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Dopo Milano anche Torino chiede aiuto all’esercito: bombe carta al Moi

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Il giorno dopo le bombe carta lanciate contro l’ex Moi, sono i profughi a far vedere i segni lasciati dall’attacco. Parlano della rivalità accesa che, negli ultimi giorni, sarebbe scoppiata tra alcuni di loro e una parte degli ultras granata. Su questi episodi, adesso, sta cercando di far luce anche la procura.

Bombe carta e guerriglia a Torino. Il prefetto chiede aiuto all’esercito

Tre ordigni lanciati per vendetta dopo una rissa. Gli abitanti esasperati: abbiamo paura Centinaia di africani in rivolta: “Italiani razzisti, la polizia ci controlla e non ci difende”

Cinquanta uomini dell’esercito. Secondo fonti vicine al Viminale sono le «risorse aggiuntive» che il Prefetto di Torino ha chiesto per presidiare 24 ore su 24 l’ex villaggio olimpico dove l’altra notte e ieri mattina sono scoppiate due rivolte. Una decisione maturata dopo l’incontro con la sindaca Chiara Appendino, per far fronte alle tensione che sta covando nel quartiere che accoglie centinaia di profughi.

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Ma la realtà è che tutta questa tensione è nata da un’aggressione in un bar. Si spiegherebbero così i grossi petardi da stadio lanciati contro gli immigrati che vivono nell’ex «Moi», il complesso di palazzi colorati costruiti per accogliere gli atleti dei giochi invernali del 2006, oggi rifugio per più di mille africani. Domenica scorsa va in frantumi la vetrata di un locale storico degli ultras del Torino, a due passi dal villaggio. La colpa ricade su un africano che vive con la raccolta di ferri vecchi. È bastato questo per scatenare la vendetta. La risposta arriva mercoledì sera. Prima due petardi scoppiano davanti a una sala scommesse del Lingotto, a nemmeno duecento metri dal complesso del Moi. Poi, direttamente all’ingresso delle palazzine. «Un’azione militare», racconta chi si è affacciato ai balconi, spaventato per le esplosioni. Ci sono venti uomini, alcuni nascosti sotto sciarpe e berretti. Li vedono allontanarsi uniti da quell’angolo di strada, prima di sparpagliarsi.

Dentro all’ex Moi il giorno dopo la tensione in strada
Dentro all’ex Moi il giorno dopo la tensione in strada
 Qui scoppia la reazione dei profughi. In trecento scendono in strada: spranghe in mano, pali della segnaletica gettati a terra, bottiglie lanciate in mezzo alla strada, contro i passanti. Arrivano i vigili del fuoco, la polizia, i carabinieri. La zona viene isolata. Quando gli occupanti si convincono a rientrare nelle palazzine occupate, è notte. Poche ore di pausa. Poi, ieri mattina, e questa volta senza un motivo apparente, ricominciata la rivolta. «Degli italiani hanno aggredito uno di noi» dicono gli immigrati. In otto anni di occupazione sono i primi episodi ribellione. Nella mattinata sono poco più di cinquanta. Lanciano i cassonetti in mezzo alla strada. Di nuovo i bastoni in mano, come la sera precedente. Inseguono chi si trova a passare davanti alle palazzine. Un gruppo di donne getta gli ombrelli e scappa sotto la pioggia. Gli addetti dell’ufficio postale prospiciente, tirano giù le saracinesche, barricandosi dentro con i clienti. La stessa cosa fanno i bar. Anche il fuoristrada dell’esercito, da tempo presidio fisso davanti al Moi, è costretta a indietreggiare. Dopo poco tornano in forza polizia e carabinieri.
Al Moi riesplode la rivolta dei profughi dopo la notte di tensione
Al Moi riesplode la rivolta dei profughi dopo la notte di tensione

«Italiani razzisti. La polizia ci controlla ogni giorno ma non ci difende», urlano i ragazzi in piedi sui cassonetti ribaltati. Prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, i passanti bloccano il traffico: le auto intrappolate tra i piazzali e il presidio vengono prese a calci e gli automobilisti minacciati. Passano ore prima che i mediatori riescano a riportare la calma.

Esplode la rabbia degli occupanti dell’ex Moi, notte di paura a Torino
Esplode la rabbia degli occupanti dell’ex Moi, notte di paura a Torino

La tensione, però, resta alta. Come un patto che si è sciolto. «Sono giorni che ci provocano, minacciano con i coltelli i nostri amici», raccontava ieri un ragazzo del Ghana. «Aspettano che ci scappi il ferito, magari il mordo, per poterci cacciare via. Tutti quanti». Lo sfondo è quello di un quartiere sempre più stanco, a ridosso del centro di Torino, che nel giro di otto anni ha visto entrare più di mille stranieri in quattro palazzi lasciati troppo presto al loro destino. Una città nella città, guardata a vista dalle forze dell’ordine, ma dove entrano soltanto le associazioni legate ai centri sociali. E dopo i proclami, la voce dello sgombero si fa sempre più concreta. Il piano, hanno assicurato pochi giorni fa dal Municipio e dalla prefettura di Torino, sarà pronto entro la fine dell’anno. Ma sarà un «intervento graduale», preceduto da un censimento degli occupanti.

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lastampa/Bombe carta e guerriglia a Torino. Il prefetto chiede aiuto all’esercito FEDERICO GENTA, MASSIMILIANO PEGGIO

Un fiume di fango e paura (VIDEO)

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L’incubo dell’alluvione incombe su Piemonte e Liguria: la piena dei fiumi spaventa, il Tanaro esonda e, con un fiume di fango, fa rivivere il dramma del 1994, quando persero la vita 70 persone. La storia oggi si presenta diversa perché gli allarmi lanciati alla popolazione hanno avuto effetto.

“Fate presto o il fiume si porta via la mia casa”

Viaggio lungo le sponde del Tanaro dove è tornato l’incubo alluvione del 1994: “È una maledizione, verrebbe voglia di andarsene da queste terre”

GARESSIO (CN) – Elia Naso, parrucchiera, guarda il fiume nero che allaga il suo negozio a Garessio: «È la seconda volta. Ero qui in quel maledetto giorno di novembre del 1994».

«Ora rivivo quell’incubo. Ma oggi è peggio, perché 22 anni fa non c’era così tanta acqua». Parla singhiozzando, poi gli occhi gonfi di lacrime tracimano. La voce diventa flebile: «Basta, basta, basta. Dovrò ricominciare da zero. Ma io sono stanca, stravolta, non ce la faccio più».

TUTTI I VIDEO DALLE ZONE COLPITE DAL MALTEMPO (clicca qui)

La maledizione del Tanaro è un rumore spaventoso. Come di esplosioni sorde che provengono dalle viscere della terra e rimbombano in tutta la valle. Sono i massi che sbattono tra di loro mentre la piena furiosa li fa rotolare verso il fondo valle. Torrenti esondati, ruscelli che scavano la montagna, alberi sradicati, campi allagati, strade franate, il fango dentro le case. Scuole e fabbriche chiuse. È così da Ceva fino a Ormea. Qui il torrente Armella ha rosicchiato la parete che sosteneva la piazza. Si è aperta una voragine di 5 metri. «Abbiamo sentito un boato, poi le urla. Siamo usciti in strada e abbiamo visto quell’automobile inghiottita dal terreno», racconta Stefano Pelazza, titolare di una vineria.

A due passi dal Tanaro: la potenza è inarrestabile
A due passi dal Tanaro: la potenza è inarrestabile

Sul Cuneese piove senza sosta da domenica. In tre giorni sono caduti oltre 450 millimetri di pioggia. La valle del Tanaro è isolata. «È come nel 1994, la situazione è tragica», dicono gli abitanti. Da Ceva non si passa. Intere zone del Comune sono state evacuate. La caserma Galliano, come già successo 22 anni fa, è finita sott’acqua. In cento sono stati trasferiti nell’ex convento dei frati cappuccini, dov’è stato allestito anche il centro operativo della protezione civile. A Bagnasco una cinquantina di persone passa la notte fuori casa. Lo stabilimento della Fassa Bortolo è sommerso. Nella zona industriale il fiume esondato fa dondolare pericolosamente i silos. Interi quartieri sono senza gas, luce e telefono. «Mai visto nulla di simile, è una maledizione», dice Roberto Beltramo, titolare del ristorante Nazionale. La Protezione civile tenta di liberare un canale intasato dai detriti. Si avvicina un’anziana, urla: «Fate presto, altrimenti si porta via la mia casa». A Priola, poco più a monte, il fiume ha inondato una vasta zona agricola. I vigili del fuoco tentano di salvare gli animali intrappolati nelle stalle allagate. La regola è: prima i cavalli, poi le mucche. Christian Clavario, meccanico di 26 anni, vive con la madre: «Ho due metri di acqua in garage. È un disastro, viene voglia di andare via», dice indicando il tetto di una costruzione che spunta da un lago che fino a due giorni fa non c’era.

A Garessio il Tanaro è furia della natura. Ha scavalcato il ponte centrale, portando via con sé segnali stradali e lampioni e dividendo il paese in due. Franco Peperoni, pensionato, scruta il fiume di fango dal cortile di casa. A proteggerlo dalla piena c’è solo un muretto di pietre alto poco più di un metro. «Speriamo che regga, altrimenti qui va a finire male. Nel ’94 mi ritrovai gli alberi sradicati in garage, ecco perché oggi ho tanta paura». Una battuta al vicino, poi lo sguardo si fa cupo: «Non c’è niente da fare, chi non l’ha vissuto sulla propria pelle non può capire l’alluvione. Quel terrore ti rimane dentro per sempre, me lo porterò nella tomba. Siamo come i terremotati». A valle del paese c’è lo stabilimento farmaceutico ex Sanofi. Fino a ieri dava lavoro a 120 persone. È finito sott’acqua. «Chissà quando riapriremo», dicono gli operai.

Alle sei di sera la gente del paese torna nelle case sotto una pioggia battente. Un’ultima occhiata al cielo, poi comincia la notte più lunga. L’ennesima. I vigili del fuoco intervengono in frazione Trappa per mettere in salvo il vicesindaco Bruno Bologna e la moglie, bloccati nella loro abitazione da un torrente esondato. Alessandro Cagna, titolare della storica pasticceria dei dolci garessini, conta i danni: «Ho il negozio allagato, per fortuna avevamo sollevato la merce da terra. Ma i macchinari sono danneggiati. Vogliamo riaprire il prima possibile. Ma se non ce la facessimo entro Natale, saremmo costretti a chiudere per sempre. Speriamo e preghiamo». Poco più in là, sull’angolo della piazza che affaccia sul Tanaro, c’è il caffè Curini. Ieri mattina il gestore ha visto davanti a sé un muro d’acqua. «Gridava di rabbia, era sotto choc», commentano i colleghi. Una vita di sacrifici travolta dalla piena nell’arco di un paio d’ore. Per portarlo via sono dovuti intervenire i carabinieri.

Nel vociare di paese monta una rabbia sorda: «Il fiume è sporco, perché non ci permettono di ripulirlo levando qualche pianta?». La verità è che se finora non ci sono morti è merito anche degli interventi degli ultimi vent’anni: ponti ad arcata unica per evitare l’effetto tappo e sponde rinforzate là dove il fiume curva. A finire sotto accusa è però la Protezione civile, che mercoledì sera aveva diramato un’allerta arancione (cioè moderata). «Perché non hanno previsto questa piena? Perché non hanno dichiarato l’allerta massima?», chiedono i sindaci e gli abitanti.

In serata Ormea è un paese fantasma. Nel buio della montagna, a tratti si scorgono le luci dei soccorritori. Sette frazioni sono isolate, alcune senz’acqua. Il sindaco Giorgio Ferraris era già primo cittadino nel ’94: «L’alluvione è nel nostro destino, non ce ne libereremo mai». Come si addomestica il mostro? Il sindaco Ferraris non dorme da 48 ore: «Cosa devo fare per proteggere la mia gente?».

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lastampa/“Fate presto o il fiume si porta via la mia casa” GABRIELE MARTINI – INVIATO A GARESSIO (CN)

L’Angolo di Samuelmania – Peccato, ma pensiamo al Sassuolo e poi al mercato…

L’Angolo di Samuelmania – Peccato, ma pensiamo al Sassuolo e poi al mercato…

Napoli-Dinamo kiev, che dire, una bella partita, anche se il pareggio è un peccato. Le squadre hanno giocate a viso aperto, soprattutto il Napoli ha avuto delle occasione ma è stato anche un po’ sfortunato. Il problema resta sempre l’attacco: manca un attacante di peso lì davanti, un bomber di razza, ma i ragazzi ce la stanno mettendo tutta. Difesa e centrocampo sono ottime e stanno rendendo bene, ma aspettiamo gennaio per operare in attacco. Ora pensiamo al Sassuolo, lunedì sarà una gran bella partita. Forza Napoli!

a cura di Samuele Esposito

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Corbo: “Sarri deve chiarire l’equivoco Gabbiadini ma non solo…”

Corbo: “Sarri deve chiarire l’equivoco Gabbiadini ma non solo…”

Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Vittoria o pareggio il 6 dicembre a Lisbona possono salvare il Napoli da un penoso addio alla Champions. L’impresa è possibile. Ma per il futuro c’è qualcosa di molto più importante: chiarire i rapporti di Sarri con i tre che fanno mercato: De Laurentiis, Chiavelli, Giuntoli. L’equivoco su Gabbiadini segna un caso limite. Preso nel gennaio 2015 dalla Samp, per i buoni rapporti tra i presidenti, uomini di cinema, Gabbiadini gioca poco ma segna abbastanza con Benitez. Rimane con Sarri toccando nel gennaio 2016 una quotazione elevata: pagato 12 milioni, trova con il suo agente un’offerta da 25 in Inghilterra. Passano sei mesi, Vale an coa tanto sino alla fine di luglio. Stessa storia. Il Napoli non aggancia Pavoletti né Kalinic, neanche ora si muove: è lui l’alternativa a Milik, non più a Higuain. Ma ricomincia il supplizio: dentro, fuori, dentro, per tornare in panchina sconsolato anche quando Milik si blocca. Colpa sua o di chi lo considera incompatibile con il suo gioco? Meglio lasciare l’interrogativo aperto, ma i fatti sono questi: mancano altre punte, Gabbiadini torna riserva, il Napoli gli preferisce Mertens “finto 9”. Il presidente aveva chiesto di dare fiducia a Gabbiadini, Sarri invece gli rinnova la sfiducia. Dopo il flop con la Dinamo, l’allenatore confessa che gli manca Mertens, logorato in un ruolo non suo: «Mi manca, ripenso a quando lo avevo accanto a me e potevo mandarlo nella ripresa a cambiare la gara». Risultato: sia Gabbiadini che Mertens depressi. I tifosi si chiedono ora se sia stata una scelta fortunata sul piano tecnico e psicologico. L’anno scorso a Sarri va attribuito il merito di aver rivalutato Higuain, Koulibaly, Jorginho, Hamsik, ricaricato di entusiasmo Callejon, valorizzato Hysaj. Passa sotto silenzio Valdifiori, escluso subito e poi sparito. Si dissolve come fumo nel vento Grassi. Il presidente gli è grato, raddoppia l’ingaggio, annulla il contratto capestro, ma in tv avverte: «Ti compro 23 giocatori, me li fai però giocare tutti e modifichi spesso modulo». La risposta è un cupo silenzio: è d’accordo o no? Ha gradito o solo subìto gli acquisti di Milik, Diawara, Rog, Zilinski, Giaccherini, Tonelli, Sepe? Di questi Milik è fermato da infortunio, Diawara entra dopo un coro di giornalisti e tifosi. Gli altri? Conclusione: si sono infranti il patto e un po’ del tesoretto ricavato dalla cessione di Higuain. Tutti si augurano che il Napoli resti in Champions e risalga dal sesto posto. Ma il futuro del Napoli non può essere ancora fondato su una così lacerante dissonanza.

Ferrara: “No a Zaza e Pavoletti, mi tengo stretto Gabbiadini”

Le sue parole…

Ciro Ferrara ha parlato a Il Mattino: “Il Napoli è sulla buona strada ma occorre superare questo ultimo step. Ad esempio, contro la Dinamo Kiev, proprio come spiegava Sarri, gli azzurri sono stati probabilmente condizionati dall’altro risultato: la chiave di lettura può essere proprio questa per la crescita, bisogna giocare sempre allo stesso modo al di là di quello che fanno le altre e pensare solo a se stessi. Il Napoli ha due risultati su tre e questo è già un aspetto importante anche se chiaramente non sarà semplice. Un vantaggio è rappresentato dal fatto che la squadra affronta un avversario capace di giocare un grande calcio ma che tendenzialmente lascia degli spazi così come avvenne già nella partita di andata e si è ripetuto nell’ultima loro gara con il Besktas. Un avversario quindi che potrebbe esaltare le qualità del Napoli. Dopo l’infortunio di Milik era giusto che Sarri provasse, in un momento di difficoltà numerica, qualcosa di diverso e ha schierato Mertens falso nove. Anche a me nel Wuhan Zall è capitato che il mio centravanti si è fatto male e non avendo altre soluzioni mi sono inventato un attaccante veloce e bravo tecnicamente da prima punta. Gabbiadini? L’ho avuto da ragazzo e per me ha grandissime potenzialità: nell’Under 21 giocavo con il 4-4-2 classico che prevedeva due attaccanti, lui insieme a Borini o a Destro, e anche se in quel periodo non giocava titolare nella sua squadra con l’Italia faceva la differenza. Sto sentendo vari nomi di mercato per il Napoli e pur considerando molto bravi Zaza e Pavoletti io punterei ancora su Gabbiadini: me lo terrei stretto. Insigne? Rispetto a me ha avuto un percorso diverso perché ha fatto esperienze in altre categorie prima di tornare alla casa madre e giocare nel Napoli. Con la partenza di Higuain, che attirava la maggiore attenzione anche mediatica, adesso quest’ultima si sta spostando sugli altri e soprattutto su Insigne che è sottoposto a una maggiore pressione perché è napoletano. Deve proseguire il percorso di crescita nella sua città e non è facile”.

Hit Parade Dell’Orrore (Lo Piano Saint Red) – VIDEO

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Oggi si celebra la Giornata Mondiale contro ogni forma di violenza sulle donne, in questa Hit Parade dell’orrore, l’Italia detiene un triste primato: viene consumato un femminicidio ogni 3 giorni.

Dall’inizio del 2016 ad oggi, sono piu’ di un centinaio i delitti commessi, mentre migliaia sono i casi di violenze sessuali, di percosse, di vessazioni e maltrattamenti accertati.Si hanno numeri da capogiro, almeno 6.7 milioni di donne nel Mondo, hanno subito una qualche forma di sopruso dentro e fuori dalle mura domestiche.
Poi vi sono tantissimi casi in cui  chi subisce non ha il coraggio di denunziare, uno fra i motivi principali sta nel fatto che la macchina della Giustizia prima di intervenire ha bisogno mesi, di prove , di controprove, di riscontri, le Leggi sembrano fatte apposta per difendere chi delinque e non chi subisce.
Nella giornata odierna vi saranno centinaia di tavole rotonde, riunioni, accesi dibattiti, si spenderanno fiumi di parole, ma fra qualche ora verra’ data la possibilita’ ad un’altro “macellaio” sotto mentite spoglie di marito, compagno, conoscente, di uccidere ancora una volta.
I propositi saranno buoni, ma sara’ difficile metterli in atto, anziche’ blaterare bisognerebbe varare Leggi severe contro i molestatori, che possano essere da freno ai tanti aspiranti carnefici.
Rivolgersi alle Istituzioni per molte donne è come fare una domanda in carta bollata, lascia al delinquente di turno di avere tutto il tempo di portare a termine la sua azione delittuosa.
 
Diceva Martin Luther King, “quello che spaventa non e’ la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni”, come non dargli ragione.

Hit Parade Dell’Orrore. Lo Piano Saint Red

Il West Ham riscatterà Zaza, ma per tenerselo

Il West Ham riscatterà Zaza, ma per tenerselo

Tuttosport dà per scontato il riscatto da parte del West Ham del cartellino di Simone Zaza: “Degli emissari di De Laurentiis hanno compiuto un blitz a Londra per capire se il West Ham ha intenzione di esercitare il diritto di riscatto. Anche se il bomber in Premier si è trasformato in un attaccante molto confusionario il West Ham, a quanto sembra, ha intenzione di chiudere l’affare con la società campione d’Italia. Il motivo è molto semplice: per il solo prestito la squadra di Londra dovrà pagare cinque milioni, una cifra considerevole. E allora è meglio chiudere sperando che Zaza torni quello del campionato italiano. Il contratto dice che a dieci presenze scatta l’obbligo del riscatto che è di 20 milioni più 3 di bonus legati ai risultati della squadra e ai gol del giocatore. Perchè Zaza sino ad oggi vanta otto presenze e tra due partirà l’obbligo inglese. A questo punto è impensabile che da qui alla fine della stagione l’ex juventino non collezioni almeno altre due presenze. Quindi il Napoli deve mettersi il cuore in pace e puntare su altri attaccanti per il mercato di gennaio”.

Pavoletti-Napoli, l’acquisto sembra essere più vicino e su Leandrinho…

Pavoletti-Napoli, l’acquisto sembra essere più vicino e su Leandrinho…

Raffaele Auriemma su Tuttosport scrive su Leandrinho e Pavoletti: “Il primo ad essere tesserato si prevede sia il 18enne Leandrinho. Il Ponte Preta avrebbe accettato l’indennizzo pari a 500.000 euro, più bonus. Il Napoli aspetta i documenti per definire l’acquisto di un ragazzo che può ricoprire tutti i ruoli dell’attacco. Leandrinho è già a Napoli ed è probabile che, a firma ottenuta, possa già cominciare ad allenarsi con la prima squadra. E’ probabile che il brasiliano si ritrovi in organico anche Pavoletti, il cui acquisto dal Genoa sembra sempre più vicino”.

Sarri non ha mai voluto cambiare la sua idea tattica per favorire Gabbiadini.

Sarri non ha mai voluto cambiare la sua idea tattica per favorire Gabbiadini.

La Gazzetta dello Sport scrive su Gabbiadini e la possibile punta in arrivo a gennaio: “Sarri non ha mai voluto modificare qualcosa della sua idea tattica per sfruttarne le caratteristiche del bergamasco. Fino a gennaio, sarà lui a sostituire Milik. Poi, sul mercato è pronto ad agire Cristiano Giuntoli. Il diesse è in contatto col Genoa per Leonardo Pavoletti, il centravanti individuato per lasciar guarire bene il polacco, senza la necessità di accelerarne il recupero. Con lui al centro dell’attacco, il Napoli potrebbe risolvere il problema, Mertens verrebbe restituito al suo ruolo di esterno a sinistra, seppur in competizione con Insigne”

De Laurentiis insofferente, ha lasciato contrariato il San Paolo dopo la Champions

De Laurentiis insofferente, ha lasciato contrariato il San Paolo dopo la Champions

La Gazzetta dello Sport scrive sul momento non particolarmente brillante del Napoli che rischia di uscire anche dalla Champions: “Il sesto posto in campionato e l’incertezza in Champions ha un po’ spento l’entusiasmo della gente: i fischi di mercoledì sera sono stati una prima dimostrazione di disappunto. Le critiche hanno toccato anche Sarri, con l’integralismo e le sue attenuanti discutibili. L’insofferenza è un segnale preoccupante, come quella di De Laurentiis che ha lasciato il San Paolo, dopo il pareggio con la Dinamo Kiev, abbastanza contrariato: uscire dalla Champions sarebbe un vero colpo per il presidente napoletano e per le finanze del club”

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: ”Una Donna da salvare” (VIDEO)

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#orangetheworld #orangedays #orangeurhood

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 designò il 25 novembre come “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla violazione dei diritti delle donne.
L’Onu invitò i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica in quel giorno.

Perché quella data? La data fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi nell’”Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi”, tenutosi a Bogotà, capitale della Colombia, nel 1981, in ricordo del brutale assassinio del 25 novembre 19650 delle tre sorelle Mirabal, Patria, Maria e Antonia, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leonidas Trujillo (1930-1961), dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

Quel 25 novembre le sorelleMirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze, furono torturate, massacrate a colpi e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio a bordo della loro auto per simulare un incidente. L’assassinio delle sorelle è ricordato come uno dei più truci della storia dominicana.

In Italia solo dal 2005 alcuni Centri Antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa giornata. Ma negli ultimi anni anche istituzioni e vari enti, come Amnesty International, festeggiano questa giornata attraverso iniziative politiche e culturali.

La prima manifestazione su questo tema è stata realizzata a Roma nel 2007 e ha visto la partecipazione di circa 100.000 donne, senza alcun patrocinio politico. Ha ricevuto una forte attenzione mediatica, anche per le contestazioni che si sono verificate a danno di alcuni ministri e di due deputate.

Dal 2006 la Casa delle donne di Bologna promuove annualmente il Festival “La Violenza Illustrata”, unico festival nel panorama internazionale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Quest’anno la campagna di Un Women, agenzia delle Nazioni Unite, si intitola “Orange World”, “Orange Your ‘Hood”, illumina il tuo quartiere, e prevede una mobilitazione capillare con iniziative in diverse capitali mondiali, per sottolineare l’importanza dell’attivismo individuale e comunitario per porre fine alla violenza. Partiranno anche gli “Orange Days”, i 16 giorni di attivismo capillare per porre fine alla violenza di genere che dal 25 novembre porteranno al 10 dicembre, la Giornata dei Diritti Umani.
Qualsiasi iniziativa è necessaria, nessun silenzio, quello uccide. Non si può accettare più lo stato di vittima. Ormai è noto che in molte culture, anche in quelle dove non si è coltivato nulla, le donne vengono considerate e trattate come esseri inferiori. I pregiudizi contro di loro sono profondamente radicati. La violenza di genere in tutte le sue forme è un problema che persiste, ovunque.
É un problema di portata mondiale, un argomento tabù e una realtà vergognosa che si riscontra in tutte le società e culture. Riguarda le donne a prescindere da razza, etnia, origine, posizione sociale o distinzione d’altro genere. Ad oggi, la violenza contro le donne è più diffusa della violazione dei diritti umani.
Il Consiglio d’Europa ha calcolato che, nel corso della vita, una donna europea su quattro subisce violenza all’interno delle mura domestiche. La violenza domestica, quel lato oscuro della vita familiare, porta alla disgregazione delle famiglie e crea nei figli un concetto distorto del tipo di rapporto che dovrebbe esserci fra marito e moglie. La violenza domestica è molto più grave di una lite occasionale. Molte donne temono di rimanere ferite o uccise tra le mura di casa. Un recente sondaggio ha rivelato che un terzo delle donne vittime della violenza domestica ha temuto per la propria vita. Per una donna la casa è il posto più pericoloso e spesso luogo di brutalità e sofferenze. Molti uomini, pur non usando necessariamente violenza fisica alle donne, si possono definire “odiatori delle donne”, a livello subliminale. Anziché ricorrere alla violenza fisica, usano maltrattamenti e violenze di natura psicologica.
Tante donne non riescono ad uscire da situazioni pericolose a causa della paura e anche se la moglie maltrattata trova il coraggio di chiedere aiuto, non sempre lo riceve. Ai maschi si insegna a considerare le donne come esseri inferiori. Senza pensare che solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande. Quella parte debole che va sfruttata e di lì a mancare loro di rispetto e a comportarsi in maniera gretta e maschilista il passo è breve, ed è altrettanto breve il passo che porta alla violenza carnale. Che può finire nel giro di pochi attimi, ma segnarti per tutta la vita.
Mi piace pensare a chi un giorno finalmente dirà: “…la violenza è nata in te e non si fermerà, come fosse malattia che non guarirà. Da oggi cambierò, la vita mi darà quella tranquillità che ho perso e che riavrò. Io non mi arrenderò. Un futuro avrò. Lo custodirò e lo difenderò. Quando non lo so, ma lo cercherò. La speranza è qui, con me. E’ viva più che mai.”

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(Una donna da salvare di Merysse, testo Luciano Somma e musica Enzo Valese).

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ROMA-VIKTORIA PLZEN 4-1 (Dzeko 10′, Zeman 18′, Dzeko 61′, Perotti 81′, Dzeko 87′) – Giallorossi qualificati ai sedicesimi di Europa League come primi nel girone E

ROMA- VIKTORIA PLZEN – CRONACA DEL MATCH:

92′ Termina il match. La Roma vince 4-1

90′ Pivarnik assegna 2 minuti di recupero

87′ GOL DELLA ROMA con Dzeko che fa 4-1. Poker per il bosniaco che chiude questa partita e la qualificazione della Roma ai sedicesimi del torneo come prima forza del suo girone

82′ Entra in campo De Rossi ed esce Salah

81′ GOL DELLA ROMA! Perotti fa 3-1 di rabona. Rete spettacolare dell’argentino.

80′ Alisson sulla linea di porta riesce ad evitare il pareggio del Viktoria Plzen

78′ Dzeko rimedia un corner da destra, il piubblico lo applaude.

77′ Ammonito Petrzela. Terzo cartellino giallo per il Viktoria Plzen.

76’Salah si mangia un gol fatto. Cross col contagiri di Nainggolan. L’egiziano dsolo davanti al portiere manda la sfera fuori.

71′ Contropiede Roma: Salah attraversa tutto il campo e passa a Perotti che libera un tiro ribattuto dalla difesa avversaria, che neutralizza il pericolo

62′ Prima sostituzione del match tra le fila dei padroni di casa, Iturbe passa il testimone a Perotti

61′ GOL DELLA ROMA!! Ancora Edin Dzeko con un colpo di testa centrale indirixzzato sul palo più lontano. Quarto gol in Europa League per lui. Bel cross di Ruediger che permette al centravanti di andare a rete. È 2-1 per la Roma.

57′ Strootman al volo prova ad appoggiarla col piatto ma il pallone va fuori. L’olandese ha chiuso troppo il tiro colpendo il pallone quasi con il tacco

55′ Arriva il giallo per il numero 9 del Viktoria Plzen, ammonito l’autore del gol Zeman

51′ Ancora un intervento di Kozacik su Salah che stoppa il pallone nel cuore dell’area e prova ad indirizzare il pallone in porta

50′ Roma ancora vocina al gol del 2-1 con Salah che si è trovato il pallone sotto ai piedi su assist di Nainggolan ma Kozacic riesce a bloccare

48′ Punizione per la Roma, atterrato Iturbe. Siamo a circa 26 metri dalla porta. Paredes prova il destro: TRAVERSA e palla fuori.

Non ci sono stati cambiamenti in nessuna delle due compagini

Nell’intervallo, forniti i dati sull’affluenza di pubblico: incassati 541.380,00 euro.

46′ Termina il primo temposul punteggio di 1-1

5′ Cartellino giallo per Nainggolan. L’arbitro assegna un minuto di recupero.

44′ Palo di Salah e palla fuori! La Roma sta confezionando più occasioni ora che in tutto il primo tempo

42′ Occasione Roma! Destro al volo di Dzeko dal cuore dell’area di rigore dopo aver ricevuto da Nainggolan. Il tiro, però, va alto.

40′ Emerson tenta il tiro dopo aver recuperato una palla rimpallata su Nainggolan ma il tentativo viene fermato.

36′ Occasione Roma! Dzeko di testa va troppo morbido sul pallone che va fuori dallo specchio di pochissimo

31′ Salah involatosi da solo verso la porta viene pizzicato in offside dal guardalinee. Decisione al limite, episodio da rivedere

29′ Contropiede della Roma: Salah prova a sorprendere Kozacik dopo aver ricevuto palla da Nainggolan, ma il tiro si smorza tra le braccia del portiere. Il Plzen sta trovando in questi minuti un buon palleggio.

25′ Mateju viene ammonito per aver commesso fallo su Iturbe. Paredes si presenta a battere la punizione dalla distanza di 30 metri. il pallone scende troppo presto e Kozacik risxolve senza problemi

21′ La Roma prova a pressare con Iturbe, sfruttando soprattutto la catena sinistra. Il paraguaiano si mette in mostra con due tentativi ma la difesa avversariqa allontana il pericolo

18′ GOL DEL VIKTORIA PLZEN! Zeman pareggia i conti. Lasciato colpevolmente solo, non potevaq fare nulla Alisson. Difesa gialloroossa statica, in particolare l’errore è di Fazio, in quanto il cross è arrivato dalla destra

13′ Dzeko ci riprova. Su cross di Emerson Palmieri il bosniaco cicca il pallone aqncora con il sinistro

10′ GOL DELLA ROMA!! Dzeko fa 1-0 dal lato corto dell’area piccola lasciando partire un sinistro che si insacca all’incrocio dei pali opposto

8′ Angolo per il Plzen sebza sviluppi.ò Anzi, la Roma accenna un contropiede sul versante offensivo sinistro ma gli ospiti riescono a reimpossessarsi del pallone.

FORMAZIONI UFFICIALI:

ROMA (4-2-3-1): Alisson; Bruno Peres, Rüdiger, Fazio, Emerson Palmieri; Paredes, Strootman; Iturbe, Nainggolan, Salah; Dzeko.
A disp.: Szczesny, Jesus, Perotti, Vermaelen, De Rossi, Seck, Gerson.
All. Luciano Spalletti

VIKTORIA PLZEN (4-2-3-1): Kozacik; Mateju, Hejda, Limbersky, Kovarik; Hrosovsky, Hromada; Petrzela, Kopic, Zeman; Krmencik.
A disp.: Bolek, Horava, Duris, Poznar, Baranek, Bakos, Suchan.
All. Roman Pivarnik

NOTIZIE AS ROMA – I giallorossi hanno già l’occasione di archiviare la sconfittsa di Bergamo chiudendo il discorso qualificazione ai sedicesimi di finale di Europa League.

Premium Sport- Gabbiadini via, corsa a tre per sostituirlo

Premium Sport- Gabbiadini via, corsa a tre per sostituirlo

Ai microfoni di Premium Sport, è intervenuto Niccolò Ceccarini, giornalista Premium, il quale ha dichiarato: “Gabbiadini andrà via dal Napoli, probabilmente all’estero. C’è il Valencia, anche se non è molto convinto, poi ci sono Everton, Schalke 04 e altri club. Non è ancora detta l’ultima parola, ci sono ancora quattro o cinque partite da qui a Natale e le cose potrebbero cambiare. Ad oggi la situazione è che con ogni probabilità partirà. Pavoletti? Sento meno fuoco, il Napoli ha rallentato e continua a lavorare anche su Zaza e Muriel”.

Darmian per Hysaj: lo scambio che non ti aspetti dallo United e dal Napoli

Darmian più soldi per Hysaj, Napoli-United ci pensano

Il Manchester United su Hysaj. Il club inglese ha urgentemente bisogno di un terzino sinistro, e il calciatore azzurro sarebbe l’uomo giusto al momento giusto. Difficile, però, che il Napoli se ne liberi già a gennaio. Più semplice, invece, per i due club trattare in estate, a stagioni concluse. Secondo quanto riporta l’ESPN, i reds sarebbero disposti ad offrire ai partenopei Matteo Darmian più soldi per accaparrarsi il difensore. ADL valuta. La clausola rescissoria del suo gioiello è fissata al prezzo di 50 milioni di euro.

Rai- Leandrinho, il Napoli ad un passo dal calciatore

Leandrinho, il Napoli ad un passo 

Il Napoli mette a segno il primo colpo di mercato di gennaio. Secondo quanto riporta Ciro Venerato, infatti, Leandrinho, attaccante del Ponte Preta, sarebbe molto vicino agli azzurri. Il calciatore ha accettato la destinazione partenopea. Al club brasiliano andranno un milione e mezzo più alcuni bonus legati alle prestazione del ragazzo. Il tesseramento sarà valido dal prossimo 3 gennaio. Il ragazzo sarà subito a disposizione della primavera.

Matera vs Juve Stabia: ora sorgono ”difficoltà” anche per i biglietti

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Matera vs Juve Stabia, un incontro che, indubbiamente, si presenta, già prima della partenza, un incontro irto di difficoltà” (?)

Matera vs Juve Stabia può essere considerato il big match della Lega Pro girone C eppure, sull’incontro, siamo stati costretti a dover dar nota di sempre nuovi difficoltà che, a seguire, riepiloghiamo.

Il 21 abbiamo scritto: “Matera vs Juve Stabia, i lucani rifiutano l’anticipo d’orario” rifacendoci a quanto appreso dal collega Giovanni Colucci, di “IamcalcioMatera”,  durante “Il pungiglione stabiese”, programma radiofonico a cura della nostra redazione

Ieri per segnalare che iniziava la prevendita ma non c’era il “Porta un amico”: “Matera vs Juve Stabia: Inizia la prevendita, non c’è il porta un amico

OGGI ci tocca tornare ancora sull’argomento per dar notizia di un’ altra “difficoltà” (continuiamo a definirle così?) e cioè che, stando a quanto riferito dal club biancoazzurro attraverso il proprio sito ufficiale, MateraCalcio.it:

“La prevendita dei biglietti per la partita Matera – Juve Stabia, in programma domenica sera allo stadio XXI Settembre alle ore 20.30, è sospesa per motivi tecnici e riprenderà sabato 26 novembre dalle ore 9.00.”

La prevendita dei biglietti per i locali a questo punto, ci sarà solamente nelle giornate di sabato e domenica con orari diversi:

  1. il primo giorno dalla ore 9.00 alle 13.00 la mattina, mentre dalle 16.00 alle 19.00 nel pomeriggio.
  2. Il giorno del match, invece, dalle 10.00 alle 13.00 la mattina e dalle 16.00 alle 19.30 il pomeriggio.

Considerando che la strada fino a domenica è ancora lunga, non ci resta che augurarci che non sorgano altre “difficoltà” magari anche per gli ospiti.

Sky – Leandrinho-Napoli, ci siamo: può essere tesserato a gennaio

Gianluca Di Marzio, esperto di mercato Sky, riporta importanti aggiornamenti tramite il proprio portale ufficiale sulla trattativa Leandrinho-Napoli:

 
“Dopo la notizia riportata ieri riguardo la presenza di Leandrinho a Napoli, il diciottenne brasiliano è stato avvistato anche in tribuna al San Paolo proprio per il match di Champions. Tutto sta procedendo anche oggi come macchina burocratica per arrivare in queste ore alla definizione formale di ogni dettaglio con il Napoli in modo da chiudere l’affare, arrivare alla firme e tesserarlo alla riapertura delle liste nel mercato invernale. Per far ciò, verrà occupato proprio da lui lo slot da extracomunitario”.

 

 

Da gianlucadimarzio.com

Hysaj: “Era importante non subire gol. Ci giocheremo la qualificazione a Lisbona”

“Abbiamo disputato un’ottima gara, era importante non subire gol”. Elseid Hysaj è molto pragmatico nella sua lettura della partita con la Dinamo. “Questo pareggio ci mette nelle condizioni di poterci giocare la qualificazione col Benfica ed andremo a Lisbona con forza e fiducia. Oggi abbiamo creato tanto però è anche positivo aver sofferto pochissimo nella fase difensiva. Il pareggio può valere tanto in prospettiva futura. 

Personalmente non mi ha condizionato il risultato di Istanbul. Ero solo concentrato sulla partita e solo alla fine ho guardato la classifica”

 

Da sscnapoli.it

Violenza al San Paolo, parla l’autista del taxi bruciato

Le sue parole…

Emilio Caropreso è il nome dell’autista del taxi bruciato nella serata di ieri nei pressi dello stadio San Paolo poco prima della gara con la Dinamo Kiev valida per la Champions League. L’uomo è stato intervistato dai colleghi di Repubblica:

Come si sente?
“Sto bene. Mi sono salvato, fortunatamente. Ero da solo in auto. Che spavento”

Chi le ha lanciato quel petardo?
“Non lo so. In zona c’era tanta gente che andava allo stadio. Ho visto solo il sedile posteriore che prendeva fuoco. Sono uscito di scatto dal veicolo. Stavo tornando a casa, il mio turno terminava alle 23. Volevo rientrare prima per la partita”

Come è entrato il petardo?
“Era aperto il finestrino di dietro, dal lato passeggero. Mi sono accordo solo della tappezzeria che si è incendiata. Le fiamme hanno iniziato subito a divampare. La macchina ha preso fuoco in cinque minuti. Sono arrivati i vigili del fuoco ma l’auto era carbonizzata”.

Chi l’ha soccorsa?
“C’erano le forze dell’ordine in zona, mi hanno detto “l’importante è che non vi siete fatto niente”. Domani vado a fare denuncia contro ignoti”

Le era mai capitato un episodio simile?
“È la prima volta, faccio il tassista dal 2002, ho ereditato la licenza di mio padre. Dagli anni Novanta mi alternavo con lui alla guida”

Cosa le resta di questa brutta serata?
“La sensazione ancora addosso che potevo morire. Sì, sarei morto se non fossi uscito dalla macchina in tempo”

Jorginho, l’agente: “Mi aspettavo giocasse ieri. Roma? Mai parlato”

Jorginho, l’agente: “Mi aspettavo giocasse ieri. Roma? Mai parlato”

Joao Santos, agente di Jorginho, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Crc: “Anche io pensavo giocasse ieri Jorginho ,ma ho sbagliato questa previsione. Lui è sempre disposto a giocare, ieri poteva essere la sua partita. Adesso con il pareggio bisognerà giocarsi tutto a Lisbona. La Roma non mi ha mai contattato per Jorginho, ci conosciamo da tanti anni con il ds Massara”