grande emozione”: per il direttore del Cern, Fabiola Gianotti, veder ripartire l’acceleratore più grande del mondo è sempre straordinario, ma quest’anno è davvero un’occasione unica: “con i dati che potranno raccogliere nel 2016, gli esperimenti permetteranno di ottenere misure più precise del bosone di Higgs, come di altre particelle e fenomeni noti”, ha osservato in una nota del Cern.
Nello stesso tempo, ha aggiunto, i dati “ci permetteranno di guardare ad una nuova fisica, con un accresciuto potenziale di scoperta”

“La nave è salpata verso terre sconosciute“: per il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) con le collisioni record avvenute nell’Lhc la fisica ha ormai cominciato il viaggio più avventuroso di sempre, che potrebbero portarla a toccare territori completamente sconosciuti.

“La macchina sta funzionando, nonostante le faine”, ha detto Ferroni riferendosi all’incidente a un trasformatore provocato da una faina, che ha provocato qualche giorno di ritardo. “Sono state raggiunte le collisioni di particelle all’energia più alta cui abbia mai funzionato una macchina, adesso – ha aggiunto Ferroni – dobbiamo avere pazienza e sperare che la natura abbia deciso di darci una mano”.

Il primo compito dell’acceleratore, importantissimo, è studiare nei dettagli il bosone di Higgs“, la particelle grazie alla quale ogni cosa ha una massa scoperta nel 2012. Ma la speranza, ha concluso, è di riuscire a vedere fenomeni completamente nuovi.

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MINISTRO LORENZIN: Indagine del Nas su mense a scuola

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L’ANNUNCIO DEL MINISTRO LORENZIN

Il ministro Lorenzin: “L’indagine è partita su segnalazioni dei genitori che si lamentavano della qualità e quindi ho chiesto ai Nas di fare verifiche a campione”

“L’alimentazione nelle scuole è importantissima, ho mandato i Nas per fare controlli a campione nelle scuole italiane per verificare se la qualità dei cibi richiamati nelle diete sia consono con la qualità garantita ai nostri bambini”. Lo afferma il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervenendo all’assemblea di Federalimentare a Cibus.

“L’indagine è partita su segnalazioni dei genitori che si lamentavano della qualità e quindi ho chiesto ai Nas di fare verifiche a campione”. Il ministro osserva che “sarà trimestralmente fatto il punto della situazione sui risultati emersi dai controlli, come già fatto con la nostra task force nelle residenze per le persone anziane e sui disabili e anche in altre occasioni”.
I controlli sono già partiti, ha spiegato Lorenzin, e “del resto queste cose prima vengono fatte e poi annunciate”, e non ha voluto precisare se i controlli si svolgono nelle scuole pubbliche o private o in entrambe.
“Ci interessa andare a fondo per capire se esiste veramente un problema – conclude Lorenzin – e che tipo di problema è”. L’indagine riguarda la qualita’ del cibo offerto ai bambini nelle mense scolastiche ma anche le scelte dei tipi di cibo che vengono utilizzati nelle diete a seconda della fascia di eta’. In sostanza si tratta anche di un controllo sulla appropriatezza nutrizionale legate ai vari momenti della crescita.

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