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Momento no per Jorginho, ci sarà qualcuno a sotituirlo?…

Jorginho e il suo momento negativo

Il centrocampista azzurro Jorge Luiz Frello Filho, in arte Jorginho, voluto fortemente da Rafa Benitez, è alla sua terza stagione al Napoli. Il primo anno con il mister spagnolo non è stato dei migliori per il brasiliano, impiegato poco in campo, Jorginho non è riuscito a dare dimostrazione delle sue capacità. Dalla scorsa stagione, con l’arrivo di Sarri, ha giocato con maggior frequenza mettendo in mostra tutte le sue abilità, tanto da essere giudicato uno dei migliori centrocampisti d’Europa. Quest’anno sembrava essere iniziata un’altra stagione da sogno per Jorginho, la stagione della consacrazione per lui, ma da qualche turno di campionato a questa parte il brasiliano non sta dando il meglio di se in campo, sempre poco attento, sembra stanco. Visti gli acquisti fatti durante la sessione estiva di calciomercato, il suo sostituto potrebbe esordire a breve, che sarà uno tra Rog e Diawara? Staremo a vedere.

a cura di Gennaro Di Dio

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La fotogallery della gara Juve Stabia vs Vibonese (3-0)

Juve Stabia vs Vibonese foto di Giovanni Donnarumma e Raffaele Verdoliva

Guarda le foto di Juve Stabia vs Vibonese realizzate dal fotografo Giovanni Donnarumma e Raffaele Verdoliva che ci raccontano così la vittoria delle Vespe con i ragazzi di Mister Massimo Costantino allo stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia.

Oltre alle azioni del match abbiamo fotografato il pubblico sugli spalti, cerca la tua foto e richiedici l’originale per e-mail:redazione.sportiva@vivicentro.it

Clicca qui per rivedere le foto di Raffaele Verdoliva
La Juve Stabia affronta al Menti la Vibonese dopo il punto in extremis acciuffato a Fondi. Tra i calabresi spicca in porta la presenza dell’ex portiere delle Vespe, Stefano Russo. Tra gli stabiesi rientra Capitan Capodaglio.

Juve Stabia: Russo, Cancellotti, Capodaglio, Atanasov, Sandomenico, Liotti, Morero, Izzillo, Lisi, Mastalli, Ripa. A disposizione di Fontana: Bacci, Borrelli, Liviero, Kanoute, Zibert, Marotta, Camigliano, Petricciuolo, Esposito, Rosafio, Montalto.

Vibonese: Russo, Franchino, Paparusso, Giuffrida, Sicignano, Legras, Saraniti, Rossetti, Manzo, Sabato, Cogliati. A disposizione di Costantino: Centrangolo, Mengoni, Chiavazzo, Scapellato, Leonetti, Yabre, Cinquegrana, Tindo, Lettieri, Surace, Di Curzio, Usai.

Minuto 19: Gool Juve Stabia!!!! Sandomenico se ne va sulla fascia destra, Cancellotti si sovrappone ma l’esterno gialloblù vede il movimento di Ripa sul secondo palo e lo serve con un perfetto cross a rientrare, colpo di testa perfetto e Russo è battuto.

Minuto 15: Vibonese vicinissima al pareggio. Sugli sviluppi di un corner Russo è ormai battuto ma Ripa salva sulla linea.

Minuto 40: GOOOOL JUVE STABIA!! Raddoppio delle Vespe ancora con Ripa. Inzuccata perfetta del centravanti su angolo di Liviero. 2 a 0 per i gialloblù.

Minuto 46: GOOOOOOL JUVE STABIA!!! Arriva la tripletta di Ripa. Rigore procurato da Kanoute e siglato da Spider, che si porta a casa il pallone.

Finisce qui. Un’ottima Juve Stabia schianta la Vibonese e si mette subito alle spalle il mezzo falso di Fondi.

 

Inglesi e ungheresi: doppio attacco a Bruxelles

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A Bruxelles tirano un sospiro di sollievo per il “flop” del referendum di Orban in Ungheria che è però necessariamente parziale. Nelle stesse ore la premier inglese Theresa May annuncia l’avvio delle procedure per la Brexit nella primavera 2017. “O l’Europa comincia a pensare seriamente a come rispondere a queste sfide, o si troverà presto più divisa di prima dopo aver perso un pezzo importante”, scrive l’editorialista  de La Stampa, Stefano Stefanini.

Il doppio attacco a Bruxelles

Ieri la sfida all’Europa è venuta contemporaneamente dal caposaldo atlantico e dal cuore centroeuropeo. Il Regno Unito se ne va alla ricerca di un futuro globale. L’Ungheria rimane abbarbicata all’Unione Europea, ma cercava d’imporre proprie condizioni non comprendenti l’accettazione di migranti.

La sfida ungherese è solo mezzo mancata: non aver raggiunto il 50% di affluenza ma conteggiare il 95% di voti anti-immigrazione è un segnale preciso. Non a caso l’opposizione aveva raccomandato la diserzione dalle urne, non il voto pro-immigrazione. Orban esce sconfitto; come Putin, scopre anche che è più facile cullarsi in alti indici di popolarità che scuotere la pigrizia dell’elettorato. Il referendum fallito non farà però aprire le porte ungheresi all’immigrazione. Né quelle degli altri Paesi di Visegrad (o di altri).

I britannici si proiettano audacemente nel mondo e gli ungheresi si attaccano al provincialismo dell’uniformità centroeuropea. Direzioni opposte, ma entrambe all’insegna di una rivincita della sovranità nazionale.

L’Europa è stretta nella morsa, che la politica tradizionale non controlla, i Trattati non prevedevano, Bruxelles spesso non capisce e la frenesia referendaria alimenta. Una nuova scuola di leader, che forse ha in Theresa May l’ultima arrivata, cavalca l’onda. O l’Europa comincia a pensare seriamente a come rispondere – finora non l’ha fatto mettendo pezze all’immigrazione ed evadendo il tema di Brexit – o si troverà presto più divisa di prima dopo aver perso un pezzo importante.

L’Unione Europea ha molte frecce al suo arco. Lo sta dimostrando con la procedura eccezionale di ratifica anticipata dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. La ratifica europea non viola le sovranità nazionali, ma permette di aggiungere i Paesi Ue che hanno già ratificato (l’Italia non ancora, l’Ungheria sì) al quorum necessario (55% delle emissioni globali) per l’entrata in vigore dell’accordo. Con l’Ue a bordo il traguardo è praticamente raggiunto. È stato un rapido successo politico: il problema era sorto solo due settimane fa a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu.

Per britannici, che hanno fortemente incoraggiato la ratifica Ue dell’accordo, e ungheresi la lezione è semplice. L’Unione non è inutile; ha un peso internazionale che Londra, da sola, non sfiora. Per Bruxelles la lezione è più sottile: concentrarsi dove più incisivo è il ruolo e maggiore il valore aggiunto del blocco anziché dei singoli Stati membri; rispettare le sfere nazionali, senza inutili rulli compressori. È tempo di riscoprire la «sussidarietà», come limite all’ingerenza regolamentare comunitaria dove non necessaria.

Brexit e resistenza ungherese all’immigrazione non sono sullo stesso piano. L’eurodivorzio è una svolta geopolitica radicale di cui il resto dell’Ue sembra non rendersi pienamente conto. È affiorato ieri nel discorso di Theresa May alla conferenza del Partito Conservatore a Birmingham. Il Primo Ministro ha tracciato una visione del Regno Unito potenza mondiale che si libera dei vincoli eurocentrici dell’Ue – con quanto realismo resta da vedere: alcune delle frasi potrebbero tranquillamente figurare nel discorso sullo stato dell’Unione del prossimo Presidente americano; in futuro, fuori Birmingham un po’ di senso delle proporzioni non le guasterà. Senza entrare nel merito di Brexit ha fatto capire che la riappropriazione nazionale, immigrazione inclusa, ha la precedenza su tutto, anche sul Mercato Unico. Ha fatto felice la platea conservatrice, molto meno gli ambienti economici e gli investitori stranieri.

May aveva esordito a Downing Street dicendo di voler fare di Brexit «un successo». Si può dubitare che ci riesca, ma il messaggio è galvanizzante. Bruxelles è ancora ferma sulle quattro (giuste) libertà del Mercato Unico, inclusa l’immigrazione. È tempo che anche i 27 comincino a pensare, se non a fare di Brexit un successo (non lo sarà per nessuno, Uk per primo, ma si possono limitare i danni), a cosa vogliono ottenere nel divorzio. In gioco sono gli interessi dell’Ue, non la punizione dei britannici. Henry Kissinger ha raccomandato di non trattarli come detenuti evasi di prigione. Evitiamo di fare dell’Ue una prigione: altri potrebbero voler scappare.

Quanto all’Ungheria e a Viktor Orban, non ci sono sospiri di sollievo da sprecare. Il 44% di affluenza alle urne lo indebolisce, ma non cambia quasi niente. L’immigrazione rimane pesantemente sul tappeto europeo. Le quote erano un espediente, non una soluzione. Sono inoperanti. Non ci sono risposte facili, ma due direzioni in cui muoversi sono chiare: l’Ue deve assumere la responsabilità del controllo degli arrivi, accoglienza e respingimenti, alleviando l’onere sui Paesi in prima linea, come l’Italia; occorre intervenire alla radice, sui Paesi di origine dei migranti economici in Africa e sulle crisi in Siria, Libia, Yemen – la lista è lunga.

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lastampa/Il doppio attacco a Bruxelles (Stefano Stefanini)

Orbán non sconfigge l’Europa

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Il referendum di Victor Orbán non raggiunge il quorum: gli elettori ungheresi non si presentano in massa alle urne per approvare il gran rifiuto sulle misure per la redistribuzione dei migranti nei Paesi europei, anche se il 95% di chi vota è d’accordo con il premier. A Bruxelles tirano un sospiro di sollievo che è però necessariamente parziale. Nelle stesse ore la premier inglese Theresa May annuncia l’avvio delle procedure per la Brexit nella primavera 2017.

Orban manca il quorum: “Vado avanti lo stesso”

Meno del 45% alle urne per il referendum sulle quote di migranti. Il premier: cambio la legge, la Ue non può costringerci ad accoglierli

BUDAPEST – «Siamo orgogliosi di questo risultato. Dimostra che il diritto di decidere spetta a Budapest, non a Bruxelles, da oggi la nostra voce è più forte». Il premier ungherese Orban sorride a denti stretti, l’affluenza è lontana dal trionfo plebiscitario dato per certo dopo una durissima campagna durata 18 mesi e cominciata con l’annuncio della costruzione del muro al confine con la Serbia per fermare l’«invasione» e chiudere la rotta balcanica.

L’Ungheria è stato il primo Paese europeo a dire «no» ai migranti «e altri ne seguiranno», dice il premier, riferendosi agli alleati dell’Europa centrale (la Polonia in prima fila) e ai movimenti nazionalisti e populisti che ambirebbe a condurre verso uno scontro contro «le decisioni imposte da Bruxelles. Siamo orgogliosi di essere stati i primi». Il premier ungherese aveva deciso di votare di prima mattina. Alle 8,30, quando l’affluenza era inchiodata al 7,25%, al seggio della scuola elementare Zugliget, a Budapest: «Questo referendum è cruciale, sia per l’Ungheria che per l’Europa», aveva detto. Ma proclami politici a parte i dati dell’affluenza parlano chiaro: il referendum per dire no alle quote di ripartizione dei migranti chieste dalla Ue è stato un fallimento. Al quartier generale di Fidesz, nel modernissimo centro Balna, proprio a ridosso del Danubio, i deputati arrivano senza esultare, controllano preoccupati i numeri che scorrono implacabili sulla tv di Stato. Orban si è portato qualche decina di sostenitori, per il resto solo poliziotti in borghese piazzati a ogni angolo.

Di fatto è stato espresso un verdetto senza appello: il referendum, con il 43,4% dei voti (di cui solo il 39,86% valido), non ha raggiunto il quorum. Sebbene il portavoce del governo Zoltan Kovacs esulti per i 2,3 milioni di persone che hanno detto no a «migranti e insicurezza», nel «più partecipato referendum dal 1999», non sfugge che altri sei milioni di ungheresi abbiano boicottato – come chiesto dalle forze di opposizione – la consultazione. Neanche nelle contee a ridosso del muro, sulla rotta balcanica, quelle più colpite dagli ingressi di massa della scorsa estate, hanno regalato ai sindaci di risultati per cui festeggiare. In nessun distretto di frontiera si sarebbe superato il 35% di voti.

«Come al solito», dice il portavoce del governo, «guardate il dito e non la luna». Il referendum «è stato una vittoria». Certo, precisa, «una vittoria per la democrazia» perché per Orban non lo può dire, e aggiunge: «Il messaggio arriverà a Bruxelles in modo chiaro, il 98% degli ungheresi ha detto no alle quote». «Da oggi le cose cambieranno, andiamo avanti», insiste Orban. Le dichiarazioni del premier fanno capire in che direzione cambieranno le cose con un risultato «che ha rafforzato il governo – dice il portavoce Kovacs – e il mandato che il popolo gli ha affidato». E cioè nessun passo indietro sui migranti, anzi. Al quartier generale di Fidesz il fantasma della Brexit viene evocato come lezione ed esempio: «Specialmente dopo il voto inglese l’Europa ora sarà costretta ad ascoltare la voce di 3 milioni di ungheresi».

L’esecutivo di Budapest userà il risultato come un via libera alla propria politica sull’immigrazione, fatta di filo spinato e mano pesante. «Questo referendum non è senz’altro la fine della storia, ma solo l’inizio di una nuova fase. Se la consultazione non potrà avere conseguenze legislative ne avrà – e di molto pesanti – di politiche», dicono i deputati alla stampa straniera. E quanti ipotizzavano una distensione nei rapporti tra Budapest e Unione sembra verranno delusi: «Perché dovremmo cambiare?», rilancia Kovacs, ricordando le azioni di violenza che, dice, «ogni giorno vengono messe a segno da migranti in tutta l’Europa occidentale». E dando ancora una volta per scontata l’equazione profughi-terroristi: «D’altronde non erano immigrati quello degli attacchi di Parigi?». L’atteggiamento di Budapest rimarrà quello di sempre, insomma, quello della «legalità» fatta rispettare a tutti i costi, delle leggi che prevedono il carcere per chi attraversa clandestinamente il confine, dei permessi di soggiorno dati con il contagocce (500 in un anno) e la demonizzazione dello straniero «che mina la sicurezza». Nessuno ride, quando viene ricordato lo slogan, ironico. del partito d’opposizione Cane a due code: «In Ungheria ci sono talmente pochi migranti che è più facile che un ungherese veda un Ufo».

Intanto, ieri sera, Gabor Vona, leader del partito estremista di destra Jobbik, ha detto che ora il premier deve dimettersi «come ha fatto il premier britannico Cameron dopo la Brexit». Orban pensa invece al secondo mandato e ribadisce: «Avanti così».

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Guardia Costiera, 3 ottobre 2016: 6.055 migranti tratti in salvo in 39 operazioni VIDEO

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Immagini relative al trasporto di due migranti bisognosi di cure, effettuato da l’elicottero AW139 del 2° Nucleo Aereo della Guardia Costiera.

Sono circa 6.055 i migranti tratti in salvo nella giornata di oggi, nel corso di 39 distinte operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale operativa della Guardia costiera a Roma del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. I migranti si trovavano a bordo di 32 gommoni, 5 barconi e due zattere, nello specchio acqueo 30 miglia a nord dalle coste della Libia, sulla direttrice di Tripoli. Nel corso delle operazioni sono stati recuperati anche 9 corpi senza vita.

Hanno preso parte ai soccorsi, 3 unità della Guardia Costiera, 2 della Marina Militare operanti nel dispositivo Mare Sicuro e unità di Eunavformed, di Frontex, e delle Organizzazioni Non Governative MSF, SOS Méditerranée, Life Boat, Sea Watch e Boat Refugee.

Soccorso con elicottero AW139 del 2° Nucleo Aereo
Soccorso con elicottero AW139 del 2° Nucleo Aereo

Per due migranti (una donna ed una bambina) che si trovavano a bordo della Dignity 1(appartenente alla MSF), si è reso necessario una evacuazione medica effettuata dalla motovedetta CP319 di Lampedusa. I due migranti bisognosi di cure sono stati poi prelevati da un elicottero AW139 del 2° Nucleo Aereo della Guardia Costiera e trasportati direttamente a Lampedusa. Durante il trasferimento, a bordo dell’elicottero, sono stati assistiti da un medico del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta.

In ricordo del Cav. Alberto Sorlini

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Nella foto, al centro, il Presidente Cav. Alberto Sorlini, alla dx il Segretario G.B. Pruzzo e alla sx l’allora Vice Presidente Celso Vassalini.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Un piacevole ricordo del Cav. Alberto Sorlini e un riconoscimento a quanto da lui creato in tanti decenni di operosa laboriosità

Desidero esprimere la mia più sincera stima ed affettuoso apprezzamento per quanto fatto dal Cav. Alberto Sorlini come Presidente del CinefotoClub “ Museo Nazionale della Fotografia con sede a Brescia”, il che costituisce l’ennesima prova del riconoscimento di un rigoroso impegno a servizio del bene comune e della nostra Città.

Rinnovo i miei complimenti per l’attenzione spasmodica e costante accompagnata dalla sua passione, dalla sua professionalità e meticolosa conoscenza del mondo della fotografia conoscendo nei dettagli le attrezzature storiche e moderne e la sua volontà di trasmettere quanto da lui preziosamente acquisito negli anni attraverso numerosi corsi di formazione, nonché mostre fotografiche ed eventi da lui voluti e organizzati tenutesi per decenni invitando e coinvolgendo professionisti del settore di fama Mondiale che il compianto Cav. Alberto Sorlini ha dedicato al Museo Nazionale della Fotografia, con l’obiettivo di conferire un notevole contributo all’arricchimento culturale e nel contempo elevando così la Città di Brescia a livello mondiale.

Faccio presente ai più che il riconoscimento del Cine Foto Club a Museo Nazionale della Fotografia è stato realizzato per volontà del compianto Avv. Luigi Savoldi, il quale si è prodigato per la causa ed è riuscito nel suo intento salvaguardando così il prezioso e copioso e unico patrimonio che il Mondo ora si ritrova, ben conservato e catalogato, invidiato e desiderato dagli appassionati mondiali del settore.

Inoltre l’attuale sede ove risiede il Museo, ovvero presso un palazzo storico sito in Via S. Faustino a fianco della Chiesa del Carmine di proprietà dell’Università Statale di Brescia, vi è grazie al compianto e instancabile On. Gianni Savoldi, uno dei fautori storici insieme ai soci e al Presidente Sorlini del Cine Foto Club di Brescia.

Vorrei in questo triste momento approfittare per porgere un ringraziamento anche agli operatori del mondo della fotografia, che in questi ottant’anni sono riusciti a creare una raccolta di pregevole e rara bellezza, evidenziando ancor più l’ingegno del Presidente Cav. Alberto Sorlini, alla creazione di questo museo che è una autentica “ perla “ unica al Mondo.

Mi preme in questa triste occasione far presente che questo museo esiste grazie all’instancabile e perspicace lavoro e forte volontà del compianto Cavaliere, è nostro dovere quindi dedicare il Museo al Cav. Alberto Sorlini, glielo dobbiamo!

Grazie Alberto, per aver profuso formazione e conoscenza in tanti cittadini che si riconoscono nella Tua instancabile passione per l’insegnamento della scienza della fotografia.

Grazie, infine, per il contributo da Te riservato all’Università degli Studi di Brescia, che ha permesso di migliorare il contenitore della Clinica Odontoiatrica e tutte le altre attività culturali degli studenti del nostro Ateneo, vero serbatoio del futuro culturale bresciano.

Speriamo che i tuoi eredi spirituali del Museo Nazionale della Fotografia, possano continuare in maniera egregia quanto da te voluto avviato con professionalità.

Grazie Alberto per tutto quello che hai fatto per la nostra terra bresciana e quanto hai lasciato al mondo intero.

Celso Vassalini

 

 

Fai, esami bloccati, in 250 aspettano la Provincia per lavorare

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La Fai Salerno (Federazione Italiana Autotrasportatori) denuncia una situazione insostenibile per 250 persone associate che sono pronte a lavorare ma non possono farlo perché la Provincia di Salerno,  che è abilitata a far sostenere gli esami per “Gestore di trasporto merci”, dal luglio 2015 non  fissa date per farli .

“L’esame è di competenza dell’ente provinciale di Salerno”, spiega il segretario regionale del coordinamento Fai Angelo Punzi. “Vorremmo sapere il perché di questa situazione di stallo nell’adempimento di un compito che spetta all’Ente provinciale. Nelle altre province italiane gli esami si svolgono con cadenze regolari. Di fatto sono ben 250 le aziende, nuove o che nascono da un cambio generazionale, che sono pronte a lavorare ma non possono farlo. Prima gli esami di gestore autotrasporto si facevano ogni tre mesi, ora di mesi ne sono passati ben 15. Con la crisi occupazionale che c’è è davvero incomprensibile che la Provincia blocchi di fatto l’accesso alla professione di 250 aziende”.

Maggio, l’ agente: “E’ in grande condizione, si sente nuovamente protagonista”

Massimo Briaschi, agente di Christian Maggio, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss. Ecco quanto evidenziato:
“In merito alla sconfitta di Bergamo si può parlare di discorso mentale, la Champions fa perdere tante energie in tal senso. I calciatori vengono monitorati tutti i giorni a livello atletico.
Nuovi moduli? Un allenatore deve adattarsi ai giocatori presenti in organico e alle loro caratteristiche.
Maggio? Christian si sente nuovamente protagonista, è al top della condizione fisica. Speriamo possa togliersi tante soddisfazioni”.

Il Ponte Che Non C’e’ (Lo Piano SaintRed)

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Sono bastati 3 monosillabi del Ministro Matteo Renzi, (noi, siamo, pronti), in occasione della celebrazione dei 110 anni dell’impresa costruzioni “Salini Impregilo”, a far scatenare gli antichi entusiasmi dei fautori del Ponte.
Torniamo indietro nel tempo :
La storia del Ponte ha origini antiche, Aurelio Angelini autore del ” Il Mitico Ponte sullo Stretto di Messina, la fa iniziare ai tempi delle guerre puniche, 250 anni prima della nascita di Cristo. All’epoca, racconta il geografo greco Strabone, i Romani costruirono un ponte di barche unite le une alle altre, per portare alcuni elefanti che avevano cattutato ai loro nemici cartaginesi: l’impresa riusci’.
Nei secoli successivi, alcuni Re e Imperatori accarezzarono l’idea di unire la Sicilia con la Calabria, anche a Carlo Magno venne quest’idea, proprio di recente per questa sua volonta’, si era pensato di intitolare a lui il ponte.

Torniamo al presente :

Partiamo dal momento in cui si diede il via ai progetti per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, che “avrebbe” potuto rappresentare per tutta la Sicilia un trampolino di lancio economico senza precedenti.
Renzi ha parlato di 100 mila posti lavorativi, quando si avvicina qualche tornata elettorale, ogni politico cerca di dare il meglio di se stesso nell’intuire quali possano essere le giuste leve per attirare su di se i voti.
Storia del Ponte che non c’e’ :
Negli anni tra il 2005 fino al 2015, sono stati approntati una serie di progetti di ingegneria civile, si doveva scegliere il migliore lavoro, vi parteciparono tante imprese internazionali, vinse la gara l’Eurolink S.C.p.A.
Andiamo avanti :

Il 20 Dicembre 2010, l’Eurolink aveva consegnato il progetto definitivo alla Società Stretto di Messina S.p.A., venne approvato dalla stessa il 29 luglio 2011. Quando sembrava tutto pronto per l’inizio dei lavori, chi intervenne? Il CIPE che non lo approvo’, visto che mancava l’accordo tra la Societa’ contraente e la Societa’ concessionaria. Cosi’ si fecero scadere i termini, bisognava siglarlo entro il 1 Marzo 2013, un classico per la burocrazia italiana

Per farla breve il contratto di appalto perse la sua efficacia, unitamente ai tanti soldini che erano stati spesi per tutti i lavori che erano stati compiuti sia in Sicilia che in Calabria a partire dal 2009.

E non finisce qui’:

la Eurolink, ha citato in giudizio la Societa’ Stretto di Messina SpA, nata 35 anni fa e  messa in liquidazione nel 2013, chiedendo un risarcimento iniziale di 45 milioni di euro, come acconto su una parcella di 790 milioni di euro dovuta per penalita’ contrattuali: la prima udienza si e’ tenuta nel Novembre 2015;

E’ lecito chiedersi quanto e’ costato sino ad oggi tutto il pacchetto del Ponte che non c’e’: udite udite, un miliardo di Euro, sarebbero potuti servire per  risolvere tanti problemi, compreso quello occupazionale, purtroppo i soldi sono come sempre “gestiti” e buttati ai 4 venti nella maniera piu’ sbagliata.

Altra domanda : 

Se i soldi per i terremotati ci sono, quelli per la costruzione del Ponte, per aiutare le Banche in difficolta’ e delle Pensioni pure, c’e’ da chiedersi…… siamo ricchi? Se no, qualcosa non quadra.

COLLEGATA:

Traghetto Ponte Stretto di Messina

ISOLE – OPINIONILOPIANO-SAINTRED

Cavallo Di Troia (Lo Piano SainRed)

La possibile quanto improbabile costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, a detta degli “esperti” in politica, potrebbe creare migliaia di…

Il Pungiglione Stabiese – Un ragno aiuta le Vespe

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono,  collegatevi oggi 03 ottobre 2016 dalle ore 19:30 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci saranno Mario di Capua (Radio Sant’Anna) e Salvatore Sorrentino (ViViCentro) 

Parleremo della vittoria con la Vibonese la quarta di fila tra le mura amiche. Vittoria firmata Spider Ripa che con la sua tripletta mostra evidenti segnali di recupero.

Questa sera avremo come ospite telefonico il Direttore Sportivo Pasquale Logiudice  con cui parleremo della rosa della Juve Stabia e dei prossimi impegni in campionato della Juve Stabia.

Ci collegheremo telefonicamente con il collega Giovanni Cimino di Tutto Reggina  con il quale presenteremo il  prossimo avversario delle Vespe.

Ci collegheremo telefonicamente con Saby Mainolfi responsabile del settore giovanile della Juve Stabia  con il quale parleremo delle gare di questo fine settimana.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Pompei, l’urlo del vescovo di Nola: “Si continua a sparare, difficile vivere qui”

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Lo riporta La Repubblica

“Com’è difficile vivere nella nostra regione, dove si continua a sparare e a versare sangue, ad attentare alla salute e alla bellezza del territorio, dice il vescovo di Nola, Beniamino Depalma, durante la celebrazione eucaristica della supplica alla Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei. L’appuntamento si svolge in una città sferzata dal maltempo, con la pioggia che impone una modifica dei programmi della vigilia, lasciando migliaia di fedeli all’esterno del santuario e costringendo gli organizzatori ha mettere al riparo persino il quadro della Madonna. Ma le condizioni meteorologiche, pur proibitive, non fermano la manifestazione religiosa che come ogni anno si tiene in occasione della prima domenica di ottobre. E dal pulpito, il vescovo Depalma non rinuncia a richiamare l’attenzione sui mali del nostro tempo e delle nostre terre. La violenza della camorra e di ogni altra forma di criminalità, gli abusi commessi ai danni del paesaggio. Mentre il vescovo parla, la basilica è stracolma. Seimila persone sono stipate fra i banchi, altrettante sono in piedi, pigiate una sll’altra. Fuori, ombrelli aperti e occhi verso la chiesa, ce ne saranno forse diecimila sistemati in strada o nelle cappelle esterne. La riorganizzazione logistica suggeritadalla pioggia battente ha indotto a rivedere e riorganizzare anche le misure di sicurezza predisposte dalle forze dell’ordine che, nei giorni scorsi, avevano messo a punto un piano teso a proteggere la celebrazione senza turbare la partecipazione dei fedeli. All’esterno della Chiesa erano stati dislocati cecchini ed era stata effettuata la consueta bonifica dei tombini e degli angoli della Piazza antistante il sagrato esterno. Tra i circa ventimila fedeli, molti stranieri, tra i quali le folte comunità ucraina e polacca. L’arcivescovo di Pompei, Tommaso Caputo, apre la concelebrazione con un saluto a Papa Francesco “che seguirà dall’Arzebaijan la supplica alla Regina delle Vittorie”. Caputo ricorda il legame che unisce le diocesi di Pompei e di Nola, rivolto al suo vescovo, Beniamino Depalma, chepresiede la concelebrazione. Quando prende la parola Beniamino cattura l’attenzione ed esorta “a non cadere nella trappola della rassegnazione, dell’indifferenza, della rabbia o della fuga nelle realtà virtuali”, una spia anche questa del malessere di questi giorni. “Com’è difficile fuggire alla speranza in tempi difficili – ragiona il vescovo di Nola – ma abbiamo bisogno della speranza, credenti e anche laici, perché senza la speranza resta solo la disperazione. O la speranza, o il nulla”. Ecco perché Depalma sollecita un risveglio della coscienza umana e sogna la costruzione di “un mondo fatto per tutti”, un mondo in cui “Dio non sia mandato in esilio e con esso si mandi in esilio anche l’uomo”.

IL GIORNO DOPO- Napoli troppo spavaldo: così non va

Atalanta-Napoli, il giorno dopo: sconfitta che brucia

Distacco Juve: il Napoli perde clamorosamente a Bergamo contro l’Atalanta 1-0, e va a meno quattro dai bianconeri primi in classifica. Sconfitta, quella azzurra, senza eguali: mai gli uomini di Sarri, in campionato, hanno subito così tanto, affrontando un match a testa bassa e senza idee, con prepotenza e superficialità. Un gol di Petagna, al nono minuto del primo tempo, chiude il match prima del previsto: il Napoli, attacca, prova l’affondo ma non è mai in grado di rendersi pericoloso.

GLI UOMINI-  Male il centrocampo, con Jorginho e Hamsik che, alla nona partita di fila, sono già in riserva di energie. Meglio Zielinski, che si lascia andare a qualche incursione bella da vedere e pericolosa, eppure spesso includente. Nemmeno l’attacco gira: Milik e Gabbiadini insieme si pestano un po’ i piedi data la confusione generale e l’esigenza di far gol, mentre Callejon, Insigne e Mertens appaiono più un peso per i compagni in campo che una soluzione di qualità in più. Entra, dopo Manolo e Dries, anche Giaccherini che però non si dimostra mai in grado la differenza. Sufficienza solo a Reina e Koulibaly, punto di riferimento di una difesa azzurra orfana di Albiol, ma con un Maksimovic in più. Non bene neppure Hysaj sia in fase difensiva che offensiva. Più propositivo Ghoulam, più volte vicino alla rete.

TRA 10 GIORNI RITORNO AL SAN PAOLO- La sosta arriva al momento giusto: in questi 10 giorni, la squadra, e Sarri incluso, dovrà farsi un esame di coscienza. La Juve si allontana, le avversarie, invece, si avvicinano sempre più. Tra due settimane, ci sarà la Roma. Per ripartire e acquisire quelle sicurezze che sembrano essersi affievolite in pochissimo tempo. L’imperativo, da seguire nei prossimi giorni, è dimenticare ciò che s’è fatto: ripartire da zero, da squadra. Con umiltà e sacrificio. La Juventus è di un altro pianeta, ma non così aliena da vincere lo scudetto già ad ottobre.

EDITORIALE – Juve Stabia, la Vespa nel segno del Ragno

La vittoria della Juve Stabia segna, nel vero senso della parola, il ritorno di Spider Ripa. L’attaccante gialloblù ha spazzato via con una tripletta tutti le disavventure fisiche degli ultimi mesi.

Francesco Ripa, meglio conosciuto dai suoi tifosi come Spider Ripa, in virtù di una maschera dell’Uomo Ragno che indossava anni fa dopo i suoi gol, è finalmente tornato a fare quello che gli riesce meglio: segnare, fare gol, scaraventare in porta il pallone.

Proprio il brutto anno, ormai alle spalle, avvicina tantissimo Ripa a Spider Man. Come sapranno gli appassionati di fumetti, Spider Man è definito “il Super Eroe con super problemi”: una carriera da fotografo squattrinato, i problemi con la fidanzata Mary Jane, il suo migliore amico che in pochi mesi diventa il suo peggior nemico, sono solo alcuni dei problemi che affliggono la vita di Peter Parker/Spider Man. Insomma, niente a ch vedere con la vita da sogno di Batman o Capitan America.

Ecco, anche Ripa ha dovuto convivere con super problemi ultimamente: i dissapori con Pancaro, un brutto infortunio proprio dopo il suo gol a Catanzaro, che porta all’unica vittoria della gestione Ciullo, una ricaduta, l’intervento ed i lunghi mesi passati a guardare i compagni dalla tribuna. Insomma, un anno infernale quello di Ciccio.

Come Spider Man, così Ciccio Ripa è stato messo a dura prova da tanti problemi, che però non sono riusciti ad arginare la sua voglia di gol.

Spider ha rimesso il costume da super eroe, che gli sta ancora benissimo nonostante un anno passato solo a guardarlo, ed è tornato a sparare ragnatele sui portieri avversari.

A beneficiare del ritorno del Super Eroe gialloblù è tutta la Juve Stabia. Probabilmente Ripa, per senso del gol, è tra i primissimi attaccanti della Lega Pro, e sapere che il suo fiuto del gol non si è mai assopito non può che essere una grande notizia per le ambizioni della squadra stabiese. Le Vespe puntano tutto sul Ragno, finalmente pronto a colpire ed a recuperare tutto il tempo perduto.

Spostandoci un attimo sul piano tattico, in effetti, il gioco di Fontana è quello ideale per un animale d’area come Ripa. Esterni di primissima qualità e terzini che puntano tutto sui cross da mettere al centro per il centravanti, che diventa il terminale unico, quello per cui la squadra intera gioca. Allora sì, è davvero possibile pensare che la tripletta di Ripa non sia una semplice rondine che non fa primavera e che anzi Spider possa tornare ad essere quell’attaccante micidiale ammirato per anni.

Persino fronteggiare corazzate come Foggia e Lecce diventa un’impresa un po’ meno proibitiva se si ha in squadra un Super Eroe.

Gli avversari sono avvisati: Bentornato Spider!

Raffaele Izzo

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Hamsik: “Peccato, volevamo vincere l’ultima prima della sosta”

Queste le sue parole

Marek Hamsik, capitano del Napoli, parla attraverso il suo sito della sconfitta di Bergamo: “Il loro gol è stato fortunoso. Abbiamo avuto almeno tre occasioni, ma non siamo riusciti a segnare. Dobbiamo ammettere che, nel complesso, la nostra partita non è stata tra le migliori. Ci sono state molte imprecisioni. Peccato non aver vinto l’ultima gara prima della pausa”.

Callejon: “Tornare in Spagna? Sto benissimo a Napoli…”

Le sue parole…

Josè Callejon al suo arrivo in Spagna è stato subito intercettato dai giornalisti: “Sono molto felice in Italia, ho rinnovato per 4 anni e sono molto contento a Napoli. Mi manca la mia famiglia, certo e tutta la gente che amo, però sono felice dove sono”.

Eccellenza- Real Forio poker al Pimonte e seconda vittoria consecutiva

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Seconda vittoria consecutiva in campionato per il Real Forio, la prima allo stadio “Calise”. In una piovosa domenica mattina, i biancoverdi battono 4-1 il Pimonte, compagine ancora bloccata a quota zero in classifica. Al momentaneo vantaggio di Carnicelli al 13’, il Forio ha risposto al 21’ con le reti di De Felice e Gianluca Saurino nel giro di un minuto. Nella ripresa gli ospiti restano in dieci in virtù dell’espulsione per fallo da ultimo uomo di Ayari a trenta secondi dalla ripresa. Vita facile per gli isolani che hanno archiviato la gara grazie al primo gol in Eccellenza di Mario Vitagliano (già a segno in Coppa Italia), per poi gestire il vantaggio fino al termine della gara.

LA PARTITA – Si inizia a giocare sotto la pioggia allo stadio “Calise”, le due compagini si studiano a vicenda senza riuscire a creare particolari occasioni. Alla prima utile, però, passa in vantaggio il Pimonte: il cross dalla destra di Gazzaneo viene deviato da un difensore biancoverde che apparecchia per lo stacco di testa di Carnicelli. Il Real Forio non  perde la calma e continua ad avere in mano il pallino del gioco. In due occasioni ci prova Nicola Mora, prima con un tiro debole dal limite dell’area, poi con un calcio di punizione di poco alto sulla traversa. Al 21’ succede di tutto. A cominciare dal gol del pareggio: bellissima azione dei ragazzi di mister Impagliazzo, tutto parte dall’anticipo di Giovanni Calise, il quale mette poi in movimento Trofa sulla fascia destra, cross rasoterra per l’arrivo a rimorchio di De Felice che con il piattone fa 1-1. Trenta secondi dopo , il Forio va di nuovo a segno: l’azione parte nuovamente da Calise, sul suo lancio lungo la difesa avversaria va a vuoto e il pallone diventa buono per Gianluca Saurino; a tu per tu con il portiere, l’ex Scafatese non sbaglia e realizza la sesta marcatura in campionato, consolidando il primo posto nella classifica marcatori. Doccia gelata per il Pimonte, in un minuto i ragazzi di mister Durazzo si ritrovano in svantaggio 2-1. I padroni di casa non rischiano praticamente nulla e, a quattro minuti dalla fine, Romano(esterno offensivo del Pimonte) regala il pallone a De Felice; tutto facile per il 3-1 dei biancoverdi sul quale si chiude la prima frazione. La ripresa si apre con un episodio decisivo: De Felice, lanciato in porta, viene strattonato da Ayari al limite dell’area. Per il sig. Ridolfi di Pesaro si tratta di un fallo da ultimo uomo e quindi espulsione diretta per il difensore del Pimonte che, sotto di due reti, resta anche in dieci. La squadra allenata da Franco Impagliazzo dà il colpo di grazie al Pimonte al minuto 54’: bellissima azione dei biancoverdi con una serie di tocchi di prima, sulla trequarti De Felice apre sulla sinistra per Vittorio De Luise, cross rasoterra, Gianluca Saurino lascia scorrere per Vitagliano che a botta sicura cala il poker. Il Real Forio amministra il vantaggio senza correre rischi e ha anche un paio di occasioni per infierire. Al 18’ della ripresa il tiro di Gianlusa Saurino viene parato da Amodio e poco più tardi viene annullato un gol a De Felice per una giusta segnalazione di fuorigioco. Al 24’ Gianluca Saurino esce per un problema fisico (non dovrebbe essere nulla di grave, ne avrà per 3-4 giorni) e al suo posto entra Massimo De Luise. Il “bomberino” classe ’99 sfiora il primo gol in Eccellenza a 10’ dalla fine; il suo colpo di testa sul cross di Trofa termina alto. Sul 4-1 arriva il triplice fischio dell’arbitro. Il Real Forio si gode la seconda vittoria consecutiva (la terza se si considera anche la Coppa Italia) e la prossima settimana sarà in trasferta sul campo della Mariglianese, per poi ritornare al “Calise” il 12 ottobre, quando si disputerà la gara di ritorno di Coppa Italia con il Real Albanova.

 

REAL FORIO  4

PIMONTE  1

 

REAL FORIO(3-5-2): Verde, Di Dato, Mora, Calise, De Luise V., Sannino (29’s.t. Di Spigna), De Felice, Trofa, Saurino C. (37′ Fanelli), Saurino G.(24’s.t. De Luise M.), Vitagliano. (In panchina: Di Iorio, Conte, Abbandonato, Mazzella) All. Impagliazzo

PIMONTE (4-3-3): Amodio, Gazzaneo, Bifulco, De Feo (1′ s.t. Esposito), Capogrosso, Ayari, Romano, Natino, Mascolo, Carnicelli (14’s.t. Chierchia), Basso (18’s.t. Baleotto). (In panchina: Barretta, Imparato, Scognamiglio, De Simone) All. Durazzo

ARBITRO: Ridolfi di Pesaro (Ass. Cirillo di Salerno e Balbi di Avellino)

RETI: 13′ Carnicelli (P), 21′, 41′ De Felice, 22′ Saurino G., 54′ Vitagliano (RF)

NOTE: Calci d’angolo 2-1, ammoniti Calise (RF), Romano, Natino (P). Espulso Ayari al 1’s.t. (rosso diretto per fallo da ultimo uomo)

Napoli a fari spenti a Bergamo, un dato deve far riflettere

Brutto Napoli quello che ieri ha affrontato l’ Atalanta allo stadio Atleti Azzurri d’ Italia. Gli azzurri sono apparsi scarichi a livello fisico e mentale. Un dato rispecchia pienamente la prestazione della squadra di Maurizio Sarri: il numero delle palle perse dal Napoli, infatti, ammonta a 65. Una statistica preoccupante se si considera che si tratta del rendimento peggiore della settima giornata di serie A in tal senso. Nessun allarmismo ma ricordiamo che siamo solo all’ inizio della stagione e non a metà marzo.

Eccellenza-Procida: ” Fragiello e Roghi firmano la vittoria con il Real Albanova

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procida calcio

Prima vittoria esterna per il Procida che, con un gol per tempo, vince sul campo dell’Albanova. Dopo una parata di Lamarra, che devia in corner un tiro in diagonale di Ferrara, al 29′ arriva il vantaggio biancorosso. La Torre colpisce la palla con le mani in area di rigore, con l’arbitro che indica il dischetto. Fragiello, dagli undici metri, non sbaglia portando così il Procida in vantaggio col suo terzo gol stagionale. Al 44’ Spilabotte serve Dodò con un preciso passaggio filtrante, l’attaccante capoverdiano calcia in diagonale ma si vede respingere la conclusione dall’ottimo intervento a terra di Ciccarelli. Il primo tempo si chiude con il Procida in vantaggio e nella ripresa, dopo appena tre minuti, l’Albanova prova a reagire con una punizione dalla distanza di La Torre che si perde alta sopra la traversa. Al 6’ bella azione di Cariello sulla sinistra, il suo cross arriva sul destro di De Giorgi che però calcia di poco a lato. Al 26’ il Procida sfiora nuovamente il raddoppio: Del Prete fugge sulla sinistra e, appena all’ingresso in area, prova la conclusione di sinistro che si stampa sul palo. Al 36’ cross profondo di Dodò, dall’altro lato arriva il neoentrato Roghi che, da pochi passi, manda a lato con la testa. Gol rimandato di pochi minuti, con l’asse Dodò-Roghi che si rinnova: l’esterno capoverdiano se ne va sulla sinistra e serve al centro il compagno di squadra, per il quale è un gioco da ragazzi depositare la palla nella porta sguarnita. Il Procida chiude così la partita e porta a casa tre punti preziosi.

REAL ALBANOVA 0 – 2 ISOLA DI PROCIDA

REAL ALBANOVA: Ciccarelli, Cimmino, Orientale (16′ st Aprile), La Torre (17′ st, Coppola), Silvestro, Cuomo, Marzocchi, Trematerra, Ascione, Ferraro, Verdone (35′ st Salemme). (In panchina Palma, Punziano, Diana, Brogna) All. Potenza

ISOLA DI PROCIDA: Lamarra; Chiaro, Micallo, De Giorgi, Del Prete; Dodò, Rinaldi, Cariello (35′ st Roghi), Agata; Spilabotte (15′ st Muro), Fragiello (47′ st Ammendola). (In panchina Bardet, Bacio Terracino, Viscardi, Mottola) All. Cibelli

ARBITRO: Domenico Mirabella della sezione di Napoli (assistenti Domenico Castaldo di Frattamaggiore e Giorgio Scarfati di Castellammare di Stabia).

RETI: 29’ pt Fragiello rig., 46’ st Roghi

NOTE: calci d’angolo 4-3 per il Procida. Ammoniti Del Prete, De Giorgi, Chiaro, Ammendola (P), Ferraro (A). Durata pt 47′, durata st 49′. Spettatori 200 circa.

Il Napoli cade male contro un’Atalanta in piena crisi

Il Napoli cade male contro un’Atalanta in piena crisi

Tuttosport commenta così la sconfitta del Napoli a Bergamo: “Il Napoli cade, e piuttosto male, a Bergamo rimediando la prima sconfitta stagionale e concedendo la prima fuga ai bianconeri. Cade contro ogni pronostico contro un’Atalanta in piena crisi che nemmeno la vittoria con il Crotone aveva allontanato del tutto. Invece i nerazzurri hanno aggredito la squadra di Sarri, si sono portati subito in vantaggio, colpendo anche una traversa, e amministrando la gara con una difesa solida e un super Berisha. La squadra vittoriosa in Champions con il Benfica, la seconda forza del campionato, come Golia soccombe contro Davide”.

Costantino: ‘Abbiamo tenuto bene il campo. Dobbiamo continuare così’ VIDEO

Al termine del match tra Juve Stabia e Vibonese, terminato 3-0 in favore delle vespe, si è presentato in sala stampa il tecnico degli ospiti Massimo Costantino

Ecco le sue parole:

“Siamo riusciti a tenere il risultato sempre in gioco fino alla fine. La Juve Stabia è una squadra forte ma noi abbiamo fatto molto bene e secondo me il 3-0 è troppo largo per quanto visto in campo, siamo andati vicini al pari in molte occasioni. Sull’1-0 la partita era equilibrata e non abbiamo rischiato granché. Ripa è un grande attaccante e ci ha fatto male alla prima vera occasione della gara. Nella ripresa siamo scesi in campo con un altro piglio e abbiamo fatto davvero bene. È la seconda partita consecutiva che un avversario salva il gol sulla linea e questo ci fa male. Juve Stabia? Ha una rosa di qualità e questo ha fatto la differenza. Quando hai attaccanti come Ripa parti avvantaggiata, anche se ripeto che la differenza non si è vista così tanto in campo, abbiamo tenuto bene il campo. Lecce? Sarà una gara difficile ma ce la giocheremo come stasera. Dobbiamo continuare a lavorare così sperando di essere più cattivi sotto porta. Dobbiamo credere in quello che stiamo facendo e solo così raggiungeremo la salvezza.”

COLLEGATE:

Salvatore Sorrentino