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Pardo: “Per Sarri è fondamentale, ma a me non è piaciuto”

Le parole di Pierluigi Pardo

Il giornalista di Mediaset Pierluigi Pardo ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Canale 21, soffermandosi sull’ottimo momento del Napoli: “A mio parere Jorginho è stanco, infatti ieri sera non mi ha convinto molto, ma evidentemente è troppo importante sia per il gruppo che per Sarri, che non riesce a tenerlo fuori”.

Costacurta: “Questo sarà un campionato molto equilibrato”

Le parole di Costacurta

Alessandro Costacurta, ex difensore del Milan e oggi opinionista televisivo, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sky, soffermandosi sul campionato in corso: “Vorrei fare i complimenti a Juventus e Napoli per le due vittorie di ieri. Credo che questo sarà un campionato più equilibrato rispetto a quelli degli anni passati. Non prevedo una fuga da parte dei bianconeri”.

TORINO ROMA 3-1| Attacco granata: Toro travolgente, Lupa ko!

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Pesante sconfitta per la Roma affondata dal Torino. Spalletti incapace di trovare una soluzione ad una squadra che non riesce a segnare

Roma- Un pranzo difficile da digerire per i tifosi giallorossi che allo Stadio Olimpico del Grande Torino hanno visto travolgere i propri beniamini da una squadra agguerrita che ha sempre mantenuto il vantaggio sugli ospiti e non ha mai abbassato la guardia. La squadra di MiHajlovic strabilia, la Roma delude. I giallorossi ci provano ma sono molti gli errori al momento di concretizzare, troppe palle gol sprecate, la squadra di Spalletti riesce a segnare solo su rigore. Resta la desolazione sul volto di Luciano Spalletti e l’incapacità di trovare la soluzione ad un risultato che non arriva e che va sgretolandosi nella ripresa.   

Primo Tempo

La Roma è aggressiva e crea subito diverse occasioni ghiotte per andare in gol con Nainggolan e Dzeko, e invece all’8’ è Belotti che trova la rete del vantaggio! Dopo una respinta di Szczesny, arriva Boyè sulla palla che passa indietro per Obi, riceve il “Gallo” che batte il portiere piazzando la palla nell’angolino destro!

Torino 1 Roma 0    

All’11’ reazione della Roma che crea un’ottima occasione gol: dopo una serie di rimpalli favorevoli la palla arriva a Dzeko in area di rigore, ma l’attaccante bosniaco non inquadra la porta e tira clamorosamente fuori!

Al 12’ giallo per De Rossi per intervento falloso. Subito dopo Toro vicino al raddoppio con Iago Falque che al 13’ riesce a trovare spazio per la conclusione, Szczesny salvato dal palo!

I ritmi sono altissimi, si corre da una parte all’altra del campo, i granata sono pericolosi nelle ripartenze.

Al 17’ ottima verticalizzazione per Strootman che però perde l’attimo per calciare da buona posizione e spreca così una buona occasione.

Al 22’ Obi chiede di essere sostituito, si è infortunato, entra Baselli mentre ci si avvia alla mezz’ora di gioco, tutto fermo sull’1 a 0.

La Roma prova a rendersi più pericolosa in attacco con Florenzi e Naiggolan che spingono sulla fasce ma il Torino sembra più concreto e da’ l’idea di poter far male quando schiaccia nelle ripartenze.
A bordo campo iniziano il riscaldamento El Shaarawy e Totti, i 2 dovrebbero imprimere un nuovo volto a una gara che li vede in svantaggio e a tratti in difficoltà.

Al 40’ il Torino vicinissimo al raddoppio! Ingenuità della difesa e di Florenzi,  ne approfitta il numero 9 granata che arriva alla conclusione ma Szczesnyne  si supera in una grande parata sul palo alla sua destra, vincendo stavolta il duello con Belotti.

Al 43’ scambio tra Salah e Florenzi che ha la possibilità di calciare a pochi passi dal portiere, ma non è abbastanza cinico e Barreca lo stoppa!

Dopo un minuto di recupero, le squadre vanno nello spogliatoio per l’half-time.

Secondo Tempo

Nella ripresa entra il Capitano al posto di De Rossi.

Al 48’ occasione Roma con Dzeko che stacca di testa a pochi metri da Hart, la mira è giusta stavolta ma il portiere riesce ad arrivarci.

Il Torino non sta a guardare, Baselli che servito da Belotti, è a tu per tu con il portiere ma sbaglia il controllo della palla sprecando una buona occasione.

La gara si vivacizza con la regia del Capitano giallorosso, ma al 53’ accade l’imprevisto: Bruno Peres sgambetta Belotti in area, Tagliavento decreta il rigore.

Sul dischetto va l’ex romanista Iago Falque che, a tu per tu con Szczesny, mira all’angolo destro, il portiere intuisce e sfiora la sfera, ma la palla va in rete! Raddoppio dei granata, Torino 2 Roma 0

Due minuti dopo, al 55’ altro calcio di rigore ma dal versante opposto: atterrato Perotti in area da De Silvestri. Sul dischetto va Totti, il Capitano calcia con freddezza tracciando una traiettoria alta che termina dritta in rete.

Gol 250° per il fenomeno (quasi) quarantenne.  La Roma accorcia le distanze, Torino Roma 2 a 1.

La Roma continua ad aggredire con Perotti che arriva in frenata su una palla bollente a pochi passi dal portiere, Hart lo anticipa per un pelo e blocca.

La tenacia del Torino è a dir poco sorprendente: al 65’ Belotti recupera una palla sulla trequarti, verticalizza a destra per Iago Falque che calcia direttamente in rete, palla imprendibile, Toro ancora in gol!

Torino 3 Roma 2.

Le smorfie di desolazione sul volto di Spalletti raccontano tutta la delusione per l’andamento di questa gara.

Al 61’ secondo cambio per Spalletti che mette dentro El Shaarawy al posto di Nainggolan, Roma tutta in attacco nel tentativo di recuperare lo svantaggio.

Al 69’ ammonito Florenzi. Ancora pericolo per la Roma a causa di un errore difensivo di Bruno Peres.

Al 77’ entra Martinez in sostituzione di Iago Falque. Al 79’ammonito Hart per aver temporeggiato, ammonito anche Manolas all’86’.

All’88’ tutta la Roma in attacco, Dzeko riceve dalla destra e stacca di testa a porta vuota ma butta la palla completamente fuori! Altra occasione buttata in aria.

Sono 5 i minuti di recupero indicati dal 4° uomo, la Roma rimane sempre in area avversaria, ma non riesce a concretizzare neanche Salah che da buona posizione calcia sull’esterno rete. Il Torino non pago, sfiora anche il quarto gol con Martinez ma Szczesny si oppone.

Scadono i minuti di recupero, nessuna rimonta per i giallorossi che a testa bassa escono sconfitti da un Torino travolgente.

Maria D’Auria

IL TABELLINO

TORINO: Hart; De Silvestri, Castan, Rossettini, Barreca; Benassi, Valdifiori, Obi; Boyé, Belotti, Iago Falque.
A disp.: Padelli, Cucchietti, Moretti, Bovo, Zappacosta, Baselli, Gustafson, Lukic, Aramu, Ljajic, Martinez.
Allenatore: Mihajlovic.

ROMA: Szczesny; Florenzi, Manolas, Fazio, Bruno Peres; De Rossi, Strootman; Salah, Nainggolan, Perotti; Dzeko.
A disp.: Alisson, Lobont, Juan Jesus, Emerson, Seck, Paredes, Gerson, Totti, El Shaarawy, Iturbe.
Allenatore: Spalletti.

Arbitro: Tagliavento di Terni.

Reti: 8′ Belotti, 53′ Iago Falque (R), 55′ Totti (R), 65′ Iago Falque

 

La pillola del giorno dopo è un contraccettivo e non può essere assimilata all’aborto

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Per il Tar Lazio la contraccezione è soggetta a prescrizione obbligatoria e non può essere equiparata all’aborto

I medici obiettori possono opporsi all’aborto ma non alla somministrazione di contraccettivi come la “pillola del giorno dopo” che, di fatto è equiparabile a un normale farmaco. Per cui il ginecologo del consultorio non può rifiutarsi di prescriverlo. A sancirlo è il Tar Lazio con una recente sentenza (la n. 8990/2016 qui sotto allegata) rigettando il ricorso proposto dalla Federazione Movimento per la vita (e altri) avverso il decreto regionale (c.d. decreto Zingaretti in qualità di commissario ad acta per la sanità regionale) che, a detta dei ricorrenti, intendeva obbligare gli obiettori di coscienza a prendere parte alle procedure per l’aborto, dovendo certificare lo stato di gravidanza, e prescrivere i contraccettivi ormonali “post-coitali” violando così le disposizioni di legge.

Per il Tar, invece, il decreto non viola il diritto all’obiezione di coscienza, anzi ne tiene pienamente conto e si pone in perfetta continuità con le leggi statali essendo funzionale a raggiungere più elevati standard di qualità del SSN.

Preliminarmente il Tar ricorda che l’obiezione di coscienza, secondo la legge n. 194/1978esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza – e non già – dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento”.

Per cui, il fatto che si preveda nella disposizione impugnata che il medico obiettore rilasci il certificato dello stato di gravidanza o attesti la volontà della donna di interromperla costituiscono adempimenti ai doveri professionali che non determinano certo “la compressione della libertà di coscienza, laddove non siano rivolte ad attuare ‘specificamente e necessariamente’ l’interruzione di gravidanza, ma a prestare la necessaria ‘assistenza antecedente e seguente all’intervento’, posto soprattutto che la decisione relativa alla interruzione della gravidanza pure in presenza di detta certificazione spetta all’interessata che può recedere da tale proposito”.

L’eventuale rifiuto del medico di intervenire per prestare necessaria assistenza alla degente, peraltro, ricorda il giudice amministrativo, integra, come statuito dalla giurisprudenza della Cassazione (cfr. n. 14979/2013), una responsabilità per il delitto previsto e punito dall’art. 328 del codice penale.

È evidente dunque che i termini entro i quali “la libertà di coscienza di cui è espressione l’obiezione del medico ginecologo di un consultorio va coniugata col diritto alla salute di cui all’art. 32 della Costituzione”.

Quanto alla prescrizione dei farmaci contraccettivi post-coitali, e dunque, della pillola del giorno dopo, il Tar ha rigettato la doglianza “con cui parte ricorrente fa riferimento a due specifiche specialità medicinali attualmente in commercio che sortirebbero l’effetto di un aborto chimico, poiché non sarebbe possibile escludere che abbiano effetto anche in un momento successivo al concepimento, causando la perdita dell’embrione umano già formatosi“. Ciò per due motivi. In primo luogo, perché ha affermato il Tar, rifacendosi agli orientamenti della giurisprudenza costituzionale, civile e amministrativa sul corretto bilanciamento tra il diritto alla salute della donna incinta e la tutela dell’embrione, il legislatore ha “inteso quale evento interruttivo della gravidanza quello che interviene in una fase successiva all’annidamento dell’ovulo nell’utero materno” e tali circostanze non ricorrono nell’uso di “metodiche anticoncezionali i cui effetti si esplicano in una fase anteriore all’annidamento dell’ovulo”.

In secondo luogo, comunque la censura, per il Tar, è affidata “ad affermazioni apodittiche”, considerato che la copiosa documentazione scientifica ufficiale (proveniente dall’Aifa, dall’Ema, dalla Società italiana della contraccezione ecc.) sull’uso dei contraccettivi d’urgenza ha ormai chiarito che la pillola del giorno dopo è un contraccettivo e non può essere assimilata all’aborto. Da qui il rigetto del ricorso.

StudioCataldi.it/ Pillola del giorno dopo: il medico non può rifiutarsi di prescriverla (Marina Crisafi)

FAST: il più grande radiotelescopio del mondo è cinese

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FAST, un radiotelescopio a dir poco gigantesco. Il suo nome dice tutto, o quasi, perché si tratta di un acronimo che sta per “Five-hundred-meter Aperture Spherical radio Telescope” ( ovvero: radiotelescopio con apertura sferica di 500 metri – in cinese: 五百米口径球面射电望远镜 ) ed il suo diametro finale di mezzo chilometro ne fa il più grande dispositivo astronomico del nostro pianeta.

Come i cinesi stanno cercando gli Ufo oltre la nostra galassia

Il più grande radiotelescopio per l’esplorazione spaziale al mondo è entrato oggi in servizio nel Sud-Est della Cina, nel quadro di un grande progetto la cui ambizione è, secondo Pechino, quella di verificare se esista vita intelligente extraterrestre.

Chiamato dagli scenziati Radiotelescopio sferico dall’apertura di 500 metri (FAST), il telescopio ha preso a funzionare verso il mezzogiorno locale, ha chiarito l’agenzia di stampa Xinhua. Il FAST ha la larghezza di 30 campi da calcio ed è installato in una zona rurale della provincia di Guizhou, tra tre colline carsiche. La costruzione è iniziata nel 2011 e il suo costo è stato di 1,2 miliardi di yuan (165 milioni di euro). Supera nettamente per dimensioni il radiotelescopio di Arecibo, a Portorico, che ha un diametro di 305 metri.

Il direttore generale della società cinese di astronomia Wu Xiangping ha dichiarato lo scorso anno alla Cinhua che l’alto grado di sensibilità del FAST “aiuterà a ricercare la vita intelligente oltre la nostra galassia”. Oltre 10mila abitanti in un raggio di cinque chilometri attorno all’impianto sono stati ricollocati altrove.

vivicentro.it/redazione/FAST: il più grande radiotelescopio del mondo è cinese – agenzie agi/aska / Come i cinesi stanno cercando gli Ufo oltre la nostra galassia

Patrizia Esposito

Corbo: “Può far tremare la Juve: Sarri, così bravo quando allena meno quando parla”

Il suo pensiero

Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Sono tornati insieme. Nella stessa serata si rivedono Juve e Napoli. La capolista in versione classica, arida nel gioco e fortunata nel risultato. Deve la vittoria di Palermo all’autorete del celebre Edoardo Goldaniga, proveniente dal glorioso Pizzighettone. Così difende il primato. L’Italia del calcio attende poco più di un’ora nell’immenso stadio virtuale di Sky per ammirare il Napoli nel suo ritrovato splendore. Un successo importante se Sarri saprà meglio difendere il suo formidabile lavoro e la squadra riequilibrata dalla campagna estiva: piuttosto che brontolare, scaricando le magagne tattiche di Genova sul rigore negato, creda solo e di più nel Napoli attuale. Il geniale ma collerico artigiano toscano non si accorge di aver costruito nel tempo la sola squadra che possa competere per lo scudetto con la Juve, oscurandola poi nel gioco. Peccato che la reazione dopo lo scadente pareggio con il Genoa abbia aperto uno squarcio all’interno dello stesso club. Ha sollecitato quel tweet dalla Cina con il duro richiamo del presidente: mai più, ordina De Laurentiis, parlare di arbitri; semmai ricordare i costi per rendere il Napoli più competitivo. Inevitabile scorgere due posizioni diverse tra presidente e allenatore: nel contrasto si infilano i ragazzi delle Curve, con un altro messaggio obliquo. “Sarri uno di noi“. Come dire: siamo con Sarri e non con lui. Il Napoli non vince con autoreti di ex campioni del Pizzighettone. Impone la superiorità tecnica, il possesso palla, il ritmo ad un appannato Chievo. Riflessione: è così difficile tenersi lontano da oziose polemiche e vincere tutte le emozioni di una fantastica serata, con Gabbiadini che ritrova gol e applausi, con Hamsik che raddoppia con il suo centesimo gol, con la Juve che deve nascondere il rossore di chi vince per grazia ricevuta? Deludente il Chievo. Promette molto, ma non realizza per per limiti di struttura. Troppo pesante negli uomini chiave contro un Napoli fluido nel recitare brani mandati ormai a memoria. Birsa, il modesto rifinitore, si applica su Jorginho. Un solo tratto non basta a fermare il Napoli, che traccia altre linee di uscita: il dilagante Zielinski a destra avvia il gioco con la collaborazione di Maggio che scorrazza sulla fascia, dove invece tramonta Callejòn. A sinistra le nuove magie: Hamsik e Insigne scoprono un’oasi felice sul centrosinistra: non li marcano il pesante mediano Castro, né il più cadenzato centrale Radovanovic, né il valido Cacciatore interessato più a battere la destra del Chievo che a marcare Insigne. Hamsik da sinistra manda a rete Gabbiadini con la sponda di Callejon che dalla destra rimette al centro per il gol che finalmente risolleva il bomber triste. Di pari pregio l’assist di Insigne per lanciare Hamsik tra Cesar e Dainelli, fermi come sentinelle in garitte distanti. Davvero un bel Napoli. Gli è più facile dominare gli avversari che se stesso. Così ingenuo da creare polemiche e farsele scoppiare tra le mani. Così Sarri, bravo quando allena, incauto quando parla.

Napoli dai due volti, gol in campo e inferno sugli spalti

La tifoseria è spaccata

E’ un Napoli dai due volti, il bel gioco visto in campo mal si associa con la spaccatura dei 20 mila tifosi presenti sugli spalti del San Paolo. E’ il Corriere del Mezzogiorno che approfondisce la questione ribadendo come ci sia una frattura tra i tifosi partenopei divisi tra chi fischia il presidente De Laurentiis e invece chi mugugna per i cori contro l’amato numero uno azzurro. Fuori dalla squadra Napoli è un inferno di liti e contrasti. L’allenatore e il presidente non si sono mai realmente presi, non si amano ma si abbracciano nel nome di un obiettivo comune. Sbaglia Sarri a tirarlo in causa pubblicamente su questioni arbitrali di cui si può discutere in privato, sbaglia De Laurentiis a non richiamarlo nelle sedi opportune.

Inquietudine nei settori popolari, a De Laurentiis non si perdonano due cose

I dettagli

L’inquietudine dei settori popolari s’è manifestata ieri sera con la contestazione al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Come riporta La Gazzetta dello Sport, al numero uno del club non viene perdonato il caro prezzi deciso per le partite di cartello con un biglietto in curva per Napoli-Benfica fissato a quaranta euro: “ma la gente non ha perdonato a De Laurentiis nemmeno la polemica a distanza col proprio allenatore, dopo il pareggio di Marassi”, anzi durante il match in Curva B è stato esposto uno striscione con la scritta “Sarri uno di noi”.

Zielinski sul trono dei migliori: che impatto!

Il polacco è subito pronto

 Tuttosport incorona il centrocampista polacco Piotr Zielinski come il migliore in campo insieme ai due centrali difensivi Raul Albiol e Kalidou Koulibaly: “il polacco oggi è diventato un titolare in più e, conoscendo il gioco di Sarri che non prevede mediani di rottura, non si sbaglia nel pensare che ormai abbia sottratto il posto ad Allan”.

In Bocca Alla Lupa (Lo Piano Saint Red)

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Il termine in bocca al lupo,anche se l’origine del modo di dire non e’ chiara, ha assunto nel corso dei Secoli un valore scaramantico. Lo si esprime sotto forma d’augurio che si rivolge a chi sta per sottoporsi ad una prova difficile e dovrebbe scongiurare l’eventualita’ di un avvenimento indesiderato.
Alla consuetudine piu’ recente del modus dicendi in se’, si vuole che si risponda con crepi il lupo, negli ambienti teatrali sui usa il termine ” in culo alla balena”.
L’immagine del lupo e’ stata sempre presente nella tradizione popolare, infatti questo animale e’ stato sempre considerato come l’essenza del male.

A distanza di Secoli, visto che la scaramanzia e’ ancora presente nella maggior parte della popolazione, a Roma se ne dovrebbe coniare un secondo “In bocca alla lupa”, solo che la lupa in questo caso  non dovrebbe crepare.visto che e’ rappresentata dalla Raggi.

Per andare avanti nel suo cammino politico ha tanto bisogno di auguri, ha gli occhi di tutto il Mondo puntati addosso, se riuscisse in qualche anno a far ritornare la Citta’ in una condizione di vita decente, tutto il M5S ne trarrebbe un vantaggio enorme.
Potrebbe diventare nel giro di una sola tornata elettorale il 1° Partito in Italia, e governare il Paese,si potrebbe ipotizzare che Beppe Grillo diventi Capo dello Stato.
In Italia abbiamo tanto bisogno di pulizia a tutti i livelli, lupi famelici, sciacalli e proci politici, gentaglia di ogni risma hanno banchettato per decenni sulle spalle degli Italiani,  usufruito di ogni benessere economico, sono riusciti a condizionare la vita di milioni di persone che avevano creduto nella loro onesta’ e rettitudine morale.
Oggi e’ arrivato il momento di dire basta a questo bracconaggio, sono finite le false promesse, gli Italiani sono arcistufi di andare avanti cosi’, non credono piu’ alle favolette del lupo cattivo, anche cappuccetto rosso ha perso ogni illusione.

Gli agenti della squadra mobile di Pescara arrestano una donna

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Gli agenti della squadra mobile della Polizia hanno arrestato CIRELLI Rosetta, 27enne, originaria della provincia di Campobasso, residente a Pescara, in esecuzione di un provvedimento emesso dall’Ufficio di Sorveglianza  di Pescara che dispone la revoca della misura della detenzione domiciliare ed il ripristino della detenzione in regime carcerario.

In particolare la donna,  già sottoposta alla detenzione domiciliare, il 19 settembre scorso, in concorso con altre due complici, è stata colta nella flagranza di furto in danno dell’esercizio commerciale Media World di Chieti.

Attualmente la donna si trova in stato di detenzione presso il carcedi di Madonna del Freddo di Chieti.

 

Hamsik: “Cento è un bel numero, ma contro il Chievo è stata dura”

Queste le parole di Hamsik

Marek Hamsik ha messo a segno il suo gol numero 100 con la maglia del Napoli ed esprime tutta la sua gioia attraverso il suo sito ufficiale: “Cento è un bel numero. Sono felice del fatto che come centrocampista ho segnato tanti gol con la maglia del Napoli. Sono molto felice di averlo raggiunto nel compleanno di mio padre. Contro il Chievo è stato un duello duro. Nel primo tempo abbiamo realizzato due gol. Dopo la pausa, abbiamo avuto la possibilità di fare il terzo gol, ma i tre punti sono importanti per noi. Sono soddisfatto del buon inizio di stagione. Ora dobbiamo rilassarci ma anche prepararsi per il duello di Champions League contro il Benfica”.

FOTO ViViCentro – Berretti, Juve Stabia–Paganese 2-0, gli scatti del match

Berretti, Juve Stabia – Paganese 2-0, le foto del match

Buona la prima di Domenico Panico sulla panchina della Berretti Juve Stabia, il calendario del girone E del campionato Dante Berretti 2016-2017 riportava alla prima giornata un derby sentito dalle due piazze, quel Juve Stabia – Paganese che anche per le giovanili ha un sapore diverso dal normale.

Parte subito bene la Juve Stabia che al 5 del primo tempo passa in vantaggio: Ottimo movimento di Procida che serve Chirullo che subisce fallo sulla trequarti, sulla palla va Simone Mauro che scodella in mezzo sul secondo palo dove è appostato Bisceglia che di testa appoggia in rete. Nella ripresa arriva il raddoppio di Alessio Di Balsamo.

CLICCA SULLE FOTO di Antonio Gargiulo per ingrandirle

 

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Fattoria verticale: il futuro dell’agricoltura

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Dentro un’acciaieria abbandonata di Newark, in New Jersey, è stata creata la più grande fattoria verticale del Pianeta. Si estende per 6410 mq e promette di produrre ogni 12 mesi almeno 907 kg di vegetali risparmiando il 95 per cento dell’acqua rispetto alle coltivazioni tradizionali. Se gli orti privati sui tetti di Brooklyn o nei giardini di Venezia suggeriscono la volontà di singoli abitanti di produrre in proprio il cibo dentro le città, quanto sta avvenendo a Newark dimostra che la scienza della coltivazione urbana entra nella dimensione del mercato.

La possibilità di far crescere su larga scala piante e frutti senza aver bisogno di raggi solari, suolo ed acqua è stata teorizzata nel 1999 da Dickson Despommier, docente di Microbiologia e Salute Pubblica alla Columbia University, ricorrendo al termine di «agricoltura verticale». Da allora sono state più iniziative private – dagli Stati Uniti alla Svezia fino al Giappone – a investire nella tecnica dell’«Aeroponics» che si basa sull’uso dell’aria al posto dell’acqua per aiutare gli agricoltori del XXI secolo a creare le migliori condizioni per coltivare in un Pianeta dove il 54 per cento della popolazione vive già in centri urbani e nel 2030 il totale degli abitanti toccherà 8,5 miliardi. «Il nostro obiettivo è produrre piccoli vegetali ed erbe come basilico e crescione – spiega David Rosenberg, fondatore di “AeroFarms” e ideatore della fattoria verticale di Newark – non solo per creare grandi orti dentro i grattacieli ma per avere un impatto più vasto, cambiando il mondo».

L’architettura dove coltiviamo il futuro

Poiché si tratta di ambienti agricoli dove non vi sono stagioni, giorni o notti – con luminosità, umidità e temperature controllate -, i raccolti si succedono senza interruzione, fino ad arrivare a 22-30 l’anno. E’ una tecnica che si richiama a quanto sperimentato dagli astronauti della Nasa a bordo della Stazione spaziale internazionale. «AeroFarms» punta a costruire 25 fattorie urbane nei prossimi cinque anni mentre in Svezia i concorrenti di «Plantagon International» vogliono inserirle in grandi progetti di edilizia pubblica: case popolari, edifici governativi e atenei. Hans Hassle, ceo di «Plantagon International», adopera una terminologia che riflette l’innovazione: «Vogliamo incorporare le fattorie verticali in edifici multiuso» per armonizzare sviluppo dell’alimentazione, difesa dell’ambiente e mercato immobiliare. E’ una ricetta per creare una convergenza fra industria alimentare e sviluppo urbano. E può generare innovazioni a pioggia sul modo di vivere nelle metropoli. Despommier è convinto che tale accelerazione sia inarrestabile ed a testimoniarlo è, come dichiara al «New York Times», quanto avvenuto a Fukushima, in Giappone, perché dopo le distruzioni causate nel 2011 dal terremoto gli abitanti hanno reagito aumentando la superficie commerciale delle coltivazioni verticali. Oggi ve ne solo almeno 150 sulle isole del Sol Levante con Taiwan e Singapore protagoniste della rincorsa scientifica e commerciale. Nulla da sorprendersi se il Dipartimento di Agricoltura Usa ha confezionato il proprio «Urban Agriculture Toolkit» rendendo accessibili online le informazioni-base grazie alle quali ognuno può ambire a «produrre cibo salutare e creare posti di lavoro grazie all’agricoltura urbana».

Sono sviluppi che suggeriscono quanto la crescita del mercato alimentare non abbia come protagonisti solo mega-fusioni come quella Bayer-Monsanto, ma anche invenzioni e creatività di singoli determinati a vincere la sfida di sfamare le prossime generazioni.

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vivicentro.it/opinione
vivicentro/Fattoria verticale: il futuro dell’agricoltura
lastampa/L’architettura dove coltiviamo il futuro MAURIZIO MOLINARI

L’Angolo di Samuelmania – Gabbiadini non sbaglia, Hamsik fa la storia!

Questo il pensiero di Samuelmania

Napoli-Chievo 2-0. Una grande partita quella giocata dagli azzurri. Questa volta parte titolare Manolo Gabbiadini che non delude Sarri e i tifosi, oltre che le aspettative che ci sono su di lui, segnando uno splendido goal. Voglio evidenziare la grandissima partita di Piotr Zielinski che non sbaglia nulla: tutto bene, ottimi passaggi, inserimenti e assist. Una citazione particolare contornata da immensi complimenti va a Marek Hamsik che segna il suo 100esimo goal con la maglia azzurra adesso. Ora guardiamo avanti e pensiamo a mercoledì, alla partita di Champions League contro il Benfica.

a cura di Samuele Esposito

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VIDEO ViViCentro – Maggio: “Bravi a chiuderla presto, la stanchezza si è fatta sentire alla lunga”

Queste le dichiarazioni di Christian Maggio

Il Napoli vince contro il Chievo Verona e lo fa con forza e veemenza. Importante match, ben giocato e dominato per larghi tratti. Al termine, ai nostri microfoni in mixed zone, è intervenuto Christian Maggio che ieri ha ritrovato una maglia da titolare.

dai nostri inviati al San Paolo, Ciro Novellino e Fabiano Malacario

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L’ europeismo fa preoccupanti passi indietro

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La storia europeista italiana, portata avanti da personaggi come Altiero Spinelli, De Gasperi, Guido Carli, Giuliano Amato, Prodi, Ciampi, Napolitano, Draghi ed ora Renzi che batte il pugno sul tavolo quando quell’ europeismo al quale anche lui è approdato non riesce ad avanzare, anzi fa preoccupanti passi indietro.

Renzi batte i pugni in Europa ma in Italia stia sereno

L’europeismo al quale anche lui è approdato non avanza, anzi fa passi indietro

DAL VERTICE europeo di Bratislava ad oggi è passata una decina di giorni durante i quali si è consumata una rottura tra Renzi e l’Europa di stampo franco-tedesco con vasto seguito dei Paesi che sentono l’egemonia della Germania e vi si conformano. Renzi è praticamente solo e desidera esserlo. “Non voglio vivacchiare rispettando i comodi dell’asse franco-tedesco. Vivacchiare per un anno, aspettando che Francia e Germania abbiano risolto i loro problemi elettorali”.

Il mondo occidentale, Giappone compreso, è agitato da problemi interni e internazionali estremamente complessi e preoccupanti che si intrecciano tra loro. Tutto è sempre più sconnesso e l’Europa peggio degli altri. Una Confederazione di 27 Paesi, ciascuno aggrappato alla propria sovranità nazionale mentre dovrebbero rafforzare l’Europa almeno per quanto riguarda la politica economica, quella delle migrazioni di massa e quella estera e militare. Per un periodo è sembrato che i Paesi di maggior rilievo e soprattutto i 19 che hanno adottato da diciotto anni la moneta comune, si fossero orientati in questo senso ed avessero capito che era necessario un cambiamento delle istituzioni europee. Ma l’illusione è durata assai poco. Questa strada è stata abbandonata da tutti, salvo che da Renzi e in tutt’altra misura ma con analoghi intenti da Mario Draghi. Che il nostro presidente del Consiglio abbia attenuato e per certi aspetti abbandonato il proprio nazionalismo nessuno se lo aspettava e invece è accaduto.

La sua conversione al manifesto di Ventotene ha concluso una fase transitoria durante la quale Renzi ha cercato di costruire una sua politica europeista ed un proprio ruolo che allineasse l’Italia ai grandi dell’Europa. Del resto siamo tra gli Stati fondatori, a cominciare dalla Comunità europea del carbone e dell’acciaio, dai trattati di Roma del 1957, dalla nascita dell’Unione europea, dall’adozione della moneta comune nel 1999 ed alla redazione della Costituzione europea, firmata da Giscard d’Estaing e da Giuliano Amato. Purtroppo però quella Costituzione fu bocciata dai referendum indetti in Francia e in Olanda.

Questa per sommi capi è stata la storia europeista italiana, portata avanti da personaggi come Altiero Spinelli, De Gasperi, Guido Carli, Giuliano Amato, Prodi, Ciampi, Napolitano, Draghi ed ora Renzi che batte il pugno sul tavolo quando quell’europeismo al quale anche lui è approdato non riesce ad avanzare, anzi fa preoccupanti passi indietro.

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Molti sostengono che battere i pugni è un pessimo metodo, tipico di Renzi in tutte le occasioni in Italia e in Europa. Per quanto riguarda l’Italia hanno ragione: siamo una democrazia parlamentare e il Parlamento rappresenta il popolo sovrano, sia che abbia forme bicamerali o monocamerali. In Europa è diverso: il Parlamento è formato da partiti eletti dai singoli Paesi e non dal popolo nella sua cittadinanza europea. La cittadinanza europea esiste a parole ma non è in una Costituzione. Non esiste una Costituzione europea, sostituita da un Trattato di Lisbona che si limita a stabilire alcuni principi estremamente elastici. I partiti i cui rappresentanti occupano i seggi parlamentari e le singole commissioni a Bruxelles e a Strasburgo l’assemblea che si riunisce una volta al mese sono eletti dai singoli Paesi e quindi non rappresentano il popolo sovrano europeo. Non lo rappresentano perché, come abbiamo già detto, non esiste.

Le conseguenze si vedono ad occhio nudo: 8 Paesi su 27 hanno monete proprie e non quella comune. Il patto di Schengen che non prevede confini intraeuropei è accettato soltanto da alcuni ma non da tutti. Non esiste una forza armata europea e non una politica estera comune, non esiste un presidente con poteri decisionali ma soltanto un presidente con poteri procedurali, convoca i capi di Stato e di governo dei membri dell’Unione che deliberano a maggioranza qualificata o il più delle volte con voto unanime sicché basta un solo voto contrario per bloccare tutti.

Insomma la Confederazione non ha fatto alcun passo avanti verso la Federazione. Altiero Spinelli disse giustamente che ci sarebbe voluto molto tempo per arrivare agli Stati Uniti d’Europa. In realtà passi avanti sostanziali non sono stati fatti: Confederazione eravamo e tale siamo rimasti, anzi abbiamo anche dovuto registrare qualche mese fa la Brexit della Gran Bretagna. Assistiamo dovunque alla nascita di movimenti e partiti populisti, xenofobi e antieuropei in quasi tutti i Paesi del nostro continente.

Ecco perché la politica federalista di Renzi e i suoi pugni sul tavolo delle decisioni meritano di esser apprezzati. Ma queste considerazioni riguardano la politica del nostro presidente del Consiglio e l’Europa. Anche lui però ha delicati problemi da risolvere in Patria: economici, fiscali, politici. Si tratta di questioni non solo difficili ma fondamentali perché se al prossimo referendum dovessero vincere i “No” difficilmente potrebbe restare a Palazzo Chigi e quindi non resterebbe neppure in Europa con le conseguenze che ne seguono.

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Il referendum costituzionale e la vigente legge elettorale sono due problemi strettamente connessi, ne abbiamo più volte spiegato le ragioni su queste pagine e quindi non staremo a ripeterle. Renzi fino a pochi giorni fa l’aveva sempre negato ma finalmente l’ha ammesso e ha interpellato il Parlamento, cioè il Senato dove non ha la maggioranza assoluta che ha invece alla Camera, sul tipo di legge elettorale che le varie formazioni politiche vorrebbero. Quando ognuno avrà detto la sua anche lui farà una proposta sapendo comunque che a referendum avvenuto anche la Corte costituzionale emetterà la sua sentenza sulla costituzionalità della legge elettorale e lui dovrà tenerne conto.

Un dato comunque è ormai assodato: una riforma elettorale ci sarà. Sarà una leggera incipriata alle gote o una vera e propria operazione di estetica facciale? Alcuni osservatori sostengono che Renzi non abbandonerà mai il ballottaggio; altri invece che potrebbe anche scegliere la proporzionale che è il criterio adottato dalla Corte costituzionale quando abolì il Porcellum. C’è però una possibilità di conservare il ballottaggio cambiandone tuttavia i connotati, finora una proposta del genere non è venuta fuori. Mi permetto di suggerirla: si instauri un sistema elettivo fondato esclusivamente in collegi uninominali con ampio spazio territoriale. Il ballottaggio avverrà collegio per collegio, dove i candidati decidono se andare al ballottaggio da soli o contraendo alleanze che possono essere anche diverse tra collegio e collegio. Il risultato finale emergerà dal totale degli eletti, deputati singoli o appartenenti a movimenti e partiti. Questo avverrà alla Camera, ammesso che il Senato sia stato abolito da una vittoria dei “Sì” al referendum. Se invece vincessero i “No” il Senato resterà quello che è, con la propria legge elettorale.

A me sembra che queste ipotesi funzionino. Un progetto equivalente è quello di non fare il ballottaggio nei collegi ma consentire ai candidati eletti nei collegi senza alcun ballottaggio di contrarre alleanze prima del ballottaggio finale. Più o meno questi due sistemi elettorali si equivalgono politicamente.

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Gli altri temi, oltre questo elettorale, riguardano l’economia, la produttività e il fisco. Sono importantissimi e strettamente interconnessi. Qualche tempo fa feci una proposta che aveva il pregio di risolvere tutti e tre questi aspetti economici: il dimezzamento del cuneo fiscale per quanto riguarda i contributi che imprenditori e lavoratori versano all’Inps. Non detti però l’ammontare dell’intera operazione e gli effetti che essa potrebbe esercitare sulla domanda, sulla produttività e sulla auspicabile creazione di nuovi posti di lavoro. Questi dati li ho raccolti e perciò possiamo ora tornare su questo problema.

Anzitutto il pagamento dei contributi grava sui lavoratori per il 9,19 per cento e sui datori di lavoro per il 23,81. È dunque l’impresa quella che sarebbe più avvantaggiata e quindi più disponibile ad aumentare la produttività e a creare nuovi posti di lavoro. L’ammontare totale del cuneo fiscale è all’incirca di 300 miliardi di euro annui, incassati dall’Inps che ne ricava un attivo marginale. La mia proposta iniziale è stata quella di ridurre il cuneo fiscale del 50 per cento e quindi a 150 miliardi di euro. È evidente che l’Inps incassando una cifra così ridotta e dovendo comunque farsi carico dei medesimi servizi, sopporterebbe una notevole perdita che lo Stato dovrebbe fiscalizzare facendola pagare ai contribuenti sulla base del reddito da essi dichiarato. Si tratta di cifre molto rilevanti che però possono essere ulteriormente ridotte pur conservando un effetto notevole sull’economia e la produttività. Una riduzione comunque efficace potrebbe essere non del 50 per cento ma del 30, il che significa in cifre assolute tra gli 80 e i 90 miliardi che lo Stato dovrebbe fiscalizzare.

Su quale reddito dovrebbe scaricarsi questa fiscalizzazione? A mio parere su un reddito superiore a 120 mila euro annui. Siffatti redditi riguardano ancora un numero rilevante di contribuenti e quindi il peso della fiscalizzazione non è enorme ma comunque notevole. Naturalmente si accresce man mano che il reddito dichiarato dal contribuente aumenta. La sostanza dell’operazione per certi risvolti richiama una sorta di imposta patrimoniale che attenua le diseguaglianze e incita occupazione e consumi. Forse aumenterebbe il numero dei “Sì” al prossimo referendum. Renzi aveva in mente di ridurre di 3 punti il cuneo fiscale nel 2017. Ci pensi bene: 3 punti non significano niente, 30 punti capovolgono nettamente e utilmente la politica economica e sociale.

larepubblica/Renzi batte i pugni in Europa ma in Italia stia sereno EUGENIO SCALFARI

VIDEO ViViCentro – Berretti, Juve Stabia – Paganese 2-0, gli highlights del match

Berretti, Juve Stabia – Paganese 2-0, gli highlights del match

Buona la prima di Domenico Panico sulla panchina della Berretti Juve Stabia, il calendario del girone E del campionato Dante Berretti 2016-2017 riportava alla prima giornata un derby sentito dalle due piazze, quel Juve Stabia – Paganese che anche per le giovanili ha un sapore diverso dal normale.

Parte subito bene la Juve Stabia che al 5 del primo tempo passa in vantaggio: Ottimo movimento di Procida che serve Chirullo che subisce fallo sulla trequarti, sulla palla va Simone Mauro che scodella in mezzo sul secondo palo dove è appostato Bisceglia che di testa appoggia in rete. Nella ripresa arriva il raddoppio di Alessio Di Balsamo.

dal nostro inviato, Ciro Novellino

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VIDEO – Procida: “Contento per il premio ma deluso per il gol mancato”

Il migliore della partita Emanuel Procida ci parla del suo esordio nel campionato Berretti

La formazione Berretti della Juve Stabia ha vinto la sua prima gara con i pari età della Paganese, novità di quest’anno è l’elezione del miglior in campo, che per questa partita è stato Emanuel Procida, a cui è stato assegnato un premio offerto dalla ditta Fly Line Sport di Castellammare di Stabia.

Per questa prima partita il premio consiste in un pallone giallo blè marchiato Fly Line.

Emanuel Procida è stato votato dai nostri inviati al Menti che hanno visto in lui il calciatore che ha cercato sempre di accendere la partita.

Queste le parole dell’attaccante delle Vespette ai nostri microfoni:

Oggi mi potevo sbloccare su quel tiro a giro che si è stampato sul palo, la prossima volta dovrò fare meglio, anche se sono stato molto sfortunato.

Sull’ammonizione posso solo dire che è stato un eccesso di foga e sicuramente avrei potuta evitarla.

Oggi abbiamo sofferto gli avversari nel secondo tempo in particolare negli ultimi dieci minuti, ma siamo stati bravi e fortunati a sbloccare subito la gara.

Spero di realizzare la mia prima rete in campionato già dalla prossima gara con l’Akragas anche se per me è più importante il bene della squadra

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VIDEO – Mauro: “Soddisfatto della vittoria e della nuova posizione in campo”

Simone Mauro ci parla dell’esordio in campionato con la Paganese

Ottima prestazione della Berretti della Juve Stabia con il centrocampista Simone Mauro che ha avuto fino all’ultimo minuto la possibilità di scalzare Procida dalla prima posizione per il migliore in campo della partita.

L’importante per i ragazzi era però vincere e vittoria netta è stata, con il risultato finale fissato sul 2 a 0

Rispetto allo scorso campionato la posizione in campo di Simone Mauro è cambiata, Mister Panico lo schiera davanti alla difesa in una posizione dove tocca molti più palloni, segno che c’è tanta fiducia in lui.

Queste le parole del centrocampista raccolte dai nostri inviati Ciro Novellino e Mario Vollono:

Il nuovo ruolo mi piace perché sto di più nel vivo dell’azione, spero di riuscire a rendere felice il mister. Oggi ho avuto difficoltà soprattutto nei lanci lunghi, spero già dalla prossima partita di mettere in campo più qualità che quantità. Ora testa all’Akragas con l’obiettivo di continuare ad ottenere risultati positivi.

Quest’anno puntiamo in alto, vogliamo fare bene perché lo meritiamo noi, il mister e la società.

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