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Abusi Su Minori (Lo Piano Saint Red)

In Italia negli ultimi 5 anni si sono registrati piu’ di 3000 casi di abusi su minori, chissa quanti altri ancora ve ne saranno stati senza che se ne abbia avuta notizia.

Bambini picchiati, contesi, trascurati, mortificati nel corpo e nella mente, vittime di un’infanzia negata, spesso traditi dalle persone piu’ care, che avrebbero dovuto avere il compito di vigilare, di proteggerli da ogni insidia, non di distruggerne l’innocenza.

La maggior parte dei “delitti” nei confronti dei minori hanno uno sfondo sessuale, le cronache sono piene di storie raccapriccianti in cui gli “attori” sono stati, padri, madri, compagni o compagne di quest’ultimi, zii o cugini, che si sono trasformati in orchi casalinghi.
Proprio in queste ore si sono registrate altre 2 squallide storie, a Terni sono stati arrestati una”madre” ed il proprio compagno per presunti abusi sessuali nei confronti del figlio della donna, eta’ del bambino?…..soli 6 anni.
Nella stessa giornata di ieri, un episodio analogo si e’ avuto a Vibo Valentia, sono state arrestate 3 persone , tra queste un “sacerdote” di 35 anni. Le accuse nei loro confronti sono di prostituzione minorile e corruzione di minorenni.
Sono decenni che numerosi “sacerdoti” e alti prelati sono stati al centro di numerosi casi di pedofilia, i traumi subiti dagli adolescenti presi di mira dagli orchi travestiti da preti, lasciano sempre ferite laceranti che il tempo non riuscira’ mai a cicatrizzere del tutto.
Ad essere individuate non vi sono solo le violenze fisiche e sessuali, ma altri tipi d’abusi: fra questi quelli chimici sono i piu’ frequenti. Alcuni “genitori” somministrano farmaci o droghe ai propri figli, le conseguenze di tali “trattamenti”, possono procurare danni irreversibili nella psiche degli adolescenti, traumi che a distanza di anni possono portare a forti stati depressivi.
Si stanno creando in Italia alcuni centri specialistici per cercare di trovare le  soluzioni  piu idonee ai traumi subiti, da bambini e adolescenti . Ogni Regione dovrebbe disporre di un Centro Ospedaliero pediatrico, quelli creati sono ancora troppo pochi, a difesa di un’infanzia spesso abbandonata.

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Renzi, se vince No verificheremo situazione e cosa succederà ”lo scopriremo solo vivendo”

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Renzi celebra i mille giorni del suo governo, “il quarto più duraturo dell’era repubblicana”. Mostra i risultati in 4 slide e cita Lucio Battisti a proposito del referendum: “Cosa succede al governo” se dovesse vincere il No al referendum “lo scopriremo solo vivendo.

Roma – Penso che questo referendum possa portare davvero il cambiamento in Italia. Questo governo è nato per cambiare, per fare le riforme istituzionali. Ove i cittadini bocciassero queste riforme, verificheremo la situazione politica”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, citando una frase di una canzone di Lucio Battisti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, dicendosi convinto che alla fine “prevarrà il Sì”.

“Se vincerà il No verificheremo la situazione politica”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la conferenza stampa a palazzo Chigi per celebrare i mille giorni del suo governo, non ha sciolto il nodo sul suo futuro in caso di sconfitta al referendum costituzionale. Su questo tema il premier è tornato anche in un secondo momento. Parlando a ‘Otto e mezzo’ su La7 delle conseguenze del voto del 4 dicembre, Renzi ha spiegato: “Ho 41 anni e non devo aggiungere una riga al mio curriculum. sono onorato di aver governato per mille giorni” ma se al referendum vinceranno i No “io non sono adatto a fare gli inciuci o a galleggiare. Se si vuole cambiare ci sto”.

 

AFFLUENZA. RENZI, VOTERANNO IN TANTI, TEMA CENTRALE QUELLO DEGLI INDECISI 

In quanto all’affluenza, Renzi si è detto certo che sarà alta. “Se conosco il popolo italiano, penso che voteranno in tanti”. Una speranza, anche perché “il tema centrale restano gli indecisi: si vince con chi arriva a 15 milioni di voti, con il 60% di affluenza“. “Come si vince? Spiegando la riforma”, ha aggiunto il premier.

SONDAGGI DANNO VINCENTE IN ‘NO’. RENZI, NON SEMPRE CI AZZECCANO…

I sondaggi sono negativi (si parla del 10% di distacco a vantaggio del No sul Sì) ma ultimamente si sono dimostrati molto poco affidabili come insegnano i casi Brexit e Presidenziali Usa. E su questo ‘scommette’ Renzi: “Il No è in testa nei sondaggi, ma abbiamo visto che non sempre i sondaggi ci azzeccano – afferma -. Confido che la maggioranza silenziosa degli italiani scelga sulla base del quesito”. Per Renzi, comunque, “gli italiani sceglieranno in base al quesito. Abbiamo infatti sgombrato il campo dai temi della deriva autoritaria e del combinato disposto con la legge elettorale”.

agi/aska

Trump: a Flynn la sicurezza nazionale. Nella squadra anche Romney, Sessions, Kushner.

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Trump offre al controverso Michael Flynn la sicurezza nazionale. Nella squadra anche Mitt Romney, Jeff Sessions, Jared Kushner. Chi è in 5 punti l’ex generale Flynn scelto da Trump per la sicurezza Usa. Fu critico con Obama per la lotta all’Isis.

New York – Grandi manovre alla Trump Tower, quartier generale di Donal Trump, dove è in corso la preparazione della nuova squadra di governo. Tra gli ultimi nomi è spuntato quello di Michael Flynn come consigliere per la sicurezza nazionale. Generale dell’esercito in pensione, 57 anni, ha guidato la Defense Intelligence Agency sotto Barack Obama ed è stato molto critico nei confronti della sua amministrazione sulla guerra contro l’Isis. Per mesi ha aiutato il presidente eletto degli Stati Uniti a colmare il suo vuoto di conoscenze ed esperienza in politica estera e nel settore della sicurezza nazionale. Per i media statunitensi, era stato anche tra i nomi presi in considerazione per il ruolo di vicepresidente.

DEMOCRATICO – Cresciuto in una famiglia “molto democratica”, Flynn è registrato come elettore democratico ed è favorevole all’aborto.

GLI SCONTRI CON OBAMA – Durante la prima notte della convention repubblicana di quest’anno, è stato uno degli oratori principali e più convincenti, affermando che la minaccia posta dall’Isis deve essere contrastata con un’azione più aggressiva delle forze militari statunitensi e che Washington dovrebbe collaborare di più con la Russia.

PRO PUTIN – Proprio la sua vicinanza alla Russia lo ha esposto a critiche in patria: Flynn è apparso regolarmente sulla televisione di Stato in lingua inglese Russia Today e una volta ha partecipato a un gala della tv, sedendo a due posti dal presidente Vladimir Putin.

LA LOTTA ALL’ISIS – A febbraio, il generale ha scritto su Twitter che “la paura nei confronti dei musulmani è razionale”; una frase che non stupisce, visto che è stato costretto a lasciare la guida della Defense Intelligence Agency, nel 2014, perché era l’unico a considerare gli Stati Uniti meno al sicuro di quanto fossero prima degli attacchi dell’11 Settembre, e che è convinto che la sharia (la legge islamica) si stia diffondendo negli Stati Uniti. Come consigliere, secondo il New York Times, avrebbe convinto Trump che gli Stati Uniti sono in una “guerra mondiale” contro i militanti islamici. Il generale non avrebbe ancora accettato l’incarico, per cui non serve il via libera del Senato.

LE CRITICHE – Si sono già alzate voci critiche, tra cui quella dello Human Right Watch, secondo cui Flynn avrebbe mostrato “un profondo disprezzo per i diritti umani e le leggi di guerra”. I dubbi sulla sua figura, però, sono anche di altro tipo: secondo il reporter Michael Isikoff, Flynn avrebbe cominciato a ricevere informazioni classificate relative alla sicurezza nazionale statunitense la scorsa estate, come membro della squadra di Trump, continuando a gestire la propria società di consulenza, la Flynn Intel Group, con cui offre servizi d’intelligence a clienti stranieri; tra questi, ci sarebbe stata anche un’azienda di un facoltoso uomo d’affari turco, molto vicino al presidente

La futura squadra di Trump

  •  Michael Flynn potrebbe, invece essere il consigliere per la sicurezza nazionale. All’ex generale il ruolo gli è stato offerto da Trump in base a quanto è stato fatto trapelare dal team di transizione nella serata di ieri.​
  • Mitt Romney potrebbe essere il prossimo segretario di Stato e sostituire John Kerry alla guida della diplomazia. Donald Trump lo dovrebbe incontrare nel fine settimana. Il repubblicano moderato, 69 anni, ed ex governatore del Massachussets è stato battuto da Obama nelle presidenziali del 2012.
  • Jeff Sessions, senatore dell’Alabama, è un razzista ed è ritenuto un altro autorevole candidato per il posto di ministro della giustizia nella nuova amministrazione. Fu nominato giudice federale ma mai confermato dal Congresso per le sue posizioni. Lasciando il quartier generale di Trump a New York ha detto: “Credo che Romney potrebbe fare bene, ma sarà Trump a prendere la decisione finale”.
  • Jared Kushner, genero del presidente eletto Donald Trump, vuole a tutti costi un ruolo nella nuova amministrazione e ha incaricato i suoi legali di studiarne la fattibilità senza violare la legge contro il nepotismo.

Lo sostiene il New York Times, segnalando che un ruolo nella squadra di governo per il 35enne marito di Ivanka Trump è visto con favore anche del capo di gabinetto designato, Reince Priebus e dello stratega di Trump, il controverso Steve Bannon. Sempre secondo il Nyt, Kushner sarebbe convinto che gli basterebbe rinunciare allo stipendio e affidare i suoi affari ad un “blind trust” per non violare alcuna norma. A lui “piace giocare secondo le regole – ha detto alla Cnn Kellyanne Conway – e se anche non avrà un incarico di governo resterà un consigliere di riferimento per il presidente”.

(agi / askanews)

L’ORDA AZZURRA- Marrazzo: “Hamsik ragazzo d’oro. Pavoletti-Zaza? Il Napoli non può rischiare…”

Alessandro Marazzo ai microfoni di Vivicentro

Ai microfoni di Vivicentro, durante il programma radiofonico l’Orda Azzurra, è intervenuto Alessandro Marrazzo, giornalista Calcio Napoli 24, il quale ha dichiarato: “Hamsik è un ragazzo che ha sposato Napoli, non solo il progetto sportivo, ma anche la città. Le sue dichiarazione sono sempre d’amore per la squadra e i tifosi azzurri. Le ultime parole del capitano non sono altro che una nuova dimostrazione d’affetto. Al di là dei meriti sportivi, Marek è davvero una brava persona. In attacco? Pavoletti ha quel qualcosa in più in fase di realizzazione, Zaza partecipa di più al gioco della squadra. Credo che dipenda da ciò che voglia fare il West Ham con l’ex Juve. Pare che non voglia riscattarlo. Alla fine, Zaza dovrebbe ritornare a Torino. Alla luce di ciò che è accaduto in estate con i bianconeri, anche con Zaza sarà molto difficile imbastire una trattativa. Pavoletti, invece, ha un gran legame con Giuntoli. Lo scoglio Preziosi sarà, però, molto difficile da superare. Il Napoli non può rischiare di puntare tutto sul recupero di Milik. Gli azzurri devono puntare al secondo posto, anche se la Roma non è un cliente facile. In difesa? Aleix Vidal non ha mantenuto le aspettative del Barcellona, che vorrebbe liberarsene. Col Napoli non ci sono stati contatti, almeno per il momento. I rapporti tra l’entourage del giocatore e la società sono comunque buoni. Ciciretti? Il Napoli sta osservando tantissimi giovani. La società sta provando ad opzionare più ragazzi, per poi prendere chi reputa il più interessante. Ma non credo stia, in questo momento, puntando a prendere Ciciretti. 

Segui la diretta radio – Berretti, Casertana-Juve Stabia: i convocati di Panico

Berretti, Casertana-Juve Stabia seguila su ViviRadioWeb

Dopo il pareggio interno contro il Catanzaro, la Juve Stabia allenata da Domenico Panico sarà di scena allo stadio Vallefuoco a Mugnano di Napoli, domani alle ore 14:30 per giocare il derby contro la Casertana. Potrete seguire la diretta radiofonica su ViviRadioWeb a partire dalle 14:15.

Questi i convocati scelti da mister Panico:

Borrelli F, Riccio, Rubino, Iengo, Matarazzo, Strianese, Bisceglia, Borrelli E, Elefante, Mauro, Sorrentino F, Vecchione, Scognamiglio
Servillo, Del Prete, Langella, Procida, Chirullo, Contieri, Matassa

a cura di Ciro Novellino

Come sempre potrete ascoltarla in diretta radiofonica a questo indirizzo:

Cliccando questo link https://www.vivicentro.it/viviradioweb/

dalle 20:15 e in differita due ore dopo la fine della trasmissione a questo indirizzo https://www.spreaker.com/show/vivi_radio

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Milik: “Bello ricevere tanti messaggi di affetto dalla gente di Napoli. Voglio fare del mio meglio quando tornerò”

Arkadiusz Milik ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport. Ecco alcuni passaggi dell’ intervista

 
“Il momento più brutto? Sicuramente quando i medici della Nazionale hanno detto che mi sarei dovuto operare per tornare a giocare. Quello è stato il momento peggiore ma ormai è passato, momenti come questo ti fanno diventare più forte.
Sto cominciando ad apprezzare la città di Napoli ma non la conosco ancora bene. È una città molto caotica ed è difficile per noi calciatori poterci passeggiare in tranquillità.
È stata una bella sensazione ricevere così tanti messaggi di affetto dalla gente di Napoli, della Polonia, da tutti i miei tifosi e non solo. Non mi aspettavo una reazione così grande: anche adesso a Napoli la gente mi ferma e mi dice: ‘torna in campo il prima possibile perché abbiamo bisogno di te ’. Adesso mi sto allenando ancora più duramente perché sento quanto è forte il calore della gente. È una sensazione meravigliosa e quando tornerà in campo so che farò del mio meglio anche per loro”.

Milik: “Mi sento bene ma non posso dire quando tornerò”

Arkadiusz Milik ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport. Ecco alcuni passaggi dell’ intervista:

“Mi sento molto bene. Non mi ricordo neanche quanti giorni sono trascorsi dall’ infortunio, forse quaranta. Ora posso tornare in campo, ovviamente non a giocare ma solo a correre e questo mi rende molto felice. Sono sulla strada giusta, il ginocchio sta tenendo bene e non si sta gonfiando.
Quando tornerò? Non posso dirlo io, voglio farlo il prima possibile ma non dipende da me. Sto lavorando duro ogni giorno ma non so quando tornerò. Non me la sento di sbilanciarmi sulla data”.

I matrimoni tornano di moda? Forse!

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Inaspettatamente, nell’ultimo anno il numero dei matrimoni in Italia è cresciuto. Per la prima volta dall’inizio della Grande crisi, quando chi aveva in progetto di sposarsi tendeva a rimandare. Questo dato positivo può quindi essere letto come inizio dello scongelamento delle scelte? Sì, ma con cautela.

Aumentano le nozze, ma aspettiamo a festeggiare

L’aumento dei matrimoni è un segnale incoraggiante, soprattutto in confronto a quanto accaduto negli anni scorsi. Ma perché possa dare un vero impulso di vitalità al paese, si devono potenziare gli strumenti a favore dell’autonomia delle nuove generazioni e di solido accesso al mondo del lavoro.

Un dato positivo

La crisi economica (e la sua durata), l’esito del referendum britannico e delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti: comunque la si pensi, sono tutti eventi in qualche modo “inattesi”, che producono incertezza sul futuro e incentivano un atteggiamento difensivo. Anche il crollo delle nascite degli ultimi anni sui valori più bassi dall’Unità a oggi non era previsto. Lo “scenario basso” (quello meno roseo) delle proiezioni Istat più recenti, con base 2011, restituisce 513mila nati nel 2015, mentre il valore reale osservato è stato di 486mila. Risulta allora particolarmente interessante il dato in controtendenza dei matrimoni, in aumento nel 2015 rispetto all’anno precedente. Tanto più che solo pochi mesi fa il Censis aveva delineato un quadro deprimente nel suo studio dal titolo “Non mi sposo più”. Ne usciva il ritratto di una crisi irreversibile da ricondurre in larga parte “alla deresponsabilizzazione affettiva delle nuove generazioni”. Tutto ciò ci dice, prima di tutto, che dobbiamo fortemente potenziare la nostra capacità di lettura e analisi della realtà, dei suoi mutamenti, dei comportamenti e dei processi decisionali dei cittadini.
Detto questo, un aumento della formazione delle unioni era però da mettere in conto, anche se non era scontato vederlo con i dati del 2015 e sulle unioni coniugali. Per capire meglio le dinamiche attuali può essere utile uno sguardo all’evoluzione storica dei matrimoni in Italia.

Cambiamenti culturali e freni oggettivi

Nel 1939 si sono celebrate in Italia 320mila nozze. Negli anni più bui della guerra si scende a 215mila, ma nel 1948 si sale a ben 385 mila. Valeva anche per le grandi carestie ed epidemie del passato: durante gli anni difficili chi progetta di sposarsi ci pensa un po’ di più prima di fare il grande passo, sia per le difficoltà oggettive sia per il clima di incertezza. Finita la crisi, c’è un ritorno alla normalità, a cui si somma il recupero di chi ha rinviato. Anche il dato positivo del 2015 può quindi essere letto come inizio dello scongelamento delle scelte dopo un lungo periodo di recessione. Ma l’inversione di tendenza è ancora più rilevante se si pensa che la crisi ha accentuato una contrazione dei matrimoni già in atto prima del 2008.
Il numero di matrimoni rimane elevato fino al 1973, anno della crisi petrolifera che segna anche la fine dei “trenta gloriosi”, ovvero della fase di crescita e welfare espansivo che aveva caratterizzato i primi tre decenni del secondo dopoguerra. Da allora inizia una parabola discendente. Ci si sposa sempre più tardi e sempre di meno. Si entra in uno stato di minori sicurezze sociali, di maggiori incertezze verso il futuro, di riduzione di opportunità per le nuove generazioni.
Da oltre 400mila matrimoni a inizio anni Settanta si scende a meno di 250mila nel 2008. Ai fattori strutturali si sovrappongono anche cambiamenti culturali profondi. I percorsi di transizione alla vita adulta si fanno meno standardizzati, più liberi dalle norme sociali e più autodiretti. Un po’ più tardi rispetto agli altri paesi, ma questi cambiamenti investono anche l’Italia. Sia per scelta che per reazione adattiva a uno scenario di crescenti incertezze nelle relazioni di coppia e di prospettive lavorative, aumentano le unioni informali.
Non a caso, a diminuire sono soprattutto i “primi” matrimoni, quelli tra celibi e nubili: scendono a 185.749 nel 2008 e a 142.754 nel 2014, il valore più basso in assoluto da quanto l’Istat rileva il dato.

Un segnale positivo, ma il futuro rimane incerto

Il dato positivo del 2015 riguarda i matrimoni nel complesso, aumentati di circa 4.600 unità rispetto all’anno precedente, ma anche le prime nozze tra cittadini italiani crescono di circa duemila unità. Può sembrare un incremento modesto, ma è particolarmente rilevante per almeno tre motivi. In primo luogo, la riduzione era stata di oltre 10mila unità dal 2013 al 2014. Se si fosse scesi ancora della stessa entità – e nessuno se ne sarebbe meravigliato – avremmo avuto 132mila prime nozze nel 2015. Secondo: è cresciuta nel tempo la propensione dei giovani a formare la prima unione in modo informale, non era quindi scontato che la ripresa post crisi interessasse anche il vincolo coniugale. Terzo: la denatalità passata sta producendo un processo di “degiovanimento” della popolazione italiana, con la conseguente riduzione progressiva della popolazione potenziale in età da prime nozze: la popolazione femminile di 32 anni – che corrisponde all’attuale età media al primo matrimonio – è passata da oltre 450mila donne di dieci anni fa alle circa 350mila di oggi.
L’aumento dei matrimoni è quindi un segnale incoraggiante, ma se non potenziamo gli strumenti a favore dell’autonomia delle nuove generazioni e di solido accesso al mondo del lavoro, rischia di essere una ripresa timida, non in grado di dare un vero impulso di vitalità al paese.

vivicentro.it/attualità
vivicentro/Il matrimonio torna di moda? Forse!
lavoce.info/Aumentano le nozze, ma aspettiamo a festeggiare (Alessandro Rosina)

Udinese-Napoli, i convocati di Sarri: confermata l’ assenza di Gabbiadini

Allenamento pomeridiano per il Napoli a Castelvolturno.
Gli azzurri preparano il match contro l’Udinese di domani, sabato 19 novembre, al Friuli. Anticipo della 13esima giornata di Serie A (ore 18).
La squadra dopo la prima fase di attivazione ha svolto seduta tecnico tattica. Chiusura con partitina e campo ridotto ed esercitazioni su calci da fermo.
Differenziato per Gabbiadini che non sarà del match.
I convocati: Reina, Rafael, Sepe, Chiriches, Tonelli, Ghoulam, Hysaj, Koulibaly, Maksimovic, Maggio, Strinic, Albiol, Allan, Diawara, Hamsik, Rog, Jorginho, Zielinski, Giaccherini, Callejon, Lorenzo Insigne, El Kaddouri, Mertens.

 

Da sscnapoli.it

Le misure sulla previdenza previste dalla legge di bilancio 2017

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Dall’Ape (anticipo pensionistico) alla possibilità di cumulo dei contributi versati a casse diverse, all’estensione di quattordicesima e “no-tax area” vediamo le misure sulla previdenza previste dalla legge di bilancio 2017 in discussione in Parlamento. E perché la loro copertura finanziaria non convince.

Le novità per chi va in pensione e chi già c’è

Sulle pensioni la legge di bilancio 2017 conferma quanto era già stato anticipato. Le coperture derivano sostanzialmente da misure una tantum. Suscitando dubbi sulla sostenibilità futura dei provvedimenti. Il poco tempo per l’approvazione non permetterà miglioramenti attraverso gli emendamenti.

Come sarà l’Ape

La legge di bilancio 2017 è finalmente arrivata in parlamento per la discussione. Le novità rispetto a quanto anticipato sul capitolo pensioni sono minime, vale comunque la pena di riepilogarle.
Come preannunciato, sarà introdotta in via sperimentale la possibilità per dipendenti pubblici e privati di anticipare fino a 3 anni la pensione di vecchiaia. La cosiddetta Ape sociale sarà riservata ai disoccupati di lungo corso, ai lavoratori con invalidità superiore al 73 per cento, a chi assiste parenti di primo grado con disabilità gravi e a chi ha svolto lavori pesanti per almeno 6 anni. Il requisito contributivo sarà di 30 anni per tutte le categorie eccetto l’ultima, per la quale saranno necessari 36 anni di contributi. Per pensioni inferiori ai 1.500 euro lordi, lo Stato erogherà un assegno di accompagnamento alla pensione senza applicare alcun taglio. Per importi superiori, il lavoratore si farà carico della sola differenza.
Il costo sarà coperto dell’azienda nel caso in cui il prepensionamento sia richiesto dal datore di lavoro, mentre sarà a carico del lavoratore qualora l’anticipo sia volontario. In entrambi i casi, il requisito contributivo sarà di 20 anni e lo Stato sconterà metà del costo finanziario e assicurativo. La quota più importante del taglio applicato all’assegno sarà dunque quella di ammortamento del finanziamento, ed è perciò errato parlare di “penalizzazioni”: i tagli applicati all’assegno in caso di Ape volontaria (4,6 per cento per ogni anno di anticipo richiesto per i successivi 20 anni) rappresentano il costo, per giunta parziale, dell’anticipo.
Il coinvolgimento del settore creditizio-assicurativo è necessario per limitare l’impatto finanziario, i tassi d’interesse e i premi assicurativi dovuti saranno regolati da accordi-quadro e saranno favorevoli anche in virtù dell’introduzione di un apposito fondo di garanzia. L’obbligo assicurativo farà sì che il lavoratore non sia costretto a fornire garanzie reali e che non ci siano decurtazioni sull’assegno di reversibilità in caso di premorienza del pensionato.
Una novità rispetto a quanto anticipato riguarda la preclusione del diritto all’anticipo nel caso in cui l’assegno che ne risulta sia inferiore ai 700 euro. La ragione della limitazione, richiesta dai sindacati in sede di concertazione, sarebbe quella di evitare l’erogazione di assegni troppo bassi. È tuttavia evidente che buona parte degli esclusi appartengono in realtà a nuclei famigliari agiati. Sarebbe dunque più giusto non regolamentare la questione e lasciare la valutazione alla libera scelta del lavoratore.
Il meccanismo prevede invece un buon grado di flessibilità per i redditi più alti: il lavoratore potrà richiedere un anticipo parziale e modulare i tagli al fine di estinguere il debito in anticipo, mentre per gli iscritti ai fondi complementari è confermata la possibilità di attingervi per pagare, in tutto o in parte, il costo dell’anticipo (Rita – rendita integrativa anticipata).

Quattordicesima ed esodati

Per gli iscritti a più forme di assicurazione obbligatoria, sarà introdotta la possibilità di cumulo gratuito. Rimangono purtroppo escluse le casse professionali in quanto, a causa dei diversi meccanismi finanziari, la possibilità di cumulo ne comprometterebbe la stabilità finanziaria.
Confermati poi gli interventi sulle pensioni basse: la quattordicesima sarà estesa ai redditi fino a mille euro e sarà aumentata del 30 per cento per chi già la percepisce.
La no-tax area sarà equiparata a quella vigente per i lavoratori dipendenti anche per chi ha meno di 75 anni. A beneficiare dell’aumento saranno in gran parte pensionati appartenenti a nuclei famigliari agiati (soltanto metà della spesa relativa a detrazioni e quattordicesime andrà a effettivo beneficio di individui il cui reddito famigliare è nel 40 per cento più povero). Anche in questo caso, la definizione degli aventi diritto sulla base del reddito individuale rende la manovra mal calibrata.
La legge prevede infine l’ottava e ultima salvaguardia per gli esodati e alcune agevolazioni per chi svolge lavori usuranti e per i lavoratori precoci.
La manovra sarà finanziata prevalentemente con misure una tantum, quali ad esempio la rottamazione delle cartelle Equitalia, di fatto un condono che garantirà entrate solo nel breve periodo. Rimane dunque il dubbio su come i meccanismi introdotti verranno finanziati una volta scaduto il periodo sperimentale. Nonostante le entrate straordinarie, inoltre, la misura sarà parzialmente finanziata a deficit e ciò comporterà il rischio di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea.
Nel complesso, si tratta di provvedimenti positivi ma i margini di miglioramento sono molti. In particolare, sarebbe opportuno destinare le quattordicesime sulla base del patrimonio famigliare ed estendere l’Ape anche ai percettori di redditi bassi. Sta al parlamento proporre modifiche migliorative, ma a causa dei continui slittamenti nella presentazione della legge, i tempi per l’approvazione sono ormai contingentati. Si dovrà lavorare a ritmi serrati e pare improbabile che il governo abbia il tempo di valutare nel merito gli emendamenti.

vivicentro.it/economia
vivicentro/Le misure sulla previdenza previste dalla legge di bilancio 2017
lavoce.info/Le novità per chi va in pensione e chi già c’è (Simone Ferro)

Sky – Callejon ha smaltito l’ influenza, sarà titolare contro l’ Udinese

Josè Callejon anche oggi ha preso parte regolarmente alla seduta di allenamento prima della partenza per Udine. Sicura la sua presenza in campo domani sera dopo che un virus influenzale aveva destato particolari preoccupazioni sul suo impiego. Il problema, dunque, sembra completamente smaltito. Anche Raul Albiol ha lavorato con il gruppo e contro l’ Udinese giocherà dal 1’ minuto. Lo riferisce Sky Sport.

Analizzando l’avversario – Udine campo stregato per il Napoli

Finita la sosta nazionali il Napoli deve riprendere punti in campionato, deve accorciare le distanze con i posti che gli spettano. Dopo aver giocato una discreta partita con la Lazio, il campionato degli azzurri riparte da Udine. Un campo a dir poco stregato per i partenopei. Un campo dove già solo lo scorso campionato il Napoli ha visto sfumare definitivamente il sogno scudetto, portando a casa un clamoroso 3-1 e l’espulsione dell’ex bomber Higuaín che mancò per le successive tre giornate.

L’Udinese si trova attualmente nella tredicesima posizione a pari punti con Chievo e Sampdoria. L’ex di giornata Zapata può essere fondamentale per le manovre d’attacco dei friulani che sicuramente avranno preparata al meglio questo incontro.

 

L’allenatore dei friulani Delneri schiererà il seguente 4-3-3: Karnezis; Widmer, Danilo, Wague, Felipe; Fofana, Kums, Badu; De Paul, Zapata, Thereau.

 

Il Napoli non vince ad Udine dal 2 settembre 2007 quando conquistò un sonoro 0-5. Dopo quel giorno in otto partite in quel campo il Napoli ha collezionato quattro pareggi e altrettante sconfitte.

 

a cura di Andrea Bosco

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Aleix Vidal, l’ intermediario: “Parlo spesso con Giuntoli, al momento non c’è nulla ma…”

Graziano Battistini, intermediario che cura gli interessi di Aleix Vidal per l’ Italia, ha parlato ai microfoni di Radio Crc nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’:
“Una dura prova attende il Napoli, a Udine è sempre complicato giocare. Contro la Lazio ho visto una squadra tutt’ altro che in crisi.
Vidal al Napoli? Sono spesso in contatto con Giuntoli che stravede per Aleix. Ma al momento non c’è nulla, non è stato intavolato alcun discorso. Ovvio che la destinazione sarebbe gradita ma nel mercato invernale il tempo a disposizione è davvero poco per concludere trattative. Napoli è una grande piazza, è normale che venga presa in considerazione da un grande calciatore”.

Udinese-Napoli, la probabile formazione azzurra: una buona e una cattiva notizia per Sarri

Tredicesima giornata di Serie A che vede il Napoli impegnato in trasferta sul campo dell’ Udinese. Il match si disputerà domani, ore 18:00, alla ‘Dacia Arena’ di Udine.
Momento negativo per la squadra di Maurizio Sarri sul piano dei risultati. I partenopei nelle ultime tre partite, tra campionato e Champions, hanno totalizzato solo due punti. Il pari al San Paolo contro la Lazio ha fatto scivolare il Napoli al sesto posto in classifica a meno nove dalla Juventus. Ritrovare la vittoria per rilanciarsi in campionato e prepararsi al meglio alla sfida di Champions contro la Dinamo Kiev. Questo l’ obbiettivo degli azzurri che però devono fare i conti con un avversario ostico e un campo che ha regalato tanti dispiaceri in passato.

 

LE ULTIME SULLA FORMAZIONE AZZURRA  Una buona e una cattiva notizia per Maurizio Sarri. La prima è il recupero di Raul Albiol che tornerà ad affiancare Koulibaly al centro della difesa. La seconda è l’ assenza di Manolo Gabbiadini che non ha smaltito appieno il problema muscolare rimediato con la Nazionale. L’ attaccante sarà preservato per il match contro la Dinamo Kiev e resterà in città. Sarà ancora una volta Dries Mertens il perno dell’ attacco, supportato da Lorenzo Insigne e Josè Callejon. Gli esterni difensivi saranno Hysaj e Ghoulam. A centrocampo più Diawara che Jorginho in cabina di regia, sul centro destra ballottaggio Allan/ Zielinski con il brasiliano in vantaggio. Imprescindibile capitan Marek Hamsik in gol anche con la sua Slovacchia.

 

NAPOLI(4-3-3): Reina; Hysaj, Koulibaly, Albiol, Ghoulam; Allan, Diawara, Hamsik; Callejon, Mertens, L. Insigne.

 
ALLENATORE: Maurizio Sarri
A DISPOSIZIONE: Sepe, Rafael, Maggio, Tonelli, Maksimovic, Chiriches, Strinic, Zielinski, Jorginho, Rog, El Kaddouri, Giaccherini.
SQUALIFICATI: –
INDISPONIBILI: Milik, Gabbiadini

 

RIPRODUZIONE RISERVATA

Rai – Per Pavoletti pronto un quinquennale: i dettagli

Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport ed esperto di calciomercato, è intervenuto a ‘Si Gonfia la Rete’, in onda su Radio Crc. Ecco quanto evidenziato:
“Contratto quinquennale di 2 milioni più bonus vari legati a presenze, gol e convocazione in Nazionale. Questa l’ offerta che il Napoli ha presentato all’ entourage di Pavoletti, cifre che soddisfano sia gli agenti che l’ attaccante. Il problema potrebbe essere l’ inserimento di qualche club del nord per giugno. In quel caso l’ affare si complicherebbe ma attualmente credo che sia il Milan che l’ Inter non siano interessate. L’ accordo con il Genoa sembra esserci, per il momento siamo intorno ai 18-19 milioni bonus compresi. Si attendono risposte dal calciatore. L’ alternativa resta Simone Zaza su cui si può lavorare nel mese di dicembre.
Gabbiadini? Non è detto che venga ceduto. C’è da registrare l’ interesse di diversi club e il suo agente sta comunque lavorando al suo futuro”.

Delneri: “Affronteremo il Napoli senza paura. Zapata? I rumors lo hanno stimolato”

Luigi Delneri, allenatore dell’ Udinese, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Napoli.

 
Inizia il secondo miniciclo. Basterà una buona prestazione come a Torino?
“A Torino non cercavo solo prestazione, e quindi non la cerco solo col Napoli. Ci siamo preparati bene, è una partita complicata. Loro sono stati costruiti per fare bene in Italia e in Champions. Speriamo di non aver perso quello che avevamo 10 giorni fa. I ragazzi si sono allenati bene e come approccio alla partita. La sosta vale per tutti; un po’ ci ha disturbato, ma questo vale per loro”.

 

Bisognerà prendere alto anche il Napoli?
“Non dobbiamo svilire le nostre qualità. Dobbiamo mettere quello che abbiamo in campo. Non dobbiamo adattarci all’avversario, ma solo essere attenti a rispettare le loro qualità, per poi essere pronti ad affrontarlo con un giusto gioco di squadra, senza perdere di vista le piccole certezze dei nostri ultimi tempi”.

 

Udinese un po’ corta nelle scelte a centrocampo?
“Abbiamo un dovere, che è quello di recuperare giocatori importanti, come Hallfredsson e Penaranda, che ha bisogno di ancora tempo per trovare condizione fisica e conoscenza tattica. L’ho avuto troppo poco a disposizione. Cerchiamo di averli pronti per la partita di Cagliari. Jankto sta bene, così come Badu, che è rientrato in anticipo rispetto al solito. Abbiamo alternative importanti, come Kone, che ci può dare esperienza e possibili cambi tattici”.

 

La preoccupa la loro velocità in avanti contro la nostra difesa?
“Anche il Pescara non aveva gente lenta davanti. Io penso che loro siano stati costruiti per ottenere grandi risultati. Se c’è un aiuto di squadra possiamo fronteggiare l’uno contro uno. Poi non penso che Wague sia così lento. Loro hanno segnato praticamente sempre, e domani speriamo di limitarli. Sappiamo che sarà una partita complicata, ma vogliamo tamponare le loro bocche da fuoco. Il Napoli gioca un calcio super in Italia, li rispettiamo, senza paura, che nel calcio non deve esistere. Cercheremo quindi di fargli mancare i riferimenti e di evitare di lasciare a loro l’uno contro uno. Il Napoli si batte da squadra, non singolarmente”.

 

Come ha visto Zapata in questa settimana particolare?
“Il tentativo di sviarlo dai suoi pensieri l’ha stimolato. A livello mediatico una cosa simile è stata fatta con Widmer, ma potete stare certi che domani tutti giocheranno al massimo, senza pensare al mercato, sperando che Zapata possa fare un gol, o magari due. Il mercato e le sue voci le accetto, ma non mi piace molto in questo momento dell’anno. Siamo uomini maturi, sgamati, e i ragazzi sanno che devono sputare sangue per la maglia che portano, e questo deve essere per loro un motivo d’orgoglio”.

 

Quali sono le certezze tattiche al momento?
“Nel calcio non c’è limite al miglioramento. Abbiamo le certezze di certi ruoli, e in altre cose dobbiamo migliorare. Non c’è mai una partita uguale alle altre o di essere arrivati al massimo. La certezza assoluta che vedo è quella del gruppo, di una squadra che sbaglia anche, ma si aiuta sempre”.

 

Quanto conta come certezza Danilo?
“Danilo è un ragazzo molto importante, ma non dimentico Felipe, che si adatta a un ruolo nuovo, Heurtaux che sta fuori. Chi sta qui da più tempo deve dare l’impronta a chi è nuovo. Io Danilo l’ho sempre visto giocare bene, ma non sono una partita o due che influiscono sul giudizio di un giocatore. Io voglio che loro portino in campo quello di cui sopra, perché questo migliora anche il loro rendimento”.

 

Da udinese.it

Koulibaly, l’ agente: “E’ un momento fondamentale, Kalidou è carico”

Bruno Satin, agente di Kalidou Koulibaly, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss nel corso di ‘Radio Gol’. Ecco quanto evidenziato:

 
“La squadra sta vivendo un momento un po’ delicato ma Kalidou è molto carico e vuole dare il massimo per i compagni. Fino a Natale ci sarà un ciclo di partite fondamentale: bisogna passare il turno in Champions e guadagnare terreno in campionato.
Parole De Laurentiis? In questo momento è importante guardare solo al futuro. Il Napoli deve fare punti in campionato ed accedere agli ottavi di Champions.
Koulibaly capitano in futuro? Nel calcio, si sa, nulla è impossibile. Avrebbe potuto lasciare Napoli in estate ma è voluto restare per contribuire a raggiungere grandi obbiettivi”.

Radio Kiss Kiss: “Gabbiadini assente contro l’ Udinese, lo si vuole preservare per la Champions”

A Radio Kiss Kiss, nel corso di ‘Radio Gol’, è intervenuto il conduttore Valter De Maggio per riportare importanti aggiornamenti in casa Napoli. Ecco quanto evidenziato:
“Manolo Gabbiadini non partirà alla volta di Udine con la squadra. Maurizio Sarri vuole preservare il suo attaccante in vista del match di Champions League contro la Dinamo Kiev. Per questo motivo non verrà convocato”.

Hamsik: “Possibile che chiuda la mia carriera al Napoli. Scudetto? Se dovessi vincerlo…”

Il capitano azzurro Marek Hamsik ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Di seguito alcuni estratti.

 

Soltanto 12 gol di distanza da Maradona
“Speriamo di raggiungerlo già quest’anno, mi dà gusto. Io non sarò mai come lui, né credo che sia possibile esserlo in assoluto, però almeno mi resterà questa soddisfazione di averlo battuto. E a quel punto gli chiederò di incontrarlo. Ho avuto la possibilità di parlarci al telefono, l’anno scorso: gli telefonò Higuain e me lo passò. Fu carino, come sempre, tante belle parole. Però stringergli la mano e parlargli di persona offrirà emozioni forti”.

 
Sveliamo qualche vicenda (quasi) inedita: lei è stato vicino alla Juve, all’Inter e al Milan.
“Confermo. Credo che sia chiaro che in Italia non ci sarà una squadra per me che non sia il Napoli, ma credo anche che esistano i margini affinché io chiuda qua la mia carriera. E’ una possibilità seria”.

 
Lo scudetto o la Champions?
“Impossibile scegliere, perché c’è un valore forte in entrambi i titoli. Però la Champions vuol dire, in pratica, essere i più forti al mondo. Darebbe una statura internazionale da far girare la testa. E’ bello pensarci, ma la vedo irrealizzabile”.

 
E allora siamo seri.
“Non credo che il Napoli possa essere ritenuto forte a quei livelli, in finale di Champions League ci arrivano i colossi. Però ritengo questo Napoli una gran squadra, capace di un gioco meraviglioso del quale si è grati a Sarri, e dunque in grado di giocarsela con la Juventus. Ci basta un filotto di vittorie, tre o quattro consecutive, per riavvicinarci e fare avvertire la nostra presenza. Abbiamo i mezzi per riuscirci, in quest’ultimo periodo non siamo stati assistiti dalla sorte e quando non vinci nasce il pessimismo. Io invece sono ottimista o forse realista perché conosco il valore dei compagni”.

 
Allo scudetto siete stati più o meno vicini in due circostanze.
“Con Mazzarri e con Sarri, poi c’è venuto meno qualcosa, forse certe caratteristiche che ancora non abbiamo e che per esempio i bianconeri hanno dimostrato di avere. Non abbiamo rimpianti, perché forse è così che doveva andare, ed alla fine sono stati premiati quelli che lo hanno meritato”.

 
Cosa vi è mancato, ripensandoci a distanza?
“Ci sarebbe bastato un pizzico di cattiveria, o forse quella mentalità che si acquisisce nel tempo e che, per esempio, alla Juventus hanno dimostrato di avere, soprattutto l’anno scorso, quando sono partiti in ritardo. O magari sarebbe servito anche un pizzico di fortuna, che in certi momenti ti aiuta e può risultare persino decisiva: Dettagli, episodi che si perdono nella memoria e che però in quelle circostanze avrebbero potuto capovolgere il senso di quella stagione. Ma si guarda avanti. Se dovessi vincere lo scudetto con la maglia del Napoli, potrei smettere il giorno dopo”.

Luigi D’Ambrosio: “Lecce troppo prevedibile, Padalino dovrà trovare nuove soluzioni”

L’intervento del collega Luigi D’Ambrosio in diretta e in esclusiva al Pungiglione Stabiese

Nel corso della trasmissione radiofonica di ViviRadioWeb, “Il Pungiglione Stabiese”, abbiamo avuto in collegamento Luigi D’Ambrosio, collega di colpoditaccoweb.it; con il quale si è parlato del match di domenica pomeriggio tra Juve Stabia e Lecce.

La Juve Stabia resta capolista con un margine di +3 dal Lecce seconda, ti aspettavi un campionato tale da parte di entrambi le compagini, ed in particolare questo primato della Juve Stabia non gettonato ad inizio torneo: Credo che in partenza nessuno si aspettasse un avvio di stagione da parte della Juve Stabia, nonostante il mercato proficuo con scelte oculate da parte della dirigenza campana. Però ovviamente il campionato ha sorpreso un po’ tutti, il Lecce che era partito bene ha fatto un grande avvio di stagione, inizio che non avveniva da tempo, stesso dicasi anche per Foggia e Matera, quest’ultima che invece ha arrancato per poi riprendersi successivamente. Il campionato pian piano sta iniziando a prendere forma continuando domenica dopo domenica con sorprese che non mancano, ed infatti anche nel turno precedente le prime squadre in vetta non hanno approfittato dei pareggi altrui. A mio avviso andando avanti su questa falsa riga si andrà poi a delineare il gruppetto di testa pronte a battagliare fino in fondo con Matera, Foggia e Lecce che di sicuro saranno tra le principali candidate e a queste si aggiunge di sicuro anche la Juve Stabia che con l’organizzazione e il silenzio sta sorprendendo tutti e a mettersi lì davanti alle concorrenti che attualmente sono alle sue spalle. Il Lecce in questo momento è in difficoltà, dovrebbe però uscirne e visto che il percorso è iniziato un paio di mesi fa, probabilmente la squadra non ha ancora preso la forma in base alle attitudini che ha in mente Padalino. Credo che sia questo il problema principale del Lecce non tanto il resto.

Parlando di mister Padalino, come effettivamente è visto dalla piazza in questo momento, dopo i tre pareggi consecutivi e una sconfitta a Catania, che di fatto hanno un po’ rallentato la squadra nell’ultimo mese: Sì infatti la squadra nelle ultime quattro partite non ha vinto e ha ottenuto solo 3 punti. Un bottino davvero striminzito se pensiamo alle spese economiche affrontate in estate per allestire questo organico importante e agli sforzi compiuti dalla società nell’arco di un progetto biennale avviato in estate dal Ds Meluso e da Pasquale Padalino che ovviamente impone quest’anno alla squadra di vincere il campionato. Il Lecce è partito bene come dicevamo, poi ha avuto questo periodo di appannamento e speriamo che si riprenda quanto prima. Ovviamente il campionato è lungo, e le difficoltà incontrate in questo periodo sono piuttosto preoccupanti e Padalino è piuttosto obiettivo, ovvero non si esalta e ne tanto meno si abbatte in quanto è un tecnico che ha nel suo credo calcistico l’impronta alla fase offensiva, propone gioco ed in particolare il 4-3-3 è un modulo fisso per cui tenta sempre di giocare la partita. Ma nelle ultime 4-5 partite si è visto poca propensione al gioco offensivo, ed infatti lo dimostra la vittoria casalinga ottenuta contro la Virtus Francavilla prima della sconfitta a Catania, gara che aveva dato dei segnali non proprio confortanti perché nonostante il risultato, la squadra fu poco propositiva con un possesso palla fine a se stesso che portava spesso gli attaccanti sul fondo senza poi incidere nell’incontro. Caturano al di là dell’assenza di domenica, non segna da 5 partite, per cui il Lecce nelle ultime uscite non ha steccato solo per il peso dell’attaccante ma evidentemente perché sono venuti a mancare altri meccanismi. Il problema credo sia in qualcos’altro, lo stesso Padalino ha evidenziato che qualcosa non funziona e speriamo che capisca quanto prima cosa attualmente non funziona in casa Lecce.

Com’è il rendimento degli ex Juve Stabia Ciancio e Contessa e se soprattutto stanno giocando con continuità: Ciancio in queste ultime apparizioni ha giocando anche a sinistra, lui che è un destro naturale. Probabilmente credo sia ricercato anche in questo uno dei tanti motivi per cui il Lecce non funziona, soprattutto nell’out sinistro. Ciancio può giocare a sinistra e lo ha dimostrato anche a Cosenza, ma probabilmente reputo sia più opportuno schierarlo a destra, renderebbe sicuramente di più. È piuttosto statico, aspetta l’avversario e non credo sia il modo migliore per una squadra che punta a vincere il campionato, visto che gioca un terzino che non spinge durante la partita e allo stato attuale non è adatto a giocare in quel ruolo. Per quanto riguarda Contessa, è appunto chiuso da Ciancio, in quanto viene schierato sull’out sinistro e di conseguenza a sinistra troverà sicuramente poco spazio. Nell’ultimo match contro il Cosenza, a partire dal 20’del secondo tempo, è entrato poco prima del pareggio di Mancosu dando un po’ di spinta a dimostrazione che Ciancio sulla sinistra sta rendendo poco, non tanto per limiti personali, ma per caratteristiche differenti e a destra di sicuro farebbe la differenza. Quindi Padalino dovrà decidere cosa fare e capire come schierare il suo Lecce e molto spesso è vittima delle gerarchie che si è prefissato, vedi Torromino il quale ha giocato per tutto l’incontro nonostante l’opaca prestazione, sostituendo Pacilli, nonostante il disappunto del pubblico di casa. Credo che questi siano i veri problemi in casa Lecce, il tecnico ne è a corrente e dovrà studiarne tutte le contromisure.

Il Lecce paga l’assenza di un vice Caturano-Torromino visto che finora sono stati decisivi a suon di gol. Quindi in un campionato lungo e difficile paga la mancanza di rincalzi: Si esattamente. Questo è un altro fattore che sta condannando il Lecce nell’ultimo periodo, se manca Caturano e soprattutto non segna Torromino, il Lecce trova tante difficoltà, e questo è stato sicuramente un errore da parte della società in sede di mercato estivo, laddove in sintonia con il tecnico si decise di non affiancare a Caturano un’altra punta di livello, ma lasciare in rosa Persano che è un ragazzo del 96 e che soltanto nell’ultima gara ha trovato spazio. Entrato nel secondo tempo ha giocato anche abbastanza bene portando un po’ di vermia in attacco e nel momento in cui entrato insieme a Contessa la squadra ha iniziato a giocare, a macinare un paio di metri e ad alzare il proprio baricentro, ed infatti poco dopo è pervenuto il gol del pareggio. Padalino inserendo Persano ha anche cambiato modulo, dal 4-3-3 passando al 4-4-2 con Torromino a fianco di Persano e questo ovviamente ha giovato ai giallorossi. È ovvio che a gennaio il primo acquisto sarà una punta da affiancare a Caturano, perché nel momento in cui la punta nell’arco di una stagione avrà difficoltà, la squadra a quel punto dovrà disporre di una valida alternativa in modo da tamponare il buco lasciato in attacco. Carenze che ci sono anche in altri ruoli, e credo che ovviamente si possa puntare anche su un centrocampo che detti gioco. In questa fase di campionato gli avversari hanno capito il gioco del Lecce, pronto a giocare sulle fasce con palla servita a Torromino-Pacilli per poi crossare al centro. Il problema, quindi, sta nel proporre la stessa dinamica di gioco, e chiaramente gli avversari hanno capito l’addattamento tattico e quindi di imprevedibile c’è ben poco e a lungo andare questo non va ad avvantaggiare il Lecce, anzi lo penalizza. Manca qualcosa e sono convinto che Padalino l’abbia notato. Vutov sta trovando poco spazio, lui che è sicuramente un calciatore valido e di prospettiva e ha dimostrato di poter dare il proprio apporto. Lo stesso Doumbia che molto spesso è chiuso da Torromino e poi ci sono anche tante valide alternative a centrocampo. Lepore viene schierato come mezz’ala e proprio per questo Contessa sta riscontrando difficoltà, ed infatti contro i Cosenza nel momento in cui la squadra è passata al 4-4-2, l’ex Juve Stabia ha giocato come esterno alto a destra e ha reso più di quanto avesse fatto nei 60 minuti precedenti, cancellando anche qualche cross interessante. Padalino dovrà un attimino capire il materiale umano a disposizione e come disporre i suoi uomini in campo. Nel momento in cui non si ha in mente in maniera chiara come adattare i vari calciatori, sarà sicuramente difficile pretendere prestazioni da parte della squadra. Necessitano aggiustamenti a centrocampo, reparto troppo leggero laddove manca qualcuno che faccia linea, ovvero adattare un mediano nel ruolo da incontrista. L’anno scorso il Lecce era etichettata come una squadra senza centrocampo a livello di costruzione, quest’anno invece ci sono Lepore e Arrigoni che sono calciatori tecnici, per cui anche se Padalino volesse giocare con due a centrocampo non potrebbe farlo con i calciatori a disposizione, perché Fiordilino è anche una mezz’ala e non vi è un’incontrista in rosa. Attualmente il 4-3-3 è il modulo più adatto per le caratteristiche dei calciatori, schieramento che sicuramente porterà avanti fin quanto non ci saranno variazioni in sede di calciomercato.

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