La Gazzetta dello Sport scrive su Giaccherini: “Un’intuizione. Un’idea che diventa blitz e poi si trasforma in affare. Tutto in meno di 24 ore. Emanuele Giaccherini-Napoli, affare fatto. Dopo il sondaggio di lunedì, ieri l’agente del giocatore è arrivato in Val di Sole nel pomeriggio per cercare un’intesa col club, rappresentato dal d.s. Giuntoli e dall’a.d. Chiavelli, l’uomo dei contratti. Intesa raggiunta sulla base di un triennale da 1,5 milioni a stagione per l’ex Bologna, nelle prossime ore verrà formalizzato l’accordo con il Sunderland, che riceverà un indennizzo di circa 2 milioni (Giak ha il contratto in scadenza tra un anno, ndr). Bruciato così il Torino, che fino a domenica sembrava aver in mano il giocatore. Ma il Napoli, stavolta, è stato velocissimo a fiutare l’affare low cost e mollare Candreva: Giaccherini idealmente sarà il vice Hamsik, ma la sua duttilità gli permetterà di giocare anche nel tridente offensivo o tra le linee”.
Il Napoli terrà duro sul fronte Higuain. L’Arsenal ha offerto 60 milioni più Giroud, ma de Laurentiis sembra intenzionato a fare muro. La controproposta del presidente del Napoli, secondo quanto si legge sull’edizione napoletana di Repubblica, ai Gunners sarà la seguente: 94 milioni in toto e cash, altrimenti non se ne farà nulla. In poche parole o gli inglesi pagano i soldi della clausola oppure Higuain resterà un sogno proibito. La controproposta di De Laurentiis è dettata anche dal fatto che adesso più il tempo passa e più sarebbe difficile sostituire un top player come Gonzalo. Non a caso ieri il polacco Milik ha detto che resterà all’Ajax per un’altra stagione.
La Repubblica parla ancora di Candreva al Napoli: “Candreva, pur essendo ancora sotto contratto, fa già parte del passato. Sarà venduto, è certo. Nella corsa per l’esterno azzurro si è messo in cima alla lista il Napoli con quei 25 milioni più altri 3 di bonus offerti a Lotito. È anche una destinazione gradita per lo stesso Candreva (che resterebbe vicino alla famiglia e alla piccola Bianca), ma resta da trovare un’intesa per la questione legata allo sfruttamento dei diritti d’immagine. In questo impasse possono ancora inserirsi il Chelsea di Conte e il Milan di Montella”.
La Repubblica rivela un retroscena su Emanuele Giaccherini: “Venirsi incontro è stato più facile, per i costi molto limitati dell’operazione e la comprensibile voglia di De Laurentiis di accontentare Sarri: dopo avergli di fatto imposto l’arrivo di Tonelli e quello imminente di Witsel, due giocatori scelti in totale autonomia dal presidente. La paternità dell’arrivo di Emanuele Giaccherini, strappato al Sunderland per la modica cifra di 2 milioni, appartiene invece soprattutto al tecnico toscano: convinto che il centrocampista della Nazionale abbia le qualità e le caratteristiche tecniche per rendersi utile al Napoli, nel ruolo di vice Callejon e anche come alternativa ad Hamsik. La possibilità di definire un affare low cost ha ingolosito il presidente, che non si è fatto stavolta condizionare dall’età avanzata (31 anni compiuti) dell’ex giocatore di Cesena e Juventus, pupillo e pretoriano di Conte durante i recenti Europei in Francia”.
La Repubblica ufficializza le due amichevoli con Nizza e Monaco per il Napoli: “Sarà il Nizza l’avversario del Napoli nel gran galà del 1 agosto allo stadio San Paolo: nell’amichevole internazionale organizzata da Aurelio De Laurentis per festeggiare i 90 anni del club azzurro, fondato nel 1926. La scelta è caduta alla fine sulla squadra francese di Ligue 1, che ha concluso il suo campionato nella scorsa stagione al quarto posto della classifica, sfiorando la qualificazione per la Champions e assicurandosi il pass per la partecipazione all’Europa League. Non si tratterà dunque di uno sparring partner di ripiego, anche se c’erano stati in precedenza dei contatti con i turchi del Fenerbahce, andati a vuoto. Sei giorni dopo, il 7 agosto, altra sfida a Fuorigrotta con una formazione transalpina: il Monaco. In via definizione una tournée in Germania prima di Ferragosto, con altri due test contro rivali da definire”.
La Gazzetta dello Sport scrive su Pereyra: “L’arrivo di Giaccherini non esclude quello di Roberto Pereyra, malgrado caratteristiche simili. Lo juventino sarebbe l’alternativa in attacco a Callejon, ma anche – come Giak – una mezzala preziosa per qualità e quantità. Le parti domani si incontreranno per trovare un accordo, mentre tra il Napoli e la Juve l’intesa di massima c’è già: 18 milioni (bonus compresi). E Pereyra scalpita. La settimana della rivoluzione a centrocampo potrebbe chiudersi qui”.
10:49 – Diluvia a Dimaro, in questi minuti la pioggia è ritornata forte
10:40 – Sarri richiama la difesa, vuole movimenti perfetti
10:38 – Comincia a piovere sul terreno di gioco
10:28 – Comincia il lavoro atletico per centrocampo e attacco, per la difesa quello tattico. Con la casacca verde ci sono Maggio, Koulibalu, Luperto e Ghoulam. Senza casacca ci sono i giovani Granata, Celiento, Lasicki
10:24 – Anche Tommaso Starace in campo con tanto di macchinetta del caffè: Giuntoli, Sarri e Lombardo lo accettano volentieri
10:17 – Due droni per Sarri: immagini sia per il lavoro tattico che per quello dei portieri. Quest’ultimo accompagnato anche da una telecamera lineare che riprende al meglio i movimenti
10:15 – Albiol alza il ritmo e corre in maniera sostenuta
10:12 – Per Sepe e Rafael lavoro specifico in presa alta e bassa tra i gonfiabili
10:02 – Comincia il lavoro tattico sulla fase offensiva. Con la casacca verde ci sono De Guzman, Valdifiori, Allan, Dumitru, R. Insigne, Tutino. In completo nero: Dezi Jorginho, D. Lopez, Callejon, El Kaddouri, Gabbiadini. In porta Contini. Lavoro atletico per i difensori
10:01 – Lavorano ancora a parte Reina ed Albiol, mentre per Tonelli solo palestra
09:58 – Si alzano i ritmi del lavoro
09:49 – Comincia ad entrare nel vivo il riscaldamento
09:47 – Gruppo che effettua alcuni giri di campo con corsa lenta
09:45 – E’ arrivato al campo anche Giuntoli che parlava in maniera fitta con Sarri
09:43 – In campo Sarri che guida la squadra…via alla seduta
09:34 – Si alza il drone nel cielo di Dimaro
09:30 – Ancora pochi minuti e sarà via alla seduta del mattino
09:14 – Si attendono gli azzurri per cominciare la seduta
08:56 – Lo staff azzurro prepara il lavoro sul campo della squadra
Buongiorno e benvenuti alla diretta testuale della seduta di allenamento di questa mattina, quinto giorno di ritiro a Dimaro, nella Val di Sole. Sole alto, quest’oggi, Vivicentro.it vi aggiornerà in tempo reale.
Quarto giorno di ritiro per il Napoli a Dimaro. Gli uomini di Sarri hanno svolto anche oggi una doppia seduta. Ne abbiamo parlato con Monica Scozzafava, giornalista del Corriere del Mezzogiorno.
Quarto giorno di ritiro per il Napoli a Dimaro. Gli uomini di Sarri hanno svolto anche oggi una doppia seduta. Ne abbiamo parlato con alcuni tifosi e queste sono le loro parole.
Annullata la sospensione dell’erogazione idrica nel comune di Casalnuovo di Napoli
Nel comune vesuviano di Casalnuovo di Napoli verrà sospesa la fornitura di acqua potabile
La Gori* ha comunicato la sospensione dell’erogazione idrica nel comune di Casalnuovo di Napoli per il prossimo giovedì 14 luglio 2016 dalle 11:00 alle 16:00
Il motivo è dovuto a lavori programmati di manutenzione della rete idrica.
Queste le vie interessate:
VIA SANTA MARIA LA LAMA(COMUNE DI LETTERE),
VIA CEVANI,
VIA CASA IOZZINO,
VIA ROMA (DAL CIVICO 179 AL CIVICO 302),
VICO CAIAZZO,
VICO ORAZIO,
VICO CAVALLARO, RELATIVE TRAVERSE.
POSSIBILI CARENZE DI PRESSIONE SU TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE.
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* La Mission della Gori
GORI è il soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato dell’Ambito Distrettuale Sarnese-Vesuviano della Campania ed ha come principale obiettivo quello di rendere efficiente, efficace ed economica la gestione della risorsa acqua.
L’azienda mira a garantire all’utenza l’erogazione di acqua potabile, la cui qualità è assicurata da continui controlli, ed un servizio adeguato ad un moderno Paese europeo, anche attraverso la realizzazione di investimenti volti al miglioramento delle infrastrutture e riguardanti soprattutto l’innovazione tecnologica, con la costante attenzione alla salvaguardia dell’ambiente.
vivicentro.it/sud/cronaca – Cicciano – La Gori comunica sospensione della fornitura idrica
A Vestone una retrospettiva di Piero Giunni, pittore tra i più rappresentativi dell’arte informale italiana nella seconda metà del Novecento, e uno degli ultimi naturalisti, tra successi di pubblico e critica con importanti riconoscimenti tra cui la partecipazione alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma e alla Permanente di Milano
A unire Vestone e Bondone c’è il fiume Chiese che entrando e uscendo dal lago d’Idro ne traccia un percorso ricco di storia che accomuna la Valle Sabbia in territorio bresciano e la Valle del Chiese in quel del Trentino, a iniziare dal dominio Romano alla Repubblica di Venezia, dal rapporto con il monastero di Santa Giulia in Brescia e più verso il nostro tempo con le vicende della famiglia dei Lodron. Ora a gemellare questi due paesi, dal 9 al 31 luglio, provvede la mostra “Il linguaggio del colore: l’arte informale tra Vestone e Bondone”, organizzata negli spazi dell’Associazione di promozione culturale “Via Glisenti 43” di Vestone (Brescia), che si sta rivelando come importante polo culturale e artistico per le mostre e gli incontri che propone con l’alta sensibilità di un gruppo di lavoro ben impostato.
Da sinistra: Marcella Amigoni, Gianfausto Salvadori, Giancarlo Marchesi e Paolo Giunni.
A emergere è il percorso culturale di Piero Giunni, un artista nato a Villa Cortese (Milano) nel 1912, che ha attraversato quasi l’intero Novecento tra avanguardie e movimenti per poi radicarsi nell’arte informale e terminare la sua vita ricca di successi nel 2000 a Bondone cui ogni volta giungeva da Milano senza prima fermarsi a Vestone e salutare i numerosi amici che, come ha sottolineato Giancarlo Marchesi, in rappresentanza del Centro Valsabbino di Ricerche Storiche, “in quegli stessi decenni vedeva la presenza di pittori come Solaro, Fiessi e Dolci, nonché del giovane Getulio Alviani”.
A parlarci, infatti, di questa importante retrospettiva con opere provenienti da collezioni private, promossa da Sergio Monchieri e Giovanni Zani, è in catalogo lo storico Marchesi introdotto alla vernice dal presidente dell’Associazione “Via Glisenti 43”, Gianfausto Salvadori, in quel “linguaggio del colore” precisato da Marcella Amigoni in riferimento ai circa quaranta lavori in mostra selezionati dagli anni Cinquanta ai Novanta, nel rappresentare “trascendenza e corporeità …. tra presenza e assenza di un soggetto mai imitato, ma evocato”. Mentre la presenza di Paolo Giunni, figlio dell’artista, ha portato una nota di sereno ricordo di un padre sempre impegnato nella casa-studio e fin dal mattino presto, tanto che era “talmente scontato per me bambino che tutti i genitori fossero pittori, da stupirmi molto alla scuola elementare, che i genitori dei miei compagni svolgessero altri lavori”.
Una mostra ben curata e di grande interesse per quello che gli espressionisti astratti americani negli anni Quaranta del Novecento basavano su esiti emotivi e liberatori dalle forme, e che in Europa si condensò nel dopoguerra nella ribellione non soltanto dalla “forma”, poi sfociata anni dopo nella diatriba tra figurativo e astratto, ma prestando un preminente interesse alla materia e agli oggetti di uso comune quotidiano, secondo le indicazioni date dal critico francese Michel Tapiè nel coniare nel 1952 il termine “informale” nel suo libro “Un art autre”, approntando e allargando lo sguardo alle arti tutte in un dibattito tra filosofia e letteratura, che coglie Giunni nella frequentazione dell’Accademia di Brera avendo come maestri: Achille Funi, Aldo Carpi e Carlo Carrà, e per compagni Ennio Morlotti, Bruno Cassinari, Gianni Dova, Alfredo Chighine, Aldo Bergolli. Mente, negli anni Quaranta, a seguito della chiusura di Brera per la guerra, va a Venezia, dove conosce nella locale accademia d’arte Gina Maffei che diverrà sua moglie.
Lo sviluppo di Piero Giunni sarà tra segno e gesto, fin dalle prime opere in quella pittura “di tocco” cui sicuramente s’è rifatto non foss’altro per la vicinanza a un altro milanese quale Arturo Tosi, ma che lascerà presto per una ricerca di nuovi valori espressivi, già nella prima personale del 1949 alla “Galleria Annunciata” di Milano, pur non rinnegando quell’impressionismo lombardo che sarà comunque parte fondante del suo excursus artistico. Egli, infatti, fissa sulla tela rappresentazioni con l’immediatezza di gradazioni accese e con l’apporto della luce che testimonierà l’altra via percorsa dal nostro pittore, che attuerà l’esplorazione materica indirizzata a potenziare il colore ad olio usato in maniera pastosa e densa. Non solo. Giunni si diversifica in un suo stile nell’indagare la natura, confermando semmai influenze reciproche su strade parallele con Morlotti e altri, ma allontanandosene nel momento in cui decide di diversificare i soggetti nei gialli e negli azzurri, nel verde sfrangiato in diverse tonalità, fino al rosso e ai grigi, e quando s’apre a proprie sperimentazioni, dando voce a quanto alcuna parte di critica assegnava all’informale il significato di “non-formale” e non di “senza forma”. Così, ad esempio, per artisti diversi tra loro come Pollock, de Kooning e Rothko, che pure sono considerati “informali”, oppure in Europa per Hartung, Mathieu e Fautrier con Dubuffet e Tapies, e ancora per Fontana e Vedova con Burri.
In questa mostra, però, il filo conduttore c’è, ed è l’andare nella crescita artistica di Giunni, al di là del pittore di estrazione figurativa collocato storicamente nell’informale, e questo per i pronunciamenti di masse spaziali, tanto che si potrebbe pensare come per lo stesso Dubuffet – considerato uno dei fondatori del movimento “informel” in Francia, ma che non si sentiva in questa etichetta – a un artista semplicemente e altrettanto, e soprattutto, libero da convenzioni affinché gli consentisse di leggere in modo straniante la terra che tanto amava e rivelarne aspetti inconsueti.
Il pensiero non può non andare a uno dei suoi primi paesaggi esposto alla Quadriennale di Roma del 1951, notato da Roberto Longhi che vi riconosce una pittura spontanea, e per quanto scrive lo storico dell’arte Francesco Arcangeli nel 1954, presentandolo alla “Galleria La Loggia” di Bologna, nell’affermare “la sua furia, talvolta esorbitante” in cui però riconosce motivi “di astrazione formale, da star quasi fra un De Staél e un Poliakoff (…), in una sua ispirazione nuovamente e umanamente nordica”. Mentre in quello stesso anno sarà ancora Arcangeli a definirlo come uno degli “ultimi naturalisti”, per quelle vedute tra Venezia e la pianura padana, le Langhe e le montagne del Trentino, che si evolvono nell’astrattismo per approdare negli anni Sessanta, e definitivamente, alla poetica dell’Informale – appunto – che genera in un proprio codice lirico allorquando diviene colore puro tra ricordi e pittura all’aperto. Suo principale motivo ispiratore, infatti, resterà comunque la natura e i paesaggi definiti, nel 1963, da Maurizio Calvesi come “macchiati, disfatti e dolci, teneramente tattili” in “un accento psicologico di solitudine”, e indugerà nel suo amore per le valli bresciane e trentine, nel trattenersi e nel percorrerne i sentieri in una sorta di “cammino” spirituale oltre che artistico, là verso le cime anelanti il cielo.
La spontaneità di Piero Giunni sta tutta qui, e nelle sue appassionate pennellate di colore. Nei campi di grano sotto il sole cocente o nei boschi che generano ombre, oppure nei cieli stratificati in candidi azzurri, oppure nelle tenui atmosfere delle rive dell’Eridio, nei fiori a grappoli in piccole affollate macchie o su per i monti tra marroni sovrastati dal blu. Così lo storico dell’arte Luca Pietro Nicoletti, a margine della mostra alla Galleria Marini, prende nota proprio di questo riempire fitto “di tocchi come gocce di pioggia, … respiro pulsante di una superficie in movimento”, e registra quanto Giunni esprimeva nella “ricerca di un’autenticità di sentimento, di umori della terra, di identità di luoghi e di natura, … con una implicita riflessione tonale e lombarda … spunto per trovare la luce interna alla materia”.
Nel 1956 Piero Giunni è alla Biennale di Venezia, premiato come “giovane pittore” (vi ritornerà nel 1958). L’anno dopo espone alla “Saletta” di Modena e nel 1962 la mostra a Milano presso la “Galleria del Milione” confermerà il suo valore ormai riconosciuto in campo nazionale. Seguono: il Premio Spoleto (1957), il Premio Marzotto (1958) e il Premio La Spezia (1959). Poi l’attività espositiva alla “Bergamini” quale galleria di riferimento dal 1970 al 1979, alla “Ponte Rosso” negli anni Ottanta, alla Permanente di Milano nel 1990 (con un’acquisizione della Collezione d’arte della Fondazione Cariplo), e in Svizzera alla “Matasci” di Tenero nel 1980 e alla “Colomba” di Lugano nel 1986 e nel 1988. Infine, della sua opera si sono interessati nomi prestigiosi della cultura italiana; tra questi oltre i già citati Calvesi e Arcangeli (che scrive di una natura “aggredita di fronte (…) entro poche misure, semplici, schiette, grandiose” in cui “l’occhio si tuffa entro una vertigine di spazio), gli storici dell’arte Franco Russoli e Arturo Carlo Quintavalle, gli scrittori Roberto Sanesi, Alberico Sala, i critici d’arte Luigi Carluccio, Roberto Tassi, Elvira Cassa Salvi, Mauro Corradini, Gianfranco Bruno. Mentre un’ampia bibliografia è stata raccolta con documenti e riproduzioni nella monografia “Materia e memoria” curata da Elda Fezzi (ed. Panda, 1976), in cui si osserva il valore implicito colto da Giunni nel “comportamento di lotta contro il presentimento della morte della pittura, contro la sua anche troppo rapida obsolescenza”, tanto che “nei suoi dipinti sembra soprattutto protagonista un’intensa metafora” come “sartiame che regge, consunto e piegato, un ultimo naviglio disperato passato per molte secche”.
Due mostre postume hanno confermato il vitalismo del messaggio dell’opera di Giunni. La prima nel 2001 alla “Galleria Ponte Rosso” di Milano, con opere dal 1960 al 1990, in cui Corradini ha descritto in catalogo la “materia di Giunni” che non è “solo nel rigoglio delle messi, ma anche nei muri sgretolati e consunti dal tempo, nelle figure più inquiete, come accade per le rive che scivolano verso il fiume, quasi a rigenerarsi nella lucentezza azzurra dell’Adda o del Po (…)”. Perché “la pittura di Giunni mantiene intatti i suoi segni vitali, continua fino alla fine a manifestare questa interiore forza, a proporsi e prodursi come un’immersione entusiastica nel mondo”.
La seconda sempre a Milano in marzo 2014, con il titolo “Piero Giunni. Il gesto e la foglia”, alla “Galleria Marini” con presentazione di Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, che appunta l’attenzione ancora una volta sul colore pastoso che “non è solo semplice materia, ma natura vivente”, in un equilibrio che reclama attenzione, “finezza dello sguardo, per non cedere all’essenzialità dell’informale e non eccedere nella minuzia della natura”.
Oggi, le opere esposte di Piero Giunni in “Via Glisenti 43” – in una rassegna cui ha partecipato l’Associazione Artisti Bresciani – ci danno qualcosa in più, ossia la percezione della qualità delle collezioni bresciane e la proiezione dell’Informale e della sua eterogenea applicazione della realtà naturale nell’euritmia cromatica di superfici tra evoluzioni e appartenenze non sovrapponibili delle matrici compositive del secondo Novecento. Così per altri artisti di quegli anni, come Santomaso e la sua “elaborazione del visibile”, mentre Pompilio Mandelli disfa la materia e Morlotti appronta cicli dedicati a vegetazioni dai consistenti impasti pittorici, ma anche Afro Basaldella, Corpora e Dorazio. Questo il tempo in cui si è plasmato il nostro autore e questi i motivi di congiunzione della mostra, nella traccia data da quel processo di sintesi che Piero Giunni condivide con i maggiori interpreti dell’arte moderna figlia delle avanguardie, giacché se l’informale mirava al dissolvimento, allora nelle tele dell’artista milanese possiamo cogliere la ricapitolazione dell’arte nell’arte, e sondarne gli stati d’animo per rappresentare la vita nella mimesi argomentata da Aristotele.
Andrea Barretta
“Piero Giunni. Il linguaggio del colore: l’arte informale tra Vestone e Bondone”, dal 9 al 31 luglio 2016, Spazio d’arte “Via Glisenti 43”, Vestone (Brescia), Via Glisenti 43. Orari: giorni feriali, 17 – 19; festivi, 10 – 12 e 15 – 21. Ingresso libero.
vivicentro.it/cultura – L’art autre di Piero Giunni in Via Glisenti 43 di Andrea Barretta
Prosegue spedita la campagna di rafforzamento e ricostruzione della Juve Stabia, dopo aver incassato due “no” di lusso (Surraco e Moscardelli n.d.r.) oggi arriva l’ufficialità di un acquisto importante a centrocampo con Stefano Salvi che vestirà per due anni la casacca della Juve Stabia . La nostra redazione aveva dato in anteprima la notizia dell’interessamento della Juve Stabia per il calciatore romano (CLICCA QUI) che aveva ancora un anno di contratto con il Lecce.
Dopo quasi due settimane di trattative arriva la fumata bianca, Salvi riabbraccerà alla Juve Stabia il suo compagno di squadra a Lecce, Matteo Liviero. Fondamentale per il buon esito della trattativa è stata sicuramente la determinazione della Juve Stabia di allestire un centrocampo di tutto rispetto, ma anche il fatto che Salvi conosce bene l’ambiente di Castellammare avendo giocato non solo nel Lecce, avversario per due anni della Juve Stabia, ma anche nel Sorrento.
Di seguito il comunicato ufficiale della Juve Stabia:
S.S. Juve Stabia rende noto che è stato raggiunto l’accordo con l’U.S. Lecce per l’acquisizione a titolo definitivo delle prestazioni sportive del centrocampista Stefano Salvi, classe ’87.
Il calciatore, nato a Roma, è cresciuto nel vivaio della S.S. Lazio ed ha poi giocato con i seguenti club: Sassuolo, Jesolo, Como, Sanremese, Treviso, Sorrento e Lecce. Proprio con il club salentino ha disputato le ultime tre stagioni, totalizzando 69 presenze e realizzando 4 reti.
Subito dopo la firma sul contratto che lo legherà alla Juve Stabia per due anni, Salvi ha dichiarato: “Per me oggi è una grande soddisfazione siglare un accordo con una squadra così importante. Entro a far parte di un club ambizioso e sicuramente mi impegnerò al massimo ogni volta che scenderò in campo. Ho già giocato al “Menti” e so bene che, grazie all’aiuto dei nostri tifosi, potremo costruire le nostre fortune nei match casalinghi”.
Con la legge di stabilità per il 2015, il Governo ha istituito la cd. SOCIAL CARD 2016, ovverosia un sostegno economico riservato ai disoccupati e a coloro che hanno perso il lavoro.
Si tratta, più nel dettaglio, di una carta acquisti a disposizione dei cittadini, con banda magnetica e chip, nella quale viene accreditato un importo variabile tra 231 e 404 euro mensili, corrisposti con cadenza bimestrale.
La durata della social card è di dodici mesi e l’ammontare effettivo dell’importo è condizionato dalla consistenza del nucleo familiare del beneficiario.
I requisiti per poterla ottenere
Il primo requisito per ottenere la social card è quello di essere cittadini italiani o comunitari. Essa può essere richiesta anche da cittadini extracomunitari, purché questi siano in possesso di un regolare permesso di soggiorno europeo e risiedano da almeno un anno nel Comune interessato della domanda.
Il secondo requisito riguarda la residenza: la social card, infatti, non interessa tutto il territorio nazionale, ma la sua corresponsione riguarda esclusivamente i soggetti che risiedano nei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona.
La concessione del beneficio è poi ovviamente subordinata a determinati requisiti di reddito.
Nel dettaglio, per poter ottenere la social card, il richiedente deve avere un modello Isee pari o inferiore a Euro 3.000,00; possedere un patrimonio mobiliare di valore inferiore a Euro 8.000,00; percepire eventuali indennità previdenziali o assistenziali di importo non superiore e Euro 600 mensili.
Inoltre, egli non deve possedere autoveicoli immatricolati nell’ultimo anno o autoveicoli di cilindrata superiore a 1300 cc immatricolati negli ultimi 3 anni o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, sempre immatricolati negli ultimi 3 anni.
Infine, se il richiedente possiede una casa di proprietà adibita a prima abitazione, per ottenere la social card il valore di questa ai fini IMU deve essere inferiore a Euro 30.000,00.
L’ultimo requisito da rispettare per essere ammessi a godere del beneficio riguarda le condizioni lavorative della famiglia.
La social card, infatti, va corrisposta solo se all’interno del nucleo familiare vi è innanzitutto assenza di lavoro per i componenti in età attiva al momento della richiesta del beneficio.
Inoltre almeno un componente, negli ultimi trentasei mesi, deve aver cessato il proprio rapporto di lavoro o la propria attività o possa dimostrare, se precedentemente occupato con tipologie contrattuali flessibili, di essere stato occupato nelle medesime forme per almeno 180 giorni.
In alternativa, nel nucleo vi deve essere almeno un componente in condizione di lavoratore dipendente o impiegato con contratti flessibili e il valore complessivo per il nucleo familiare dei redditi da lavoro effettivamente percepiti nei sei mesi antecedenti la richiesta non superi 4mila euro.
Coinvolgimento dei lavoratori disoccupati
Occorre poi precisare che i lavoratori disoccupati che beneficiano della social card hanno l’obbligo di partecipare ai progetti occupazionali, ai corsi di formazione e riqualificazione e agli altri progetti d’inclusione eventualmente organizzati dal Comune o dal Centro per l’impiego e a mantenere i rapporti con i servizi sociali comunali, anche partecipando agli incontri periodici con questi.
Le famiglie devono inoltre essere attive nella ricerca di un lavoro e impegnarsi a mantenere i figli a scuola.
La domanda
La domanda va fatta scaricando dapprima la modulistica dal sito del Comune di residenza o reperendola presso gli uffici comunali.
Una volta compilata tutta la documentazione e reperiti gli allegati necessari, occorrerà recarsi presso un ufficio postale per depositare la domanda.
L’ufficio postale, a questo punto, assume il ruolo di intermediario tra cittadino e Inps: sarà l’ente previdenziale, infatti, ad effettuare i necessari controlli e le opportune verifiche ma, in caso di concessione, la social card va ritirata comunque presso l’ufficio postale.
Avv. Valeria Zeppilli E-mail:valeria.zeppilli@gmail.com Laureata a pieni voti in giurisprudenza presso la Luiss ‘Guido Carli’ di Roma con una tesi in Diritto comunitario del lavoro. Attualmente svolge la professione di Avvocato ed è dottoranda di ricerca in Scienze giuridiche – Diritto del lavoro presso l’Università ‘G. D’Annunzio’ di Chieti – Pescara
vivicentro.it/l’esperto – StudioCataldi / La Social Card 2016 (Valeria Zeppilli)
Dal 1 luglio scorso è scattato l’obbligo per i comuni di adeguare i parchimetri ai pagamenti elettronici
Dal 1° luglio scorso, i cittadini alle prese con i parcheggi sulle strisce blu, possono sentirsi legittimati a sostare gratuitamente se il parchimetro non è adeguatamente attrezzato per i pagamenti tramite pos. Il tutto senza incorrere in alcuna sanzione per il mancato pagamento della sosta. A partire da tale data, infatti, è scattato l’obbligo imposto dalla legge di Stabilità 2016 per i comuni di adeguare i dispositivi di controllo della durata della sosta a pagamento per consentire i pagamenti con bancomat o carte di credito.
Il comma 901 della legge, con il fine di incentivare i pagamenti elettronici, prevede infatti che “dal 1° luglio 2016, le disposizioni di cui al comma 4 dell’art. 15 del d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221/2012, si applicano anche ai dispositivi di cui alla lettera f) del comma 1 dell’articolo 7 del codice della strada“, estendendo dunque ai dispositivi di controllo di durata della sosta, l’obbligo di “accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito”.
Le conseguenze sono di facile intuizione: sia per gli automobilisti che in mancanza dei dispositivi attrezzati col bancomat potranno ritenersi autorizzati a parcheggiare gratis e senza il rischio di essere multati, sia per le “casse” dei (molti) comuni che non si sono ancora adeguati, salvo che non dimostrino, come prevede la novella apportata al dl 179/2012, dalla stessa legge di stabilità, di non aver potuto ottemperare all’obbligo per “oggettiva impossibilità tecnica”.
vivicentro.it/l’esperto – StudioCataldi / Strisce blu: se il parchimetro non ha il bancomat il parcheggio è gratis! (Marina Crisafi)
Dimaro quarto giorno, pioggia protagonista e temperatura ideale per il lavoro in campo. In serata spettacolo di Gino Rivieccio
DIMARO-FOLGARIDA (VAL DI SOLE – TRENTINO), 12 LUGLIO 2016 – E’ stata la pioggia la protagonista della terza giornata del ritiro del Napoli a Dimaro-Folgarida. Un folata di freschezza che ha mitigato la temperatura dopo il caldo superestivo degli ultimi giorni. Il menù di giornata per la squadra di Sarri ha riproposto esercizi atletici in apertura di sessione e quindi un lavoro tecnico-tattico differenziato per difensori, centrocampisti e attaccanti. Ma anche sessioni di tiro per gli attaccanti.
Nonostante la pioggia anche oggi lo stadio di Carciato è stato animato dal tifo dei supporter napoletani che stanno sempre più animando Dimaro e la val di Sole. Come avviene peraltro poco lontano da qui in val di Peio, dove si sta preparando il Cagliari neo promosso in serie A.
E anche in serata l’entusiasmo non è mancato a Dimaro grazie a Gino Rivieccio, l’attore protagonista nel Teatro Comunale dello show incentrato su sport e spettacolo, calcio e cultura napoletana. Gino Rivieccio ha sempre accompagnato l’emisfero Napoli e da tifoso verace ha narrato negli anni le varie epopee della squadra azzurra dai tempi di Maradona ad oggi. Ha deliziando il pubblico con quelle gag memorabili e appassionate che lo hanno reso uno dei più elevati esponenti dello spettacolo e dell’arte napoletana. La sua ultima creazione è la strepitosa imitazione di Maurizio Sarri, grazie al quale ha dovuto riprendere a fumare. Grande interprete della comicità napoletana attraversata con profondità e filosofia, Rivieccio è considerato umorista sopraffino ed elegante che da sempre racconta la quotidianità che ci circonda con uno sguardo attento, sagace, ironico, ma allo stesso tempo molto penetrante ed incisivo. Artista a 360 gradi, show man a tutto tondo protagonista di monologhi esilaranti e testi irresistibili che da anni porta con successo sia in teatro che in televisione.
E domani sera in Piazza Madonna della Pace si torna lo sport-spettacolo. Ad esibirsi sarà la nazionale italiana di trial, che proporrà una piccola anticipazione delle emozioni che saranno proposte dal 29 agosto al 4 settembre nella competizione iridata prevista a Vermiglio, nell’alta valle di Sole. Ad esibirsi sugli ostacoli artificiali creati in centro a Dimaro dallo Staff del Comune di Dimaro-Folgarida con quello dell’Apt saranno i campioni italiani 2016 Andrea Pilo Andrea (Elite 20′) e Giulio Porcario (Junior 26′) con Paolo Patrizi (Elite 20′), Francesco Policante (Elite 20′), Diego Bani (Elite26′) e Stefano Ravarelli Stefano (Junior 20′). Accompagnato dal Ct Angelo Rocchetti, il gruppo arriva in Trentino direttamente dalla Francia dove ha gareggiato in Coppa del Mondo.
L’evento è organizzato dall’Apt Val di Sole diretta da Fabio Sacco e ovviamente rientra a pieno titolo tra le iniziative di lancio dei Campionati del Mondo Uci Mtb che già vasta eco hanno trovato a livello nazionale e internazionale Gli appuntamenti serali per i tifosi proseguiranno poi venerdì 15 luglio con l’Evento cabaret Made in Sud sul palco di Piazza Madonna della Pace a Dimaro; sabato 16 luglio4 giocatori incontrano pubblico sul palco di Piazza Madonna della Pace a Dimaro; venerdì 22 luglioMister Sarri e 2 calciatori incontrano i tifosi nella sala Congressi a Folgarida; martedì 26 luglio è prevista l’Evento musicale Made in Sud sul palco di Piazza Madonna della Pace a Dimaroe martedì 29 luglio l’Incontro con Squadrae Dj setsul palco di Piazza Madonna della Pace a Dimaro.
E poi vi sono le tre amichevoli, di cui due saranno giocate in ora serale a Trento, per consentire ai quei tifosi impossibilitati a raggiungere la Val di Sole di poter vedere i loro beniamini: il debutto sarà lunedì 18 luglio allo stadio di Carciato sede degli allenamenti quotidiani contro l’Anaune, formazione militante nel campionato di Promozione del Trentino. Poi allo stadio Briamasco di Trento sabato 23 luglio la sfida contro la squadra di casa e giovedì 28 luglio contro la Virtus Entella.
FONTE comunicato: Ufficio Stampa Nicer Trento
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Continua il lavoro dei ragazzi di Maurizio Sarri. Anche questo pomeriggio seduta di allenamento con ritmi molto alti e partitella finale. Vivicentro vi propone gli scatti. C’è anche Tonelli.
“Occhi inglesi su Marek Hamsik: secondo quanto riferito dal The Sun, l’Arsenal starebbe monitorando con attenzione la situazione del centrocampista slovacco del Napoli. Le recenti dichiarazioni di suo padre hanno infatti aperto uno spiraglio sul futuro e secondo il tabloid britannico i Gunners sarebbero pronti a infilarsi”. È quanto si legge sul portale tuttomercatoweb.com, si attendono sviluppi per quanto riguarda il futuro di Marek Hamsik dopo che le dichiarazioni del padre hanno fatto tremare, e non poco, i tifosi del Napoli.
Ecco quanto riferisce Alfredo Pedullà in merito ad Emanuele Giaccherini sul proprio sito ufficiale: “Un incontro anticipato di poche ore, rispetto al programma di ieri, per chiudere l’operazione Giaccherini. Il Napoli aveva fretta, anche se ieri qualcuno aveva cercato di spegnere l’operazione (da noi anticipata) parlando di dirigenti in vacanza e dell’impossibilità di stilare un contratto. Macché. Giaccherini aveva scelto il Napoli, non aveva bisogno di riflessioni e aveva salutato con il pensiero il Torino. Ora serve l’arrosto. Incontro in corso, operazione da circa 1,8-2 milioni con il Sunderland, la stessa cifra che aveva offerto il Toro. Triennale o biennale con opzione da 1,5 milioni a salire più bonus per l’esterno ex Bologna, si sta discutendo di questi particolari proprio in questi minuti. Con l’avallo totale di Sarri e con tanti saluti a Candreva. Contano la firme, ma è la strada giusta”.
Buon sangue non mente. Roberto Insigne, fratello dell’attaccante del Napoli, Lorenzo, ancora in ferie dopo gli impegni con la nazionale di Antonio Conte ad Euro 2016, è stato autore di un gol delizioso nella partitella d’allenamento durante le seduta pomeridiana. Servito perfettamente da Allan su cross al centro, Insigne Jr ha colpito con il tacco il pallone che ha superato dolcemente l’incolpevole Contini. Probabilmente per lui ci sarà un altro prestito, forse alla Salernitana, ma intanto, si sta impegnando al massimo per far cambiare idea a Sarri.
Sabato si era tenuta la presentazione di Gerson, ieri quella di Alisson, oggi è il turno di Luciano Spalletti: prima conferenza stampa della stagione per il mister giallorosso, alla vigilia della prima amichevole stagionale. Queste le sue parole:
“Mi ero fatto qualche appuntino perché voglio dire delle cose. Ho dato la mano a tutti per inaugurare un viaggio carico di amore e sentimento per coloro che vogliono bene alla Roma”.
Le sensazioni dopo aver allenato i nuovi acquisti ed i giocatori che non erano in rosa lo scorso anno?
Alisson, Iturbe, Paredes, Mario Rui, Gerson, Seck e Ricci, sono qui a darci una mano. In più ci sono i campioncini di Alberto De Rossi, tra cui non vedo fuoriclasse ma possono essere utili per integrare la prima squadra. Alisson mi è sembrato un grande uomo, ha grande fisicità e presenza oltre che grande personalità, mi piace. Lui è venuto e mi ha detto che voleva conoscere il mio pensiero nei suoi confronti proprio oggi dopo pranzo. Io gli ho detto che sono curioso di conoscere con i miei occhi le sue qualità, in particolare la scelta, il saper dosare. Sono ben predisposto nei suoi confronti perché le cose più importanti le ha. Conterà quella che è una solidità di continuità. Ci vuole fermezza nella valutazione dei momenti che attraverseremo. Nulla deve scalfire il nostro obiettivo, la voglia di confronto giornaliero. Paredes lo conosco bene perché sono di Empoli, l’ho visto allenarsi e giocare. Gli manca un po’ di velocità, i momenti in cui usare la propria qualità deve impararli. Ha sia qualità di piede che di scelta ma dal punto di vista della copertura degli spazi deve migliorare. Mario Rui nei nostri pensieri può sostituire Digne: ha carattere, disponibilità al sacrificio. Ha però quella fisicità lì che non è il massimo. Seck è uno che si prende le responsabilità, si butta in scivolata ed è uno che ha voluto far parte della squadra e questo è un biglietto da visita importante. Ricci l’ho visionato insieme a Pane e ci ha fatto una buonissima impressione. Gerson ha sicuramente delle doti ma bisogna che si creino le condizioni affinché le metta subito a frutto. Mancano El Shaarawy, Florenzi, De Rossi e Nainggolan, hanno ricevuto un permesso che è d’obbligo quando si fa il calciatore a questi livelli, spero che queste tre settimane gli bastino perché è stata una stagione molto lunga. Verranno con noi in tournée, montano sull’aereo”.
Domani si inizia in campo con la prima amichevole, cosa si aspetta di vedere?
“Tutto e niente. Domani sarà la volontà di stare in campo a fare la differenza. Se si riconquista la palla alta si sarà in vantaggio ma qualche volta per scelta li faremo entrare nella nostra metà campo. Cercheremo di non esagerare nel tenere la palla, l’anno scorso è stato questo il nostro marchio da un certo punto in poi. Attraverso il carattere che avremo nelle situazioni di gioco sopperiremo alle differenze. Non deve mai venire a mancare il fatto di allungare la linea difensiva, di stare corti. L’anno scorso lo abbiamo fato benino, non bene. Il lavoro palla coperta-palla scoperta va fatto in modo più preciso. Serve maggiore impatto fisico, i contrasti bisogna cercarli e vincerli. Nel nostro campionato ci sono squadre che con l’impatto fisico fanno la differenza. Qualche giocatore dovrà metterci qualcosa di più nelle qualità che già possiede. Il portare a casa la palla di nessuno sia in fase di possesso che di non possesso è un momento importante. Si vuol vedere tutte queste cose qui.”
Poco fa Pjanic ha avuto belle parole nei confronti della Roma. Quanto è difficile ridurre il gap con la Juventus facendo a meno di lui che è andato in doppia cifra con gol ed assist? “Mire mi ha chiamato la sera prima di partire per Torino e questo mi ha fatto piacere, ci siamo detti delle cose che rimarranno tra di noi. Se dice che lì si lavora meglio sarà così. Io non ho mai allenato la Juve, tra le grandi squadre ho allenato solo la Roma e so come si lavora alla Roma. Se lo dice lui che ha qualità e sa accorgersi della qualità altrui evidentemente è vero. La Juve è stata brava a portarselo a casa: ha qualità di pensiero, o anticipa il tocco di un metro o lo ritarda perciò devi sempre pensare in maniera oscura per interpretare dove andrà la palla, è una caratteristica che aveva anche Pizarro. Noi dobbiamo trovare una soluzione, qualcuna ce l’abbiamo già in casa, altre le dobbiamo trovare da fuori. L’obiettivo è confrontarsi ad armi pari con la Juve il Milan, l’Inter, il Napoli, il Sassuolo e la Lazio per quello che si è visto lo scorso anno. È chiaro che se si fa una partita a poker dove al tavolo c’è un giocatore che ha vinto tutti i tornei con le ultime mani e possiede molte fiches, con possibilità di gestire la giocata, raddoppiando le puntate, come si fa? Ditemelo voi. Loro sono stati bravi negli ultimi anni. Hanno tante fiches ed un cervello forte.
Juan Jesus quanto può essere utile? “È un giocatore di prima qualità e noi stiamo cercando questo tipo di giocatori, con la valutazione di quello che in questo momento la società può permettersi. Stiamo lavorando forte per portare il meglio possibile”.
Oltre a Juan Jesus arriverà un altro difensore?
“Ci sono giocatori monitorati da Walter (Sabatini), abbiamo bisogno minimo di due difensori centrali ma anche in un’altra maniera. Se sa anche stare largo è meglio, perché è fondamentale avere giocatori duttili. Ti faccio un esempio: mentre un destro a sinistra ci gioca, un sinistro a destra difficilmente ci gioca. Rudiger ci ha fatto comodo l’anno scorso con la sua duttilità. Ci vuole qualcuno che abbia una caratteristica diversa da Florenzi. Il direttore sta parlando. Se vai a fare una forzatura sul mercato quando non sei convinto e poi passa una situazione migliore? Ci lasciamo un po’ di margine, così siamo più precisi nella scelta che vogliamo fare. La qualità del gioco è un punto che può andare a nostro favore, forse vale addirittura due punti se riesci ad ottenere risultati come hanno fatto spesso questi professionisti nella scorsa stagione. La Juve può prendere chi gli pare, noi vogliamo confrontarci nella maniera corretta tentando di vincere le partite a prescindere dalle differenze. Dobbiamo puntare a fare il massimo, poi al tavolo del poker ci sono avversari con tante fiches, come ho già detto”.
C’è l’ipotesi di un ritorno alla difesa a 3? “Noi lavoreremo anche sulla difesa a 3 e la squadra dovrà essere pronta a cambiare. Useremo entrambi i moduli, sia difesa a 3 che a 4”.
Il ritorno di Baldini alla Roma? “È un professionista valido ed esperto, una persona intelligente. Ci parlo spesso perché è un mio amico. So che è molto vicino alla figura del presidente, me lo ha confermato anche lui”.
Tra i giocatori più acclamati di questo ritiro c’è Dzeko, vede miglioramenti in lui? Posso valutare solo la sua volontà di rimanere alla Roma. L’anno scorso l’ho aiutato moltissimo, più di altri calciatori. Se mantiene questa volontà, per me è lui il centravanti della squadra”.
Arriverà un suo rinnovo contrattuale? Se no, questa può essere un’anomalia? “Sono un allenatore a scadenza, non ho il rinnovo automatico. Sarà la stagione in corso a dire se questo è il mio ultimo anno qui o il primo. Non voglio stare comodo ma sentirmi acceso. Voglio che i giocatori sappiano che mi gioco la prossima stagione perché voglio rimanere nella Roma. Bisogna lavorare in modo professionale, altrimenti stai fuori. Se non ti piazzi bene dopo aver creato delle aspettative? Per quanto mi riguarda non funziona così, non ho da pararmi il culetto da qualcosa e questo è un segnale giusto per i calciatori. Facile sarebbe fare un contratto lungo e poi lasciarli quando le cose non vanno bene”.
Strootman si sta ritrovando anche dal punto di vista della personalità. Può essere lui il leader? Di grandi calciatori ce ne vogliono tanti in una squadra forte come la Roma e noi siamo alla ricerca di qualche altro leader. Strootman è uno di questi ma non carichiamolo troppo, perché per quello che ha passato avrà bisogno di giocare senza il carico di responsabilità. Già questa continuità di allenamento gli fa bene. È uno forte, molto forte.
Szczesny e il dualismo con Alisson? El Shaarawy giocherà prima punta? El Shaarawy prima punta la vedo complicata, bisogna ricevere palla spalle alla porta o di taglio e l’avversario ti bacchetta da dietro in maniera forte. Lui ha bisogno di spazio per dare sfogo alla sua tecnica e velocità. Gli chiedevo di stare dentro al campo ma nei momenti dove la squadra andava a giocare forte con il terzino alto (Digne lo faceva), Stephan andava alto, dando dei vantaggi alla squadra come è successo a Empoli. Iturbe, invece, potrebbe farlo. Anche a Salah l’ho chiesto ma poi lui con quella faccetta gentile mi chiedeva di andare un po’ più in là. Con la riga della fascia laterale ha solo 180 gradi e non 360 e non ci sa stare. I portieri sono entrambi forti, poi bisognerà vedere. Se sono 2 fortissimi vedremo le reazioni ma è sempre un vantaggio. Per ora abbiamo Lobont e Ali, però ce ne vuole un altro forte, vedremo chi sarà”.
C’è qualcuno nella rosa che possa avvicinarsi alla qualità di Pjanic sui calci di punizione? “Lui è specialista ma ci sono anche Florenzi, Perotti, El Shaarawy, Totti. Salah ha un buon piede e diventeranno specialisti anche questi altri perché poi ci sarà una corsa a prendersi quelle responsabilità dentro la squadra”.
Strootman può sopperire all’assenza del regista? “Nainggolan ti salta addosso con la sua fisicità, ti arriva addosso. Pjanic aveva più la qualità dell’ultimo passaggio. Ho Paredes che può farlo o anche De Rossi. Vainqueur è uno tignoso sul recupero dei palloni. Siamo a posto se non arrivano occasioni particolari”.
Ha rilevato un deficit di carattere mentale ieri in allenamento? “Nell’allenamento di ieri ho detto 10 volte questo va fatto, una solo volta questo non va bene quindi 10 su 1 hanno fatto la cosa giusta”.
Su Totti? “Totti l’anno scorso ha dimostrato che il modo corretto di gestirlo è quello lì. H a dimostrato poi che poteva essere utilizzato un pochino in più. Non sono d’accordo con chi ha scritto che questo è l’ultimo anno di Totti, non sono io a poter dire quando smetterà. Volete fargli fare il tour dell’ultima partita, dell’ultimo avversario? Vi garba così? Per quanto mi riguarda deve avere ancora la possibilità di giocare, deve poter smettere quando gli pare. È il campionato che lo decide, come per il mio contratto. Se fa quei numeri, nessuna preclusione. Come lui non c’è nessuno. Se può aiutare i risultati della Roma per me va bene. Gli state preparando il tour degli ultimi stadi ed questo è scorretto. Avete cominciato con questa manfrina per distruggerlo psicologicamente e prima mi avete fatto un culo così addossandomi la responsabilità della sua fine. Siete partiti in salita perché lo volete far smettere. A lui non do niente, ma stai sicuro che non gli toglierò niente. E per me non smetterà quest’anno, a stabilirlo sarà il suo comportamento dentro le partite. Totti deve giocare, se lo merita, anche il prossimo anno”.