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TuttoSport: “Reina? Giuntoli sta cercando un portiere…”

Reina al Barcellona: nasce un caso portiere? L’edizione odierna di TuttoSport prova a fare chiarezza: “Giuntoli sta cercando con insistenza anche un portiere: la notizia dell’interesse del Barcellona per Reina, da mettere alle spalle di Ter Stegen, potrebbe essere solo la conseguenza di una valutazione che il Napoli sta facendo relativamente ad un ruolo così delicato, soprattutto nelle calde notti della Champions League”.

De Roon se non arriva Vecino: servono 10 mln di euro

Giuntoli, direttore sportivo del Napoli, sta lavorando intensamente in queste settimane per regalare a mister Sarri una rosa praticamente completa sin dal primo giorno di ritiro. Agli azzurri piacerebbe moltissimo Vecino della Fiorentina. Se il centrocampista non dovesse arrivare, però, i partenopei virerebbero su De Roon dell’Atalanta; l’affare potrebbe chiedersi per una cifra vicina ai 10 milioni di euro.

Salvatore Girone è a casa “amo l’Italia” (VIDEO)

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Il marò, Salvatore Girone, è arrivato a Bari, “grato a chi ha permesso ritorno”. La “gioia” di Renzi – Dal 2012, le tappe dell’odissea INFOGRAFICA

Roma  Dopo 3 anni, Salvatore Girone è finalmente in Italia. Il Falcon 900 dell’Aeronautica militare che ha prelevato il maro’ a New Delhi e’ atterrato nel pomeriggio all’aeroporto di Ciampino. Ad attenderlo la famiglia. i due figli e la moglie, subito saliti a bordo dell’aereo per il primo abbraccio.

“E’ un momento commovente, sono contento di essere qui ringrazio chi ha fatto in modo che si potesse arrivare a questo sviluppo”, ha commebnato  Amo l’Italia, l’Italia e’ bella”, ha dichiarato Girone quando in serata è rientrato nella sua casa di Bari.

Girone in Italia dopo tre anni, l’arrivo a Ciampino

Poi, il fuciliere della Marina ha abbracciato il ministro delle Difesa Roberta Pinotti, ha stretto la mano al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e ha rivolto il saluto militare al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano e al Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi. Girone, infine, sorridente e visibilmente emozionato, si e’ rivolto a fotografi e operatori Tv stringendo i pugni in segno di giubilo ed ha poi raggiunto la saletta riservata dell’Aeroporto militare di Ciampino.

 

Ad accompagnare Girone nel suo ritorno in Italia c’erano a bordo del Falcon 900 l’ambasciatore italiano in India Lorenzo Angeloni e il generale Carmine Masiello, consigliere militare di palazzo Chigi. Ad accogliere il fuciliere della marina, oltre ai familiari, il sindaco di Bari Antonio De Caro, Fabrizio Cicchitto, presidente della commissione Esteri della Camera e Pierferdinando Casini, presidente della commissione Esteri al Senato.

Stamane a Ciampino il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato i familiari di Girone nella saletta dell’aeroporto. Mattarella ha salutato moglie e figli e ha annunciato loro che ricevera’ il militare italiano molto volentieri al Quirinale quando vorra’, una volta ripresosi, da stress e fatica. Un’occasione, notano alcuni, potrebbe essere la Festa della Marina che si terra’ il 9 giugno.

“Gioia” per il ritorno a casa di Salvatore Girone e’ stata espressa dal premier, Matteo Renzi. “Oggi”, ha detto il presidente del Consiglio da Scilla, in Calabria, “e’ un elemento di gioia il ritorno a casa di Salvatore Girone”. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha twittato: “Anche #Salvatore Girone finalmente in Italia. Un impegno preso dal mio primo giorno da Ministro. Un impegno che continua”.

Salvatore Girone e i suoi familiari sono poi arrivati in serata a Bari con un altro Falcon 900 dell’Aeronautica Militare. A bordo c’era anche il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro. Dall’aeroporto Karol Wojtyła, Girone ha raggiunto la sua abitazione nel quartiere Torre a More, a sud di Bari. “E’ un momento commovente, sono contento di essere qui ringrazio chi ha fatto in modo che si potesse arrivare a questo sviluppo. Amo l’Italia, l’Italia e’ bella”, ha dichiarato Girone appena sceso dal pulmino della Marina Miliare che lo ha accompagnato nella sua casa. Ad accoglierlo il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Striscioni di benvenuto e palloncini tricolori per salutare il suo arrivo. Poi l’abbraccio con il nonno Salvatore. Girone ha poi ringraziato i giornalisti ed ha detto che “ora si vuole dedicare alla sua famiglia”.

Dalla sua ultima permanenza in Italia sono trascorsi ormai tre anni e tre mesi: nel febbraio del 2013, infatti, Girone, assieme al commilitone, aveva usufruito di un permesso da parte dell’India di qualche settimana per poter votare alle elezioni politiche. Poi il 22 marzo del 2013 l’ennesimo ritorno in India per entrambi. Dal settembre del 2014, pero’, Latorre e’ in Italia grazie a un permesso speciale per gravi motivi di salute. Nel caso di Girone, invece, la Corte Suprema indiana ha accettato pochi giorni fa di rendere immediatamente esecutivo l’ordine del Tribunale arbitrale internazionale dell’Aja di far rientrare il maro’ per tutta la durata del procedimento arbitrale.

I due fucilieri sono accusati, in India, di aver ucciso due pescatori mentre erano in servizio anti-pirateria a bordo della petroliera Enrica Lexia, a largo delle coste del Kerala.

vivicentro.it/cronaca –  (AGI)/Salvatore Girone è a casa “amo l’Italia”

 

De Laurentiis ha la disponibilità dell’agente di Higuain

I dettagli

La Repubblica scrive su Higuain: “Il Psg, il Chelsea e lo United seguono Higuain, ma nessuno dei tre club ha messo sul piatto la cifra dei 94milioni e 736mila euro necessari per pagare la clausola rescissoria che scade il 30 giugno. De Laurentiis, dal canto suo, ha incassato la disponibilità dal fratello Nicolas alla permanenza in maglia azzurra. Il contatto a Roma c’è stato ed è stato positivo. Le parti si ritroveranno al più presto. Il tempo è un alleato prezioso del Napoli che dall’1 luglio proverà a blindare il suo campione con un nuovo contratto. Il patron lavora al rinnovo fino al 2020 con ingaggio complessivo, compreso i premi, di 7 milioni di euro”.

Corbo: “Da avaro tiranno a generoso imprenditore”

Il suo pensiero…

Antonio Corbo scrive su La Repubblica: Alla favola triste del tiranno avaro mancavano le ultime pagine. Un giorno all’improvviso, come cantano i tifosi, Aurelio De Laurentiis si è innamorato dell’altra parte di se stesso. Ha buttato via la leggenda che ormai avanzava: solo lui sa vincere senza essere tifoso, solo amministra risparmiando fino all’ultimo euro, solo lui antepone i bilanci ai sentimenti. Un giorno all’improvviso, ieri mattina, Aurelio De Laurentiis si è rivisto negli articoli più critici. Con la stizza di chi sfila in un lunapark davanti agli specchi deformanti, ha reagito. Ma questo non sono io, si sarà ribellato; questo non è il mio Napoli che sembra sfasciarsi nell’odio, avrà borbottato pensando a quei pochi giornalisti che lo osservano senza fargli mai sconti. Si sarà detto: ora spiego io a tutti chi veramente sono, anzi lo spiegherà per me proprio Sarri. Non il presidente del Napoli, ma il consumato uomo di cinema ha scritto le ultime pagine del copione: dal bianco e nero di una trama neorealista è passato ad un kolossal che fa urlare il geniale ma tenebroso Maurizio Sarri: «Mi ha trattato ancora meglio di uno della sua famiglia». Dall’esasperata immagine di cinico imprenditore De Laurentiis riappare come i tifosi speravano. Il magnate generoso e grato che premia l’artigiano di solenne umiltà, quel Sarri che riscatta il deludente biennio del professor Rafa Benitez riportando il Napoli in Champions, la squadra ad una quotazione superiore di cento milioni, Higuain sulla stella più alta d’Europa, il fatturato a livelli quasi pari al fascino di un club con sei milioni di tifosi nel mondo. Nella svolta improvvisa di Aurelio De Laurentiis, neanche il tempo di richiamare il capo della comunicazione in sede, c’è la geniale del personaggio. Sembrava strano non si trovasse qualcuno che sapesse mediare tra il presidente attendista ed il tecnico vincente che bolliva nell’ira dell’attesa. Molto avrà influito Cristiano Giuntoli, manager sanguigno diverso dai suoi pallidi colleghi. Moltissimo, lo stesso De Laurentiis, guidato dalla buona luna nei suoi chiaroscuri d’umore. Il Napoli torna a splendere nel suo azzurro. Che legga subito la cronaca delle ultime ore Gonzalo Higuain. Tranquillo. La sua festa è ancora qui, e non è mai finita.

Grecia, quello che Merkel non dice. Atene al bivio tra taglio del debito e recessione permanente

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ROMA – E’ ufficiale. Il salvataggio o meno di uno dei paesi dell’euro è rigidamente e unicamente legato agli umori e ritmi elettorali della Germania e forse, anche più specificamente, dell’aria che tira in Baviera.

L’unico obiettivo chiaro dell’ennesimo pasticciato accordo raggiunto a Bruxelles sulla Grecia, infatti, è la scelta di aspettare le elezioni tedesche, previste per il 2017. A forza di aizzare l’opinione pubblica contro i peccati di lassismo di Atene, Angela Merkel e il suo ministro delle Finanze, Schaueble, si sono trovati prigionieri della loro retorica e costretti a intorbidire le acque quanto basta per tenere nascosto il punto chiave e quanto può costare: la ristrutturazione del debito greco ci sarà – è stato riconosciuto implicitamente nel vertice di Bruxelles – ma i modi vanno ancora decisi e specificati e, così, è ancora impossibile determinare quanto ci perderanno i creditori. Ma è una strada obbligata.

Senza ristrutturazione, calcola l’Fmi, il debito arriverebbe, dopo il 2050, al 250 per cento del Pil e ripagarlo succhierebbe il 60 per cento dell’economia ellenica. Berlino cascherebbe dalla padella nella brace, perché, come dice Zvolt Darvas, del think-tank Bruegel, “o c’è una grossa ristrutturazione del debito o Atene richiederà altri prestiti per decenni”. Il problema, ha scritto un’altra commentatrice, Frances Coppola è, però, che, in ogni caso, la Grecia dovrà passare attraverso

decenni di autentica depressione economica. Una recessione senza fine.

Contrariamente a quanto percepito da buona parte dell’opinione pubblica, la posizione più vicina agli interessi della popolazione greca era – ed è – quella del Fondo Monetario. Gli economisti di Washington vogliono mettere un tetto ai pagamenti che il Tesoro greco dovrà fare ogni anno sui debiti (contratti con gli altri paesi europei – è sempre bene ricordarlo – per poter ripagare quelli disinvoltamente concessi dalle banche francesi e tedesche negli anni del boom), in modo che non superino ogni anno l’1,5 per cento del Pil. E vogliono abbattere all’1,5 per cento l’avanzo da registrare ogni anno sui conti pubblici, contro l’irraggiungibile 3,5 per cento che Berlino pretenderebbe. Ma questa è ancora solo la superficie dei problemi. Come dice Frances Coppola, i conti che fanno paura solo negli altri capitoli dell’analisi che compie l’Fmi.

Perché, nei prossimi decenni, per ridare fiato al paese e assicurare le risorse per pagare i debiti, da dove dovrebbe venire la ripresa economica greca? Non dal lavoro, avvertono gli economisti di Washington. La popolazione invecchia e il tasso di disoccupazione attuale, al 25 per cento, è, ormai, per quattro quinti, strutturale, radicato nei meccanismi del paese. Potrà scendere al 6 per cento solo verso il 2060. In altre parole, il contributo dell’occupazione alla crescita di lungo periodo sarà negativo (meno 0,3 per cento l’anno, dicono i conti). E poco anche dagli investimenti. Oggi sono al 12 per cento del Pil, l’Fmi prevede che possano arrivare, a medio-lungo termine, al 17 per cento, che è comunque al di sotto della media europea. Tutto sommato, il contributo alla crescita che arriva dal capitale non sarà al di sopra dello 0,5 per cento l’anno. D’altra parte, le banche del paese sono praticamente tutte fallite e non sono in grado di attivare la leva del credito.

E, allora, lo sviluppo? Dalle riforme strutturali nel mercato del lavoro (flessibilità) e dei prodotti (liberalizzazione). Ma l’Fmi per primo non crede che le riforme possano aumentare la produttività del sistema greco più della media europea. Diciamo un uno per cento, indicano gli economisti di Washington. La somma di lavoro, capitale e riforme dà, dunque, un tasso di sviluppo annuo ipotizzabile all’1,20 per cento a lungo termine. In un paese che, negli ultimi sette anni, grazie alle politiche di austerità, si è ristretto del 27 per cento. A quel ritmo, non basteranno quarant’anni per recuperare i livelli pre-crisi.

vivicentro.it/politica –  repubblica/Grecia, quello che Merkel non dice. Atene al bivio tra taglio del debito e recessione permanente di MAURIZIO RICCI

Addio a Giorgio Albertazzi

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L’attore toscano Giorgio Albertazzi è morto a 92 anni nella casa dove viveva con la moglie – Renzi, “un grande italiano” – Fiorello, grazie Maestro! – Istrione controverso, da Salò al teatro

Roma – L’attore Giorgio Albertazzi, uno dei grandi del teatro italiano, e’ morto stamattina. Aveva 92 anni. E’ stato il performer piu’ imprevedibile della scena, non solo italiana. Memorabile il suo Amleto, regia di Franco Zeffirelli, in cartellone nel 1964 (anno delle celebrazioni shakespeariane) per due mesi all’Old Vic di Londra e vincitore del Challenge al The’atre de Nation di Parigi.

Con il film ‘L’anno scorso a Marienbad’ vinse il Leone d’Oro a Venezia nel 1961 e con l’Enrico IV dei primi anni ’80, per la regia di Antonio Calenda, apri’ una crepa formidabile nell’establishment teatrale italiano, tanto che si puo’ parlare di “prima” e “dopo” Enrico IV per capire l’evoluzione nel rapporto tra pagina e scrittura scenica. Il suo ‘Adriano’ raggiunse le 800 repliche e nel 2004 fece storia il suo ‘Dante’ dalla torre degli Asinelli di Bologna, davanti a ventiduemila persone.

Personalita’ controversa, Albertazzi e’ stato architetto, attore, regista, autore e anche fotografo. Toscano (nato a Fiesole), debutto’ con Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino in ‘Troilo e Cressida’ di Shakespeare. Dal 2003 al 2008 diresse il Teatro Argentina di Roma e nel 2007 sposo’ la nobildonna Pia de’ Tolomei. Nel 2009 al Teatro Ghione fu interprete di Lezioni Americane di Italo Calvino, e al Teatro Greco di Siracusa di Edipo a Colono di Sofocle per la regia di Krzysztof Zanussi.

Sempre nel 2009, per Rai 2, registro’ una lettura della Divina Commedia fra le rovine del centro storico dell’Aquila e nel 2014 sorprese tutti partecipando alla decima edizione di Ballando con le stelle su Rai 1, diventando il concorrente piu’ anziano di tutte le edizioni internazionali del programma, superando l’attrice Cloris Leachman che nel 2008, all’eta’ di 82 anni, aveva partecipato all’edizione americana. Nella stagione 2014-2015 il Teatro Ghione ha ospitato il suo ultimo spettacolo: ‘Il mercante di Venezia’ insieme a Franco Castellano.

Albertazzi istrione controverso, da Salo’ al teatro

Personalita’ controversa, Giorgio Albertazzi fu architetto, attore, regista, autore e anche fotografo. Toscano (nato a Fiesole), debutto’ con Luchino Visconti al Maggio Musicale Fiorentino in ‘Troilo e Cressida’ di Shakespeare, fu direttore per cinque anni del Teatro Argentina di Roma e sfuggi’ per un pelo al plotone di esecuzione.Nel 1943, infatti, aveva aderito alla Repubblica di Salo’, ricoprendo il grado di tenente nella terza compagnia della “Legione Tagliamento”. Arrestato nel 1945 per aver comandato nei giorni che precedettero la Liberazione un plotone di esecuzione e per collaborazionismo, trascorre due anni in carcere, per essere poi liberato nel 1947 a seguito della cosiddetta “amnistia Togliatti”. Laureato in architettura, si dedica successivamente alla recitazione in fotoromanzi, in teatro, al cinema e in televisione. Pur avendo girato una trentina di film (tra cui una pellicola di Resnais ‘L’anno scorso a Marienbad’ che vinse la Palma d’Oro a Cannes) e avendo lavorato molto in televisione, soprattutto come interprete di sceneggiati televisivi di successo negli anni sessanta, il nome di Albertazzi e’ soprattutto legato al teatro.

Nel 1964, in occasione del 400mo anniversario della nascita di Shakespeare, debutto’ al teatro Old Vic di Londra con Amleto, diretto da Franco Zeffirelli. Lo spettacolo rimase in cartellone per due mesi e Albertazzi fu premiato con una foto nella galleria dei grandi interpreti shakesperiani del Royal National Theatre, unico attore non di lingua inglese.Come regista televisivo e come attore protagonista giro’ nel 1969 ‘Jekyll’, tratto dal romanzo di Stevenson. Il suo primo e unico film come regista cinematografico, ‘Gradiva’, del 1970 – ove appare con Laura Antonelli – ebbe grossi problemi con la produzione e la distribuzione, esci’ solo in alcune sale, dopodiche’ fu ritirato.Al Teatro alla Scala di Milano nel 1969 fu Edipo in ‘Edipo re’ di Sofocle per la regia di Giorgio De Lullo, con Anna Proclemer e Gabriele Lavia. Nel 1974 prese parte alla serie televisiva Philo Vance, dove interpretava la parte dell’investigatore creato da S.S. Van Dine.Al Teatro ‘La Fenice’ di Venezia nel 1980 curo’ la regia e l’adattamento di ‘Peer Gynt’, da Henrik Ibsen con musiche di scena di Edvard Grieg ed e’ una voce recitante con Anna Proclemer.

Gli anni ’90 furono il decennio delle bizzarrie: dalla candidatura nel 1996, alla Camera nel collegio di Tradate con il sostegno del centrodestra (ottenne il 31% dei voti e venne sconfitto dal rappresentante della Lega Nord Carlo Ambrogio Frigerio) allo spettacolo di tango del 1997 con la cantante Giuni Russo. Sua compagna sulla scena e nella vita (dopo un rapporto sentimentale con l’attrice Bianca Toccafondi) a partire dal 1956 e’ stata Anna Proclemer, ma il 12 dicembre 2007 sposo’ a Roma la nobildonna fiorentina Pia de’ Tolomei, 36 anni piu’ giovane. A coronamento di una carriera molto intensa e peraltro ancora attiva, nel 2004 il pubblico italiano lo insigni’ del Premio Gassman alla carriera. Contemporaneamente, porto’ in scena, insieme con Dario Fo, una serie di spettacoli-lezioni sulla storia del teatro in Italia.Il 10 febbraio 2006 interpreto’ il Canto di Ulisse, da Dante, nel corso della Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino e nel 2009 al Teatro Ghione di Lezioni Americane di Italo Calvino, per la regia di Orlando Forioso, e al Teatro Greco di Siracusa di ‘Edipo a Colono’ di Sofocle per la regia di Krzysztof Zanussi.Sempre nel 2009, per Rai 2, registro’ una lettura della Divina Commedia fra le rovine del centro storico dell’Aquila e nel 2014 sorprende tutti partecipando alla decima edizione di Ballando con le stelle su Rai 1, diventando il concorrente piu’ anziano di tutte le edizioni internazionali del programma, superando l’attrice Cloris Leachman che nel 2008, all’eta’ di 82 anni, aveva partecipato all’edizione americana. Nella stagione 2014-2015 il Teatro Ghione ha ospitato il suo ultimo spettacolo: ‘Il mercante di Venezia’ insieme a Franco Castellano.

Da Mattarella a Dario Fo, omaggio ad Albertazzi. Fiorello, “grazie Maestro!”

Da Sergio Mattarella a Fiorello, il mondo della politica e della cultura piange il maestro Giorgio Albertazzi, spentosi a 92 anni.

“Con Giorgio Albertazzi scompare uno dei massimi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Attore versatile e innovativo, ha saputo unire nella sua lunga carriera tradizione e modernita’. Le sue interpretazioni dei grandi classici restano una pietra miliare nella storia dello spettacolo. Albertazzi, che ha dedicato al teatro l’intera esistenza, e’ stato punto di riferimento e maestro per generazioni di attori e registi”, ha dichiarato il presidente della Repubblica, Mattarella.

“E’ scomparso un grande italiano che ha fatto la storia del teatro e in parte anche del cinema”, è stato invece il ricordo del premier, Matteo Renzi, alla Biennale di Venezia. “Albertazzi e’ stato un protagonista assoluto del nostro teatro. Un pezzo importante del Novecento italiano. Un uomo cosi’ non muore mai”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

“Un monumento della cultura italiana, una personalita’ straordinaria che ho avuto l’onore di conoscere, una persona libera che amava dire quello che pensava e che ha saputo far rivivere la cultura italiana. Per noi e’ una grande scomparsa”, ha sottloineato la candidata a sindaco di Roma per Fdi e Lega, Giorgia Meloni, arrivando all’Auditorium della Conciliazione per la presentazione dei suoi sette obiettivi per la capitale. Quando l’attore e’ stato citato, la sala gli ha dedicato una lunga standing ovation.

“Non si puo’ non dire…Grazie maestro!”, è il messaggio su twitter di Rosario Fiorello.

“Albertazzi? Come me era un anarchico naturale e per questo andavamo d’accordo”. Il premio Nobel, Dario Fo, intervistato da Skytg24, ricorda cosi’ l’amico e compagno di avventura. “Appena potevamo tutti e due ci mettevamo a scrivere, rielaboravamo dei testi di Shakespeare e poi li recitavamo insieme. Proprio ora mi sto rileggendo un testo che abbiamo riscritto insieme e che e’ quello di ‘Enrico IV’ che si trucca da soldato e va a provocare gli altri soldati perche’ vuole sapere la condizione in cui si trova tutta la truppa. E’ un pezzo eccezionale – sottolinea Fo – dove il piacere di recitare con un grande come Albertazzi compensava le difficolta’. Entrambi avevamo dei punti di contatto molto chiari, e anche quando si discuteva alla fine si arrivava a recitare come conclusione”. “Lo saluterei con questo verso – conclude l’attore – tutto appare e tutto e’ vero, basta capovolgersi per rendersi conto che la verita’ e’ ancora un’altra”.

 

vivicentro.it/spettacoli –  (AGI) / Addio a Giorgio Albertazzi

Conti pubblici: Unimpresa, spesa pa su di 14 mld in 5 anni (+4%)

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E’ cresciuta di oltre 14 miliardi di euro la spesa della pubblica amministrazione negli ultimi cinque anni. Dal 2009 al 2014, le uscite a carico del bilancio pubblico relative alla macchina statale sono passate da 315 miliardi a 329 miliardi in aumento di oltre il 4%. Stipendi dei dipendenti delle amministrazioni centrali e costi del funzionamento dell’apparato statele sono dunque in crescita permanente. E’ quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, secondo cui, contemporaneamente, tra il 2009 e il 2014, il totale delle uscite del bilancio pubblico sono costantemente salite passando da 649 miliardi a 732 miliardi, in salita del 12%.

Secondo lo studio dell’associazione, basto su dati della Corte dei conti e della Ragioneria generale dello Stato, le spese della pubblica amministrazione sono passate dai 315,2 miliardi del 2009 ai 329,5 miliardi del 2014, in crescita del 4,53%. Si tratta, in particolare, dei costi del personale delle amministrazioni centrali e dei costi di gestione dell’intera macchina statale. Sul totale dei 329,5 miliardi, 88,9 miliardi corrispondono alla voce relazioni finanziarie con le autonomie territoriali; 70,9 miliardi alle politiche previdenziali; 40,9 miliardi all’istruzione scolastica; 32,7 miliardi ai irrito sociali, politiche sociali e famiglia; 18,1 miliardi alla difesa e sicurezza del territorio; 8,4 miliardi alle politiche economico-finanziarie e di bilancio; 7,9 miliardi all’ordine pubblico e alla sicurezza; 6,1 miliardi alle spese per organismi in Europa e nel mondo; 6,9 miliardi all’istruzione universitaria; Il totale delle uscite a carico del bilancio pubblico sono passate dai 649,3 miliardi del 2009 ia 732,1 miliardi del 2014, in crescita del 12,76%.

“La spending review è un tema ricorrente per chiunque arriva a palazzo Chigi. Eppure, negli anni della crisi, nei quali tutti i governi hanno avanzato proposte e soprattutto promesse di riduzione degli sprechi, non è stato fatto nulla per risparmiare. E si tratta di mancati tagli e di mancati risparmi che alla fine della giostra gravano sulle tasche dei contribuenti onesti, dei cittadini e delle imprese che pagano le tasse, ai quali viene assicurato che la pressione fiscale verrà abbattuta, ma non è vero” commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

vivicentro.it/sud/economia –  Conti pubblici: Unimpresa, spesa pa su di 14 mld in 5 anni (+4%)

Pedullà: “Chi parla di prigioni dorate è un arrampicatore in ritardo!”

I dettagli

Alfredo Pedulla scrive: Quelli che bucano le notizie a maggio e a giugno, più a maggio che a giugno, soprattutto a… maggio, continuano a non accettare il fatto che De Laurentiis e Sarri si siano incontrati a Roma raggiungendo una rapida intesa. Quelli che bucano le notizie di… maggio (e non solo) continuano a ripetere che i due non avevano molto da dirsi. Certo, possibile, ma le notizie sono notizie. E siccome ci continuavano a ripetere che Sarri e De Laurentiis non si sarebbero incontrati, a noi interessava dare le novità, soprattutto se sorprendenti. E poi, in fondo, i due avevano più di qualcosa da da dirsi, innanzitutto l’adeguamento del contratto. È una lunga storia quadriennale, da vivere fino al 2020. Dai, sono le notizie di… maggio: importantissime e da non bucare. In diretta o in differita, chiaro? In fondo sono in buona compagnia, sullo stesso carro ci sono quelli che avevano parlato di rapporto irrecuperabile. E che ora, non sapendo come giustificarsi, parlano di prigioni dorate, trattasi di arrampicatori in ritardo, fuori tempo massimo. Il gelo (?) in una stanza, quella dedicata al fantamercato.

 

Bonus e cifre, ecco i dettagli del contratto di Sarri

I dettagli

La Repubblica scrive sul contratto del tecnico Maurizio Sarri: “Sarri ha firmato fino al 2020 e quindi senza rinnovi automatici al termine di ogni stagione. L’ingaggio sale da 700mila euro a 1,5 milioni (1 milione e 350mila euro per la precisione) con bonus sostanziali in base agli obiettivi che riuscirà a raggiungere, dalla qualificazione in Champions fino al sogno scudetto che vale ben più di un milione di euro”.

Giuntoli ha in pugno il nuovo Lewandowski

Lo riferisce Tuttosport

Il Napoli ha in pugno Milik, attaccante dell’Ajax: “In attacco, tutto è legato ad Higuain, la cui clausola è pesante (94,3 milioni di euro), ma non tale da spaventare alcuni club. Giuntoli non vorrebbe farsi trovare impreparato e draga il mercato europeo per un’alternativa da una ventina di gol. Il ds pare avere in pugno Arkadiusz Milik, 22enne polacco dell’Ajax che nel suo Paese è indicato come il nuovo Lewandowski. Milik corre come faceva Cavani, ha ottima struttura fisica, stacco e colpo di testa quasi infallibili, ma da solo non potrebbe sostituire Higuain”. Lo riferisce Tuttosport.

Arriva la frecciatina di De Laurentiis a due obiettivi di mercato

I dettagli

Secondo Il Corriere dello Sport, le parole di De Laurentiis di ieri, rilasciate alla radio ufficiale, potevano riferirsi a due calciatori, Matias Vecino e Davy Klaassen, perchè sono “quelli che sulla lista non sono mai andati via e sono sempre là; da aspettare e un po’ anche convincere. Il denaro, certo: aiuta. E così la Champions: evidente. E gli accordi coi club: già impostati. Ma pure la capacità di attirarli, convincerli, persuaderli. Seppur senza mai inseguirli troppo. Che a De Laurentiis proprio non va. Per rispetto della società e di Napoli”. De Laurentiis aveva dichiarato: “Non bisogna mai insistere su chi non corre, se Napoli chiama bisogna correre: se non si corre, se uno non capisce Napoli, è meglio che resti dov’è”.

La pagina fb Stabiesi al 100% raggiunge i 20000 fan!Congratulazioni!

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I social network sono ormai diventati il principale campo in cui chiunque può esprimere i propri pensieri, dire la sua, confrontarsi con gli altri e così via e questo vale anche per gli Stabiesi ovviamente.

Facebook più di tutti ha conquistato la leadership tra le tante piattaforme sociali.

Per quanto riguarda la città di Castellammare di Stabia c’è una pagina su tutte, su Facebook appunto, che permette a tutti gli Stabiesi di essere se stessi in un confronto sempre attivo e mai banale.

Stiamo parlando della pagina Stabiesi al 100% che proprio in queste ore ha raggiunto e superato la quota incredibile dei 20000 fan.

La Pagina Stabiesi da anni ormai permette a tutti i cittadini di Castellammare di Stabia di avere un luogo “virtuale” in cui proporre idee, chiedere chiarimenti, arrabbiarsi giustamente per le attuali condizioni della nostre città delle acque, insomma, un luogo in cui sentirsi anche se in piccola parte protagonisti della vita stabiese.

Non passa giorno nel quale questa pagina Stabiesi al 100% non delizi i ricordi degli stabiesi con foto d’epoca che devono essere non solo un mero ricordo ma anche un’ambizione a far sì che Castellammare torni ai fasti di un tempo.

In queste settimane, in prossimità delle elezioni comunali, Stabiesi al 100% ha cercato di chiarire i dubbi ai tanti cittadini stabiesi sfiduciati dalla politica locale, intervistando i vari candidati alla carica di Sindaco della città; il tutto, poi, senza schierarsi con nessuna coalizione o candidato, ma solo per dare una sana e corretta informazione agli stabiesi prossimi al voto.

Nell’ultimo anno, poi, la pagina ha incrementato tantissimo la propria informazione in tema di Juve Stabia. Grazie alla collaborazione con il quotidiano on line ViVicentro.it, unica testata che segue la Juve Stabia SEMPRE, in casa ed in trasferta; Stabiesi al 100% è ormai in grado di dare informazioni continue sulle Vespe, insieme appunto a ViViCentro.it.

Noi di ViViCentro.it cogliamo quindi questa occasione per fare i complimenti a Stabiesi al 100%, augurando alla pagina tanti e tanti altri fan, attendendo con impazienza il mese di agosto, quando la collaborazione tra ViViCentro.it e Stabiesi al 100% ripartirà dal Menti per seguire la nostra amata Juve Stabia!

Sollievo ai pazienti: ecco i passi da fare ora

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Domani si celebra la XV Giornata Nazionale del Sollievo che ho voluto, quando ero ministro della Sanità, per promuovere la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale.

Ma cos’è il sollievo e perché è necessaria una cultura? Dare sollievo non è somministrare una terapia del dolore, ma alleviare i sintomi e i pensieri che pesano nella vita di un malato grave, al di là della sua malattia. Non è quindi solo affrancamento dal dolore fisico, ma capacità di far sentire la persona malata costantemente degna di cura, di attenzione e di amore in ogni fase della malattia, anche quando non è possibile guarire. Oggi può apparire un diritto «naturale» per chi soffre, ma era un principio del tutto marginale nella mentalità dei medici fino a pochi anni fa. Quando nell’anno 2000 ho liberalizzato la prescrizione di morfina per i malati terminali, che ancora sopportavano dolori atroci, ci vollero anni perché i medici di fatto ne apprezzassero l’impiego. C’era resistenza da parte loro perché gli oppiacei sono sostanze «proibite» e c’era resistenza anche da parte dei familiari del paziente perché la morfina veniva vissuta come segnale della fine. E così la fine arrivava nello strazio, invece che nella pace.

Molti progressi sono stati fatti da allora, ma altrettanti ne restano da fare. A sei anni dalla promulgazione della legge 38, che sancisce il diritto all’accesso alle terapie del dolore e alle cure palliative, il 60 % dei medici ignora l’esistenza della legge e il 40% degli italiani che hanno una forma di dolore severa non riceve un trattamento adeguato. Il prossimo obiettivo è quindi garantire una fruibilità omogenea sul territorio nazionale di terapie del dolore e cure palliative e dare un aiuto alle famiglie per far fronte alle ripercussioni sociali ed economiche legate al dolore, soprattutto se cronico, di un familiare. Va riconosciuto inoltre il ruolo fondamentale degli operatori volontari, veri «santi laici». Raggiungeremo sicuramente questo obiettivo con l’impegno del ministero della Salute e le autorità competenti, ma soprattutto con la creazione di una nuova coscienza. Quando nel 1994 ho fondato l’Istituto Europeo di Oncologia, ho voluto che fosse un «ospedale senza dolore». Significa che il dolore fisico in ogni reparto viene misurato e curato come ogni altro effetto collaterale delle terapie, e che viene considerata anche la sofferenza. Quando il dolore fisico viene elaborato dalla mente diventa appunto sofferenza, un disagio profondo analogo a quello che proviamo, ad esempio, per un lutto.

Nella mia esperienza di vicinanza a centinaia di malati terminali ho capito che a volte la sofferenza sovrasta il dolore fisico per via della solitudine, il senso di emarginazione e la percezione di una specie di rifiuto da parte del mondo intorno. E’ a questo punto che il medico deve dare il meglio di sé e dedicarsi al paziente con impegno, dialogo e soprattutto amore. Senza amore empatico non ci può essere sollievo e non ci può essere buona medicina in generale. Dare voce a chi ha bisogno di sollievo è dunque un gesto a favore del progresso medico e civile del Paese. Lo intuì molto bene Gigi Ghirotti, giornalista de La Stampa negli Anni 70, che al culmine della sua carriera si ammalò di un linfoma di Hodgkin, tumore allora inguaribile, e «da inviato, suo malgrado, dentro il tunnel della malattia e dell’ospedalizzazione» – per usare le sue parole – informò il Paese della sua esperienza di malato oncologico e poi terminale, senza timore di denunciare gli aspetti più tragici. Dal suo coraggio, è nata una Fondazione che porta il suo nome e che promuove la Giornata del Sollievo, insieme al ministero della Salute, sin dalla prima edizione. Oggi Gigi Ghirotti quasi sicuramente sarebbe guarito.

vivicentro.it/editoriale –  lastampa/Sollievo ai pazienti: ecco i passi da fare ora UMBERTO VERONESI

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Voglia di tenerezza

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Vorrei esprimere solidarietà umana alla signora Luana Velliscig, l’addetta al casting lapidata di insulti e costretta alle dimissioni per avere richiesto un figurante «nano o con altra disabilità che trasmetta tenerezza». La frase era e resta infelice, anche se per assurdo la sua gretta brutalità suona a garanzia della buona fede di chi l’ha scritta. Una cinica manipolatrice di sentimenti avrebbe usato espressioni più edulcorate. Ma senza volere minimizzare una gaffe provocata probabilmente dalla stanchezza, ciò che ho trovato davvero sconvolgente è stata la reazione violenta della Rete. Non alludo al video con cui Gianluca Nicoletti e il figlio (disabile) hanno ironizzato da par loro sulla vicenda. Semmai al flusso di commenti spietati che hanno alzato un’onda immensa di indignazione, trasformando l’errore di quella donna in un peccato mortale.

In Rete succede ogni giorno e per le questioni più disparate. Aizzata dalle urla dei giustizieri, una folla di persone largamente imperfette si erge a giudice dell’imputato esposto al pubblico ludibrio, accusandolo di non essere perfetto. Difendersi è impossibile e le voci sottili della riflessione sono ridotte al silenzio dall’arroganza di chi cavalca l’opinione tranciante. La sentenza è immediatamente esecutiva: il plotone di esecuzione formato da milioni di tastiere reclama un capro espiatorio, il cui sacrificio placherà la furia popolare fino all’indignazione successiva. Come ogni altra massa anonima, anche la Rete non conosce pietà. E non trasmette tenerezza.

vivicentro.it/opinioni –  lastampa/Voglia di tenerezza MASSIMO GRAMELLINI

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Vincenzo D’Anna attacca ancora Saviano: “E’ diventato milionario con l’antimafia” (VIDEO)

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Il senatore di Ala Vincenzo D’Anna (imagoec)

Il senatore verdiniano Vincenzo D’Anna  torna ad attaccare lo scrittore: “Chi compra un appartamento panoramico a Manhattan e rivolge pensosi pensieri sulle sorti del bene in Italia è farlocco”

“Ho spezzato una lancia a favore di magistrati e forze dell’ordine. Chi compra un appartamento panoramico a Manhattan e rivolge pensosi pensieri sulle sorti del bene in Italia è farlocco. La battaglia antimafia ha procurato a Saviano proventi milionari con cui ha comprato casa a New York, mentre ci sono carabinieri e poliziotti che con 1.300 Euro al mese si fanno un mazzo cosi e rischiano la vita. Loro sono i veri eroi, le vere icone dell’antimafia”. Il senatore verdiniano di Ala, Vincenzo D’Anna a La Zanzara su Radio 24 torna ad attaccare Roberto Saviano dopo le polemiche sulla scorta dei giorni scorsi iniziata ai microfoni della trasmissione di Radio2, Un giorno da pecora .

D’Anna attacca Saviano: “Toglierei la scorta, nessuno lo vuole uccidere: è un’icona farlocca”

“Non esiste un camorrista in Italia – assicura D’Anna – che vuole ammazzare Saviano. Se ne fregano altamente. I camorristi guardano al vantaggio, al guadagno fraudolento. Saviano non dà fastidio a nessuno. Mario Puzo quando ha scritto ‘Il Padrino’ girava con la scorta? No. Quali pericoli – insiste – sono venuti alla camorra dal libro di Saviano? Nessuno, tranne forse il pericolo dell’emulazione. Quale la concreta minaccia?”.

“Le parole di Saviano – dice il senatore di Ala – valgono come il due di briscola, non ha titoli per essere il metro della morale di nessuno. E’ stato trasformato in un’icona. Vi rendete conto che ha detto che la Rai non doveva permettere a D’Anna di dire certe cose? Siamo alla megalomania, all’io ipertrofico. La Rai non deve ospitarmi perché non riconosco Saviano. Vi rendete conto? Io sono una persona perbene, più di Saviano. Ho detto che il Re è nudo e sono diventato un farabutto. Mi hanno messo al rogo come Giordano Bruno…”.

E alla domanda sul perché vuole togliere la scorta a Saviano, il senatore risponde attaccando la giornalista e senatrice del Pd Rosaria Capacchione: “C’è una recente sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – sottoliena – che ha accertato l’infondatezza delle minacce, che erano alla base della scorta assegnata alla senatrice Capacchione e allo scrittore Saviano. Se quelle minacce erano false, la scorta non va più assegnata. Alfano ci deve spiegare quali altre minacce ci sono per tenere impegnati 8 carabinieri e 3 macchine di cui 2 blindate”.

“La scorta costa 2-3 milioni di euro l’anno – assicura D’Anna – mentre abbiamo carabinieri che non possono mettere la benzina nelle auto e commissariati che non hanno Internet. Abbiamo tanta gente che fa la lotta alla camorra a 1200 euro al mese”. D’Anna ribadisce poi che la senatrice: “Ha due carabinieri di scorta e una macchina che la porta avanti e indietro da Caserta a Roma. A spese dei contribuenti. Se non ci sono minacce a cosa serve questa scorta?”.

 

Novara – Pescara: ancora Baroni sulla strada degli abruzzesi

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                                                    Novara – Pescara: La seconda semifinale dei play off ripropone la sfida tra Marco Baroni e il suo recente passato

 

I 180’ disputati al “San Nicola” di Bari, al termine di un incontro caratterizzato da emozioni e colpi di scena a non finire, hanno decretato che sarà il Novara dell’ex tecnico del Pescara e del Lanciano, Marco Baroni, a contendersi un posto nella finalissima che vale l’ultimo pass per la serie A contro il Pescara di Massimo Oddo, il tecnico pescarese che subentrò proprio a Baroni l’anno scorso, dopo l’esonero all’ultima giornata avvenuto a spese del tecnico fiorentino.

La squadra abruzzese incrocia ancora il tecnico di Firenze, mai troppo amato in riva all’Adriatico, forse anche in virtù dei suoi trascorsi avuti sulla panchina della Virtus Lanciano. I precedenti che si sono disputati in campionato sorridono al team piemontese:  1 -0 al “Piola”, e 2 – 1, all’Adriatico –“Cornacchia”, tutto in favore del team azzurro. C’è da scommettere che Baroni, sebbene voglia tenere alla larga i suoi presunti propositi di revanscismo, farà di tutto per giocare un tiro mancino alla sua ex squadra, riuscendo nell’intento di strappargli l’accesso alla finalissima per accedere nella massima divisione.

Il team piemontese non concede molto ai propri avversari, e si affida alla ripartenze dei suoi attaccanti, Gonzalez in primis, autore di una tripletta nella pirotecnica sfida di Bari terminata 4 – 3 per i piemontesi ai tempi supplementari dopo che i tempi regolamentari erano finiti sul risultato di 3 – 3, con i galletti capaci di recuperare ben 3 reti di svantaggio. Nella gara contro i biancazzurri gli azzurri di Piemonte hanno dimostrato una buona tenuta fisica e mentale, avendo disputato una gara di grande personalità ed intensità al cospetto di un avversario dotato di grandi elementi dall’indiscusso valore tecnico come la formazione di Marco Camplone, che era alla vigilia dell’inizio del campionato accreditata come una delle squadre da battere. Grande delusione e sconforto nell’entourage biancorosso al fischio finale, con la velenosa coda polemica dei tifosi, assolutamente delusi dell’impasse dei loro beniamini.

La prima gara si disputerà domenica alle ore 18:30 al “Silvio Piola” di Novara, mentre il ritorno è previsto per il prossimo primo giugno, a Pescara, in uno stadio Adriatico che ci si aspetta gremito da tantissimi tifosi, pronti a spingere la squadra di Massimo Oddo verso il traguardo della finalissima, che la vincente del doppio incontro tra gli abruzzesi ed i piemontesi disputerà, sempre con la formula dell’andata e del ritorno, contro la vincente della doppia sfida tra lo Spezia ed il sorprendente Trapani di Serse Cosmi, che è riuscito proprio nell’ultima giornata di campionato nell’impresa di soffiare la terza piazza al Pescara, che dopo i successi adriatici a spese di Lanciano e Modena, sembrava essere stata ipotecata.

Tuttavia, sia il Trapani che il Pescara, in virtù del miglior piazzamento ottenuto in campionato, potranno qualificarsi alla finalissima anche ottenendo due pareggi nelle altrettante sfide programmate contro il Novara, nel caso del Pescara,e lo Spezia, nel caso del Trapani. Infatti, in caso di parità di risultato tra l’andata e il ritorno, è la squadra che si è meglio piazzata in regular season ad accedere al turno successivo, senza la disputa dei tempi supplementari. Grande occasione per il team abruzzese e per quello siciliano, quindi, per ritrovarsi in una storica ed inattesa, almeno ai nastri di partenza, finale per conquistarsi un posto in serie A.

Per la gara di andata del “Piola”, la formazione di Baroni dovrà fare a meno di Dickmann, squalificato per un turno in virtù dell’espulsione per somma di ammonizioni rimediata a Bari e di Faraoni (stagione finita per lui a causa di un problema al ginocchio). Il Pescara potrà contare sul rientro di Campagnaro, e, soprattutto, sulla presenza nella linea mediana del “moto perpetuo”, Memushaj, che ha ottenuto, anche grazie ai buoni uffici dell’ex amministratore delegato del Delfino, Danilo Iannascoli, il permesso di disputare i play-off con il Pescara dalla nazionale albanese, con la quale il centrocampista del Pescara si trova in ritiro in vista dell’impegno della nazionale balcanica nell’europeo che si disputerà in Francia tra poco. Fischio d’inizio fissato per le ora 18:30 di domenica. Arbitra Pasqua di Tivoli.

Ecco il probabile undici che Massimo Oddo potrebbe schierare al “Piola”: Fiorillo, Crescenzi, Campagnaro, Fornasier, Zampano, Memushaj, Verre, Torreira, Benali, Caprari, Lapadula.

CHRISTIAN BARISANI

 

 

 

 

Auriemma: “Herrera-Napoli, ecco l’ingaggio offerto da Giuntoli”

I dettagli

Raffaele Auriemma su Tuttosport scrive: “Il Napoli cerca due centrocampisti, necessari dopo l’addio di Chalobah e la cessione prossima di David Lopez. Klassen rischia di sfumare, se il talento dell’Ajax non si deciderà entro il 4 giugno. In compenso Giuntoli sta stringendo con Hector Herrera e Piotr Zielinski. Il messicano ha espresso la volontà di trasferirsi nel Napoli, che gli garantirebbe quasi il doppio rispetto ai 900mila euro del Porto. L’intesa va solo rifinita relativamente ai diritti d’immagine, perché Herrera non vuole rinunciare agli 800mila dollari che riceve da un marchio di scarpe. Manca, invece, l’accordo con il Porto, sia per la base fissa che per i bonus, che potrebbero aumentare dopo la partecipazione del calciatore alla Copa America. Il discorso su Zielinski, impegnato a preparare l’Europero con la Polonia, è molto più agevole, trattandosi di un calciatore dell’Udinese. Il suo agente, Bartolomej Bolek, ha confermato l’interesse del Napoli”.


Rischio asta per Lapadula, spunta un vecchio pupillo di Giuntoli

I dettagli

Secondo il Corriere dello Sport, al Napoli piace Kevin Lasagna del Carpi: “Gamba, cattiveria agonistica e forza. Piace a Giuntoli e non dispiace a Sarri. Un’ipotesi. Lui o Lapadula, il Pipita di serie B, il bomber conteso da troppe, e su cui ormai ci scappa l’asta. E’ il mercato. E’ la concorrenza”. Per Gianluca Lapadula l’interesse è sempre molto alto, ma in caso di aste il Napoli si tirerebbe indietro.

Quindici giorni fa l’Atletico Madrid ha offerto 30mln per Insigne

La Gazzetta dello Sport racconta un retroscena di mercato che riguarda Lorenzo Insigne

Lorenzo Insigne guarderà la finale di Champions con un occhio particolare: possibile studi i movimenti degli esterni di Simone. L’Atletico Madrid infatti è la squadra che più si è interessata a lui nelle ultime settimane: il Cholo ha apprezzato la stagione del 24 azzurro e ha fatto un sondaggio con il Napoli. L’Atletico ha valutato un’offerta intorno ai 30 milioni ma ha capito presto che l’affare sarebbe stato complicato: De Laurentiis ha fatto muro, sapendo che Insigne può diventare il giocatore chiave del Napoli del futuro. Il contatto risale a una quindicina di giorni fa, quando l’Atletico preparava la finale di Champions e la prossima stagione. L’acquisto di Gaitan dal Benfica, pubblico da qualche giorno, però cambia le prospettive.