Salvatore Bagni, ex centrocampista e bandiera del Napoli, ha svelato a Radio Kiss Kiss Napoli durante la trasmissione Radio Goal un’importante retroscena di mercato: “Fino all’ultimo giorno di mercato Gabbiadini doveva andare via, l’Everton l’aveva già preso. Il Napoli aveva avanzato un’offerta al Genoa per Pavoletti, ma non c’era il tempo materiale per i rossoblu di trovare un altro attaccante e per questo la trattativa è sfumata. Purtroppo ci si è mossi tardi, non so se Pavoletti approderà al Napoli”.
Debutta martedì 18 ottobre 2016, in prima nazionale, alle ore 20.30 al Teatro Sociale di Brescia
IL SECONDO FIGLIO DI DIO – vita, morte e miracoli di David Lazzaretti, scritto da Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi per la regia di Antonio Calenda, con Simone Cristicchi.
Il nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, prodotto dal CTB Centro Teatrale Bresciano e Promo Music, inaugura la stagione di prosa 2016/2017 – Contaminazioni Teatrali del Centro Teatrale Bresciano.
Cristicchi (foto Tommaso Le Pera)
Dopo il grande successo di “Magazzino 18”, Cristicchi torna a calcare il palcoscenico con IL SECONDO FIGLIO DI DIO – vita, morte e miracoli di David Lazzaretti e racconta la storia di un misterioso personaggio vissuto in Toscana nell’800 sul Monte Amiata. Si tratta di David Lazzaretti, detto “il Cristo dell’Amiata”, un carrettiere toscano che nel 1878 fonda una comunità cristiana dai tratti socialisti.
Predica l’uguaglianza e la solidarietà, ha migliaia di seguaci. Un personaggio discusso, citato e studiato da Gramsci, Tolstoj, Pascoli, Lombroso e Padre Balducci; il suo sogno rivoluzionario per i tempi, culminato nella realizzazione della “Società delle Famiglie Cristiane”: una società più giusta, fondata sull’istruzione, la solidarietà e l’uguaglianza, in un proto-socialismo ispirato alle primitive comunità cristiane.
Il cantattore Cristicchi racconta l’”ultimo eretico” Lazzaretti, e quel piccolo lembo di Toscana (Arcidosso e il Monte Amiata) che diventa lo scenario di una storia che mai uguale fu agitata sulla faccia della terra, ponendoci una domanda più grande, universale, che riguarda ognuno di noi: la “divinità” è un’umanità all’ennesima potenza?
Con l’ausilio di video-proiezioni e di una scenografia in continua mutazione, quella terra così aspra e bella, quella “terra matrigna e madre” diventa la co-protagonista, nel racconto della straordinaria vicenda di David Lazzaretti, il secondo figlio di Dio. Una storia che se non te la raccontano, non la sai.
La storia di un’idea. La storia di un sogno.
Musiche originali di Simone Cristicchi e Valter Sivilotti .
Simone Cristicchi è accompagnato dal coro Ensemble Magnificat di Caravaggio diretto da Massimo Grechi.
Le scene e i costumi portano la firma di Domenico Franchi, disegno luci di Cesare Agoni, musiche con esecuzione registrata di Marco Bianchi, Andrea Musto, Francesco Tirelli, Sebastiano Zorza.
Il 22 ottobre 2016, alle ore 17.30 è programmato un incontro al nuovo Cinema Eden de “I sabato pomeriggio tra cinema e teatro” che vedrà Simone Cristicchi incontrare il pubblico, intervistato da Daniele Pelizzari.
Durata dello spettacolo: 1.30 (senza intervallo)
Lo spettacolo replica fino al 30 ottobre 2016 (feriali ore 20.30 – domenica ore 15.30- lunedì riposo) ed è altresì inserito nel calendario della rassegna “Altri Percorsi” – IMPRONTE TEATRALI, rassegna teatrale a carattere multidisciplinare inserita nel progetto Circuiti Lombardia Spettacolo dal vivo, promossa dalla Regione Lombardia.
La stagione di Prosa 2016/2017 è realizzata grazie al sostegno del Gruppo A2A e della Fondazione ASM Gruppo A2A di Brescia.
Vendita biglietti:
I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale con il seguente orario:
dalle ore 16.00 alle ore 20.00. Nella mezz’ora che precede l’inizio dello spettacolo saranno in vendita esclusivamente i biglietti per la serata stessa.
Teatro Sociale – Via Felice Cavallotti, 20 – 25121 Brescia
Biglietteria tel. 030 2808600
biglietteria@centroteatralebresciano.it
Inoltre, i biglietti possono essere acquistati anche in rete o in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket/Charta www.vivaticket.it
Ticket point presso la Libreria Serra Tarantola – via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia Tel. 030290171 – Fax 0303772569
(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)
e-mail: info@centroteatralebresciano.it
Ufficio Stampa Centro Teatrale Bresciano
tel. 0302928610/629
stampa@centroteatralebresciano.it
NOTE DI REGIA
Lo spettacolo si inserisce nel solco tracciato da MAGAZZINO 18, primo esempio di un genere nuovo che con Simone Cristicchi abbiamo voluto definire " musical civile". Ed è proprio grazie al raro talento di Simone che è nato il “SECONDO FIGLIO DI DIO”. Anche in questo spettacolo, infatti, la canzone dal vivo appare nelle vesti di testimonianza alta, che scopre la sua dimensione epica come strumento di racconto di grandi accadimenti. E come nell’epica classica, anche qui è un aedo, un cantore, a farsi portavoce di una storia mitica, cioe' che ha a che fare con le origini e con l’identità di un popolo.
Davide Lazzaretti, detto “il Cristo dell’Amiata”, è il protagonista di una straordinaria vicenda ignota ai più, “una storia che se non la senti non ci credi, e se non te la raccontano, non la sai”, ambientata all’indomani dell’Unità d’Italia e che nel racconto diventa rappresentativa delle condizioni di vita di buona parte del nascente popolo italiano. Una situazione esistenziale segnata da un lato dalla povertà, dallo sfruttamento e dall’oppressione da parte dei poteri forti (Chiesa, Stato e potenti locali) e dall’altro da una fervente religiosità che veicola le istanze di riscatto e giustizia sociale dei diseredati. In tal senso, “Il secondo figlio di Dio” rivela anche la sua appartenenza al filone della tragedia, perché porta in scena un dolore che sembra consustanziale alla condizione umana, prigioniera della sua stessa imperfezione: “da che mondo è mondo, cos’è che ha sempre impedito la creazione di una società perfetta? L’invidia, l’egoismo, l’ambizione”. E David Lazzaretti, oltre che un secondo Cristo, è anche un novello Prometeo, che offre agli uomini il fuoco di una verità troppo scomoda per essere accettata dai potenti: che gli esseri umani sono tutti uguali e che bisogna vivere secondo regole di equità e giustizia. E perciò gli “dei”, coloro che governano i destini dell’umanità, lo puniscono.
La figura di David Lazzaretti ha quindi i lineamenti “tragici” eterni del capro espiatorio, ma pratica verità fortemente contemporanee. Riconosciamo infatti in questo barrocciaio della seconda metà dell’Ottocento, un formidabile anticipatore di istanze che sono a pieno titolo odierne, come la parità di genere, e che paiono quasi profetiche nella loro visionarietà, come ad esempio la prefigurazione degli stati uniti d’Europa.
Impossibile infine non citare come referente il teatro di Brecht, oltre che per la portata civile del testo, per l'uso del canto come veicolo di un accento critico ed emozionale che dilata l’afflato del racconto.
Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione del terzo match di Champions League che domani si giocherà allo stadio San Paolo contro il Besiktas: “Ieri c’erano un paio di giocatori affaticati, usciti acciaccati dalla partita con la Roma: dobbiamo valutare. Può darsi che potremo cambiare più giocatori, dipende da oggi. Ridirebbe che la Juve è superiore? L’ho già fatto altre volte, a qualcuno ha fatto comodo riproporla in un momento di difficoltà. Manolo non deve adattarsi a me, ma alla squadra e al suo modo di giocare: non l’ho imposto, ma l’ho accompagnato questo modo di giocare viste le caratteristiche dei calciatori. Deve adattarsi, è chiaro che nessun allenatore vorrebbe andare contro le caratteristiche di un calciatore oppure contro altri sette-otto: non credo che spostarsi di qualche metro in campo fa calare il rendimento da cento a cinquanta. Riuscirà a venirne fuori. Fiducia totale, nelle ultime due non abbiamo fatto bene come negli ultimi mesi. Abbiamo l’idea di ciò che stiamo sbagliato, siamo fiduciosi di tornare quelli di sempre al più presto. Senza crearsi tante problematiche, dobbiamo rigiocare subito ed avere la testa libera. Ma con la consapevolezza di sapere ciò che abbiamo sbagliato, potremmo rimediare. E’ un momento negativo, può succedere: basta calare del 2% per essere superati. Non ci consideravamo fenomeni, e adesso non ci consideriamo scarsi. Record? Se è più facile è perchè si trovano motivazioni straordinarie, qui si rischiano momenti di appagamento in campionato. Non credo che in Europa siano sprovveduti, sanno come gioca il Napoli: ci giocano addosso da undici mesi, se bastasse giocare addosso allora andrei ad affrontare così il Barcellona e vincere…ma è fantacalcio. Abbiamo trovato più motivazioni in Europa, è una delle problematiche da risolvere. Momento più difficile? No, l’anno scorso all’inizio avevo molte meno certezze sul gruppo ed avevo più motivi di preoccupazione. Non è un momento felice o semplice, ma so che la squadra è forte e i ragazzi hanno senso d’autocritica: sono tranquillo e fiducioso. La Champions ci ha tolto in campionato? “Penso possa succedere a tutti, poi ci sono squadre più esperte che riescono ad assorbire meglio la situazione. E’ una manifestazione importante e sentita, non capita solo a noi. Un mio allenatore diceva che chi parla di moduli non capisce di calcio (ride, ndr), abbiamo fatto partite in cui il 4-3-3 diventava 4-3-2-1 oppure 4-2-3-1 in fase difensiva: lo stiamo facendo ripetutamente, forse l’abbiamo fatto fin troppo rischiando di perdere certezze. Noi dobbiamo giocare il nostro calcio, indipendentemente dal modulo. Mi aspetto un Napoli che abbia entusiasmo, che sia lucida e che giochi col giusto livello di determinazione ed applicazione in modo da non fare errori. Affrontiamo una squadra forte, che non perde mai. Mi scoccia il poco equilibrio dopo vittorie e sconfitte, oppure chiederti di Rog e Diawara? Se qualcuno che non vede l’allenamento mi vuole dare consigli, non li ascolto. Mi lascia molto indifferente questa storia, se Dybala dopo tre anni va a Torino e non trova posto fino a novembre va tutto bene. Se qui Rog non è pronto in venti giorni sembra un problema, che li ascolto a fare“.
Pepe Reina, portiere del Napoli, ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione del terzo match di Champions League che domani si giocherà allo stadio San Paolo contro il Besiktas: “Avrei già giocato domenica senza aspettare. Dobbiamo reagire e dimostrare di essere una squadra forte. Quindici giorni fa eravamo i migliori in Europa, oggi i peggiori. Dobbiamo ritrovare le certezze che abbiamo sempre avuto. l’obiettivo è quello di fare una grande gara domani. Il Besiktas è squadra tosta, difficile fare ciò che fanno loro. Sarà una gara tosta. Noi possiamo solo giocare il nostro calcio. Lo scorso anno dovevamo capire le idee del mister, oggi le conosciamo. Nel calcio capita di perdere, ma dobbiamo reagire e dimostrare di essere gruppo. Gabbiadini? E’ un gradissimo giocatore. Basta. La squadra deve dargli una mano per farlo rendere al meglio. Presunzione? Non credo anche se involontariamente può essere. Questa squadra è unile e sa che quando non si fanno bene le cose si perdono le gare. Le basi del nostro calcio sono di essere una squadra forte difensivamente. Non pensiamo più al campionato o alla Champions, noi pensiamo di arrivare a maggio partita dopo partita. Stiamo cercando di trovare la giusta soluzione agli errori, cercando sempre di migliorare. Albiol? Non è che quelli che difendono sono solo 4. Lo facciamo tutti e se uno sbaglia, sbagliano tutti”.
Juve Stabia, il prof. Vasaturo ammesso al corso di Coverciano
Lavoro, lavoro, lavoro, il settore giovanile della Juve Stabia lavora sodo e ottiene ottimi risultati, non solo in campo ma anche fuori dal campo. Dal presidente Andrea De Lucia al direttore Alberico Turi passando per il responsabile Saby Mainolfi, tutti con un unico intento: la crescita generale. Infatti, è di oggi la notizia dell’ammissione al corso di Coverciano per preratori atletici del prof. Attilio Vasaturo.
Questo il comunicato del settore giovanile: “Un grosso augurio e in bocca al lupo al prof. Attilio Vasaturo che è stato ammesso al corso di Coverciano per preratori atletici. La società si stringe intorno al prof. per questo nuovo e prestigioso step della propria carriera”.
La nostra redazione ha contattato in esclusiva Donovan Maury, ex capitano e protagonista degli anni più belli della storia della Juve Stabia.
Ciao Donovan, innanzitutto dove sei ora e cosa stai facendo? Sto giocando in Lussembrugo, in una squadra di Serie A. Mi sto trovando molto bene; sono probabilmente gli ultimi anni di calcio giocato quindi li sto vivendo con serenità e tranquillità.
Una volta appese le scarpette al chiodo, come ti vedi? Non so se vorrò rimanere nel mondo del calcio, è presto per dirlo. Qui la società per cui gioco mi ha affidato una delle squadre giovanili; la alleno due volte a settimana compatibilmente con i miei impegni da calciatore. E’ un’esperienza nuova, iniziata poco più di un mese fa, ma mi incuriosisce. Vedremo poi più avanti, per il momento penso ancora a fare bene in campo.
Segui ancora la Juve Stabia? Cosa pensi della stagione delle Vespe? Certo che vi seguo! Questa stagione sembra poter essere davvero positiva. Da quello che vedo, un aspetto importante è che tutto l’ambiente si è ricompattato. Vedo società, squadra e tifosi uniti e con tanto entusiasmo. In una piazza come Castellammare, che è in grado di trascinare la propria squadra come poche città, l’unione di intenti è fondamentale.
Tu sei sempre stato leader in campo e fuori alla Juve Stabia..chi credi possa essere il “Maury” dell’attuale spogliatoio della Juve Stabia? Probabilmente Federico Amenta; lo conosco per averlo incontrato più volte da avversario ed ha doti caratteriali importanti. Stesse considerazioni valgono per Santiago Morero. Io ero il punto di raccordo tra le Famiglie Giglio-Manniello e la squadra, ed avevo un ruolo importante sia in campo che fuori. Ti assicuro che avere uno spogliatoio solido ed unito è determinante per i risultati di una squadra.
Sei il calciatore che più di chiunque altro ha vissuto le montagne russe degli anni Giglio-Manniello: la retrocessione quando si puntava invece alla promozione, la scalata dalla C2 alla B e gli anni belli in cadetteria. Quali sono i momenti che più porti dentro? E’ vero; con la Juve Stabia ho vissuto momenti incredibili. Il primo anno, nato con ambizioni di promozione in Serie B e poi invece culminato con la retrocessione in C2, è stato davvero tragico. Giustamente poi i tifosi erano molto delusi e ci meritammo qualche contestazione da parte loro. Ricordo la riunione organizzata prima che iniziasse la nuova stagione con i Presidenti, con Rastelli, con Ametrano, con Amore; in tutti noi c’era tanta voglia di rivalsa e da quella chiacchierata nacquero la basi della grande cavalcata degli anni successivi. Credo che quel momento sia stato importante per le gioie che abbiamo poi vissuto in seguito.
Costante degli anni vecchi e nuovi è la passione del Presidente Manniello, rimasto baluardo della Juve Stabia, che ricordo hai di lui? Vi sentite ancora? Lo sento spesso, certo! Ci siamo sempre sentiti e visti, anche dopo il mio addio alla Juve Stabia. Franco sta dimostrando quanto tiene alla Juve Stabia e credo l’abbia resa una delle società più solide e sane a in Lega Pro. Non ti nascondo che dopo la sconfitta di Bassano e quel clamoroso gol annullato a Gomez, il Presidente Manniello mi telefonò direttamente dal tunnel degli spogliatoi. Comprensibilmente era davvero furioso. So quanto ci tiene e quindi spero si possa togliere ancora tante soddisfazioni alla guida delle Vespe.
Osservando il tuo profilo social si vede un rapporto ancora bello e sincero con tanti ex compagni di avventura gialloblù. Chi è il compagno o i compagni con cui più hai legato in quegli anni? Mi sento ancora con tanti ragazzi. Anzi, con Adriano Mezavilla e con Tomas Danilevicius ci incontriamo spesso. Fortunatamente siamo tutti più o meno vicini e cerchiamo di vederci appena possibile. Con Mezavilla soprattutto mi vedo almeno una volta al mese; siamo praticamente fratelli. Spero che la prossima volta ci possa essere anche Riccardo Cazzola, sarà bello abbracciare anche lui. Poi tramite i social sento Scozzarella, Scogamiglio, Figliomeni e tanti altri ragazzi. Ugualmente mi lega ancora una forte amicizia a Pierino (Braglia n.d.r.); e pensare che all’inizio voleva mandarmi via..
Allo stesso modo, nonostante i tanti anni trascorsi, spesso su Instagram ti si vede ancora indossare capi della Juve Stabia o scrivere #ForzaVespe. I colori gialloblù ti sono entrati dentro a vita quindi? Ma certo, non potrò mai dimenticare la Juve Stabia e Castellammare. Gli anni in gialloblù sono stati i più difficili ma anche i più belli della mia vita. Sono uno di voi e non posso che tifare per la Juve Stabia e sperare in grandi risultati.
Molti tifosi ricordano perfettamente il racconto del tuo viaggio d’addio a Castellammare, con tanta commozione da parte tua. C’è un rimpianto che ti porti dentro riguardante l’avventura alla Juve Stabia? Probabilmente la conclusione del primo campionato di Serie B. Fu una stagione spettacolare e sapere che i play off per la Serie A ci sfuggirono per pochissimi punti, fa ancora male. Forse proprio per colpa di quei 4 punti di penalizzazione con cui iniziammo la stagione. Quella era una grande Juve Stabia, temuta da tutti. Persino il Torino, venne al Menti per puntare al pareggio; quella fu una partita che fece scalpore anche in Belgio. Per quanto riguarda l’anno successivo, quello del mio addio, il rammarico sta nel grande spogliatoio che avevamo e che si ruppe. Le partenze mie, di Danilevicius, di Erpen furono secondo me determinanti per la seconda parte di stagione deludente, con la salvezza conquistata solo alla penultima giornata. Come già detto, avere un gruppo unito fuori dal campo è la base per le vittorie sul rettangolo di gioco.
Dopo il tuo addio alle Vespe sei mai stato vicino al ritorno in gialloblù? Fu una semplice suggestione o la voce che si diffuse aveva basi concrete? Era vera. Sono stato molto vicino a tornare alla Juve Stabia, due volte. La prima volta a giugno 2013, nella sessione di mercato successiva alla mia partenza; la seconda volta invece a gennaio 2014, durante l’ultimo campionato di B delle Vespe. Non so se con il mio ritorno sarebbe cambiato qualcosa, ma avrei potuto aiutare la squadra in campo e fuori.
Un saluto ai tifosi stabiesi, e se possiamo strapparti la promessa di tornare al Menti per tifare Stabia insieme a noi. Su questo non ci sono dubbi: appena i miei impegni professionali me lo consentiranno, tornerò con tanto piacere al Menti. Ai tifosi stabiesi mando un grande abbraccio; come sono stato a Castellammare non sono stato da nessun’altra parte. Li esorto a stare vicini alla squadra perché sanno dare ai propri calciatori una carica davvero incredibile. Ciao a tutti e a presto!
Raffaele Izzo
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Prosegue il lavoro dell’intero settore giovanile delle Vespette. Giovedì 20 ottobre la Juve Stabia, categoria 2003, affonterà in amichevole allo stadio di Nola, l’Academy Nola 1925. Il fischio di inizio sarà alle ore 17. Gara di lusso tra due grandi squadre.
Antonio Careca ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Mattino: “Non è che se un campione si fa male, quella squadra non è più forte. Se non lo è più, vuol dire che non lo era neanche prima una squadra forte. Gabbiadini? Un attaccante ha un solo modo per uscire da una crisi: facendo gol. Poi tutto il resto sono chiacchiere. Sembra banale, ma basterà segnare una rete a Gabbiadini e diventerà uno da fare giocare sempre. E nessuno penserà più a Milik. Chi il suo erede in Italia? «Gabigol è davvero forte: è molto giovane ma ha grandissima personalità”.
I due black out consecutivi, contro Atalanta e Roma, non hanno fatto scattare il campanello d’allarme. Il Napoli va avanti per la sua strada, nel segno della continuità e puntando con fermezza sulle sue certezze, che non sono state minimamente incrinate dai recenti passi falsi in campionato. Altro che rivoluzioni o processi, insomma. In vista non ci sono particolari cambiamenti, anche se dietro l’angolo c’è la fondamentale sfida di Champions League con il Besiktas, in programma al San Paolo domani sera (ore 20.45). L’unico segnale in controtendenza, a Castel Volturno, è stato il lungo colloquio di ieri tra Maurizio Sarri, il ds Cristiano Giuntoli e Manolo Gabbiadini, che ha preceduto la seduta di lavoro pomeridiana. Pure in questo caso, però, i toni sono stati distensivi e costruttivi. Nessuna accusa al centravanti sotto esame, a cui è stata piuttosto ribadita la totale fiducia di allenatore, società e compagni. Toccherà ancora a lui guidare l’attacco azzurro nella notte di Coppa e pure negli appuntamenti successivi, a cominciare dalla trasferta infuocata di domenica a Crotone. Il ritorno sul mercato, in particolare quello degli svincolati, non è stato nemmeno preso in considerazione dalla dirigenza. De Laurentiis è convinto infatti di aver allestito in estate un organico molto competitivo e di aver messo a disposizione del suo tecnico tutte le armi necessarie per affrontare le situazioni di emergenza, che capitano fisiologicamente a ogni squadra nel corso della stagione.
Il pallino resta dunque nelle mani di Sarri, che dovrà adesso tirare fuori il Napoli dal momento più delicato della nuova stagione. Contro l’Atalanta e la Roma, anche se in due partite assai diverse tra loro, gli azzurri hanno commesso degli errori abbastanza simili e dato la netta impressione di essere in calo: più fisico che mentale. La squadra è sembrata lunga e a tratti sfilacciata, in particolare per la mancanza di brillantezza dei suoi uomini di maggiore qualità, in mezzo al campo. Ma il tecnico toscano deve aver dato una interpretazione differente alle ultime sconfitte, dato che non ci sono alle porte (salvo ripensamenti in extremis) dei particolari cambiamenti. Il turn over non dovrebbe infatti scattare nemmeno contro il Besiktas. L’unica novità annunciata a centrocampo è il ritorno tra i titolari di Zielinski, per la solita staffetta con il brasiliano Allan. Ancora straordinari per Jorginho e capitan Hamsik, invece: nonostante siano entrambi un po’ appesantiti dal tour de force autunnale. La loro esperienza, però, si farà ancora preferire alla freschezza atletica di Diawara, Rog e Giaccherini, che stentano a conquistare la fiducia del loro allenatore.
Il più pronto dei tre è il centrocampista della Nazionale, che si candida per Crotone. Ma col Besiktas non si cambia, Zielinski a parte. Il Napoli non è in crisi: parola di Sarri.
Questo il comunicato ufficiale del club azzurro sscnapoli.it
In occasione della gara di Champions Napoli- Besiktas che si disputerà mercoledì 19 ottobre allo stadio San Paolo, la SSC Napoli rivolge un ulteriore e rafforzato appello ai tifosi affinché rispettino le norme vigenti in materia di sicurezza, in linea con le regole Uefa. Norme la cui violazione comporterebbe la squalifica del campo, compromettendo così altri grandi appuntamenti di rilievo internazionale a Fuorigrotta. In particolare la SSC Napoli sensibilizza i propri supporter a non utilizzare fumogeni o materiale pirotecnico, a lasciare libere le scale e tutte le altre vie di fuga, ed a non occupare il terzo anello che, come ben noto, è chiuso al pubblico. Pertanto si invitano i tifosi napoletani a contribuire alla serata di sport nel rispetto del clima sereno e della passione autentica dei tifosi azzurri, per poter vivere una splendida serata di calcio caratterizzata da entusiasmo, calore e pacifica passione sportiva.
La magia del San Paolo nelle notti europee e quell’urlo “The Champions” che fa venire i brividi. Ne sa qualcosa Gokhan Inler, pronto a rivivere queste scene seppur da ex. La Champions League l’ha giocata con la maglia del Napoli, per ben due volte, ed anche da protagonista. Con Mazzarri prima e con Benitez poi. Domani riabbraccerà il San Paolo con la maglia del Besiktas e sicuramente sarà un’emozione particolare per chi, come lui, ha vissuto l’apice della sua avventura azzurra proprio in Champions League. Due gol pesanti nella cavalcata vissuta con Mazzarri, anche se dal sapore completamente diverso. Il primo contro il Villareal, al Madrigal, nella gara decisiva del girone. Il Napoli aveva bisogno di una vittoria per difendersi dall’attacco del Manchester City e ci pensò proprio Inler a sbloccare una gara che si stava facendo sempre più difficile: sinistro potente e preciso da fuori area, per un gol pesantissimo. Il centrocampista svizzero riuscì a ripetersi agli ottavi, contro il Chelsea a Stamford Bridge. Una gioia amara, però, perché quel gol permise al Napoli di andare ai supplementari ma non evitò l’eliminazione per mano dei “Blues” di Di Matteo che successivamente si laurearono campioni d’Europa. Dopo due anni stesse emozioni, con Benitez in panchina. Il Napoli uscì in un girone di ferro tra le lacrime, nonostante i 12 punti collezionati. Ottenuti anche ad un bellissimo gol di Inler contro il Marsiglia. Storie di Champions League, competizione che oggi il centrocampista svizzero si ritrova a giocare con il Besiktas. E a distanza di due anni ritroverà il Napoli, lasciato per trasferirsi al Leicester. In Inghilterra una Premier League vinta, nonostante i pochi minuti concessi da Ranieri. Prima di questa nuova esperienza in Turchia. Con la maglia del Besiktas ritroverà gli azzurri da avversari, a distanza di cinque anni e mezzo dall’ultima volta. In quell’occasione Inler andò in gol con l’Udinese al San Paolo ma non esultò. Se dovesse ripetersi domani avrebbe la stessa reazione, in rispetto dei quattro anni vissuti in azzurro. Da quella presentazione a sorpresa con la maschera da leone a coprirgli il volto alla cessione al Leicester: in mezzo qualche critica, i dubbi sulla bontà del pesante investimento fatto dalla società ma anche tante buone prestazioni. Con due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana in bacheca. Quel che i tifosi del Napoli hanno sempre apprezzato di Inler, però, è stato il grande attaccamento alla maglia e l’impegno che ha sempre messo in campo. Ed è per questo che domani sera, in un’altra notte di Champions League, gli applausi del San Paolo saranno anche per lui.
Lungo faccia a faccia tra Sarri e squadra negli spogliatoi
La Gazzetta dello Sport scrive riguardo il momento che sta vivendo la squadra di Maurizio Sarri: “La situazione che sta vivendo il Napoli di Sarri è simile, per certi aspetti, a quella dell’inizio della passata stagione. Allora meglio confrontarsi. Più lungo del solito il faccia a faccia di ieri negli spogliatoi tra tecnico e squadra con i senatori del gruppo che hanno lanciato un messaggio di compattezza ai compagni visto che qualche muso lungo c’è da parte di chi sta giocando poco o niente. È il momento di «stringersi a coorte» come dice l’inno di Mameli e, a proposito di nazionali, l’azzurro Napoli in questo momento è particolarmente sbiadito e non solo perché la squadra è reduce da due sconfitte di fila. La Champions domani dovrà essere l’occasione per il riscatto. Per tutti, anche per gli «azzurrabili», che fin qui hanno deluso Ventura che ha deciso di lasciarli a casa o di non farli giocare”
Secondo il Corriere dello Sport, prima Sarri e poi Giuntoli hanno voluto confrontarsi con Manolo Gabbiadini. Nessuna chiamata ufficiale, solo una passeggiata dagli spogliatoi al campo prima della seduta d’allenamento. E’ stata ribadita la fiducia nei sui confronti, gli è stato offerto il sostegno psicologico per andare a riprendersi il Napoli. In Champions, Gabbiadini avrà la chance per scrollarsi di dosso il peso.
Come riporta Il Mattino anche domani sera Marko Rog e Amadou Diawara resteranno in panchina a guardare i compagni giocare contro il Besiktas. Il loro debutto avverrà quasi sicuramente domenica pomeriggio all’Ezio Scida di Crotone che per l’occasione aprirà i battenti per la prima volta in serie A. Sia Rog che Diawara si sono integrati bene all’interno del gruppo azzurro dopo un fisiologico periodo d’adattamento. Tra Crotone e Empoli potremmo dunque vederli finalmente in campo.
Nei Distinti al varco 12 dove durante Napoli-Roma è morto per arresto cardiaco Saverio Cirillo. Qualche minuto fa, la SSC Napoli ha scritto un comunicato dove spiega cosa sia accaduto in quei frangenti precisando alcuni punti.
Ecco cosa scrive la società azzurra in merito: “In merito alla notizia apparsa su alcuni portali on line riguardante le presunte mancanze e responsabilità del personale infermieristico in servizio presso lo stadio San Paolo, la SSC NAPOLI ha richiesto a Medicina Futura Group, che gestisce l’assistenza sanitaria e di primo soccorso allo stadio, di fare chiarimenti sulla vicenda.
Innanzitutto va precisato che la gestione del primo soccorso non è affatto affidata ad “una associazione” ma a gestirla è il gruppo Medicina Futura, tra i maggiori gruppi sanitari della regione, il cui fiore all’occhiello è la Cardiologia Interventistica.
Dopo aver letto le relazioni dello staff medico e infermieristico nonché quella della dott.ssa Maione, responsabile del servizio sanitario presso lo stadio San Paolo, Medicina Futura ci tiene a riportare la propria versione dei fatti.
Alle ore 15.08 gli operatori presenti presso il punto soccorso dei distinti superiori venivano chiamati in causa per un intervento.
Come da prassi, veniva avvisata anche la responsabile dott.ssa Maione che seguiva le operazioni dalla sala monitoraggio, tramite le videocamere presenti allo stadio, in diretto contatto (via radio) con gli operatori.
Constatate le condizioni molto gravi del soggetto si decideva, come da prassi, di trasportarlo di peso in un luogo idoneo per evitare ulteriori perdite di tempo e consentire idoneo utilizzo del defibrillatore, senza attendere il telo per il trasporto e considerata l’impossibilità di utilizzo delle barelle sugli spalti.
Il defibrillatore, presente presso ogni postazione sugli spalti, è stato utilizzato una prima volta in spazi più adeguati quali non sono appunto gli spalti affollatissimi di uno stadio (presenti circa 10mila persone nel settore distinti), anche perché, come ogni operatore di primo soccorso sa bene, è impossibile utilizzare tali apparecchiature in situazioni di così grande assembramento di persone.
Dopo un primo intervento con il defibrillatore, il soggetto veniva affidato alle cure del dott. Morra, cardiologo in servizio presso lo stadio, che provvedeva alle manovre di rianimazione cardiopolmonare. Lo stesso Morra, durante il trasporto in ambulanza provvedeva ad iniettare endovena una fiala di adrenalina.
Come da referto ospedaliero, il soggetto è arrivato in vita presso il pronto soccorso dell’ospedale San Paolo, dove gli venivano iniettate altre due fiale di adrenalina prima di constatarne il decesso.
Da quanto riportato dallo staff medico di Medicina Futura, il soggetto in questione risultava già cardiopatico per un pregresso infarto complicato da arresto cardiaco.
Medicina Futura ci tiene a precisare, poi, che nei punti di primo soccorso sugli spalti dello stadio San Paolo sono presenti infermieri e soccorritori, e ogni punto è dotato di defibrillatore portatile, in piena osservanza al regolamento nazionale per la gestione dei grandi eventi sportivi.
In ciascuna delle infermerie all’interno dello stadio sono inoltre presenti, oltre che due defibrillatori,medici e infermieri, sempre in osservanza al regolamento nazionale.
In occasione del grande afflusso previsto per la partita in questione, Medicina Futura ha inoltre provveduto a far presidiare gli ambulatori da medici di altissima professionalità e grande esperienza, tra cui i cardiologi Morra e Crucio.
Proprio il dott. Morra ha gestito l’emergenza, accompagnando personalmente in ambulanza il soggetto deceduto poi presso il Pronto Soccorso dell’ospedale San Paolo mettendo in atto tutte le manovre rianimatorie”
Comincia la stagione anche per i giovanissimi regionali di Fascia B. Di seguito vi proponiamo il calendario integrale della stagione agonistica 20016/2017.
Il carbonchio ematico / l’antrace, è un’infezione dal decorso molto rapido causata dal batterio Bacillus anthracis, le cui spore possono sopravvivere a lungo nell’ambiente.
La malattia è caratterizzata da setticemia, coagulazione incompleta del sangue, con esito quasi sempre mortale per gli animali, difficile che possa colpire l’uomo, visto che il contagio deve essere diretto.
Sono a rischio, veterinari che devono provvedere alle vaccinazioni e gli agricoltori che sono a stretto contatto con gli animali. Bisogna fare molta attenzione, basta una piccola ferita fra l’animale infetto e l’uomo perche’ la malattia possa trasferirsi.
In tutto il perimetro dichiarato infetto, non bisogna in nessun caso avvicinarsi alle carcasse di animali morti, ne’ tantomeno raccogliere funghi o qualsiasi tipo di erbe selvatiche, visto che le spore del Carbonchio possono sopravvivere nel terreno circostante per giorni e giorni.
Il Sindaco di Randazzo Michele Mangione a causa dell’epidemia ha emesso un’ordinanza che ha definito infette le contrade a nord e nord ovest della statale 116 fino al confine con Tortorici, Floresta e Santa Domenica Vittoria“.
E’ assolutamente vietata la macellazione, sospesa la produzione del latte per 10 giorni perche’ gli animali colpiti dal carbonchio non lo producono, quindi nessun pericolo neppure per i suoi derivati.
Meno pericoloso, o quasi impossibile il contagio derivante dal consumo della carne, quella derivata da animali morti di carbonchio diventa subito nera e quindi facilmente riconoscibile, (se non trattata con agenti chimici per modificarne il colore).
8000 capi di bestiame sono stati gia’ vaccinati, le competenti Autorita’ stanno facendo di tutto perche’ la malattia non si estenda negli altri Comuni limitrofi. Nei prossimi giorni si vedranno le conseguenze anche dal punto di vista economico visto che in tutta la zona si vive di agriturismo.
Perchè Maradona è sempre Maradona, è il simbolo di chi vive il Napoli con passione e amore. E’ colui che ci ha esaltati e ti crea emozioni forti soltanto al pensiero. Vederlo da vivo, per chi del Napoli ne ha fatto ragione di vita è un qualcosa di unico. Samuele Esposito ha deciso di tatuarselo sul corpo questo momento unico e lo ha fatto grazie all’aiuto di un maestro del tatoo Il Cubano Enzo Donniacuo. Abbiamo ascoltato Samuele e questa è la sua emozione: “L’emozione di quella sera è indescrivibile. Un sogno che rincorro da 17 anni. Non sono mai riuscito a vederlo, ora l’emozione è unica. Vederlo in tv è sempre emozionante, dal vivo non riesco a spiegarlo. L’ho toccato, mi sono emzoionato. Pensa che non riuscivo neanche a prendere il pennarello dalla tasca per farmi autografare la sua maglia. Lui mi diceva ‘dai, dai’ e io ero paralizzato. Ci siamo fatti una bella foto insieme, ma non sono riuscito a dirgli niente. Non sono grande amatore dei tatuaggi, ma questa diventa una cosa importante e ho deciso di farlo. Ringrazio chi ha permesso la realizzazione di questo sogno”. Alle sue parole anche Il Cubano Enzo Donniacuo aggiunge: “La mia fortuna è trasformare la passione in lavoro. Sono un artigiano, vivo l’arte come passione. Ho riproposto un qualcosa che nasce 5 mila anni fa, in chiave moderna: con gli anni ho trovato un giusto equilibrio, nel contrasto tra bianco e nero che mi permette di esprimersi al meglio. Non ho sfumature di colore: è bianco o nero. Con la perdita di mia figlia, di qualche anno fa, ho deciso di dedicare tutto me stesso, diventando anche sfogo nella vita, in questa arte. Una professoressa mi ricorda sempre di essere un vulcano. Vivo il bene e regalo bene. Non amo polemiche, parlo con il silenzio. Samuele è un ragazzo d’oro e ho deciso di omaggiarlo di un qualcosa che per lui sarà importante nella vita. L’amore per Maradona lo ha portato a prendere questa decisione: lui ama il calcio e la storia. Ho uno studio dal ’98, questa è la mia vita”.
“Crescita e lavoro, la Casa Bianca sostiene il premier”
Oggi il presidente Obama accoglie il primo ministro italiano Renzi alla Casa Bianca per una discussione approfondita sulla vasta gamma di settori a cui gli Usa e l’Italia collaborano sulla scena mondiale. Un settore spesso trascurato è il nostro impegno comune per la creazione di infrastrutture moderne, adeguate alla nostra epoca, che possono incentivare la crescita economica globale.
E aiutare i nostri imprenditori, i lavoratori e le aziende a innovare e prosperare.
Nelle economie avanzate, gli investimenti sono al di sotto dei tassi in vigore una decina di anni fa, prima della crisi economica globale. Nell’area dell’euro sono attualmente del 14 per cento sotto i livelli pre-crisi, negli Stati Uniti ci troviamo di fronte a un deficit infrastrutturale dell’ ordine di migliaia di miliardi di dollari, e gli investimenti infrastrutturali necessari all’Asia sono stimati in più di 5 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.
Noi crediamo che l’Unione europea e gli Stati Uniti dovrebbero trarre vantaggio dai tassi d’interesse eccezionalmente bassi investendo in una serie di importanti aggiornamenti infrastrutturali delle nostre reti energetiche, del sistema educativo, dei trasporti, delle piattaforme digitali e tecnologiche, della ricerca e dello sviluppo, e della nostra sicurezza. Come ha detto il primo ministro Renzi, «la direzione europea deve sottolineare l’importanza della crescita e degli investimenti pubblici e privati, non solo dell’ austerità».
Accrescere la domanda di lavoratori aumentando gli investimenti, sia pubblici che privati, è anche un modo per far crescere l’occupazione e aumentare i salari e la produttività dei lavoratori, rendendoli ancora più competitivi nell’economia globale e rafforzare le nostre classi medie.
I bassi investimenti stanno frenando la crescita della produttività da cui dipende la crescita dei salari. E dobbiamo fare di più per sostenere le capacità, la formazione e l’educazione della nostra forza lavoro, soprattutto dei giovani, così che possano essere produttivi e adattarsi alla rapida evoluzione dell’economia globale.
Di fronte alla ricaduta della crisi finanziaria, gli Stati Uniti hanno investito molto nelle infrastrutture e nel settore storico dell’energia pulita. Abbiamo approvato un piano quinquennale per mantenere gli investimenti nel settore dei trasporti.
Recentemente, il Presidente ha proposto l’iniziativa per le infrastrutture del 21° secolo, che comprende degli investimenti per i mezzi di trasporto ecologici e sforzi per superare gli ostacoli agli investimenti privati e alle partnership in settori quali le reti idriche pubbliche, le strutture portuali, la banda larga e la rete elettrica.
E possiamo fare di più in tema di trasporti, energia, istruzione, scienza e tecnologia per innescare il diffondersi dell’innovazione e il nascere di nuove industrie. Come ha detto il presidente Obama, «abbiamo bisogno di proseguire le riforme per assicurarci una prosperità a lungo termine, e sostenere la domanda e investire nel futuro».
Nella Ue, il presidente della Commissione europea Juncker ha introdotto il «Piano Juncker», per usare la Banca europea per gli investimenti per stimolare gli investimenti nelle infrastrutture.
L’Italia ha sostenuto questo piano, anche attraverso contributi aggiuntivi dal proprio bilancio, ma il bacino per gli investimenti a livello comunitario potrebbe essere ampliato per andare maggiormente incontro alle esigenze infrastrutturali europee.
La Commissione potrebbe anche progettare altri meccanismi che sfruttino l’elevato tasso di credito dell’Unione europea per finanziare gli investimenti necessari. In questo modo, l’Unione europea invierebbe un segnale forte che «l’Europa sta investendo in Europa». C’è un enorme potenziale per migliorare la crescita in Europa attraverso investimenti pubblici organizzati nei settori dell’energia pulita, dell’automazione, del digitale, dell’istruzione e nella sicurezza degli aeroporti, delle stazioni ferroviarie e dei centri urbani.
Se il settore pubblico può introdurre miglioramenti nelle infrastrutture e nella sicurezza che vadano a beneficio delle nostre società, è fondamentale che anche gli investimenti privati si muovano di conseguenza. Al G20 di Hangzhou, in Cina, i Paesi hanno ampiamente riconosciuto che abbiamo bisogno di trovare il modo di catalizzare gli investimenti privati, e questo include l’utilizzo della politica fiscale e la riforma dei nostri quadri normativi per incoraggiare piuttosto che soffocare la formazione di capitale.
I Paesi possono anche implementare gli investimenti, il credito d’imposta, tassi accelerati di ammortamento nelle detrazioni fiscali o nei crediti d’imposta per l’investimento nella formazione dei lavoratori (capitale umano), in aggiunta ai programmi infrastrutturali. Questo servirà a stimolare la domanda aggregata in tutto il mondo, e se lo facciamo bene, renderà la crescita più inclusiva e rafforzerà la classe media sia ora che in futuro.
Oltre alle infrastrutture, altri tipi di investimenti pubblici – soddisfare gli obiettivi della Nato, contribuire alle spese anti-terrorismo e a quelle per sostenere l’inclusione economica dei rifugiati – sono tutti importanti per aumentare la richiesta di manodopera in tutta l’Ue. La disoccupazione giovanile rappresenta una sfida speciale in molti Paesi, tra cui Italia, rendendo questi investimenti per il futuro e le misure per sostenere la crescita particolarmente strategici.
Come hanno dichiarato i leader del G20, è essenziale che i Paesi «utilizzino tutti gli strumenti» per rafforzare la crescita. Il supporto a breve termine per la crescita e gli investimenti non sostituisce le riforme strutturali o la sostenibilità fiscale a lungo termine, ma piuttosto è un complemento essenziale per entrambe.
Su entrambi i lati dell’Atlantico abbiamo bisogno di fare di più per ripristinare la correttezza e far funzionare l’economia per tutti, e possiamo farlo investendo nella crescita futura e nell’uguaglianza economica. I dirompenti cambiamenti introdotti dall’ economia globale stanno purtroppo colpendo in modo particolarmente pesante alcuni gruppi, in particolare la classe operaia. Come ha detto il presidente Obama durante il suo viaggio in Europa la scorsa primavera, «se gli oneri e i benefici della nostra economia globale non verranno distribuiti in modo equo, alcuni cittadini verranno lasciati indietro». Investimenti che permettano a tutti i lavoratori, agli innovatori e alle imprese di attingere alle infrastrutture del 21° secolo negli anni a venire saranno essenziali per il successo economico tanto degli Stati Uniti come dell’Europa.
(Traduzione di Carla Reschia )
Alcuni diritti riservati.
vivicentro.it/opinione
vivicentro/La Casa Bianca sostiene Renzi
lastampa/“Crescita e lavoro, la Casa Bianca sostiene il premier” WALLY ADEYEMO*, JAY SHAMBAUGH**
* Deputy National Security Advisor for International Economics
L’intervento di mister Panico al Pungiglione Stabiese
Nel corso della trasmissione radiofonica di ViviRadioWeb, “Il Pungiglione Stabiese”, abbiamo avuto in collegamento Mimmo Panico, allenatore della Berretti della Juve Stabia; con lui si è parlato della gara di questo fine settimana.
La Berretti ha espugnato anche il difficile campo di Reggio Calabria, adesso in classifica conduce a punteggio pieno: Sicuramente un buon segnale, speriamo di continuare così, anche se abbiamo disputato appena quattro partite e quindi ritengo sia ancora presto per pensare a qualcosa di importante.
Matassa reduce da un problema fisico, ritorna in campo e sigla il gol vittoria: Alleno un gruppo molto forte, devo ringraziare la società, nonché il presidente De Lucia e il direttore Turi di avermi dato la possibilità di allenare questa squadra. Dispogo di 25 calciatori tutti validi e preparati, dispiace solo non poter far giocare tutti e disporre solo tre cambi a partita, andrebbero premiati tutti i ragazzi, nessun escluso visto che si so resi partecipi di una trasferta lunga, impegnativa e sicuramente ognuno vorrebbe rendersi partecipe attivamente durante la partita. Ovviamente ci sarà tempo e spazio per tutti da qui fino al termine del campionato.
Mister Fontana in sala stampa dopo la spumeggiante vittoria contro il Foggia ha evidenziato lo spirito dei suoi calciatori in panchina, un bel accostamento anche per il settore giovanile da trasmettere a tutti i ragazzi, evidenziando soprattutto lo spirito del gruppo: Sicuramente è un aspetto importante. Mister Fontana oltre ad essere un tecnico valido e preparato, è una persona di un’umiltà eccezionale. Domenica ho avuto modo di poter ammirare l’ottima prova della Juve Stabia, ai miei ragazzi ho proprio detto di prendere esempio dalla prima squadra, è stata una partita straordinaria e il gruppo ha manifestato in pieno la sua forza contro un’avversario costruito per la vittoria del campionato. È stato bello vedere calciatori che hanno giocato in serie B incitare compagni giovani, bravo anche il tecnico che non guarda in faccia nessuno. Chi più di lui può decidere chi far giocare o meno visto che ha modo di osservare la squadra in settimana; ed infatti ha ritenuto opportuno far giocare un ’94 e un ’96 quando in panchina aveva calciatori importanti come Salvi e Zibert. Mi ha colpito l’attaccamento alla maglia di tutto il gruppo, alla fine con l’unione e la partecipazione attiva di tutto il collettivo diventa tutto più facile. I miei complimenti al mister e a tutto lo staff, può essere solo da esempio per noi che lavoriamo per il settore.
Secondo lei, c’è qualcuno dell’enturage della Juve Stabia che viene a visionare i ragazzi cercando di aggregali poi in prima squadra: Si, accade già da un bel po’ a questa parte, diversi ragazzi hanno preso parte del ritiro a Gubbio, e tutt’oggi si aggregano alle dipendenze di mister Fontana. Il direttore Turi si relaziona molto con la società che sicuramente può contare su giovani validi ai quali non manca la voglia di mettersi in mostra e posso garantire che indossare la maglia gialloblu è il sogno di ogni ragazzo che alleno.
Ritorni a Castellammare dopo la positiva esperienza al settore giovanili, adesso da allenatore della Berretti ti aspettavi l’ottimo inizio di stagione: Sapevo del progetto Juve Stabia, poi hi avuto modo di parlare con il direttore Turi il quale mi aveva messo al corrente di tutto, merito alla società che mi ha messo nelle condizioni giuste per poter lavorare. I risultati non si raggiungono mai per caso, ci alleniamo bene durante la settimana, siamo fortunati a disporre di uno staff di livello sia sotto il profilo tecnico e soprattutto sotto l’aspetto societario per l’eccellente organizzazione visto che andiamo anche in ritiro come si comporta una prima squadra. Sono tutti fattori importanti e alla lunga il lavoro ripaga.
Riccio è stato protagonista in quel di Reggio a suon di parate, segno che anche nei momenti di difficoltà la squadra sa reagire: Si il ragazzo ha compiuto interventi decisivi. È stata la prima partita dove abbiamo subito la squadra avversaria, soprattutto nel primo tempo, anche perché abbiamo giocato su un terreno di gioco impraticabile e in pessime condizioni, ricordando che la prima squadra ha purtroppo perso appena sette giorni or sono su un terreno impossibile da giocare a calcio. La Reggina ha fatto leva sul campo, i ragazzi so stati bravi a reggere l’urto degli avversari e Riccio ha fatto il suo dovere allo scadere sul tiro ravvicinato dell’attaccante centrale. È stato bravo nelle uscite sui lanci lunghi proventi dagli esterni, dando sicurezza all’intero reparto. Ringrazio l’allenatore Angelo Rossi e Marco Giglio, si vede la maturazione e la crescita dei nostri portieri, sono contento per la prestazione di Riccio, un ragazzo per bene che merita sicuramente un futuro importante.
La preparazione precampionato adesso sta dando i suoi frutti: Si, noi rispetto ad altre squadre del settore giovanile siamo stati tra i primi a partire per il ritiro proprio perché volevamo preparaci bene. Il direttore Turi è stato eccezionale sotto questo punto di vista, mi ha subito messo a disposizione un campo da calcio. Siamo partiti in anticipo ad inizio agosto, abbiamo lavorato tanto disputando anche partite contro avversari di categorie superiori e in particolare con la prima squadra a ferragosto. Tanti test importanti che ci hanno fatto capire tutto il potenziale che avevamo per capire soprattutto dove potevamo migliorare. Infatti abbiamo inserito in rosa nuovi giovani in zone del campo laddove eravamo carenti e solo per meriti del direttore Turi adesso disponiamo di una buona squadra, a mio avviso di prospettiva. Sono convinto che in futuro diversi ragazzi entreranno a far parte della prima squadra.
Prossimo impegno della Berretti : Giochiamo sabato in casa contro il Messina, squadra da non sottovalutare, ha impattato contro il Catania. Sicuramente verrà a Castellammare una squadra determinata che cercherà di mettersi in mostra consapevoli di giocare contro la capolista. I ragazzi sono concentrati, vogliamo vincere in casa prima della lunga sosta di quindici giorni, sperando che ci sia anche una buona cornice di pubblico a sostenerci. Scivolone del Catania? Beh il settore giovanile è un campionato delicato, so ragazzi e basti guardare la Reggina una squadra cattiva e determinata che aveva perso 7-0 col Catania la settimana precedente e contro di noi ha creato mille insidie.
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