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Teatro interpretato dai malati di Alzheimer

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Teatroterapia e terapia del sorriso. E’ uno degli approcci innovativi utilizzati nel Centro IGEA, struttura semiresidenziale per l’accoglienza, la tutela e l’assistenza di persone affette da degrado cognitivo. Il Centro, con sede a Pescara, opera all’interno dell’Associazione ASSO Onlus, coordinata dal Sig. Luciano Fattori.

Il progetto, denominato “Coccole per l’anima”, nasce dalla collaborazione del Centro IGEA con i volontari dell’Associazione Clown Doc di Pescara e con un attore dell’Associazione EstroDestro, specializzato in improvvisazione teatrale.

Il programma è volto a perseguire il totale coinvolgimento dei pazienti indipendentemente dalle gravità delle patologie presenti e dalle diverse età dei singoli nonché l’espressione e la gestione delle loro emozioni, cercando di dare sfogo alle loro emozioni negative, migliorando al contempo la loro capacità mnemonica.

L’attività si concluderà a Giugno 2017 con l’organizzazione di uno spettacolo teatrale a cui parteciperanno tutte le figure coinvolte.

Il Centro IGEA assiste persone inserite in contesto familiare con patologie cronico-degenerative (Demenza di Alzheimer o altri sindromi correlate al decadimento cognitivo) e assicura alla loro rete parentale il supporto necessario a proseguire a domicilio, in maniera sostenibile, la cura del proprio familiare.

Perché un progetto così innovativo?

Uno tra i principali obiettivi del Centro IGEA – afferma la Dott.ssa Francesca Fonzi, psicologa del Centro – è quella di creare un ambiente atto a favorire esperienze relazionali caratterizzate dalla serenità e dal benessere.

La risata incrementa la produzione di beta endorfine e, di conseguenza, riduce la percezione del dolore e dell’ansia, agendo positivamente anche sul sistema immunitario, su quello cardio-circolatorio e sulle funzioni respiratorie. Il teatro è lo stimolo per comunicare emozioni, sensazioni, il proprio stato d’animo ed offre la possibilità di esprimersi attraverso altre forme artistiche che per sua natura contiene: il suono, il ritmo,  il gesto, il movimento, le parole; un valido aiuto per questi pazienti che presentano molte lacune in tal senso.

I pazienti vengono accompagnati puntualmente ad affrontare con energia la quotidianità, a riacquistare fiducia nelle proprie capacità, perché la vita va vissuta intensamente, prendendo il meglio da essa, anche nella terza età.”

 

Nel Centro, inoltre, si utilizza la terapia occupazionale e la musicoterapia per la riabilitazione cognitiva; sono svolte attività di socio-assistenziali, di sorveglianza ed igiene della persona, attività psicomotorie, ginnastica dolce e supporto psicologico a pazienti e familiari.

“Sono, quindi, fortemente supportati in tutte le fasi della patologia non solo i pazienti ma anche i caregivers, che troppo spesso vengono emarginati dai sostegni esterni – afferma la Dott.ssa Fonzi.

Il Centro IGEA è sito in Piazza Caduti del Mare, 5 – PESCARA

Tel. 338.5096029 – 085.61899

Sito web: www.asso-onlus.com

E-mail: centroigeapescara2015@gmail.com

Pagina Facebook: Centro  Igea

 

Maggio: “Vogliamo iniziare al meglio questa avventura”

Queste le dichiarazioni di Christian Maggio riportate dal profilo Twitter della Ssc Napoli prima della sfida contro la Dinamo Kiev e l’ esordio in Champions League:
“Consapevoli della nostra forza. Vogliamo iniziare al meglio l’avventura”

Il vecchio, caro, welfare italiano: i nonni! Almeno finché i governi non li estinguono

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La bassa spesa per asili e scuole materne obbliga le nonne a fornire un welfare supplementare. Messo in crisi, però, dall’innalzamento dell’età di pensione, come rivelano i numeri di una ricerca. Nel Fertility day sarebbe stato meglio parlare di investimenti pubblici negli strumenti di conciliazione lavoro-famiglia.

In un’Italia dove i nidi sono pochi, le nonne garantiscono alle mamme che lavorano un servizio di cura dei figli affidabile e a basso costo. Le riforme pensionistiche potrebbero perciò avere effetti negativi sull’occupazione delle donne con bambini piccoli. E il bonus bebè non basta a compensarli.

Italia senza nidi

L’Italia è tra i paesi con il minore tasso di occupazione femminile in Europa, 46,8 per cento contro una media UE-28 di circa il 60 per cento (2014, dati Eurostat). Peggio dell’Italia fanno solo Turchia, Macedonia e Grecia. Altrettanto elevato è il differenziale occupazionale uomini-donne: circa 18 punti percentuali contro gli 11 punti percentuali della media europea. Varie ragioni sono alla base della difficoltà delle donne di conciliare famiglia e lavoro. Tra queste, il modello culturale ancora prevalente, che vede l’uomo provvedere al sostentamento della famiglia, e la scarsità di politiche di conciliazione famiglia-lavoro. In particolare, l’Italia spende ancora troppo poco per i servizi pubblici di assistenza all’infanzia (vedi figura).

Figura 1 – Spesa pubblica per servizi di cura dell’infanzia e istruzione pre-primaria, percentuale del Pil, 2011

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Fonte: Nostra rielaborazione su Oecd, Social Expenditure database 2014; Oecd Education database; Eurostat for Non-Oecd countries (Chart PF3.1.A).

Secondo il rapporto “C’è un nido?” del 2015 curato da Cittadinanza Attiva, solo l’11,9 per cento dei bimbi italiani sotto i due anni di età ha usufruito del servizio di asilo nido comunale o comunque con integrazione comunale, nell’anno scolastico 2012-13.
Non è allora sorprendente che in questo contesto generale, in Italia (ma non solo) i nonni possano rappresentare un’importante risorsa per le mamme, come fonte di cura dei figli flessibile, affidabile e a basso costo. A partire dagli anni Novanta, tuttavia, una serie di interventi legislativi ha innalzato l’età pensionabile e, in generale, ha reso più stringenti i requisiti per la pensione, con l’obiettivo di rendere il sistema pensionistico capace di far fronte al progressivo invecchiamento demografico. Un effetto collaterale delle riforme è stato quello di sottrarre alle famiglie una preziosa fonte di supporto nella cura dei figli: i nonni.

Gli effetti delle riforme pensionistiche

In un nostro recente studio abbiamo utilizzato le riforme pensionistiche per quantificare l’effetto che la disponibilità (o indisponibilità) di nonni ha sull’occupazione delle madri di figli sotto i 15 anni. Ci siamo focalizzati in particolare sul periodo pre-crisi (1993-2006), utilizzando i microdati dell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane, curata dalla Banca d’Italia.
I nostri risultati mostrano che donne le cui madri hanno maturato i requisiti pensionistici hanno una probabilità di essere occupate di ben 7,8 punti percentuali superiore rispetto a quelle con madri che non hanno (ancora) diritto al pensionamento. La differenza corrisponde a un aumento del 13 per cento della probabilità di lavorare nella media del campione. Un simile effetto non si trova invece né per la nonna paterna, né per i nonni (maschi).
Il nostro modello, nello spiegare l’occupazione delle donne con figli, tiene esplicitamente conto delle determinanti dei requisiti di pensionabilità dei nonni (genere, età, livello di istruzione, lavoro nel pubblico o nel privato, attività indipendente o alle dipendenze) che potrebbero sia influenzare il livello del reddito da lavoro e le loro pensioni sia avere un effetto diretto sull’occupazione delle donne, sfruttando così unicamente le variazioni nei requisiti di pensionamento indotte dalle riforme. Per questa ragione non abbiamo particolari motivi per attenderci che il possesso dei requisiti di pensionamento delle nonne materne stia cogliendo altri effetti positivi delle riforme pensionistiche sull’occupazione delle donne con figli, non necessariamente legati alla maggior disponibilità di servizi informali di cura dei figli. Abbiamo comunque stimato gli stessi modelli di regressione anche sugli uomini con figli minori di 15 anni, sulle donne senza figli giovani conviventi e su quelle con figli in età pre-scolare. Nei primi due casi non abbiamo riscontrato alcun effetto sulla probabilità di occupazione dei nostri due campioni del possesso da parte dei loro genitori o suoceri dei requisiti per il pensionamento, mentre nell’ultimo caso l’effetto positivo stimato sull’occupazione è del 34 per cento. Questo rafforza la nostra interpretazione che l’effetto stimato sia prevalentemente spiegabile con la maggiore disponibilità di servizi di cura dei figli garantita da nonni in pensione.
Il nostro studio suggerisce che le riforme pensionistiche potrebbero avere effetti negativi non voluti sull’occupazione delle madri con figli giovani, senza adeguate politiche pubbliche che possano riempire il vuoto nell’offerta di servizi all’infanzia creato dalla ridotta disponibilità (soprattutto) di nonne che lavorano fino a tarda età. L’ammontare mensile del cosiddetto “bonus bebè”, 80 euro, ossia grossomodo il costo di una giornata di cura dei bambini, appare perciò del tutto insufficiente a ovviare al problema. L’assenza di correttivi potrebbe contribuire a inasprire ulteriormente il già elevato divario occupazionale tra uomini e donne e anche crearne uno tra donne in età fertile e donne mature.

MASSIMILIANO BRATTIbratti

E’ ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Economiche Aziendali e Statistiche della facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano. Insegna economia del lavoro alla facoltà di Scienze Politiche. Phd. in economia alla University of Warwick (Regno Unito), i suoi principali interessi scientifici riguardano l’economia del lavoro, l’economia dell’istruzione e l’economia della popolazione.

TOMMASO FRATTINIFrattini

Tommaso Frattini è Ricercatore in Economia Politica presso il Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi dell’Università degli Studi di Milano. E’ anche Research Fellow del CReAM, il Centro per la Ricerca e l’Analisi delle Migrazioni a UCL, e del Centro Studi Luca d’Agliano (LdA) e Research Affiliate dell’ IZA, l’Istituto per lo Studio del Lavoro di Bonn. Ha conseguito un PhD in Economics dallo University College London nel 2010. I suoi principali interessi di ricerca sono la microeconometria applicata, l’economia del lavoro e l’economia delle migrazioni.

FRANCESCO SCERVINI – Docente di Microeconomics presso l’Università Bocconi di Milano.

vivicentro.it/politica
vivicentro/Il vecchio, caro, welfare italiano: i nonni! Almeno finché i governi non li estinguono
lavoce.info/Più nonne in pensione, più mamme al lavoro? Massimiliano Bratti, Tommaso Frattini e Francesco Scervini

Guardia Costiera, 13 sett 2016: soccorsi 310 migranti (VIDEO)

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Sono circa 310 i migranti tratti in salvo nella giornata di oggi, nel corso di 4 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. I migranti si trovavano a bordo di 2 gommoni e 2 barchini.

Alle operazioni hanno preso parte la Nave Diciotti CP941 della Guardia Costiera, le motovedette CP322 e CP274 della Guardia Costiera di Lampedusa e l’unità militare inglese Enterprice, operante sotto il dispositivo Eunavformed, oltre ad un mercantile straniero dirottato dalla Centrale Operativa di Roma.

Al termine delle operazioni, tutti i migranti tratti in salvo sono stati trasbordati sulla Nave Diciotti, con a bordo anche gli ulteriori 350 migranti tratti in salvo nel corso delle 3 distinte operazioni di soccorso concluse nella giornata di ieri, 12.09.2016.

NOTE sulla Guardia Costiera:

La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Attività e competenze

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

(note da: wikipedia)

Il cordoglio di De Laurentiis per la scomparsa di Raio: “Il Napoli era tuo figlio”

Le parole di De Laurentiis

Oggi si è spento Vittorio Raio, firma storica e prestigiosa del giornalismo. Nella sua lunghissima carriera, prima dalle pagine de Il Mattino e poi dai microfoni di Radio Marte, ha raccontato con professionalità e passione le emozioni azzurre e le vicende sportive del Napoli. Questo il ricordo del Presidente De Laurentiis: “Caro Vittorio, il tuo attaccamento al Napoli è stato esemplare. Per te era come il tuo figlio maschio, l’hai seguito e raccontato con immensa passione. Non ti faceva dormire, ma ne eri orgoglioso. Noi ti sentiamo e ti sentiremo sempre tra noi come un vessillo che garrisce al vento del tifo e della fede per i colori della nostra città”. Il Presidente Aurelio De Laurentiis, i dirigenti, lo staff tecnico, la squadra e tutta la SSC Napoli partecipano commossi al dolore della famiglia Raio per la scomparsa del caro Vittorio.

Lutto nel giornalismo napoletano, si è spento Vittorio Raio!

Le condoglianze da tutta la redazione di Vivicentro.it

Una notizia dolorosa, si è spento poco fa il collega Vittorio Raio, storica firma de Il Mattino e direttore responsabile della sezione sportiva di Radio Marte. Una delle firme più prestigiose del palcoscenico partenopeo e nazionale. Alla sua famiglia e a tutti i colleghi di Radio Marte, le più sentite condoglianze da parte di tutta la redazione di Vivicentro.it

Castellammare, sorpreso dalla Polizia un uomo su auto rubata

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Castellammare, sorpreso dalla Polizia un uomo su auto rubata

Un pluripregiudicato di 45 anni di Cercola è stato sorpreso dagli agenti di Polizia di Castellammare di Stabia. Normali controlli di prevenzione del territorio, intensificati nei pressi degli istituti scolastici. Lì era presente uomo a bordo di una Renault Capture, in via Traversa Tavernola. Lo stesso, appena visti gli agenti, ha parcheggiato la sua auto e e si è allontanato di corsa. Gli agenti, insospettiti dall’atteggiamento, hanno imposto l’alt e fermato l’uomo con diverse difficoltà. L’auto è risultata rubata nel Comune di Portici.

 

 

Dinamo Kiev-Napoli, questi i tifosi al seguito degli azzurri

Dinamo Kiev-Napoli, questi i tifosi al seguito degli azzurri

In vista della gara di stasera contro la Dinamo Kiev il Napoli avrà al seguito circa 500 tifosi. Il numero dei supporter del Napoli di questa sera è relativamente basso rispetto alle gare di Champions degli anni passati in cui il numero dei tifosi superava di gran lunga quello di stasera. Ma comunque la compagine azzurra sarà seguita da un gruppo di tifosi che terrà testa ai quasi 60.000 tifosi ucraini.

G.D.D.

Dinamo Kiev-Napoli, grande entusiasmo: questi i biglietti venduti

Questi i biglietti venduti

Stasera allo stadio Olimpico di Kiev, il Napoli esordirà in questa edizione della Champions League. Uno dei punti di forza della squadra di casa è proprio il suo stadio e la sua tifoseria, che fino a ieri non sembrava quella delle grandi occasioni per la sfida odierna infatti erano stati staccati circa 35.000 tagliandi al cospetto dei 70.000 posti che lo stadio può ospitare. Un dato critico considerando l’importanza della partita di questa sera, ma un dato che nelle ultime ore è cresciuto notevolmente. Infatti, secondo quanto riportato da Radio Crc, entro stasera dovrebbe arrivare a 60.000 biglietti venduti.

G.D.D.

Hysaj, l’agente: “L’accordo c’è, dopo la Champions la firma!”

Le parole dell’agente di Hysaj

E’ tempo di rinnovi in casa Napoli ed un giocatore molto vicino alla riconferma con il club partenopeo è Elseid Hysaj, a parlare è il suo procuratore Mario Giuffredi ai microfoni di Radio Kiss Kiss: “L’emozione è normale ci sia, sia per Elseid che per tanti giocatori ed anche per Sarri, all’esordio in Champions. Ma è bello proprio per questo, per l’adrenalina che porta. Da parte di Elsi ci sarà solo la grande voglia di affrontare giocatori importanti, per meritare la considerazione dei più grandi club ed andare avanti nella competizione. Yarmolenko? Ben vengano grandi campioni sulla fascia di Hysaj! Il rinnovo? Abbiamo trovato l’accordo, aspettiamo di trascorrere questo momento intenso tra campionato e Champions e la settimana prossima possiamo anche firmare, non avremo problemi. La clausola? Credo che difficilmente si possa privare del Napoli e restare in Italia. Nel caso di club straniero ci sarà la clausola ma se fosse addio, andrebbe in un top club europeo, è indubbio”.

G.D.D.

Fontana: “Messina squadra importante. Abbiamo bisogno dei nostri tifosi”

Mister Fontana parla in conferenza stampa alla vigilia della gara con il Messina

Per la consueta conferenza stampa della vigilia del match di domani tra Juve Stabia e Messina, si è presentato in sala stampa al Menti il tecnico delle vespe Gaetano Fontana. Ecco le sue parole raccolte dalla nostra redazione: “La gara con il Monopoli ha lasciato qualche strascico dal punto di vista fisico, valuteremo le condizioni di tutti e prepareremo la gara di domani sera contro il Messina, una squadra viva con dei giocatori importanti per la categoria, nonostante la partenza fatta di una vittoria, un pari e una sconfitta. Hanno elementi veramente importanti e il gruppo siciliano verrà qui a battagliare per portare a casa il risultato, noi dovremo fare il nostro calcio per raggiungere il nostro obiettivo. Nessuno verrà qui in gita, verranno tutti a lottare contro la Juve Stabia. Abbiamo preparato la partita come nostro solito, lavoriamo su noi stessi e non sugli avversari, anche se sappiamo di affrontare una squadra che può passare dal 4-3-3 al 3-5-2. Zibert ? Si è allenato bene e non ha evidenziato fastidi, mi sembra che sia tutto ok e se anche oggi dovesse rispondere bene dopo l’allenamento, allora punterò su di lui. È un giocatore importante che da qualità a centrocampo, se sta bene ci darà una mano domani. I ragazzi si sono messi tutti a disposizione e hanno tutti voglia di dare una mano alla causa stabiese, un esempio sono Liotti e Kanoute che hanno giocato anche se non al meglio, questo mi fa molto contento. C’è bisogno di gente che lotti per la maglia e che non abbia paura, Kanoute ha chiesto stremato la sostituzione dopo aver combattuto affinché la squadra vincesse una gara così difficile come quella del Veneziani. Tifosi? I ragazzi stanno facendo tutto il possibile per far appassionare la gente, sono sicuro che a suon di risultati porteranno i tifosi allo stadio e una piazza come quella di Castellammare da una spinta incredibile che ti porta a spingerti oltre i tuoi limiti e a dare il massimo fino all’ultimo secondo. Abbiamo bisogno della spinta del nostro pubblico.”

Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: 4-1, azzurrini travolti!

Arriva la sconfitta per la Primavera del Napoli

Esordio in Youth League per la Primavera del Napoli, gli azzurrini hanno sfidato la Dinamo Kiev alle ore 13:00. Napoli in vantaggio al 27′ grazie ad un autogol della squadra di casa e primo tempo che si è chiuso con il vantaggio partenopeo. Nel secondo tempo la situazione si è ribaltata con la Dinamo che ha fatto la voce e grossa e ha messo a segno quattro reti con Rusyn, Mykhailichenko, ancora Rusyn e Liedniev su punizione. Per il Napoli sconfitto, chiamata al riscatto tra 15 giorni contro il Benfica.

Così in campo:

DINAMO KIEV (4-5-1): Makhankov; Tymchyk, Popov, Mykolenko, Dubinchak; Lednev, Shaparenko, Alibekov, Smirniy, Mykhaylichenko; Rusyn. A disposizione: Kucheruk, Naumets, Kaliuzhny, Yanakov, Kosheliev, Buletsa, Kulish. All: Moroz.

NAPOLI (4-3-3): Schaeper; Schiavi, Granata, Milanese, D’Ignazio; De Simone, Otranto, Abdallah; Liguori, Negro, Russo. A disposizione: Marfella, Acunzo, Mattera, Esposito, Riccio, Della Corte, Daddio. All: Saurini.

Siviglia, Vazquez: “Higuain alla Juve? A Napoli non te lo perdonano!”

Queste le sue parole

Franco Vazquez, trequartista del Siviglia ed ex Palermo, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport.

Higuain e i suoi 90 milioni?

“Sono giusti. È il miglior 9 al mondo, mi piace da morire”

Meglio di Luis Suarez?

“Non so, sono diversi. In comune hanno il fatto che segnano tantissimo. E chi segna costa caro”

Il Pipita in Italia ha raggiunto una dimensione enorme. In Europa gli manca ancora qualcosa?

“Sì, può essere. E magari proprio per questo ha lasciato il Napoli per andare in una squadra che punta forte sulla Champions. Diciamo che il discorso vale anche per la Juve: entrambi hanno bisogno della consacrazione europea”

A Napoli non hanno gradito.

“Non glielo perdoneranno mai. È come passare da Boca a River in Argentina. È successo e succede, ma non te lo perdonano”

In Italia si gioca per il 2° posto?

“Sì, la Juve ha un vantaggio enorme rispetto alle altre. Roma e Napoli mi piacciono, sono le due squadre che possono provare a dar fastidio, ma la differenza con i bianconeri è troppo grande. L’Inter ha fatto moltissimi cambi. È una grande squadra che dovrebbe sempre lottare per lo scudetto, ma così è complicato. E il Milan mi sembra peggio. Spero possano tornare al loro livello, sono club storici, è un peccato vederli così. E il loro ritorno in alto farebbe bene alla Serie A: così è abbastanza noiosa”

Provveditorato: ‘Incaricati e caricati’ di Marcella Raiola

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Ieri, all’ora delle cariche partite dai “playmobil” chiamati a dare ordinati calci nello stomaco e rieducative bastonate in testa a un popolo stanco di violenza istituzionalizzata, radunatosi per significare questa stanchezza a chi quella violenza rappresenta e pratica con sfrontatezza disgustosa, ero al Provveditorato. Ero lì dalla mattina, insieme a centinaia di docenti convocati per il “ruolo”, beffardo termine, offensivo, perfino, per chi il ruolo di docente lo sta svolgendo, con sacrificio e ardore, da anni e anni. C’erano coetanee e docenti più vecchi di me; c’erano facce mai dimenticate di un percorso di studi fatto in un’altra vita, che credevo “sistemate” e il cui stare lì, in piedi o sedute per terra come profughe di un lungo viaggio insensato, attestava il rifiuto di compromessi o accordi al ribasso, la fiducia nelle “regole” che questo rapinoso governo insegna a calpestare e a riscrivere perché siano la copertura della sopraffazione. C’erano “i ragazzini”, vincitori di concorso giovanissimi, cui abbiamo fatto gli auguri “per correttezza” e con materna sollecitudine, ma con allibito scoramento intimo per la facilità con cui prendevano, a 20 anni, quello che a noi viene ancora negato dopo 20 anni di servizio “prendi-e-lascia”, interrotto nelle feste comandate, non pagato a luglio e agosto, legato alla “scalata” di una graduatoria che ora è carta igienica. Nessuna loro “colpa”, per carità: speriamo solo che comprendano di essere stati usati come testimonial di un’oscena propaganda e come buttafuori di docenti non compatibili con la scuola-mercato, e auspichiamo che mordano con sdegno la mano di chi pensa d’essere il loro “padrone”, contrastando a loro volta questo modello di scuola e considerando quel che hanno avuto come sbocco di un iter altrove normale, non come grazia ricevuta da sacrileghi dèi guerrafondai, assetati di voti e sangue.

Il bagno ridotto a un pisciatoio sporco, la porta e lo sciacquone rotti, debordante di assorbenti, fazzolettini, cicche, e gambe gonfie, e sedie a turno, e “prego siedi tu!”, e bar assaltato, acqua, caldo soffocante, sudore che cola, mariti in attesa; niente microfono, niente notizie, niente trasparenza; solo voci di corridoio su esiti, scelte, e “a che punto stanno?”. E poi pianti di diritti violati, e “datemi un foglio dalla spilletta, vi prego… ricorso… reclamo!”; risatine e maneggi squallidi di sindacalisti concertativi che hanno salvato il distacco lucrando sulla nostra tonta passione, vendendo la nostra voce disposta a perdersi nelle aule spoglie in un canto senza eco, e vecchie facce di sindacalisti democristiani inquisiti e sempre lì, sempre in quelle stanze, a brigare, a truffare, a inciarmare. E gli occhi, gli occhi delle donne forti di questo paese, educatrici per vocazione e forma mentis, non per ripiego, a guardare, sbarrati, quegli “ambiti” rimasti, Ischia, Barano, Caivano e il suo disperato Parco Verde, vasti, impegnativi, in cui scegliersi un posto per una battaglia da condurre senza più forze… E calcoli di distanze, e congedi parentali e la gioia di fare questo lavoro che non ci hanno tolto, a forza di umiliazione e spremiture irrelate d’energia; e lo sgomento per la violenza: prendere o lasciare! Comprati la macchina e impara a guidare, se il treno non c’è, se il pullman non passa più o mai, perché lo Stato così pretende. Cazzi tuoi se non riesci! Vuol dire che non hai diritto a lavorare, che non sei “fittest”, non sei attrezzata per la sopravvivenza, in questa selva tanto oscura e perciò felice per tanti ciechi d’anima e coscienza. Sul tuo stipendio da mille euro dobbiamo mangiare, noi parassiti sociali; dal tuo stipendio di mille euro deve uscire il rilancio dell’economia, a modo nostro, forzandoti in ogni modo, ricattandoti ad ogni passo. La sera, mentre la Consigliera Eleonora di Majo, che denunciava anche tutto questo ai microfoni di un giornalista, veniva colpita alla testa da un manganello ottuso, che se ne possa cadere fraceta la mano di chi lo teneva, la mano di mia sorella firmava una carta su cui c’era scritto solo “13”, che corrisponde a un’area grande come mezza Napoli. Da cretina e condizionata, le ho fatto una foto che l’ha mandata in bestia, giustamente… Ha chiesto come si possa scegliere al buio. Le hanno detto: “Forse non avete ancora capito: non siete più voi a scegliere le scuole: sono le scuole che scelgono voi!”. Ma mia sorella ha replicato, con giusta e sacrosanta rabbia, che lei lo ha capito benissimo perché è una docente in lotta, e che quel che non aveva capito è come avessero potuto i sindacalisti che stavano lì, esibendo un cartellino che fa vergogna, sottoscrivere una simile scelleratezza, un nonsenso così penalizzante per chi da anni porta avanti la Scuola di questo paese.
Una sindacalista ha obiettato che “loro” avevano fatto il referendum! “Loro” sono quelli (Snals) che hanno proposto un referendum farlocco su un quesito inammissibile, che chiedeva l’abrogazione, tecnicamente impossibile, di tutta la Legge 107. Non ho risposto perché sarebbe scoppiata una rissa là dentro. Mi sono passati davanti agli occhi i mesi di apnea (aprile-luglio) che ho trascorso in strada a raccogliere, con gli amici, le firme per i quesiti referendari seri, quelli che forse ci permetteranno di eliminare questi scempi, e ho odiato, per un attimo. Solo un attimo, perché nell’odio la mia anima non riesce a riposare, non trova equilibrio. E poi è toccato a me. Chiamata sulla scuola media, dove non ho mai insegnato; chiamata a fare il lavoro d’altri sull’incredibile e sciocco presupposto che esista una gerarchia di classi di concorso per cui chi insegna latino e greco può insegnare alla scuola media ma non viceversa… Banalizzazioni ridicole di chi non conosce questo lavoro, di chi non sa quali cambiamenti si producono, in pochi mesi, nel corpo e nella testa degli studenti… Chiamano le compagne. Gli occhi verdi di Elena mi fissano: fammi la foto, perché anche così, anche così è vittoria: da graduatoria trasparente, senza concorsone, senza dover ringraziare né l’ebete di Firenze né nessun altro! Faccio la foto, e lei alza quel pugno che mi fa salire altre lacrime strane e stranite, e firma, con il suo nome firma, il nome di una resistente insorgente che “nun se tène niente”. Poi tocca a Lucia, che soffre l’ansia fino all’ultima 104 e alla fine ce la fa. Va, va a sedersi lì, e fa boccacce grintose come lei a tutte quelle facce verdi e liquefatte, e di nuovo tutte, tutti acquisiamo, grazie a lei, la consapevolezza di stare in un posto dove si dà lavoro stabile, dove si corona una carriera, dove si fa qualcosa di “buono”. Torna a posto, mi abbraccia, mi dice che, in fondo, del Parco Verde di Caivano, di quei ragazzi persi per tutti, lei, che già ci ha lavorato, ha tanta nostalgia. Mi sento verminosa e inadeguata al mio ruolo, di fronte a quest’affermazione da insegnante vera, che sente di servire, appunto, dove civiltà è solo parola, e mi vergogno tanto del mio inconscio, chiattillo rifiuto della scuola media… Finiti. Finiti i posti. Resto precaria ancora un anno. Le lentine mi stridono negli occhi. Esco barcollando un po’. Il cellulare si è ricaricato in una ciabatta lurida, che mi sporca di nero le mani. Accendo, vedo le botte in piazza, i miei studenti e compagni con facce atteggiate a sfida, bellissime, commoventi, in mezzo alle bandiere delle loro “bande”; vedo le mie “piccine” coi segni delle manganellate sulle gambe e i cartelli con su scritto “Scuola”… Vorrei avere la forza per imprecare contro quell’altra violenza, più diretta di quella subita da noi, che i lividi li fa dentro. Mi siedo in una macchina pietosa. Passo e ripasso il dito sullo schermo del cellulare in corrispondenza della fronte di Eleonora, che appare violacea per la mazzata vigliacca. Sono troppo stanca per incazzarmi come vorrei, troppo confusa; troppe cose, troppi mondi, troppe risposte da dare tutte assieme… Non ce la faccio. Maria… santa Maria… mia madre: ho scordato pure l’onomastico.
Marcella Raiola

Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: in campo un pezzo di Juve Stabia

Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: in campo un pezzo di Juve Stabia

Il lavoro paga sempre, il tempo è galantuomo e fa tornare sempre indietro ciò su cui si è investito. Peccato, però, che in questo caso il bello viene non con la maglia della Juve Stabia vestita, ma con quella del Napoli. In Ucraina, a Kiev, si sta giocando la prima gara della Youth League, Dinamo Kiev-Napoli: in campo c’è un classe ’98, Pio Schiavi, giovane che ha vestito la maglia gialloblè e che è stato scoperto dal direttore responsabile Alberico Turi, colui che, nel corso degli anni ha sempre portato in casa stabiese giovani di prospettiva e dal futuro roseo. Peccato, però, che vesta un’altra maglia, un talento che avrebbe fatto comodo…

a cura di Ciro Novellino

 

Sarri ha caricato tutti alla viglia di Kiev: torna la Champions

Le ultime su Sarri e la squadra

La Repubblica scrive su Maurizio Sarri: “Per il tecnico toscano sarà un debutto da brividi. «Non pensavo che sarei arrivato in Champions: ho sempre fatto il mio lavoro in panchina con passione e non mi sono mai posto obiettivi particolari, se non quello di divertirmi: l’ho fatto per venticinque anni e adesso mi sembra di approdare alla fine di un percorso, misurandomi con una partita come questa. Ma non sono un tipo che si emoziona, non mi accontento, vorrei continuare a divertirmi. Mi piacerebbe vedere in campo un Napoli con una personalità forte e deciso a imporre la propria filosofia di gioco», ha dato la carica alla vigilia Sarri, mettendo peraltro in guardia i suoi giocatori”.

“Ce lo compri Messi?”, siparietto tra un tifoso e Giuntoli

E’ quanto riferisce Il Roma

Il Napoli Primavera è partito all’ora di pranzo verso Kiev – in vista dell’esordio in Youth League – accompagnato dal direttore del Settore Giovanile, Gianluca Grava, storica bandiera dell’era De Laurentiis, insieme ad altri dirigenti accompagnatori. Il Napoli “senior”, è giunto, invece, alle ore 14,35 a Capodichino, partendo con il volo IG 2614 diretto in Ucraina. La truppa azzurra è arrivata nello scalo napoletano mezzora prima dell’imbarco, come di consueto, scortata da Polizia e uomini della Security. Pochi curiosi all’interno dell’aeroporto, ad aspettare la truppa in partenza per l’esordio in Champions League, complice l’orario ma soprattutto il giorno feriale. Possibile, che i tifosi, abbiano scelto di non recarsi a salutare la squadra, dopo la delusione di venerdì scorso, quando il pullman in partenza per Palermo, raggiunse l’aereo direttamente da un varco esclusivo. Precisamente dal lato del Viale Umberto Maddalena, per eludere la fila all’imbarco e piccole distrazioni, dettate dal “troppo calore” della folla presente. Stavolta, però, sono stati pochissimi i curiosi che hanno salutato i propri beniamini, perlopiù gente comune, presente nello scalo per partire. A capo della delegazione azzurra in volo verso l’Ucraina, il segretario sportivo Vallefuoco e il team manager De Matteis, che ha chiesto ai pochi presenti di non infastidire i calciatori, invitandoli a lasciarli partire con serenità. Man mano hanno sfilato lungo la sala, tutti i calciatori e lo staff tecnico, capitanati da Raul Albiol, che ha chiaramente risolto i problemi burocratici dell’ultima ora relativi al suo passaporto. Poi Lorenzo Insigne, con la solita chioma bionda, che ha accennato qualche sorriso, insieme a Pepe Reina, tra i più acclamati insieme a Marek Hamsik, capitano incontrastato e idolo indiscusso della piazza. Un po’ spaesato Marko Rog, che si guardava intorno, cercando di familiarizzare coi nuovi compagni, adattandosi alle nuove abitudini e alla logistica napoletana. Hanno chiuso la fila il vice presidente Edoardo De Laurentiis, mister Maurizio Sarri e il direttore sportivo Giuntoli. Curioso siparietto tra il ds e un tifoso, il quale ha chiesto ironicamente: “Ce lo compri Messi?”, secca la risposta del dirigente che ha sorriso, rispondendo in tono con un ironico: “Come no”, prima di salutare i tifosi e avviarsi all’imbarco. L’avventura Champions sta per iniziare, il Napoli ha lasciato la città accompagnato da un sole settembrino caldo e radioso, che lascia presagire cose belle, in vista dell’esordio tra le stelle dell’Europa dei Campioni.

Cannavaro: “Allenare il Napoli sarebbe qualcosa di diverso”

Fabio Cannavaro, lo riporta fantagazzetta.it

Dall’altra parte del mondo sta sperimentando le sue idee, anche se l’obiettivo, un giorno, è tornare in Europa: è il compleanno di Fabio Cannavaro, che ha deciso di festeggiare rivolgendo un pensiero a quella che potrebbe essere la sua carriera futura. Il sogno si chiama Napoli, ma non solo, visto che l’ex capitano della Nazionale ha dimostrato riconoscenza e senso di appartenenza anche verso le sue ex squadre: “Sto vivendo un’esperienza fantastica, mi piace fare l’allenatore. È la mia ambizione. Napoli per una questione di cuore sarebbe qualcosa di diverso ma sarebbe un orgoglio guidare anche Juventus, Inter e Parma, le mie ex. Per ora ho avuto delle proposte ma non dei progetti in Italia e per questo ho preferito non accettare”.

Scuola e legge italiota: responsabilità per andata e ritorno degli allievi

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Nell’italietta con tante leggi inutili e finanche assurde eccone una che riguarda – guarda caso – ancora la Scuola ed arriva alla ribalta grazie all’azione (provocatoria, credo) della Preside di una scuola media di Bergamo. La “legge” in questione (mi piacerebbe tanto sapere chi è il genio che l’ha redatta come anche quali sono le teste emerite che l’hanno approvata) è quella che sancisce la responsabilità degli insegnanti per ciò che capita agli alunni lungo il tragitto fra scuola e casa (andata e ritorno). 

Ovviamente gli “emeriti” non spiegano come i Professori (ad ogni livello) possano vigilare su TUTTI gli alunni/studenti che a scuola giungono da ogni dove: dice solo che ne sono responsabili e basta. Bestialità? NO! Genio italiota di quanti, con castronerie del genere, credono di giustificare i 10.000 euro mensili che percepiscono. Ovviamente l’ordinanza della Preside ha scatenato il solito fiume di parole (chiacchiere) che, nel suo correre, tutto sta trascinando con se, incluso il punto essenziale e cruciale sul quale la Preside (credo) ha inteso provocare istituzioni e genitori su un problema che esiste veramente, che è assurdo e che non sparisce solo facendo a chi alza di più la voce. Certo, i pericoli ci sono – basta ricordare cosa è capitato alla povera Yara per comprenderlo – ma non per questo si può responsabilizzare la scuola (nel suo complesso) per quanto avviene FUORI dal portone di ingresso del plesso scolastico.

I minori vanno protetti, questo è sicuro, ma con i fatti ed i mezzi idonei, non certo con parole stupide che compongono una legge cretina stilata da dementi. IN CLASSE la responsabilità sia (come è) degli insegnanti. FUORI sia della Società nel suo complesso: Famiglie ed Istituzioni e quindi con Genitori che accompagnano i figli minorenni a scuola e/o servizio di Pulmini Scolastici delle Istituzioni che provvedono a far si che possano fare il percorso casa scuola – andata e ritorno – in tutta tranquillità e sicurezza.

Questo è il punto, tutto il resto sono solo chiacchiere e ragnatele nel vuoto delle teste di quanti hanno pensato ed approvato una legge del genere.

Su quanto “accaduto” a Bergamo si esercita anche Gramellini nel suo Buongiorno odierno su la Stampa. Ve lo propongo:

Scuola, andata e ritorno

Una scuola media di Bergamo impone ai genitori l’obbligo di ritirare i figli all’uscita e scoppia un putiferio retorico. I nostalgici rimpiangono i bei tempi andati in cui, a sentire loro, finanche i bimbi delle elementari tornavano a casa da soli danzando e fischiettando. Tromboni e trombette soffiano cattiverie gratuite sugli adolescenti: smettiamola di proteggerli e consegniamoli alla vita vera! I genitori in compenso sono furenti perché non hanno né tempo né voglia di andare a prendere dei ragazzini che si vergognano di loro, come loro si vergognavano dei genitori a quell’età. Persi tutti nei luoghi comuni, nessuno affronta il cuore della faccenda: per le leggi nostrane gli insegnanti sono responsabili di ciò che capita agli alunni lungo il tragitto fra scuola e casa, mentre in un mondo governato dal buon senso il loro ruolo dovrebbe cominciare quando si varca la soglia dell’istituto e finire quando la si oltrepassa in senso inverso. Il trasferimento va messo in carico alle famiglie, libere di dare o meno fiducia ai figli, ma senza più la possibilità di intentare causa ai professori, se lungo la strada il pupo si sbuccia un ginocchio.

La provocazione della preside di Bergamo sarebbe da applaudire, se non fosse che anche lei si è ricordata di essere italiana, stabilendo una deroga alla sua stessa circolare che ne subordina l’applicazione a un «confronto con i genitori». Buonanotte. Considerata l’ottima salute di cui godono le deroghe in Italia, c’è da supporre che questa risulterà ancora in vigore quando i ragazzini della scuola media di Bergamo non andranno a prendere all’uscita i figli loro.

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vivicentro/Scuola e legge italiota: responsabilità per andata e ritorno degli allievi
lastampa/Scuola, andata e ritorno MASSIMO GRAMELLINI

Sarri pronto per il battesimo in Champions: in campo i titolari

Queste le ultime di formazione

Secondo Il Corriere del Mezzogiorno, l’esordio assoluto di Maurizio Sarri in Champions League sarà con gli 11 uomini di cui si fida di più Il tecnico naturalizzato toscano, infatti, agirà con Reina in porta, ritroverà Hysaj a destra, con Albiol, Koulibaly e Ghoulam a completare la linea difensiva. Mentre a centrocampo il quotidiano è sicuro: nessun ballottaggio, saranno Hamsik, Jorginho ed Allan a impegnare la mediana. Mentre in avanti, Mertens prenderà il posto di Insigne impiegato nella trasferta siciliana del Barbera. A destra ci sarà Callejon, mentre l’unico ballottaggio sembra essere quello tra Gabbiadini e Milik, con il polacco però favorito.