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Addio caro Marco. Noi, i primi radicali sempre insieme per le battaglie civili

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CI SIAMO conosciuti per un’intera vita ma siamo andati d’accordo poche volte, quando si lottava per la conquista di nuovi diritti: soprattutto il divorzio e l’aborto.

Io accanto ai diritti vedevo anche i doveri; Marco i doveri li vedeva poco o niente, anzi per essere esatti vedeva i doveri dello Stato (anch’io ovviamente) ma assai meno o per niente quelli inerenti ai cittadini. Ora che la sua morte mi dia dolore è dir poco: come capita spesso è un pezzo della vita che se ne va. Ne resta la memoria, ma ciascuno ha la propria, che cambia di giorno in giorno e non coincide mai con quella degli altri.

Il fatto saliente che ci ha accomunato è stato il Partito radicale. In Italia, come in Francia e in Spagna, i radicali ci sono sempre stati. Erano un partito di sinistra con matrice liberale. Negli altri Paesi di ceppo inglese e tedesco la parola “radical” equivaleva e tuttora equivale al comunismo. In Italia tuttavia la radice liberale ha molti significati e molte parole che li definiscono: liberale, libertario, libertino.

Noi di matrice crociana ed anche gobettiana eravamo liberali di sinistra; di fatto discendevamo dal Partito d’azione e dallo slogan partigiano di Giustizia e Libertà. Marco era soprattutto libertario, cioè la libertà come valore unico da praticare in tutti i modi. Per fornire un esempio una donna come Ilona noi non l’avremmo mai collocata al vertice del partito e non ne avremmo appoggiato il suo ingresso alla Camera dei deputati.

I nostri antenati erano storicamente Cavallotti e i garibaldini della “legione lombarda”: i Cairoli, i Dandolo, i Manara. Marco, forse anche a lui piacevano ma non in modo particolare. Lui piaceva soprattutto a se stesso, convinto com’era che il vero radicalismo cominciasse da lui e dai suoi compagni.

Liberali lo eravamo tutti, Marco soprattutto nel suo modo di vita, noi in parte allo stesso modo ma in maggior parte col pensiero. Per noi il libertinaggio intellettuale era quello di Voltaire, di Diderot, di Mirabeau, di Condorcet e poi di Roosevelt e di Churchill. Dunque la nostra pasta umana era molto diversa dalla sua.

Accadde poi che nel 1956 noi, “Amici del Mondo” fondammo il Partito radicale: Pannella e un gruppo di suoi amici che militavano nell’associazione goliardica di sentimenti laici chiamati Ugi (Unione goliardica italiana) entrarono nel nostro partito nel ’58 ma furono sempre un gruppo in qualche modo estraneo. Nelle riunioni di partito alle quali partecipavano presentavano fin dall’inizio mozioni di procedura preliminare ostacolando a dir poco per un’ora l’inizio della discussione politica alla quale partecipavano poco e poi abbandonavano la riunione manifestando esplicitamente un’assoluta indifferenza verso i temi da noi esaminati. Salvo – come ho già detto prima – quando si trattava di nuovi diritti da conquistare: allora eravamo tutti uniti e combattevamo con passione il difficile tema cercando di diffonderlo il più possibile nella pubblica opinione e poi con altri mezzi costituzionali: progetti di legge di iniziativa popolare, dimostrazioni di piazza in tutta Italia, iniziative referendarie.

Eravamo pochi di numero ma ci moltiplicavamo lavorando in tutte le ore del giorno e della notte. Avvenne poi che nel 1962 il nostro Partito radicale si spaccò sul tema dell’apertura a sinistra. Alcuni di noi volevano i socialisti al governo con la Dc e i repubblicani; altri accettavano solo un appoggio esterno dei socialisti. La soluzione fu che tutti i radicali decisero di dimettersi dal partito e così cessò di esistere. Ma Pannella e i suoi quattro amici no, restarono e rifondarono il partito. Mantenendogli il nome ma cambiandone radicalmente il contenuto fino ad oggi, guidati da Marco, da Emma Bonino e da qualche altro di cui purtroppo non ricordo il nome.

Da allora non ci incontrammo più, salvo nelle occasioni del divorzio e dell’aborto anche perché Marco voleva essere in Parlamento con qualcuno dei suoi e per ottenere questo risultato ne fece di tutti i colori: scioperi della fame, poi della sete, alleanze politiche ed elettorali con personaggi centristi e cattolici, un paio di volte addirittura con Berlusconi. Naturalmente non ne condivideva le idee e proprio per questo una alleanza elettorale faceva ancor più chiasso perché ciascuno sosteneva tesi diverse dall’altro ma tuttavia si presentavano insieme davanti ai cittadini.

Qualcuno oggi lo paragona a Grillo. Qualche somiglianza c’è ma le distanze sono molte. Sono due attori, Grillo professionista, Pannella dilettante. Grillo ha politicamente lo scopo di abbattere tutte le istituzioni esistenti, quello che verrà dopo si vedrà. Pannella voleva invece cambiarle, ma non distruggerle e spingere ed allargare il più possibile il tema dei diritti per ottenere i quali avrebbe preso qualunque iniziativa. Diritti soprattutto sociali. Per questo è andato a trovare perfino il Papa. Chi lo conosce sa che Marco non si è mai posto il problema dell’aldilà. Lui credeva soltanto nella vita. Amava i viventi e desiderava che tutti l’amassero. Non ha mai avuto il problema del potere ma quello della notorietà, quello sì.

Quando faceva lo sciopero della fame che dopo qualche giorno diventava anche quello della sete, l’ha fatto quasi sempre sul serio. Gli costruivano una tenda all’interno della quale riposava con un medico sempre accanto e gli amici che si avvicendavano per venirlo a trovare. L’obiettivo che lui aveva per fermarsi dallo sciopero era di ottenere il successo sulla tesi che in quel modo stava sostenendo.

Ricordo molto bene la prima volta del suo sciopero della sete. Era buona stagione e c’era il sole. Marco aveva chiesto di essere ricevuto dal Presidente della Repubblica che era allora Giovanni Leone nella sua qualità di segretario del Partito radicale, ma non c’era in quella legislatura alcun radicale in Parlamento.

Leone rifiutò. Era disponibile a riceverlo come persona, ma non in quella pubblica veste altrimenti avrebbe creato un precedente per un qualunque cittadino con la voglia di essere ricevuto al Quirinale inventandosi un partito inesistente e con quella motivazione incontrare il Presidente. Naturalmente Pannella proprio quello voleva e tanto più in quanto i radicali in Parlamento in quel momento non c’erano, ma la carica sì ed era questo che doveva contare.

A quel punto il Presidente Leone mi convocò, sapeva che conoscevo Pannella molto bene e voleva conoscere la mia opinione in merito. Era il 1971 ed io ero deputato socialista.

Andai. La scusa era una mia opinione sull’andamento della lira perché io mi interessavo molto di temi economici, ma in realtà arrivammo subito al problema Pannella. Leone mi domandò se fosse possibile che spingesse la situazione fino al punto di essere in grave pericolo di morte. “Il rischio c’è, l’ha detto anche il medico, ma che Pannella lo voglia credo di poterlo escludere. Però bisogna stare molto attenti ad una vita spinta fino al limite dell’esistenza”. “Lei sa qual è l’ostacolo, l’ho detto pubblicamente” “sì lo so, ma una via d’uscita si può trovare. Pannella è anche presidente di molte associazioni importanti. Lei può riceverlo per quelle sue cariche aggiungendo che è anche segretario del Partito radicale”.

Così andarono le cose e Marco ottenne quel successo per il quale aveva sfiorato il peggio. Del resto altri scioperi della sete ne ha fatti e sono sempre terminati come lui sperava. Che sia stato un grande attore l’ha ancora una volta dimostrato perché alla vigilia della morte, stavolta inevitabile, ha trasformato la sua casa in una sorta di locale di festa tra amici, con lui protagonista.

Non ci sono morti, l’ho già detto, ma momenti in cui il grande attore regala a se stesso e ai suoi amici il divertimento nei limiti in cui ancora può. Ha vissuto col gusto di vivere ed ha voluto che anche gli altri facessero lo stesso da questo punto di vista non ha mai considerato che cosa sarebbe accaduto o non accaduto dopo. Alla fine arriva sorella Morte e tutto è finito.

vivicentro.it/politica – larepubblica / Addio caro Marco. Noi, i primi radicali sempre insieme per le battaglie civili. EUGENIO SCALFARI

Reina è una garanzia, ma ecco chi sarà il suo vice

I dettagli

Pepe Reina ha regalato certezze fisiche in questa stagione, ma secondo l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport “non pensa a rivedere il contratto biennale ancora in essere, anche se De Laurentiis continua ad informarsi sulle sue condizioni fisiche. Reina ha dato ampie garanzie quest’anno, ma gli si vuole affiancare un secondo affidabile”. Il suo vice? Luigi Sepe che ha passato un anno particolare alla Fiorentina e potrebbe essere il portiere giusto perché prodotto dal vivaio azzurro vista la prossima Champions League da disputare.

Solo la crescita salverà le banche di casa nostra

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Il sistema bancario italiano è nuovamente oggetto di attenzione da parte dei media internazionali e degli esperti di mercati finanziari. Le persistenti difficoltà del Monte dei Paschi di Siena, la risoluzione delle quattro banche regionali, la ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza attraverso il fondo Atlante hanno alimentato dubbi sulla tenuta del sistema finanziario nazionale. E’ poi notizia di queste ore che Unicredit possa aver bisogno di un nuovo aumento di capitale.

Scontiamo, va detto, che rispetto al resto dell’Europa le banche italiane non hanno avuto aiuti pubblici significativi: la virtuosa Germania ha iniettato nelle banche nazionali circa 250 miliardi di euro; la Spagna, l’Irlanda e il Portogallo hanno accettato il sostegno della comunità internazionale per ricapitalizzare le banche. Anche il Belgio e l’Olanda hanno aiutato consistentemente le proprie banche senza dimenticare che il governo inglese ha addirittura nazionalizzato Royal Bank of Scotland. L’Italia non poteva permetterselo perchè non aveva spazio per far crescere il proprio debito pubblico se fosse ricorsa a interventi del tipo tedesco. Inoltre, il segnale mandato ai mercati avrebbe determinato rapidamente anche un default del nostro debito pubblico.

Le nostre fragilità storiche, piuttosto che fattori contingenti di questi mesi, spiegano l’attuale debolezza e questo fa si che a distanza di 8 anni dal fallimento di Lehman Brothers, il sistema finanziario italiano sia ancora sotto la lente.

La strada verso la normalità è impervia perchè la ripresa è stata più debole del previsto con due conseguenze sostanziali sul sistema bancario. Primo, l’ammontare di crediti deteriorati non si è ridotto, anzi. Si stima che circa un terzo dei crediti deteriorati delle banche europee siano presso istituti italiani e questo genera un freno all’economia. Le banche infatti devono per precauzione accantonare risorse nel caso in cui questi crediti non vengano riscossi, riducendo così la capacità di prestare all’economia reale. A fronte di questi crediti deteriorati ci sono aziende che hanno un livello di debito eccessivo e non sono in grado di chiedere ulteriore debito per finanziare le loro attività. Ecco allora che si è in un circolo vizioso da cui è difficile uscire e che frena la ripresa: se non c’è ripresa economica crescono i crediti deteriorati; se crescono i crediti deteriorati, le banche hanno difficoltà a prestare e quindi l’economia non riparte.

Secondo, la bassa crescita ha portato con sè bassa inflazione e richiesto alla Banca Centrale Europea di intraprendere politiche monetarie non convenzionali per tenere i tassi a livelli molto bassi nella speranza di riportare l’inflazione vicino all’obiettivo del 2 per cento. In questo modo però si stanno assottigliando i margini di profitto delle banche, soprattutto quelle commerciali e quelle più piccole che ottengono la liquidità da investire attraverso i depositi dei risparmiatori: tipicamente, più sono alti gli interessi e più cresce la differenza tra quanto pagato al depositante e quanto ottenuto dagli impieghi, accrescendo i profitti delle banche.

In un contesto già difficile sono poi aumentati i costi della regolamentazione. I regolatori hanno compreso che una delle cause della crisi finanziaria era la complessità delle banche più che la loro dimensione sistemica: controlli incrociati, prodotti finanziari articolati, operazioni finanziarie tra banche, conflitti di interesse difficili da ricostruire. Se lo scopo della maggiore regolamentazione è aumentare la fiducia nel sistema bancario e governare la crescente complessità, per diverse banche, soprattutto le più piccole, la regolamentazione con i suoi costi possono diventare un ulteriore elemento di fragilità, piuttosto che di forza.

Prendere atto della realtà non significa accettare che il sistema bancario, e così il Paese, siano condannati a questo stato di cose.

Il riordino del sistema delle banche popolari e di quelle del credito cooperativo aiuteranno a mantenere una rete bancaria fortemente legata alle realtà del territorio, ma più solida. Le misure citate dal ministro Padoan nell’intervista di ieri su questo giornale relative alle procedure concorsuali favoriranno la creazione di un mercato più efficiente dei crediti deteriorati. I bassi tassi potranno essere l’opportunità per le imprese di investire di più e generare maggiore crescita economica, soprattutto se le imprese guarderanno oltre le banche come fonte di finanziamento.

C’è però un elemento che prevale su tutti: solo una più robusta crescita economica farà svanire l’alea di incertezza che oggi pervade le banche italiane.

vivicentro.it/economia – lastampa / Solo la crescita salverà le banche di casa nostra ANDREA MONTANINO

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Il rivoluzionario con il senso dello Stato

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MARCO PANNELLA – Era l’ultimo erede, grande e degno erede, della tradizione liberale del nostro Risorgimento. Quell’Italia di minoranza, come la chiamava Spadolini.

Quella che ha trasformato, con il liberale moderato Cavour, un piccolo Stato subalpino in una importante nazione del moderno Occidente e che ha profetizzato, con il liberale democratico Mazzini, l’avvento di una Europa unita. Così, anche Marco Pannella, con una minoranza, anzi con una estrema minoranza, ha sempre difeso, per tutti gli italiani, i diritti della libertà e ha imposto allo Stato il dovere di riconoscerli.

È difficile, nell’emozione per la scomparsa di un vero «patriota liberale», riassumere i segni della sua lunga presenza nella vita pubblica del nostro Paese per raccoglierne la lezione fondamentale, quella che deve ispirare chiunque voglia cimentarsi in un impegno civile e politico. Ma la sua testimonianza fa sperare alle nuove generazioni di questo secolo, con un esempio difficile ma affascinante, che gli ideali di libertà e di giustizia dei secoli passati si possano difendere e conquistare anche in futuro, se si ha la coerenza e il coraggio di proclamarli a voce alta, senza alcun compromesso, senza paura di sfidare tabù, ipocrisie, conformismi, pigrizie, reticenze.

Pannella sarà ricordato certamente per la sue battaglie civili, quelle più famose e che hanno cambiato la vita dei nostri cittadini, come l’introduzione del divorzio e dell’aborto in un’Italia che a fatica, ma con gioiosa sorpresa, si scoprì più pronta ad accogliere un costume moderno di quanto una miope e bigotta classe politica potesse supporre. Sarà ricordato per un metodo di disobbedienza civile, di ispirazione gandhiana, che ne fece sempre un oppositore intransigente del potere, qualunque potere, quello politico, ma anche quello economico, sulla scia di un grande maestro liberale e radicale, Ernesto Rossi. Sarà ricordato per la difesa di un altro principio risorgimentale, quello della «libera Chiesa in libero Stato», di memoria appunto cavouriana, non contro la libertà dei cattolici e dei vescovi di parlare in nome dei loro principi, ma di imporli nella legislazione di uno Stato che deve rispettare anche la libertà di coloro che non li condividono. Sarà ricordato pure per le sue campagne «transnazionali», come quella che, negli Anni 80, combatté in favore degli ebrei russi a cui i sovietici negavano la libertà di trasferirsi in Israele.

Eppure la lezione più importante di un oppositore, scomodo e persino irritante in certi casi come Pannella, ai molti sedicenti oppositori dei giorni nostri è un’altra, che si ispira proprio alla grande tradizione risorgimentale, ed è il rispetto per lo Stato. Solo una superficiale o strumentale interpretazione della sua lunga battaglia civile e politica può assimilarlo a quella di un ribelle e anarchico assalitore dello Stato. Al contrario. Pannella aveva una così alta e nobile concezione dello Stato, dei suoi doveri nei confronti dei cittadini, ma anche di quelli dei cittadini nei confronti del loro Stato, che consacrò tutta la sua vita, da una parte, a censurare i comportamenti indegni e corrotti di coloro che lo rappresentavano e, dall’altra, con il suo stile di vita sobrio, improntato alla massima onestà personale, a indicare agli italiani un esempio di moralità, pubblica e privata.

Ecco perché Pannella voleva uno Stato le cui carceri dimostrassero i caratteri civili di una nazione, uno Stato che rispettasse la dignità di ogni persona, quella di chi ha il diritto di nascere in salute e quella di chi ha il diritto di morire senza disperazione. Uno Stato, in cui la libertà non fosse prerogativa delle maggioranze, politiche, di genere, di religione, di età, ma in cui anche le minoranze, pure quelle più piccole, si possano sentire cittadine a pieno titolo. Si potrebbe dire che Pannella avesse una concezione così elevata del «suo» Stato, mutuata da quella della nostra «destra storica» nel secondo Ottocento, da sembrare, con un apparente paradosso, più un rivoluzionario conservatore che un ribelle dell’ordine costituito. Del resto, a lui interessava più la coerenza delle idee che la collocazione di se stesso nel mutevole e opportunistico arco degli schieramenti politici italiani. Fino a utilizzare, con una spregiudicatezza che gli fu a torto rimproverata, qualunque compagno di viaggio fosse, di volta in volta, utile a combattere una battaglia giusta.

In queste ore, molti, comprensibilmente, rimproverano alla classe politica nostrana di non aver riconosciuto a Pannella i meriti di un «padre della patria» come certamente andava considerato, con gli onori che la Repubblica tributa ai suoi rappresentanti migliori, come il seggio di senatore a vita. Ma uno Stato così lontano dalla dignità che avrebbe voluto avesse Pannella avrebbe meritato di accoglierlo tra i suoi eletti? Forse è meglio così. È meglio ricordarlo senza laticlavi, neanche postumi, con quel suo sorriso, ironico e fiero, di chi non si aspetta nulla dagli altri, perché sa che sarà la storia a dargli ragione.

vivicentro.it/editoriale – lastampa / Il rivoluzionario con il senso dello Stato LUIGI LA SPINA

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L’ORDA AZZURRA – Dalle ore 20 con tanti ospiti e una novità: la diretta video!

Non mancate…

Questa sera non perderti l’appuntamento con L’Orda Azzurra, il programma che va in onda sulle frequenze di Vivi Radio Web la radio ufficiale di Vivicentro.it. Tutto quello che c’è da sapere sul Napoli, sempre live…

A condurre il programma, Ciro Novellino (giornalista di Vivicentro) e al suo fianco Mario Vollono (vicedirettore di Vivicentro). Tanti ospiti al telefono e in studio, ma i protagonisti siete voi, come sempre. Mandate i vostri messaggi sulla pagina Facebook della radio, o chiamate allo 081 048 73 45 oppure mandare un messaggio Whatsapp al 338 94 05 888.

Gli ospiti di questa sera saranno tanti, ma ci sarà anche una grande novità per il nostro programma. Parleremo anche con Giovanni Malafronte, direttore generale dell’Asd San Paolo del primo Memorial ‘Gaetano Musella’. Oltre ad andare in diretta radio su ViviRadioWeb, potrete seguirci anche in diretta video su Facebook alle seguenti pagine:

https://www.facebook.com/vivicentro.it/?fref=ts

https://www.facebook.com/Vivi-Radio-Web-604612696249335/

https://www.facebook.com/ciro.novellino/

e sul contatto personale di Ciro Novellino e Mario Vollono

Non mancate, L’Orda Azzurra sta arrivando…!

Come sempre potrete ascoltarla in diretta a questo indirizzo:

Cliccando questo link https://www.vivicentro.it/viviradioweb/

dalle 20:15 e in differita due ore dopo la fine della trasmissione a questo indirizzo https://www.spreaker.com/show/tracce-di-lorda-azzurra

Voto di memoria

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Torino 1979, interno giorno In un’aula di terza classico i ragazzi simulano quello che di lì a poche settimane sarà il loro primo voto. Il rappresentante di classe fa lo spoglio e scrive il responso sulla lavagna. Dc 6 (era una scuola cattolica). Pdup, partito di unità proletaria per il comunismo, 1 (l’unico rivoluzionario lì dentro era il figlio del prefetto). Pr 18. Il formidabile professore di latino, professore e prete, guarda la lavagna e scuote la testa. «Ragazzi, io non ho assolutamente nulla contro il partito repubblicano. Anzi, condivido la linea di rigore economico all’interno di un sistema di libero mercato…» «Professore…» «Lasciami finire. Purtroppo quel partito ha una morale laica. Se in economia siete liberisti, non votate un repubblicano. Votate un democristiano di destra, contro il divorzio e contro l’aborto…» «Professore…» «La smetti di interrompermi? Con quella lingua finirai avvocato o, peggio, giornalista. All’unico che ha scelto i comunisti, vorrei dire: sei di sinistra? Nessun problema. Ma allora vota un democristiano di sinistra, contro il divorzio e contro l’aborto… E comunque diciotto repubblicani mi sembrano troppi». «Non sono repubblicani». «Pr non sta per Partito repubblicano?» «No, professore. Partito radicale». Il prete perse l’equilibrio. Balbettò il cognome del demonio – «Pa… Pa… Pann…» – e si accasciò sulla cattedra.

Conosco tantissime persone che hanno votato Pannella, almeno una volta nella vita. Mai tutte insieme, purtroppo. Altrimenti forse avrebbe vinto le elezioni, almeno una volta nella vita. E chissà quanto ci saremmo divertiti.

vivicentro.it/opinioni – lastampa/ Voto di memoria MASSIMO GRAMELLINI

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Lapadula si avvicina, ballano pochi milioni

I dettagli

Il Napoli ed il Pescara si sono incontrati per parlare dell’attaccante Lapadula, ma c’è una differenza di qualche milione che, secondo la Gazzetta dello Sport, “potranno essere «coperti» eventualmente con bonus o con operazioni di contorno. Lapadula al fianco di Higuain potrebbe essere più funzionale al Pipita e magari avere un impatto diverso alzandosi dalla panchina. È rapido, scaltro ed ha il «veleno» che talvolta è mancato a Gabbiadini. E poi Manolo non accetterebbe un altro anno da comprimario mentre Lapadula sarebbe disposto a fare gavetta essendo esordiente in A”.

De Laurentiis incontra l’agente di Albiol: il Valencia è un pericolo concreto

I dettagli

A Raul Albiol l’offerta del Valencia piace e tanto visto che è cresciuto come calciatore proprio lì. Intanto l’edizione di oggi de La Repubblica, il Napoli ha offerto un rinnovo biennale ma non intende cederlo e ha minacciato addirittura di lasciarlo partire a parametro zero tra un anno, alla scadenza naturale del suo impegno”. Non si vuole arrivare ad una rottura, ma “il Napoli spera ancora di spuntarla. Il fronte con il procuratore Manuel Garcia Quilon, che martedì è stato alla Filmauro da De Laurentiis, è molto attivo”.

Mille Miglia 2016 Partita la seconda tappa da Rimini a Roma

Stasera, al termine della seconda tappa, passerella romana lungo via Veneto

Dopo la prima tappa, tre equipaggi italiani in testa alla classifica, prima posizione per l’Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport degli italiani Mozzi e Biacca

Brescia, 20 maggio 2016 – È partita questa mattina da Rimini la seconda tappa della Mille Miglia 2016, la corsa su strada più celebre di ogni tempo.

Dopo avere lasciato Rimini, gli equipaggi si sono diretti verso San Marino, per la prima volta le vetture storiche hanno attraversato il Titano, insolitamente avvolto da una fitta coltre di nebbia. Una seconda tappa della Mille Miglia praticamente in versione quasi scozzese, e anche la Rocca – la più antica e la più grande delle tre costruiter a San Marino – era avvolta dalla nebbia, offrendo uno scenario particolarmente suggestivo ai concorrenti.

Da San Marino la carovana ha poi proseguito verso le Marche, alla volta di Roma. La carovana di splendide auto storiche toccherà alcuni tra i centri più suggestivi e paesaggisticamente rilevanti della regione. Da Senigallia a Loreto fino a Recanati, per poi passare a Macerata,Civitanova Marche , Fermo e San Benedetto del Tronto. 

Da li, le auto rientreranno poi verso l’interno, dove sono previsti passaggi a Antrodoco e Rieti, prima di arrivare in serata al traguardo romano di Villa Borghese, dove è prevista la consueta passerella lungo via Veneto.

La classifica provvisoria vede al momento tre equipaggi italiani in testa alla corsa: prima in prima posizione troviamo infatti l’equipaggio composto da Giordano Mozzi e Stefania Biacca, a bordo di una Alfa Romeo 6C 1500 Gran Sport del 1933, con 12.475 punti. In seconda posizione per Ezio Martino Salviato e Maria Caterina Moglia, alla guida di una Bugatti T 40 del 1928, con 12.052 punti, seguiti da Andrea Vesco e Andrea Guerini, con 12.005 punti, alla guida di un’Alfa Romeo 6C 1750 GS Zagato del 1931. In quarta posizione l’equipaggio italo tedesco di Giuliano Canè e Klaus Peter Reichle, che alla guida di una Bugatti T 37 del 1927, hanno totalizzato 11.808 punti.  A seguire, con 11.748 punti, Sergio Sisti e Anna Gualandi, a bordo di una Lancia Lambda Tipo 221 Spider del 1929.

“Siamo impazienti di seguire gli sviluppi della gara e l’evolversi della classifica in questa seconda giornata di gara, che prevede numerose prove cronometrate che metteranno alla prova non solo i concorrenti, ma anche le loro vetture”, ha dichiarato Andrea Dalledonne, amministratore delegato di 1000 Miglia Srl.

vivicentro.it/nord/cronaca – Mille Miglia 2016 Partita la seconda tappa da Rimini a Roma

Ascolta l’ oroscopo del giorno di Paolo Fox: venerdì 20 maggio

L’ oroscopo giorno per giorno

Ogni giorno Paolo Fox racconta, con il suo oroscopo in TV (Fatti vostri) e su Lattemiele, cosa le stelle hanno in serbo per noi, come andrà il lavoro, la salute, l’amore…

Eccovi il suo oroscopo per oggi, Venerdì 20 maggio 2016 (ASCOLTA)

Di seguito riportiamo anche l’oroscopo segno per segno tratto da Lattemiele:

ARIETE
TORO
GEMELLI
CANCRO
LEONE
VERGINE
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
vivicentro.it/l’esperto  /lattemielecalabria/Ascolta l’oroscopo del giorno di Paolo Fox: venerdì 20 maggio
CHI E’ PAOLO FOX:

Paolo Fox (Roma, 5 febbraio 1961[1]) è un astrologo, pubblicista e personaggio televisivo italiano.

Biografia
Fin dagli anni novanta si occupa di astrologia nei mass media, proponendo il suo oroscopo nelle trasmissioni televisive della RAI e anche in radio, su LatteMiele e Radio Deejay; le sue prime apparizioni televisive sono state nelle trasmissioni di Rai 1 Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

E’ iniziato a diventare noto al grande pubblico a partire dal 1997 quando ha iniziato la collaborazione con il network Lattemiele dove conduce uno spazio dedicato all’oroscopo giornaliero alle ore 7.40 e 19.40.

Il lunedì mattina il mago dell’oroscopo è presente anche su Radio Deejay. Per quanto riguarda il mondo della televisione, è apparso per le prime volte nei programmi televisivi Per tutta la vita, In bocca al lupo! e Domenica In.

Ha partecipato come ospite a tantissimi altri programmi tv: Festa di classe, Speciali di fine anno, Tutto Benessere, Furore, Uno Mattina, Speciale Grande Fratello, Piazza Grande, Aspettando cominciamo bene e tanti altri. Dal 2002 è una delle colonne portanti del programma tv di Raidue, I Fatti Vostri, dove legge il suo oroscopo. Negli ultimi anni risulta essere uno dei personaggi maschili più cliccati dell’anno sul web!

Annualmente cura per la RAI la serata dedicata alle previsioni astrologiche per il nuovo anno, trasmessa a fine dicembre.

È attivo anche sulla carta stampata, curando l’oroscopo per diversi settimanali

Nel 2014 ha interpretato sé stesso nel film di Natale Ma tu di che segno 6?.

Per quanto riguarda la sua vita privata non si sa praticamente nulla. E’ sposato? E’ fidanzato? Dove va in vacanza? Lui non ha mai rilasciato dichiarazioni o commenti sulla sua vita sentimentale anche perché grazie agli astri vuole indovinare quella del suo numeroso pubblico che non l’abbandona mai!

Il Napoli ha incontrato l’agente di Klaassen, ma l’Ajax…

I dettagli

Il Corriere dello Sport riferisce di un incontro a Roma tra il Napoli e l’agente di Klaassen, martedì. Offerti 12 milioni per un calciatore in grado di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e utile al triplo impegno azzurro della prossima stagione. L’unico ostacolo è rappresentato dall’Ajax che ha fatto lievitare da 15 a 20 milioni di euro la richiesta e ritiene, quindi, l’offerta di 12 troppo bassa.

Euro2016, Insigne a rischio convocazione

I dettagli

I calciatori del Napoli in ritiro con la nazionale che il prossimo mese disputerà l’Europeo in Francia sono tre: il difensore Lorenzo Tonelli, il centrocampista Jorginho e l’attaccante Lorenzo Insigne, ma è proprio il talento azzurro ad avere qualche rischio, come riporta la Gazzetta dello Sport: “Rinunciare a Insigne non è facile. Il fantasista del Napoli non è adatto al 3-5-2 e al 4-4-2, ma potrebbe essere utile con i suoi dribbling a partita in corso, magari da seconda punta: ecco la possibilità di rinunciare a un mediano per un attaccante in più”. Con Immobile e Pavoletti si giocherà la convocazione.

Gabbiadini pronto a partire: andrà all’estero?

I dettagli

Manolo Gabbiadini è in procinto di lasciare Napoli per non vivere ancora una volta una stagione alle spalle di  Higuain. La Gazzetta dello Sport fa sapere che sono tanti i club su di lui, italiani e stranieri, con Mancini e Mihajlovic che lo vogliono all’Inter oppure al Torino: “De Laurentiis a gennaio ha rifiutato 25 milioni dal Wolfsburg, valuta Gabbiadini quella cifra ma forse accetterebbe pure qualcosa in meno per accontentare il ragazzo”. Ma da non sottovalutare sono anche club come West Ham in Inghilterra e Wolfsburg in Germania, ma oltre al Tottenham.

L’unico gol azzurro di Amauri in Napoli-Verona 2-0 del 2001

I dettagli

Il giorno 20 maggio il Napoli ha giocato sette partite, quattro in serie A, una in serie B e due in coppa Italia, ottenendo tre vittorie e tre pareggi, con una sconfitta.

Ricordiamo il 2-0 al Verona nella quartultima giornata della serie A-2000/01

Questa è la formazione schierata da Emiliano Mondonico:

Fontana, Baldini, Fresi, Quiroga, Saber, Husain, Magoni, Pecchia (84′ Jankulovski), Pineda (58′ Matuzalem), Edmundo, Amoruso (79′ Amauri)

I gol: 41′ Pecchia, 82′ Amauri

A quattro giornate dalla fine il Napoli era penultimo in classifica, alla pari con il Verona e davanti al solo Bari. A fine torneo gli azzurri non riuscirono ad evitare la retrocessione in serie B. Al Verona l’unico gol che Amauri ha segnato nelle sue sei presenze in maglia azzurra di Amauri.

FONTE: sscnapoli.it

Higuain: “A Napoli mi sono sentito più amato che mai…”

Le sue parole

Gonzalo Higuain ha parlato al quotidiano Olè: “A Napoli mi sono sentito più amato che in qualsiasi altro club in cui ho giocato. Dopo il terzo gol al Frosinone non vi riesco a spiegare la gioia. Sarri? Mi ha insegnato cose che non sapevo, mi ha detto come potevo migliorare. A Napoli ho sentito l’amore. La squadra e la città meritavano questo ed anche di più. Questa esperienza mi permetterà di migliorare come giocatore. Anche questa situazione ha influito sulla scelta di venire qui”.

I voucher e la solidarietà espansiva

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(Virginia Murru)

Nel mese di aprile, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, aveva assicurato che sui voucher ci sarebbe stata più  vigilanza e controllo, e soprattutto se ne sarebbe garantita la tracciabilità, per evitare usi illegali. Lo scorso anno il ricorso all’uso dei buoni lavoro (o voucher), ha  superato i 115 milioni (quelli da 10 Euro); poiché le denunce d’irregolarità hanno raggiunto livelli preoccupanti, si è deciso d’intervenire con misure preventive. E’ stato così imposto alle imprese che li utilizzano, di comunicare il nominativo e il codice fiscale del lavoratore, oltre alla data e al luogo in cui verranno utilizzati, nonché la durata della prestazione lavorativa. Sono misure che rientreranno nel primo decreto correttivo, tra quelli attuativi. La riforma del Lavoro del governo Renzi, è in vigore da circa un anno, e diversi sono gli interventi previsti che andranno a modificare alcuni decreti di recente emanazione.

In particolare le nuove misure riguarderanno la tracciabilità dei voucher e le relative sanzioni, per chi dovesse contravvenire alla normativa; l’altro intervento riguarda i ‘contratti di solidarietà espansiva’.

Per quel che riguarda le omissioni (sulla tracciabilità), chi non rispetterà le norme in vigore, rischia sanzioni che vanno dai 400 ai 2400 Euro, le imprese dovranno, in via preventiva, trasmettere dunque i dati richiesti riguardanti il lavoratore. Insieme agli interventi sulla solidarietà espansiva, queste saranno le misure presentate nel corso della prossima riunione del Consiglio dei Ministri, alla quale parteciperà anche il gruppo di economisti che ha collaborato alla stesura del decreto ‘Jobs Act’, mentre Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, presiederà i lavori.

I contratti di solidarietà difensiva, istituiti con accordi che prevedono una riduzione dell’orario di lavoro, col fine di scongiurare licenziamenti, e che risultano attivi da 12 mesi, insieme a quelli stipulati nel 2015, si potranno trasformare in contratti di solidarietà espansiva. Si tratta di strategie volte a favorire l’occupazione, mediante nuove assunzioni, purché non si intervenga con tagli di orario superiori a quelli già concordati. Lo stato, in questo caso, ossia con i criteri relativi alla ‘solidarietà espansiva’, coprirà il 50% dell’integrazione salariale, attraverso la Cassa Integrazione; l’altra metà sarà di competenza dell’impresa.

A settembre del 2015 queste proposte erano state escluse, perché ritenute troppo onerose, anche se aziende importanti, come Telecom, avevano avviato i loro programmi di crescita occupazionale, sulla base di queste risorse, che avrebbero coperto costi non indifferenti. Il governo sta per intervenire anche con qualche correttivo sulla normativa dei voucher destinati al lavoro accessorio, che solitamente hanno un valore nominale di 10 Euro (al netto dei costi previdenziali 7,5).

Attraverso la riforma del Lavoro dello scorso anno, si era deciso d’innalzare il limite annuo dei compensi che il lavoratore può ricevere mediate i voucher,  intorno ai 2000 euro da ciascun committente.

I timori sulla precedente normativa riguardante i voucher, sono riconducibili agli effetti negativi sui diritti dei lavoratori, dato che negli intendimenti del governo, dovevano servire a retribuire prestazioni occasionali, invece c’è stato un uso improprio e anche  abuso; si è assistito infatti ad un vero e proprio boom nell’utilizzo. Per questa ragione, per tutelare il lavoratore, è stato necessario intervenire con una serie di correttivi, di prossima attuazione.

Maurizio Del Conte, uno degli ‘estensori’ del Jobs Act, nella squadra di giuristi ed economisti che hanno collaborato al decreto, ha riferito all’Agenzia Reuters “che la norma sui voucher è già scritta. Si tratta di un meccanismo anti abusi, attraverso l’obbligatorietà di un invio telematico, per posta elettronica o sms, del voucher. Non sarà più possibile la prassi che, purtroppo, sospettiamo diffusa da parte delle imprese, dell’acquisto di blocchi di voucher non attivati fino a quando non si sa che c’è il controllo”.

La sanzione prevista in caso di omissione, è imputabile all’impresa per ciascun lavoratore del quale non si sono trasmessi i dati richiesti in via preventiva, prima dell’utilizzo dei voucher.

Il settore agricolo sarà escluso da aumenti che superino il tetto dei 2000 euro in voucher per ciascun committente. Rimane fisso il limite complessivo dei 7000 euro.

L’Agenzia Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro), acquisirà nuovi poteri, tra questi il coordinamento dei programmi formativi diretti a lavoratori disoccupati e inoccupati; il fine è quello di favorire la riqualificazione professionale, per un inserimento in tempi brevi nel mondo del lavoro. Il Ministero del Lavoro, infine, si sta orientando su una riduzione dei fondi interprofessionali per la formazione continua. Il Ministero potrebbe infatti revocare le autorizzazioni, e qualora il caso ricorresse, avviare anche la procedura di commissariamento.

L’Ischia Isolaverde invita al campo Barano e Real Forio

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La S.S. Ischia Isolaverde, in occasione della gara play out di sabato contro il Monopoli, ha invitato Real Forio e Barano, società affiliate che hanno ottenuto ottimi risultati a livello di prima squadra e settore giovanile, formulando altresì un sincero in bocca al lupo al club baranese, impegnato domenica pomeriggio nella finale play off che vale l’accesso in Eccellenza.

Ischia Isolaverde – Monopoli: info e costi dei biglietti

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Su disposizione della Lega Pro, organizzatrice dei playout, si comunicano i prezzi e le modalità dei tagliandi per la gara di andata Ischia Isolaverde-Monopoli che si disputerà sabato 21 maggio alle 16.00 presso lo stadio “E.Mazzella”.

PREZZI BIGLIETTI:

Tribuna Coperta: Euro 25,00

Tribuna Scoperta: Euro 10,00

Settore Ospiti: Euro 10,00

I prezzi sono comprensivi dei diritti di Euro 1,50. 

Non sono validi gli abbonamenti.

Sarà possibile acquistare i biglietti presso i seguenti punti vendita (Go2):

“Stuzzicheria” – Ischia,Via Fondobosso, adiacente lo stadio 

“Unpack” – Casamicciola Terme, Corso Luigi Manzi

Ischia Isolaverde-Monopoli fischietto laziale

La gara Ischia Isolaverde-Monopoli valida per l’andata dei play out del girone C di Lega Pro sarà diretta da Andrea Morreale di Roma 1 che sarà coadiuvato dagli assistenti Tommaso Diomaiuta di Albano Laziale e Stefano Squarcia di Roma 1. In occasione delle gare dei play out è presente anche il ruolo del quarto ufficiale che sarà ricoperto da Federico Dionisi di L’Aquila. Un precedente con il fischietto laziale: Savoia (1-1, 2014-2015).

 

Resistenza agli antibiotici, nel 2050 un morto ogni 3 secondi

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Londra – Dieci milioni di persone, ovvero una ogni tre secondi, potrebbero morire nel 2050 a causa di batteri antibiotico resistenti: e’ l’agghiacciante conclusione di un poderoso studio condotto in Gran Bretagna. Incaricato dal governo britannico, il documento Review on Antimicrobial Resistance’ individua una serie di misure per contrastare i cosiddetti ‘superbug’. L’autore della ricerca, l’economista Jom O’Neill* ha sollecitato un urgente intervento per impedire il ritorno della medicina preventiva “al Medioevo”. “Deve essere un priorita’ per tutti i leader di governo”.

Nel rapporto, si sollecita un uso piu’ consapevole degli antibiotici, evitando l’uso eccessivo e gli abusi, che favoriscono la proliferazione dei ‘superbatteri’. Si raccomanda il lancio di una vasta campagna di sensibilizzazione del pubblico, in gran parte “ignorante” dei rischi; di creare un fondo di ricerca per 2 miliardi, di limitare l’uso degli antibiotici in zootecnia e promuovere i laboratori che creino nuovi antibiotici con un premio di un miliardo di dollari.

“Dobbiamo smettere di prendere antibiotici come caramelle”, ha insistito Jìm O’Neill. Dall’inizio dello studio, a meta’ del 2014, sono morte piu’ di un milione di persone a causa di infezione correlate alla resistenza agli antibiotici. Ma e’ ancora nulla, secondo i ricercatori, se si pensa che nel 2050 si potrebbe arrivare a 10 milioni di vittime all’anno, piu’ del cancro; una ecatombe che costerebbe all’economia mondiale 100mila miliardi. A novembre, anche l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ ha avvertito che il problema rappresenta “un grave pericolo” e che se non si fa nulla, il mondo si avviera’ verso “un’era post-antibiotici, in cui le infezioni comuni cominceranno ad uccidere”.

vivicentro.it/salute / (AGI) / Resistenza agli antibiotici, nel 2050 un morto ogni 3 secondi

NOTE

Terence James “Jim” O’Neill, barone O’Neill di Gatley (Manchester, 17 marzo 1957), è un economista inglese, già presidente della Goldman Sachs Asset Management e dal 14 maggio 2015 Addetto commerciale al Tesoro.

È meglio conosciuto per la sua tesi di rilievo economico per quanto riguarda le nazioni economicamente relativi denominato BRIC (Brasile, Russia, India e Cina). Ha coniato la frase in un documento 2001, dal titolo “Il mondo necessita di migliori BRICs economiche”.

Nel 2014 ha coniato l’acronimo MINT che sta ad indicare Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia, identificando in queste nazioni le nuove 4 economie emergenti.