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Troppi errori, la difesa del Napoli è sotto processo

Troppi errori, la difesa del Napoli è sotto processo

Nel Napoli ci sono evidenti problemi difensivi che stanno venendo fuori, alcuni di essi, infatti, sono costati sconfitte per il gruppo guidato da Sarri:

Juventus-Napoli – Doppio errore di Ghoulam sui gol degli avversari

Napoli-Roma – Koulibaly si fa rubare palla da Salah sul gol di Dzeko in maniera clamorosa

Napoli-Besiktas – Jorginho sbaglia il retropassaggio e regala il gol ai turchi

Atalanta-Napoli – Colpe divise tra Ghoulam e Koulibaly sul gol subito da Petagna

Napoli-Besiktas – Maggio sbaglia la diagonale e il Napoli subisce gol

Napoli-Milan – Niang calcia verso la porta da posizione decentrata e Reina si fa battere sul suo palo

Pescara-Napoli – Koulibaly e Ghoulam tengono in gioco Benali sul primo gol

Corbo: “Quelle tre domande rimaste senza una risposta”

Corbo: “Quelle tre domande rimaste senza una risposta”
Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Il Napoli sul campo è stato più brillante della Juve. Ma a Torino lascia altri tre punti e tre domande senza risposta. Perché il bomber del secondo posto, l’uomo che ha deciso la sfida, non è più qui? Dopo sole 11 partite, come mai le due squadre sono già così distanti nei punti, 27-20? A 26 anni dal secondo scudetto, De Laurentiis e Sarri sono gli uomini giusti per il terzo? La prima domanda. Non dispiace incassare 90 milioni, reinvestirne anche di più, allungare gli orizzonti della squadra. Il campionato dirà se sono stati spesi bene, se Sarri ha saputo allevare giovani di talento, se c’è stata fusione tra vecchi e nuovi. Bisogna però capire perché il Napoli non sia stazione di arrivo ma di transito, perché da Napoli i i personaggi vogliano fuggire, come da una camera a gas. Mazzarri, poi Benitez, infine Sarri che il 27 maggio era pronto a disoccupazione e penali. Lo stesso per i bomber: Lavezzi, Cavani, Higuain.
La città soffoca di affetto gli idoli del calcio. Cavani non si è mai sentito libero di passeggiare lungo la spiaggia di Lucrino o vivere le sue passioni. Lavezzi, come Maradona, rischiò di essere attratto dalla città peggiore. Sulle notti di Higuain e di altri quattro si è sentito di tutto, tra Parco Matarazzo, Capri e Pozzuoli, magari esagerando. Un dato c’è: furono ordinati ritiri punitivi per sospetti stili di vita. Ma è anche vero che, ben pagati, i big non hanno mai avuto la percezione di puntare al massimo, in Italia ed Europa.
La seconda domanda coinvolge presidente e direttore sportivo Giuntoli. Non si è mai capito se gli acquisti siano stati graditi o subiti da Sarri. Qualcosa non ha funzionato. Comunicavanopoco. Si sapeva che era dubbia la permanenza di Higuain. Bisognava dalla primavera bloccare quindi un attaccante di qualità, e mollare Gabbiadini scontento e incompreso. La soluzione è stata raggiunta alla fine: il giovane Milik. E Gabbiadini? Prima affidato al suo agente perché lo vendesse in Inghilterra, poi confermato dopo il no di Kalinic e il folle costo del ventottenne Pavoletti. Vero, sono arrivati giovani di talento, ma giovani, insiste Sarri. Milik e Zielinski, Diawara che si è rivelato a Torino, Maksimovic e Rog presto, una delusione solo Giaccherini, esausto come Chiellini e Insigne dopo gli stressanti e ingloriosi Europei con Antonio Conte. Mercato interessante, ma non è stato chiaro il programma. Napoli competitivo subito o nel tempo?
I nuovi sono arrivati in ritardo, e tardi è cominciata la fusione con i vecchi. Per avviarla, Sarri ha prima atteso dal campo i segnali negativi su Hamsik, Insigne, Jorginho, Gabbiadini, Ghoulam. Cominciano solo ora gli esperimenti.
Anche la terza domanda, collegata alle prime due, va rivolta a presidente e tecnico. Comincia un ciclo lungo, proiettato verso integrazione, conferma e crescita dei giovani per puntare al vertice, o il Napoli sarà ancora un traguardo volante, un successo effimero dei migliori che lo tagliano per poi sparire nella nebbia? Esempio: scatta la clausola anche per liberare Milik, Koulibaly e Diawara, altri? Il Napoli compra per vincere o per far poi cassa? C’è una terza via: far coincidere profitto e scudetto. Dipende dal pieno accordo tra De Laurentiis e Sarri. La Juve dimostra che è possibile: elevare i fatturati e far maturare la squadra nella ricerca ostinata della vittoria, dei cambi di formazione e modulo in corsa. Il bel gioco da solo è una ossessione. Si è visto: ancora una volta a Torino ha vinto il peggiore.

Pare che neanche la dirigenza abbia gradito la scelta di Sarri su Insigne

I dettagli dalla rosea

La Gazzetta dello Sport scrive sulla sostituzione di Insigne contro la Juventus: “D’altra parte, la sostituzione di Insigne ha lasciato perplessa la critica. E non solo. Pare, infatti, che nemmeno la dirigenza napoletana, abbia gradito la decisione dell’allenatore. Perché il ragazzo stava giocando discretamente, dal suo destro era partito il lancio per il gol di Callejon. Un vero e proprio pezzo di bravura, col pallone che ha scavalcato Alex Sandro, liberando il destro dell’attaccante spagnolo per il momentaneo pareggio. Ma, al di là del prezioso assist, Insigne è parso il giocatore più ispirato tra quelli schierati da Sarri. L’unico che ha provato a verticalizzare, a far partire il contropiede quando la Juventus ha cominciato a pressare”.

Terremoto: gli sfollati in fuga dall’incubo sono centomila.

I paesi si svuotano, gli sfollati aumentano a dismisura ed i sindaci parlano di una «migrazione epocale». Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata. Cinque terremoti in 67 giorni. L’ultimo, che ieri ha colpito cento comuni tra Umbria e Marche, ha seminato tra gli italiani la paura del sisma senza fine. Molti borghi, che avevano resistito alla scossa di agosto, ora sono disabitati.

La fuga dall’incubo: centomila sfollati da macerie e polvere

Deserti i centri che avevano resistito alla scossa di agosto. I sindaci: “Migrazione epocale”. Ma c’è chi dice: “Restiamo”

PIEVE TORINA (MC) – Poco prima delle 14 arriviamo a Pieve Torina, provincia di Macerata, insieme al presidente delle Marche, Luca Ceriscioli.

Non è facile dare un’idea di che cosa è diventato questo mondo. Questo paese e tutti gli altri, uguali nella desolazione, nella desertificazione, nel silenzio tombale interrotto da quel rullo di tamburi che ogni poco sale da sotto, e lo scuotimento delle case inagibili e dei nervi sempre più fragili. Facce rosse di contadini e montanari, insonni, con le moglie e i figli già lontani, le bestie da accudire, nessun posto dove trascorrere la notte. Gli sfollati delle Marche sono circa 28 mila. Quelli dell’Umbria ancora non si sa. Il totale potrebbe arrivare a 100 mila. Soltanto a Norcia circa un terzo dei seimila abitanti è partito coi pullman verso il lago Trasimeno. Ad Arquata del Tronto, che sta dentro il disastro da due mesi, ieri mattina gli ultimi tenaci abitanti hanno ceduto, basta con questa follia, si sono lasciati alle spalle un paese che a questo punto non c’è più, letteralmente. Sono andati sulla costa picena. A pochi chilometri c’è Accumuli, «sono rimasti in piedi solo tre edifici, anche le frazioni sono rase al suolo», ha detto il sindaco Stefano Petrucci; era lì, ieri mattina, con un centinaio di persone, reduci provvisori dei 667 che costituivano la popolazione prima del 24 agosto. Accumuli è isolata sia sul versante di Rieti sia su quello di Ascoli. Appena si libererà la strada, la imboccheranno anche gli ultimi cento.

Oggi non ci sono morti, ma i paesi stanno morendo per la disperazione

«Voi non capite, dovete andarvene da qui. Questo bel sole vi sta ingannando, fra pochi giorni farà freddo», dice Ceriscioli a una decina di uomini di Pieve Torina. «Fa già freddo, stanotte c’erano tre gradi», dice uno con gli occhi vitrei e la polvere nei ricci scuri. «Che restate a fare?». «Io ho le bestie, le lascio qui? E chi bada a loro?». «Chi ha le bestie avrà una sistemazione ma tutti gli altri via». «Io ho sessant’anni, ho sempre vissuto qui, se devo morire meglio morire dove sono nato. Dateci le casette». «Intendiamoci: per le casette di legno servono sette mesi, forse nove. Per i moduli dai due ai tre mesi. E intanto? Dormite in macchina? Liberi di deciderlo ma poi non lamentatevi con noi quando sarà insostenibile». Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, spiega a Ceriscioli che vorrebbe riaprire la scuola, far arrivare ogni mattina con gli autobus i bambini che sono già andati via, da parenti nei centri vicini, o sulla costa, «sennò questa comunità muore». Spiega che i commercianti vorrebbero riaprire i loro negozi ma se tutti se ne vanno, a chi venderanno la loro merce? La più importante fabbrica del paese, che dà stipendio a trentacinque famiglie, dovrebbe riaprire stamattina, ma gli operai dove saranno?

«E’ una migrazione epocale», dice Claudio Corvatta, sindaco di Civitanova Marche, a sud di Ancona. Gli alberghi sono già quasi tutti pieni, il sindaco conta di aprire il migliaio di seconde case lasciate vuote dopo l’estate. «Questa gente è ostinata, ed è la loro forza, e più saliamo in montagna più è ostinata. Ma deve anche capire che più aspetta e più gli toccherà andare lontano, quando si decideranno», dice Ceriscioli. «Andatevene», ha detto il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio. «Andranno tutti in hotel», ha detto Matteo Renzi. A Fabriano gli sfollati sono trecento, ieri notte hanno dormito nel Palasport e in un treno messo a disposizione delle Ferrovie. L’intero centro storico di Leonessa è stato evacuato. A Ussita, devastata dalla scossa del 26 ottobre, sono rimasti in duecento, prima erano quasi cinquecento. Questa terra a cavallo fra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche, circa centomila abitanti, è ridotta a un niente di macerie e case medievali inabitate, sottoposta a un esodo senza senso ma senza alternativa. «Ci sono ancora molte strutture agibili, ma come facciamo? Oggi è cambiato lo scenario, c’è una crisi sismica di cui non conosciamo gli sviluppi. Quando arriverà la prossima scossa distruttiva? E dove? E che danni farà? Bisogna andarsene, non è una deportazione, è una messa in sicurezza per un periodo congruo», dice Catiuscia Marini, presidente dell’Umbria. A Norcia non c’è l’acqua potabile, l’energia elettrica manca in quasi tutta la zona. I paesi attorno – Cascia, Preci – con le botte degli ultimi giorni sono impraticabili o insicuri.

Claudio Marsili è un consigliere comunale di Pieve Torina. Cammina attorno a sé, in circolo, e racconta della sua famiglia. «Mia moglie faceva l’infermiera nella casa di cura di Pieve, ma ora gli anziani sono stati trasferiti all’ospedale di Matelica, e lei è là. Mio padre ha 87 anni, ha dormito due notti in macchina, con addosso due coperte e il cappotto e ogni tanto accendeva il motore per scaldarsi. Ora sta arrivando mio fratello da Bra, provincia di Cuneo, e se lo porta con sé e io non so se lo rivedrò. Ho una figlia con un bimbo di tre anni in un paese qua vicino ma non vuole rimanere, è terrorizzata, andrà dall’altra mia figlia a Latina. E io? Io ho promesso al sindaco di dargli una mano. Rimango. Ma la mia famiglia non c’è più, divisa, spezzettata per l’Italia». Non c’è più una logica. Si fa fatica a ragionare. Si sente nell’aria la spossatezza, l’esasperazione, nuove ospiti di questi borghi. Due fratelli, qui a Pieve, sono stati divisi dai carabinieri, e non si è nemmeno capito perché litigassero. A Vescia, frazione di Foligno, un uomo è saltato dalla finestra e si è rotto le gambe. A Norcia una donna ha fatto lo stesso ed è ricoverata con un grave trauma cranico. A Norcia c’è stata un’assemblea pubblica e il sindaco è stato violentemente accusato di aver trascurato lo sciame sismico, di non essersi procurato le casette di legno e nemmeno le tende. «Lo stress non diventi rassegnazione», ha detto Renzi ma è diverso, è molto peggio che rassegnazione, è terrore, è delirio, è orecchio teso al suolo, è certezza che il peggio non è passato, deve ancora arrivare.

«Su 3 mila e 400 abitanti avrò sette, ottocento sfollati», dice il sindaco di Sarnano. Ad Ancona è stato aperto il palasport, per chi vuole dormire più al sicuro. A Rieti è stato diramato un elenco di parcheggi sicuri dove trascorrere la notte in auto. Dai paesi in provincia di Teramo centinaia di persone sono state ricoverate in alberghi di Giulianova. Sulla costa, fra Porto Sant’Elpidio, Conero, Marotta e Senigallia, sono arrivate cinquemila richieste di ospitalità. «Ma è un numero che crescerà, e di molto», dicono gli albergatori. Ormai è tardi. Cala il sole su questa terra del finimondo, dove in un intero giorno non si è visto né un cane né un bambino.

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CRONACA

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

Alle 7.40 nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia e alle  7.41 la terra trema per lunghi secondi anche nel Napoletano. L’epicentro nelle…

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lastampa/La fuga dall’incubo: centomila sfollati da macerie e polvere MATTIA FELTRI – INVIATO A PIEVE TORINA (MC)

Sarri al gruppo: “Ragazzi, siamo forti, andiamo avanti così”

Le sue parole al gruppo

Venti minuti a parlare di Juve-Napoli, c’è soprattutto un messaggio che Sarri ha voluto mandare alla sua squadra: «Ragazzi, siamo forti, ma forti davvero. Abbiamo giocato bene contro la Juve in casa loro: andiamo avanti così e ora pensiamo alla Champions», la sintesi della sua chiacchierata come riferisce Il Mattino. Non c’è€ nelle sue parole alcun riferimento a una crisi: è€ un’analisi serena, quella di Sarri, condita persino da qualche battuta.

Errori di Ghoulam e gol di Higuain: la reazione di De Laurentiis davanti alla tv

La reazione di De Laurentiis davanti alla tv

L’edizione online di Repubblica evidenzia come Aurelio De Laurentiis abbia vissuto la gara tra Juve e Napoli all’hotel Regina Isabella a Ischia: “Quella del Regina Isabella sembra una curva: tifo sfegatato, il presidente – che pure tradisce ripetute smorfie e si lancia a commenti istrionici – resta sobrio e a tratti impassibile, Jacqueline – che gli è di fianco, in prima fila nella sala gremita – assai più loquace, protesta persino per qualche decisione arbitrale e si lascia scappare qualche battuta su Higuain. Nell’intervallo, un cocktail al bar: il Napoli c’è, prevalgono ottimismo e soddisfazione. Il presidente esprime disappunto per l’errore di Ghoulam che innesca Bonucci, esultanza sfrenata e incontenibile – invece – per il pari di Callejon: quasi una liberazione. Tutti impietriti al gol del Pipita: vola qualche insulto, De Laurentiis resta di stucco e non si lascia contagiare dall’atmosfera ormai rovente. Non commenterà, di qui alla fine. Al triplice fischio, l’appetito chiama: l’antipasto è con le pizze di Ivano Veccia, non c’è tempo per ascoltare le parole di Sarri e Allegri”.

La paura del sisma senza fine

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L’ultimo sisma, che ieri ha colpito cento comuni tra Umbria e Marche, ha seminato tra gli italiani la paura del sisma senza fine. Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata. Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata: Cinque terremoti in 67 giorni – I sindaci parlano di una «migrazione epocale»

L’infinito contagio sismico che scuote l’Appennino

Un fenomeno già osservato, dalla Turchia fino in California E in Italia c’è il caso della Calabria sconvolta nel Settecento

Un «contagio» sismico. Molto probabilmente quello che sta accadendo in Appennino centrale è simile a una propagazione laterale della sismicità, fatto che produce danni a cascata, feriti e paura.

Se si tratta, come dicono i dati del Cnr, dell’attivazione di altri segmenti della stessa struttura complessa che ha generato il terremoto di Amatrice, allo scarico della zona cosiddetta «ipocentrale» ha corrisposto un carico sui frammenti laterali della faglia stessa. Sono questi frammenti a essersi rotti e ad aver generato gli ultimi terremoti. Il contagio sismico è un fenomeno già osservato in altre regioni, come in Turchia, in California e ad Haiti.

In questo caso il terremoto si è spostato da Amatrice prima verso Nord, nell’area di Visso e Ussita, e da lì, ieri, nuovamente verso Sud, ancora a Norcia, dove il primo terremoto si era già arrestato. Il contagio può avvenire dopo anni o decine di anni, ma anche dopo giorni o mesi, come sembra stia accadendo. La propagazione laterale favorisce una serie di terremoti forti, ma non fortissimi: se i segmenti della faglia si fossero mossi insieme, si sarebbe potuto generare un terremoto di magnitudo almeno 7,0 Richter.

Mario Tozzi: “Non si possono escludere scosse anche più forti”

Secondo i dati Cnr-Ingv, tutto il settore è sprofondato di circa 20 cm. Ed è sempre vero che non siamo in grado di prevedere l’evoluzione dei fenomeni: scosse di replica via via meno energetiche che durano mesi o altre scosse molto forti a distanza di tempo.

Se quella di questi giorni è una vera crisi sismica, quella che colpì la Calabria, a intermittenza, per quasi un secolo, fra 1702 e 1783, resta la più impressionante sequenza di terremoti che abbia finora colpito il nostro Paese. Ogni cosa fu distrutta, dall’abitazione al podere, dalle borgate alle manifatture; ogni cittadina e città, da Bagnara, a Scilla, da Reggio a Messina. Si formarono 52 laghi a causa delle frane che bloccavano i corsi d’acqua, le case precipitavano nelle voragini, le colline scendevano a valle «come zattere sul mare in tempesta» e si aprivano fratture: una, a Plaisano, era visibile per 8 chilometri e aveva la profondità di un abisso di 75 metri. Tutta la Calabria precipitò verso il basso. Quella tempesta sismica si tramutò in una crisi che fiaccò un intero popolo. Una specie di paralisi che lasciava intorpiditi i calabresi, anche nella mente: molti si lasciarono morire. La crisi del Meridione comincia anche da lì.

Ma non è stato quello di Reggio Calabria e Messina del 1908 il sisma più forte mai accaduto in Italia? Sicuramente il terremoto del 1908 sullo Stretto, in associazione con lo tsunami, è stato quello che ha provocato più vittime e danni: a un secolo di distanza non si conosce con esattezza il numero dei morti (forse oltre 80 mila); a Messina rimasero in piedi 2200 abitazioni su 8 mila, a Reggio 176 su 3600. Questa resta la catastrofe d’Italia, la presa di coscienza di una realtà nazionale fatta di rischi e costruita su un territorio vulnerabile.

Il rischio sismico in Calabria è forse il più elevato d’Italia, ma non è quello il posto più pericoloso della Penisola. Non è corretto parlare di Big-One dalle nostre parti, prima di tutto perché non c’è una grande faglia come quella di San Andreas in California. Ma, se c’è un luogo indiziato per il terremoto-record, quel posto è Catania. Il sisma del 1693 è stato il più forte di quelli mai avvenuti in epoca storica in Italia, con una magnitudo, calcolata a posteriori, 7,5 Richter (nel 1908 nello stretto è stata calcolata a 7,1) e con circa 12 mila vittime su una popolazione di 19 mila. In tutta la Sicilia orientale i morti furono 54 mila e lo tsunami successivo raggiunse i 15 metri di altezza ad Augusta. Le scosse di replica durarono tre anni. Siccome dal punto di vista costruttivo le cose non sono migliorate in tre secoli e la fragilità è semmai aumentata, un terremoto come quello, oggi, ucciderebbe forse 160 mila catanesi su 300 mila. Un’ecatombe generata non tanto dalle faglie del blocco siculo-ibleo (una microplacca incastrata nella collisione Africa-Europa) quanto dal fatto che solo il 5% delle costruzioni potrebbe reggere a un simile urto.

Per il resto tutta la dorsale appenninica è ad elevatissimo rischio sismico, come ci ricordano i terremoti di Avezzano (1915), L’Aquila (2009) e Irpinia (1930, 1962, 1980). A questi vanno aggiunti il Gargano e il Friuli: in pratica solo Sardegna e Murge sono immuni dai sismi. Neanche Roma può dirsi al sicuro e certo non è immune perché «vuota sotto». E ora registra danni sparsi. La capitale non ha una sismicità propria, ma risente dei terremoti vulcanici dei Castelli Romani e di quelli dell’Appennino, soprattutto quelli dell’Umbria-Marche, noti fino dal tempo dell’Impero. E le catacombe e le voragini non la salverebbero certo, vista la percentuale irrisoria di sottosuolo davvero «vuoto». Anche in questo caso i danni dipendono solo da come sono costruite le case, non tanto quelle antiche, visto che i monumenti hanno retto bene a 2 mila anni di risentimenti, ma soprattutto quelle costruite malissimo, quasi sempre in cemento armato, fra gli Anni 50 e gli Anni 80. E dipende da quanto non si è intervenuto in manutenzione o si è intervenuto male in ristrutturazione, eliminando tramezzi e indebolendo gli edifici.

Conta anche dove si è costruito: una gran parte della città poggia sui vecchi depositi fluviali del Tevere e dei suoi affluenti (come la Basilica di San Paolo, chiusa per il sisma, o quella di San Lorenzo), terreni in grado di amplificare le onde sismiche e produrre danni anche cospicui. Come si vede bene al Colosseo, dove una parte dell’anfiteatro mostra crolli nelle volte degli archi: è quella porzione che poggia sui sedimenti di un piccolo lago formato dal rio Labicano, oggi cancellato dalla via omonima. Il lago fu prosciugato da Nerone per seppellirvi i resti dell’incendio e rimase così una zona di debolezza geologica che amplificò il terremoto del 1349, producendo i danni che osserviamo ancora oggi. Cause e concause che mettono in crisi sismica l’intera Italia centrale.

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CRONACA

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

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Cinque terremoti in 67 giorni

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Cinque terremoti in 67 giorni. L’ultimo, che ieri ha colpito cento comuni tra Umbria e Marche, ha seminato tra gli italiani la paura del sisma senza fine. Molti borghi, che avevano resistito alla scossa di agosto, ora sono disabitati. Gli sfollati in fuga dall’incubo sono centomila. I sindaci parlano di una «migrazione epocale».

Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata.

Senza fine

L’Italia trema ancora: coinvolti 100 Comuni, il dramma degli sfollati. Interi paesi scomparsi

Cinque terremoti in 67 giorni hanno gettato una moltitudine di italiani nella paura del sisma senza fine. La nostra è un’antica e orgogliosa nazione, composta da gente che lavora duro e famiglie che si sacrificano per i figli: più volte siamo stati colpiti dai sismi e abbiamo sempre saputo reagire. Ma questa sfida è diversa da quelle già attraversate: la ripetizione a breve distanza di tempo di scosse superiori ad una magnitudo 5, 6 e oltre, a volte causate da faglie distinte, fa percepire a milioni di concittadini da Amatrice a Norcia, da Bologna a Roma, la paura di essere nella morsa di un terremoto ininterrotto. Dentro un tunnel di scosse destinato a durare. È un orizzonte di paura che va oltre il bilancio di vittime e danni perché rende difficile parlare di ricostruzione e paventa il rischio di esodi di massa da vaste regioni dell’Italia Centrale. Per questo i nostri concittadini che vivono in questa situazione senza precedenti devono sapere che noi tutti, l’Italia intera, è con loro. Quali saranno le loro sofferenze e indipendentemente da quanto tempo servirà per superarle, saremo al loro fianco. Raccontando le loro storie come se fossero le nostre. Chiedendo a governo e autorità locali di occuparsi dei loro figli e dei loro anziani come se fossero i nostri. Esigendo dalla protezione soccorsi e aiuti come se fossero per noi. Salvando i loro sogni di prosperità e successo come se fossero i nostri. Perché è proprio quando una nazione viene ferita in ciò che ha di più caro che può trovare dentro se stessa la forza per essere più unita, riuscendo a superare le sfide più ardue.

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TERREMOTO: Il cuore dell’Italia ridotto in polvere

Di quei capolavori che rendono unica l’Italia non è rimasto nulla Il bilancio di una manciata di secondi di scossa di terremoto è un miliardo di euro…

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Al Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio è in scena “Camille”

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Eventi in programmazione al Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio con la Compagnia del Gaio Sapere

Guidonia Montecelio – Il 6 novembre ha inizio la stagione teatrale al  Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio con il dramma “Camille“, atto teatrale scritto e diretto da Sergio Fedeli, dedicato alla complessa figura della scultrice Camille Claudel (1864-1943).

Gli spettacoli in programmazione a novembre sono:

il 6-9-13-16-20-23-27-30 novembre

feriali ore 20.45, festivi ore 18.30

A dicembre sarà in scena “Giacomo Leopardi, l’infinita vanità del tutto”, rapsodi Mario Fedeli, Daniele Fedeli.

Programmazione spettacoli dicembre:

4-11-18 dicembre, ore 18.30

A Dicembre, nel giorno di Natale, è in programmazione “Un rapsodo alcolizzato tutto per voi (a tutti quelli che vengono al mondo)”. Mario Fedeli legge quel che volete a patto che non sia monnezza

25 dicembre ore 18,30

L’ingresso per ognuno dei primi tre eventi è fissato a € 10
(€ 27 in abbonamento 3 spettacoli / € 18 in abbonamento 2 spettacoli).

Il quarto evento è gratuito per gli abbonati.

Per prenotazioni e abbonamenti:

SEGRETERIA DEL PICCOLO TEATRO DEI SASSI

3297470203 – 3405012480

NOTE: La Compagnia del Gaio Sapere

La Compagnia del Gaio Sapere ha al suo attivo anche uno spettacolo per ragazzi dal titolo Trallallerollallé, il drago, il gigante e il piccolo re scritto da Elena Lomuscio e Sergio Fedeli. Lo spettacolo, che ha riscosso un grande successo dai ragazzi e il plauso degli insegnanti delle scuole dove è stato rappresentato, può essere messo in scena in qualsiasi spazio e per qualsiasi numero di spettatori. E’ interpretato da Silvia Di Dio e Sergio Fedeli.

Lavorano e hanno lavorato nella Compagnia: Daniele Fedeli, Leonilda Zunico, Davide Saliva, Giulia Massini, Fiorella Rendine, Salvatore Tosto, Morena Valentini, Sergio Fedeli, Stefania Fantocchi, Gabriella Pisani, Diego Filo di Montesilvano Muller, Marco Temperini, Andrea Di Giovannantonio, Silvia Di Dio, Valter Cara, Marta Colatei, Emanuela Facchini, Rita Paciotti, Gianfranco D’alessandro

https://www.piccoloteatrodeisassi.it/compagnia-del-gaio-sapere/

Maria D’Auria

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F1 Messico: Hamilton trionfa, poi Rosberg e terzo Vettel

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F1 Città del Messico – Gli ultimi giri della gara sono stati emozionanti, bella battaglia tra Verstappen e Vettel per la conquista della terza posizione.

La vittoria di Hamilton riapre il mondiale, il suo gap da Rosberg è ora ridotto a soli 19 punti. Il tedesco suo compagno di squadra ha però limitato i danni rimanendo in seconda posizione. La terza posizione è stata a lungo contesa tra Verstappen e Vettel. Il pilota della Red Bull ha ostacolato il ferrarista nel sorpasso. Morale della favola, Verstappen arriva al traguardo in terza posizione per poi ricevere una penalità di 5 secondi che assegnano a Vettel il podio. Podio meritatissimo quello di Sebastian che ha messo in atto una grande rimonta.

Il circuito del Messico ha visto partecipi 150mila spettatori, si tratta sicuramente di una delle gare più entusiasmanti del campionato.

Hamilton ha condotto una gara magistrale, ha preso il comando mantenendo la prima posizione fino alla fine, con quella di oggi ha conquistato la 51ma vittoria al pari di Alain Prost, leggenda della F1.

Vettel ha portato a termine una bellissima gara, dopo essere partito dalla 7ma posizione è stato costretto a tenere il passo di Massa per circa 20 giri, che l’ha notevolmente rallentato. Dopo il sorpasso finalmente ha dato il meglio di se. E’ riuscito ad ottenere un grande rendimento dagli pneumatici con striscia gialla e ritardare la sosta fino al 32mo giro. E per fare questa ha conquistato in successione giri velocissimi che lo hanno portato nelle prime posizioni, in duello con Verstappen e Ricciardo. Durante la corsa al podio, Vettel è stato anche speronato da un pneumatico di Ricciardo, che nonostante l’irruenza non è riuscito a sorpassare il tedesco. Vettel ha chiuso in quarta posizione per poi scoprire dopo pochi minuti della penalità data a Verstappen.

Raikkonen ha chiuso in sesta posizione, in confronto a Vettel però ha avuto problemi con il degrado degli pneumatici che lo hanno costretto ad una sosta in più. Di sicuro, se le Ferrari avessero evitato le disastrose qualifiche del terzo stint, i piazzamenti di oggi si sarebbero rivelati migliori, a partire dalla seconda posizione.

Lo spettacolo è rimandato alla prossima gara, in Brasile, penultima del mondiale. Hamilton ha lasciato intendere, con la vittoria di oggi, che non ha nessuna intenzione di cedere e che la lotta al mondiale è sempre aperta.

Rosberg deve stare attento ad amministrare il vantaggio dei 19 punti senza sbagliare nulla, il minimo errore potrebbe essere fatale.

L’ottava e nona posizione sono andate a Bottas e Massa piloti delle Williams. Decimo posto per Perez con la Force India.

APPUNTAMENTO IL 13 NOVEMBRE PER IL GP DEL BRASILE

Ordine d’arrivo
1 L.HAMILTON
2 N.ROSBERG
3 S.VETTEL
4 D.RICCIARDO
5 M.VERSTAPPEN
6 K.RAIKKONEN
7 N.HULKENBERG
8 V.BOTTAS
9 F.MASSA
10 S.PEREZ
11 M.ERICSSON
12 J.BUTTON
13 F.ALONSO
14 J.PALMER
15 F.NASR
16 C.SAINZ
17 K.MAGNUSSEN
18 D.KVYAT
19 E.GUTIERREZ
20 R.GROSJEAN
21 E.OCON

Fasti d’Autunno: a Monterotondo torna la storica manifestazione rinascimentale

La storica manifestazione “Fasti d’Autunno” organizzata dall’Associazione Culturale “Clarice Orsini”, torna a Monterotondo dal 29 ottobre al 5 novembre

Un tema di grande attualità televisiva, in quest’ultimo periodo, è la storia dei Medici. ViViCentro segnala la XIX edizione dei “Fasti d’Autunno”, una manifestazione rinascimentale organizzata a Monterotondo dall’Associazione Culturale “Clarice Orsini”, che avrà luogo dal 29 ottobre al 5 novembre e sarà incentrata sulle nozze tra Clarice Orsini e Lorenzo de’ Medici avvenuto per procura nel 1468 proprio a Monterotondo, allora feudo degli Orsini.

Comunicato Stampa

Da sabato 29 ottobre a sabato 5 novembre 2016 si terrà  a Monterotondo la XIX edizione della manifestazione rinascimentale Fasti d’Autunno, rievocazione storica ambientata alla corte della nobile famiglia Orsini a cavallo tra il XV ed il XVI secolo.

La manifestazione rinascimentale “Fasti d’Autunno” è organizzata dalla locale Associazione Clarice Orsini, organizzazione di volontariato con finalità  di carattere sociale, civile e culturale volte allo studio e alla divulgazione della cultura del Rinascimento (www.clariceorsini.it).

L’originale manifestazione, che si tiene con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Monterotondo, fa rivivere ogni anno un pezzo di storia della Monterotondo rinascimentale, di quando il potere della città era tenuto appunto dalla famiglia Orsini.

Nei due giorni iniziali dell’evento, infatti, la città  rivivrà  le atmosfere della Nuova Età  attraverso la rievocazione in costume d’epoca di alcuni momenti storici. Questa edizione in particolare sarà  incentrata sul matrimonio tra Clarice Orsini e Lorenzo de’ Medici avvenuto per procura a Monterotondo nel 1468. Si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo alla riscoperta della vita, delle abitudini, degli usi e dei costumi tipici del periodo rinascimentale.

Ricco il programma della settimana, che prevede: cortei storici (200 figuranti sfileranno per le vie della città  ed animeranno la cittadella storica), teatro “Il mercante di Venezia” liberamente tratto dall’opera di Shakespeare (per info e prenotazioni: 3355735968 oppure 3291877224) e un concerto di musica medievale e rinascimentale “Viva Bacco e Viva Amore!”.

Arricchiscono il vasto programma danze, esibizioni di cori polifonici, musici, artisti di strada, sbandieratori, scacchi viventi e tornei di scacchi, ricostruzioni di botteghe d’epoca e spettacoli con rinomati gruppi storici italiani.

Associazione Culturale “Clarice Orsini”-  Organizzazione di volontariato per lo studio e la divulgazione della cultura del Rinascimento

PROGRAMMA

Per tutta la durata della manifestazione sono previsti stand gastronomici di degustazione di prodotti locali nonché l’apertura di caratteristiche botteghe del tempo

Sabato 29 ottobre

Nelle sale di Palazzo Orsini cena filologica del periodo rappresentato con un menù tipico rinascimentale in ricordo dei fastosi banchetti che si usava organizzare in occasione delle feste. Prenotazione obbligatoria al 333 8924041

Domenica 30

dalle 16,00 alle 19,00 apertura gratuita al pubblico di Palazzo Orsini, che custodisce le splendide sale affrescate (opera tra gli altri di Paul Brill, Girolamo Siciolante da Sermoneta e dei fratelli Zuccari). La visita sarà effettuata da esperti in costume rinascimentale

Info: tel. 3404755041

Il Direttore Artistico Riccardo DI GIOVANNANDREA

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Il Podio Gialloblù di Juve Stabia – Cosenza 2 -0

La Juve Stabia si regala una notte da capolista superando il Cosenza. Ecco l’analisi del Podio Gialloblù.

PODIO

Medaglia d’oro: a Spider Ripa, ormai implacabile. Ancora una volta è la zampata di Ripa a mettere in discesa la gara della Juve Stabia, finalmente di nuovo guidata dal suo super eroe. Questa volta Spider è bravissimo a conquistare con malizia il calcio di rigore che poi trasforma spiazzando di giustezza Perna. Tanta qualità e quantità per il numero 29 gialloblù, che riesce a coprite ed occupare da solo tutto il fronte offensivo stabiese. I super poteri di Spider sono sempre più forti.

Medaglia d’argento: a Paolo Capodaglio, autentico metronomo della squadra gialloblù. Il capitano delle Vespe è il perfetto direttore d’orchestra della Juve Stabia che fa sempre la cosa giusta al momento  giusto. Era dai tempi del miglior La Camera, spesso però preda di alti e bassi, che le Vespe non potevano beneficiare di un regista del livello e dell’intelligenza di Capodaglio. L’ex Casertana in estate è stato scelto quale centro intorno al quale costruire la squadra ed i fatti stanno dando ragione alla scelta della società stabiese.

Medaglia di bronzoai lampi di classe di Mario Marotta. Il numero 10 gialloblù fa ammattire i suoi avversari con numeri di alta scuola e che fanno stropicciare gli occhi ai tifosi presenti al Menti. Da vedere e rivedere sono le conclusioni mancine che l’esterno indirizza verso la porta e che per pochissimo non centrano il bersaglio grosso. Prima di giustezza e poi di potenza, Marotta regala col suo sinistro parabole di categoria superiore. A ciò si aggiunga la solita tanta qualità messa al servizio della squadra.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: al calo di attenzione della ripresa. La Juve Stabia è rientrata in campo in maniera sonnolenta, quasi come se negli spogliatoi invece che le classiche bevande, fosse stata servita della camomilla. L’inspiegabile, e fortunatamente momentanea, carenza di concentrazione ha quasi portato al pareggio del Cosenza. Solo un intervento prodigioso di Atanasov ed un’ottima parata di Russo hanno evitato la rete dei calabresi. Difetto, questo, da limare quanto prima.

Medaglia d’argentoa Daniele Liotti, non del tutto a suo agio nel ruolo di centrale difensivo. Qualche errore di troppo soprattutto in fase di uscita per Liotti, che rischia grosso sulla pressione degli avanti del Cosenza.

Medaglia di bronzoa Nicolas Izzillo, non nella sua forma migliore. Tanti errori in fase di costruzione per Izzillo che spesso stranamento non sceglie la linea di passaggio giusta. Alla luce della forte contusione alla spalla sarà importante valutare il suo recupero nel tempo più breve possibile.

Raffaele  Izzo

 

Juve Stabia vs Cosenza, le pagelle

Sesta vittoria interna su sei partite per la Juve Stabia di Fontana. Ottava vittoria su undici gare per le vespe, che agguantano la vetta della classifica in attesa del monday night del “Via Del Mare” tra Lecce e Foggia. Ripa e Sandomenico regalano i tre punti contro un ostico Cosenza.

Ecco le pagelle delle vespe:

RUSSO 6: Gioca altissimo e questo gli costa qualche sbavatura. Nel complesso non compie grandi interventi.

LISI 6.5: Seconda gara da terzino adattato. Rispetto al match di Pagani dimostra di aver preso confidenza con il ruolo.

ATANASOV 6: Non è stata una grande prestazione la sua, ha il merito di aver salvato un gol su Caccetta con un grande intervento.

LIOTTI 6: Adattato da centrale, si limita al compitino chiudendo bene Filippini.

LIVIERO 6: Gara senza lode ne infamia per lui.

IZZILLO 6: Partita sufficiente per il centrocampista sardo. Esce per infortunio alla spalla.

CAPODAGLIO 6.5: Solito cervello del centrocampo. Professore.

MASTALLI 6.5: Altra gara importante per il mediano scuola Milan, assoluta sorpresa finora.

MAROTTA 6.5: Costante spina nel fianco per Scalise. Blondett lo stende in area ma l’arbitro non gli concede un rigore solare.

SANDOMENICO 7: Da continuità alla buona gara di Pagani. Un po’ troppo egoista in alcune circostanze, ha il merito di aiutare a salire la sua squadra e di aver chiuso il match nel finale.

RIPA 7: E sono sei le reti in campionato. Furbo in occasione del rigore procurato.

SALVI 6: Entra al posto di Izzillo e aiuta i suoi a difendere il vantaggio.

KANOUTE 6.5: Buon impatto sul match per lui. Approfitta dei contropiedi nel finale, serve un pallone facile facile a Sandomenico.

DEL SANTE: SV

Cristian Caccetta: “Ci è mancato solo il gol” (VIDEO)

Dopo la bella vittoria della Juve Stabia, al Menti, per 2-0 contro il Cosenza grazie alle reti di Ripa e Sandomenico, si è presentato in sala stampa il capitano dei calabresi Cristian Caccetta.

Ecco le sue dichiarazioni raccolte dalla nostra redazione live dal Menti:

“La semplice differenza di oggi sono stati i gol. Abbiamo giocato una partita simile, molto equilibrata. Loro sono riusciti a fare gol e noi no. Nella ripresa abbiamo fatto benissimo ma non siamo riusciti a buttarla dentro, a differenza delle vespe. Siamo stati sfortunati, è un periodo che ci gira male. Siamo reduci dalla seconda sconfitta consecutiva, ad Andria abbiamo avuto il pallino del gioco in mano e l’Andria ci ha fatto male in contropiede. Oggi abbiamo sofferto molto di più ma, ripeto, ci è mancato solo il gol. La prestazione, però, è stata positiva.”

Salvatore Sorrentino

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JUVESTABIA – NEWS

Juve Stabia vs Cosenza: 2-0

Juve Stabia vs Cosenza – La Juve Stabia cerca di regalarsi una notte da prima in classifica contro il Cosenza.
I calabresi sono un avversario…

ROBERTO FIORE

JUVESTABIA – NEWS

ESCLUSIVA Roberto Fiore: “Il Menti che emozione, sono tornato giovane” VIDEO

Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia, in occasione della gara di campionato tra juve Stabia e Cosenza, c’è stato un grande ritorno a…

 

Roselli: ”Match equilibrato ma sconfitta che ci può stare” (VIDEO)

Dopo la bella vittoria della Juve Stabia al Menti contro il Cosenza per 2-0 grazie alle reti di Ripa e Sandomenico, che ha regalato la vetta momentanea alle vespe, si è presentato in sala stampa il tecnico dei calabresi Giorgio Roselli.

Ecco le dichiarazioni del tecnico raccolte dalla nostra redazione live dal Menti:

“Sono contento della prestazione dei miei ragazzi, avevamo alcune assenze e ho dovuto impiegare addirittura Scalise che era fermo da un po’. Siamo riusciti a limitare i danni dovuti alle assenze, gli episodi ci hanno dato torto in una partita giocata alla pari ma che la Juve Stabia non ha rubato assolutamente. Ci sono stati tanti errori evitabili ma questo non macchia l’aggressività della nostra prova. È stata una gara di alto profilo, nonostante errori dientrambe le squadre. Nel primo tempo abbiamo sofferto ma nella ripresa abbiamo giocato ad altissimi livelli provando fino alla fine a pareggiarla. Venire qui e sfoderare questa prestazione non è da tutti, ripeto che sono molto soddisfatto. Il calcio è così, potevamo pareggiare in alcune situazione e alla fine abbiamo preso gol, dobbiamo accettarlo. Le vespe sono una grande squadra che sta attraversando un ottimo periodo di forma. Hanno una rosa importante che gli permetterà di lottare fino alla fine per la vetta. Vedremo chi la spunterà, con la speranza di centrare i play off. Perina? Potrebbe essere un problema muscolare e potrebbe saltare qualche gara. Caccetta, nonostante qualche acciacco, ha fatto una buona partita. “

Salvatore Sorrentino

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Liotti: Bravi a non farci riprende nella ripresa (VIDEO)

Le parole del difensore delle Vespe, Daniele Liotti.

Ringrazio il Mister per le belle parole ma la soddisfazione più grande è per la vittoria. In effetti abbiamo sbagliato i primo minuti della ripresa ma poi siamo stati bravi a riprenderci. Non dimentichiamo che di fronte avevamo un’ottima squadra. Il nostro pensiero è per Tommaso, che presto tornerà in campo più forte di prima.

Raffaele Izzo

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Juve Stabia vs Cosenza: 2-0

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ESCLUSIVA Roberto Fiore: “Il Menti che emozione, sono tornato giovane” VIDEO

Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia, in occasione della gara di campionato tra juve Stabia e Cosenza, c’è stato un grande ritorno a…

Fontana: Ringrazio i miei calciatori, vittoria frutto del loro sacrificio (VIDEO)

Abbiamo intervistato il tecnico della Juve Stabia, Gaetano Fontana, al termina della vittoria contro il Cosenza.

Sono davvero molto felice di aver rivisto il Presidente Fiore, che anzi mi ha confidato che vuole sentirmi più spesso per parlare di tattica e tecnica. Oggi fare risultato non era facile perché di fronte c’era un avversario forte. Nonostante un brutto inizio di ripresa però siamo stati fortunati a portare a casa i tre punti. È inevitabile che domani daremo uno sguardo al match tra Lecce e Foggia ma senza perdere di vista quello che dobbiamo fare noi per proseguire su questa strada. Vincere anche quando non si gioca perfettamente è importante ed anzi è un segnale che vale molto in una stagione lunga e difficile come questa. Ringrazio Liotti e Lisi per essersi sacrificati ancor più del solito giocando in ruoli non propri. Proprio a Daniele Liotti avevo detto di non mollare dopo il rientro di Liviero e la sua uscita dai titolari. Ancora, una nota di merito va a Stefano Del Sante, che a causa del suo infortunio ha perso, ad oggi, il posto da titolare. Stefano non ha mai smesso di allenarsi bene e di aiutare la squadra anche giocando pochi minuti come oggi. Amenta ha accusato purtroppo ancora problemi fisici che non gli hanno permesso di essere disponibile. Ripa non lo scopriamo oggi; deve continuare così perché il campo parla e gli sta dando ragione. Non deve mollare perché ci sono i suoi compagni di reparto pronti a “rubargli” il posto. Ora pensiamo a Catanzaro sperando di recuperare rapidamente Izzillo.

Raffaele Izzo

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Juve Stabia vs Cosenza: 2-0

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ROBERTO FIORE

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Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia, in occasione della gara di campionato tra juve Stabia e Cosenza, c’è stato un grande ritorno a…

Clemente Filippi : Vittoria dedicata a Cancellotti (VIDEO)

È intervenuto ai nostri microfoni il D.G. delle Vespe, Clemente Filippi :

Siamo felici per questa vittoria e per il primato che in Serie C1 mancava da tanti anni. Fa ancora più piacere che questa vittoria sia arrivata avanti agli occhi del grande Presidente Fiore. Abbiamo giocato una buona gara, contro una squadra che punta al salto di categoria. Ovviamente questo risultato è dedicato a Tommy Cancellotti, che non vediamo l’ora di riabbracciare. Da domani testa al Catanzaro.

Raffaele Izzo

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Juve Stabia vs Cosenza: 2-0

Juve Stabia vs Cosenza – La Juve Stabia cerca di regalarsi una notte da prima in classifica contro il Cosenza.
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Allo stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia, in occasione della gara di campionato tra juve Stabia e Cosenza, c’è stato un grande ritorno a…

Sandomenico: Ci godiamo il primato e pensiamo alla prossima gara (VIDEO)

Al termine della vittoriosa gara contro il Cosenza abbiamo ascoltato Salvatore Sandomenico:

Oggi era importantissimo vincere per mettere pressione a Lecce e Foggia, sperando che tra le due pugliesi domani possa finire in pari. Abbiamo giocato una gran partita, forse sbagliando un po’ troppo sotto porta ma fortunatamente è andata bene. La nostra dedica va a Tommaso Cancellotti, che abbracciamo tutti con affetto. Siamo un grande gruppo, dove ognuno è decisivo a prescindere da chi gioca dall’inizio. Non ci sono titolari e riserve ma solo calciatori che lottano per un obiettivo comune. Da domani penseremo alla prossima gara di Catanzaro.

Raffaele Izzo

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Juve Stabia vs Cosenza: 2-0

Juve Stabia vs Cosenza – La Juve Stabia cerca di regalarsi una notte da prima in classifica contro il Cosenza.
I calabresi sono un avversario…

ROBERTO FIORE

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Juve Stabia vs Cosenza: 2-0

Juve Stabia vs Cosenza – La Juve Stabia cerca di regalarsi una notte da prima in classifica contro il Cosenza.

I calabresi sono un avversario tradizionalmente ostico quindi le Vespe sono chiamate ad una grande prestazione per portare a casa i tre punti. Nel Cosenza spicca la presenza dell’ex punta gialloblù Baclet.

Al Menti è presente l’ex Presidente Roberto Fiore, che ha accolto l’invito del suo ex pupillo Gaetano Fontana. Applausi scroscianti per il Presidentissimo, accolto dai cori e dall’affetto dei tifosi stabiesi.

  • ESCLUSIVA Roberto Fiore: “Il Menti che emozione, sono tornato giovane” VIDEO

Prima della gara le squadre osservano un minuto di silenzio in memoria del papà di Tommaso Cancellotti, scomparso nella giornata di venerdì.

Juve Stabia 4-3- 3: Russo, Liviero, Capodaglio, Atanasov, Marotta, Sandomenico, Liotti, Izzillo, Lisi, Mastalli, Ripa.

A disposizione di Fontana: Bacci, Borrelli, Kanoute, Zibert, Del Sante, Camigliano, Salvi, Petricciuolo, Esposito, Rosafio, Montalto.

Cosenza 4-3- 3: Perina, Corsi, Capece, Tedeschi, Blondett, Caccetta, Cavallaro, Baclet, Mungo, Filippini, Scalise.

A disposizione di Roselli: Saracco, Criaco, Gambino, Meroni, Appiah, Bilotta, Collocolo, Madrigali.

Spettatori: 2391 per un incasso di € 25.929,00

Ammoniti: Lisi (JS), Scalise ( C )

PRIMO TEMPO

Minuto 4: Sandomenico prova la conclusione col destro; palla angolata ma debole.

Minuto 10: Episodio molto dubbio nell’area del Cosenza. Marotta, trattenuto, chiede a gran voce il penalty ma l’arbitro dice no.

Minuto 20: Occasione per Capodaglio che recupera una palla sulla trequarti e prova il destro a giro; Perna devia in angolo.

Minuto 24: Mastalli prova il cross teso che diventa un tiro; palla deviata in angolo dal portiere del Cosenza.

Minuto 26: GOOOOOOL JUVE STABIA!!!! Ripa sgambettato in area di rigore conquista un giusto penalty. Dal dischetto lo stesso Spider spiazza Perna per il vantaggio delle Vespe.

Minuto 31: Triangolo volante tra Ripa e Sandomenico ma il cross teso dell’esterno per pochissimo non è preda di Izzillo, inseritosi in area.

Minuto 39: Giocata alla Recoba di Marotta che cerca il gol direttamente da calcio d’angolo. Palla ancora deviata dal portiere calabrese.

Minuto 42: Sinistro a giro magico di Marotta con palla che sfiora il palo.

SECONDO TEMPO

Minuto 7: Inizio di ripresa pimpante del Cosenza che va due volte vicino alla rete del pari. Prima un salvataggio prodigioso di Atanasov e poi una buona parata di Russo su Baclet evitano il pareggio degli ospiti.

Minuto 14: Tra le Vespe esce l’ammaccato Izzillo ed entra Salvi.

Minuto 15: Spizzata di testa di Ripa che va vicinissimo alla rete del raddoppio.

Minuto 18: Ancora conclusione dalla distanza velenosa di Marotta deviata in corner da Perna.

Minuto 20: Staffetta tra Marotta e Kanoute nei gialloblù.

Minuto 30: Occasionissima per il raddoppio di Ripa sulla cui conclusione ravvicinata Perna risponde presente.

Minuto 35: Bomba dalla distanza di Sandomenico che impegna il portiere del Cosenza; palla respinta.

Minuto 37: Azione travolgente di Mastalli che salta l’avversario e va al tiro; parata bassa del portiere del Cosenza.

Minuto 42: Clamorosa palla gol per il pareggio del Cosenza ma Blondett spreca da posizione favorevolissima.

Minuto 45: Slalom di Sandomenico in aera con diagonale che va fuori di pochissimo.

6 minuti di recupero

Minuto 47: Tra le Vespe esce Ripa ed entra Del Sante.

Minuto 50: GOOOOOOOLLLLL JUVE STABIA!!!! Grande torre di Del Sante che libera Kanoute che a sua volta serve Sandomenico che appoggia facilmente in rete. 2 a 0 per le Vespe!!

Finisce così: la Juve Stabia è, in attesa del match tra Lecce e Foggia,

capolista del girone C.

Raffaele Izzo

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