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Migranti: Milano è sull’orlo del collasso

Il crescente arrivo di migranti a Milano spinge il sindaco Giuseppe Sala a ipotizzare il ricorso a tende, caserme o a sfruttare l’area costruita per l’Expo al fine di ospitarli. Il presidente della Regione, Maroni, si oppone ad “aiutare i clandestini” e la tensione cresce con il governo Renzi. Come riassume Orsina nell’editoriale: “La metropoli è la vetrina d’Italia ma si trova alle soglie dell’emergenza” pubblicato su la Stampa e che vi proponiamo:

  • Una metropoli alle soglie dell’emergenza GIOVANNI ORSINA

Era solo questione di tempo perché il nodo migratorio tornasse al centro delle polemiche politiche. C’è da sorprendersi semmai che si sia dovuto aspettare fin quasi a metà agosto. Ed è politicamente importante, poi, che la crisi sia scoppiata a Milano.

I termini del problema sono ormai noti, ma forse giova metterli ancora una volta in fila. In un’Europa nella quale Merkel ha perduto dodici punti di gradimento in un mese per la sua politica sui rifugiati; si rivoterà per il Capo dello Stato austriaco, dando una nuova chance al candidato della Fpö; e nel 2017 i francesi eleggeranno il Presidente all’ombra di Madame Le Pen, il «gioco» dell’estate non può che esser quello di scaricare altrove il peso politico della questione migratoria. Le frontiere alpine, di conseguenza, sono state sigillate, e da che l’anno scorso solo un migrante su venti che approdavano in Italia intendeva restarci, quest’anno siamo a un migrante su due.

La pressione dall’alto – l’Europa – si combina a una pressione dal basso: non tutti i Comuni italiani sono ugualmente desiderosi di accogliere, né attrezzati per farlo. Né sono ugualmente desiderati dai migranti, i quali – nella speranza di riuscire a passare le frontiere, o di trovare condizioni migliori – tendono a spostarsi verso il Nord Italia.

Le due pressioni, la locale e la continentale, collaborano nel deviare sul governo il peso politico della questione. Con buona pace, sia notato per inciso, di chi qualche anno fa prevedeva che lo Stato nazionale fosse destinato a scomparire, fagocitato dalle nuove entità politiche sovranazionali e regionali.

Che il grido d’allarme sia venuto da Milano, si diceva prima, in termini politici è tutt’altro che irrilevante. Il capoluogo lombardo, infatti, è la vetrina di quell’Italia capace di «svoltare» e «ripartire» che è da sempre protagonista della retorica renziana. La città dell’Expo. La città che soltanto due mesi fa, restando nelle mani del centro sinistra, ha evitato al governo una Caporetto elettorale. E chi mai metterebbe in vetrina una tendopoli di rifugiati? Tanto più che Milano è anche la metropoli in cui il centro destra unito ha mostrato di poter essere competitivo, oltre che il capoluogo d’una regione a guida leghista.

Non è un caso, allora, che dopo aver lanciato il grido d’allarme il sindaco meneghino Beppe Sala si sia affrettato ad aggiungere che la situazione resta comunque sotto controllo. L’allarme era, per così dire, di natura amministrativa. La correzione, invece, aveva un valore politico. Le correzioni politiche, d’altra parte, possono coprire temporaneamente i problemi, ma non li risolvono. Quel che bisognerà capire nei prossimi giorni, allora, è se la crisi milanese resterà un episodio passeggero, o se la questione dei migranti ci accompagnerà lungo tutta la seconda metà d’agosto, eventualmente guadagnando visibilità mediatica anche per la scarsità di altri avvenimenti di rilevo.

Dall’«ordalia politica» del referendum costituzionale ci separano più di tre mesi, durante i quali potrà succedere di tutto. È sempre più evidente, d’altra parte, che il rapporto fra governo e voto referendario si è modificato. La speranza che Renzi sembrava nutrire all’inizio, che un governo forte e di successo potesse far da «traino» per il sì, pare ormai tramontata. Adesso, semmai, la speranza è che sia il sì a far da «traino» al governo. Con tutti i rischi del caso. Ecco: l’aggravarsi della crisi migratoria potrebbe, come effetto politico, rafforzare ulteriormente questa dinamica. Trasformando il referendum in un «giudizio di Dio» più ancora di quanto già non sia.

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foto DAVIDE SALERNO, MILANO

Emergenza migranti a Milano: ipotizzato uso tende, caserme e padiglioni Expo

Emergenza migranti . Nel capoluogo lombardo il record di presenze degli ultimi anni è stato raggiunto nel week end: 3300 persone. I numeri però potrebbero crescere. Una soluzione è ospitare i migranti nell’area dove si è tenuto l’Expo. E’ quanto dice il Sindaco Giuseppe Sala stando all’articolo scritto da Francesco Moscatelli per la Stampa:

Tende, caserme e alloggi Expo. I piani di Milano per i migranti FRANCESCO MOSCATELLI

MILANO – Scovare posti letto in ogni angolo della città. Ma lanciare chiaro il messaggio che così Milano e la Lombardia (prima regione per ospitalità con 19.363, il 13% del totale italiano) non possono andare avanti. Bisogna trovare una soluzione concordata fra Comune, governo e regione. Nonostante i no del governatore Maroni.

È seguendo questa doppia linea, allo stesso tempo pragmatica e politica, che il sindaco-manager Beppe Sala ieri mattina ha utilizzato la parola «tende» come extrema ratio per fronteggiare l’emergenza migranti. Ha scatenato le ire del centrodestra e dei Cinque Stelle, ma ha evidenziato plasticamente un problema che rischia di aggravarsi giorno dopo giorno.

Nel capoluogo lombardo il record di presenze degli ultimi anni è stato raggiunto nel week end: 3300 persone. I numeri però potrebbero crescere, anche perché non è ancora stata trovata una soluzione per i 500 che da giorni bivaccano fuori dalla stazione di Como. La decisione su una struttura temporanea per accoglierli era attesa ieri, ma non è arrivata. Adesso si spera di trovare un’area adatta entro venerdì. «Alla lunga non possiamo cavarcela da soli» avverte il sindaco lariano Mario Lucini. Il nodo è quello dei corridoi in uscita. La rotta verso il Canton Ticino non è ermeticamente chiusa, qualche fortunato riesce a passare di nascosto o viene lasciato entrare. Un «contagocce» controproducente, perché vedendo che qualcuno parte e non torna indietro tutti gli altri continuano a sperare. Milano è a soli 50 chilometri e rischia l’effetto collo di bottiglia. «La nostra città è un terminale delicato – ha spiegato Sala -. Gli svizzeri hanno contingentato gli ingressi e stiamo assistendo a un reflusso su Milano. Con il prefetto Marangoni monitoriamo la situazione e non è esclusa la possibilità che si usino tende perché di spazi in tempi molto rapidi non ce ne sono in questo momento».

La reazione del centrodestra non si è fatta attendere. «Basta con tende e tendopoli per ospitare i cosiddetti migranti, che poi sarebbero clandestini» ha scritto alle agenzie di stampa Riccardo De Corato, capogruppo in Regione di Fratelli d’Italia ed ex assessore alla Sicurezza della giunta Moratti. «Non credo che le tende siano la soluzione» ha detto Gianluca Corrado, capogruppo M5S a Palazzo Marino. Anche Matteo Salvini e Roberto Maroni si sono fatti sentire via Twitter. «Sull’immigrazione il governo Renzi è ormai allo sbando – ha scritto il presidente della regione Lombardia -. Clandestini a casa loro, subito».

Dopo qualche ora, visti i toni delle accuse, Palazzo Marino è intervenuto per smorzare le polemiche: «Ci sarà un potenziamento delle tende già presenti nelle strutture di via Corelli che sono l’ex Cie, oggi centro di accoglienza temporanea, e il cortile della caserma Mancini» ha chiarito l’assessore alle Politiche sociali Piefrancesco Majorino. «Non è prevista alcuna tendopoli» ha ribadito Sala.

A quel punto, però, il messaggio del sindaco era già arrivato alle orecchie di chi doveva arrivare. Da settimane la giunta milanese chiede al governo la possibilità di ospitare i migranti nelle ex caserme dell’esercito presenti fra Milano e hinterland. Ma anche di poter utilizzare l’ex villaggio dei lavoratori Expo nell’area di Rho-Pero. Maroni si è sempre opposto. Forse è solo un caso ma ieri, su entrambi i fronti, qualcosa si è mosso.

(Ha collaborato Simone Gorla)

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Napoli-Icardi, si attende la risposta definitiva dell’ Inter

Il Napoli continua il pressing su Mauro Icardi, a breve è previsto un nuovo incontro tra il ds Cristiano Giuntoli e l’ entourage dell’ attaccante con l’ Inter che continua a reputarlo incedibile. Diverse le offerte, come si legge sull’ edizione odierna del Corriere dello Sport, pervenute alla società nero azzurra che dovrà decidere se concedere aperture al Napoli o lasciare la saracinesca abbassata, rinunciando ad una massa di danaro impressionante: si è partiti da 38 milioni, si è passati a 45, si è arrivati a 54 con bonus e si è però rimasto in quelle scelte del passato che però adesso possono essere ribaltate, nonostante tutto. E’ l’Inter che deve leggersi dentro, interrogarsi, infine lanciare il proprio messaggio: e nel caso se ne possa parlare, allora De Laurentiis affronterà direttamente la questione, senza perdita d’ulteriore tempo ma senza anche spargimento di danaro ulteriore, perché già quelle appena riferite rappresentano somme da mille e una notte. Il Napoli sostiene di essersi spinto (idealmente) ben al di là e 60 milioni potrebbero rappresentare l’ultimo stadio di una proposta scioccante.

Insigne attende il rinnovo da troppo tempo, tre club lo cercano

Sull’ edizione odierna de Il Mattino si legge della questione legata al rinnovo di Lorenzo Insigne. Le esternazioni di ieri non sono state considerate da De Laurentiis un momento di frustrazione ma la normale conseguenza di un braccio di ferro che dura da troppo tempo. A soffiare sul fuoco, ci sono almeno tre club: Inter, Newcastle e West Ham. Che sul tavolo hanno già messo una offerta da 5 milioni di euro a stagione per il calciatore. Dando mandato ad Andreotti e Ottaiano di sondare il Napoli e capire a che prezzo De Laurentiis è disposto a cedere Insigne. L’Inter, un anno fa, ha offerto 30 milioni, rimediando un secco no ma in questi ultimi mesi non si è mai rifatto vivo dalle parti del club azzurro. E allora? Insigne ha messo il Napoli in cima ai suoi pensieri. Nel 2012 guadagnava 700 mila euro e nell’estate del 2013 ha avuto l’agognato aumento fino al totale di 1,7. Da quel momento è stato un crescendo: prima i Mondiali e poi l’Europeo, ma di ritocchi nemmeno l’ombra.

Le partite di Lega Pro su Sportube – Tutti i dettagli, i costi e le modalità per assistere alle gare di Campionato

A partire da questa stagione, Sportube.it, piattaforma on line che trasmette in streaming tutte le partite del campionato di Lega Pro, è a pagamento.
Per assistere quindi alle partite del campionato di Lega Pro, comprese quelle della Juve Stabia, è necessario compiere alcune operazioni non necessarie negli anni scorsi.

Queste sono le istruzioni per i tifosi interessati.

Occorre innanzitutto collegarsi al sito Sportube Lega Pro Channel. Per poter accedere alla fase successiva è necessario che l’utente si registri al sito; si deve quindi cliccare sul banner “REGISTRATI” e compilare tutti i campi richiesti. Una volta ultimata la registrazione, è possibile acquistare il proprio pacchetto di Lega Pro.

Sono tre le possibili scelte: il pacchetto “Trasferta Squadra” al costo di 23,90 euro (attualmente in offerta a 19,90 euro) con il quale si possono vedere tutte le partite in trasferta di una singola squadra.
Ancora c’è il pacchetto “Singola Squadra” al costo di 39,90 euro (attualmente in offerta a 29,90 euro) che dà la possibilità di assistere a tutte le partite, in casa ed in trasferta, di una singola squadra.
Entrambi i pacchetti, se acquistati entro il 30/09, includono la visione anche degli eventuali play off o play out della squadra scelta.
Infine c’è il pacchetto “Singola Partita” con cui si acquista la visione di un singolo match del campionato, al costo di 2,90 euro.

Una volta scelto il pacchetto, e la squadra cui fare riferimento, si procede alla fase del pagamento tramite carta di credito o prepagata.
IMPORTANTE: prima di procedere all’acquisto è consigliabile verificare la compatibilità del live streaming con il proprio dispositivo tramite il banner “AVVIA TEST” in alto nella stessa pagina che spiega i pacchetti. Se il video test che si apre dà problemi di visione o il contenuto non è fluido, contattare l’assistenza Sportube.

In caso di dubbi o problemi contattare direttamente la piattaforma: supportlpc@sportube.tv

Incontro Wanda Nara-ADL, si lavora per l’affondo finale

Il Corriere della Sera su Maurito Icardi

Non tramonta la pista che porta ad Icardi per quanto riguarda il Napoli. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, quest’oggi gli azzurri incontreranno gli agenti del ragazzo, inclusa Wanda Nara. La moglie vorrà sapere se il Napoli è disposto all’affondo decisivo, offrendo all’Inter una cifra vicina ai 65-70 milioni di euro, dopo la proposta, rifiutata, di 45 mln più bonus. ADL presenzierà al meeting mediante video.

Insigne spinge per 5 mln di euro a stagione, il Napoli si ferma a 3,5 più bonus

Il Corriere dello Sport su Insigne

Il problema che sussiste tra il Napoli e gli agenti di Lorenzo Insigne è di natura prettamente economica. Il ragazzo, che al momento guadagna 1,1 milioni di euro a stagione, avrebbe chiesto al club azzurro un ingaggio da 5 milioni di euro. Il Napoli si ferma a 3,5 più bonus. A riportarlo, il Corriere dello Sport. 

Il Betis alza l’offerta per D.Lopez: si può chiudere col Napoli

David Lopez dice addio

David Lopez è in procinto di approdare al Betis Siviglia. Secondo quanto riporta il quotidiano Abcsevilla, gli spagnoli avrebbero offerto agli azzurri una cifra intorno ai 3,5 milioni di euro, molto vicina alla richiesta dei 5 mln di euro azzurri. Il Betis proporrà al ragazzo un contratto di quattro anni.

Nessun club per Lorenzo Insigne, ma il ragazzo rifiuta il nuovo ingaggio

Sky su Insigne

Al Napoli non sono arrivate offerte per Lorenzo Insigne. Gli azzurri avrebbero offerto all’attaccante un ingaggio quinquennale da 2,5 milioni di euro più 0,5 di bonus. La proposta però non soddisfa gli agenti del ragazzo, che vorrebbero di più per il proprio assistito.

Olimpiadi Rio 2016: Nuoto. Una Pellegrini crollata nei 200 sl pregiudicherà la staffetta 4×200?

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Per il quinto giorno di gare nell’Olympic Aquatics Stadium di Rio de Janeiro scenderanno in acque le ragazze della staffetta 4×200 stile libero donne che, fin dalle batterie, dovranno tirare se vorranno conquistare il pass per la finale. Una squadra che nell’ultimo anno ha subito un’involuzione esponenziale dopo il grandioso argento di Kazan nel 2015 alle spalle degli Usa. Un quartetto compatto che fu trascinato da una straordinaria Federica Pellegrini da 1’54” che ancora oggi ricordiamo con grande trasporto.

Vista la situazione attuale, questo ricordo è quasi sbiadito per le condizioni deficitarie di Alice Mizzau, Chiara Masini Luccetti, Stefania Pirozzi e Diletta Carli che mai nell’annata hanno replicato i loro migliori riscontri cronometrici. Per questo i dubbi che si addensano sulle sorti di questa specialità portano a credere che anche l’obiettivo della finale sia tutt’altro che scontato. Ciò dipenderà anche dalle scelte della Pellegrini se sarà presente fin dalle batterie o meno per portare a casa la qualificazione. Il risultato molto negativo della gara individuale potrebbe avere dei riverberi in staffetta. Tuttavia, analizzando il contesto delle gare passate, le batterie mattutine, spesso, sono state più veloci delle esibizioni serali e quindi  la presenza della “Divina” si fa indispensabile. Basterà, dunque, la campionessa di Spinea per raggiungere il target?

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

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Twitter: @Giandomatrix

Foto: fonte Fin

Olimpiadi Rio 2016, quinta giornata: le speranze di medaglia dell’Italia

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Le speranze italiane di oggi sono riposte tutte nella scherma: fioretto e sciabola ma buone speranze anche per le altre specialità dove ci saranno azzurri in gara per cui, vediamo le percentuali di medaglia che gli azzurri hanno in questa quinta giornata (mercoledì 10 agosto) delle Olimpiadi di Rio 2016.

TIRO  A SEGNO

Ore 17.00, finale pistola 50 metri maschile

Giuseppe Giordano (45%)

TIRO A VOLO

Ore 20.00, finale double trap

Antonino Barillà (50%)

CANOA SLALOM

Ore 20.15, finale K1 maschile

Giovanni De Gennaro (30%)

SCHERMA

Ore 0.20, finale fioretto femminile individuale

Arianna Errigo (90%)
Elisa Di Francisca (70%)

Ore 0.50, finale sciabola maschile

Aldo Montano (50%)
Diego Occhiuzzi (20%)

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

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Foto dal web

Olimpiadi Rio 2016: il medagliere aggiornato, Italia quinta con tre ori

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Olimpiadi Rio 2016: il medagliere aggiornato con tutti i podi a martedì 9 agosto

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi.

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

#

PAESE

ORI

ARGENTI

BRONZI

TOTALE

1

 Stati Uniti d’America

9

8

9

26

2

 Rep. Popolare Cinese

8

3

6

17

7

 Ungheria

4

1

1

6

3

 Australia

4

0

5

9

4

 Federazione Russa

3

6

3

12

5

 Italia

3

4

2

9

6

 Repubblica di Corea

3

2

1

6

8

 Giappone

3

1

10

14

9

 Francia

2

3

1

6

10

 Thailandia

2

1

1

4

13

 Gran Bretagna

1

3

2

6

11

 Germania

1

2

0

3

 Svezia

1

2

0

3

14

 Brasile

1

1

0

2

15

 Cina Taipei

1

0

2

3

16

 Belgio

1

0

1

2

 Grecia

1

0

1

2

 Paesi Bassi

1

0

1

2

19

 Argentina

1

0

0

1

 Colombia

1

0

0

1

 Croazia

1

0

0

1

 Kosovo

1

0

0

1

 Slovenia

1

0

0

1

 Vietnam

1

0

0

1

25

 Indonesia

0

2

0

2

 Nuova Zelanda

0

2

0

2

 Rep. Pop. Dem. Corea

0

2

0

2

 Rep. Sudafricana

0

2

0

2

29

 Canada

0

1

4

5

30

 Kazakistan

0

1

3

4

31

 Ucraina

0

1

1

2

32

 Azerbaijan

0

1

0

1

 Danimarca

0

1

0

1

 Filippine

0

1

0

1

 Malaysia

0

1

0

1

 Mongolia

0

1

0

1

 Slovacchia

0

1

0

1

 Turchia

0

1

0

1

39

 Uzbekistan

0

0

2

2

40

 Emirati Arabi Uniti

0

0

1

1

 Georgia

0

0

1

1

 Israele

0

0

1

1

 Kirghizistan

0

0

1

1

 Polonia

0

0

1

1

 Portogallo

0

0

1

1

 Spagna

0

0

1

1

 Svizzera

0

0

1

1

 

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Olimpiadi Rio 2016: tutti gli azzurri in gara mercoledì 10 agosto

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Quinta giornata di gare a Rio de Janeiro dove si stanno svolgendo le Olimpiadi 2016: Di Francisca, Errigo e Montano è la vostra ora! Russo, il match decisivo.

L’Italia punta tutto su scherma dove ci giochiamo grosse chance di medaglia: nel fioretto Elisa Di Francisca e Arianna Errigo sono le superfavorite della vigilia, eventualmente si affronteranno in semifinale; nella sciabola speriamo nel grande miracolo di Aldo Montano.

Attenzione a Clemente Russo: il match contro il fortissimo russo Tishchenko (una vera e propria finale anticipa) vale l’accesso alle semifinali, cioè la sicurezza di una medaglia. Perdere significherebbe tornare a casa senza un alloro, vincere spalancherebbe le porte verso il titolo.

Tutti attorno alle Cichis: Sara Errani e Roberta Vinci si giocano i quarti di finale del torneo di tennis, la coppia azzurra può volare in zona medaglie. Debuttano Bissari e Sicouri: la loro imbarcazione può valere una medaglia. Spalle al muro per la Nazionale di volley femminile, obbligata a battere l’Olanda per rimanere in corsa. Ritornerà in vasca anche Federica Pellegrini dopo la festa di questa notte.

Di seguito tutti gli azzurri in gara nella giornata di mercoledì 10 agosto e nella notte che ci introduce a giovedì 11.

MERCOLEDÌ 10 AGOSTO – GIORNO 5

13.30     CANOTTAGGIO, 2 senza (semifinali, femminile) – Sara Bertolasi, Alessandra Patelli

13.30     CICLISMO, cronometro individuale (femminile) – Elisa Longo Borghini

14.00     TIRO A SEGNO, pistola 50m (eliminatoria e finale) – Giuseppe Giordano

14.00     TIRO A VOLO, double trap (eliminatorie e finale) – Antonino Barillà, Marco Innocenti

14.10     SCHERMA, fioretto (femminile) – Elisa Di Francisca, Arianna Errigo

14.20     CANOTTAGGIO, 2 di coppia pesi leggeri (semifinali, maschile) – Marcello Miani, Andrea Micheletti

14.30     CANOTTAGGIO, 4 senza (semifinali, maschile) – Matteo Castaldo, Matteo Lodo, Domenico Montrone, Giuseppe Vicino

15.00     CANOTTAGGIO, otto (ripescaggio, maschile) – Luca Agamennoni, Vincenzo Maria Capelli, Enrico D’Aniello, Pierpaolo Frattini, Fabio Infimo, Emanuele Liuzzi, Mario Paonessa, Matteo Stefanini, Simone Venier

15.00     CICLISMO, cronometro individuale (maschile) – Damiano Caruso

15.00     EQUITAZIONE, dressage (primo giorno) – Valentina Truppa

15.45     TENNIS, doppio (quarti di finale, femminile) – Sara Errani / Roberta Vinci vs Safarova/Strycova (Rep. Ceca)

15.45     TENNIS, singolare (ottavi di finale, maschile) – Fabio Fognini vs Murray (Gran Bretagna)

16.35     VOLLEY, girone eliminatorio (femminile) – Italia vs Paesi Bassi (Eleonora Lo Bianco, Alessia Orro, Nadia Centoni, Paola Egonu, Miriam Sylla, Antonella Del Core, Serena Ortolani, Alessia Gennari, Cristina Chirichella, Martina Guiggi, Anna Danesi, Monica De Gennaro)

16.36     TIRO CON L’ARCO, individuale (32esimi di finale, maschile) – David Pasqualucci

17.00     CANOTTAGGIO, 2 di coppia pesi leggeri (semifinale C/D, femminile) – Laura Milani, Valentina Rodini

18.00     PALLANUOTO, girone eliminatorio (maschile) – Italia vs Montenegro (Matteo Aicardi, Michele Bodegas, Marco Del Lungo, Francesco Di Fulvio, Pietro Figlioli, Andrea Fondelli, Valentino Gallo, Niccolò Gitto, Alessandro Nora, Christian Presciutti, Nicholas Presciutti, Stefano Tempesti, Alessandro Velotto)

18.05     VELA, Laser (regate 5 e 6, maschile) – Francesco Marrai

18.05     VELA, Finn (regate 3 e 4, maschile) – Giorgio Poggi

18.05     VELA, Nacra 17 (regate 1-3) – Vittorio Bissaro, Silvia Sicouri

18.08     NUOTO, 100m stile libero (batterie, femminile) – Federica Pellegrini, Erika Ferraioli

18.15     VELA, Laser Radial (regate 5 e 6, femminile) – Silvia Zennaro

18.15     VELA, 470 (regate 1 e 2, femminile) – Elena Berta, Alice Sinno

18.25     SCHERMA, sciabola (maschile) – Aldo Montano, Diego Occhiuzzi

18.30     BOXE, 91kg (quarti di finale, maschile) – Clemente Russo vs Tishchenko (Rusia)

18.30     CANOA, K1 (semifinali e finali, maschile) – Giovanni De Gennaro

19.14     NUOTO, 200m misti (batterie, maschile) – Federico Turrini

19.31     NUOTO, 4x200m stile libero (batterie, femminile) – Italia (Martina De Memme, Chiara Masini Luccetti, Alice Mizzau, Federica Pellegrini)

20.30     BEACH VOLLEY, girone eliminatorio (maschile) – Adrian Carambula / Alex Ringhieri vs Alison/Bruno (Brasile)

21.00     TUFFI, trampolino 3m sincro (finale, maschile) – Andrea Chiarabini e Giovanni Tocci

21.31     TIRO CON L’ARCO, individuale (32esimi di finale, maschile) – Marco Galiazzo

21.44     TIRO CON L’ARCO, individuale (16esimi di finale, femminile) – Guendalina Sartori

GIOVEDÌ 11 AGOSTO – GIORNO 6

03.12     NUOTO – 100m stile libero, semifinale (femminile) – Eventualmente: Pellegrini, Ferrarioli

04.29     NUOTO – 200m misti, semifinali (maschile) – Eventualmente Federico Turrini

04.55     NUOTO – 4x200m stile libero, finale (femminile) – Eventualmente Italia

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Olimpiadi Rio 2016. Il pagellone del nuoto: Pellegrini non giudicata. Detti e Dotto: a ognuno la sua delusione

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Il pagellone del nuoto italiano nella quarta giornata alle Olimpiadi di Rio 2016 (martedì 9 agosto): solo dolori, amarezze e delusioni in quello che doveva essere il Pellegrini day trasformato in Pellegrini night

GABRIELE DETTI 5: avrà voluto essere solidale con i compagni? Scherzi a parte Gabriele Detti stavolta non toglie le castagne dal fuoco alla staffetta. Quattro centesimi: tanto lo divide nella volata finale dall’olandese dal nome impronunciabile e ben poco olandese. Poco conta. La delusione per aver fallito la finale della 4×200, ampiamente alla portata dell’Italia, è cocente. Non è stato certo il miglior Detti visto quest’anno ed è un peccato perchè la condizione è buona, altrimenti non si sale sul podio olimpico.

ANDREA MITCHELL D’ARRIGO 6: prova in linea con quanto mostrato nella gara individuale. E’ il D’Arrigo che conosciamo, che imposta la gara di rincorsa ma non sembra avere la brillantezza per farlo fino in fondo. Porta a casa la sufficienza ma non basta per la sua prima finale olimpica. Dà sempre l’impressione di poter fare qualcosa in più.

ALEX DI GIORGIO 6: combatte, sì. Ha il merito di non farsi travolgere da chi ha cartucce da sparare soltanto nelle prime due frazioni. Però serviva un crono più basso per riuscire a centrare l’obiettivo ed era alla sua portata.

MARCO BELOTTI 7: se la staffetta resta in corsa fino alla fine per un posto in finale lo deve soprattutto a lui. Reduce da un virus dimostra che ha superato il momento difficile e si rende protagonista di una ottima frazione che conduce l’Italia al secondo posto, che andava difeso con le unghie e con i denti. Un lampo nel buio.

FILIPPO MAGNINI 5: è lui. Quest’anno ha sempre gareggiato su questi standard e aspettarsi miracoli a Rio era utopistico. Non si capisce se abbia imboccato il viale del tramonto o ci sia stato qualche problema in preparazione. Sta di fatto che è proprio scarico, quasi spento e nemmeno nei suoi proverbiali ultimi venti metri riesce a fare la differenza.

STEFANIA PIROZZI 5: nulla di nuovo anche per lei. Stagione travagliata, problemi con Morini, lo sfogo di Londra, la qualificazione e adesso una prestazione al di sotto delle aspettative. La semifinale era alla portata e avrebbe salvato capra e cavoli. Così è proprio un’annata da dimenticare, con un’involuzione non indifferente che ha portato a questa situazione. Ci sarebbe bisogno per la 4×200…

FEDERICA PELLEGRINI N.G. (non giudicata) sarebbe troppo basso il voto e, francamente, non lo merita. Ha nuotato la stessa gara della semifinale, solo che le altre hanno cambiato marcia da subito e lei si è trovata fuori dai giochi. Incapace di variare strategia in corsa, di capire che non si poteva lasciare troppo spazio a una come McKeon, incapace di far valere la bravura a leggere i 200, definito da tutti “casa sua”, incapace di far valere la sua bravura a gareggiare “sull’uomo”. Troppo brutta per essere vera. Brutta come quegli incubi che popoleranno le notti di chi ha amato e ama Fede, quando sarà finita la sbornia delle notti olimpiche.

ALESSIA POLIERI 6.5: centra l’ennesimo obiettivo della stagione, volando in semifinale dei 200 farfalla, poi tira i remi in barca, con un atteggiamento troppo rinunciatario in finale. Resta comunque il fatto che mai prima aveva superato un turno ai Mondiali e questa semifinale è il punto di partenza verso la seconda parte della carriera, quella della consapevolezza di potersela giocare ad alti livelli come ha dimostrato quest’anno.

LUCA PIZZINI 6.5: voleva la semifinale e l’ha centrata strappandola al campione olimpico uscente Gyurta. Non una prestazione cronometrica impeccabile ma può comunque gioire. In semi non combatte come dovrebbe, ci prova nei primi 50, poi si defila e chiude settimo, lontano dal personale, come tutti i compagni di squadra. In tanto grigiume merita comunque la sufficienza.

LUCA DOTTO 4: in finale si entra con 48”23 ma Dotto, campione europeo in carica, resta fuori. Il film è sempre lo stesso. Stanchezza, scarsa brillantezza, incredulità. Dotto non si sottrae alle litanie. Forse passa troppo veloce ai 50, sta di fatto che bastavano 25 centesimi in più rispetto al record italiano di Riccione per andarsi a giocare una finale olimpica e se non si riesce ad ottenere un risultato del genere nell’anno migliore della carriera, quando si può riuscire? Occasione gettata al vento!

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

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La copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

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Olimpiadi Rio 2016: Nuoto, ancora dolori per l’Italia. I trionfi degli altri ed il crollo di Pellegrini

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Doveva essere la giornata della medaglia e della chiusura in bellezza (probabile) di una carriera per Federica Pellegrini. Ebbene i Giochi Olimpici continuano a riservare più dolori che gioie alla campionessa di Spinea. Nella finale dei 200 stile libero, l’azzurra conclude solo al quarto posto con un anonimo, per lei, 1’55″18 che fa male pensando a quanto fatto in stagione. Quel 1’54″55 del Settecolli che, se replicato, le avrebbe dato un bronzo, obiettivo alla portata. Ora invece resta tanta delusione e rabbia.

Tornando alla cronaca, a trionfare è stata la favorita n.1, quella Katie Ledecky che, come da previsione, è scesa sotto il limite del 1’54” siglando un 1’53″73, secondo oro in questa rassegna olimpica, davanti alla svedese Sarah Sjoestroem (1’54″08) ed all’australiana Emma McKeon (1’54″92).

 

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Al trionfo della Ledecky si associa il mito del nuoto mondiale ed americano  Michael Phelps, a segno per la 20esima volta nei Giochi, nei suoi amati 200 farfalla vinti in 1’53″36 a precedere Masato Sakai di 4 centesimi e di 26 il giovane magiaro Tamas Kenderesi. Serata nera per il campione del mondo Laszlo Cseh che, per l’ennesima volta, nel confronto diretto con Phelps ne esce distrutto, concludendo mestamente in settima piazza in 1’56″24. Risponde presente anche Katinka Hosszu che fa tris sui 200 misti in 2’06″58 mettendo la mano davanti ad una splendida Siobahn-Marie O’Connor (2’06″88). A chiosa delle finali successo degli Usa nella 4×200 sl che regala il secondo oro di giornata a Phelps (7’00″66)precedendo la Gran Bretagna (7’03″13) ed il Giappone (7’03″50).

Nelle semifinali dei 200 farfalla donne e dei 200 rana uomini il riverbero del disastro azzurro in vasca si constata inesorabile con Alessia Polieri (14esima 2’09″35) e Luca Pizzini lontanissimi (14esimo 2’11″53) dai migliori, facendo quasi da spettatori non paganti al top mondiale. Nelle quattro vasche del delfino eccezionale prestazione dell’aussie Madeline Groves (2’05″66) davanti alla spagnola Mireia Belmone Garcia (2’06″06) ed alla cinese Yilin Zhou (2’06″52). Nella rana invece strepitoso il giapponese Ippei Watanabe che in 2’07″22 fa segnare il record olimpico e si candida insieme a Josh Prenot, Yakushiro Koseki e Kevin Cordes al conseguimento dei metalli. Le negatività galoppante travolge come un fiume in piena anche le semifinali dei 100 stile libero dove Luca Dotto (48″49) chiude in tredicesima piazza distante da quel 47″96 unendosi alla lista infinita dei peggioramenti cronometrici della spedizione italiana. Per la gara regina si prospetta un confronto molto interessante tra la vecchia guardia rappresentata da Nathan Adrian e la nouvelle vague di Kylie Chalmers e Cameron McEvoy.

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Foto di Massimo Pinca

 

Olimpiadi Rio 2016: Nuoto. Pellegrini a Raisport: “Incubo, non me lo aspettavo. Bronzo fattibile”

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Federica Pellegrini manca il podio nei 200 stile libero a Rio 2016: è quarta con il bronzo dell’australiana Emma McKeon ampiamente alla portata (1’54”9).

Sono morta – le sue parole a Raisport -. Le condizioni erano diverse da ieri pomeriggio. Sono arrivata all’ultimo 50 morta. Non so, è tutto molto strano e non riesco a spiegarlo. C’è stata tensione ma non in più. Pensavo di potermela giocare e speravo almeno di lottare per il terzo posto. Non pensavo fare questo tempo al pomeriggio. Ho chiuso gli occhi ai 50 metri e ho pensato succederà quel che succederà. Mi sembra di vivere in un piccolo incubo. Non mi è mai successo. Capisco bene le sensazioni in acqua ed oggi pomeriggio mi hanno sorpreso. Pensavo di aver nuotato piu veloce dalla stanchezza che avevo addosso. La medaglia a questo punto è il mio ultimo pensiero. Sicuro ho dato tutto e mi dispiace. Due decimo in meno avrei preso la medaglia. Era fattibilissimo e mi dispiace“.

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Foto: Enrico Spada

Olimpiadi Rio: Nuoto, Pellegrini night, Quarta! Vince Ledecky

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Amarezza in casa Italia: non c’è la medaglia di Federica Pellegrini, quarta nei 200 stile libero in cui Katie Ledecky (Stati Uniti) vola a 1’53”73 per prendersi l’oro. 1’55”18 per l’azzurra, che viene beffata da Sarah Sjoestroem argento (1’54”08) ma soprattutto dall’australiana Emma McKeon, che azzecca la tattica perfetta e si prende il bronzo in 1’54”92. Ma il tempo dell’oceanica era pienamente alla portata della Divina, a 1’54”55 al Settecolli di giugno.

Che farci ora? Nulla! E’ successo! E’ andata così: quarto posto in 1’55”18 con il bronzo a 1’54”92. E’ andata malissimo: delusione per una medaglia che, cronometro alla mano, continua a sembrare più che alla portata. Del resto lo ha dichiarato a caldo Federica Pellegrini stessa: “Podio fattibilissimo“. E allora cosa può essere successo alla fuoriclasse azzurra nella finale dei 200 stile libero a Rio 2016?

E’ successo che, probabilmente, la sua vera dimensione in tessuto è l’1’55”. Quel muro, quello per scendere a 1’54”, negli ultimi mesi ha rappresentato più un’ossessione che un sogno, per parafrasare José Mourinho, probabilmente perché punzecchiata nell’orgoglio vedendo i super tempi di Katie Ledecky e Sarah Sjoestroem. Quel muro l’ha anche frantumato, volando a 1’54”55 al Trofeo Settecolli di fine giugno, ma ora ciò che resta di quella (inutile) prestazione è solo l’eccezione, non la regola.

Perché la regola senza costumoni (in poliuretano, quasi un altro sport, è ancora suo il record del mondo in 1’52”98), infatti, dice: oro ai Mondiali di Shanghai 2011 in 1’55”58, argento ai Mondiali di Barcellona 2013 in 1’55”14, argento ai Mondiali di Kazan 2015 in 1’55”32, oro agli Europei di Budapest 2010 in1’55”45, oro agli Europei di Debrecen 2012 in 1’56”76, oro agli Europei di Berlino 2014 in 1’56”01, oro agli Europei di Londra 2016 in 1’55”93. E anche agli ultimi Assoluti di Riccione, nel tentativo di spaccare il mondo, si era fermata a 1’55”30.

Ecco: il palmarès non di discute, anzi. Ma la dimensione cronometrica, da stanotte ce n’è la conferma, non vale la medaglia olimpica. Questione di numeri, prima di tutto.

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Foto da: DeepBlueMedia

Olimpiadi 2016: Ginnastica USA d’oro! Russia d’argento, Mao letale per la Cina

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Semplicemente di un altro Pianeta le aliene Final Five della ginnastica USA, vengono dal futuro della Polvere di Magnesio e gli amanti della ginnastica artistica non possono fare altro che applaudire una delle squadre più forti di tutti i tempi, capace di dominare letteralmente l’ultimo lustro.

A Rio de Janeiro gli USA hanno inscenato il copione che ormai siamo abituati a vedere nelle Arene di ginnastica artistica e con pieno merito si sono laureate Campionesse Olimpiche nel team event. Dopo il trionfo di Londra 2012, quando le Fierce Five riportarono il Patria a cinque cerchi che mancava addirittura da Atlanta 1996, le Final Five (questo il nuovo soprannome affibbiato dalla Federazione Statunitense al quintetto a stelle e strisce) controllano agevolmente la Finale a Squadre delle Olimpiadi 2016, imponendosi con un perentorio 184.897.

Le ragazze di Martha Karolyi, all’ultima uscita da Direttrice Tecnica dopo aver rivoluzionato la disciplina negli States, hanno fatto gara da sole oscurando totalmente le rivali: tra loro e tutte le avversarie c’è un esagerato divario tecnico davvero incolmabile. Il distacco finale è stato davvero impietoso: addirittura 8,2 punti inflitti alla più immediata inseguitrice.

Gli USA non hanno commesso nemmeno un errore, confezionando 12 errori immacolati da cadute e da sbavature. Addirittura dieci prove oltre i 15 punti (gli unici under 15 sono arrivati da Lauren Hernandez con il 14.800 alle parallele e il 14.833 al corpo libero). Nessuno può spingersi fino a certi livelli, c’è davvero poco da fare. Per le nordamericane questo è il terzo oro nella prova più importante, quella che testimonia la forza del movimento ginnico di un intero Paese, e segue le apoteosi già citate prima di Atlanta 1996 (Magnificent Seven) e di Londra 2012 (Fierce Five).

Gli States hanno realizzato il miglior punteggio di squadra su tutti gli attrezzi (46.866 al volteggio, 46.499 alle parallele, 45.533 alla trave, 45.999 al corpo libero) e chiudono un quadriennio da urlo in cui hanno vinto anche i Mondiali 2014 e 2015.

Simone Biles inizia così al meglio il proprio cammino verso il pokerissimo d’oro che cerca a Rio 2016. La Campionessa del Mondo, autentico fenomeno della ginnastica artistica e vincitrice di addirittura 10 ori iridati negli ultimi tre anni, è stata anche oggi determinante: 15.933 al volteggio con un Amanar elevatissimo, corpo libero finale con quattro diagonali acrobatiche spaziali e perfettamente stoppate (15.800), alla trave si esalta (15.300) e alle parallele sa ancora difendersi (14.800).

Gabby Douglas e Aly Raisman, invece, erano in pedana anche quattro anni fa e oggi si mettono al collo il secondo oro nella prova a squadre. La capitana incanta al quadrato, da vera Campionessa Olimpica di specialità (15.366) mentre la Campionessa Olimpica all-around si esibisce solo sugli staggi ma stampa un esorbitante 15.766.

Il quintetto è completato da Madison Kocian, Campionessa del Mondo alle parallele che oggi non si è smentita sul suo attrezzo (15.933) e dalla giovanissima Lauren Hernandez (15.100 al volteggio, 15.233 alla trave e 14.833 al corpo libero).

Se gli USA hanno condotto la gara dal primo all’ultimo esercizio, alle loro spalle ci sono stati diversi avvicendamenti. La Cina sembrava lanciata verso la medaglia d’argento ma all’ultima prova ha clamorosamente sbagliato: a Mao sarebbe bastato un semplice esercizio di contenimento ma purtroppo è caduta al corpo libero, uscendo anche di pedana. Un passo falso determinante che hafermato le asiatiche a quota 176.003.

A quel punto la Russia non si è fatta pregare. Le Campionesse d’Europa hanno avuto la chance del sorpasso al volteggio e con tre salti da urlo si sono messi al collo la medaglia d’argento (176.688). Le ragazze dei Rodionenko ripetono così il piazzamento di Londra 2012 mentre le asiatiche ritornano sul podio dopo l’assenza di quattro anni fa (finirono quarte alle spalle della Romania, questa volta nemmeno qualificata ai Giochi) e l’oro di Pechino 2008.

Lacrime di gioia per una stupenda Aliya Mustafina che oggi ha letteralmente trascinato le sue compagne verso l’impresa: la conquista dell’oro delle umane. La Campionessa del Mondo 2010 ha confezionato tre routine da urlo: alle parallele stampa un esorbitante 15.933 da vera Campionessa Olimpica di specialità qual è, alla trave recupera la caduta di Melnikova (14.958), al corpo libero purtroppo fatica ancora (14.000) ma al volteggio, quando sa che il sorpasso alla Cina è a portata di mano, non si fa pregare e ottiene un ottimo 15.133. Il palmares di Aliya alle Olimpiadi cresce in maniera importante: 1 oro, 2 argenti e 2 bronzi.

Accanto alla capitana due stelle come Maria Paseka (15.700 al volteggio) e Daria Spiridonova (15.100 alle parallele), entrambe Campionesse del Mondo in carica proprio sull’attrezzo in cui si sono esibite oggi. Angelina Melnikova è caduta dalla trave (13.033) ma ha ben fatto sugli altri attrezzi (14.900, 15.133 e 14.266). Il quintetto è completato da Seda Tutkhalyan (14.766 sui 10cm e 13.766 al corpo libero).

Un sorprendente Giappone è addirittura quarto (174.371), precedendo la Gran Bretagna di nove millesimi (174.362) che ha pagato la caduta alla trave di Ellie Downie e qualche punteggio “basso” tra corpo libero e trave. Spicca il 15.400 di Rebecca Downie alle parallele, Campionessa d’Europa di specialità.

Quinta la Germania di Ellie Seitz e Sophie Scheder (173.672), sesta la bellissima Olanda delle gemelle Wevers (172.447) che tornava ai Giochi dopo una lunga assenza, solo ottavo il Brasile che ha commesso svariati errori davanti al proprio pubblico (172.087). L’Italia era stata eliminata nel turno di qualificazione, non riuscendo così a ripetere il settimo posto di Londra 2012.

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(foto John Cheng)

Olimpiadi Rio 2016: Tennis, Errani e Vinci strapazzano le cinesi e approdano ai quarti

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Errani e Vinci,  la coppia di regine è tornata! Ricordate quando il doppio “rosazzurro” Errani/Vinci vinceva di tutto e di più, tranne la medaglia a Londra 2012? Bene, dopo quattro anni, e tant’acqua passata sotto i ponti di Bologna e Taranto, le Cichis (questo il loro nick di battaglia) sono di nuovo lì, ad un paio di passi dal sogno a Cinque Cerchi…

Nell’incontro valevole per gli ottavi di finale del torneo olimpico di doppio femminile, Sara Errani e Roberta Vinci hanno strapazzato le cinesi Xu/Zheng: 6-2 6-3 in un’ora e ventidue minuti di gioco. Senz’appello, senza dubbi, ma con tanta fiducia nel prosieguo di cammino… Le Cichis hanno dominato in lungo e in largo, sbagliando poco e per ogni turno di battuta perso ne hanno strappati due alle dirimpettaie!

Il prossimo, decisivo step verso la bramata zona-medaglie metterà le ri-affiatate azzurre di fronte a due brutte clienti: Lucie Safarova e Barbora Strycova (quest’ultima già battuta dalla Errani in singolare), capaci di estromettere dal torneo, in due comodi set, nientepopodimenoche le sorelle più famose della storia del tennis mondiale, Serena e Venus Williams. Appuntamento a domani: che le teste di serie n.8 possano accedere, con la testa, nel privilegiato club delle Fab-8

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Foto: Federtennis (Tonelli)

Olimpiadi Rio 2016: Tennis, Fognini rimonta su Paire e vola agli ottavi

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Una vera e propria maratona tennista è stato il match che ha visto confrontarsi Fabio Fognini ed il francese Benoit Paire, per il secondo turno del torneo olimpico di tennis. L’azzurro si è imposto, in rimonta, col punteggio di 4-6 6-4 7-6 in 2 ore e 22 minuti di gioco. Un successo di grande determinazione per Fognini che, annullando anche un match point nel terzo set, si è imposto al tie-break e ora dovrà vedersela agli ottavi di finale con il n.2 del mondo Andy Murray.

PRIMO SET – Pronti,via e Fabio è subito indietro di due break perdendo i primi due turni di servizio a zero. Sul 4-0 la storia della frazione sembra essere già scritta nonostante l’azzurro cerchi in ogni maniera di accorciare le distanze recuperando parte dei break di ritardo nel sesto ed ottavo game. La resa, però, altamente deficitaria in battuta non consente al giocatore di Arma di Taggia di avvicinarsi più di tanto al transalpino che chiude la pratica 6-4.

SECONDO SET –  In questa frazione, dopo uno scambio di “cortesie” nei primi due giochi (break e controbreak), il parziale segue i turni al servizio. Entrambi i giocatori, infatti, concedono pochissimo al rivale in risposta fino al decimo game quando è abilissimo Fognini a trovare profondità ed efficacia nel suoi colpi breakando il rivale ed aggiudicandosi il set 6-4.

TERZO SET – Nella terza e decisiva frazione si assiste ad un’autentica battaglia tennistica in cui entrambi i contendenti rischiano molto di più per creare il gap decisivo. Parte meglio Paire che, nel terzo game, sfrutta le due occasioni sulla battuta di Fognini per andare avanti nello score 3-1. La partita si fa molto intensa e sia Fabio che il transalpino hanno occasioni per controbreakare o chiudere la partita. Il ligure infatti è costretto ad annullare un match point nel nono game al termine di una lotta interminabile. L’essere uscito indenne da ciò, conferisce all’azzurro un’energia insospettabile che lo porta ad agguantare il francese proprio sul più bello, pareggiando i conti (5-5). Si va dunque al tie-break e l’inerzia del confronto è tutta dalla parte di Fabio che, avanti da subito, detta i tempi dello scambio e concretizza questa superiorità vincendo la sfida.

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Foto: pagina FB Coppa Davis