14 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6062

Hamsik: “Nel secondo tempo siamo stati più concreti”

Le sue parole

Dopo la vittoria contro l’Empoli, Marek Hamsik ha scritto un breve commento sul suo sito ufficiale: “Nel primo tempo non abbiamo concretizzato le nostre occasioni, ma nel secondo ci siamo riusciti. Abbiamo centrati due obiettivi: guadagnato altri tre punti e siamo passati al terzo posto”.

Ghoulam: “I momenti delicati ci sono sempre, Higuain non mi interessa più”

Le sue parole

Faouzi Ghoulam, terzino sinistro del Napoli, è l’ospite del salottino di Radio Kiss Kiss Napoli:

Un commento sulla vittoria di ieri: “E’ stata una vittoria importante perché arrivata in casa, adesso dobbiamo far punti come stiamo facendo dopo le due sconfitte consecutive. Siamo contenti ma non possiamo rilassarci, il campionato è ancora lungo. Nell’arco di una stagione ci sono sempre i momenti delicati, l’importante è farli durare poco e non snaturare il gioco, per noi e per i tifosi. Rispetto all’anno scorso siamo cresciuti ma ci sono ancora tante cose su cui lavorare, ieri non era facile perché l’Empoli gioca un po’ come noi. Il secondo gol è stato importante, ora pensiamo alla prossima”.

Sabato c’è la Juve: come si arriva a questo appuntamento? Cosa si proverà ad affrontare Higuain? “Per me è più importante andare a Torino a fare il nostro calcio perché quando accade al 90 % portiamo a casa i tre punti. Non dobbiamo avere paura e mettere in campo l’anima ed il cuore. E’ una sorta di derby, come la sfida al Lione quando ero in Francia. E’ una gara difficile, ma ci sono comunque tre punti in palio come in tutte le altre partite. Higuain è un giocatore della Juventus, non mi interessa più, non parlerò di lui più che di altri avversari, i bianconeri sono una squadra piena di campioni. Il calcio oggi va molto veloce, possono succedere tante cose, non ci deve meravigliare che sia andato via”.

Mertens può essere l’arma letale sabato? “La nostra arma è la squadra, ci sono tanti campioni in avanti, sia in campo che in panchina, c’è una rosa ampia e possiamo giocare bene allo Stadium e fare risultato”. 

Sul duello con Dani Alves“Dani Alves è un calciatore importante che ha avuto una carriera piena di trofei, secondo me non è un duello con lui. E’ una sfida più totale, noi contro di loro. Spero che non valga “non c’è due senza tre” perché dopo ci sono altre due sfide ancora e non ci vogliamo assolutamente fermare. Dobbiamo pensare a gara dopo gara, per lo scudetto è presto visto che ci sono tre squadre ed ognuno ha il suo modo di giocare. A fine campionato vedremo quale stile di gioco avrà portato più punti. Lo scudetto sarebbe un sogno, per me è una cosa molto importante ma non posso immaginare cosa rappresenta per la piazza di Napoli. Il loro amore è fondamentale ed in virtù di ciò proviamo a dare sempre il 200%”.

Che effetto fa, da calciatore, vivere a Napoli? “Giocare qui è diverso, la mia fortuna è di aver giocato anche a Saint-Etienne dove c’è un clima molto caldo, così come il Napoli, e lo stesso vale per i supporter dell’Algeria. Sono orgoglioso di aver giocato e di giocare per queste squadre.Qui la pressione è maggiore, per questo all’inizio per i nuovi è difficile, ma poi ognuno dà il massimo perché sa che i tifosi chiedono questo”.

Andrete ad Istanbul per vendicare la sconfitta dell’andata? “Al Besiktas penseremo dopo la Juventus, è una partita troppo importante e su questa dovremo concentrarci. Dopo il fischio finale, penseremo alla Champions. A Napoli mi sento molto bene perché mi ricorda l’Algeria, mi sento a casa e questa è la cosa più importante. Vivere bene si tramuta poi in buone prestazioni. Speriamo di trovare presto il gol, ma anche fornire assist è importante. Per me è una priorità che segnino gli attaccanti, noi difensori dobbiamo preoccuparci di non subire reti”.

Su Sarri: “In allenamento è anche peggio che in partita, ci chiede sempre ritmo e se non ci riusciamo dopo la partita ci ammazza (ride, ndr)”

Ag. Koulibaly: “Higuain? Kalidou non regalerà niente a nessuno, tantomeno a Higuain”

Le parole del procuratore del difensore azzurro

Il procuratore di Kalidou Koulibaly ha rilasciato alcune dichiarazioni alla trasmissione radiofonica Radio Goal in onda sulle frequenze di Radio Kiss Kiss Napoli: “E’ stato importante vincere senza subire gol ieri sera. Kalidou è soddisfatto di come ha giocato. Gli azzurri ora affronteranno la Juventus a Torino, sarà una partita molto importante in ottica scudetto. Higuain? Per tutti i partenopei è un traditore. vi dico una cosa l’anno scorso in allenamento Kalidou non lo faceva mai passare. Vedremo sabato cosa accadrà. Koulibaly lo conosce bene, non gli regalerà nulla”.

Del Genio: “Notizie incoraggianti dalla società, così è più facile vincere”

Le parole di Paolo Del Genio

Paolo Del Genio, giornalista e opinionista napoletano, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Radio Goal in onda sulle frequenze di Radio Kiss Kiss Napoli: “La vittoria di ieri sera è stata molto importante per i ragazzi di Sarri, ha rilanciato la squadra nelle zone alte della classifica. Un plauso va anche alla società che per il prossimo match in casa ha fissato i prezzi dei biglietti per le curve a 18 euro. Questa è una bella notizia, in questo modo più persone potranno seguire il Napoli al San Paolo. Avere uno stadio semi-vuoto non aiuta i ragazzi di mister Sarri, pensate ai 10 minuti di sbandamento di ieri contro l’Empoli. Se lo stadio fosse stato pieno probabilmente il Napoli avrebbe sofferto meno”.

Come un anno fa: il romano Fourneau dirige Juve Stabia-Cosenza

Terna laziale per la sfida del Menti tra vespe e lupi

Per l’undicesima giornata d’andata del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica 30 ottobre alle ore 18 e 30 allo stadio “Romeo Menti” di Castellammare è stato designato Francesco FOURNEAU della sezione di Roma 1 a dirigere la gara tra Juve Stabia e Cosenza.

Francesco FOURNEAU
Francesco FOURNEAU di Roma 1

Fourneau, nato a Roma l’11 luglio 1984, è al suo terzo campionato in Lega Pro, due i precedenti con i gialloblù, uno con la formazione allievi nazionali ed uno nel campionato di lega pro, queste le gare:

2015 / 2016 – Campionato Nazionale Allievi girone ‘ C ‘

– 8 dicembre 2013 – 13° giornata d’andata: LAZIO – JUVE STABIA 2 – 1 al vantaggio delle vespette di Giuseppe VISCUSI, seguì prima il pari degli aquilotti con Pasquoloni e poi il sorpasso su calcio di rigore di Capuano.

2015 / 2016 – Campionato Nazionale Lega Pro girone ‘ C ‘

– 17 ottobre 2015 – 7° giornata d’andata: JUVE STABIA COSENZA 1 – 1 vantaggio silano con Criaco alla mezz’ora del primo tempo, pareggio dopo cinque minuti per i gialloblù con Sergio CONTESSA.

L’assistente numero uno sarà: Pietro GUGLIELMI della sezione di Albano Laziale;

l’assistente numero due Daniele COLIZZI di Albano Laziale.

Giovanni MATRONE

Sisma. Notte da incubo nelle Marche, nuova scossa alle 10.21 di magnitudo 4.4 a Castelsantangelo sul Nera

0
Ancora una forte scossa, la quarta, di magnitudo 4.4 con epicentro a Castelsantangelo sul Nera, ha fatto tremare il centro Italia alle ore 10.21. Tanta paura tra gli sfollati allontanati dalle aree a rischio

Nelle aree colpite dal sisma, in mattinata è migliorata la condizione meteo con una sospensione delle piogge ma la ripetizione delle scosse innescate da ieri sera non dà tregua agli abitanti dei comuni delle Marche in cui la terra continua a tremare, costringendo i residenti a dormire fuori dalle proprie abitazioni e seminando terrore ad ogni vibrazione del suolo.

Una nuova forte scossa è stata registrata intorno alle 10.21 con magnitudo 4.4 localizzato nella zona del primo epicentro, a Castelsantangelo sul Nera i cui residenti sono stati tutti allontanati dal Comune e sistemati in altri alloggi e tende montate in tempi record, molti hanno preferito dormire in auto. L’INGV avverte che la zona è ancora attiva e resterà tale per i prossimi mesi con ulteriori ripetizioni di cui non si può prevedere l’intensità. La Protezione Civile intanto sta valutando di trasferire gli sfollati sulla costa per metterli in sicurezza poichè ad ogni scossa si registrano nuovi crolli.

Quest’ultima scossa è stata avvertita da Bolzano a Napoli, si tratta della stessa faglia che ha dato origine al terremoto di ieri sera e che dovrà trovare un punto di equilibrio per cui dovrebbero susseguirsi altre scosse via via di intensità minore, come da normale evoluzione. Ma non si esclude, come accaduto in altri casi, che si verifichino altre “nuove faglie”.

Più di 200 le ripetizioni da ieri alle 19.11 quando c’è stata la prima scossa sismica. In realtà la prima scossa ha concesso la possibilità ai residenti di mettersi in salvo: sono scappati fuori dalle case quando la scossa non era di massima intensità, quella successiva di magnitudo 5.9 ha causato molti crolli di edifici quando gli stessi erano già stati evacuati.

Una sola vittima a Torrentino, un uomo di 75 anni, deceduto in seguito ad un infarto, mentre sono state moltissime le richieste di soccorso ai Vigili del Fuoco e molte chiamate agli ospedali che fortunatamente non hanno segnalato feriti gravi. La Protezione Civile ha prestato immediato soccorso insieme alle Forze dell’Ordine che nella notte stessa hanno raggiunto i luoghi colpiti.

Insieme alla conta dei danni, si sta provvedendo ora alla ricognizione di tutte le scuole per verificare lo stato delle strutture  dopo lo sciame sismico.

È stata ripristinata l’elettricità nelle aree colpite dal sisma mentre la Polizia di Stato comunica che nella zona di Pescara è stata riaperta la Salaria a senso unico alternato.

Il Presidente Mattarella ha annullato i suoi impegni istituzionali per effettuare insieme al commissario Errani un sopralluogo nei luoghi colpiti dal sisma.

Maria D’Auria

Copyright-vivicentro

Dalle travi all’ascensore, ecco cosa fare in caso di terremoto

0

Ripararsi sotto il letto, evitare le scale, allontanarsi da edifici e lampioni se si è all’aperto: sono alcune delle regole d’oro in caso di terremoto stilate dalla Protezione civile

Roma – Secondo la Protezione Civile la prevenzione inizia già tra le quattro mura. “La sicurezza dipende soprattutto dalla casa in cui abitate. Se è costruita in modo da resistere al terremoto, non subirà gravi danni e vi proteggerà. Ovunque siate in quel momento, è molto importante mantenere la calma e seguire alcune semplici norme di comportamento”.  Ecco cosa fare prima, durante e dopo un evento sismico.

LEGGI ANCHE: Trauma sisma, ecco i consigli per i bambini di Telefono Azzurro

 

Da solo, fin da subito
• Allontana mobili pesanti da letti o divani.
• Fissa alle pareti scaffali, librerie e altri mobili alti; appendi quadri e specchi con ganci chiusi, che impediscano loro di staccarsi dalla parete.
• Metti gli oggetti pesanti sui ripiani bassi delle scaffalature; su quelli alti, puoi fissare gli oggetti con del nastro biadesivo.
• In cucina, utilizza un fermo per l’apertura degli sportelli dei mobili dove sono contenuti piatti e bicchieri, in modo che non si aprano durante la scossa.
• Impara dove sono e come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e l’interruttore generale della luce.
• Individua i punti sicuri dell’abitazione, dove ripararti in caso di terremoto: i vani delle porte, gli angoli delle pareti, sotto il tavolo o il letto.
• Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, e assicurati che ognuno sappia dove sono.
• Informati se esiste e cosa prevede il Piano di protezione civile del tuo Comune: se non c’è, pretendi che sia predisposto, così da sapere come comportarti in caso di emergenza.
• Elimina tutte le situazioni che, in caso di terremoto, possono rappresentare un pericolo per te o i tuoi familiari.

Durante un terremoto
• Se sei in un luogo chiuso, mettiti sotto una trave, nel vano di una porta o vicino a una parete portante.
• Stai attento alle cose che cadendo potrebbero colpirti (intonaco, controsoffitti, vetri, mobili, oggetti ecc.).
• Fai attenzione all’uso delle scale: spesso sono poco resistenti e possono danneggiarsi.
• Meglio evitare l’ascensore: si può bloccare
• Fai attenzione alle altre possibili conseguenze del terremoto: crollo di ponti, frane, perdite di gas ecc.
• Se sei all’aperto, allontanati da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche: potresti essere colpito da vasi, tegole e altri materiali che cadono.

Dopo un terremoto 
Assicurati dello stato di salute delle persone attorno a te e, se necessario, presta i primi soccorsi. Esci con prudenza, indossando le scarpe: in strada potresti ferirti con vetri rotti. Se sei in una zona a rischio maremoto, allontanati dalla spiaggia e raggiungi un posto elevato. Raggiungi le aree di attesa previste dal Piano di protezione civile del tuo Comune. Limita, per quanto possibile, l’uso del telefono. Limita l’uso dell’auto per evitare di intralciare il passaggio dei mezzi di soccorso. (AGI)

Trauma sisma, ecco i consigli per i bambini di Telefono Azzurro

0

Telefono Azzurro, anche nell’emergenza, è vicina ai più piccoli. L’associazione si sta attivando, in collaborazione con la Protezione Civile, per essere presente nei luoghi colpiti dal sisma attraverso volontari appositamente formati e operatori professionisti, per un sostegno a bambini, adolescenti e adulti, come gia’ fatto durante emergenze passate come quelle in Emilia Romagna, Abruzzo e Molise.

LEGGI ANCHE: Dalle travi all’ascensore, ecco cosa fare in caso di terremoto

Inoltre, Telefono Azzurro mette a disposizione dei bambini e dei loro genitori l’assistenza telefonica attraverso le sue linee di ascolto, il 114 Emergenza Infanzia e l’1.96.96, dedicato a bambini e adolescenti.

Attiva anche la chat (www.azzurro.it/chat), dove ogni giorno persone esperte di bisogni di bambini e ragazzi sono pronte a rispondere alle loro richieste.

“L’impatto sui bambini di un evento traumatico come il terremoto che ha scosso il Centro Italia è particolarmente forte”, ha dichiarato Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile, “molti di loro si trovano a dovere affrontare sensazioni prima sconosciute, come la paura, il lutto, la perdita della casa e delle proprie abitudini, la vista di immagini drammatiche. è normale, in queste situazioni, provare paura intensa, senso di impotenza, di angoscia, di confusione che possono pero’ scomparire in breve tempo, grazie anche al supporto e alla vicinanza di persone affettivamente importanti. Primi fra tutti i genitori”. “A volte basta davvero poco per stare al fianco dei vostri bambini, piccoli gesti per aiutarli a gestire situazioni traumatiche e ad affrontare, per esempio, la paura di dormire un’altra notte fuori casa”, spiegano da Telefono Azzurro.

Ecco alcuni consigli per aiutarvi a gestire il trauma dei vostri piccoli:

– trovate il tempo e la tranquillita’ necessari per stare insieme ai vostri figli e parlare con loro

– ascoltate le loro domande, anche se ripetitive e insistenti, e rispondete loro con sincerita’

– evitate il piu’ possibile di mostrare la vostra ansia e le vostre preoccupazioni

– scegliete parole semplici e utilizzate esempi concreti e comprensibili per i bambini per spiegare quello che sta succedendo

– rispettate le emozioni e le paure dei bambini, anche se possono sembrare eccessive o irrazionali

– evitate che i bambini siano esposti a situazioni che ricordano l’evento traumatico vissuto: ne è un esempio essere ripetutamente esposti a dolorose immagini televisive

– prestate attenzione alla maniera in cui l’ansia puo’ esprimersi nei bambini: mal di testa o mal di pancia ricorrenti, senza che sia identificata alcuna causa organica, posso essere sintomi del trauma. In particolare, per genitori di piccoli fino a 6 anni

– state loro molto vicini, evitando separazioni a meno che non sia strettamente necessario

– rassicurateli e fateli sentire protetti, mostrandovi il piu’ possibile tranquilli

– dedicatevi insieme a loro ad attivita’ rilassanti, come leggere una fiaba, passeggiare, giocare, ascoltare la musica.

copyright-vivicentrovivicentro.it/l’esperto/Trauma sisma, ecco i consigli per i bambini di Telefono Azzurro

Agi/Sisma, ecco i consigli per i bambini

Mario Vollono, allo Sturzo grande entusiasmo per Juve Stabia Branding

Queste le parole di Mario Vollono nostro Vicedirettore

Nel corso della trasmissione radiofonica di ViviRadioWeb, “Il Pungiglione Stabiese”, il Dott. Mario Vollono, conduttore del programma e vice Direttore della nostra testata, ha illustrato il progetto #JuveStabiaBranding in qualità anche di dipendente dell’Istituto Tecnico Commerciale “Luigi Sturzo” di Castellammare di Stabia.

Queste sono state le sue parole

“Volevo soffermarmi sul progetto Juve Stabia Branding, nato quest’anno grazie all’opera del Dottor Enzo Longobardi, ma soprattutto per volontà del Presidente Manniello e del D.G. Clemente Filippi che in primis hanno creduto fortemente in questo progetto, a dimostrazione che alla Juve Stabia si è attenti sempre all’innovazione e a creare qualcosa di nuovo e di diverso.

Ci sono piazze importanti (per storia e bacino d’utenza n.d.a.) come Cosenza, prossimo avversario delle Vespe,  dove ci sono problemi di affluenza di pubblico allo stadio e a differenza di Castellammare non hanno provato a risolvere il problema con progetti innovativi come il progetto “Juve Stabia Branding”.

Il progetto stabiese non mira solo a far affluire le persone allo stadio, ma a far entrare nella vita quotidiana, ovviamente di ogni cittadino stabiese, il marchio Juve Stabia ovvero l’idea che esiste una squadra cittadina di calcio che merita rispetto e seguito.

Il seguito lo si può aumentare non solo grazie ai meriti sportivi ma anche grazie a progetti innovativi, come quello rivolta ai ragazzi e agli studenti principalmente delle scuole del territorio comunale.

Un domani mi auguro che si proverà ad estendere il progetto anche al di là del territorio stabiese, perchè una squadra importante, in genere, non ha tifosi solo nella propria città ma anche nelle città limitrofe.

Una delle finalità del progetto è quindi quella di creare entusiasmo tra la cittadinanza, in modo da favorire l’afflusso allo stadio di quanti più tifosi è possibile, nel rispetto però dello spirito di legalità. Acquistare il biglietto ad un prezzo ridotto, non vuole solo dire avere la possibilità di assistere ad una partita ad un prezzo scontato e basta, significa mettere in moto una macchina organizzativa che coinvolge tutta la comunità scolastica: dal referente del progetto arrivando fino al Dirigente Scolastico.

Il Dirigente si assume la responsabilità di “certificare” che lo studente che vuole acquistare il biglietto frequenti effettivamente il proprio istituto. Il progetto in più prevede anche la figura dell’accompagnatore, che è un dipendente scolastico che si assume la responsabilità di accompagnare gli studenti allo stadio. Anche questa figura può usufruire del prezzo ridotto riservato agli studenti (ogni 15 alunni 1 accompagnatore n.d.a.).

La convenzione che le scuole stanno firmando, quindi prevede tante regole da rispettare per far in modo che tutto avvenga senza intoppi e senza favoritismi.

Finora sono tante le scuole che hanno aderito, purtroppo però non sono tutte.

Tra le scuole o istituti che hanno firmato il protocollo c’è anche lo Sturzo (la ragioneria n.d.a.) per cui lavoro. E’ stata una delle prime scuole ad aderire insieme alla Panzini e al Liceo Scientifico.

Sia chiaro, non si tratta di una gara, noi ci auguriamo che tutti anche chi al momento non ha aderito, ci ripensi o si muova a farlo,  perché è davvero un progetto importante che merita maggiore partecipazione.

Ogni settimana che precede la gara casalinga, giro per le classi e vedo maggiore entusiasmo e una risposta notevole soprattutto da parte dei ragazzini delle prime classi. Tutto questo dimostra che non è così vero che non ci sia amore verso la squadra cittadina, bisogna solo cercare di avvicinarli un pò grazie ad iniziative nuove.

La Juve Stabia ha creato la cosiddetta “fidelity area”, localizzata nella Tribuna Varano, dove ogni scuola ha potuto apporre un proprio striscione identificativo, creando sicuramente un colpo d’occhio importante. Noi ci attendiamo che quel settore, quella balaustra, venga riempita da tanti striscioni da parte delle scuole e che magari sia gremito sempre più da ragazzini festanti; loro sono i cosiddetti “tifosi del futuro”, tifosi prossimi che magari possono aumentare l’entusiasmo che si sta creando attorno alla squadra di Fontana.

Mi auguro che già dalla prossima gara contro il Cosenza, una gara importante che tra l’altro si gioca a cavallo del cosiddetto ponte dei morti con molte scuole che resteranno chiuse per tre giorni, ci sia un afflusso maggiori di tifosi, considerato che i ragazzi non avranno l’assillo di dover svolger i compiti per l’indomani.

In definitiva “Brand” è la parola che mai come quest’anno è presente nella mente dei Dirigenti della Juve Stabia, tant’è che oltre a questo progetto sono state messe in moto tante altre iniziative: è stata rinnovata la sala stampa (CLICCA QUI), il corridoio degli spogliatoi è stata ridipinto, è stata creata la casa della Juve Stabia e infine la sede sociale, grazie allo scudetto in bella mostra sul balcone, non è più anonima.

Oggi anche i ragazzini iniziano ad associare l’immagine del logo alla Juve Stabia, questo è importante per creare appartenenza. Quando vedi quel logo sai che si tratta di Juve Stabia ma soprattutto di Castellammare di Stabia. Juve Stabia deve essere ed è sinonimo di Castellammare di Stabia, perchè è la squadra di calcio che difende i colori della città.

Gli esperti del settore che studiano il calo di spettatori allo stadio, come spiegazione di questo fenomeno, additavano le pay tv (Sky, Mediaset, Sportube, ecc.)  quali responsabili principali di questo calo e in subordine al fatto che lo spettacolo in campo il più delle volte non è di primo ordine. Un po’ come può accadere al teatro: se non ti diverti non ci vai.

Quest’anno però chi non è andato mai a vedere una partita della Juve Stabia, non sa che lo spettacolo è di altissimo livello, perchè la squadra allenata da Fontana vince e diverte, per cui mi sento di dire che se qualche tifoso non viene allo stadio perchè pensa di non divertirsi, si sbaglia di grosso.

Mister Fontana più di una volta ha affermato che “basta un pò di entusiasmo” per fare “suscitare interesse”, l’entusiasmo ora c’è non solo nei calciatori ma anche nella piazza, ora è il momento di verificare se questo ha creato interesse.

Un pensiero poi va anche ai pensionati, che l’anno scorso si lamentavano del fatto che la Juve Stabia si allenava a Casola. Quest’anno la Juve Stabia si allena al Menti per cui ora avranno la possibilità e il “dovere” di portare i propri nipotini a seguire non solo gli allenamenti, ma anche le partite. Nella mente dello stabiese del futuro dovrà crescere il senso di appartenenza alla propria città che per “fortuna” o “grazie” al Presidente Manniello ha una squadra di calcio che la rappresenta.

Da stabiese mi auguro che il Dottore Enzo Longobardi mantenga fede alla sua idea e che questo suo progetto continui ad esistere con l’appoggio e la benevolenza della Juve Stabia, che da parte sua spero continui a promuovere queste iniziative, perchè sono convinto che si possa creare qualcosa di diverso rispetto al passato.

Rinnovo l’invito a tutti gli studenti di Castellammare, di correre ad acquistare il biglietto, innanzitutto perché lo acquistate ad un prezzo inferiore e soprattutto avrete la possibilità, per chi non l’ha mai fatto o non lo fa da molto, di assistere per la prima volta all’opera i calciatori della Juve Stabia.

Vi garantisco che non ve ne pentirete!”.

copyright-vivicentroRIPRODUZIONE RISERVATA

Si diffida dall’utilizzo e/o dalla riproduzione anche parziale del presente articolo senza citazione della fonte

Il futuro della terra ha una scadenza: il 2020

0

La Terra e le specie animali che lo abitano sono in pericolo. L’uomo ha tempo fino al 2020 per provare a salvarlo. A dirlo è un rapporto del Wwf che Roberto Giovannini racconta in anteprima. I dati sono impressionanti: la fauna globale dei vertebrati dal 1970 al 2012 si è ridotta del 58% e fra 4 anni potrebbe arrivare al 33% di quello che era 45 anni fa. Ora la palla passa ai governi.

L’anno zero per l’ambiente: nel 2020 la Terra sarà a un bivio

Ai governi restano 4 anni per frenare la distruzione delle risorse e invertire la tendenza

ROMA – Il pianeta Terra è a un bivio: da una parte c’è un sentiero virtuoso, dall’altro c’è lo spauracchio della scomparsa della biodiversità, della distruzione della fauna globale, del depauperamento totale delle risorse sistemiche che permettono la vita (compresa quella umana). Discorsi già noti, forse: soltanto che ci viene chiarito che c’è pochissimo tempo per decidere quale futuro scegliere. E l’anno decisivo entro il quale decidere se andare di qua o di là è vicinissimo: è il 2020.

L’avvertimento è contenuto nel rapporto del Wwf «Living Planet 2016», che possiamo anticipare. Il rapporto – messo a punto dal Wwf con la collaborazione di autorevoli centri studi come lo Stockholm Resilience Centre e la Società Zoologica di Londra – registra come la popolazione globale di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sia già diminuita del 58% dal 1970 al 2012. L’indice globale Living Planet si basa su dati scientifici ottenuti da 14.152 popolazioni monitorate di 3.706 specie di vertebrati provenienti da tutto il mondo: i dati mostrano un calo medio annuo del 2 per cento, e non vi è ancora alcun segno che questo tasso di declino tanto preoccupante possa diminuire. Ecco dunque che, proseguendo di questo passo, per l’anno 2020 la fauna globale di vertebrati potrebbe ridursi al 33% di quello che era nel 1970. E per colpa dell’attività umana.

Le minacce per il pianeta Terra
La Terra è in pericolo

È solo uno dei tanti dati impressionanti contenuti nello studio. Ad esempio, il rapporto dice che l’attività agricola già oggi occupa un terzo della superficie totale della Terra, e utilizza quasi il 70% dell’acqua disponibile. Almeno 50 paesi hanno sofferto di scarsità d’acqua, oltre il 30% degli stock di pesce risulta sovrasfruttato. Facile pensare alle difficoltà che sorgeranno quando arriveremo a nove miliardi di abitanti. Ancora, l’umanità ha sorpassato quattro delle nove «Frontiere planetarie», le soglie oltre il quale si mettono a rischio i processi sistemici con cui si mantiene la vita sulla Terra: siamo in «rosso» su clima, integrità della biosfera, flussi biogeochimici di azoto e fosforo e cambiamenti nell’uso del suolo. Infine, secondo il rapporto, attualmente per «produrre» i beni e servizi che usiamo come umanità ogni anno utilizziamo risorse pari a quelle di 1,6 pianeta Terra. È l’indice che dice che stiamo letteralmente «mangiando» le risorse del futuro.

È un ritmo allucinante, ma ci sono anche ragioni di speranza. Il 2020, l’anno del «bivio», è l’anno in cui entrano effettivamente in vigore gli impegni presi nell’accordo di Parigi contro il riscaldamento globale. Quello in cui scattano le prime azioni ambientali indicate nei 17 Sdg (obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu), e in cui si spera siano operativi anche gli interventi per la biodiversità sempre presi in sede Onu. Cambierebbe il sistema di produzione di cibo ed energia, con risultati notevoli. «Continuando a oltrepassare i limiti biologici e fisici della Terra minacciamo il nostro stesso futuro – dice Donatella Bianchi, presidente di Wwf Italia – questo è un momento decisivo, perché siamo ancora in grado di sfruttare le soluzioni per orientare i nostri sistemi alimentari, energetici, dell’economia e della finanza in una direzione più sostenibile».

LEGGI ANCHE:

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati.

vivicentro.it/salute e scienze/
vivicentro/Il futuro della terra ha una scadenza: il 2020
lastampa/L’anno zero per l’ambiente: nel 2020 la Terra sarà a un bivio

L’esercito dei migranti fantasma in giro per l’Italia

0

Ci sono almeno 50 mila migranti in Italia che non hanno ricevuto l’asilo ma non vengono rimpatriati. Restano imprigionati nella burocrazia e vengono privati delle libertà fondamentali. In questa condizione rischiano sfruttamento e illegalità. Sul tema dei migranti, Paolo Colonnello de La Stampa, ha intervistato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “La mia città apre le porte a tutti, il nostro modello è la Germania”.

Senza asilo ma non rimpatriati. Ecco l’esercito dei migranti fantasma

Sono almeno 50 mila a vivere nel limbo amministrativo. In Italia rischiano lo sfruttamento e l’illegalità

TORINO – Invisibili. In Italia ci sono oltre 50 mila persone che vivono sospese in un limbo o che presto ci finiranno. Un esercito di fantasmi, destinato a crescere. Sono i “diniegati”, migranti che hanno fatto richiesta di asilo, ma per i quali è stata respinta. La stragrande maggioranza di chi non ottiene alcuna forma di protezione non può essere rimpatriata perché sarebbe troppo oneroso e perché mancano accordi bilaterali con i Paesi di origine. E così restano nelle nostre città. Con in mano un foglio di via che impone di lasciare il territorio nazionale entro una manciata di giorni. Cosa che, puntualmente, non accade: il documento è l’ultima traccia lasciata dai migranti prima di inabissarsi in una zona grigia. Senza diritti né doveri, esposti allo sfruttamento e all’illegalità.

Il problema è che, di fatto, non c’è alcun modo di entrare in Italia legalmente. Solo dopo essere arrivati i migranti possono mettersi in regola. In due modi. Il primo è quello di aderire al decreto flussi (o alla periodica sanatoria, ma non si fa più da anni). Teoricamente pensato per fare arrivare dall’estero un numero di migranti adeguato alle esigenze dell’economia, il regolamento prevede quest’anno 3600 ingressi di lavoratori non stagionali, insieme a 14.250 conversioni di permessi di soggiorno e a 13.000 ingressi per lavoratori stagionali. Ma è piuttosto difficile che un’azienda assuma una persona da un Paese straniero. Risultato: il decreto flussi è una sorta di sanatoria mascherata per chi si trova già in Italia, dopo esservi entrato illegalmente. La seconda strada è, invece, quella di fare richiesta di asilo. Ma non tutti scappano dalle guerre. E allora si pone il problema: che fare con chi non lo ottiene?

Oggi un richiedente asilo resta in attesa di una risposta non meno di due anni: i primi 12 mesi filano via, in media, per istruire la pratica e ottenere risposta alla richiesta di protezione presentata alla commissione territoriale. Da inizio anno sono già 44 mila gli stranieri che si sono sentiti dire no. Oltre sei su dieci. In caso di diniego l’unica via è il ricorso a un tribunale ordinario: per arrivare a sentenza trascorrono almeno altri dodici mesi. In secondo grado la percentuale degli accoglimenti totali è dell’8%. Uno su quattro (23%) ottiene comunque un accoglimento parziale (ad esempio la protezione umanitaria). Poi ci sono estinzione, improcedibilità e inammissibilità. Ma la percentuale da tenere d’occhio è quella di coloro che anche in secondo grado si vedono rigettato il ricorso: sono il 56%, dicono i dati del ministero della Giustizia. I calcoli sono presti fatti. Da inizio 2014 i “diniegati” in primo grado sono stati oltre 100 mila. Se anche tutti avessero presentato ricorso a un tribunale, significa che oltre 50 mila migranti sono diventati o si apprestano a diventare fantasmi. Anche perché l’orientamento prevalente dei tribunali è che un eventuale ricorso in appello e successivamente in Cassazione non dà diritto alla sospensiva del foglio di via. L’Associazione nazionale magistrati denuncia la situazione causata dalla crescita esponenziale delle impugnazioni: “La materia resti di competenza della giurisdizione ordinaria, trattandosi di diritti fondamentali delle persone. Ma servono risorse umane e materiali idonee ad affrontare questa emergenza”.

Lo Stato come intende gestire il problema dei migranti fantasma? Il Viminale non fornisce numeri sui rimpatri. Quelli forzati sono costosi e complicati. Di fatto, se ne effettuano pochissimi. Esiste anche il rimpatrio volontario assistito, finanziato da fondi europei. Ai migranti che ne fanno richiesta viene pagato il viaggio verso il Paese d’origine e ricevono un supporto nel reinserimento e nella ricerca di un lavoro. Ma finora questa modalità si è rivelata un flop: dal 2009 al 2015 i rimpatriati volontari sono stati meno di 500. “Non possiamo far piombare nell’illegalità 50 mila persone. Il governo Renzi introduca un permesso di soggiorno umanitario per evitare che si crei un popolo di invisibili”, chiede monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. “Qui parliamo di persone che sono in Italia da ormai un anno e mezzo se non di più. Costringerle a rendersi irreperibili significa creare una situazione di insicurezza sia per i migranti sia per i cittadini italiani”. Un involontario regalo al caporalato e alle mafie.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/L’esercito dei migranti fantasma in giro per l’Italia
lastampa/Senza asilo ma non rimpatriati. Ecco l’esercito dei migranti fantasma GABRIELE MARTINI

Il Sindaco Sala: Milano apre le porte a tutti, il nostro modello è la Germania

0

Sul tema dei migranti, Paolo Colonnello de La Stampa, ha intervistato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: “La mia città apre le porte a tutti, il nostro modello è la Germania”.

Sala: “Rifugiati, studenti e manager. Milano apre le porte a tutti quanti”

Il sindaco meneghino riceverà la Legione d’Onore: voglio una città internazionale sul modello della Germania

MILANO – Una città internazionale che guarda alla Germania per la gestione degli immigrati e a Londra per il business. Questa è la Milano che ha in mente Beppe Sala, da sei mesi sindaco di una città che sembra non avere più rivali. Seduto a una grande scrivania quadrata, portata dal suo ufficio di Expo e funzionale al lavoro di squadra, Sala si muove agilmente tra palmari e tablet e un computer a doppio schermo. Un milanese primus inter pares tra milanesi indaffarati.

LEGGI ANCHE – L’esercito dei migranti fantasma in giro per l’Italia

Sala, ha visto cosa è accaduto a Gorino?  

“Ciò che è successo a Gorino è una brutta pagina per il nostro Paese. Poi io mi posso anche sforzare capire la gente che magari non viene informata a dovere e a volte viene solleticata dalla politica peggiore, ma certe cose rimangono incomprensibili”.

Perché a Milano non ci sono mai state barricate contro gli stranieri?  

“Perché noi li consideriamo una potenziale risorsa. Accogliamo gli stranieri, che siano immigrati o rifugiati, studenti o manager. E’ una vocazione che fa grande questa città, qui si respira un senso di integrazione e tolleranza che sono antiche tradizioni di Milano: bisogna far rispettare le regole ma essere aperti e tolleranti è sempre un vantaggio. Non si può parlare di immigrati quando danno fastidio e di cittadini esteri quando fa comodo. Sono due facce della stessa medaglia. Bisogna accettarle entrambe”.

Si fa in fretta a parlare di accoglienza quando però non li hai sotto casa…  

“E allora guardiamo i numeri: Milano attualmente ospita 3.700 migranti, proporzionalmente ne abbiamo più di chiunque altro. Se la media della percentuale di migranti in Italia è dell’8/9 per cento per numero di abitanti, a Milano siamo al 18 per cento”.

Una risorsa o un problema?  

“Possono diventare una risorsa se vengono messe in atto misure che facilitino la loro integrazione. Oggi i migranti vengono scaricati ai comuni ma a monte manca un piano preciso. Noi guardiamo alla Germania dove fanno sì che imparino la lingua e gli danno un lavoro, a cifre non alte. Dopodiché li verificano: se funzionano e vedono che hanno trasformato i diritti in doveri, li tengono, sennò se ne devono andare”.

Mentre da noi non se ne va nessuno…

“Ma chi se ne deve andare? Tecnicamente chi non ha diritto ad avere lo status di rifugiato. Ricordiamoci che a volte il nostro iper garantismo, diventa un ostacolo. Ci vogliono tre gradi di giudizio per decidere se uno deve andarsene, anche se non ha requisiti per restare. Alla fine passano due o tre anni per chiudere una pratica. E questo non va bene”.

Dopo la Brexit , lei ha chiesto che l’agenzia internazionale del farmaco si trasferisse in città. Ma davvero Milano può aspirare a diventare come Londra? 

“Certo, non nascondo che è un modello che mi piace, ma, appunto, anche lì il segreto è nell’integrazione. È appena il caso di ricordare che l’attuale primo cittadino della capitale inglese, Sadiq Khan, è di origini pachistane e musulmano. Qui noi abbiamo 70 mila musulmani che vivono e lavorano e la più importante comunità cinese italiana. Non a caso in consiglio comunale già siede, nelle file Pd, una cittadina musulmana. Comunque tornerò a Londra settimana prossima. C’è un’idea che vorrei studiare”.

Quale?  

“Lavorano sulla promozione della città attraverso una società pubblico-privata, la London and partners, che fa tre cose: promuove turismo, Università e attrazione degli investimenti. Potrebbe essere il cuore anche della promozione di Milano”.

Ultimamente Milano viaggia col turbo: qual è il segreto?  

“La sua vocazione internazionale, l’ho detto. A Milano ci sono circa 250 mila studenti universitari, di cui l’11 per cento stranieri e tre su quattro extra europei: sono un’enorme opportunità. Sto puntando a mettere Milano nel circuito delle città che contano nel mondo. Già facciamo parte del C40, il pool delle città più importanti che si incontreranno presto a Città del Messico. L’ambasciatrice palestinese mi ha invitato alla basilica della natività di Betlemme la notte di Natale e ci andrò. Sono modi per promuovere la Milano internazionale. È questo il senso politico che intendo dare al mio mandato”.

Ma con chi si vuole confrontare Milano? Con Roma, Torino?  

“Guardi Milano vuole fare concorrenza ad altre città straniere. Il milanese ragiona così: o vivo a Milano oppure mi trasferisco all’estero. Qui non è che tassisti, commercianti e ristoratori possono vivere solo dei consumi dei milanesi. Dobbiamo attrarre turismo, trovare nuovi modelli di business…”.

Milano-Torino: fratelli coltelli?  

“No, no. A parte i buoni rapporti che ho con Chiara Appendino, io credo che partendo da MiTo queste due città non possano che collaborare. Vorrei che lavorassimo insieme per esempio sulla promozione e il turismo”.

Intanto però vi siete portati via il Salone del Libro…  

“Al di là che si è trattato di un’iniziativa degli editori e non dell’Amministrazione, la verità è che il costo del Salone a Milano era decisamente inferiore rispetto al Lingotto ed è un dato che non si può ignorare”.

Lei riceverà il 2 novembre da Parigi la Legion d’Onore, motivo?  

“Un riconoscimento per il lavoro svolto in Expo che voglio condividere con tutta la città”.

Che effetto le fa scoprire adesso che alcune società erano infiltrate dalla criminalità mafiosa?

“Quella delle infiltrazioni mafiose purtroppo è una realtà del Nord, inutile nasconderlo. Ma tutto ciò non inficia un grande evento come Expo a cui le imprese italiane hanno dato grande contributo. Le procure hanno acceso i loro fari, prima durante e dopo, come si vede dalle ultime iniziative”.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/Il Sindaco Sala: Milano apre le porte a tutti, il nostro modello è la Germania
lastampa/Sala: “Rifugiati, studenti e manager. Milano apre le porte a tutti quanti”

Torna l’incubo terremoto: potrebbe essere una “faglia dormiente” che si è risvegliata

0

Due violente scosse con epicentro tra l’Umbria e le Marche risvegliano l’incubo del terremoto nel Centro Italia. Il sisma ha provocato numerosi crolli costringendo centinaia di persone a lasciare le abitazioni e trascorrere la notte sotto la pioggia. Danni sono stati registrati anche ad Amatrice e nelle zone colpite dal terremoto di agosto. Secondo gli scienziati non si è trattato di scosse di assestamento ma di un nuovo terremoto. Come spiega Mario Tozzi potrebbe essere una “faglia dormiente” che si è risvegliata.

L’incubo della faglia dormiente

Nelle prima ore successive al sisma non eravamo sicuri di quale fosse stata la struttura profonda della crosta terrestre che avesse provocato il terremoto di Castelsantangelo sul Nera. In particolare se non si potesse trattare di una scossa di replica in qualche modo collegata al terremoto di Amatrice del 24 agosto. Ma la scossa che è arrivata in serata (se non legata addirittura a un altro, nuovo sisma) sembra togliere ogni dubbio: probabilmente si tratta di una nuova struttura, cioè l’attivazione di una faglia finora dormiente.

Nel primo caso si sarebbe trattato di una scossa anomala per magnitudo, ma comunque nella scia delle repliche del terremoto di agosto, repliche che, lo ricordiamo, possono durare, e dureranno, ancora per mesi. Nel caso dell’attivazione di un’altra faglia, invece, la situazione può comportare anche ulteriori eventi di magnitudo paragonabile a quel 5,4 Richter calcolato per la prima scossa. O anche di maggiore entità. Si tratta cioè di quella «coppia sismica» che è tipica nei terremoti dell’Appennino centrale e meridionale e che già si era avvertita durante il terremoto del 1997 a Colfiorito. Ma anche il terremoto del 24 agosto aveva avuto una prima scossa di magnitudo 6,0 Richter alle 3.36 del mattino e una successiva, sotto Norcia, di magnitudo 5,8. Ed effettivamente di questo sembra si sia trattato, almeno allo stato attuale delle conoscenze. Un effetto «doppietta» che conoscevamo e che paventavamo.

Si tratta di terremoti che possono provocare danni gravi, proprio per via del fatto che insistono su edifici e infrastrutture già danneggiati dalla prima scossa, cioè molto più vulnerabili. Cosa che accadde alla famosa vela di Cimabue, all’interno della basilica di San Francesco ad Assisi, con la scossa della mattinata successiva alla prima e quasi della stessa entità, che uccise cinque persone e sbriciolò tutto quel settore della cupola. Questa una delle ragioni per cui in Italia centrale è indispensabile un continuo e caparbio lavoro di prevenzione sul patrimonio costruito, un lavoro che non ha bisogno di altri terremoti per partire. E questa anche una delle ragioni per cui il rischio sismico deve entrare nella nostra cultura molto più di quanto sia accaduto in passato, informandone i comportamenti e spazzando via quel fatalismo che, siamo sicuri, anche oggi verrà invocato.

Non c’è nessuna natura assassina che se la prende, implacabile, con chi è già colpito, ma solo la nostra ostinazione a non voler tener conto che l’Italia è fatta di borghi e di faglie, di monumenti e terremoti, entrambi parte fondante del nostro Paese. Ci vorrà poi qualche tempo per capire bene quanto il terremoto di Amatrice abbia, eventualmente, innescato una specie di effetto domino che abbia poi attivato segmenti di quella stessa faglia già attivata o nuove faglie. Da tempo alcuni geologi ritengono che le faglie «si parlino», anche se questo varrebbe soprattutto per i terremoti di magnitudo elevata, superiore a 7,5 Richter, potenzialmente in grado di attivare interi settori di crosta terrestre. Per il momento l’ipotesi che un terremoto di magnitudo medio-bassa possa innescare altri sismi e attivare altre faglie è ancora solo un’ipotesi.

Le rocce caricano energia quotidianamente nelle profondità della Terra e poi la scaricano, saltuariamente, nei terremoti. Non dappertutto, però: in Italia conosciamo bene le regioni a rischio, quelle dove sono presenti faglie sismogenetiche, cioè in grado di generare sismi. Solo che queste faglie non emergono spesso in superficie e quindi sono difficili da studiare. Faglie e magnitudo sono da un paio di mesi entrate anche nel linguaggio quotidiano, dopo il terremoto di Amatrice, e forse qualche maggiore elemento di informazione è entrato a far parte della cultura del rischio naturale, tradizionalmente scarsa nel nostro Paese. Ciononostante, vista l’ondata di terrore che si è sparsa in tutta l’Italia centrale per questi eventi, si rimane sempre sorpresi di quanta paura faccia un terremoto e quanta poca ne faccia una casa costruita male, la sola che procura vittime e danni.

LEGGI ANCHE:

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

vivicentro.it/l’esperto
vivicentro/Torna l’incubo terremoto: potrebbe essere una “faglia dormiente” che si è risvegliata
lastampa/L’incubo della faglia dormiente MARIO TOZZI

 

VIDEO ViViCentro – Chiriches: “C’è un po’ di stanchezza, giocano ogni tre giorni ed è dura!”

Queste le sue parole

Il Napoli batte l’Empoli per 2-0 grazie ai gol di Mertens e Chiriches e prosegue nella sua corsa. Al termine del match giocato allo stadio San Paolo, in mixed zone e ai nostri microfoni, è intervenuto Vlad Chiriches, difensore azzurro.

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino

Pescara – Atalanta: le impressioni dei due tecnici al termine del match

0

Dopo la paura per le scosse di terremoto, con il match tra Pescara e Atalanta che è stato sospeso alla mezz’ora del primo tempo visto il fuggi fuggi generale che il sisma aveva generato nella folla presente ad assistere il match, e nonostante le proteste della curva nord, che ha lasciato vuoto lo spicchio centrale del settore, la partita è alla fine ripresa, lasciando in dote al Pescara una pesante sconfitta, ed all’Atalanta un’importante vittoria che lancia i bergamaschi al sesto posto in classifica.

Ecco le dichiarazioni rilasciate dai 2 tecnici al termine del match. Il primo a parlare è Gritti, il quale ha sostituito Gasperini, in tribuna per via di una squalificata: “Abbiamo giocato un buon match contro un’ottima squadra, che in classifica ha meno punti di quelli che merita veramente. Il Pescara ha espresso sempre un buon calcio, nelle precedenti partite, creando sistematicamente 4 – 5 palle goal. Oggi gli abbiamo reso la vita difficile, perché siamo riusciti a pressarli alti, e non gli abbiamo permesso di giocare con il loro solito fraseggio, non concedendogli praticamente nessuna chance di segnare. La vittoria è sicuramente meritata. Sono soddisfatto del nostro sesto posto, perché il nostro impegno e i nostri sacrifici sono ripagati dai risultati, dopo un avvio difficile. Cercheremo di continuare su questa strada per toglierci altre soddisfazioni.”

Certamente meno entusiasta, il tecnico del Pescara, Massimo Oddo: “Oggi non abbiamo giocato e non abbiamo portato a casa punti. Nelle scorse gare, abbiamo espresso un buon calcio, ma lo stesso siamo tornati a casa a mani vuote. La nostra non è una squadra che si può snaturare. Siamo fatti per giocare al calcio, e non per difenderci. La scossa di terremoto non ci ha distratti, dal momento che eravamo tutti concentrati sul match. Abbiamo preso goal su azione di calcio d’angolo, dopo che eravamo riusciti a gestire in diverse circostanzi i lori tiri dalla bandierina. Se alcuni calciatori non sono qui a Pescara, c’è per ognuno di loro un motivo valido. I fischi ce li siamo meritati, è vero, come è anche vero che il pubblico, forse, sarebbe potuto essere un po’ più clemente con noi, dal momento che l’impegno mio e dei miei ragazzi è sempre massimo. Ora ci attende una serie di gare difficili (Milan, Empoli, Juventus, Roma ndc), ma noi affronteremo queste squadre con grande impegno ed entusiasmo.”

CHRISTIAN BARISANI

Ultim’ora sisma: alle 23.42 nuova scossa di magnitudo 4.6. Colpita Camerino, nessuna vittima

0
Sisma. La terra trema ancora sotto la terza scossa di terremoto registrata alle 23.42 e avvertita in tutto il centro Italia

Alle 23.42 la terra del centro Italia ha tremato ancora cagionando danni alle case ma non alle persone. Non ci sono infatti vittime né feriti gravi come conseguenza diretta del sisma.

Dalle 19.11 sono state registrate circa 60 scosse localizzate al confine tra Marche ed Umbria, una catena di eventi sismici che hanno continuato ad allertare i residenti dei comuni colpiti.

Chiuso il centro storico di Ussita dove sono segnalati i crolli di moltissimi edifici. Il sindaco di Ussita lancia il suo grido di allarme in diretta tv, dopo la terza scossa sono crollate molte case e annuncia: “Il nostro Paese è finito!”. Proprio come Cumuli o Amatrice, spazzati via dal terremoto del 24 agosto scorso. Ma in questo caso fortunatamente non ci sono vittime, nonostante l’intensità del magnitudo abbastanza elevata, la portata di questo sisma è meno drammatica del previsto.

Anche Camerino, nota città universitaria in provincia di Macerata, è stata colpita da una violenta scossa di terremoto che ha distrutto il campanile della chiesa del paese, sono molti gli edifici danneggiati in molte frazioni ma non si registrano al momento vittime, molte persone avevano infatti abbandonato le proprie abitazioni già dopo la prima scossa. Intanto la terra continua a tremare sotto i piedi di quanti sono in strada sotto la pioggia battente, alla ricerca di un posto sicuro dove trascorrere questa notte di paura.

Il sindaco di Camerino assicura che la città dello studente è stata costruita con tutti i parametri antisismici, sembra infatti che in quella parte della città non ci siano stati crolli e che gli studenti non corrano alcun rischio.

In via precauzionale domani resteranno chiuse tutte le scuole dei comuni colpiti dal sisma.

Maria D’Auria

copyright-vivicentro

Mertens a Sky: “Stiamo facendo bene e dobbiamo continuare così anche contro la Juventus”

Dries Mertens ha parlato ai microfoni di Sky Sport al termine della vittoria contro l’ Empoli. Ecco quanto evidenziato:

“Dobbiamo continuare così, stiamo lavorando bene e abbiamo un grande gruppo. Se perdiamo sabato non va bene. Sto imparando a giocare in questa nuova posizione, mi trovo bene ma spero che tornino presto gli altri perché c’ è bisogno di tutti.
Juventus-Napoli? Sabato vogliamo dimostrare tutto il nostro valore come in ogni partita”.

SASSUOLO ROMA 1-3| Ribaltone della Roma nella ripresa, infortunio per Florenzi

Quarta vittoria consecutiva per la Roma che nella ripresa batte il Sassuolo al Mapei Stadium per 3 a 1. Doppietta di Dzeko, chiude Nainggolan. Infortunio per Florenzi.

Roma- La Roma incontra al Mapei Stadium il Sassuolo, terzo in classifica, nella 10^ giornata di campionato. Dopo il vantaggio del Sassuolo dopo circa 10 minuti di gioco, la Roma colpisce e affonda l’avversaria nel secondo tempo. Una gara avvincente in cui è stato decretato il primato di cannoniere in classifica per Edin Dzeko, uomo partita di questo match che riesce a ribaltare il risultato nella ripresa segnando prima il gol del pareggio e poi guadagnandosi un rigore trasformato al 75’. Nainggolan congela la vittoria con un formidabile gol al 77’ ma l’infortunio grave di Florenzi a fine gara, smorza l’entusiasmo dei tifosi: il centrocampista romano esce dolorante dal campo per un brutto movimento dell’articolazione del ginocchio (trauma distrattivo distorsivo) che pare lo terrà fuori per lungo tempo dai campi di calcio. 

Primo tempo

Inizio aggressivo del Sassuolo che prova a pressare la Roma per i primi 10 minuti della gara. Al 10’ buona occasione per i giallorossi con Dzeko che verticalizza per Salah sulla fascia sinistra, l’egiziano prova la conclusione ma non centra la porta.

Al 12’ vantaggio del Sassuolo con Cannavaro che lasciato solo, entra in area e trova la zuccata vincente battendo Szczesny.

Sassuolo Roma 1-0

Arriva la reazione della Roma: assist di Salah nell’area piccola per Dzeko ma il tiro viene intercettato. Al 28’ parte un bolide di Nainggolan da fuori area che colpisce clamorosamente la traversa! La Roma aggredisce con forza, non ci sta a subire la sconfitta.

Al 30’ ammonito Mazzitelli.

Al 43’ grande occasione per Dzeko che servito da Emerson, cade all’indietro calciando di piatto sinistro, ma ancora una volta la palla si stampa sulla traversa!

Secondo tempo

Nella ripresa la Roma è più cinica e determinata. Al 56’ Salah mette in mezzo per Dzeko che si fa trovare pronto, scatta in avanti, controlla bene la palla e con un diagonale rasoterra di sinistra, batte Consigli piazzando il gol del pareggio!

Sassuolo Roma 1-1

Al 62’ grande azione di Salah che tutto solo, palla al piede, s’invola nella porta avversaria e supera il portiere, giunge al tiro ma Defrel accelera e riesce letteralmente a togliere la palla dalla porta!!!

La roma non demorde ed è sempre più insistente. Al 75’ arriva il sorpasso della Roma: Lirola atterra Edin Dzeko in area,  l’arbitro assegna il rigore che viene calciato in maniera impeccabile dal bosniaco, è il sorpasso della Roma!

Sassuolo Roma 1-2

Edin Dzeko che ora sembra completamente sbloccato: suo il primo gol, suo il rigore e il vantaggio conquistato.

Al 77’ Nainggolan dà il colpo di grazia: El Shaarawy dalla sinistra calcia un potente diagonale respinto in tuffo dal portiere ma Nainggolan, smarcato, si avventa sulla palla e dai 5 metri insacca la terza rete!

Sassuolo Roma 1-3

All’82’ serio infortunio per Florenzi che esce in barella dolorante mentre si porta le mani al volto. Viene comunicato un trauma distrattivo discorsivo al ginocchio per il centrocampista romano.

Entra Capitan Totti che sostituisce l’infortunato Florenzi.

Nei 5 minuti di recupero il Sassuolo tenta l’assalto per una disperata risalita, ma la gara si chiude con l’ultima azione d’attacco della squadra di Spalletti: Totti che verticalizza per Dzeko pronto alla conclusione, ma Cannavaro mura l’azione. Il match si chiude con una meritata vittoria dei giallorossi, la quarta consecutiva.

Maria D’Auria

IL TABELLINO

Sassuolo: Consigli; Gazzola (73′ Lirola), Cannavaro, Acerbi, Peluso; Mazzitelli, Pellegrini; Politano, Defrel, Adjapong (79′ Ricci); Matri (63′ Biondini)
All. Di Francesco.

ROMA: Szczesny; Florenzi (85′ Totti), Manolas,  Fazio, Emerson; De Rossi, Strootman (69′ Paredes); Nainggolan, Salah, El Sharaawy (79′ Rudiger); Dzeko.
A disp.: Alisson, Lobont, Juan Jesus, Grossi, Gerson, Soleri, Iturbe
All. Spalletti

Arbitro: Damato di Barletta. 

Reti: 12′ Cannavaro, 57′, 75’ (R) Dzeko, 77’ Nainggolan

Ammoniti: Mazzitelli, Pellegrini (S)

copyright-vivicentro

Sconcerti: “Grande vittoria del Napoli, ma arrivano brutte notizie dalla classifica”

Le parole di Mario Sconcerti

Mario Sconcerti, giornalista del Corriere della Sera, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Rai Sport, soffermandosi sulla situazione attuale del campionato di Serie A: “Il Napoli ha giocato una grande gara, ha meritato di vincere. La brutta notizia per gli azzurri arriva dalla Roma, infatti i giallorossi hanno dato grande prova di forza battendo fuori casa il Sassuolo. Sono certo che Napoli e Roma contenderanno lo scudetto alla Juventus”.

Sarri: “Male l’attacco i primi 20 minuti, Dries deve giocare come sa”

Sarri ai microfoni di Premium Sport

Al termine di Napoli-Empoli, ai microfoni di Premium Sport, è intervenuto il tecnico del Napoli, Maurizio Sarri, il quale ha dichiarato: “Abbiamo fatto una buona partita, la palla girava molto lentamente nel nostro settore sinistro nei primi 20 minuti. Dobbiamo crescere sul piano dell’attenzione, la squadra sta giocando bene, ma finisce per concedere qualcosa in frangenti in cui sembra mentalmente vuota. Abbiamo creato tantissimo e se si escludono quei dieci minuti nella ripresa abbiamo concesso anche poco. C’è da lavorare, in questo momento non abbiamo attaccanti di ruolo e dobbiamo adeguarci. La squadra viaggia a 2 punti di media a partita, a fine luglio ha perso il miglior cannoniere di tutti i tempi nei campionati italiani e a settembre ha perso il suo sostituto, più Gabbiadini per un paio di partite, per cui il rendiconto mi sembra di ottimo livello. Del tridente non mi sono piaciuti i primi venti minuti, Mertens non può fare il centravanti a tutti gli effetti, deve giocare con le sue caratteristiche. La produzione è stata di buon livello, la capacità realizzativa un po’ meno. Reina? Un campione dal punto di vista sportivo e umano. Ha un grande cuore, grande partecipazione, mi aspettavo che reagisse subito su questi livello. Sono sempre contento di averlo in porta. Fischi ad Insigne? Non li ho sentiti sinceramente. Il borbottio quando uno perde la palla succede a tutti, non solo a Lorenzo. Ha vissuto un momento poco felice, in questo momento non trova la porta, ma può capitare. Non si sta esprimendo in base al suo potenziale, ma ha intrapreso la strada giusta. L’anno scorso contro di noi la Juventus giocò in una maniera inusuale, per cui non rappresenta un riferimento dal punto di vista tattico. Sappiamo di affrontare la grande favorita, ma vorrei una squadra dalla faccia tosta che vada lì a giocare”.