IL PRESIDENTE della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, a meno di ripensamenti dell’ultimo minuto, incontrerà mercoledì prossimo a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Grande assente il capo del governo italiano, che in seguito al referendum sulla Brexit ha cominciato a lavorare per sostituire David Cameron nell’asse di Paesi che guida l’Unione Europea.
Da Berlino, Steffen Seibert, portavoce di Angela Merkel, fa notare che non c’è alcun intento discriminatorio e che si tratta di un appuntamento di routine aggiungendo che i tre leader vedranno 20 dirigenti delle principali imprese europee: “Gli imprenditori, afferma, fanno parte dell’European Round Table of Industrialists. Nell’incontro si discuterà di innovazione e competitività in Europa e della sfida della digitalizzazione in tutti i settori dell’economia”
La realtà è che questo conferma il cambiamento di clima, dopo Bratislava, tra Renzi e il due Merkel-Hollande.
Renzi, al momento, non ha commentato la sua assenza a Berlino ma intanto, in una intervista al Washington Post, afferma: “Le politiche di austerity non servono a niente e fanno male”. Poi, ha aggiunto: “Venti mesi fa le cose stavano peggio in Italia. Il segno del Pil e degli occupati non era ‘più’, ma era ‘meno’, oggi in Italia il ‘meno’ è diventato ‘più’ anche se non siamo soddisfatti. La ripresa è un fatto rilevante e oggettivo”. Concetto che riprende inaugurando il nuovo stabilimento della Philip Morris a Crespellano (Bologna), ricordando la sua visita di venti mesi fa per la posa della prima pietra. “Le politiche di austerity non servono a niente e fanno male […] Io vado avanti, non cambio certo linea per un vertice”, ha ribadito. Poi, ha aggiunto: “Venti mesi fa le cose stavano peggio in Italia. Il segno del Pil e degli occupati non era ‘più’, ma era ‘meno’, oggi in Italia il ‘meno’ è diventato ‘più’ anche se non siamo soddisfatti. La ripresa è un fatto rilevante e oggettivo”.
Negli ultimi giorni si è sollevato un caso che riguarda il Napoli, mister Sarri, il presidente De Laurentiis e i rigori non concessi al club partenopeo. Tutto nasce dalla partita contro il Pescara terminata con un pareggio, sul 2-2 viene concesso dall’arbitro Giacomelli un rigore agli azzurri per un fallo di Zuparic ai danni di Zielinski, ma poco dopo il rigore viene revocato dall’assistente di linea Rocchi per una carica di Albiol ai danni del portiere Bizzarri. L’episodio è stato analizzato più volte, e non ci sono dubbi il rigore c’era, perché il fallo sul portiere di Albiol è avvenuto in un secondo momento rispetto al fallo su Zielinski. La società azzurra non ha dato tanto peso all’accaduto fino alla partita con il Genoa di mercoledì sera quando l’arbitro Damato non ha concesso al Napoli due rigori netti, il primo è stato un fallo di mano di Ocampos, sul quale il direttore di gara non ha ritenuto ci fossero gli estremi per il calcio di rigore, il secondo invece è una trattenuta ai danni di Milik da parte di Orban giudicata regolare dall’arbitro Damato. Tutto questo ha suscitato clamore in casa Napoli, infatti a fine partita Sarri si è lamentato del fatto che non ci fosse nessun dirigente del Napoli a discutere di questa situazione, il giorno seguente il presidente Aurelio De Laurentiis, che in quei giorni era impegnato in un viaggio d’affari in Cina, ha dichiarato: “Ho visto dalla Cina Genoa-Napoli, una partita bellissima tra due squadre che si sono affrontate a viso aperto. Ci sono state alcune decisioni arbitrali sfavorevoli, ma le decisioni degli arbitri, nel bene e nel male, vanno rispettate. Anche se siamo il quinto fatturato, abbiamo investito 128 milioni nel mercato quest’anno per poter dare ai napoletani e all’allenatore una squadra competitiva, e da quello che è emerso finora mi sembra che il Napoli sia molto competitivo. Non mi resta che fare i complimenti alla squadra e all’allenatore per la partita di ieri”.
Quinto match in circa 15 giorni per il Napoli. Domani sera al San Paolo i partenopei affronteranno il Chievo Verona di Maran, reduce da un ottimo inizio di stagione, i veronesi sono a quota 10 punti in campionato, insieme a Roma e Inter. Ottimo momento di forma per gli Scaligeri, che nell’ultima partita hanno sorpreso il Sassuolo di Di Francesco con un risultato finale di 2-1. Un Chievo che non ha paura, sicuro di sé e sulle ali dell’entusiasmo, potrà creare grossi grattacapi agli uomini di Maurizio Sarri che non dovranno prendere sottogamba l’incontro, pericolo concreto che gli azzurri non devono commettere perché per alcuni la testa potrebbe già essere al match di Champions contro il Benfica.
Quindi clivensi che scenderanno in campo con il solito 4-3-1-2. Questi sono gli 11 che dovrebbero scendere in campo: Sorrentino, Cacciatore, Cesar, Dainelli, Frey, Castro, Rigoni, Radovanovic, Birsa, Floro Flores, Inglese.
Il Napoli ha fatto del San Paolo un fortino inespugnabile, l’ultima squadra ad uscirne imbattuta è stata la Roma, che nel dicembre 2015 riuscì a strappare uno 0-0. L’ultimo match tra Napoli e Chievo nello stadio di Fuorigrotta, vide gli azzurri uscire vittoriosi con un 3-1 conquistato dopo una situazione iniziale di svantaggio che sorprese tutti. L’ultimo trionfo dei gialloblu a Napoli è datato 14 settembre 2014, quando la partita tra le due compagini si concluse con un deludente 0-1.
Due esperimenti indipendenti in Canada e Cina dimostrano che la tecnologia del teletrasporto è pronta a uscire dai laboratori per viaggiare nelle reti cittadine. Francesco Marsili, ricercatore italiano alla Nasa: “Permetterà comunicazioni sicure. Anche da Marte”
Il teletrasporto è realtà. E trasformerà Internet
Quanto spenderebbero i governi per avere una rete di trasmissioni a prova di spioni? Miliardi in dollari, euro e yuan, come dimostrano nei fatti gli investimenti per le comunicazioni quantistiche, le uniche davvero a prova di hacker.
Stati Uniti, Canada, Cina e da quest’anno anche l’Unione europea si sono imbarcati in una corsa all’ultimo quanto. Con Calgary ed Hefei (a un migliaio di chilometri da Pechino) protagonisti di una sorta di gara di slalom parallelo. Due esperimenti sono stati appena pubblicati su Nature Photonics. Descrivono singoli fotoni capaci di “viaggiare” lungo una normale fibra ottica cittadina, per 6 chilometri a Calgary e 12 a Hefei, “trasportando” le loro informazioni come in una linea Internet tradizionale.
Altro che chilometri. I collegamenti quantistici precedenti (il primo realizzato nel 1993) non superavano i centimetri di un tavolo di laboratorio. O laddove si arrivò al record di 143 chilometri, fu necessario allestire una trasmissione in uno spazio vuoto per non disturbare la corsa delle particelle: il mare fra due isole delle Canarie. Per la prima volta invece, a Calgary e Hefei, il teletrasporto quantistico ha seguito le stesse strade che faremmo noi in auto o in motorino.
Non troveremo però nel teletrasporto una soluzione al traffico cittadino. Reso popolare dal capitano Kirk e compagni, il fenomeno non ha nulla a che fare con la smaterializzazione e il trasferimento di persone od oggetti. A viaggiare, nell’”internet dei quanti”, sono solo singoli atomi o particelle. E viaggiare non è nemmeno la parola giusta. Lo spostamento infatti non riguarda le particelle in sé, ma le loro caratteristiche e coordinate. Più che a Star Trek, il teletrasporto quantistico assomiglia alla spedizione di un fax.
In realtà si sfrutta il cosidetto entaglment quantistico: il legame tra due particelle o fotoni nate da una stessa reazione. Le caratteristiche intrinseche di tali particelle sono legate indissolubilmente: se si modificano quelle dell’una, simultaneamente cambieranno anche quelle dell’altra. E la mutazione non dipende dalla distanza che le separa. Così due fotoni legati da entaglment possono essere inviati al mittente e al destinatario di un messaggio criptato su Internet. Il mittente “modifica” il suo fotone e quindi quello in possesso del destinatario, che così potrà essere usato come chiave per decrittare il messaggio.
La crittografia quantistica realizzata con il teletrasporto in un fumetto della Nasa
“I vantaggi riguardano soprattutto la sicurezza” spiega Francesco Marsili, ingegnere e fisico nato a Piombino, ma arruolato dalla Nasa nel suo Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. “Il teletrasporto quantistico non è necessariamente più veloce, semplicemente cancella il rischio di essere spiati. Comunicazioni finanziarie o militari sono le sue ovvie applicazioni”.
Non è un caso che il teletrasporto, dal campo della meccanica quantistica si sia trasferito a quello della geopolitica. In primavera la Commissione europea ha lanciato il suo “Quantum manifesto”, finanziandolo con un miliardo di euro in dieci anni. Washington ha già realizzato una piccola rete su cui testare le trasmissioni. Altrettanto ha fatto la Cina, con un’”autostrada quantistica” di un migliaio di chilometri tra Shanghai e Pechino.
Pechino, in realtà, ha fatto anche di più. Lanciando il suo primo satellite per le trasmissioni quantistiche dallo spazio, a fine agosto, la Cina ha spostato la corsa all’internet quantistico dalla terra al cielo. “E’ una sfida che sentiamo molto” conferma Marsili. “Anche noi stiamo lavorando alla trasmissione di messaggi dalla Stazione Spaziale Internazionale. Ma avremo bisogno di tre o quattro anni”. Una flotta di satelliti per le trasmissioni a prova di hacker è nel mirino dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, che però avrà bisogno di più tempo ancora per sviluppare il suo progetto.
Banche, eserciti, ma non solo. C’è un altro settore che guarda con ansia all’arrivo dell’”internet quantistico”. Sono gli scienziati, in particolare quelli impegnati nell’esplorazione spaziale. “Il mio lavoro alla Nasa – spiega ancora Marsili – in questo momento riguarda lo studio di un canale di comunicazioni sicure da Marte”.
E se la Nasa, come ha intenzione di fare verso la fine del decennio, manderà su Marte un rover dotato di telecamera ad alta definizione, avrà bisogno di un canale di comunicazione veloce e capiente, per spedire le immagini verso la Terra. “Pensiamo – spiega Marsili – a un satellite in orbita attorno a Marte che raccolga i dati del rover e poi li invii a noi tramite un raggio laser”. Una lama di luce, se il lavoro della Nasa avrà successo, collegherà la Terra allo spazio profondo. Il nostro pianeta potrebbe finalmente diventare il faro del Sistema solare.
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repubblica/Il teletrasporto è realtà. E trasformerà Internet ELENA DUSI
Cosimo Silva, giornalista di Mundo Napoli Sport 24, ha rilasciato alcune dichiarazioni a L’ Orda Azzurra, programma in onda su ViVi Radio Web.
Ecco quanto evidenziato:
“I nuovi acquisti Maksimovic, Rog, Tonelli, Diawara e Giaccherini non sono mai stai utilizzati in queste prime giornate. Sappiamo che Sarri è un allenatore restio a lanciare in campo giocatori che non sono pronti tatticamente. La scorsa stagione Grassi non ha mai giocato. Per Zielinski il discorso è diverso perché il tecnico già lo conosceva. Il rinnovo di Albiol è un segnale importante. Credo non si tratti di una mossa per venderlo la prossima stagione a differenza di quanto può accadere con Koulibaly. Milik è un attaccante di soli 22 anni e deve avere tutto il tempo di crescere ed ambientarsi. Certo segnare 6 gol in cinque partite ufficiali non è da tutti, neanche Cavani e Higuain ci son riusciti ma non ci abituiamo a questo trend. Non bisogna mettergli pressione ma farlo lavorare con tranquillità, i numeri ci sono tutti. Manolo Gabbiadini va sicuramente ritrovato, deve contendere la maglia da titolare al polacco anche se non lo reputo una prima punta”.
A L’ Orda Azzurra, programma in onda su ViVi Radio Web, è intervenuto Vincenzo Luisi, presidente del Club Napoli Rimini Azzurra. Ecco quanto evidenziato: “Milik aveva già avuto modo di pregustare le bellezze della città di Napoli. Poi è rimasto estasiato dal sistema di gioco di Maurizio Sarri che può esaltare le sue caratteristiche. Sullo stadio non c’ è sintonia tra la società e il Comune di Napoli, non c’ è volontà da ambo le parti e non so di chi sia la colpa. Adeguare il San Paolo agli impianti moderni moderno è impossibile. I soldi del Credito Sportivo potevano essere spesi in maniera diversa: si poteva creare una nuova struttura magari da 50 mila posti come avrebbe voluto lo stesso De Laurentiis. Contro il Genoa due punti persi. Protestare non serve a nulla, questo è un sistema falsato quindi alzare i toni non serve a molto. Bisogna vincere sul campo. Sarri, come tanti sui predecessori, ha dimostrato di essere legato fortemente al proprio credo tattico. Juric ha imbrigliato gli azzurri tatticamente, solo Albiol e Koulibaly hanno avuto la possibilità di impostare. Il tecnico avrebbe potuto trovare qualche soluzione diversa vista l’ ampiezza della rosa, questa è una critica che voglio muovergli. De Laurentiis è l’ unico comunicatore, Giuntoli non l’ abbiamo mai sentito. Quella di Sarri è stata una frecciatina alla società che in un certo senso lo ha redarguito smorzando i toni. Spero che tutto possa rientrare con una bella prestazione contro il Chievo che non va sottovalutato”.
ROMA – Politico, e giurista italiano, due volte Presidente del consiglio, tra i fondatori della Democrazia Cristiana: Aldo Moro*, classe 1916, ha senza dubbio segnato la storia della politica in Italia. Grande statista, Aldo Moro è stato ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse. Ma se fiumi di cronache parlano del grande fondatore della DC, in pochi conoscono invece la moglie, Eleonora Chiavarelli.
Classe 1915, la “dolcissima Noretta“, come Moro la chiamò nell’ultima lettera che le scrisse dalla prigione delle Brigate Rosse, era originaria delle Marche. Aldo Moro ed Eleonora si sposarono nel 1945. Donna volitiva e dal carattere forte, ha cercato in tutti i 55 giorni del sequestro di aprire una trattativa con le BR nonostante l’opposizione del Governo, guidato allora da Giulio Andreotti e da molti partiti, in primo luogo la Dc e il Pci.
La vedova di Aldo Moro si è spenta nel 2010, nella sua abitazione romana, chiudendo una storia poco conosciuta ma profondamente intensa tra i due.
Si legge su Repubblica:
“Dopo l’agguato che provocò l’uccisione degli uomini della scorta il 16 marzo 1978, la signora Moro, riservata e decisa, per salvare la vita del marito cominciò a bussare a tutte le porte, senza mai arrendersi. La sua composta fermezza convinse perfino il pontefice Paolo VI, che scrisse una lettera toccante “agli uomini delle Brigate rosse”. Uno spiraglio di speranza la signora Moro credette di trovarlo anche nella posizione del leader socialista Bettino Craxi, che voleva percorrere una via della trattativa. Quando però il 9 maggio del 1978, dopo 55 giorni di prigionia, Aldo Moro venne trovato morto in via Caetani, la vedova iniziò una dura protesta contro i sostenitori della “linea della fermezza” nelle trattative con i terroristi, in particolare il segretario della Dc Benigno Zaccagnini, l’allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, e il ministro dell’Interno, Francesco Cossiga. Per protesta partecipò ai funerali degli uomini della scorta, trucidati nel blitz delle Brigate rosse in via Fani, ma rifiutò quelli di Stato per il marito”.
Eleonora Chiavarelli e Aldo Moro hanno avuto 4 figli insieme: Maria Fida, Agnese, Anna e Giovanni. A lei il presidente della Democrazia cristiana aveva indirizzato alcune delle 86 lettere inviate dal carcere delle Brigate rosse. In una scriveva: “Ti abbraccio forte, Noretta mia, morirei felice se avessi il segno della vostra presenza, sono certo che esiste, ma come sarebbe bello vederla”. Le Brigate rosse non hanno però mai consegnato questa lettera, ritrovata solo anni dopo che Moro era stato ucciso.
Le sue parole
Raffaele Cutolo, boss della Nuova Camorra Organizzata che si trova in carcere dal 1979, lancia una vera e propria bombaIl Corriere della Sera…
Giornata triste quella di oggi; si ricordano le tragiche scomparse del leader Dc, Aldo Moro, rapito dalla Br e del giovane siciliano, Peppino Impastato, che si…
POLITICA
Caso Moro, il procuratore capo di Roma chiedera’ gli atti. Aldo Moro*
Luigi Ciampoli intende fare chiarezza sul presunto coinvolgimento dei servisi segreti nelle fasi del sequestro di Aldo Moro.
Sul presunto coinvolgimento…
blitz/Aldo Moro, chi era la moglie Eleonora Chiavarelli FOTO
A L’ Orda Azzurra, programma in onda sulle frequenze Vivi Radio Web la radio ufficiale di Vivicentro.it, è intervenuto Daniele Acampa, giornalista. Ecco quanto evidenziato: “Non credo che Sarri abbia fatto una critica alla società, è stato lo sfogo del momento per i due rigori netti non concessi dal Napoli. Ciò non toglie che la società debba seguire maggiormente la squadra e farsi sentire di più sia nel Palazzo che in televisione . Altre società si fanno sentire prima e dopo delle partite, per esempio come fa la Juventus con Marotta. Anche i calciatori in campo non si fanno valere con l’ arbitro, si sono limitati a una sterile protesta. De Laurentiis deve dare voce a qualche personaggio importante della società, lui deve svolgere il ruolo di presidente. Giuntoli dovrebbe avere maggiore voce in capitolo per non far sentire i giocatori soli, Il Chievo sta giocando bene, al di là della posizione in classifica una squadra che mette molto intensità in ogni zona. Sarà importante sbloccare subito il risultato ma se il Napoli gioca da Napoli non dovrebbero esserci speranze per i clivensi”.
Durante la trasmissione Si gonfia la rete in onda sulle frequenze di Radio Crc, il giornalista di Mediaset Raffaele Auriemma ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’arbitro Damato: “L’arbitro Bergonzi dopo un errore con la Juventus venne mandato ad arbitrare per due mesi in serie B. Damato, che con il Napoli ne ha combinate di tutti i tipi, la prossima giornata sarà regolarmente in campo. Per me questa situazione è assurda!”.
Il nuovo acquisto del Napoli, Emanuele Giaccherini, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss, ecco le sue dichiarazioni:
“Penso che a Genova sia stata una partita bella e combattuta, adesso guardiamo avanti perché arriva il Chievo che è una squadra in gran forma e che ha iniziato il campionato molto bene. Sarà una gara molto dura. Sono pronto e spero di poter dare presto il mio contributo”.
Cosa hai pensato quando hai saputo questa estate dell’interesse del Napoli?
“Quando mi si è presentata questa offerta non ho esitato perché il Napoli è un top Club e sono felicissimo di esser qui”.
Quanto ha influito sulla scelta sapere di lavorare con Sarri?
“Ha influito tanto, me ne aveva parlato molto bene Lorenzo Insigne in Nazionale. Il suo lavoro si è visto l’anno scorso ed anche quest’anno sta dando i frutti. Credo che il Napoli giochi il miglior calcio d’Italia e questa mentalità che ci inculca Sarri a me piace moltissimo”.
Qual è il tuo ruolo preferito?
“Sono un giocatore abbastanza versatile, ho giocato in molti ruoli, diciamo che posso giocare sia esterno che mezzala. Mi sento un giocatore maturo, ho 31 anni, certamente l’esperienza mi può aiutare ad affrontare i momenti meno facili della stagione. Giocando in squadre importanti come Napoli e Juve ho capito che una rosa ampia è importantissima per conseguire i risultati”.
Dopo Chievo ci sarà il debutto al San Paolo con la Champions: Napoli-Benfica…
“Sì sarà una tappa importantissima per il cammino in Europa, ma ora pensiamo solo al Chievo perché, ripeto sarà una sfida che riserverà molte insidie”.
In questi mesi che idea ti sei fatto di Napoli?
“Non l’avevo mai vissuta come città e sono rimasto stupito ed entusiasta, sia io che mia moglie, per l’amore e la passione che si respira ovunque. La gente mi sta ricoprendo di affetto e cercherò di ricambiare questa splendida accoglienza. Io ho ancora tanta fame di vittoria e vorrei vincere con il Napoli”.
La SSC Napoli tramite il suo sito ufficiale ha emanato un comunicato per la regolamentazione degli striscioni permanenti. La documentazione dovrà essere presentata entro un termine ultimo riportato nel comunicato: “Cari tifosi, si comunica che il termine ultimo per consegnare la documentazione necessaria per approvazione di striscioni permanenti al San Paolo è il 30/09/2016“.
Durante la trasmissione radiofonica Marte Sport Live in onda su Radio Marte è intervenuto il giornalista Ivan Zazzaroni sulla questione che si è sollevata negli ultimi giorni tra le fila del club partenopeo, ecco le sue dichiarazioni: “C’è qualcosa che non quadra nei ranghi più alti del club partenopeo: i calciatori non sono stati presentati così come il DS, inoltre c’è stato il rincaro dei biglietti, tutte queste azioni portano il club partenopeo ad allontanarsi dal suo popolo, che vuole così come Sarri, qualcuno che possa rappresentare ala meglio il Napoli nei momenti di difficoltà. C’era Marino ma si è preferito farne a meno, c’era Bigon ed è finita. Ora c’è Giuntoli una persona che lavora tanto ma che resta in silenzio”.
Dopo il turno infrasettimanale si torna subito in campo: il Napoli sarà impegnato domani sera (ore 20:45) al San Paolo contro il Chievo per l’ anticipo della sesta giornata di Serie A.
La trasferta di Genova e le relative polemiche sulle sviste arbitrali sono acqua passata, gli azzurri dovranno scendere in campo con la massima concentrazione contro un Chievo in grande forma in questo inizio di campionato: terzo posto in classifica a un solo punto dal Napoli. Mercoledì torna la Champions League e al San Paolo arriva il Benfica, fattore che condizionerà non poco le scelte di Maurizio Sarri costretto a dosare le forze.
QUI NAPOLI – Possibile mini rivoluzione in vista della Champions: Sarri potrebbe fare esordire Maksimovic al centro della difesa al posto di Albiol, qualche chance anche per Christian Maggio sulla destra. In mezzo al campo dovrebbe rifiatare Marek Hamsik, al suo posto Zielinski. Spazio ad Allan e Jorginho, ancora favorito su Diawara. In avanti Lorenzo Insigne in vantaggio su Mertens, altra opportunità anche per Manolo Gabbiadini pronto a partire dal primo minuto. La novità potrebbe essere Mertens per Callejon, lo spagnolo comunque dovrebbe essere ancora titolare. Indisponibili Chiriches ed El Kaddouri.
Napoli (4-3-3):Reina; Maggio, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Zielinski; Callejon, Gabbiadini, L. Insigne.
A disposizione: Rafael, Sepe, Hysaj, Albiol, Tonelli, Strinic, Diawara, Giaccherini, Hamsik, Rog, Mertens, Milik.All. Maurizio Sarri
Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, nel corso della trasmissione Radio Gol, è intervenuto Furio Valcareggi, agente di Emanuele Giaccherini. Ecco quanto evidenziato: “Finalmente ha recuperato dall’ infortunio ed è in gran forma. Ora sta bene e può concorrere per una maglia, se Sarri vuole ci siamo! È bello avere giocatori di pari livello in ogni reparto, l’alta concorrenza migliora il prodotto. Emanuele è sempre partito sottovalutato ma ha sempre stravinto le gare a cui ha partecipato. È un calciatore molto duttile che può ricoprire tre ruoli, per questo il Napoli lo ha scelto. Ha caratteristiche diverse rispetto a Callejon che è più finalizzatore”.
“Un altro colpo messo a segno dal trio De Laurentiis, Chiavelli, Giuntoli. Raul Albiol ha rinnovato per altri 4 anni fino al 2020″, così Aurelio De Laurentiis attraverso il proprio profilo Twitter. Dopo quello di Koulibaly un altro rinnovo importante in casa Napoli. Non è finita: la prossima settimana dovrebbe essere la volta di Elseid Hysaj.
Rinviato l’incontro governo-sindacati per definire gli interventi sulle pensioni, ne riassumiamo l’impianto generale: Ape (Anticipo pensionistico), aumento della “quattordicesima” e allargamento della platea di beneficiari, no-tax area a 10 mila euro, ricongiunzioni gratuite. Con dettagli cruciali da mettere a punto.
Come cambiano le pensioni (Simone Ferro)
Il governo sembra aver trovato il modo per intervenire su molti aspetti del sistema previdenziale nonostante le poche risorse a disposizione. Ma la riduzione dell’assegno per il pensionamento anticipato è elevata e c’è il rischio che sia una misura per pochi. Pensioni basse e reddito familiare.
Età pensionabile
La riunione politica tra governo e sindacati per definire i prossimi interventi sulle pensioni è stata rimandata ancora, segno forse della difficoltà dell’esecutivo nel quadrare il cerchio tra i numerosi interventi di aggiustamento che si sono resi necessari in seguito alla legge Fornero e le poche risorse a disposizione per farlo. Il canovaccio sembra però deciso, la nuova legge di bilancio prevederà svariate novità sul fronte pensioni. La principale riguarderà l’Ape, il meccanismo che permetterà di anticipare il pensionamento fino a un massimo di 3 anni e 7 mesi per i lavoratori che, raggiunti i 63 anni, non avranno maturato i requisiti per la pensione. La norma sarà introdotta in via sperimentale per il biennio 2017-2018 e potranno beneficiarne tutti i lavoratori, inclusi autonomi e dipendenti pubblici, purché abbiano versato almeno venti anni di contributi. L’anticipo prenderà la forma di un prestito previdenziale e comporterà un forte coinvolgimento del settore creditizio e assicurativo. Per le categorie di lavoratori disagiate – quali i disoccupati di lungo corso, coloro che svolgono lavori usuranti e gli invalidi – lo Stato si farà probabilmente carico dell’intero costo dell’anticipo a patto che l’assegno previsto sia inferiore ai 1.500 euro. In caso l’anticipo venga richiesto dall’azienda in seguito a una ristrutturazione, sarà invece l’impresa stessa a farsi carico di parte dei costi, per un ammontare che verrà negoziato coi sindacati. I costi ricadranno infine interamente sul richiedente nel caso in cui l’anticipo avvenga su iniziativa del lavoratore. Il lavoratore dovrà probabilmente rinunciare al 5-6 per cento dell’assegno per ogni anno di anticipo, considerando poi la quota per coprire gli interessi passivi e il rischio assicurativo si arriverebbe a riduzioni del 25 per cento nel caso di 3 anni e 7 mesi di anticipo, percentuali decisamente più alte di quelle annunciate nei mesi scorsi. Se così fosse, la norma rischierebbe di rimanere sulla carta per la maggioranza degli aventi diritto. Per chi ne dispone, però, sarà prevista la possibilità di richiedere un anticipo sulla rendita complementare al fine di ridurre l’impatto del prestito sull’assegno previdenziale (rendita integrativa temporanea anticipata, Rita). Per quanto riguarda i lavoratori precoci, verrà probabilmente introdotto un bonus di contribuzione di quattro-sei mesi per ogni anno di lavoro svolto prima dei 18 anni. L’accesso alla pensione sarà inoltre più agevole per chi svolge lavori usuranti o notturni.
Interventi sulle pensioni più basse
Il governo lavora per allargare la platea di beneficiari e aumentare l’importo della cosiddetta quattordicesima, istituita nel 2008 per i pensionati più poveri. Le nuove regole dovrebbero prevedere l’assegno aggiuntivo per tutti i pensionati il cui reddito individuale non superi i mille euro mensili: la platea ne risulterebbe decisamente allargata e dovrebbe comprendere 3,3 milioni di persone contro i 2,1 sotto la soglia attuale di 750 euro. Come rilevato dal presidente dell’Inps, tuttavia, per dare respiro ai pensionati in stato di bisogno sarebbe più efficace definire i beneficiari sulla base del reddito Isee, che tiene conto della situazione patrimoniale del nucleo famigliare e non solo del reddito individuale. Il rischio è infatti che buona parte delle risorse destinate alla misura, peraltro la più costosa tra quelle che analizziamo, vadano a beneficio di pensionati appartenenti a nuclei famigliari agiati. Considerando le difficoltà riscontrate dal governo nel reperire i fondi necessari, c’è da augurarsi che si agisca per correggere questo aspetto. Sempre per favorire i pensionati meno abbienti, i tecnici del governo stanno lavorando all’allargamento della cosiddetta no-tax area. Si stanno infatti cercando i fondi per innalzare il tetto al di sotto del quale non è dovuta l’Irpef, per allinearlo a quello stabilito per i lavoratori dipendenti.
Ricongiunzioni gratuite
Il governo cerca infine di porre rimedio alla situazione di molti lavoratori che, avendo versato contributi presso gestioni separate, si trovano costretti a pagare cifre esorbitanti per poter trasferire i contributi alla gestione Inps. L’esempio tipico è l’insegnante che ha lavorato per scuole private e pubbliche, deve trasferire il montante da Inpdap a Inps e, nonostante i due enti siano oggi accorpati, si trova a dover pagare somme ingenti per farsi riconoscere gli anni di contribuzione. L’ipotesi è di rendere la ricongiunzione gratuita, come peraltro era previsto fino al 2010, prima della sconsiderata legge 122 del governo Berlusconi.
Svariati dunque gli interventi in arrivo. I dettagli si sapranno dopo la riunione politica tra governo e sindacati prevista per martedì prossimo, l’esecutivo sembra però aver trovato soluzioni per intervenire in modo sostanziale su molti aspetti del sistema previdenziale nonostante le limitate risorse a disposizione. La manovra dovrebbe risolvere diverse situazioni di disagio e il meccanismo dell’Ape permetterà ad aziende e lavoratori di ammorbidire l’uscita dal mercato del lavoro, forse liberando posti per i più giovani. Le aliquote di riduzione dell’assegno previste sembrano tuttavia decisamente elevate e c’è il rischio che il diritto all’anticipo rimanga sulla carta per la maggior parte dei lavoratori. Anche per questo sarà cruciale la definizione delle categorie per le quali l’anticipo sarà gratuito. È infine importante ribadire quanto sottolineato da Tito Boeri: per evitare un enorme spreco di risorse, i beneficiari delle quattordicesime vanno definiti sulla base del patrimonio famigliare, non del reddito individuale.
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A Ventimiglia, quando scende il buio, per i trafficanti di uomini inizia l’ennesima notte di lavoro. Per un passaggio verso l’Europa i migranti pagano fino a 500 euro: vengono stipati sui camion o nel bagagliaio di un’auto. Nel reportage di Gabriele Martini il racconto di una notte con la polizia lungo il confine tra Italia e Francia.
Una notte con i poliziotti di Ventimiglia a caccia dei trafficanti di uomini
In pattuglia lungo il confine tra Italia e Francia: “Stipati come bestie”
VENTIMIGLIA – L’appuntamento è alle otto di sera in un parcheggio poco illuminato. I migranti aspettano immersi nell’oscurità. Succede tutto in pochi secondi: arriva un’Alfa 147, si ferma dietro un camion, il conducente contratta senza scendere, salgono a bordo in quattro. L’auto riparte e dopo poche centinaia di metri imbocca lo svincolo per l’autostrada, direzione Nizza. È appena sceso il buio su Ventimiglia e per i trafficanti di uomini inizia l’ennesima notte di lavoro.
Il complice che fa da piantone nei pressi della frontiera dà il via libera al telefono. L’auto staffetta passa senza problemi, ormai sembra fatta. E invece. Al casello la vettura con a bordo i migranti viene sorpassata e bloccata da una macchina civetta e da una moto della Polizia di frontiera. Fine della corsa. Il passeur sembra incredulo, scende con le braccia incrociate sopra la testa e si lascia ammanettare. Sfodera un ghigno beffardo. I documenti dicono: 42 anni, cittadinanza portoghese, residente a Nizza. In tasca gli trovano 400 euro: la somma pagata dai disperati per un passaggio a vuoto verso l’Europa.
Spesso a bordo delle auto guidate dai passeur viaggiano anche migranti minorenni. Vogliono raggiungere la Francia per chiedere asilo
La rete dei passatori
Le vie dei passeur sono infinite. Hanno auto, furgoni, camper, Tir. Percorrono l’autostrada, la statale del Tenda o le strade di montagna che nell’entroterra portano a Sospel, sopra Mentone. Per muoversi, di solito, prediligono la notte. Ma a volte tentano di confondersi nel traffico delle ore di punta. Da inizio anno la polizia di frontiera di Ventimiglia ne ha arrestati 41 (di cui uno italiano). «Non sono balordi improvvisati, qui parliamo di una vera e propria organizzazione criminale», spiega il dirigente Martino Santacroce. «C’è chi recluta i migranti, chi raccoglie i soldi, chi cura la logistica e chi guida le vetture oltre il confine». Il viaggio costa caro: per una manciata di chilometri i trafficanti di uomini chiedono dai 100 ai 500 euro a persona.
«È un viavai continuo», sussurrano gli anziani al bar sulla strada che da Ventimiglia s’inerpica verso il Tenda. In principio erano sigarette, caffè, cioccolata. Poi è stato il turno di soldi e droga. Oggi i migranti. Sono loro l’ultimo business degli spalloni. Nell’Europa dei nuovi muri e dei fili spinati gli essere umani diventano merce.
Il 14 luglio la polizia scopre 26 migranti di varie nazionalità nascosti in un furgone. Il passeur li aveva chiusi dentro con un lucchetto
In fuga verso l’Europa
«Al campo del Parco Roja registriamo in media un centinaio di nuovi arrivi giornalieri», spiega Fiamma Cogliolo, operatrice della Croce Rossa. Ma il numero complessivo degli ospiti resta stabile intorno a 700. «Significa che ogni notte decine di migranti tentano di attraversare il confine». Come ha fatto Manu, 18 anni, eritreo e un sogno nobile nel cuore: diventare medico a Parigi. «È arrivato qui da noi, ma ci ha subito detto che voleva andare in Francia», raccontano i volontari del campo. «Aveva attraversato a piedi il deserto, aveva vissuto l’inferno delle carceri libiche. È stato qui una settimana. Una sera è sparito. Tre giorni dopo è arrivato un suo messaggio: “Sono a Parigi. Grazie di tutto”».
La maggior parte dei migranti tenta di raggiungere la Francia a piedi o con il treno. Non sempre il viaggio prevede un lieto fine. La scorsa settimana un giovane è morto precipitando sull’autostrada appena oltre il confine. Si era inerpicato lungo il proibitivo sentiero del Passo della morte. «Questi ragazzi hanno una determinazione incredibile – racconta Cogliolo -, non li fermi in nessun modo». Chi se lo può permettere, invece, si affida ai contrabbandieri di uomini. Nella Calais italiana gli spalloni ronzano intorno alla stazione ferroviaria, vicino agli scogli del confine di San Ludovico o attorno alla chiesa delle Gianchette. Qui, da settimane, sono ospitati in cento tra donne e bambini. «Da fine luglio abbiamo accolto almeno 600 persone», spiega Maurizio Marmo, direttore della Caritas. «Ogni sera c’è qualcuno che parte. La maggioranza viene respinta, qualcuno ce la fa. Noi proviamo a sconsigliarli, ma non ci ascoltano perché ottenere l’asilo non è facile e richiede molto tempo».
A inizio luglio un tunisino viene fermato alla frontiera: nel bagagliaio nasconde 5 afghani: padre, madre e tre figlie
Nel furgone senza aria
I contrabbandieri di uomini cercano di ridurre i rischi al minimo. I controlli a campione sono necessari, ma spesso inconcludenti. Per un passeur che finisce in manette, decine la fanno franca. «È fondamentale l’attività di intelligence: appostamenti, pedinamenti, conoscenza del territorio», spiega il dirigente della Polizia di frontiera. La settimana scorsa è stato arrestato un cittadino bulgaro, trasportava sul camion sette migranti. Erano invece in 26 i disperati stipati dentro un furgoncino bloccato il 14 luglio a Sospel. «Ammassati all’inverosimile, chiusi dall’esterno con un lucchetto. Quando abbiamo aperto il portellone, alcuni stavano per soffocare», raccontano gli agenti. Al volante c’erano due marocchini regolari in Italia. Pochi giorni prima a finire in manette era stato un cittadino tunisino che aveva nascosto nel bagagliaio della sua automobile un’intera famiglia afghana. Padre, madre e tre figlie. «Erano sporchi e stremati. I miei agenti hanno lavato le bimbe e sono andati all’Ovs a comprare vestiti decenti», racconta Santacroce.
A tarda notte i migranti, fermati qualche ora prima a bordo dell’auto guidata dal passeur, sonnecchiano sulle panche di legno negli uffici della Polizia di frontiera. Tre hanno sedici anni. Arthur viaggia da solo, è partito sei mesi fa dal Mali. Ha il viso da bambino. La sua esistenza precaria sta dentro una sacca di tela: la maglietta di ricambio, il telefonino, la bottiglia d’acqua. «Il mio sogno è vivere in Francia. Là non conosco nessuno, non ho parenti, ma almeno potrò studiare». Il maggiorenne è ivoriano. Ha la faccia stravolta dalla fatica, gli occhi arrossati, la voce impastata. Dice: «Sono stanco, non ce la faccio più». Poi, come un disco rotto, smette di rispondere alle domande e ripete: «Voglio fermarmi, voglio solo fermarmi».
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lastampa/Una notte con i poliziotti di Ventimiglia a caccia dei trafficanti di uomini
A Radio Crc, nel corso di “Si Gonfia la Rete”, è intervenuto Mario Giuffredi, agente tra gli altri di Elseid Hysaj. Ecco quanto evidenziato:
“ Nel calcio giocato gli errori arbitrali ci saranno sempre, gli arbitri sono essere umani. Se però De Laurentiis avrà la possibilità di entrare nel consiglio federale potrà controllare da vicino tante cose. Rinnovo Hysaj? Agli inizi della prossima settimana ci sarà la firma del rinnovo, mi auguro il tutto possa risolversi prima della sfida contro il Benfica. Genova è acqua passata, a differenza dei giornalisti noi non ci dobbiamo soffermare su queste cose ma essere concentrati sulla prossima partita. Domani al San Paolo c’è il Chievo e poi il Benfica. Sono dispiaciuto che Sarri sia stato attaccato per le sue dichiarazioni, credo che la società dovrebbe far sentire la propria voce”.
Droni francesi sono pronti a decollare da una base in Niger per cercare nel Sahara i due tecnici italiani rapiti.
Libia, droni francesi cercano i tecnici rapiti
Droni pronti a decollare da una base in Niger. Il generale Haftar: forse nelle mani di Al Qaeda
NEW YORK – Droni francesi in supporto alle ricerche degli italiani rapiti in Libia. È questa l’ipotesi emersa nelle ultime ore nell’ambito del sequestro di Bruno Cacace, Danilo Calonego, e del loro collega canadese, sequestrati il 19 settembre nei pressi della città di Ghat, nel sud-ovest della Libia. L’esercito francese ha una «forward base», una base avanzata a Madama, in Niger, non lontano dal confine libico e dalla zona potenzialmente interessata.
Si tratta di un compound fortificato popolato da 200-250 militari, tra cui elementi delle forze speciali dotati di velivoli tattici e droni. È il punto di riferimento della «Operation Barkhane» quello di partenza di alcune operazioni condotte in quella zona desertica di snodo, e soprattutto una sorta di stazione di controllo dei flussi di transito tra Libia e Niger. Ebbene secondo alcune fonti, l’Italia «potrebbe chiedere o potrebbe aver chiesto l’aiuto dei droni francesi stazionati a Madama» nella ricerca dei rapiti. Rapiti che, secondo il colonnello Ahmed al Mismari, portavoce delle Forze armate libiche legate a Khalifa Haftar, sarebbero nelle «mani di una banda criminale dietro la quale c’è l’impronta di Al Qaeda».
Il ministro Gentiloni
Sulla vicenda è intervenuto il ministro Paolo Gentiloni da New York, dove ha partecipato a una conferenza sulla Libia a margine del lavori dell’Assamblea generale: «A noi non risulta che dietro al rapimento dei nostri due connazionali ci sia Al Qaeda. In questo momento non siamo in grado di confermare o smentire affermazioni di questo genere. È essenziale in queste ore che si lasci lavorare chi sta indagando con il massimo riserbo».
La zona del rapimento non è tanto lontana dal regno di Mokhtar Belmokhtar, capo di Al Qaeda nel Maghreb (Aqam) autore, tra gli altri, dei raid ai campi petroliferi algerini del 2013 che partirono proprio da questo snodo di strade e di Stati. Inoltre quella zona è stata anche teatro di lotte intestine tra Tuareg armati contro i Tobou, di cui una fazione ha aderito allo Stato islamico. Intanto a New York si è sventata una nuova crisi politica libica dopo che il Consiglio di Stato che ha sede a Tripoli aveva dichiarato di «essere obbligato ad esercitare tutte le prerogative del Parlamento di Tobruk» un atto che Tobruk stessa aveva definito un colpo di mano. Una crisi sfiorata grazie anche all’azione della diplomazia italiana impegnata nella conferenza sulla Libia presieduta da Gentiloni e dal collega americano John Kerry.
Al termine del summit si è giunti alla firma di un documento che chiede con forza che «l’Assemblea Costituzionale completi il suo lavoro e presenti il progetto di Costituzione libica per il referendum nel 2017». «Assistiamo a un contesto di divisione sul terreno da non sottovalutare, ma non si è tradotto in una divisione sul terreno diplomatico», ha detto Gentiloni. Mentre il premier libico Fayez al Sarraj ha assicurato: «Da parte mia sono pronto a parlare con chiunque».
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vivicentro/Droni sul Sahara alla ricerca dei tecnici rapiti
lastampa/Libia, droni francesi cercano i tecnici rapiti FRANCESCO SEMPRINI
In diretta da Castel Volturno Valter De Maggio, conduttore di Radio Kiss Kiss Napoli, ha riportato importanti novità legate al rinnovo di Elseid Hysaj:
“Ci sono importanti aggiornamenti su Hysaj: lunedì arriverà il rinnovo, pronto un contratto di cinque anni. Dopo Koulibaly il Napoli blinda anche il terzino albanese.