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Sarri: “Koulibaly? Ha fatto 20 minuti di caz***e a Berlino, deve crescere”

Le sue parole

Maurizio Sarri ha parlato durante la conferenza stampa di Koulibaly e Tonelli: “Koulibaly a Berlino ha fatto venti minuti di cazzate, ma nel resto del campionato ha fatto bene. E’ straordinario, ma ha ancora momenti di pausa. Tonelli è arrivato con un problema che continua ad affliggerlo, la difesa è una zona di campo delicata per noi anche perchè a gennaio perderemo Ghoulam e Koulibaly che andranno in Coppa d’Africa”.

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MotoGP Brno 2016: pole di Marquez, Lorenzo 2°, Iannone 3° – Rossi 6°

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Nelle qualifiche n.11 del Mondiale 2016 della MotoGP, sul tracciato di Brno (Repubblica Ceca) pole position per Marc Marquez che grazie ad un’autentica magia nell’ultimo giro utile, in 1’54″596, ha preceduto Jorge Lorenzo di 293 millesimi ed Andrea Iannone di 631 millesimi di secondo. Una prestazione straordinaria per il  leader del campionato, nonostante i tanti problemi avuti in sella alla sua Honda nel corso delle libere. Quinta partenza dal palo in stagione e 63esima in carriera sono dati che certificano la straordinaria abilità dell’iberico nel giro secco.

Con le unghie e coi denti ottiene la seconda fila, col sesto tempo, Valentino Rossi, distante ben 0″913 dalla vetta e non perfettamente a suo agio con la Yamaha in versione da qualifica. Vedremo se domani, in gara, il discorso potrà riaprirsi per il 46. Sorprendenti, invece, il quarto e quinto tempo di Aleix Espargaro, a +0″728 dal leader, e di Hector Barberà, a +0″841 da Marquez. In difficoltà Andrea Dovizisoso che, a differenza del suo teammate, non sembra essere riuscito a trovare il miglior assetto con la GP16, come anche Dani Pedrosa, nono ad oltre un secondo dal suo compagno di squadra. Il riscontro cronometrico di Pedrosa, in tal senso, dà ancor più lustro alla strepitosa prova del n.93.

ORDINE DEI TEMPI QUALIFICHE GP REPUBBLICA CECA 2016

POS # RIDER NAME GAP
1
93
M. MARQUEZ
1:54.596
2
99
J. LORENZO
+0.253
3
29
A. IANNONE
+0.631
4
41
A. ESPARGARO
+0.728
5
8
H. BARBERA
+0.841
6
46
V. ROSSI
+0.913
7
4
A. DOVIZIOSO
+1.152
8
25
M. VIÑALES
+1.191
9
26
D. PEDROSA
+1.245
10
35
C. CRUTCHLOW
+1.334
11
38
B. SMITH
+1.519
12
44
P. ESPARGARO
+1.926
13
9
D. PETRUCCI
+1.552
14
45
S. REDDING
+1.667
15
50
E. LAVERTY
+1.939
16
6
S. BRADL
+2.122
17
76
L. BAZ
+2.201
18
68
Y. HERNANDEZ
+2.209
19
19
A. BAUTISTA
+2.466
20
53
T. RABAT
+3.010

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Foto di Marco Fattori

Sepe e Valdifiori, l’agente: “Mirko resta al 100%, ha la stima del Napoli. Sepe al 90%…”

Le sue parole

Ai microfoni di Marte Sport Live, ha parlato Mario Giuffredi, agente di Sepe, Hysaj e Valdifiori: “Mirko resterà al 100%, lui dal Napoli ha sempre avuto attestati di stima e sia lui che la società hanno sempre voluto proseguire questo matrimonio. Era un capriccio mio che volevo vedere fino a che punto si credesse nel calciatore ed ho avuto le risposte che volevo. Per Sepe le percentuali sono al 90%, tendenzialmente resta, ma vogliamo la certezza di poter fare il secondo, ci vuole chiarezza sia per Luigi che per Rafael. Io considero Sepe uno dei portieri italiani, tra i giovani, più forti in assoluto, ma, essendo giovane, è necessario che gli vengano date delle certezze. Con il tempo può anche diventare il portiere titolare, magari rubando tutto quello che può ad un grande portiere come Reina. Per Hysaj siamo già d’accordo da quindici giorni, non c’è nessun tipo di problema e bisogna mettere solo nero su bianco. E’ slittata la firma perché il patron è in vacanza, ma non c’è alcun intoppo e la firma arriverà prima del Milan”.

Juve Stabia, l’ex Giandonato è un nuovo calciatore del Livorno

I dettagli

Terminata la sua avventura con il Padova, Manuel Giandonato riparte dal Livorno. E’ ufficiale, infatti, il suo trasferimento nella squadra amaranto, con il club che giocherà la prossima stagione in Lega Pro che ha ufficializzato l’arrivo del centrocampista classe 1991 in Toscana. Questa la nota del club: “L’A.S. Livorno Calcio comunica ufficialmente di aver ultimato il tesseramento, a titolo definitivo, del calciatore Manuel Giandonato (centrocampista, classe 1991 lo scorso anno in forza alla Virtus Lanciano) dal Padova Calcio”.

RILEGGI LIVE – Sarri: “L’allenatore forte non regala punti, servirebbe Padre Pio. Non parlo di Higuain e su Gabbiadini…”

SEGUI IL NOSTRO LIVE

FINE

15:32 – “Champions? Non l’ho mai giocata, non ho parametri di confronto. Non abbiamo aspettative”.

15:30 – “Cifre di mercato? Gli ultimi ad avere le responsabilità sono i calciatori che vengono inseriti in contesti diversi da prima. Un contesto che mi piace poco: se fosse per me, vieterei anche i social. Mi adeguo”.

15:26 – “Hamsik? Impossibile vederlo in cabina di regia, ci fa troppo comodo negli inserimenti e con la sua capacità di giocare tra le linee. Non ha una capacità di pensiero veloce come Jorginho e Valdifiori, lo limiterei se lo mettessi davanti la difesa”. 

15:25 – Su Diawara, Maksimovic e Zaza: “Non parlo di giocatori di altre squadre, mi ha fatto troppo male quando qualcuno ha parlato dei miei”. 

15:22 – “Portieri e difensori? Koulibaly a Berlino per 20 minuti ci ha fatto vedere tutto il suo repertorio di ca…te: calciatore incredibile che deve crescere. Tonelli ha problemi e a gennaio perdiamo Koulibaly e Ghoulam. Mi meraviglio che nessuno in Europa faccia una protesta seria su questa competizione durante la stagione. Abbiamo tre portieri affidabili e non credo che la società stia pensando ad un altro portiere”.

15:20 – “Io fuoriclasse? E’ una caz…ata. In campo vanno i calciatori, posso dre organizzazione, ma certi valori vengono fuori alla lunga. Una organizzazione sterile senza entusiasmo, ti fa essere ordinati ma perdenti. Sono convinto che la mia squadra sia forte e spero che la mancanza di Higuain non diventi un alibi”.

15:15 – “Zielinski? Dal punto di vista tecnico è fenomenale, è in una fase di carriera in cui non riesce ancora a trasformare in gol tutte le potenzialità tecniche che ha. Stiamo parlando di un ventiduenne che molto probailmente è destinato a crescere. Fatturati? Bisogna avere pazienza e far crescere questi ragazzi giovani. Identità? Il gap si può limare giocando da squadra. L’allenatore forte non fa i punti, servirebbe Padre Pio”. 

15:14 – Differenze tra Gabbiadini e Milik: “L’importante è che la squadra non lasci solo l’attaccante centrale. Gabbiadini va più in profondità, mentre Milik adora dare una mano”. 

15:12 – “Stanno arrivando calciatori giovani da lanciare. Il percorso di un ragazzo è fatto di errori che bisogna fare e la squadra potrà battersi in qualche difficoltà in più e ci vorrà tempo. Carriera? Speravo di metterci meno tempo a raggiungere traguardi così…(scherza ndr)”. 

15:09 – Gabbiadini e Milik: “Devono sbattersene del fatto che ci sia stato Higuain. Non possono esser paragonati a lui in questo momento della loro carriera. Mi spiace che Gabbiadini, nell’ultimo mese, sia stato quotidianamente sui giornali, dicevano che va via, poi che resta. Mi piacerebbe che per un certo periodo avesse la fiducia di tutti e che se la giocasse con serenità, ha tanti gol nei piedi”.

15:06 – “Se pensiamo di poter sostituire un calciatore che ha battuto ogni record in Italia non credo ci possiamo riuscire. L’aspetto che ci dà fiducia viene dal precampionato, non solo perchè abbiamo segnato molto, ma perchè l’abbiamo fatto con diciassette giocatori diversi. Questo ci fa stare sereni, ma non si può sottovalutare la perdita di un calciatore che ha fatto 38 gol. Mertens e Callejon possono segnare di più dell’anno scorso e poi abbiamo due attaccanti forti. Milik all’Ajax ha fatto meglio di illustri precedessori alla stessa età”.

15:05 – “A gara in corso si può cambiare, ma un cambio di modulo radicale a inizio gara la vedo difficile, penalizzerebbe diversi calciatori che abbiamo in rosa”.

15:05 – “Higuain? Voglio evitare di parlare di un giocatore della Juventus, perchè quando un bianconero parlò di Higuain che era del Napoli mi girarono i c…oni”. 

15:02 – “Sul campionato la Juventus ha tantissimi punti di vantaggio su tutti e almeno teoricamente sono davanti. Il Pescara ha entusiasmo, ma noi dobbiamo fare il nostro gioco. La gara di domani è insidiosa per noi, il Pescara è una squadra organizzata, Oddo ha fatto in modo che il suo team abbia tanto entusiasmo dopo il ritorno in A. Per noi è una partita difficile, da non sottovalutare. Spero che il terreno di gioco non sia così disastroso come l’ho visto durante l’ultima partita di Coppa Italia dove hanno giocato a beach soccer e non a calcio. Non voglio giustificarmi, voglio bene al calcio e se la situazione è questa non ci meravigliamo se non riusciamo a vendere il nostro prodotto calcio all’estero”.

15:00 – Sarri: “Le aspettative sono quelle di fare il 101% delle nostre possibilità per vedere a cosa corrisponde alla fine. Ci si è ridimensionati, secondo alcuni giornali come la Gazzetta che ci ha messo in griglia come quarto posto così come alcuni calciatori della Juve non ci vedono pericolosi”.

Buongiorno e benvenuti alla diretta della conferenza stampa di Maurizio Sarri, la prima dopo il lungo silenzio e l’inizio della nuova stagione.

Rimini : figli serpenti

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La vendetta del ragazzino per il genitore che l’aveva sgridato

Rimini, dopo uno schiaffo dal padre 13enne lo denuncia al 112: “Coltiva marijuana”

RIMINI – infuriato e probabilmente deluso dal padre che lo aveva sgridato e schiaffeggiato, un 13enne ha deciso di vendicarsi, denunciandolo al 112. Non per maltrattamenti, ma per coltivazione di marijuana.

E’ successo in una famiglia riminese: quando i carabinieri hanno bussato alla porta hanno trovato 15 piante e altri quantitativi già pronti: è stato il padre a mostrare la sua serra artigianale saputo chi era stato a denunciarlo all’Arma.

L’uomo è stato denunciato per detenzione ai fini di spaccio e al riguardo è stata sentita anche la ex moglie.

vivicentro.it/centro/cronaca
vivicentro/Rimini : figli serpenti
repubblica/Rimini, dopo uno schiaffo dal padre 13enne lo denuncia al 112: “Coltiva marijuana”

NOTE da wikipedia:
La marijuana (talora indicata col termine hindi गांजा, Gānjā) è una sostanza psicoattiva che si ottiene dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili di Cannabis. In tutte le varietà di canapa sono contenute, in concentrazioni e proporzioni variabili, diverse sostanze psicoattive, stupefacenti e no, tra cui la principale è il delta-9-tetraidrocannabinolo (comunemente detto THC), che rendono la pianta illegale in molti paesi. Ci sono anche varietà coltivabili legalmente, per le quali il limite a questo contenuto viene fissato per legge.

Le piante di cannabis sono dioiche, cioè possono essere di due “sessi” differenti, maschio e femmina: nell’uso che si fa della cannabis a scopo esclusivamente produttivo, i maschi di una varietà vengono usati per essere incrociati con femmine di altre varietà di cannabis per generare poi, dai semi della femmina incrociata, una nuova varietà di cannabis; ogni varietà di cannabis produce principi attivi in diverse quantità rispetto alle altre, un esempio è la Haze o la Kush.

Inoltre, esistono tre grandi varietà di cannabis e, di conseguenza, di marijuana: Sativa, Indica e Ruderalis, che differenziano sia per le dimensioni delle piante, sia per le concentrazioni di principi attivi, e, di conseguenza, anche per gli effetti indotti dai loro rispettivi derivati. Il materiale vegetale o i preparati a base di cannabis che contengono, in misura apprezzabile, sostanze psicoattive sono considerate “droghe leggere”, cioè sostanze psicotrope incapaci di creare dipendenza.

SE QUESTO E’ UN UOMO

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Qualche giorno fa il Segretario del Carroccio Mov6Lega Matteo Salvini ha indossato una maglietta della Polizia e ha detto: “Quando arriveremo al governo, polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le nostre città.” Un giorno stavo passeggiando con l’On. Gianni Savoldi del Partito Socialista Italiano, quando lui si fermò ad una curva e, dopo un breve silenzio, mi domandò: – Oltre al cinguettio degli uccelli, riesci a sentire qualcos’altro? Aguzzai le orecchie e, dopo qualche secondo, risposi: – Sento il rumore di un carro. – Esatto, – disse L’On. Gianni Savoldi – è un carro vuoto. – Come fai a sapere che è vuoto se non lo vediamo? – gli chiesi. E lui rispose: – È facile capire quando un carro è vuoto, dal rumore. Più il carro è vuoto, più rumore fa. Da allora e ora, quando una persona parla troppo, interrompe gli altri in modo inopportuno o aggressivo, vantandosi di ciò che ha, agendo in modo prepotente e sminuendo chi ha intorno, mi sembra quasi di sentire la voce dell’On. Gianni Savoldi del Partito Socialista Italiano che dice:

“Più il carro è vuoto, più rumore fa”. La maggioranza dei sindacati di Polizia – compreso il Siulp, il primo sindacato per numero di iscritti – gli ha risposto: indossare la nostra maglietta è reato. Mi aspetto a breve un avviso di garanzia-iscrizione nel registro degli indagati per vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica, capo delle forze armate Civili e Militari dello Stato per utilizzo improprio di una divisa di pubblica Sicurezza, al Segretario Generale del Mov-Partito del Carroccio-Mov6-Lega Nord. Cass. n. 7386/1978 L’art. 290 c.p. non è stato abrogato dall’art. 49 Cost. né è viziato da incostituzionalità per contrasto con la stessa norma, poiché il diritto di riunirsi in partiti politici per concorrere, con metodo democratico, a determinare la politica nazionale, deve esercitarsi nel rispetto del prestigio delle istituzioni protette dalla suddetta norma penale, prestigio che rientra tra i beni costituzionalmente garantiti, onde si pone come limite ad altri diritti protetti dalla Carta. In un regime democratico, quale è quello instaurato dalla Costituzione repubblicana, sono ammesse critiche, anche severe, alle istituzioni vigenti, onde assicurarne l’adeguamento ai mutamenti della coscienza sociale. Quando, tuttavia la manifestazione di pensiero sia diretta a negare ogni rispetto o fiducia all’stituzione, inducendo i destinatari al disprezzo o alla disobbedienza, non può parlarsi di mera critica bensì di condotta vilipendiosa.

Celso Vassalini. Cittadino europeo.

Moto3, Brno – GP Repubblica Ceca: Binder detta legge, seguono Migno e Bastianini

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Sul circuito di Brno è tempo di qualifiche Nella categoria Moto3, scatterà dalla pole del GP di Repubblica Ceca il sudafricano Brad Binder (KTM-Red Bull Ajo). Il leader incontrastato del Motomondiale ha siglato l’ottimo crono di 2’07”785, finalizzando al meglio le buone prestazioni delle prove libere.

Seconda piazza per l’azzurro Andrea Migno, che riporta il sorriso nei box dello Sky Racing Team VR46 dopo il caso Fenati. Terzo, a due decimi e mezzo, Enea Bastianini (Honda-Team Gresini), dinanzi allo spagnolo Jorge Martin (Mahindra-Pull & Bear).

Buona la prova complessiva degli italiani. Quinto posto per Fabio Di Giannantonio (Honda-Team Gresini), poi Nicolò Bulega (KTM-Sky Racing Team VR46), e Niccolò Antonelli (Honda-Ongetta Rivacold). Gli azzurri cercheranno in gara di provare a reggere il ritmo di Binder, ma l’impresa è francamente ardua, visto lo stato di forma del sudafricano, che nelle ultime gare ha dato dimostrazione di essere l’autentico dominatore di categoria.

QUALIFICHE MOTO3 – TOP TEN

POS # RIDER GAP
1
41
B. BINDER
2:07.785
2
16
A. MIGNO
+0.158
3
33
E. BASTIANINI
+0.257
4
88
J. MARTIN
+0.353
5
4
F. DI GIANNANTONIO
+0.472
6
8
N. BULEGA
+0.548
7
23
N. ANTONELLI
+0.552
8
65
P. OETTL
+0.667
9
44
A. CANET
+0.710
10
84
J. KORNFEIL
+0.711

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Foto: Marco Fattori

Nuovo comunicato Ussi in risposta al Napoli e a Lombardo

Comunicato Ussi

Le “Considerazioni sugli inviti all’incontro di Sarri con i giornalisti” del Responsabile della Comunicazione del Napoli, il collega Nicola Lombardo impongono alcune precisioni:

– Lombardo lamenta la circostanza di non essere stato chiamato “per chiedermi conto di quanto loro trovavano così intollerabile” dalle associazioni di categoria dei giornalisti dopo la pubblicazione sul sito del Calcio Napoli delle “regole per gli incontri con Maurizio Sarri”. L’Ussi ritiene che la questione vada ribaltata: il collega Lombardo, prima di assumere una simile decisione, avrebbe dovuto lui contattare l’organismo rappresentativo della stampa sportiva, al fine di condividere e concordare l’iniziativa, così come stabilito dal “Regolamento che disciplina il rapporto tra le società calcistiche e gli organi di informazione, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, in occasione delle gare organizzate dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A”. Tale regolamento, come è ben noto, è in vigore da 23 anni e all’art. 7 (“Rapporti con L’Ussi”) definisce ambiti e criteri attraverso i quali è obbligatorio per le società di calcio confrontarsi con l’Ussi su quanto attiene anche al tema degli accrediti stampa.

– Lombardo insiste molto sul fatto che Castel Volturno è la casa del Napoli e che la società in casa sua può invitare chi vuole. E’ necessario allora ricordare che il Calcio Napoli, pur essendo un soggetto giuridico di natura privata, esiste soltanto perché è iscritto alla Federazione Italiana Gioco Calcio, che a sua volta è affiliata al Coni, notoriamente ente pubblico non economico che gestisce per legge lo sport in Italia in tutte le sue forme e manifestazioni. Dunque il Calcio Napoli non può esimersi dal considerare che, pur essendo un soggetto privato, ha evidenti obblighi di natura pubblicistica ai quali non si può sottrarre. Tutto questo senza voler addirittura scomodare la Costituzione della Repubblica che all’art. 21 precisa: ” Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Peraltro se ci si ferma ad una mera ed elementare considerazione di carattere giornalistico, è di tutta evidenza che ciò che promana dal Napoli, che si svolga a Castel Volturno o altrove, interessando grandi masse di persone, riveste inevitabilmente un carattere di “pubblico interesse” con il quale è indispensabile doversi confrontare quotidianamente, non fosse altro che per rispetto dei milioni di tifosi sulla cui passione, peraltro, si fondano le fortune economiche della società;

– Meraviglia che Lombardo, iscritto da molti anni all’Ordine dei Giornalisti dopo una lunga trafila e sudate conquiste sul campo, cominciate a Napoli ed esercitate poi in Italia ed all’estero, sostenga che “chiunque si può proclamare giornalista per autocertificazione”. Lui, che tanti anni fa ci è passato, non può non sapere che in Italia giornalisti lo si è solo dopo che un Ordine regionale ha esaminato ed approvato la richiesta di iscrizione all’Albo. Se invece il suo riferimento è ai criteri con i quali in tempi recenti viene gestito l’accesso alla professione, questo è tema diverso e certamente non sono né il Calcio Napoli né l’Ussi, al di là dei giudizi e delle valutazioni a titolo personale, a potere o dovere affrontare simili problematiche;

– Lombardo parla dei tempi tecnici delle conferenze stampa di Sarri e del fatto che, proprio per l’indispensabile contingentamento dei tempi, è opportuno dare la possibilità di fare le domande all’allenatore a giornalisti esperti, dalla conclamata professionalità e rappresentanti di testate ritenute più importanti e prestigiose. E’ un aspetto sul quale l’Ussi si è sempre dimostrata ragionevolmente d’accordo, come dimostra il fatto, ben noto a chi anche una sola volta abbia assistito a tale evento, che chi sia autorizzato a porre le domande lo stabilisce prima dell’inizio l’ufficio stampa della società e che tale ordine viene sempre rigorosamente rispettato. Non c’era dunque alcun bisogno di nuove regole. L’Ussi condivide ovviamente il principio che i giornalisti debbano essere messi nelle condizioni di poter lavorare meglio e si augura che ciò avvenga anche nel corso della stagione, a differenza di quanto è accaduto nel ritiro precampionato;

– Lombardo sostiene:” Gli incontri ad invito non sono una mia invenzione. Li fanno a Palazzo Chigi, alla Casa Bianca, all’Ocse, nelle grandi aziende. Nessuno si sente offeso o discriminato se non è nella lista”. Con tutto il rispetto per il Calcio Napoli e per il sig. Sarri, l’Ussi ritiene che gli organismi citati ed i protagonisti delle loro conferenze stampa abbiano qualche esigenza in più e di ben diversa natura che possa eventualmente giustificare gli ‘inviti’, rispetto a quanto non debba accadere a Castel Volturno;

– Lombardo ricorda che “Il calcio, dal 1996 con l’introduzione della Legge Veltroni che ammette anche in Italia il fine di lucro per le società sportive, è cambiato. Le società di calcio sono aziende che devono cercare un profitto che, reinvestito, faccia crescere economicamente l’azienda per farla competere ai massimi livelli”. All’Ussi non compete la valutazione sulla bontà o meno del dettato della legge del ’96, ma i giornalisti sportivi ritengono che non vi sia alcun tipo di correlazione sulla possibilità che il legislatore ha dato ad una società di calcio moderna di poter lucrare e l’organizzazione di una conferenza stampa;

– Siamo convinti che il Calcio Napoli saprà sgombrare il campo da ogni ombra ed illazione sullo spirito di questa nuova iniziativa, confermando l’invito alle 25 testate prescelte per la prima conferenza stampa di Sarri, fino alla fine della stagione, senza modifiche dell’elenco se non in aumento e, dunque, indipendentemente da ciò che da questi organi di informazione verrà riportato. Sarà questo il modo migliore per tacitare tutti coloro ai quali – Ussi compresa – è venuto il dubbio che potesse trattarsi di una manovra tesa e limitare e condizionare la libertà di stampa;

– L’Ussi della Campania conferma la propria totale ed incondizionata disponibilità a collaborare, così come ha sempre fatto e così come è peraltro previsto nel Regolamento della Lega Calcio, con l’ufficio stampa del Calcio Napoli, allo scopo di organizzare nel modo migliore il lavoro dei giornalisti impegnati a seguire l’ attività della squadra, in particolare a Castel Volturno ed allo stadio San Paolo (dove condivide con l’ufficio stampa la gestione di tribuna stampa e sala stampa). Come è noto – e come Lombardo ben sa – l’Ussi ha sempre svolto questo ruolo con concretezza e realismo, mai arroccandosi su posizioni di intransigente e di aprioristica difesa ideologica dei colleghi. Questa è la strada che riteniamo sia connaturata al nostro ruolo e continueremo a percorrerla senza tentennamenti, nonostante le periodiche ed anche aspre contrapposizioni che siamo costretti a subire e a fronteggiare, mentre auspicheremmo che i rapporti della stampa con il Napoli fossero sempre sereni ed improntati ad un clima di reciproca collaborazione. Auspicio, quest’ultimo, rappresentato direttamente anche al presidente De Laurentiis, come Lombardo ben sa.

Mario Zaccaria – Presidente Ussi Campania – Gruppo ‘Felice Scandone’

De Laurentiis ha rifiutato subito 25mln per Gabbiadini: pronto un nuovo contratto

Lo riferisce GazzaMercato

Il Napoli ha ricevuto una proposta da 20 milioni di euro più altri 5 di bonus dell’Everton per l’attaccante Manolo Gabbiadini, da tempo nel mirino della Premier League (c’era anche il West Ham sul giocatore).

Come raccontano i colleghi di GazzaMercato, tuttavia, il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis è deciso a trattenere il suo bomber, a maggior ragione dopo l’addio di Gonzalo Higuain e aver fallito l’assalto all’interista Mauro Icardi, ed ha subito rispedito al mittente l’offerta.

Inoltre sarebbe già partita la trattativa per il rinnovo del contratto, in scadenza 2019: per Gabbiadini, che guadagna 1,6 milioni a stagione, sarebbe pronto un nuovo accordo per 5 anni a 2,5 milioni di euro l’anno, ma la richiesta dell’entourage del giocatore ammonterebbe a 3,5 milioni: insomma, ci sarà da trattare.

Affare Maksimovic, è bufera con il Torino

I dettagli

Tuttosport lascia poco all’immaginazione sull’affare Nikola Maksimovic Napoli: “Maksimovic che bufera: il Napoli offre 25 milioni più bonus, il Toro alza la posta. Scontro tra le società, in ballo anche il destino di Valdifiori. La società granata non accetta di finire vittima di un ricatto, battezza nuove strade e strategie, intanto apre la via di un contenzioso legale in capo al difensore, con tanto di blocco degli stipendi e di richiesta danni”. I rapporti tra i due presidenti Cairo e De Laurentiis sono sempre più “arroventati” ma la società azzurra è pronta ad un nuovo assalto sebbene il patron granata abbia “dato mandato affinché il futuro di Maksimovic sia il più possibile lontano da Napoli”.

Merkel: si piega ma non si spezza e resta sul suo «ce la faremo!»

Nessuno meglio di Merkel, scrive Rusconi, conosce i meccanismi istituzionali dell’Ue e gli uomini che li governano. Nessuna personalità tedesca può vantare questa esperienza e capacità di influenza. A questo punto perché Angela Merkel non potrebbe «farcela»?  Questa è la domanda finale che si pone nel suo editoriale odierno pubblicato su la Stampa. Leggiamolo:

Merkel, anno nero ma può farcela GIAN ENRICO RUSCONI

Un anno fa Angela Merkel ha pronunciato per la prima volta la famosa frase «ce la faremo!». Con essa intendeva tranquillizzare i tedeschi circa la capacità di integrare in breve tempo il milione e più di rifugiati, profughi, richiedenti asilo che stavano arrivando alle frontiere. Quella frase l’ha ripetuta nei mesi successivi ostinatamente, dimostrativamente accompagnando gli alti e i bassi delle difficoltà e delle conseguenze della sua scelta. Nel frattempo c’è stata la rivolta dei Paesi est-europei alla politica di accoglienza della Cancelliera, l’ambiguità dell’accordo (condiviso dall’Ue) con la Turchia, le sconfitte elettorali in alcune regioni, l’inatteso peggioramento della congiuntura politica dopo il Brexit. Insomma, per la Merkel è stato un “annus horribilis”.

Ma il peggio potrebbe ancora venire per alcuni motivi: le crescenti insofferenze nella maggioranza di governo.

E poi le rumorose pressioni del partito della destra estrema («Alternativa per la Germania») e per la palpabile ansia dell’opinione pubblica dopo gli atti di terrorismo, polarizzata in questi giorni attorno alla questione della proibizione del burqa.

Eppure nei suoi interventi la Cancelliera sente la necessità di ribadire la bontà delle scelte compiute, senza alcun ripensamento, pur riconoscendo che c’è molta strada da fare per quella che imperterrita chiama «integrazione» dei rifugiati. Continua a credere in questa possibilità, anche adottando forme più severe di controllo dei comportamenti, dall’obbligo di frequentare corsi di lingua ed educazione civica fino alle restrizioni sull’abbigliamento delle donne.

In questa ottica vale ancora il «ce la faremo» e la sua giustificazione retrospettiva a dispetto delle dichiarazioni di molti politici (anche del partito della Cancelliera ) e alle affermazioni degli analisti del linguaggio, che vi scorgono la prova della impotenza politica di Angela Merkel e del suo deficit comunicativo.

In effetti sembra molto lontano il clima creatosi in occasione del congresso della Cdu a metà dicembre del 2015, quando la Cancelliera ha saputo risvegliare nei delegati, preoccupati e incerti, il senso di una forte identità nazionale, proiettata verso il futuro, nella consapevolezza che la Germania sa fare «le cose più grandi». Tra 25 anni la Germania dovrà essere un paese «aperto, curioso, tollerante e appassionante» aveva esclamato Merkel. Era stata una sorpresa per tutti (avversari compresi) che una tale visione provenisse da una donna che non si è mai abbandonata a slanci utopici, ma ha sempre coltivato il rigore, la disciplina, il calcolo razionale. Anche nella politica della immigrazione.

Per questa donna si sta avvicinando una nuova prova ancora più dura. I risultati elettorali di settembre in alcuni Laender saranno segni importanti, ma non necessariamente risolutivi anche se segnassero un calo ulteriore del partito della Cancelliera. A favore di Angela Merkel, che sarà in carica sino alle elezioni generali del 2017, ci sono alcuni dati politici positivi. Nella politica della accoglienza-e-integrazione di oggi ci sono spazi di azione che possono contenere efficacemente uno sviluppo sproporzionato dell’estremismo anti-immigrati e anti-europeo della AfD.

Soprattutto, Angela Merkel possiede immutato prestigio e autorevolezza nell’Unione europea, in un momento estremamente delicato (Brexit e previsione dell’attenuazione della politica di solo rigore nell’Ue), nel quale la Germania dovrà mantenere con discrezione ma determinazione il suo potere condizionante, per salvaguardare il suo peso economico che la gestione di Merkel ha egregiamente garantito. Lo sanno benissimo anche gli elettori scontenti. Nessuno meglio di Merkel conosce i meccanismi istituzionali dell’Ue e gli uomini che li governano. Nessuna personalità tedesca può vantare questa esperienza e capacità di influenza. A questo punto perché Angela Merkel non potrebbe «farcela»?

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Turchia, spina nel fianco dell’Europa : essere o non essere? Parenti serpenti?

Thorbjørn Jagland, Segretario Generale del Consiglio d’Europa

Per un verso o per altro, la Turchia continua ad essere, da anni, tema di dibattito (ed anche di scontro) in seno all’Europa. Ultimamente poi, dopo il fallito colpo di stato e la successiva reazione di Erdogan, il dibattito attorno alla vicenda si è acceso ancor più rinfocolando le antiche motivazioni sostenute dai pro e dai contro.

Innegabile è che la Turchia sia, formalmente, un paese laico, come sostengono i pro, ma ancor più innegabile è che, con l’ascesa di Erdogan, l’asse si è di fatto spostato su uno stato religioso erodendo quella laicità di base che le venne data dal fondatore dell’attuale repubblica turca, Kemal Ataturk.

Con Erdogan, rappresentante di un partito di ispirazione islamica “moderata” (dice), il paese sta cercando, di fatto, di reintrodurre progressivamente i principi religiosi come principi di vita sociale ed inoltre, negli ultimi anni, il problema del rispetto dei diritti umani è notevolmente decaduto, situazione acuitasi dopo il fallito golpe.

Basterebbero già questi elementi per spingere a ben valutare l’accettazione della Turchia come parte integrante dell’Europa. Se poi ci aggiungiamo le valutazioni di tipo economico avanzate da chi, con la fede nel portafoglio, ne vede benefici derivanti da un mercato allargato ad oltre 75 milioni di abitanti, e vediamo lo stesso dato per quello che è in realtà e valutandolo anche sotto l’aspetto “umano e sociale”, al di là quindi del solito, barbaro, “pecunia no olet”, non si potrà non annotare anche che, proprio il fatto che la Turchia abbia cosi tanti abitanti, ne farebbe il secondo paese dell’Unione Europea, dopo la Germania. Bene si potrà pensare ma?

Esiste, ed è innegabile, anche il grande ma costituito dal fatto che il 99% di questi 75 milioni sia di religione islamica, il che – traslato in sede di governo europeo con le sue regole elettive – darebbe alla Turchia un elevato numero di parlamentari, e di conseguenza il rischio concreto di doversi trovare, un domani, a fare i conti nel prendere decisioni e legiferare, con politici ispirati da ideali islamici con tutti i rischi (e conflitti) che questo comporterebbe anche perché sarebbero storicamente estranei alla cultura Europea,

Alla luce di tutto ciò la domanda è e resta sempre: cui prodest la Turchia in Europa?

La risposta, ad ora, sembra essere solo una: probabilmente agli USA in quanto, come alleato militare dell’Europa, la Turchia lo sarebbe anche loro e, in questo, sarebbero molto più utile a loro di quanto lo sarebbe per l’Europa. Europa che, anche in questo, dovrebbe ben valutarne la tendenza golpista. Tendenza che, indubitabilmente, verrebbe portata, a quel punto, direttamente all’interno dell’Europa come Stato con tutti i problemi ed i rischi che ne conseguirebbero. Ma questo è altro ancora. Oggi ci soffermiamo unicamente sulle valutazioni della situazione attuale post golpe così come la vede e ce la descrive il Segretario Generale del Consiglio d’Europa,Thorbjorn Jagland, nell’articolo pubblicato oggi su la Stampa nel quale esprime anche il suo parere favorevole ad una Turchia in Europa ma …… Leggiamolo:

La Turchia rimanga nella famiglia europea THORBJØRN JAGLAND *
Thorbjørn Jagland, Segretario Generale del Consiglio d’Europa
Thorbjørn Jagland, Segretario Generale del Consiglio d’Europa

Si è scritto e detto molto sul recente tentativo di colpo di Stato in Turchia e sulle sue conseguenze. Eppure è difficile capire, finché non si vede direttamente, l’impatto profondo che questi eventi violenti, che hanno causato la morte di 290 persone, hanno avuto sul popolo turco. Durante la mia recente visita ad Ankara, ho potuto costatare i danni ingenti provocati al Parlamento turco dai raid dei caccia in mano ai golpisti. Si percepiva ancora paura e shock tra le persone che ho incontrato.

Una simile violenza non può essere tollerata sul territorio europeo. Si possono avere pareri divergenti sull’attuale governo, ma non si può non essere d’accordo sul fatto che ogni tentativo di rovesciare con la forza un governo legittimo ed eletto democraticamente è inaccettabile. Nell’Europa di oggi un simile attacco alle istituzioni democratiche è un affronto a noi tutti.

La Turchia prova evidentemente frustrazione nei confronti dei leader europei che, a suo giudizio, non hanno colto la gravità dell’impatto del tentato colpo di Stato sulla società turca. Vi è ampio consenso sul fatto che il golpe sia stato pianificato ed eseguito da una rete segreta infiltrata nell’esercito, nella polizia e nella magistratura. Questo mi è stato anche comunicato dai dirigenti dei tre partiti di opposizione rappresentati in Parlamento, nonché dal Presidente Erdoğan e dai suoi ministri. Se intendiamo esercitare un’influenza positiva sulla Turchia, dobbiamo mostrare solidarietà e capire lo stato attuale in cui versa il paese. Sono inoltre convinto che l’Europa debba ora impegnarsi di più, e non di meno, al fianco della Turchia.

Le informazioni sulle misure repressive eccessive e indiscriminate nei confronti di coloro si pensa siano implicati nel fallito golpe sono preoccupanti. La Turchia ha esercitato il suo diritto di deroga alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo ai sensi dell’articolo 15. La Convenzione continua tuttavia ad applicarsi sotto la supervisione della Corte europea dei Diritti dell’Uomo. Le misure prese devono quindi essere strettamente necessarie e proporzionate alla natura della minaccia cui sono confrontate le autorità.

L’identificazione delle persone che hanno perpetrato il colpo di Stato dovrebbe essere fatta con estrema prudenza. Devono essere presentate prove concrete contro gli imputati. È necessario operare una distinzione tra chi ha partecipato attivamente alle violenze e i semplici simpatizzanti. Questi ultimi non hanno violato nessuna legge.

Dare prova di moderazione e discernimento è nell’interesse stesso della Turchia. Uno sviluppo positivo nelle ultime settimane riguarda la dimostrazione di unità dei partiti politici del paese, un fatto piuttosto raro. Un’epurazione su vasta scala nei confronti di funzionari, giornalisti, docenti e universitari, che punisce innocenti, alimenterà soltanto le divisioni e la sfiducia nella società. Indebolirà le istituzioni statali e paralizzerà i media, la cui libertà di espressione è stata, già prima del tentato colpo di Stato, indebitamente limitata.

Bisogna smettere anche di ipotizzare un’eventuale reintroduzione della pena di morte. Una tale misura escluderebbe la Turchia dal Consiglio d’Europa e porrebbe fine alla prospettiva di aderire all’Unione europea. Sarebbe un passo indietro, non etico, che condurrebbe all’isolamento del paese. Da parte sua il Consiglio d’Europa sfrutterà ogni opportunità per instaurare un clima di fiducia e fornire supporto e competenze alle autorità turche.

Dopo la mia visita, le autorità hanno accettato di lavorare con gli esperti del Consiglio d’Europa per portare i recenti decreti legge, promulgati sotto lo stato di emergenza, in linea con gli obblighi della Turchia derivanti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In caso contrario, la Turchia rischia un’ondata di ricorsi dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

È essenziale, per evitare l’abuso di potere, che la Turchia agisca per garantire i diritti procedurali delle persone in stato di arresto o in custodia cautelare (durata dello stato di arresto, accesso a un avvocato, accesso a un medico, visite dei familiari, possibilità di un riesame giudiziario), per garantire loro il diritto a un processo equo, a partire dalla presunzione di innocenza. La Turchia deve accertarsi che siano stabilite tutele efficaci per i giornalisti, gli insegnanti e gli universitari.

La Commissione di Venezia, il gruppo di esperti costituzionali del Consiglio d’Europa, continuerà a valutare la situazione dei giudici e dei pubblici ministeri in Turchia, nonché qualsiasi emendamento alla Costituzione turca. Il Consiglio d’Europa e il suo Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti prendono molto seriamente le accuse di tortura e di maltrattamenti riportate da Amnesty International e da altri osservatori. Per convenzione, i dettagli delle visite ad hoc effettuate nel paese dal Comitato per la prevenzione della tortura non sono annunciate pubblicamente; è sufficiente dire che avremo presto ulteriori chiarimenti su tali accuse.

Inoltre, intensificheremo la nostra cooperazione con la Turchia in materia di libertà di espressione. Anche questo è un elemento importante nel contesto della legislazione antiterrorismo turca, che ha rappresentato un ostacolo alla liberalizzazione dei visti con l’UE. Le leggi antiterrorismo non possono portare alla detenzione di giornalisti solo perché hanno affrontato argomenti legati al terrorismo o a organizzazioni terroristiche. Nelle prossime settimane si riprenderanno i dibattiti tra gli esperti del Consiglio d’Europa e le autorità turche per uscire dall’impasse attuale.

Infine, il Consiglio d’Europa è un’organizzazione intergovernativa in seno alla quale 47 Stati membri condividono la responsabilità collettiva di attuare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Gli Stati membri hanno un ruolo essenziale nel controllare l’esecuzione delle sentenze contro la Turchia pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, di cui un numero elevato riguarda la libertà di espressione e la libertà di riunione, e nel ricordare ad Ankara i suoi obblighi rispetto alla Convenzione.

La Turchia sta attraversando un periodo di tensioni e di incertezze. Occorre adottare un approccio unito e volto a ripristinare la fiducia e la comprensione reciproche. Il nostro obiettivo comune è far rimanere la Turchia nella famiglia europea e riconoscere l’importanza della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto, anche in circostanze difficili come quelle che affronta il paese in questo momento.

*Segretario Generale del Consiglio d’Europa

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vivicentro.it/opinioni
vivicentro/Turchia, spina nel fianco dell’Europa : essere o non essere? Parenti serpenti? BARRETTA STANISLAO
lastampa/La Turchia rimanga nella famiglia europea THORBJØRN JAGLAND *

Il San Paolo a breve avrà 10mila posti in meno

Lo riferisce Il Mattino

Ora è ufficiale, il restyling da 25 milioni del San Paolo promosso dal Comune attraverso un mutuo con il Credito sportivo, vedrà la diminuzione di almeno 10mila posti all’interno dell’impianto sportivo di Fuorigrotta. Si passerà quindi da 62mila e 200 posti disponibili a 52mila. Certo non per accontentare  Aurelio De Laurentiis, che secondo i colleghi de Il Mattino è sempre più defilato dalla questione stadio.

Higuain: “Inizia l’avventura alla Juve, voglio salutare i tifosi napoletani”

Le sue parole

“Inizia per me ufficialmente una nuova avventura, con una nuova squadra e nuovi tifosi che sono stato molto affettuosi con me . Visto che da domani lotteremo per lo stesso obiettivo ma su fronti diversi voglio ancora lasciare un saluto e un ringraziamento ai tifosi napoletani con i quali ho gioito nei miei tre anni a Napoli e che mi hanno sostenuto con molto affetto, non vi dimenticherò , grazie di tutto!”. Queste le dichiarazioni tramite il suo profilo Instagram di Gonzalo Higuain.

Offerta dell’Everton per Gabbiadini, Zaza può arrivare

Lo riporta Alfredo Pedullà sul suo sito

Simone Zaza e il Napoli, si possono aprire spiragli soltanto a una condizione. Questa: la cessione di Manolo Gabbiadini (per il momento non preventivata) alla luce di una possibile proposta di circa 25 milioni che l’Everton è intenzionato a presentare nei prossimi giorni. Gabbiadini è stato grande protagonista nel pre-campionato, dovrebbe partire titolare a Pescara, c’è un discorso rinnovo aperto e non ancora concretizzato. La vicenda merita la giusta attenzione. Ci sembra complicato pensare che Zaza possa arrivare in presenza di Manolo e Milik, sarebbe un sovraffollamento offensivo abbastanza complicato da gestire. A parte il piccolo scrupolo che il Napoli avrebbe nel restituire proprio alla Juve oltre il 25% dei soldi incassati dalla vendita di Higuain. Ma siccome il mercato è fatto di situazioni imprevedibili, vedremo come il Napoli si regolerà dinanzi a un’offensivaEverton per il suo attaccante. Ecco perché uno spiraglio Zaza va lasciato aperto.

Da valutare Tonelli, potrebbe non essere nella lista per la Serie A

I dettagli

Con l’avvio del campionato, ogni società di Serie A dovrà presentare una lista di venticinque giocatori di cui quattro cresciuti nel vivaio del club, La Gazzetta dello Sport racconta del possibile acquisto di Nikola Maksimovic dal Torino che avrebbe soltanto Omar El Kaddouri fuori dalla lista: tuttavia sono “da valutare le condizioni di Tonelli che potrebbe non essere inserito nei 25”. Per far entrare invece il terzino dell’Hoffenheim Toljan, oppure il brasiliano del Santos Guedes, dipenderà tutto da Christian Maggio ed Ivan Strinic.

VIDEO – A Gragnano (Na), lo spettacolo notturno della pirotecnica F.lli Di Candia

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