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MPS. Un esercito di piccoli azionisti deciderà le sorti dell’Istituto di credito

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(di Virginia Murru)

Non c’è molto tempo da spendere in dilemmi, MPS deve dimostrare che l’aumento di capitale da 5 miliardi, è possibile entro il 31 dicembre. E’ l’ultimatum che ha imposto alla banca la BCE. Ora i tempi sono stretti per convincere la grande legione di piccoli obbligazionisti a convertire il bond subordinato emesso nel 2008, in azioni (scadenza 2018). Altrimenti scattano le condizioni per l’intervento dello Stato.

E potrebbe essere una strada piena di chiodi per i risparmiatori. Lo Stato potrebbe infatti imporre la conversione forzosa dei bond in azioni, ma non si conosce il valore di questo ‘passaggio’, pertanto le condizioni potrebbero anche essere peggiori rispetto a quelle offerte da MPS oggi con la conversione volontaria.

Vediamo cosa sono in realtà i bond subordinati.

Sono prima di tutto strumenti di debito complessi, non si devono ritenere ‘tradizionali’. In breve non sono altro che una categoria speciale di obbligazioni, le quali sono soggette, nel caso sussistano problemi di carattere finanziario, ad un rimborso successivo rispetto a quello dei creditori ordinari, e per questo hanno un certo margine di rischio. I bond subordinati, per loro natura, come si diceva, non sono strumenti tradizionali, ma si possono avvicinare di più al capitale proprio.
Possono essere emessI dalle aziende, perché hanno costi di collocamento meno incisivi rispetto alle azioni. Le obbligazioni subordinate sono chiamate anche ‘junior’ per distinguerle da quelle ‘senior’, che invece non sono subordinate. Le prime hanno un indice di rischio maggiore delle seconde, infatti i portatori, in caso di default della banca, vengono soddisfatti dopo i creditori ‘senior’.
Le emergenze di MPS, come del resto accade sempre quando un Istituto di credito è in difficoltà, mettono in evidenza le caratteristiche di questi strumenti.

Proprio oggi ‘Il Sole 24 ore’, ha pubblicato il Codice Identificativo del bond, o codice Isin: IT0004352586.

E’ stata la Consob ad autorizzare la conversione dei bond in azioni, tramite l’offerta pubblica di acquisto volontario, e si dovrà procedere entro le 14 del 21 dicembre. I piccoli risparmiatori, che sono 40 mila, un autentico battaglione, hanno una forza finanziaria pari a 2 miliardi di euro; valore delle obbligazioni che detengono in portafoglio.
A differenza del primo round di conversione, che si è concluso il 2 dicembre scorso, l’Istituto potrà intervenire con solleciti verso il retail, non è più previsto che tenga una linea di ‘discrezione’, ma un intervento diretto di raccomandazione verso l’adesione all’offerta. Dunque i risparmiatori propensi ad accettare l’offerta di MPS, avranno poi l’obbligo di reinvestire l’equivalente in azioni ordinarie di nuova emissione.

Di fronte ad un profilo di rischio del cliente, MPS non potrà opporsi, qualora il risparmiatore chiedesse di procedere in ogni caso, dettaglio che non era possibile applicare nel corso della prima offerta.
Saranno i 40 mila obbligazionisti che decideranno le sorti dell’aumento di capitale esatto dalla BCE, loro potranno convertire o meno in nuove azioni (emesse da Mps) il bond che hanno in portafogli. Qualora sia convertito totalmente in azioni, entro il 31 dicembre, ci sarebbe già una buona parte di capitale al sicuro.
Si parla di ‘conversione volontaria’, la quale, a livello formale, sarebbe da ritenere facoltativa; la Consob, tuttavia, come accennato, ha imposto termini precisi e inderogabili, ossia entro il 21 dicembre alle ore 14.

In realtà di fronte ad un intervento dello Stato, del quale non si conoscono per il momento le condizioni, i piccoli obbligazionisti, dovrebbero propendere per la prima soluzione, quindi per l’offerta di Mps, che almeno è chiara in chiave di risultati.
L’obbligazionista che volesse aderire all’offerta della banca, ma non possiede un profilo adeguato all’acquisto di titoli di rischio, quali sono appunto le azioni, deve firmare un’attestazione, prevista peraltro dalla MiFID (che è una legge autorizzata per operare nello Spazio economico europeo, SEE.

E’ infatti una legge dell’Unione Europea, che permette la regolamentazione dei servizi di investimento nei 30 stati membri dello Spazio economico europeo). Il modulo che il risparmiatore deve firmare in banca, attesta che: “ha aderito all’Offerta di propria iniziativa, senza sollecitazioni da parte di un intermediario, di essere altresì informato della non adeguatezza dell’operazione,  ma “di approvare e dare corso comunque all’adesione”.
E’ un passaggio importante, in quanto si stima che circa il 90% dei piccoli obbligazionisti di Mps, non hanno un profilo di rischio adeguato per investire in azioni. La Consob, la prima volta, aveva ritenuto non idoneo il piano di conversione e lo aveva bloccato, ora lo approva ma con l’auto-certificazione del rischio.

Il piano dell’Offerta in corso è più allettante rispetto a quello ancora incerto dell’intervento dello Stato, il rimborso delle obbligazioni corrisponde al valore nominale di 100. Se si pensa che questo bond aveva un valore di mercato esattamente della metà, si capisce che l’incentivo del 50% per gli obbligazionisti che decideranno di convertire i bond in nuove azioni Mps, risulta conveniente. Risorse che non potranno in ogni caso però essere disponibili, in quanto è un valore che confluirà nelle nuove azioni dell’Istituto, e dunque di Monte dei Paschi. Non è stato ancora dichiarato il valore nominale delle nuove azioni, poché  è legato all’aumento di capitale ancora in corso.
Di certo, il risparmiatore, da piccolo obbligazionista della banca, diventerà un nuovo azionista, e le sorti delle azioni dipenderanno dalle contrattazioni in Borsa, dopo la verifica dell’aumento di capitale. E’ evidente che se le azioni andranno sotto il nuovo prezzo, subirà una perdita, anche se bisogna considerare che i bond gli sono stati rimborsati con un 50% in più, esiste pertanto questo ‘ammortizzatore’ di rischio.

Per ora si ragiona sulle ipotesi, comunque si parla di processi in corso, e la conclusione delle operazioni è prevista prima della fine del 2016. Non resta che augurare il meglio a Monte dei Paschi, considerato che è comunque una colonna del comparto bancario italiano.

Ankara, ucciso ambasciatore russo: attentatore era un poliziotto di 22 anni

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L’ attentatore era un diplomato del 2014 dell’accademia di polizia Rustu Unsal di Smirne, si chiamava Mevlut Mert Altintas, aveva 22 anni e faceva parte delle unità anti-sommossa di Ankara.

Ankara – Stava tenendo un discorso alla Galleria d’Arte Contemporanea per l’inaugurazione di una una mostra fotografica quando un uomo ha iniziato a sparare nella sua direzione urlando “Non dimenticate Aleppo, non dimenticate la Siria”. E’ morto così Andrey Karlov, ambasciatore russo ad Ankara. Il diplomatico, trasferito in ospedale in condizioni critiche, è deceduto poco dopo. Le forze speciali turche hanno ucciso in un blitz l’attentatore, che però ha ferito anche altre tre persone.

Da giorni in Turchia si susseguono proteste contro il coinvolgimento militare di Mosca nel conflitto siriano a sostegno del regime di Bashar al-Assad, e a più riprese i dimostranti hanno inscenato manifestazioni davanti alla legazione russa.
L’attentatore

Si è finto un agente in borghese ed è riuscito così ad entrare armato nel museo mostrando un finto tesserino. Giacca e cravatta nere, l’attentatore  di circa 25 anni, pochi minuti dopo l’inizio del discorso dell’ambasciatore alla mostra ‘La Russia vista dai turchi’ ha gridato in arabo: “Non dimenticare di Aleppo. Non dimenticare la Siria”.Nel video che ha fatto immediatamente il giro del web, lo si vede in piedi con la pistola in aria. Urla delle frasi in arabo, per la concitazione del momento si direbbe che è quasi calmo. Lucido. Secondo testimonianze raccolte dal Guardian, prima di sparare ha urlato: “Le nostre città non sono sicure, così non lo saranno le vostre. Non mi resta nient’altro che morire. Chi ha colpa delle nostre sofferenze pagherà un prezzo altissimo. Noi siamo quelli che hanno promesso fedeltà a Maometto”. Quindi al grido “Allahu akbar” ha fatto fuoco verso Karlov. Tre colpi di pistola che non hanno dato scampo all’ambasciatore.

La vittima
Classe 1954, Andrey Karlov era l’ambasciatore di Mosca in Turchia dal 12 luglio 2013. Diplomatico di lungo corso, ha iniziato la sua carriera nel 1976 al ministero degli Affari Esteri dell’allora Unione Sovietica. Prima di arrivare ad Ankara ha ricoperto il ruolo di ambasciatore in Corea del Nord. Nelle ultime settimane era stato coinvolto nelle discussioni  tra Mosca e il governo turco che hanno portato alle ultima evacuazione da Aleppo est. Ebbe anche un ruolo centrale nel riavvicinamento lo scorso aprile tra Mosca e Ankara.

agi

DESIGNAZIONI ARBITRALI: Fiorentina-Napoli affidata a Tagliavento

Si rendono noti i nominativi degli Arbitri, degli Assistenti, dei IV Ufficiali e degli Arbitri Addizionali d’area che dirigeranno le gare valide per la diciottesima giornata di andata del Campionato di Serie A 2016/17 in programma giovedì 22 dicembre alle ore 20.45.

ATALANTA – EMPOLI Martedì 20/12 h.20.45
FABBRI
MONDIN – LONGO
IV: TOLFO
ADD1: DOVERI
ADD2: MARTINELLI

CAGLIARI – SASSUOLO
CELI
CARBONE – DE MEO
IV: DEL GIOVANE
ADD1: MARIANI
ADD2: AURELIANO

FIORENTINA – NAPOLI
TAGLIAVENTO
TONOLINI – VUOTO
IV: DOBOSZ
ADD1: ORSATO
ADD2: PAIRETTO

INTER – LAZIO Mercoledì 21/12 h.20.45
MAZZOLENI
CRISPO – POSADO
IV: MELI
ADD1: ROCCHI
ADD2: GUIDA

PALERMO – PESCARA
MASSA
RANGHETTI – GAVA
IV: VIVENZI
ADD1: IRRATI
ADD2: CHIFFI

ROMA – CHIEVO
CALVARESE
FIORITO – ALASSIO
IV: LA ROCCA
ADD1: GIACOMELLI
ADD2: SAIA

SAMPDORIA – UDINESE
GAVILLUCCI
TASSO – DI VUOLO
IV: DI IORIO
ADD1: RIZZOLI
ADD2: MAINARDI

TORINO – GENOA
MARESCA
PERETTI – PEGORIN
IV: LO CICERO
ADD1: DI BELLO
ADD2: DI PAOLO

 

Da figc.it

Radio Kiss Kiss – Napoli in scena a Firenze: sarà l’ occasione per visionare Bernardeschi

La diciottesima giornata di campionato vedrà il Napoli impegnato all’ Artemio Franchi contro la Fiorentina per l’ ultima gara del 2016. Sarà anche l’ occasione per osservare da vicino Federico Bernardeschi, oggetto del desiderio del presidente De Laurentiis che già l’ estate scorsa aveva fatto un sondaggio. Chiaramente si parla di un’ operazione in ottica sessione estiva. Lo riporta Valter De Maggio a Radio Kiss Kiss Napoli, emittente ufficiale della società partenopea.

Ceccarini: “Pavoletti? A disposizione di Sarri già il 3 gennaio. Su Mertens…”

Niccolò Ceccarini, giornalista Mediaset ed esperto di calciomercato, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato:

 
“Per Pavoletti ci sono tutti gli accordi, l’ attaccante dovrebbe essere a disposizione di Maurizio Sarri già il tre gennaio.
Vi sono delle novità importanti anche per Dries Mertens: il belga si trova benissimo in azzurro e a fine gennaio potrebbe arrivare l’ ufficialità del prolungamento fino al 2021”.

Ass. Borriello: “Partiti i lavori al San Paolo. Spogliatoi? Saranno pronti per il Real Madrid”

Ciro Borriello, Assessore allo Sport del Comune di Napoli, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli nel corso di ‘Radio Gol’. Ecco quanto evidenziato:

 
“Ce l’abbiamo fatta, i lavori al San Paolo sono partiti. Partiamo dalla messa in sicurezza delle aree che ospitano i giornalisti. A gennaio sarà la volta degli spogliatoi che dovranno rispettare le norme europee. Per la gara contro il Real Madrid  saranno pronti entrambi . Quello del Napoli è ben arredato ma ci sono dei piccoli difetti da correggere riguardanti l’ impiantistica. Priorità dunque all’ impianto anti incendio e agli spogliatoi, poi c’è la tribuna stampa. E’ una prima fase, ancora oggi ci sono polemiche in Consiglio Comunale per quanto riguarda i lavori.
Per ora la pista di atletica rimane, ne riparleremo dopo le Universiadi. Rimandiamo perché resta da capire se il San Paolo rimarrà lo stadio del Napoli o un impianto polisportivo”.

Il Pungiglione Stabiese – Dopo il giro di boa si fa subito sul serio

Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono. Collegatevi oggi 19 dicembre 2016 dalle ore 19:30 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci sarà  Mario di Capua (Radio S.Anna), Mario Miccio e Salvatore Sorrentino (ViViCentro) e l’opinionista Francesco Maresca.

Parleremo della trasferta di Taranto che ha regalato un punto alla Juve Stabia ma anche tanta polemica nel dopo partita. Parte della stampa locale di fatto schernisce mister Fontana che se la cava alla grande!

Ci collegheremo telefonicamente con il D.G. Clemente Filippi per fare un punto sul girone d’andata e per parlare delle aspettative per quello di ritorno.

Presenteremo il prossimo match casalingo con il Catania che di fatto dà il via al girone di ritorno.

Avremo come ospite telefonico per la prima volta al Pungiglione Stabiese, Ciro Polito ex portiere di Juve Stabia e Catania

Per sapere qualcosa di più su questa partita, e soprattutto della stato di forma del Catania, ci collegheremo telefonicamente con il collega Giovanni Finocchiaro del quotidiano La Sicilia. 

Ci collegheremo telefonicamente con Mimmo Panico allenatore della formazione Berretti della Juve Stabia.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

Hamsik: “Abbiamo fatto una grande partita, penso che i tifosi si siano divertiti”

Marek Hamsik ha commentato la bella vittoria contro il Torino sul proprio sito ufficiale. Ecco quanto evidenziato:

 
“Abbiamo fatto una grande partita, mostrando un calcio offensivo. Abbiamo creato tante occasioni, riuscendo a fare cinque gol. Gli spettatori credo si siano divertiti e siamo felici di aver vinto l’ultima partita in casa di questo 2016. Ora siamo terzi in classifica, ma crediamo di poter arrivare ancora più in alto”.

Promozione-Nuova Ischia: una doppietta di Arcobelli regala il titolo di campione d’inverno,2-0 al S.Maria La Carità

Nuova Ischia-S.Maria La Carità 2-0

La Nuova Ischia, vince per 2-0 contro il Santa Maria La Carità e chiude in vetta il girone di andata, laureandosi  campione d’inverno. I gialloblù vincono grazie ad una doppietta del capocannoniere Arcobelli (arrivato a 15 reti) .La classifica del campionato di Promozione del girone B, vede in testa proprio gli isolani, con il Bacoli Sibilla ad appena un punto di distanza. Il Santa Maria La Carità ,scesa in campo contro i gialloblù,nonostante una media di età davvero molto bassa, ha dimostrato di essere una squadra ostica, che darà molti grattacapi a tutte le avversarie in questo campionato.

La partita. Mister Isidoro Di Meglio manda in campo la sua squadra con un modulo inedito: 4-3-1-2, con Mennella tra i pali, difesa con Calise a destra e Stile (nuovo acquisto classe ’98 proveniente dal Savoia) a sinistra, con al centro  Del Deo e Chiariello. Un centrocampo a tre con Marano, Ciro Saurino e Matarese, con Cuomo schierato da trequartista dietro le due punte, Gianluca Saurino ( alla sua prima partita da titolare con la maglia gialloblù) e  il bomber Domenico Arcobelli. Primi minuti di studio da parte delle due squadre, dove non riescono a costruire azioni da gol.  Bisogna aspettare 17’ quando arriva il primo tiro di Gianluca Saurino, che riceve un pallone dalla sinistra ma il suo tiro termina alto. Non passa nemmeno un minuto che Matarese, sulla fascia sinistra  lascia partire un cross piuttosto teso che finisce per diventare un tiro, con De Gennaro che è costretto alla parata. Al 25’ lancio in profondità per Arcobelli, l’attaccante lascia partire un tiro ma l’estremo difensore ospite si distende e blocca la conclusione. Nello stesso minuto di gioco,gli ospiti ci provano con  Varriale dal limite dell’area ma  Mennella si distende e respinge. Al 29’ si sblocca il match: contropiede fulmineo dei gialloblù con Gianluca Saurino che va via sulla destra, arriva in area e serve Arcobelli sul secondo palo per il tap-in vincente che porta in vantaggio i padroni di casa. Dopo due minuti sempre Arcobelli ha l’occasione per raddoppiare con un tiro al volo,ma De Gennaro si oppone rifugiandosi in corner. Il primo tempo si conclude sul risultato di 1-0 per i padroni di casa. Nella ripresa, subito un cambio per gli isolani,mister Isidoro Di Meglio manda in campo  Faustino Oratore, (anche lui al debutto) al posto di Gianluca Saurino, costretto al cambio per un problema alla caviglia. Al 6′ Arcobelli si divora un gol clamoroso: lancio lungo per l’attaccante,che arriva davanti al portiere ma il suo tiro è debole. Al 12′ Cuomo recupera palla sulla destra serve Matarese cross basso sul secondo palo con Arcobelli che non arriva per il tap-in vincente da due passi. Al 17′ punizione battuta da Ciro Saurino dalla destra che scodella in area sul secondo palo per Arcobelli che di testa schiaccia con De Gennaro che ancora una volta si oppone. Un minuto dopo, ci prova Marano con un destro al volo da fuori area,ma la sua conclusione termina di poco alta. Al 20′ brivido per i tifosi presenti sulle gradinate del Mazzella,con Liguori che ci prova dalla lunga distanza con la sfera che fa la barba alla traversa. Al 23′ la Nuova Ischia trova il raddoppio: Arcobelli riceve un cross dalla sinistra,e di testa è bravo ad anticipare il portiere in uscita,e trova così la sua doppietta di giornata. Al 33′ Marano sfiora il tris,arriva davanti al portiere lo salta ma al momento di calciare viene intercettato da un difensore ospite che lo attera in area di rigore,con il centrocampista che recrimina il calcio di rigore. Al 41′ Liguori da calcio piazzato tenta una conclusione velenosa con costringe Mennella alla parata,sulla respinta corta del portiere si avventa Santonicola che di poco non trova lo specchio della porta. A un minuto dal termine della partita i padroni di casa costruiscono un azione da manuale del calcio: Matarese sulla trequarti,cambia gioco servendo Cuomo sulla fascia destra,si invola e restituisce al compagno la sfera con un lancio al bacio con Matarese che controlla in area e batte di destro, ma l’estremo difensore ospite si salva bloccando il pallone in due tempi. E’ l’ultima azione da segnare,prima del fischio finale del direttore di gara dopo 2′ di recupero. La Nuova Ischia vince per 2-0, e chiude il proprio girone di andata in testa alla classifica. Nel prossimo turno i gialloblù ospiteranno al “Mazzella” il Rione Terra per la prima giornata di ritorno, in attesa del big match alla seconda giornata in casa della Sibila Bacoli

A cura di Simone Vicidomini

Nuova Ischia 2

Santa Maria La Carità 0

Nuova Ischia: Mennella, Calise, Stile, Marano (42’st Varchetta), Chiariello, Del Deo, Cuomo, Saurino C., Arcobelli (32’st Prestopino), Saurino G. (1’st Oratore), Matarese. In panchina Fiore, Silvitelli, Capuano, Aiello. All. Isidoro Di Meglio

S. Maria La Carità: De Gennaro, Di Vuolo, Inserra, Liguori, Mastellone, D’Auria (22’st Sorrentino) , Somma Val., Raffone (34’st Somma Vinc.), Varriale, Vitiello (45’st Vizzato), Santonicola. In panchina Formisano, Caso, Nastro. All. Raffaele De Risi
Arbitro: Armando D’Auria, di Frattamaggiore; assistenti Chimenti di Napoli e Iazzetta di Frattamaggiore.
Reti: 29’pt, 23’st Arcobelli
Note: ammoniti Vitiello (SM), De Gennaro (SM), Marano , Di Vuolo (SM), Somma Vinc. (SM), Saurino C. . Recupero 2’ pt, 2’ st. Calci d’angolo 4-2. Spettatori 200 circa

Potatura Politica (Lo Piano Sain Red)

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Nel cielo pentastellato romano in questi ultimi giorni si erano create forti pertubazioni giudiziarie.

Nel Campidoglio ci si aspettava uno tzunami a 5 stelle, si e’ avuta solo una blanda potatura.

I vertici del movimento 5 Stelle dopo l’arresto del “ramo” dx della Raggi, Raffaele Marra, e prima ancora dell’iscrizione nel registro degli indagati della Muraro, gia’ discussa abbondantemente, si sono riuniti in fretta.

La posta in gioco era molto alta, bisognava dare delle direttive o meglio ancora delle regole alla Virginia, colpevole di essersi attorniata di persone discutibili dal punto di vista morale e poco raccomandabili dal punto di vista immagine.

Daniele Frongia e Salvatore Romeo erano rami stagionati, facevano parte di un’albero che la Raggi avrebbe dovuto recidere prima ancora del proprio “innesto” Capitolino.

Mea culpa mea grandissima culpa :

Con il mea culpa della Raggi, i grillini sperano che possa tornare il sereno nel Campidoglio, un raggi(o) di sole sembra essersi fatto breccia fra le nubi del cielo pentastellato.

Mentre come capri espiatori :

Daniele Frongia e Salvatore Romeo dicono addio ai loro incarichi di Vicesindaco e Capo della Segreteria di Virginia Raggi, che esce di fatto commissariata dalla crisi aperta dall’arresto di Raffaele Marra.

Contestualmente alla decisione di Frongia arriva quella di Salvatore Romeo che si dimette dall’incarico di Capo della Segreteria politica.

Dichiarazione post resuscitation della Raggi :

Abbiamo deciso di dare un segnale di cambiamento”, afferma la Sindaca in un comunicato serale dopo una riunione fiume con consiglieri comunali, alcuni Assessori e Presidenti M5S dei Municipi di Roma.

Purga pentastellata :

Il nuovo Vicesindaco di Roma verrà scelto e votato dai consiglieri comunali del M5S. Tra le ipotesi che circolano nelle ultime ore c’è quella di Massimo Colomban, attuale Assessore alle partecipate. Ma l’ultima parola, in ogni caso, spetterà ai consiglieri che si esprimeranno nei prossimi giorni.

Se la Raggi dovesse fare un’altro passo falso, la purga a 5 Stelle, e’ pronta per esserle somministrata, ormai la Sindaca e’ guardata a vista, qualsiasi decisione la prenderanno i vertici del Partito: sara’ solo una pedina e non una Regina nello scacchiere pentastellato.

Corbo: “Nel trionfo di Mertens c’è un fondo un po’ amaro di equivoci”

Il suo pensiero

Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Nel trionfo di Mertens c’è il fondo un po’ amaro di rimorsi, dubbi, equivoci. Eccoli. Dopo l’infortunio di Milik, davvero il Napoli doveva disperarsi, inseguire un attaccante, chiunque fosse, magari Pavoletti? Nel primato dei gol (37 ieri, uno più della Juve) si nasconde una domanda. Perché la squadra che segna più di tutte è a 8 punti dalla Juve? Nella cascata di elogi su Sarri sfugge un motivo: ha solo un punto meno della Roma, fa giocare la squadra meglio, ma come mai Spalletti passa come il rivale di Allegri, e lui no? Manca quasi mezzo campionato, c’è tempo per ribaltare favole e pregiudizi, ma il 5-3 di Napoli- Torino qualche risposta può darla. Si consuma per la Sarri- band una domenica di dissennata grandezza, di imbarazzante superiorità atletica, tecnica, tattica, di sfrontata allegria. La seconda con 5 gol segnati. Ma succede qualcosa di esaltante e allarmante insieme: come chi impazzisce al casinò, accumula manate di soldi, non si guarda più intorno e se ne fa portar via una parte dal disperato che accanto perde di brutto. Si stradomina la partita e si regalano tre gol? I primi due da Reina, il terzo con un fanciullesco rigore. Pari generosità l’ha avuta solo Mihajlovic verso il Napoli. Lo affronta con uno squinternato 4-3-3. Temendo la catena di sinistra, prova a bloccare Ghoulam. Avanza Zappacosta. Errore. Può riuscirvi un attaccante astuto, un mediano si fa prendere in velocità. Il Torino teme Jorginho, ma lo agevola: gli oppone lo smilzo e timido Valdifiori. Lascia poi fra le tre linee troppi spazi: li inonda il Napoli dilagando con la sua irresistibile velocità. Il Napoli trae profitto dal dinamismo di Zielinski, e da due talenti finalmente compresi. Mertens si rivela non un ripiego, non un falso 9, ma un attaccante dal famelico istinto, un border-collie piccolo ma aggressivo. Era in staffetta con Insigne. Sprecato. I due sono simili ma diversi. Mertens è accecato dall’ansia di tirare. Insigne ha invece altra dote: sterza e fa l’assist lungo in diagonale. Ci si accorge ora che sono complementari: anzi, che intravvede il prossimo modulo. Insigne gioca nella scia della prima punta, al centro, non più sulla fascia occupata da Ghoulam. E Callejon non arretra più ma va spesso in tandem con Mertens ad aspettare i diagonali di Insigne. Sarri lentamente ritorna al suo primo amore: difesa a 4, tre mediani, un rifinitore (ad Empoli Saponara, qui Insigne), due punte. Finché non scoprono un antidoto alla nuova formula, avanti così. Deve riflettere anche il Napoli. Ha recuperato una condizione formidabile, dopo il calo atletico che lo inabissò al settimo posto: risale al terzo. Ma dopo un’ora prosegue la fase offensiva e chiude quella difensiva. Evidente lo squilibrio. Tardivo il primo cambio: Diawara per Jorginho dopo un’ora, quando era già uscito Valdifiori per Lukic, e si agitava Iaco Falque al posto di Baselli. Il Napoli sostituisce Zielinski fermato dai crampi con Allan, giusto; ma lascia in campo l’affannato Hamsik, andava costituito con Rog. Se non ora, quando? Si preferisce invece Giaccherini al posto dell’imbronciato Insigne. Cambio superfluo, senza dimenticare che Gabbiadini nel giorno del trionfo viene di nuovo murato in panchina. Ma quei 10 gol in due domeniche sono assordanti: un Napoli tornato grande non sente ragioni.

Savoldi: “Felice per Mertens, ha grandi qualità ma va lasciato libero di esprimersi”

Le sue parole

Beppe Savoldi ha dichiarato a Il Mattino: “Sono felice per lui, segnare quattro gol in una gara e’ un momento indimenticabile. Segnai due rigori e due gol su azione, incredibile che Mertens lo abbia fatto nello stesso giorno e dopo che la Rai mi aveva dedicato un servizio su quell’impresa. Ha portato bene, evidentemente. Fu una goduria, capisci che solo una volta in carriera puo’ capitarti di segnarne quattro in una sola gara. Se lo gusti anche il belga sino in fondo. A Mertens faccio i complimenti, ha segnato reti di qualita’. Spero che questi gol gli diano fiducia per avere ancora piu’ convinzioni sulle sue enormi possibilità. Mi sono piaciute anche le parole di attaccamento al Napoli: lo stimo come calciatore e ancora di piu’ come uomo. Il suo exploit e’ figlio della tranquillità mentale. Aveva bisogno di fiducia e di continuita’, senza partire sempre dalla panchina. Ha dimostrato di essere grandissimo anche dal 1’, cancellando certe assurde perplessita’. In generale va lasciato libero di esprimere per intero la sua fantasia. Dal nuovo anno si riprendera’ a giocare ogni tre giorni, Milik non e’ ancora recuperato e si è capito che Gabbiadini che cambiera’ aria. Serve uno come Pavoletti, per alternare i calciatori e i modi di giocare in attacco. Piuttosto sono preoccupato per un’altra cosa: quando Milik starà bene o se Pavoletti ingrana Sarri che fa, rimette in panchina Mertens? O lo alternera’ con Insigne? Non vorrei che il belga facesse come Diego Costa al Chelsea con Conte, ovvero chiedergli provocatoriamente il cambio… Tocchera’ al Napoli e a Sarri gestire bene la situazione”.

Chiriches, il gol e la dedica speciale

Chiriches, il gol e la dedica speciale

Vlad Chiriches è tornato al gol rubando palla in anticipo all’altezza del centrocampo e partendo dritto per dritto verso la porta avversaria: l’ha inseguito con feroce determinazione e l’ha trovato con un movimento a centro area da attaccante di razza sull’assist di Callejon. Il secondo gol stagionale, come riport Il Mattino, l’ha dedicato al bimbo nato il mese scorso: una gioia grande quella del rumeno.

Mattarellum 2: il ritorno

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L’ex premier archivia il “renzismo” e propone il ritorno alla vecchia legge elettorale in vigore tra il 1993 e il 2005, il “ Mattarellum ”. Come scrive Giovanni Sabbatucci, la proposta è una mossa che spariglia i giochi e riapre la partita.

Mattarellum, la legge che riapre la partita

Col suo intervento all’Assemblea nazionale del Pd, Matteo Renzi ha fatto capire, se mai ce ne fosse stato bisogno, di non essere per nulla disposto ad abbandonare, seppur momentaneamente, il centro della scena politica, come in molti gli avevano suggerito.

Al contrario, ha gettato sul tavolo una carta capace di sparigliare i giochi, al di là delle autocritiche e delle dispute retrospettive, e di mettere in difficoltà i suoi avversari interni ed esterni: la proposta di sciogliere il nodo della legge elettorale riesumando quella in vigore fra il 1993 e il 2005, che porta il nome dell’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Sul merito si può naturalmente discutere. Non dimentichiamo che quella legge fu scritta e applicata in una fase storica, la stagione del bipolarismo vincente, molto diversa dall’attuale; e fu a suo tempo contestata per il suo carattere ibrido (nel 1999 si tenne addirittura un referendum per l’abolizione della quota proporzionale, fallito per mancanza di quorum) e per la sua inidoneità ad assicurare da sola governi solidi e maggioranze stabili: basterà ricordare i travagli che accompagnarono la legislatura «ulivista» del 1996-2001. Ma di meccanismi capaci di assicurare quell’obiettivo ce n’è uno solo: il ballottaggio nazionale previsto dall’Italicum, oggi teoricamente in vigore, ma ormai abbandonato dai suoi stessi proponenti, anche perché inapplicabile in presenza di un Senato eletto, come vuole la Costituzione, su base regionale (non solo dunque per il timore di una vittoria dei grillini).

Il Mattarellum, con tutti i suoi difetti, presenta invece alcuni vantaggi indiscutibili. Si può reintrodurre con una legge di poche righe, senza nemmeno dover ridisegnare la carta dei collegi, e consente dunque di andare alle urne nei tempi rapidi auspicati anche dalle opposizioni. Ma soprattutto è al riparo da possibili contestazioni della Corte costituzionale: può dunque assicurare il sistema dal rischio di dar vita per la quarta volta a un Parlamento delegittimato, o comunque a rischio di delegittimazione. Un rischio che il Paese non può permettersi.

Resta da capire se la proposta sia oggi in grado di raccogliere una maggioranza, possibilmente non risicata. La minoranza del Pd si è detta disponibile, anche a costo di evidenziare i suoi cambiamenti di rotta e le sue contraddizioni interne (risultano tanto più incomprensibili i comportamenti «aventiniani»). La Lega si è dichiarata indifferente rispetto al sistema da adottare, tutto subordinando alla richiesta di elezioni subito. Grillo ha denunciato un non meglio definito «mercato delle vacche». I berlusconiani, corresponsabili undici anni fa dell’affondamento del Mattarellum, ritenuto non abbastanza maggioritario, e della sua sostituzione col Porcellum, si sono detti al momento contrari, ribadendo la loro recente conversione al proporzionalismo.

La situazione è dunque ancora fluida. Quel che è certo è che un’ampia convergenza almeno sulla legge elettorale contribuirebbe non poco a svelenire i toni del confronto, a cominciare da quello interno al partito di maggioranza relativa. Se invece prevalessero ancora una volta i tatticismi di breve respiro, l’unica alternativa possibile a nuovi e pericolosi pasticci sarebbe il recupero della vecchia normativa proporzionale pre-Mattarellum. Si tratterebbe evidentemente di una restaurazione. Ma sarebbe comunque preferibile a soluzioni raffazzonate e a compromessi pasticciati dell’ultima ora.

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lastampa/Mattarellum, la legge che riapre la partita GIOVANNI SABBATUCCI

De Laurentiis si intrattiene dopo la cena di Natale con la delegazione della spogliatoio: arriva il premio per gli ottavi

Arriva il premio per gli ottavi di Champions

Il Napoli si è incontrato per la consueta cena natalizia, ieri sera, a Villa D’Angelo. Una serata di festa, ma alla fine, intorno alle 21,30, dopo il taglio della torta e i saluti, come riporta Il Mattino, De Laurentiis si è intrattenuto con Reina, Hamsik e Maggio, ovvero la delegazione dello spogliatoio che aveva chiesto un incontro per discutere del premio per il passaggio agli ottavi di Champions League. La chiacchierata è durata una ventina di minuti e alla fine il premio verrà aggiunto ai bonus già presenti nei rispettivi contratti.

Sarri attende Milik, ma dopo la sosta avrà anche Pavoletti

Sarri attende Milik, ma dopo la sosta avrà anche Pavoletti

Arrivano buone notizie per il Napoli dall’infermeria, ma anche dal mercato. Come riporta La Gazzetta dello Sport, Maurizio Sarri dopo la sosta attende di riavere a disposizione Arek Milik. Il polacco ha fatto un’altra visita di controllo a Villa Stuart i giorni scorsi e le risposte sono state più che positive. Intanto Sarri potrà avere anche Leonardo Pavoletti che sarà a disposizione subito dopo la sosta. Il tecnico esulta, è un rinforzo chiesto personalmente alla dirigenza.

Renzi chiude con il ”renzismo”: in giro per imparare

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Per provare a rilanciarsi l’ex premier archivia il “ renzismo ” e propone il ritorno alla vecchia legge elettorale in vigore tra il 1993 e il 2005, il “Mattarellum. Nei suoi piani ci sono alcuni viaggi all’estero. Come scrive Giovanni Sabbatucci la proposta di tornare al “Mattarellum” è una mossa che spariglia i giochi e riapre la partita.

Renzi: basta renzismo, ora viaggi studio per imparare a fare il premier come all’estero

L’ex presidente del consiglio: «Non mi vedrete in tour né sul camper». Poi l’autocritica: «C’è più bisogno di noi che di io»

ROMA – Nella stessa sala dell’hotel Ergife dove Bettino Craxi nel 1993 fece la sua ultima apparizione da leader del Psi, prende la parola Matteo Renzi e pronuncia l’atteso mea culpa con un garbo in lui inusuale. Davanti a centinaia di quadri del Pd l’ex rottamatore sciorina espressioni politicamente corrette, quasi candide: «La prima regola del nuovo corso è ascoltare di più, io per primo», «un uomo si vede da come porta le proprie ferite», fino a pronunciare la frase che vorrebbe segnare la maggiore discontinuità: «C’è più bisogno di noi che di io». In un discorso durato 58 minuti, il premier sconfitto ha pronunciato un’ articolata autocritica dopo la batosta referendaria del 4 dicembre – autocritica spesso più emozionale che fattuale – anche se l’attesa maggiore da parte dei quadri del Pd e dell’opinione pubblica coinvolta era contenuta nella domanda più ricorrente nei corridoi dell’Ergife: da una autentica autocritica prenderà corpo un “nuovo” Renzi, oppure si va verso un restyling tattico?

L’ex presidente del Consiglio sta privatamente coltivando nuovi progetti e un diverso stile di vita, ma intanto ha iniziato a tratteggiare un primo autoritratto del Matteo pubblico che verrà. Un Renzi che, nelle sue stesse intenzioni, dovrebbe archiviare una certa immagine del “renzismo” esteriore e tener vivo il nucleo duro del “renzismo” politico. Certo, sul piano politico, almeno per il momento, il premier uscente ha dovuto assecondare – e subire – una certa “normalizzazione”. Voleva un Renzi-bis per andare nel giro di qualche settimana alle elezioni anticipate e ci ha dovuto rinunciare. Accarezzava l’idea di Primarie ri-legittimanti da farsi a fine febbraio e ci ha dovuto rinunciare. La “normalizzazione” di Renzi si è potuta leggere negli interventi dei due ministri che nei giorni scorsi più si sono battuti dietro le quinte per assorbire le istanze renziane e che hanno lanciato ponti d’oro verso il leader ridimensionato. Hanno detto all’unisono Dario Franceschini e Andrea Orlando: «Matteo, la tua sconfitta è la sconfitta di tutti». Risultato: nessuno, a parte Gianni Cuperlo, ha approfondito più di tanto le ragioni e le conseguenze politico-sociali della vittoria del No, meno che mai la minoranza, protagonista di uno spettacolare forfait: non hanno parlato Bersani e D’Alema ma neppure Roberto Speranza, che pure si è candidato in nome di un ritrovato ruolo del partito.

Renzi a questo punto si è “rassegnato” a votare a giugno e anche se nessuno può garantirgli questo timing, d’ora in poi il segretario del Pd riorganizzerà tutto se stesso su questo traguardo. Primo obiettivo confidato: abbassare il profilo, sgonfiare la “bolla comunicativa” che lo ha circondato, riducendo le presenze televisive. E anche quelle in giro per il Paese: «Non mi vedrete a fare tour per l’Italia o giri in camper». Un distacco esibito che Renzi intende concretizzare con due-tre viaggi all’estero, viaggi di approfondimento, di “aggiornamento professionale” al massimo livello e non finalizzati ad incontri politici. Su un piano parallelo Renzi sta lavorando ad un libro, a cavallo tra consuntivo e progetto per la “nuova” Italia che dovrebbe andare in libreria a febbraio. Progetti che dovrebbero avere protagonista un Renzi che, dice lui, sarà più attento all’«umanità» e per farlo credere, ha raccontato di aver preparato gli scatoloni «di notte, per non farmi vedere». Nel frattempo Paolo Gentiloni, che Renzi ha voluto a palazzo Chigi, è uscito dall’Ergife convinto di una cosa: la ribadita leadership di Renzi e il rinvio del congresso Pd consentono al governo di navigare nelle prossime settimane senza scosse “innaturali”.

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Le mosse di Renzi per il ritorno

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Renzi interviene all’assemblea del Pd, fa autocritica, rinuncia all’idea di anticipare il congresso e propone il ritorno alla vecchia legge elettorale in vigore tra il 1993 e il 2005, il “Mattarellum”. Per provare a rilanciarsi l’ex premier archivia il “renzismo” e ora nei suoi piani ci sono alcuni viaggi all’estero. Come scrive Giovanni Sabbatucci la proposta di tornare al “Mattarellum” è una mossa che spariglia i giochi e riapre la partita.

Renzi in contropiede: no al congresso anticipato e ritorno al Mattarellum

Il segretario: «Abbiamo straperso tra i giovani, sul web e al Sud». E Grillo lo attacca: «Bugiardo, avevi promesso di lasciare»

ROMA – Un tentativo di autocritica, niente congresso anticipato e proposta di tornare al sistema elettorale chiamato Mattarellum. Chi si aspettava plateali rese dei conti all’Assemblea nazionale del Pd di ieri sarà rimasto deluso dalla nuova «fase zen» esibita da Matteo Renzi. A due settimane dal referendum «non perso, straperso» che gli è costato la poltrona da premier, ieri la sua relazione, nella grande sala sotterranea dell’albergo romano colonizzato dai delegati dem, mette tutti d’accordo: 481 voti a favore, 10 astenuti e due contrari. La minoranza non vota: altrimenti, pur critica con l’analisi della sconfitta, avrebbero dovuto dire sì al Mattarellum.

«Eravamo a un passo dalla Terza repubblica: sembra di essere tornati alla Prima», e proprio con il brano «La Prima repubblica» di Checco Zalone si è aperto l’appuntamento. «Non è facile lasciare», ha avuto voglia di mollare tutto, giura il segretario, mentre elenca le ragioni della sconfitta: il web «lasciato nelle mani di chi è sotto gli occhi del mondo come diffusore di notizie false», lo scollamento con il Sud, con le periferie, con i 30-40enni (e per chi ne ha 41 «è come perdere in casa»).

Alla sua destra nel tavolo della presidenza il premier Paolo Gentiloni: un abbraccio dopo l’inno, una breve citazione. Lancia qualche frecciata alla minoranza, si dice «ferito» da chi ha festeggiato le sue dimissioni, risponde a D’Alema che ha parlato della «puzza» delle sue riforme: «Non puzzano, segnano la grandezza del Pd». Ma non è questo il momento delle polemiche sanguinose, e allora manco cita il contestato Jobs Act. Il clima è disteso, gli attacchi moderati: ci pensa solo il renziano Roberto Giachetti a svegliare la platea, attaccando la minoranza a suon di «avete la faccia come il c…». Le bordate di Renzi sono più per il M5S: «Smettete di dire bugie su di noi, e noi smettiamo di dire la verità su di voi, cioè che siete un’azienda privata che firma contratti con gli amministratori». Sulla corruzione, infilza sul caso Marra: più dire no alle Olimpiadi «bisognerebbe scegliere meglio i collaboratori».

Promette un nuovo corso nel Pd: campagna di ascolto, «più noi e meno io», niente tour in camper per il Paese perché «voglio essere allenatore più che giocatore, fare da talent scout», segreteria da rinnovare e scadenze varie (21 gennaio mobilitazione dei circoli, 4 febbraio evento sull’Europa). Senza riuscire a convincere molti del suo cambiamento, ma tant’è: «Ho accettato il consiglio di non fare del congresso il terreno di scontro sulla pelle del Paese», e quindi la conta interna è rinviata di un anno. E le elezioni quando saranno? «Stiamo andando al voto, non sappiamo quando ma come», evita di dare una data di scadenza al governo, anche se sul discorso scritto che ha sotto mano si era appuntato «per noi prima possibile», e la stessa frase la pronuncia il ministro Graziano Delrio.

La proposta del Pd è arrivarci col Mattarellum: «Andiamo a vedere, gli altri ci dicano cos’hanno in testa». Lega e Fratelli d’Italia hanno detto sì; Fi con Gasparri no; il M5S con un post di Grillo lo attacca, «tu che hai un partito che è una banca», e lo invita a farsi da parte: «Lo avevi promesso, sei bugiardo.». Il segretario zen ha lanciato la proposta. «Non sottovalutino i signori del no che quel 41% è politico». Quella per lui è la percentuale da cui ripartire. Tutti insieme: resa dei conti rinviata.

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lastampa/Renzi in contropiede: no al congresso anticipato e ritorno al Mattarellum FRANCESCA SCHIANCHI

E’ un Mertens da Oscar!

E’ un Mertens da Oscar!

La Gazzetta dello Sport celebra il poker di Dries Mertens al Torino: “L’incantesimo di Dries Mertens, di un talento vero, che pare non guardare in faccia a nessuno, tanto è la facilità con la quale distribuisce gol agli avversari. E che prodezze! Da quel giorno, Napoli ha iniziato a inanellare successi e a realizzare gol a grappoli. Dopo la tripletta di Cagliari, due domeniche fa, Dries Mertens s’è portato a casa pure il pallone di Napoli-Torino. Stavolta, però, è voluto andare oltre, ha voluto regalare a se stesso e ai compagni, una quaterna, con gol di rara bellezza, come il quarto, con quello scavetto che ha lasciato sulle gambe un portiere della statura di John Hart. Insomma, nel giorno in cui Cristiano Ronaldo ha conquistato il titolo di campione del mondo per club, col suo Real Madrid, realizzando una tripletta, Dries Mertens ha risposto in maniera prepotente, segnando una rete in più, al Torino, in attesa di sfidarlo nel doppio confronto degli ottavi di finale di Champions League”.

Il Pescara è il nuovo fanalino di coda della serie A. E adesso?

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Se qualcuno pensava che l’ennesimo horror stagionale mandato in scena dal Pescara fosse finito solo al fischio finale dell’arbitro Rocchi, dopo la choccante, imbarazzante, e per certi versi inattesa sconfitta contro il Bologna di Donadoni, vittorioso con un rotondo 3 – 0 in riva all’Adriatico nel pomeriggio di domenica, si sbagliava. E anche di grosso.

L’atto conclusivo dell’ennesima giornata nera per il Delfino, infatti, è andato in scena al “Marassi” di Genova, quando il Palermo di Corini è riuscito a battere per 4 – 3 il Genoa, dopo che gli isolani si trovavano sotto per 3 – 1. Punteggio che permette ai rosanero (che attendono il Pescara nel prossimo turno ndc) di scavalcare il Delfino, lasciando gli abruzzesi all’ultimo posto in classifica, con 8 punti, 5 conquistati sul campo. Numeri eloquenti. Eppure, c’è chi ancora trova dei motivi per essere ottimista.

Al termine del match, il presidente del Pescara, Sebastiani, ha mostrato di non gradire le contestazioni a lui rivolte, cominciate lunedì durante la cena sociale natalizia, e continuate sugli spalti ed anche fuori dallo stadio, dopo lo scivolone patito contro i felsinei. Il presidente del sodalizio abruzzese ha rivendicato le due promozioni in serie A, la finale persa per l’accesso nella massima serie due stagioni fa, e tutto quello che, secondo di lui, avrebbe fatto di buono per questa società, destinata, a meno che non si intervenga in maniera decisa sul mercato a gennaio, a retrocedere mestamente e poco dignitosamente nella seria cadetta, come già successo sotto la gestione del presidente.

Anche Massimo Oddo, il quale ha avallato senza recalcitrare le scelte del mercato operate da Sebastiani, per la verità gradite, almeno ad inizio campionato, anche a gran parte della stampa locale, sembra non digerire le critiche. Oddo ha detto che non intende dimettersi. Sebastiani che non intende esonerarlo. Speriamo che la notte porti consiglio ed entrambi. Oppure, almeno a uno dei due. Il tecnico campione del mondo confidava per salvarsi ad inizio stagione sulla presunta superiorità della sua squadra nei confronti di almeno tre compagini, ma il 4 – 0 interno patito contro l’Empoli, e, soprattutto, la sconfitta di Crotone, hanno messo in una situazione poco comoda il tecnico pescarese, praticamente sostenuto solo dal presidente. La squadra sembra non seguire più il tecnico, e le pesanti cessioni di Lapadula e Torreira,  non adeguatamente rimpiazzate, pesano come un macigno. Il campo, poi, ha fatto tutto il resto. Giovedì si chiuderà l’anno solare con la trasferta di Palermo, dato da tutti per morto e sepolto, ma risorto a “Marassi”. Poi, la sosta natalizia, dove si spera che a qualcuno si schiariscano le idee. Poi, si riprenderà nel mese di gennaio, con un calendario che prevederà sfide contro la Fiorentina, il Napoli e l’Inter. Finchè c’e campionato c’è speranza, ma la paura di ripetere gli exploit negativi di qualche stagione fa è più che fondata…

CHRISTIAN BARISANI