14.8 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6151

Il Campidoglio resta isolato

0

Come osserva Fabio Martini, il Campidoglio resta isolato perché l’attuale classe politica non riesce a esercitare il potere. La resa dei conti nel Movimento Cinque Stelle è arrivata: dal palco di Nettuno, Beppe Grillo difende la sindaca Raggi (“Va avanti”) e commissaria Di Maio, costretto a scusarsi per aver sottovalutato il caso Muraro. Di Battista si prende la scena con un comizio da leader accolto dall’entusiasmo della piazza. L’ex catechista col mito di Che Guevara esce rafforzato dal terremoto grillino nella capitale.

La dissoluzione dei poteri lungo il Tevere
C’è qualcosa di nuovo nella crisi di Roma, la città che da secoli e secoli è una cosa sola col potere: sono entrati in crisi tutti i poteri. A cominciare dal più importante: quello politico. L’isolamento, fisico e morale, della giovane sindaca di Roma lassù sul colle del Campidoglio, parla dell’infarto più grave. La politica non c’è: è paralizzata, non riesce a prendere decisioni. A fare squadra. È divisa da faide.

Inchiodata da settimane in una selezione innaturale di assessori, super-burocrati, manager. Certo, dopo giorni di silenzio, Virginia Raggi ha rialzato la testa, ma ora è destinata a restare col fiato sospeso, nella speranza che le indagini della magistratura non la costringano a nuove emorragie, a nuovi forfait.

E quanto al «sistema», indicato da Beppe Grillo come il promotore di un mega-complotto, stavolta i «poteri forti» della Capitale – sempre così impiccioni – sembrano essersi limitati al «minimo sindacale». Certo, sperano che i grillini falliscano il prima possibile, ma stavolta il «sistema» sta accompagnando la crisi, non l’ha provocata. Anche perché i nuovi governanti della Capitale, per il momento, stanno facendo tutto da soli.

Per i «poteri forti» romani può valere una battuta di Jap Gambardella nella «Grande bellezza» di Paolo Sorrentino: «Io non volevo semplicemente partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire!». Per decenni i potenti della Capitale – i «palazzinari», gli imprenditori della «monnezza», i notabili dell’enorme indotto della politica – hanno partecipato a tante, succulente «feste», ma solo ogni tanto hanno contribuito a far fallire qualche «festicciola».

Perché a Roma il potere politico è sempre stato fortissimo. Nella Capitale ha sempre governato il «partito romano»: quell’intreccio tra un potere pubblico – solido e paternalistico sin dai tempi del Papa Re – e una miriade di interessi privati, sempre garantiti. Quelli che lo scrittore Alberto Arbasino definì 40 anni fa «una quantità di piccoli ambienti, minuscoli clan». E certi caratteri cittadini sono di lunga durata. Quando i Savoia «conquistano» Roma scoprono che nella città dei Papi lo Stato è il protagonista assoluto: per secoli la pace alimentare era stata garantita dalla farina e dalla carne approvvigionate dall’efficiente sistema della Pontificia Annona e della Grascia.

Un imprinting che non si è più perso, quello della mano pubblica sempre intrecciatissima agli interessi privati. Anche se i sindaci che hanno lasciato un’impronta sulla città – a cominciare dal mitico Ernesto Nathan poco prima della Grande Guerra – sono quelli che hanno saputo trovare un equilibrio tra interesse pubblico prevalente e un interesse privato ricondotto dentro un disegno della città. Un equilibrio che negli ultimi anni era saltato: la destra ex missina – alla prima e ultima prova di governo – ha inteso il primato della politica come primato della clientela; il professor Ignazio Marino ha sfidato i «poteri forti» senza disporre di un’adeguata deterrenza politica.

I Cinque Stelle a Roma hanno vinto sulle macerie della politica e Virginia Raggi ha ricevuto un mandato popolare molto forte, su un programma di discontinuità. Nel fare squadra la sindaca è incappata in alcune scelte che segnalano la presenza della «vecchia» Roma, quella della consociazione, dei poteri intrecciati. Ma ora, chiamata alla prova del governo, l’anti-politica è alla prova più difficile: ripristinare tutto intero il primato della politica.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

vivicentro.it/opinione
vivicentro/Il Campidoglio resta isolato
lastampa/La dissoluzione dei poteri lungo il Tevere FABIO MARTINI

Valdifiori: “A Napoli le cose erano cambiate. Sarri? Ecco la verità…”

Valdifiori, le sue parole

Mirko Valdifiori, nuovo centrocampista del Torino, ai microfoni della stampa, in conferenza, ha dichiarato: “Ringrazio il Torino per la fiducia. Sicuramente la trattativa è stata lunga, ma ora sono qui, felice di essere a disposizione di questa squadra, per dare il massimo domenica dopo domenica. Le trattative non dipendono solo dai giocatori. Quest’anno ho dato immediata disponibilità fin da inizio ritiro, poi la trattativa è stata lunga, ma ora l’importante è essere qui e spero di fare parte di questa società per molti anni. Sarri? Non c’erano chissà quali promesse, io sono arrivato al Napoli per mettermi a disposizione, poi le cose sono cambiate, ma io mi sono sempre tenuto a disposizione, cercando di dare il meglio. Poi a fine anno ho dovuto fare delle scelte. Ma Sarri non mi aveva fatto promesse, nessun allenatore garantisce il posto da titolare. Io ce l’ho messa tutta, poi Jorginho ha fatto molto bene. Io ho accettato tutto, ora ho un po’ di rabbia, col Torino mi voglio rimettere a discussione e tornare protagonista”

Barano Calcio, iniziata l’attività del settore giovanile

0

Barano settore giovanile

E’ iniziata ufficialmente oggi la stagione 2016 -17 del settore giovanile del Barano Calcio. Nel primo pomeriggio lo stadio “Don Luigi Di Iorio”, quartier generale del club bianconero, pullulava di piccoli calciatori pronti ad indossare e difendere i colori bianco neri ed ancor prima a crescere con gli insegnamenti, calcistici e di vita, dello staff tecnico baranese. Ad accoglierli c’erano i mister, presenti al gran completo, ed impegnati non poco dall’entusiasmo e dalla verve dei piccoli atleti pronti a scorazzare sul rettangolo verde. A commentare il  grande successo in termini di presenze che ha contraddistinto il primo giorno di allenamento il vice responsabile del settore giovanile mister Beniamino Monte: “Siamo rimasti molto soddisfatti – afferma Monte – del primo giorno di allenamento. In verità ci aspettavamo un buon numero di presenti ma di certo non pensavamo di raggiungere subito, al primo giorno, lo stesso numero degli iscritti dell’ anno precedente. E considerato  che le iscrizioni saranno aperte ancora per  altri 25 giorni, non possiamo che essere ottimisti sul numero dei bambini coinvolti nel nostro progetto. Oggi lo staff era presente al gran completo e la settimana prossima organizzeremo un incontro con i genitori ed i bambini per presentare  new entry e  novità riguardanti questa annata. Ce la metteremo tutta per cercare di trasmettere ai piccoli le nostre conoscenze con l’entusiasmo che ci ha sempre contraddistinto. E poi possiamo disporre di una struttura in ottime condizioni,  quale è il “Don Luigi Di Iorio”. Forse è  la migliore sull’isola, grazie anche ai recenti ed importanti interventi compiuti, come  il rinnovo degli spogliatoi, la pettinatura e la sistemazione del manto erboso. Le condizioni per fare bene ci sono tutte”. Mister Monte, in un momento nel quale sembra andare molto di modo l’affiliazione delle scuole calcio ad importanti società, dedica anche un pensiero al rapporto di affiliazione tra Barano, una delle prime società a legarsi all’Empoli, e la società toscana: “Siamo orgogliosi delle nostre scelte ed essere emulati non può che farci piacere. A noi interessa esclusivamente lavorare bene, ma non ci impressiona la concorrenza che, anzi, producendo il benefico effetto di far aumentare la professionalità, non può che giovare ai piccoli. Noi andiamo avanti per la nostra strada, convinti delle buone idee che abbiamo e del buon lavoro che svolgiamo. Poi il tempo dirà se siamo riusciti a far felici i nostri piccoli atleti. Intanto ci godiamo il numero degli iscritti, che già è un chiaro indizio della validità del nostro lavoro. Ed è solo il punto di partenza. Desideriamo – conclude mister Monte -che le nostre squadre abbiano una identità ben precisa, sia nei comportamenti che nel modo di giocare e lavorare”.

Grillometro: Di Maio scende, Di Battista sale

La resa dei conti nel Movimento Cinque Stelle è arrivata: dal palco di Nettuno, Beppe Grillo difende la sindaca Raggi (“Va avanti”) e commissaria Di Maio, costretto a scusarsi per aver sottovalutato il caso Muraro. Di Battista si prende la scena con un comizio da leader accolto dall’entusiasmo della piazza. L’ex catechista col mito di Che Guevara esce rafforzato dal terremoto grillino nella capitale. Ma, come osserva Fabio Martini, il Campidoglio resta isolato perché l’attuale classe politica non riesce a esercitare il potere.

In piazza la tribù sacrifica Di Maio. Di Battista superstar si prende la scena

Il vicepresidente della Camera ammette: “Ho sbagliato, chiedo scusa a tutti” Anche Grillo lancia “Dibba” che affossa le Olimpiadi, attacca Renzi e Boschi

NETTUNO (ROMA) – Lo amano. Lo adorano. Lo vogliono. E’ del tutto ovvio che da oggi il Sovrano è lui. C’è l’intera piazza di Nettuno che si schiera ai piedi di Alessandro Di Battista, giunto all’ultima tappa del suo tour di cinquemila chilometri per dire No ai quesiti del referendum costituzionale, a chiarirlo senza ombra di dubbio. Il passaggio di consegne con Luigi Di Maio forse non è nella forma, di certo lo è nella sostanza. «Dibba, Dibba, Dibba, Dibbaaaaaa». E’ il boato scaricato in cielo con un fanatismo da concerto vascorossiano al termine di questo curioso processo cinese organizzato da Beppe Mao nel Lazio, in cui il colpevole – Di Maio Luigi, vicepresidente della Camera – ben accolto e tiepidamente applaudito, viene condannato prima del dibattimento ed è costretto a cospargersi il capo di cenere di fronte alla platea, per consentire al Movimento di proseguire purificato il proprio processo rivoluzionario. «Ho sbagliato, scusate».

C’era Di Maio. Oggi c’è Di Battista. E’ questo il primo risultato del dilettantesco pasticcio di Roma, che finisce per penalizzare Di Maio più della confusa e incomprensibile sindaca Virginia Raggi, due delibere in ottanta giorni. E anche Beppe Grillo, l’antico Capo Tribù piombato nei dintorni della Capitale per rimediare al disastro, finisce per sparire davanti al sorprendente potere ipnotico del nuovo Capobranco, che attacca la Rai, le banche, Renzi, la Merkel, la Boschi, invocando più Italia, più sovranità, una moneta propria e soprattutto ribadendo l’ennesimo definitivo No alle Olimpiadi. «E’ questa la vera battaglia che si sta combattendo a Roma. Ma noi non molliamo. Mentre loro, le lobby, i palazzinari, la politica, sentono le sirene della Polizia e cercano di scappare con il malloppo».

Piove e Nettuno è sua. E’ lui il primo a salire sul palco per introdurre i compagni della serata, è lui l’ultimo ad andarsene dopo più di un’ora. In mezzo il comizio-processo, organizzato per dare l’immagine di un universo ancora unito, solido e solidale, pensato apposta per nascondere sotto il tappeto la polvere soffocante delle risse interne, delle gelosie, dei piccoli tradimenti, e soprattutto delle scelte discutibili di assessori piombati nella giunta capitolina da galassie da sempre ritenute mefitiche dai Cinque Stelle: il previtismo, l’alemannismo o la palude dei dirigenti buoni per tutte le stagioni. Ci sono i cinque del direttorio sul palco con Grillo e sparso tra la folla anche qualche parlamentare tendenza Di Maio, ma il buco, enorme, non è tanto quello dei senatori – che non hanno mai digerito il piccolo gruppo dirigente incardinato alla Camera – o della Raggi, quanto quello lasciato da Gianroberto Casaleggio. Senza di lui il tavolo è zoppo. Le idee più pigre. Gli schemi più prevedibili. Eppure proprio Di Maio e Di Battista sembravano destinati a clonare lo schema dei Fondatori nella staffetta generazionale. Non è ancora così. Forse non sarà mai così.

Di Maio ha una camicia bianca e il viso tirato e per non sembrare un cocker con la faccia da duro prova a darci dentro con la voce e con la mimica, ma quello che dice è poco e un filo imbarazzante. Sintetizzando: la Muraro è indagata per colpa del Pd, ho visto la mail e non ho capito. «Vi chiedo scusa, ho sbagliato, ma noi non ci simo mai messi un soldo in tasca. E anzi ne restituiamo». I cattivi sono loro. Bravo, coraggioso, Applausi. Grillo lo abbraccia, Fico lo gela: «Il movimento non ha leader, è fluido, noi siamo il popolo, niente più di questo». E’ questo il messaggio di fondo.

Ma poi comincia lo show del Dibba e allora un nuovo leader è proprio lì. Racconta il suo tour da nord a sud, parla di ospedali che si chiudono, di ottanta euro che sono mancia elettorale, di tg che sono Pd. Il caso Roma è per i giornali di regime e per i poveri di mente. «Ogni goccia di pioggia che scende sui vostri volti diventerà una goccia di sudore freddo sul volto del premier», giura. Di Maio applaude rigido.

Qualcuno grida il nome di Di Maio. «Vai Luigi, non ti buttare giù». Che non è esattamente la frase che si urla a un leader. Di Battista invece bacia, stringe mani, firma autografi, si ferma per i selfie, finché la marea montante rischia di soffocarlo. e allora per la prima volta arrivano i carabinieri e la polizia, perché il servizio d’ordine non basta più. «Dibba. Sei il nostro premier». Forse. O forse non sarà né lui né Di Maio, perché ambienti molti vicini a Grillo fanno sapere che anche un altro nome è in corsa: Chiara Appendino, sindaca di Torino, 162 delibere e zero polemiche. Non è mai vero che uno vale uno.

Paola Muraro e Virginia Raggi nella visita a Tor Bella Monaca

POLITICA

Ama : le epurazione della Muraro

Le mani della Muraro sull’Ama. Ecco la lista delle epurazioni
Esclusiva: il piano di ristrutturazione dell’azienda dei rifiuti. Così l’assessora è…

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/Politica
vivicentro/Grillometro: Di Maio scende, Di Battista sale
lastampa/In piazza la tribù sacrifica Di Maio. Di Battista superstar si prende la scena

Grillo salva Raggi e commissaria Di Maio

0

La resa dei conti nel Movimento Cinque Stelle è arrivata: dal palco di Nettuno, Beppe Grillo difende la sindaca Raggi (“Va avanti”) e commissaria Di Maio, costretto a scusarsi per aver sottovalutato il caso Muraro. Di Battista si prende la scena con un comizio da leader accolto dall’entusiasmo della piazza. L’ex catechista col mito di Che Guevara esce rafforzato dal terremoto grillino nella capitale. Ma, come osserva Fabio Martini, il Campidoglio resta isolato perché l’attuale classe politica non riesce a esercitare il potere.

M5S, compromesso su Roma per salvare la sindaca Raggi

Il direttorio: no ai personalismi di “Luigi” o niente candidato premier alle prossime elezioni

ROMA – Lo sguardo smarrito di Luigi Di Maio, il sorriso di Alessandro Di Battista, la foga di Beppe Grillo. Nelle maschere dei suoi protagonisti c’è il racconto di quello che è diventato il M5S dopo una settimana di strazi interni: un candidato premier ne esce dimezzato, una sindaca ne esce più autonoma.

Il pubblico lavacro  

Il direttorio al gran completo fa da corona al suo leader dal palco di Nettuno dove ognuno di loro è andato a lavare i propri peccati. Sono le otto di sera. La Raggi non c’è, resta asserragliata in Campidoglio, in silenzio, finché appare in un video su Facebook. È il metodo 5 Stelle. Saltare le domande, parlare «direttamente al popolo», «senza intermediari» come dice Di Maio in tarda mattinata quando attraverso un altro post dà appuntamento a tutti a Nettuno.

La resistenza di Raggi  

Raggi annuncia la sua strenua resistenza su Paola Muraro, l’assessora indagata che i vertici pentastellati vogliono fuori dalla giunta. «Vogliamo vedere le carte» ribadisce lei. L’accontentano. Il suo post viene rilanciato sul blog di Grillo. Con un P.s.: «L’attuale vice capo di gabinetto Raffaele Marra sarà ricollocato in altra posizione». Mentre è ancora da capire cosa ne sarà di Salvatore Romeo, il capo di segreteria della sindaca. Fine. Per ora. La linea Raggi prevale. Restano al proprio posto Muraro e Raffaele De Dominicis, l’assessore al Bilancio suggerito dallo studio Sammarco. È il risultato di una lunga e faticosa mediazione tra il direttorio nazionale, Grillo e Raggi, sentita solo via telefono. È l’unico modo per ammorbidire lo scontro fratricida.

Di Maio si scusa: “Ho commesso un errore, ho sottovalutato la mail”

Il compromesso  

È il compromesso imposto da Grillo, costretto a scendere e a coprire le sue creature, per salvarle. Una strategia che viene esposta dal comico durante la riunione segretissima tenuta con il direttorio in una casa alle porte di Roma e che in parte raffredda il diktat notturno che il leader aveva lanciato su Roma, quando attraverso lo staff aveva detto che «nulla sarà più tollerato», e minacciato la sfiducia se Raggi avesse continuato la sua opposizione. Alla fine Grillo le telefona: «Che sta succedendo». La sindaca gli sintetizza la sua versione e conclude: «Questa è la mia linea Beppe, voglio che la rispettiate». Grillo chiude dicendole che lo avrebbero fatto ma invitandola anche a «mettersi al lavoro».

Di Battista: niente Olimpiadi a Roma

Le bugie di Di Maio  

Il vicepresidente della Camera ha mentito più volte. Ha detto di non sapere che Muraro era indagata. Ha detto di non sapere che l’assessora aveva chiesto un “335”, la procedura prevista per sapere se si è iscritti sul registro degli indagati. Invece gli sms del 4 agosto con Paola Taverna e Fabio Massimo Castaldo, membri del minidirettorio romano informato da Raggi, dimostrano il contrario. Come la mail 5 agosto, inviata a Di Maio dalla Taverna. Sms e mail finiscono sui giornali, e la senatrice finisce sotto accusa.

Grillo: “Stiamo sfondando un sistema che era in piedi da 50 anni”

«L’infame»  

«Infame» la definiscono nel giro più stretto di deputati e assistenti di Di Maio. Lei si difende: «Non sono stata io, anche altri avevano gli screenshot». Il caso Taverna agiterà le prossime ore. Intanto però, Di Maio ne esce ridimensionato con somma gioia dei suoi avversari interni. «Archiviato un Di Maio se ne fa un altro» è stata una delle dure affermazioni di Carla Ruocco. Tra chi gongolava vedendo crescere la stella di Di Battista ci sono i sostenitori di una tesi che comincia a farsi strada.

Caos Movimento 5 Stelle: se Raggi fallisce a Roma, Grillo è finito

Senza candidato premier  

Ovvero andare alle elezioni senza premier, ma come collettivo, come M5S; «perché – sostiene Roberta Lombardi – il M5S non è una singola persona, ma un progetto politico corale». La stessa convinzione su cui insiste Roberto Fico dal palco: «Tutti dobbiamo condividere di più». È quello che Di Battista va dicendo nei capannelli di Montecitorio da tempo: «Chi l’ha detto che dobbiamo avere un candidato premier? Si decide dopo le elezioni». Messaggio chiaro, indirizzato a Di Maio che è costretto al mea culpa in mondo visione. «Devi ammettere gli errori, chiedere scusa» gli dicono Grillo e il direttorio. Su Raggi invece prenderanno tempo: «Ora restiamo uniti, non diamoci più in pasto al Pd, ogni spaccatura è un massacro».

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/politica
vivicentro/Grillo salva Raggi e commissaria Di Maio
lastampa/M5S, compromesso su Roma per salvare la sindaca Raggi

Stabia in fiera 2nda edizione si presenta. Sarà Fiera Campionaria, Shopping, Food e Wedding

0

Si è svolta ieri mattina, mercoledì 07 settembre 2016, alle ore 11.00, presso la sala convegni dell’Hotel Miramare, al Corso Giuseppe Garibaldi n.1 in Castellammare di Stabia (Na), la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione di Stabia in Fiera, la grande expo che sta per aprire i battenti il prossimo 10 settembre nel piazzale delle Nuove Terme.

Presenti il direttore artistico Tony Martin, il sindaco della città Avv. Antonio Pannullo e i rappresentanti della Vip Events, organizzatrice dell’evento, Alessandro Somma, Cristina Somma e Luigi Schettino.

Oltre ad un’ampia panoramica data della complessa e strutturata manifestazione, l’occasione è stata utile per dettagliare, nello specifico, l’articolato programma di eventi che si svolgerà nell’area spettacoli.

“Stabia in Fiera si divide in tre grandi contenitori, ha spiegato Tony Martin, che comprendono la Expo, con l’area motor show, la fiera campionaria, l’ area shopping e il food, quindi il settore del Wedding, con ricche offerte e soluzioni per i futuri sposi (ai quali è anche riservato un interessante e divertente concorso che metterà in palio ricchi premi offerti dagli espositori) e infine lo Stabia Social Festival, il ricco contenitore di iniziative artistiche, esibizioni e talk show che porterà sul palco ogni sera, in pre-spettacolo, tanti artisti stabiesi. Spazio alla danza, con la partecipazione anche di scuole di Castellammare e altre 14 provenienti da tutta Italia”.

“Ogni serata avrà il suo filo conduttore in linea con il tema scelto, ha aggiunto il direttore artistico e, tra le tante altre cose, prevederà le esibizioni di artisti di chiara fama come Sal da Vinci, ospite all’apertura e Biagio Izzo che chiuderà la kermesse. Una sigla esclusiva, un coro e un balletto “Stabia in Fiera” sono una caratteristica create appositamente per questa edizione, ha aggiunto Tony Martin, che ha infine svelato: fiore all’occhiello dello Stabia Social Festival sarà loStabia’s Got Talent che quest’anno porterà sul palco 30 strepitosi talenti tutti finalisti o vincitori di edizioni di altri talent come The Voice, Ti lascio una canzone e Io canto e per il quale abbiamo messo in campo un vero e proprio progetto di più ampia portata e sul lungo periodo che, con la supervisione generale di Caterina Caselli, prevede l’uscita, già a Natale, di un primo cd che sarà sponsorizzato dalla Vip Events e che sarà presentato proprio qui a Castellammare, al Teatro Supercinema”.

“Stabia in Fiera è un evento straordinario e un eccezionale viatico per Castellammare di Stabia – ha commentato il sindaco Antonio Pannullo – e rappresenta, ha dunque detto, il grande desiderio di questa città di riappropriarsi della propria identità anche grazie all’arte e alla cultura. In questa iniziativa che coinvolge e mette insieme commercianti, albergatori, artisti, intellettuali e imprenditori – ha concluso – si intravede tutta la buona volontà delle donne e degli uomini stabiesi di fare unione e quindi forza per mettere in campo iniziative di successo”.

Scarium: frammenti della memoria su via Torrione a Forio d’Ischia

0

La Storia dell’isola d’Ischia, edita nel 1867 da Giuseppe D’Ascia, si presta al teatro itinerante e suggerisce ‘Scarium’. Un format alla seconda edizione il cui fine è portare alla ribalta storie neglette, coinvolgendo gli spettatori in un percorso storico – geografico attraverso una Forio che non esiste più. La visita teatralizzata di via Torrione, realizzata dalla compagnia “Uomini di Mondo” in collaborazione con le associazioni “Actus Tragicus”, “Radici” e la Banda Musicale Città di Forio, batte le tappe snodandosi attraverso la stradina che dal centro porta al mare e allo scomparso cantiere navale.

Nella Sala della Primavera della Reggia di Caserta fa bella mostra di sé un dipinto del “vedutista “ di corte, Jacob Philipp Hackert che, durante il Regno delle due Sicilie il “fotografò” (per un compenso 500 di zecchini) una panoramica del porto di Forio (vedi foto in alto). A ponente s’intravede lo scaphium, l’invaso ove prendevano forma gli antichi velieri che commercializzavano quei vini, cui i polifenoli attivi contenuti nell’humus vulcanico dei nostri vigneti conferivano una speciale flagranza.

Lo Scaphium, mutato prima in Scarium e quindi Scaro diede nome all’attuale via del Torrione.

Frammenti di memoria custoditi e, finalmente, rivelati da un’attenta analisi eseguita sul materiale fornito in parte dallo storico foriano Giuseppe D’Ascia, in parte dalle tradizioni popolari, ma coagulati da un comune denominatore: la voglia di diversificare l’offerta turistica e donare a ospiti e residenti l’opportunità di conoscere un pezzo della nostra storia.

Il Virgilio che guida gli spettatori nell’arena è Pierpaolo Mandl, giovane laureato in storia dell’Arte, che ha scelto di ricercare nel proprio territorio un lavoro che lo entusiasmi e, indossando le vesti di Giovanni Verde, allievo dell’insigne scultore che dimorò nel Torrione, e che fu poi nominato primo Direttore del Museo Civico Giovanni Maltese, introduce le scene che via via s’intrecciano e ricordano i personaggi: Giovanni Maltese, Caterina D’Ambra, la popolana Tolla, Rachele Guidi Mussolini e Don Pietro Regine.

Valerio Buono, regista e interprete di Giovanni Maltese, l’artista ribelle di Forio che per trent’anni abitò in enfiteusi, fino a riscattarlo, il Torrione, la più importante delle torri anti saracene edificate nel paese, ne enfatizza la vivacità polemica e la tenace opposizione alla classe dirigente locale di fine ‘800. Seconda tappa è la gipsoteca al piano superiore, dove sono esposte le numerose opere di quest’eclettico artista foriano.

Valentina Lucilla Di Genio è Caterina D’Ambra. La vicenda di questa donna è uno degli episodi più interessanti della Storia del D’Ascia.

La vendetta di una donna

«Un giorno gli armigeri perlustrando per le campagne di Monterone, anche in Forio, infeste da malviventi, videro in un vicoletto detto del Carrubio che un uomo nello scovrirli si pose a fuggire; uno di essi fu lesto a sparargli appresso, lo colpì, e cadde – Era un sordo-muto!……. detto il muto di casa d’Ambra, perché sciocco, non perché reo, al vedere gli armati soldati, che dal volgo chiamansi gli sbirri, avea preso la fuga. Questo sordo-muto avea una sorella chiamata Caterina d’Ambra, la quale ad un coraggio che trascendea in fierezza, ad un animo dispettoso e vendicativo, accoppiava un affetto straordinario verso questo fratello, ed un cuore risoluto ad ogni  straordinaria e pericolosa impresa. L’affetto per la vittima irritò Caterina, per cui giurò di far pagare, alla brigata, a caro prezzo il sangue sparso del suo amato fratello. Aspettò la sera di un solenne dì festivo, sapendo, che, quella sbirraglia priva di disciplina e di educazione, non si sarebbe in tale serata ritirata in caserma, senza essersi avvinazzata da ridurre branco di animali.

Venuto il giorno desiderato, Caterina approfittava dell’universale baccano della festa (baccano ed orgia in cui vanno a consistere le festività religiose per la maggior parte de’ cattolici), perché gli stravizzi della giornata disertavano più presto le strade, in quel paese rurale, dagli ubbriachi e stanchi operai; per lo che, scorsa appena la prima metà della notte, si unì ad una sua cugina di pari indole coraggiosa, e, seguito da tutto il parentado, che ascendevano a circa quarant’uomini risoluti, si portò ad assalire gli armigeri nella loro stessa caserma, posta al lido del mare, verso la spiaggia di Monticchio, propriamente accosto la porta del paese. Era la caserma composta di unica stanzuccia a pianterreno, che serviva per corpo di guardia e per dormitorio. Gli sbirri sopraffatti dal vino giacevano sul tavolato come maiali, e i loro corpi sarebbero sembrati inanimati, se non avessero russato in modo che lo strepito si sentiva da fuori, e servì ad avvertire la Caterina, che il momento era proprizio ai suoi disegni. Gli uomini ben armati, chi di ferro, chi di schioppo, chi di strumenti rurali, chi munito di zolfo, e polvere, ed altri portanti scale, legna, zappe e pali di ferro, tutti istrutti del proprio incarico della assegnata azione, si apprestarono alla caserma. Caterina fa piazzare le scale e coll’altra compagna monta sul tetto, da altri fa occupare il loggiato, che sporgeva sul mare sottoposto, verso ponente, per togliere l’uscita ai prigionieri in quel lato, nel caso che volessero trovare uno scampo dalla parte del mare; lascia altra mano di armati a guardia della porta d’entrata per impedir la fuga o la resistenza. Sul tetto della casa vi esisteva il coverchio del condotto del fumo che comunicava al focolare, ch’era nella stessa stanza: Caterina lo toglie, ordina che le portino le legna, il zolfo e la polvere: si accorge che il loggiato è coverto da borre e fascine di mirti già secche, trova queste legna più accendibili, colle sue mani, aiutata dalla cugina, ne afferra una brancata; le accende e le gitta pel cammino sul focolare; su quelle versa il zolfo, la polvere, e poi altre legna quasi fresche, onde accrescano fumo da superar la fiamma. Il fumo è densissimo; è soffocante; il fuoco è scottante; i birri ubbriachi marci non possono sfuggire la fatale conseguenza! Di dodici, uno si salvò, perché meno ebbro degli altri, e si salvò mettendo la testa nel luogo più schifoso ch’ivi si trovava. La Caterina assicurata del colpo, caccia dall’affannoso petto un sospiro troppo eloquente: atteggia il labbro ad un riso d’inferno, che indica «La mia vendetta non ha fallito», scende dal tetto colle mani scottate, col volto annerito dal fumo, coi capelli sconvolti, colle vesti mezze bruciate, parea una Megera! Dalla chiesa vicina sonano i rintocchi del SS. Viatico per un moribondo, il popolo accorrerà alla chiamata, possono gli assalitori essere scoverti, arrestati; per cui Caterina scende in fretta dal tetto, ordina la ritirata, e tutti abbandonano quegl’infelici in preda ad una disperata morte, e si vanno a rinselvare; a prendere il posto fra i banditi ed i facinorosi. La Caterina si chiuse nella Chiesa di S. Lucia luogo di asilo per le leggi del tempo, e lì per dodici anni rimase ricoverata!

E quando carca di anni distesa sul letto di morte, la sua nuora Lucia Nicolella la eccitava a cercar perdono a Dio per aver fatto andare undici anime all’inferno, dessa come se fosse stata scossa da una molle di acciaio infuocato, spalancava i semi chiusi occhi, si animava di vita febbrile; e dopo ottant’anni da quell’avvenimento, poiché si morì di anni cento, e pria di compier vent’anni avea fatto quella bravura, sempre vivo il fuoco delle due passioni, che ve la spinsero, alimentando nel suo animo, rispondeva – Se di coloro ne avessi un dito me lo mangerei in due panelle; mi uccisero un povero fratello! – Che dici di cercar perdono a Dio? – Sono ancora dolente che uno se ne salvò!

Questa fu l’autentica risposta di quella donna che visse e morì da fervida cristiana-cattolica?

Tanto era potente allora la religione della vendetta? Si!… L’ignoranza e la barbarie l’avevano creata, e la mantenevano l’arbitrio e la feudalità. »

La monatta Tolla ci ammonirà con le sue funeste previsioni la settimana prossima.

Monopoli mai sconfitto in casa dalle vespe: tutti i precedenti

La Juve Stabia non è mai riuscita a battere i “gabbiani” in terra pugliese

Monopoli e Juve Stabia, si sono affrontate in gare di campionato sei volte allo stadio “Vito Simone Veneziani” di Monopoli e mai le vespe di Castellammare sono riuscite ad espugnare l’impianto pugliese, tre sono le sconfitte e tre i pari (tutti per uno ad uno). Vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1976 / 1977 – Campionato Nazionale di Serie D girone ‘ H ‘

15° giornata di ritorno: MONOPOLI – JUVE STABIA 1 – 1 la marcatura gialloblù portò la firma dell’attaccante Giovanni FUMAROLA.

– 1979 / 1980 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ D ‘

7 ottobre 1979 – 2° giornata d’andata: MONOPOLI – JUVE STABIA 2 – 1 per le vespe su calcio di rigore realizzò la mezz’ala Giovanni SCHETTINO.

– 1980 / 1981 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ D ‘

21 dicembre 1980 – 5° giornata d’andata: MONOPOLI – JUVE STABIA 1 – 1 la rete stabiese fu siglata dal mediano Mauro RUFFELLI.

Giorgio LUNERTI
Giorgio LUNERTI

1992 / 1993 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ C ‘

4 ottobre 1992 – 4° giornata d’andata: MONOPOLI – JUVE STABIA 1 – 1 (arbitro Fabrizio Acronzio di Teramo) il  gol delle vespe portò la firma del bomber Giorgio LUNERTI.

– 2009 / 2010 – Campionato Nazionale di Seconda Divisione girone ‘ C ‘

30 agosto 2009 – 2° giornata d’andata: MONOPOLI – JUVE STABIA  3 – 2

Sebastian Jesus VICENTIN
Sebastian Jesus VICENTIN

(arbitro Fabio Manera di Castelfranco Veneto) vespe in vantaggio nel primo tempo al diciottesimo con Maurizio PELUSO, dopo dieci minuti i pugliesi pareggiano con Balistreri e dopo altri dieci, gialloblù ancora in vantaggio con l’argentino Jesus Sebastian VICENTIN; nella ripresa, i bianco verde in due minuti (ottavo e decimo) prima raggiunsero il pari con Lacarra e poi realizzano la rete della vittoria con Lisi.

– 2015 / 2016 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

30 aprile 2016 – 16° giornata ritorno: MONOPOLI – JUVE STABIA 4 – 0 (arbitro Pierantonio Perotti di Legnano) i gabbiani servirono il poker alle vespe realizzando due reti per tempo, nel primo segnarono Pinto e Di Mariano, mentre nel secondo andarono a segno Esposito e Viola.

Giovanni Matrone

Casale Monferrato : scandalo Croce Rossa

I soldi raccolti per aiutare le persone povere sarebbero finiti nelle disponibilita’ personali di alcuni ex dirigenti della locale Croce Rossa di Casale Monferrato*. Gli indagati avrebbero scambiato la Croce Rossa come un Ente di assistenza prive’ per se e le proprie famiglie.
I Fatti :
L’anno scorso una formale denunzia era stata presentata dai nuovi Dirigenti della Croce Rossa Italiana, si erano accorti che i conti non tornavano, vi erano degli ammanchi di cui non sapevano giustificarne i motivi di spesa.
Le Fiamme Gialle, ricevuta la segnalazione, si erano subito messe in moto, ora a distanza di un anno, il Giudice per le indagini preliminari ha emesso cinque ordini di carcerazione ad altrettanti ex dirigenti che amministrarono i conti della Croce Rossa.
Dagli accertamenti si e’ appurato che i 5 arrestati, di cui ancora si sconoscono i nomi, avrebbero utilizzato le tessere di benzina, per rifornire di carburante le proprie auto e quelle del Supermarket, per acquisti personali, un ammanco quantificato in 172 mila euro:
  1. Benzina per uso personale
  2. Elettrodomestici
  3. Derrate alimentari
  4. Profumi
  5. Cosmetici per la cura e la bellezza del corpo.
  6. Ricariche telefoniche
  7. Regali vari
Una vera manna erano quelle carte di “discredito” usate con tanta noscialance, ora gli indagati sono accusati a vario titolo per peculato in concorso;  Speriamo che i Magistrati possano riuscire a recuperare i soldi rubati e che vengano consegnati alle persone bisognose.
Non erano certo dei Robin Hood, che rubavano ai ricchi per donare ai poveri, solo dei grossi sciacalli nel corpo e nella mente.
In Italia si ruba e si continua a rubare, chi ne fa le spese e’ sempre gente bisognosa d’aiuto, certe persone che approfittano del proprio ruolo per impossessarsi dei beni altrui andrebbero messe in carcere per anni, senza alcuno sconto, ne scampolo di pena.
Per il dio denaro, si perde faccia e dignita’, ma quest’aspetto morale non sembra che interessi piu’ di tanto.
NOTE SU CASALE MONFERRATO:
Casale Monferrato è un comune italiano della Provincia di Alessandria in della Regione di Piemonte. I suoi abitanti sono chiamati i casalesi o casalaschi.
Il comune si estende su 86,3 km² e conta 36 069 abitanti dall’ultimo censimento della popolazione. La densità di popolazione è di 417,9 abitanti per km² sul Comune.
Nelle vicinanze dei comuni di San Giorgio Monferrato, Villanova Monferrato i Frassineto Po, Casale Monferrato è situata a 21 km al Sud-Est di Vercelli la più grande città nelle vicinanze.
Situata a 116 metri d’altitudine, il comune di Casale Monferrato ha le seguenti coordinate geografiche 45° 8′ 14” Nord, 8° 27′ 3” Est.
Casale Monferrato è gemellata con altre 3 città nel mondo.
(da wikipedia)

La ‘Zuccarexit’ di Zuccarello

0

C’ è un Comune in Liguria che conta poco più di 300 abitanti dislocati in un’area di circa 10 Km, che ha chiesto alla Ue di uscire prima dall’Italia, e dopo dall’Europa: è Zuccarello*, piccolo paese in provincia di Savona, ha bussato alle porte di Bruxelles affinché venga riconosciuta l’indipendenza del Marchesato di Zuccarello dalla Repubblica Italiana.

Vediamo i motivi di questa «Zuccarexit» che si basa sulla storia del paese che faceva parte di quel che un tempo era il Marchesato dei Del Carretto di Zuccarello.

Spiega Luca Gardella, portavoce degli abitanti di Zuccarello, è sempre stato un Comune libero, aveva un proprio organo tributario, proprie Leggi un Tribunale, un «Ospedale» e una propria moneta.

A Bruxelles è stato chiesto di esprimersi :

1) in favore del ripristino de i confini del «Libero Comune di Zuccarello» così com’era nel Sedicesimo Secolo.

2) di riconoscere lo Stato sovrano autonomo di Zuccarello, di prodigarsi, nei confronti del Governo Italiano, inducendo Legislatori e Funzionari a svolgere “celeremente” quegli atti, legislativi, amministrativi e giudiziari, necessari per affrancare il territorio del nuovo Stato Sovrano di Zuccarello dalla Repubblica Italiana.

Non c’e’ 2 senza 3

3) Infine si chiede l’ istituzione di un’ apposita commissione per valutare quanto accaduto nel corso dei Secoli, quanto subito dai residenti di quello che dovrà tornare ad essere un libero territorio.

Vessazioni, imposte ed altri abusi subiti da impropri regnanti, e valutare un congruo risarcimento che la Repubblica Italiana dovrà riconoscere allo Stato Sovrano autonomo di Zuccarello.

«Il primo passaggio», aggiunge Gardella, è quello di uscire dall’ Italia, a seguire verrebbe l’uscita dall’ Europa, poi Zuccarello deve essere riconosciuto come la Repubblica di San Marino che non fa parte dell’ Europa.

E non finisce qui :

Non c’ è alcun documento scritto dove si certifichi che il Marchesato di Zuccarello ha accettato di entrare a far parte dello Stato Italiano e men che meno in Europa, conclude il portavoce del gruppo di Cittadini liberi che su basi storiche valuta le possibilitá di uscire dall’ Italia e dalla Ue.

Se le richieste di Gardella venissero accettate 55 milioni di Italiani si trasferirebbero in questo paese, solo che e’ troppo piccolo per accogliere tutti, stringendoci un po’ potremmo anche farcela.

vvivicentro.it/blogger/ Zuccarexit. Lo Piano – Saintred

NOTE SU ZUCCARELLO:

Zuccarello è un comune italiano della Provincia di Savona in della Regione di Liguria. I suoi abitanti sono chiamati i zuccarellesi.
Il comune si estende su 10,7 km² e conta 339 abitanti dall’ultimo censimento della popolazione. La densità di popolazione è di 31,6 abitanti per km² sul Comune.
Nelle vicinanze dei comuni di Castelvecchio di Rocca Barbena, Arnasco i Erli, Zuccarello è situata a 11 km al Nord-Ovest di Albenga la più grande città nelle vicinanze.
Situata a 130 metri d’altitudine, il comune di Zuccarello ha le seguenti coordinate geografiche 44° 6′ 44” Nord, 8° 6′ 58” Est.

(wikipedia)

In patria ne son sicuri: “Rog? E’ il nuovo…”

Marko Rog, il nuovo Modrić che farà impazzire i tifosi azzurri

Uno dei nuovi arrivi in casa Napoli è Marko Rog. Il Croato classe ’95 va ad arricchire un reparto rivoluzionato in questa sessione di mercato. In Croazia viene considerato il nuovo Luka Modrić, molte le qualità in comune con il talento dei Blancos, dribbling nello stretto, visione di gioco, l’abilità di inserirsi in zona gol e lo spirito di sacrificio. Può ricoprire il ruolo di trequartista e anche quello di mediano. Il ventunenne mette in campo molto agonismo e dinamismo, qualità gradite a molti allenatori. Ottimo nella marcatura a uomo, lo abbiamo visto nel match degli europei contro la Spagna, quando gli venne dato il compito di annullare le giocate di Iniesta, compito riuscitogli discretamente dato che i numeri della partita hanno dimostrato che la percentuale di passaggi riusciti dallo spagnolo abbia avuto un notevole calo rispetto alla media delle altre partite. Cresce nelle giovanili del Varaždin, nel 2013 passa in prima squadra risultandone, a fine stagione, il capocannoniere con 17 reti in 30 presenze nella terza serie croata, nel 2014 viene acquistato dal Rnk Spalato club di massima divisione, conclude l’esperienza con 9 reti in 44 presenze. Nel giugno 2015 si trasferisce alla Dinamo Zagabria per 5 milioni di euro dove totalizza 40 presenze e 5 reti. È arrivato a Napoli con la formula del prestito oneroso ad 1,5 milioni e obbligo di riscatto a 12,5 milioni, operazione da 14 milioni totali. Nelle sue dichiarazioni dice di voler lottare per un posto da titolare, a detta di molti questo ragazzo ha le potenzialità per diventare un talento del calcio europeo, sperando che sia Napoli la piazza ideale per farlo crescere. Anche grazie a lui Sarri avrà la possibilità di modificare modulo dato che come altri in rosa è capace di ricoprire più ruoli.

A cura di Andrea Bosco

RIPRODUZIONE RISERVATA

Giaccherini sarà convocato per Palermo, ma Sarri deve chiarire il suo ruolo

La Gazzetta dello Sport su Giaccherini

E’ arrivato il momento di Emanuele Giaccherini. Il ragazzo, rientrato da un brutto infortunio che l’ha tenuto fuori per 45 giorni, sarà convocato da Maurizio Sarri per il match di domenica contro il Palermo. Non è ancora chiaro, però, il ruolo in cui il tecnico farà giocare l’ex Juve. Si pensa a Giaccherini come vice Callejon, ma anche come mezzala.

Roberto Insigne e quella conferma inaspettata quanto attesa

La Gazzetta dello Sport su Roberto Insigne

Si lavora al rinnovo del piccolo di casa Insigne: anche per Roberto, infatti, si preannuncia un futuro a tinte azzurre. I due ragazzi hanno fatto sapere di voler giocare insieme nel Napoli del futuro, idea che non dispiace alla società partenopea. Quando le parti si incontreranno per parlare del adeguamento di contratto del magnifico, si chiarirà anche la posizione del fratello, in scadenza di contratto nel 2017. Sarebbe dovuto andare in B, ma Roberto Insigne ha deciso di rimanere per giocarsi tutte le sue carte e diventare protagonista.

Rog, fermarsi mai: un Europeo, la Champions e adesso Palermo

La Gazzetta dello Sport su Rog

Sempre di corsa Marko Rog, fermarsi mai. Il ragazzo, dopo aver disputato un buono Europeo con la sua Croazia e le qualificazioni di Champions con la Dinamo Zagabria, è pronto ad iniziare la sua nuova stagione col Napoli. Il centrocampista classe 95, che ritornerà dal ritiro della nazionale solo quest’oggi, potrebbe essere convocato da Sarri in vista del match di domenica contro Palermo, nonostante non abbia svolto nemmeno un allenamento coi suoi nuovi compagni. Sarà difficile, ad ogni modo, vederlo in campo: il ragazzo partirà dalla panchina e prenderà confidenza con il suo nuovo gruppo.

Sarri pensa ad un Dimaro bis: allenamenti come in ritiro per le new entry

La Gazzetta scrive

Sarri pensa di sottoporre ai suoi ragazzi una preparazione molto simile a quella già svolta a Dimaro. Il tecnico avrebbe voluto la squadra al completo già per il ritiro in Trentino, ma ciò non è stato possibile. Per questo, l’ex Empoli avrebbe pensato ad allenamenti sulla tattica per integrare i nuovi arrivati, con l’obiettivo di accelerare il loro recupero fisico in vista di un tour de force che vedrà gli azzurri impegnati ogni tre giorni. Il tutto si svolgerà chiaramente a Castel Volturno, la casa dei partenopei.

Gazzetta- Insigne deluso da Ventura per la mancata convocazione

La Gazzetta su Insigne

Non è un momento felicissimo per Lorenzo Insigne. La Gazzetta dello Sport, oggi in edicola, fa sapere come il ragazzo sia stato profondamente deluso dal comportamento del ct azzurro Ventura, che l’ha escluso dalla lista dei convocati per le qualificazioni ad Euro 2018. La rosea fa il punto anche in merito al rinnovo del ragazzo coi partenopei: l’incontro tra le parti dovrebbe esserci a breve, in un clima di assoluta serenità. Difficile, quindi, non raggiungere un accordo: Insigne e il Napoli continueranno insieme il loro rapporto.

Muro Comunitario

0

ll Ministro per l’Immigrazione del Regno Unito, Robert Goodwill, ha confermato l’inizio dei lavori per innalzare un muro alto quattro metri, attraversera’ per 1 Km, una parte dell’autostrada che porta a Calais.

La nuova recinzione verra’ costruita in “Comunita’”con la conpartecipazione del Governo Francese, anche se l’Inghilterra non fa piu’ parte dell’UE. Entrambi i Governi tenteranno di fermare il flusso di migranti che giornalmente attraversano la Manica.

Fa parte di un pacchetto di misure restrittive anti profugo, da 17 milioni di sterline; Dovrebbe servire a mettere in sicurezza il porto di Calais, la piccola muraglia franco inglese avra’ un costo di 1,9 milioni.

Vade Retro Profugus :

Molti profughi, eludendo la vigilanza di entrambe le polizie (francese e inglese), sono riusciti ad attraversare la Manica sbarcando nel Regno Unito, nascondendosi nei container dei camion o di altri mezzi di trasporto che giornalmente transitano nel porto di Calais.

Il Ministro Goodwill, ha spiegato alla commissione Affari interni del Parlamento britannico, che le misure antiprofugo adottate fino ad ora avevano dato risultati deludenti, in virtu’ di questa ‘defiance’ era necessario adottare misure piu’ restrittive come quella del muro in corso di costruzione.

E’ come giocare giornalmente a guardia e ladri, chi non riesce oggi ad attraversare la Manica lo fara’ domani, questo tira e molla continuara’ all’infinito, ha spiegato il Ministro Goodwill alla commissione Affari interni del Parlamento. Per tale motivo bisogna innalzare un muro piu’ alto che possa far cessare gli sbarchi clandestini dalla Francia all’Inghilterra.

L’Italia cosa dovrebbe fare se il Governo prendesse la decisione di fermare gli sbarchi? Innalzare una muraglia cinese sul Mar Mediterraneo?
In alternativa mitragliare e mandare a picco tutti barconi provenienti dall’Africa (come suggerivano menti fine leghiste)? Purtroppo questo e’ ormai un dramma umanitario che di anno in anno andra’ sempre piu’ ad aumentare.

Ogni Nazione dovrebbe assumersi le proprie responsabilita’, specialmente quelle che hanno destabilizzato alcuni regimi nel Medio Oriente. Fornendo successivamente alle fazioni in lotta, una quantita’ infinita di armi, le hanno trasformate in polveriere a cielo aperto.

Milioni sono le persone che scappano dagli orrori della guerra, se poi tra esse vi sono degli Jihadisti, sara compito di ogni Governo vigilare su possibili infiltrazioni terroristiche.

vivicentro.it/ Muro Comunitario. Lo Piano – Saintred

Intesa tra gli autotrasportatori, il terminal e l’autorità portuale del Porto di Napoli

0

Si è conclusa con un accordo, siglato questa mattina, la riunione convocata dall’Autorità Portuale relativa alle problematiche dell’operatività del Porto di Napoli. Gli autotrasportatori della Fai (Federazione Autotrasportatori Italiani) avevano manifestato nei giorni scorsi per il miglioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza all’interno dello scalo partenopeo.

Al termine della discussione l’Autorità Portuale si è impegnata a: migliorare la viabilità interna, in particolare la strada che porta al terminal viale Vesuvio, che sarà oggetto di lavori di ristrutturazione a partire dal 12 settembre, con inizio dei lavori dal Varco Carmine; limitare la sosta delle auto che riducono la circolazione regolare degli automezzi; sensibilizzare la Guardia di Finanza per velocizzare le operazioni di uscita al Bausan degli automezzi, utilizzando il personale del Varco Sant’Erasmo; prevedere la futura eliminazione del “visto uscire” al fine di rendere il traffico scorrevole; mettere a disposizione le aree non utilizzate ed in concessione per migliorare la viabilità interna; vigilare sugli impegni che CONATECO (Consorzio Napoletano Terminal Containers) ha preso nei confronti dei propri autotrasportatori.

La CONATECO a sua volta si è impegnata a: assicurare, per l’export, la presenza di 3 carrelli in maniera permanente, inoltre dalla metà di settembre, nelle ore di punta, sarà inserito un ulteriore carrello; per l’import, assicurare 5/6 transtainer in maniera giornaliera; partecipare ad un tavolo di confronto bisettimanale per verificare l’operatività delle soluzioni adottate e sul numero di mezzi utilizzati; valutare le segnalazione della FAI in merito alle disfunzioni create dai propri dipendenti in merito alle operazioni di registrazione delle bollette doganali, con la possibilità di cambiare i proprio operatori non idonei a quella mansione; automatizzare le operazioni di gate/in delle operazioni in modo da eliminare ulteriori rallentamenti; valutare l’apertura dalle ore 6; sostituire e riparare il proprio equipment in conformità del piano industriale entro il 31/12/2016; aprire il sabato dalle ore 6  alle ore 12  per il mese di settembre e ad aprire il gate i giorni lunedì/venerdì dalle 7  alle 22  con fuori orario fino alle 24. Inoltre è stato stabilito che le partite multiple di container saranno gestite al terminal Soteco. “E’ estremamente positiva l’intesa raggiunta in seguito al blocco delle attività avvenuto nella settimana scorsa”, ha dichiarato Ciro Russo, segretario Fai Napoli. “Gli impegni siglati rappresentano un deciso passo in avanti nei rapporti intercorsi negli ultimi 10 anni. Il Terminal ha infatti valutato anche la possibilità di incrementare i mezzi a disposizione per le attività di autotrasporto. L’efficienza dell’intero sistema passa attraverso gli interessi di tutti, è importante per questo l’istituzione di un tavolo di confronto periodico che coinvolgerà tutti gli operatori portuali”.

Juve Stabia – Napoli e Fontana – Sarri: destini simili

La Juve Stabia e il Napoli, la Vespa e il “Ciuccio” a confronto

La Juve Stabia bella e spumeggiante di questo inizio di stagione ha attirato su Gaetano Fontana le attenzioni e le lodi di tanti addetti ai lavori. Ciò che balza all’occhio, però, osservando la squadra gialloblù è la vicinanza ai principi di gioco inculcati da Maurizio Sarri al suo Napoli.

Fateci caso; entrambe le squadre scendono in campo con un 4-3-3 a proiezione fortemente offensiva, dove la parola d’ordine è attaccare prima ancora che difendere. L’attacco parte proprio dalla difesa, con due esterni che danno il meglio nella fase di spinta: Cancellotti e Liotti (in attesa di Liviero) nella Juve Stabia, e Hysaj e Ghoulam nella formazione azzurra. Terzini che macinano chilometri e che sfornano cross a ripetizione per il centravanti della squadra.

Le similitudini possono essere facilmente individuabili anche nella zona offensiva del campo, dove i due esterni hanno il compito di innescare la punta centrale, con licenza, però, di colpire anche in prima persona il portiere avversario. Così dunque Mertens e Kanoutè sulla sinistra e Callejon e Marotta sul fronte destro. Sempre in tema di esterni offensivi, sia Napoli che Juve Stabia possono contare su una batteria di “ali” che pochi organici del rispettivo campionato possono vantare: Sandomenico e Lisi da una parte ed Insigne e Giaccherini, jolly dal centrocampo in su, dall’altra. Questa idea di gioco vede poi nel centravanti il finalizzatore di tutta la manovra della squadra, il beneficiario degli assist dei compagni.

Anche nella gestione del proprio attaccante principe le due squadre hanno avuto una condotta simile. Sarri al suo arrivo a Napoli è riuscito nella non facile impresa di convincere un demotivato ed avvilito Higuain a restare in azzurro ed a rimettersi in gioco, portandolo poi a sfondare dopo pochi mesi il muro dei 36 gol in Serie A.
Con le dovute proporzioni Gaetano Fontana ha fatto la stessa cosa con Stefano Del Sante. La punta perugina era al centro di tante voci di mercato ma a Fontana è bastata una chiacchierata per convincere il suo attaccante a restare alla Juve Stabia ed a renderlo il leader dell’attacco stabiese. Se Del Sante, come avvenuto ad Higuain, a fine stagione riuscisse a superare il proprio record di gol (14 stagionali), avvicinerebbe ancora di più la sua stagione a quella scorsa di Higuain.

Tutte queste similitudini non possono essere frutto di caso o coincidenza, ed infatti trovano una radice molto forte nella scorsa stagione. Fino a pochi mesi fa Gaetano Fontana stava scontando una dolorosa squalifica; non è un mistero che in quel periodo il tecnico della Juve Stabia si sia recato più volte a Castel Volturno per seguire gli allenamenti del Napoli e “rubare” qualche segreto a Maurizio Sarri.
Evidentemente, stando a quanto visto fino ad ora, Fontana ha imparato molto bene da Sarri ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Il paragone tra Juve Stabia e Napoli ha trovato la conferma anche di uno dei diretti interessati: Stefano Del Sante. Nella conferenza stampa di oggi, la punta stabiese ha confessato come Fontana abbia dato alla squadra una consapevolezza dei propri mezzi ed una mentalità vincente e da grande squadra mai viste nei mesi scorsi. Proprio quello che Sarri ha fatto con il suo arrivo a Napoli dopo l’epilogo dell’era Benitez.

Siamo solo alla vigilia della terza gara di campionato, ed è presto per azzardare ulteriormente questo paragone, ma il Gaetano Fontana versione “sarriana” sembra davvero aver cambiato la Juve Stabia.

Raffaele Izzo

Riproduzione Riservata

Si diffida da qualsiasi utilizzo e/o riproduzione del presente contenuto senza citazione della fonte

Scuola: Giannini firma il decreto, al via 30mila assunzioni

0

Il ministro Giannini ha firmato il decreto che dà il via libera alle immissioni in ruolo

Via libera alle 30mila assunzioni per l’anno scolastico 2016-2017. È stato appena firmato, infatti, dal ministro dell’istruzione dell’università e della ricerca, Stefania Giannini, il decreto che autorizza le immissioni in ruolo dei docenti per l’anno scolastico in corso.

Dopo le operazioni di mobilità i posti disponibili sono complessivamente 29.720, di cui 22.499 posti comuni e 7.221 per il sostegno.

”In due anni – ha sottolineato il ministro – il governo ha immesso in ruolo quasi 120mila insegnanti fra piano straordinario di assunzioni e le immissioni che si chiuderanno nei prossimi giorni”.

Si tratta di un “risultato storico per la scuola che dà maggiore stabilità all’organico e quindi più continuità didattica’‘ ha proseguito la Giannini.

Nel dettaglio, i posti disponibili sono così suddivisi:

  • Infanzia: 3.632 posti comuni e 787 di sostegno;
  • Primaria: 3.859 posti comuni e 4.043 di sostegno;
  • Secondaria di I grado: 7.570 posti comuni e 1.845 di sostegno;
  • Secondaria di II grado: 7.438 posti comuni e 546 di sostegno.

vivicentro.it/politica
vivicentro/Scuola: Giannini firma il decreto, al via 30mila assunzioni
StudioCataldi/ Scuola: al via 30mila assunzioni (Marina Crisafi)