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Ritardo per Pavoletti: visite mediche slittate ma resta la fiducia

Ritardo per Pavoletti: visite mediche slittate ma resta la fiducia

Era previsto per le 11 l’appuntamento di Leonardo Pavoletti presso Villa Stuart a Roma per sostenere le visite mediche. Tutto posticipato probabilmente nel pomeriggio, ma nulla è compromesso. Pavoletti arriverà solo più tardi, ma sosterrà comunque le visite mediche. Il collega di Sky, Francesco Modugno, dichiara: “Sembra ci sia stato un intoppo per la questione burocratica legata alla contrattualistica per un accordo che sembrava esserci tra le parti e sembrava fosse assoluto. Chiaramente qualcosa ancora deve essere formalizzato, le parti ne stanno parlando. Visite slittate almeno di qualche ora. I contratti del Napoli sono molto articolati, molto ampi, probabilmente (solo un’ipotesi) qualcosa legato anche ai diritti d’immagine. Resta comunque la fiducia da parte di entrambe le parti, anche fronte Genoa per l’evoluzione dell’affare”. 

Juve Stabia – Fabio Caserta: A Melfi sarà importante tenere alta la concentrazione. Puntiamo a chiudere bene l’anno

Per la tradizionale conferenza stampa pre gara è intervenuto al posto di Mister Fontana, febbricitante, Fabio Caserta. Il tecnico in seconda ha analizzato ai nostri microfoni le insidie della partita di Melfi.

Ecco le parole di Caserta:

La partita col Catania ha dimostrato che se giochiamo ai nostri ritmi e mettendo in campo le nostre idee di gioco possiamo mettere in difficoltà chiunque. Domani affrontiamo un Melfi che comunque è in grado di fare buone cose; noi dobbiamo accantonare quanto di buono fatto giovedì e pensare solo alla gara di domani.
Ringrazio di cuore tutta la squadra, il mister e la società per la vittoria dedicatami in seguito alla scomparsa di mio zio. Ancora una volta Castellammare mi ha dimostrato il suo affetto e ne sono fiero e felice.
Al di là dell’avversario di domani, conterà il nostro atteggiamento. Tante volte fuori casa non ci siamo espressi come al Menti; evidentemente dobbiamo crescere in personalità in trasferta per proseguire su questo ruolino di marcia, e sicuramente speriamo di crescere già da domani.
Salvezza matematica raggiunta? Ovviamente è un obiettivo, non il principale cui puntiamo. Il nostro fine principale era riportare entusiasmo ai tifosi e lo stiamo facendo. Per quanto riguarda obiettivi più importanti, vogliamo rimanere agganciati a corazzate che puntano alla vittoria di campionato. Proveremo a dare fastidio anche noi fino alla fine.
Mister Fontana è oggi assente causa febbre, ma sono sicuro che domani sarà in panchina pronto a guidare con me la squadra.
I ragazzi stanno bene, salvo qualche acciacco. Dobbiamo dare il massimo domani così da goderci al meglio la sosta e recuperare bene in vista della ripresa di gennaio.
L’abbraccio di ieri tra squadra e tifosi al Palazzetto del Mare è stato emozionante. E’ l’ennesima conferma di quanto questa Curva e questi tifosi tengano alla Juve Stabia. Quella di Castellammare è una tifoseria passionale e che dimostra vicinanza alla squadra e maturità anche nei momenti difficili, con la speranza ovviamente che ci possano essere solo momenti esaltanti e positivi.
Giocare il 22 e il 29 dicembre? Sinceramente avrei preferito trascorrere questo periodo natalizio in famiglia, ma ci adeguiamo a quanto deciso dalla Lega. Spero che questo tour de force non mini la concentrazione dei nostri calciatori.
Se ho sentito Lanzaro, Gammone e gli altri ex? No, ho già pagato dazio senza aver fatto nulla, ormai il cellulare lo uso pochissimo, soprattutto prima delle gare!

Raffaele Izzo

Stefano Lepri nel suo editoriale: ”L’Italia rischia di fare un tuffo nel passato”

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”Tenere insieme l’Europa non sarà facile” spiega Stefano Lepri nel suo editoriale. “L’Italia rischia di fare un tuffo nel passato”.

Evitiamo le trappole del passato

Tenere insieme l’Europa non sarà facile, nel 2017. Le istituzioni del nostro continente si trovano in un equilibrio precario, che si conserverà solo se non saranno troppo forti gli choc esterni a cui saremo sottoposti. L’Italia non rischia catastrofi, ma davvero è una sfida sempre più ardua sottrarla al lento declino che i giovani sperimentano per primi nella difficoltà di trovare un buon lavoro.

Il più potente choc esterno si avrebbe se Donald Trump mettesse in atto le misure protezionistiche promesse in campagna elettorale.

I mercati credono che resteranno chiacchiere, e sono ottimisti; si vedrà. Ma in ogni caso con il suo «America First» conservare un senso alla cooperazione internazionale sarà problematico, proprio nell’anno in cui l’Italia presiederà il G7.

In Europa, la fragilità viene innanzitutto da un divario che al momento non sembra poter essere colmato tra due concezioni diverse dell’unione monetaria. La soluzione proposta dalla Commissione europea – più investimenti nei Paesi con bilanci sani, per ottenere più crescita – viene respinta dalla Germania e dai suoi alleati.

In mancanza di un compromesso, il rischio è di continuare il ripetitivo teatrino in cui i Paesi deboli accusano i nordici di inutile rigore e la Germania accusa i mediterranei di irresponsabilità. Una speranza è che il nuovo presidente francese sappia dalla prossima estate, riformando il suo Paese, indicare una via accettabile da entrambe le parti; è dubbio che ne avrà la forza.

In Italia abbiamo un governo a termine quando i problemi irrisolti richiederebbero un impegno di ampio respiro, e i conti pubblici resteranno sotto costante critica europea. La crescita lenta, la scarsa innovazione, istituzioni poco funzionali, corporazioni attaccate alle loro fette di potere, sono mali di sempre che si sono aggravati negli anni, che ci svantaggiano sempre di più nel mondo come è oggi.

All’opposizione abbiamo una forma di populismo che è diversa e più insidiosa – perché capace di sfuggire alle tradizionali distinzioni tra destra e sinistra – di quelle presenti negli altri Paesi. Ma il prezzo che il Movimento 5 Stelle paga alla sua forza è di non saper indicare una sua idea di interesse generale dei cittadini contro la vecchia politica paralizzata da piccoli e grandi gruppi di potere.

La maniera in cui l’Italia vive la vicenda del Monte dei Paschi è appunto un chiaro esempio. Altrove, qualche opposizione si sarebbe levata contro il salvataggio di una banca con il denaro dei contribuenti. Qui no, ci si preoccupa soltanto di non danneggiare i gruppi di interesse capaci di farsi sentire, mentre se paga Pantalone il prezzo di impopolarità appare basso. E si scoprirà magari domani che molti dei piccoli risparmiatori truffati la perdita l’hanno già subita mesi fa vendendo i loro titoli a speculatori.

Nelle richieste anche di altri di interventi dello Stato in aziende si nasconde poi il pericolo di rassegnarsi a un ripiego dell’Italia su sé stessa, costoso in tasse quanto senza prospettive, utile solo a conservare assetti dati per paura di cambiare. Se degli stranieri si ha paura, se le riforme non si fanno perché politicamente non pagano e comunque nessuno le chiede, non resta che vivacchiare.

Un tuffo nel passato sono anche i referendum della Cgil che il governo Gentiloni dovrà cercare di disinnescare. Facile sarà rivedere i «voucher» perché si limitino a raggiungere lo scopo originario, far emergere lavoro nero. Ma scoraggia dover discutere su una estensione di tutele a chi lavora in una azienda tra 5 e 15 dipendenti quando l’ansia dei giovani oggi riguarda tutt’altro.

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L’allarme di Calenda su Mediaset, rassicurazione su MPS

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Intervistato da Marco Zatterin il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda avverte che “Bollorè rischia di paralizzare Mediaset” riferendosi alla scalata del gruppo francese. Su Mps assicura che “l’intervento è in regola con l’Europa” ed a proposito del sistema bancario sottolinea il ruolo “cruciale di Intesa Sanpaolo”. Per il ministro il 2017 “sarà l’anno in cui dobbiamo sconfiggere i populismi e salvare le riforme”.

Calenda: “Il 2017 sarà decisivo per sconfiggere i populismi”

Il ministro dello Sviluppo: Bolloré rischia di paralizzare Mediaset. Su Mps c’è l’ok Ue, ruolo cruciale di Intesa nel sistema bancario

Carlo Calenda vede nel 2017 «l’anno in cui dobbiamo salvare i nostri Paesi dai populismi», perché in pericolo c’è l’Europa e il destino di chi ambisce a riformare per crescere. Poi ci sono i casi italiani del momento, Alitalia e Mps da salvare, e anche Mediaset da tutelare dall’offensiva di Bolloré: «C’è il rischio che si faccia questa operazione per paralizzare la governance di una azienda importante in un settore delicato». Al ministro dello Sviluppo economico confermato da Paolo Gentiloni pare anche il momento in cui sfidare le diseguaglianze e ridare abbrivio alla crescita con gli investimenti.

È una sfida globale, convinto com’è che i governi debbano superare «la paura della modernità» e battere chi predica «la fuga dalla realtà come Beppe Grillo».

Ministro Calenda, che Paese è quello in cui lo Stato salva una banca, le banche salvano la compagnia di bandiera e il colosso privato della tv rischia di diventare straniero?  

«Possono sembrare circostanze straordinarie, ma non lo sono. L’Italia interviene in una banca mentre altri Paesi, in epoche precedenti, sono intervenuti sull’intero sistema. Lo abbiamo fatto dopo esserci rivolti al mercato e perché si trattava del terzo istituto del Paese: non potevamo esporre clienti e risparmiatori al rischio di una risoluzione. Alla fine siamo stati quelli che più hanno aderito alla sostanza delle regole europee».

Un bene o un male?

«Si può discutere se sia bene o male. Ma non sul fatto che non si tratta di una anomalia».

Il governo ha stanziato 20 miliardi. Possono saltare i parametri sui conti pubblici negoziati con l’Europa?  

«La procedura che ha portato all’intervento pubblico è stata seguita passo-passo dalla Commissione. L’intervento principale è considerato fuori dal Patto di Stabilità. Ci saranno maggiori interessi, ma è una cifra contenuta. Oltretutto, è una “una tantum” che non pesa sulla dinamica del deficit strutturale».

La manovra di Vivendi su Mediaset vi dà dei pensieri.

«Dobbiamo rispettare le regole del mercato, accettare il caso spesso positivo e normale che uno straniero acquisti una azienda italiana. Ciò che non è normale, però, è come si sono verificati i fatti sinora. E’ stato tutto molto opaco e le intenzioni poco chiare».

Dunque non vi piace.  

«Il governo ha sui metodi di questa operazione un parere negativo, anche se questo non vuol dire che intendiamo stravolgere le regole del mercato. O che ci sarà un intervento pubblico».

Una mediazione pubblica c’è stata con Alitalia.  

«Il piano industriale non ha funzionato, gli azionisti hanno lavorato con le banche finanziatrici, e il governo ha dato una mano, ben consapevole che non era una azienda statale ma certamente fondamentale per un paese che vive di turismo e “made in Italy”. Abbiamo agito da facilitatori e continueremo a farlo».

A sentire lei, è tutta ordinaria amministrazione.

«Per nulla. Mps, Alitalia e Mediaset sono fattispecie differenti e straordinarie che, però, ritroviamo dappertutto. Il governo tedesco ha avuto una discussione accesa sui cinesi che hanno fatto shopping nel settore meccanico. Le difficoltà delle linee aeree sono all’ordine del giorno in molti paesi, per non parlare degli interventi sulle banche, massicci in tutta Europa. Parliamo della normalità di un momento anormale. Anormale, perché vengono al pettine nodi che la crisi ha esacerbato».

Intesa Sanpaolo e Unicredit sono molto attive nel backstage dei grandi affari. C’è un ritorno delle banche al timone dell’economia?

«No, i casi sono differenti. L’unico intervento di sistema delle banche è avvenuto con Atlante. Detto questo, non vedo banchieri italiani che abbiano velleità di playmaker, se non nel senso più positivo, assumendosi responsabilità in situazioni difficili. Non è una anomalia neanche questa. Penso a Banca Intesa che, in questo momento, ha un ruolo importante, essendo una delle banche più forti d’Europa, guidata da un management capace».

Intanto il paese non cresce.  

«Si tende a dimenticare che l’Italia è uscita dalla crisi, ma non ha recuperato neanche lontanamente quanto perso dal 2007 al 2014. E’ successo perché nei quindici anni precedenti il governo Renzi ci si è occupati di tutto meno che di economia. Nella Seconda Repubblica è stato un tema marginale. Ci siamo occupati di conti pubblici nei momenti di crisi, ma di crescita e politica industriale non se parlato. Questo ci ha indebolito».

Che fare?  

«La prima leva parte dal dato che ci preoccupa di più: gli investimenti. Sono crollati, In Italia, del 30% rispetto a prima della crisi. Nasce qui il piano di incentivi fiscali automatici, “Industria 4.0”, che punta sulle nuove tecnologie e la meccanica tradizionale. Il secondo elemento è la riforma del lavoro, il Jobs Act è stato produttivo. L’occupazione comincia a riprendersi. Non basta, ma è un segnale chiaro».

Ci sono talenti che volano e aziende bloccate. Come mai?

«Quando è cominciata la crisi, il sistema era già fratturato. L’Italia era già il paese in Europa con più divari: geografici, generazionali, imprenditoriali. Crisi, globalizzazione e innovazione tecnologica hanno ampliato il soldo fra vincitori e vinti, così che oggi non manca solo la crescita, ma si pone l’esigenza di rimettere in moto il paese. Le diseguaglianze sono aumentate, fra ricchi e poveri, piccoli e grandi, nord e sud, internazionalizzati e no. Abbiamo perso il 25 per cento di base industriale mentre l’export batte ogni record».

Che differenza c’è fra il governo Gentiloni e quello Renzi?  

«C’è continuità sostanziale di linea politica e di persone. Renzi e Gentiloni rappresentano la stessa cultura riformista. Molto è però cambiato dopo il referendum che avrebbe finalmente aperto la Terza Repubblica. Non è andata così. Il mondo nuovo è difficile da capire e certamente abbiamo commesso molti sbagli. Il punto è che non mi sembra una soluzione tornare alla prima repubblica, dobbiamo trovare un modo diverso per coinvolgere le persone su un’agenda che deve dare l’impressione di essere fatta non solo per le eccellenze per chi ce la può fare».

Tutti dicono che il governo non dura.  

«Non so se dura o no. Quello che conta è che sinché dura deve mantenere un’agenda ambiziosa. Dobbiamo vincere la paura della modernità governando il cambiamento e investendo. In tutto l’Occidente la politica è divisa in due campi: chi vuole affrontare il futuro e chi pensa di poterlo chiudere fuori della porta. Il riformismo accomuna Angela Merkel con Renzi e Gentiloni. L’alternativa è il populismo. O, nel caso italiano, la fuga dalla responsabilità e dalla realtà rappresentata da Beppe Grillo».

Non sarebbe ora di introdurre il salario minimo?  

«Se ne può discutere, ma è piuttosto ora che in Italia ci sia più salario legato alla produttività. Ed è anche ora di avviare un ragionamento serio sul rapporto tra apertura di mercato e tutele. Nel caso dei call center, che sono l’anello più debole della struttura produttiva, le delocalizzazioni spesso spinte dai grandi committenti alla ricerca di risparmi marginali è una piaga su cui siamo intervenuti duramente con la legge di Bilancio».

Fra economia e campagne elettorali, il 2017 si annuncia un anno da paura per l’Europa.  

«Sarà da paura davvero per l’Europa e l’Occidente che vivono la crisi più grave dagli anni Trenta, una crisi di fiducia che colpisce la classe dirigente e mina le relazioni globali. Vedo con preoccupazione il ritorno al protezionismo che è cosa ben diversa da una governance più equilibrata della globalizzazione. Difficile vedere progressi nella costruzione europea per il 2017, mentre sarà fondamentale dare spazio di manovra ai governi nazionali per poter vincere le sfide elettorali col fronte populista».

Roba da Rischiatutto.  

«È l’anno di un “Whatever it takes” che ridia forza alla componente europeista della società. Immigrazione, sicurezza e investimenti sono le priorità: la Commissione dovrà aiutare a affrontare questi temi invece che scegliere il galleggiamento tra i veti dei singoli stati. L’anno prossimo si deve lavorare perché col 2018 si possa ripartire. L’anno del rilancio. O l’anno in cui ci sarà solo il grande mercato unico. E poca Europa intorno».

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Cinque gli incontri in campionato tra Melfi e Juve Stabia. Tutti i precedenti

Mai pari in terra lucana tra Melfi e Juve Stabia

Melfi e Juve Stabia, si sono affrontate in terra lucana in gare di campionato cinque volte, una al vecchio Comunale e le altre quattro al nuovo stadio “Arturo Valerio”; mai gare col segno ics, il confronto vede tre vittorie per i potentini e due per le vespe, vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1967 / 1968 – Campionato di Serie D girone ‘ G‘

9° giornata d’andata: MELFI – JUVE STABIA 2 – 0.

Sandro AMBROSI

– 2004 / 2005 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ C ‘

16 gennaio 2005 – 2° giornata di ritorno: MELFI – JUVE STABIA 0 – 1 (arbitro Paolo Bernardoni di Modena) per le vespe realizzò il gol della vittoria il bomber Sandro AMBROSI (foto) a metà ripresa.

– 2009 / 2010 – Campionato Nazionale di Seconda Divisione girone ‘ C ‘

25 aprile 2010 – 15° giornata di ritorno: MELFI – JUVE STABIA 1 – 2 (arbitro Giordano Bruno D’Alesio di Forlì) uno-due gialloblù nel primo tempo con gli attaccanti stabiesi doc Gianluca DE ANGELIS (foto) e Vincenzo VARRIALE; ad inizio ripresa accorciò per i gialloverde Arcamone.

Gianluca DE ANGELIS

– 2014 / 2015 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

25 aprile 2015 – 17° giornata di ritorno: MELFI – JUVE STABIA 2 – 1 (arbitro Andrea Mei di Pesaro) lucani in vantaggio sul finire del primo tempo con Dermaku, ad inizio ripresa dopo il calcio di rigore fallito da Samuel Di Carmine, i gialloverde raddoppiarono con Tortori e a meno di dieci dal termine Ciccio RIPA dimezzò le distanze.

– 2015 / 2016 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

6 settembre 2015 – 1° giornata d’andata: MELFI – JUVE STABIA 2 – 0 (arbitro Federico Dionisi di L’Aquila) i gialloverde asfaltarono i gialloblù con una doppietta di Cason nella seconda frazione di gioco.

Giovanni MATRONE

 

Calciomercato, la Juve soffia Rincon alla Roma. Giallorossi su Pellegrini e Defrel

NOTIZIE AS ROMA – Il 3 gennaio si aprirà ufficialmente la finestra di calciomercato invernale, ma la lista degli obiettivi è già stilata da tempo. In casa Roma, si punta a rinfoltire la mediana con un giocatore che possa far rifiatare i titolarissimi e, perché no, che sappia essere anche un costruttore di gioco. Le attenzioni del club di Trigoria erano ricadute sul venezuelano Tomàs Rincon in forza al Genoa. Classe ’88, giocatore di grande sostanza e personalità, avrebbe potuto fare al caso di Luciano Spalletti, visto che sarebbe arruolabile anche per l’Europa League. Tuttavia, nelle ultime ore si è inserita prepotentemente la Juventus mettendo sul piatto 2 milioni per il prestito oneroso più 7-8 mlioni per il riscatto obbligatorio. Secondo Sky Sport l’affare è praticamente fatto con i bianconeri che hanno dunque soffiato alla Roma uno dei primi obiettivi di questa campagna di rafforzamento. L’arrivo di Rincon a Torino non esclude quello del belga Witsel, con cui ci sono gli accordi da 6 mesi,ma bisogna rimettersi al tavolo con lo Zenit. A questo punto, si scalda l’asse Roma-Reggio Emilia: due giocatori del Sassuolo interessano al club giallorosso. Si tratta di Lorenzo Pellegrini, cresciuto nel vivaio giallorosso su cui la Roma ha un diritto di riacquisto valido da luglio, ma ora si sta cercando di anticiparlo. Altro neroverde monitorato è Defrel, giocatore molto duttile: può fare sia l’esterno d’attacco che la punta centrale. Infine, Gandini oggi era a Dubai dove si trovava anche l’agente di El Ghazi. La Roma è vigile sul classe ’95 dei Paesi Bassi ma vorrebbe prenderlo con diritto di riscatto mentre l’Ajax, che detiene il suo cartellino, vorrebbe cederlo a titolo definitivo.

Claudia Demenica Copyright vivicentro

Maradona: “Higuain alla Juve? De Laurentiis venderebbe anche la moglie. Contro il Real sarà dura”

Diego Armando Maradona ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport a margine del ‘Globe Soccer Awards’ di Dubai. Ecco quanto evidenziato:
” Higuain alla Juventus? De Laurentiis è disposto a vendere la moglie, i bianconeri lo volevano e l’ha venduto. Ognuno nel suo cuore sceglie: io ho scelto Napoli, lui ha scelto la Juventus. I tempi sono cambiati, prima eravamo attaccati più alla maglia che ai soldi.
Non c’è tanta differenza tra Juventus e Napoli, nel gioco sono alla pari. E il Napoli può fare ancora di più quando rientreranno gli infortunati. Contro il Real Madrid sarà dura, il Napoli avrà di fronte un top club. Mi sarebbe piaciuto se si fossero affrontate oggi perché il Napoli è in forma e loro hanno diverse assenze.
Gol di Mertens al Torino? L’ho visto, dobbiamo chiedergli se volesse fare un cross o tirare in porta (Ride ndr). Resta comunque un gol bellissimo,in un ruolo inedito per lui, sta facendo un campionato meraviglioso”.

Carrie Fisher, l’icona di Star Wars, è morta a 60 anni

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Continua la maledizione dell’anno nero: muore anche Carrie Fisher, la principessa Leila di ‘Guerre Stellari’. Lo ha annunciato un portavoce della famiglia al magazine ‘People*’.

L’attrice americana era stata ricoverata con urgenza venerdì scorso, dopo aver subìto un infarto nel volo tra Londra e Los Angeles 15 minuti prima dell’atterraggio in California ed è morta, all’età di 60 anni, a causa dell’attacco di cuore. 

Era ricoverata in terapia intensiva all’Ucla Medical di Los Angeles. In un breve comunicato inviato da un portavoce della famiglia al magazine ‘People’, si legge che “è con profonda tristeza che Billie Lourd (la figlia dell’attrice) conferma che la sua amatissima madre è morta alle 8,55 di questa mattina”, le 17,55 in Italia. “Il mondo l’ha amata e ne sentirà profondamente la mancanza”, si legge ancora nella nota della figlia che ringrazia “per i pensieri e le preghiere”.

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El Kaddouri: “Futuro? Non so nulla, stiamo discutendo il rinnovo con il Napoli”

Intercettato dai microfoni di TMW Radio a Dubai, dove è in corso il Globe Soccer Awards, il calciatore del Napoli Omar El Kaddouri ha affrontato diversi argomenti.

Iniziamo parlando dell’evento. “È un evento molto bello, è la prima volta che sono qui. Ma è anche la prima volta che sono a Dubai, sono stato invitato con Benatia. Mi sembra un evento carino”.

La tua stagione al Napoli va avanti tra alti e bassi. “No (sorride, ndr), ci sono molti bassi. È una stagione un po’ così, spero che migliori dopo la sosta, vedremo come andrà”.

Che Coppa d’Africa ti aspetti per il Marocco? “Io non sono stato convocato, visto il mio minutaggio di quest’anno. Mi dispiace, sarebbe stata la mia prima grande competizione con il Marocco. Ma fa niente, ora devo pensare a questa stagione”.

Quale futuro per El Kaddouri? “Sul Nizza non so nulla, sono venuto in vacanza e ho staccato la spina. Avevo bisogno di rilassarmi. Rinnovo? Stiamo parlando col Napoli, vedremo come andrà a finire”.

 

da tuttomercatoweb.com

Juve Stabia – brindisi tra squadra e tifosi: il resoconto e le foto della serata

Si è tenuto questa sera alle 18 al Palazzetto del Mare il consueto brindisi di fine anno in casa Juve Stabia, alla presenza di squadra, società e tifosi.
Clima disteso ed unione di intenti sono stati palpabili, a testimonianza della grande armonia che regna nell’ambiente gialloblù.
All’evento, organizzato dalla Curva Sud, ha partecipato anche l’amministrazione comunale nella persona del vicesindaco Andrea Di Martino, il quale non ha nascosto la soddisfazione per l’ottimo campionato delle Vespe. Di Martino ha inoltre svelato che nella pausa di gennaio il Menti sarà oggetto di un ulteriore restyling, e che per la prossima estate è prevista la sostituzione del manto erboso. Il vicesindaco non ha addirittura nascosto l’ambizione dell’amministrazione di dedicarsi nei prossimi anni al progetto di un nuovo stadio per la Juve Stabia.
Assente, causa influenza, Mister Fontana, a nome della società hanno parlato Fabio Caserta e Clemente Filippi. Il viceallenatore ha ancora una volta sottolineato la sua simbiosi con la Juve Stabia e con la città di Castellammare, grazie alle quali ha potuto allungare la sua carriera da calciatore quando molti lo davano per finito.
Il D.G. Filippi ha invece manifestato la soddisfazione della società per la stagione in corso, elogiando la Curva Sud, il cui sostegno è fondamentale per la squadra.
Ha poi preso la parola Capitan Capodaglio, che a nome della squadra ha ringraziato i tifosi per la vicinanza, confermando le ambizioni dei suoi compagni di tentare di raggiungere un obiettivo importante..non nominato per scaramanzia.
La serata si è conclusa tra selfie, bottiglie di spumante stappate, auguri ed applausi tra la soddisfazione generale.

     

 

 

Raffaele Izzo

Eccellenza-Barano ecco il primo rinforzo per mister Monti, arriva il difensore Lubrano

Antonio Lubrano, difensore classe ’96, è il nuovo acquisto del Barano Calcio. La retroguardia bianconera aveva bisogno di un rinforzo dopo l’addio di Del Franco e così il d.g. Gianfranco Pilato, dopo una serie di valutazioni, ha chiuso l’accordo con il difensore che nelle ultime tre stagioni sportive ha indossato le casacche di Bisceglie, Monopoli (nelle cui fila nell’aprile 2015 vinse la Coppa Italia di Serie D) e Viterbese. Lubrano ha trascorsi nel settore giovanile dell’Ischia: ritrova il centrocampista Esposito e l’attaccante Arcamone, compagni di squadra ai tempi della Berretti gialloblù (stagione 2013/2014). Trenta le presenze in Serie D del difensore che può giocare sia come laterale che come centrale. Lubrano, dopo alcune sedute di allenamento agli ordini di mister Giuseppe Monti, è ufficialmente a disposizione per la ripresa del campionato, prevista per sabato 7 gennaio contro l’Isola di Procida.

FOTO ViViCentro – Torneo, Turris-Juve Stabia 1-3: il tabellino del match

Torneo, Turris-Juve Stabia 1-3: il tabellino del match

Vince l’attività di base della Juve Stabia, in trasferta, contro la Turris. Il risultato finale è di 3 a 1 grazie alle reti messe a segno da Di Serio, Rinaldi e Testa.

Così in campo:

Sacco, Marino (Pelusio), De Curtis, Miele, Ferrara, Testa, Di Serio, Minasi (Buzzo), Rinaldi (Fabrizio) …

a cura di Ciro Novellino, foto Minasi

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ESCLUSIVA – Giuseppe Pancaro: Allenare la Juve Stabia è stato un onore

Catania? Un’esperienza importante per la mia carriera. La Juve Stabia ha un organico di qualità e lotterà fino alla fine per la vittoria del campionato.

Alla vigilia della gara di campionato tra Juve Stabia e Catania la nostra redazione ha ascoltato in esclusiva l’ex tecnico delle due squadre, Giuseppe Pancaro. Riportiamo anche sul nostro giornale on line l’intervista pubblicata sull’ultimo match program di ViViCentro e distribuito gratuitamente al Romeo Menti.

Con il pareggio di Taranto la Juve Stabia ha chiuso il girone di andata con 37 punti, uno in più della sua stagione. Le dispiace aver perso questo record?

No, non mi dispiace. Il fatto che l’attuale Juve Stabia abbia fatto un punto in più della mia nulla toglie all’ottima stagione che ho vissuto a Castellammare. Mi fa anzi piacere che Fontana e le Vespe stiano facendo bene; da lontano seguo sempre con affetto le vicende dei gialloblù.

A maggio è tornato al Menti da spettatore e molti hanno fantasticato su un suo possibile ritorno sulla panchina delle Vespe. Le piacerebbe un giorno tornare a sedersi su questa panchina?

Alla Juve Stabia sono stato benissimo; ho un ricordo bellissimo sia per quello che è stato fatto in campo e sia per l’ambiente che si era creato. In più le Vespe sono state la mia prima squadra da primo allenatore quindi i gialloblù avranno sempre un posto particolare nel mio cuore. Detto questo, non mi sembra il caso di toccare argomenti che ora non mi competono, visto che c’è un allenatore, Fontana, che sta facendo benissimo.

A proposito di Mister Fontana, lo conosce? E come reputa il campionato che la sua Juve Stabia sta disputando?

Lo conosco, ci siamo incontrati diverse volte. Una delle ultime volte è stata alla festa dei 90 anni del Presidente Fiore, proprio quando io allenavo la Juve Stabia. Il giudizio non può che essere positivo, sia per la classifica sia per il gioco espresso dalla sua squadra.

A suo avviso la Juve Stabia di Fontana è più forte di quella di Pancaro?

E’ difficile dare una risposta e probabilmente non sarebbe nemmeno giusto. Entrambe le squadre avevano ed hanno punti di forza diversi, ma credo che tutti e due gli organici siano di assoluto valore.

Ci dà un suo giudizio sul Catania di questa stagione?

Il Catania è partito con qualche difficoltà ma si sta riprendendo bene. Anzi, credo che i siciliani abbiano poco da invidiare alle quattro squadre che si contendono il campionato: Lecce, Foggia, Matera e Juve Stabia. Se il Catania non avesse avuto i 7 punti di penalizzazione, credo che starebbe lottando con le quattro squadre sopra nominate per la vittoria del campionato.

Anche lei la scorsa stagione ha dovuto fare i conti con una pesante penalizzazione; crede che quei punti di penalità, 11, abbiano pesato sulla sua gestione?

C’è da dire che la nostra era una penalizzazione pesante. Finché sono stato sulla panchina del Catania l’obiettivo della salvezza era in linea con i punti fatti. Successivamente sono subentrati altri fattori di cui preferisco non parlare. Ad ogni modo ho un bellissimo ricordo anche dell’esperienza al Catania.

Con chi nella piazza siciliana è rimasto tutt’ora un rapporto piacevole?

Tutt’ora mi lega un rapporto di stima al Direttore Bonanno e mi sento spesso con tanti calciatori del mio organico e che sono ancora al Catania.

L’esperienza di Lo Monaco potrà essere un fattore importante in sede di mercato di riparazione?

Assolutamente sì. La carriera di Lo Monaco parla per lui; basti pensare che è stato capace di portare a Catania, tra gli altri, Mazzarani, un calciatore che in Lega Pro fa la differenza. Ovviamente il mercato di gennaio non potrà che esaltare il fiuto di Lo Monaco.

Della sua Juve Stabia sono rimasti Cancellotti, Liotti e Ripa; ci può dare un giudizio su questi tre calciatori? Ed inoltre c’è un calciatore di questa Juve Stabia che l’ha colpita in particolar modo?

Sono una persona che si lega molto ai calciatori che ha allenato. Sono contento davvero per tutti e tre e auguro ad ognuno di loro di realizzare i rispettivi desideri. Per quanto riguarda l’elemento che più mi ha colpito, dico la verità, è il gruppo. Logiudice e Manniello hanno allestito una squadra forte con “rimpiazzi” di qualità. Penso che questa completezza di organico sia un valore aggiunto.

Un altro calciatore che nella sua gestione ha fatto benissimo è Francesco Nicastro, che ora segna con regolarità anche a Perugia, in Serie B. Si sente ancora con lui?

Sì, con Ciccio ci siamo sentiti da poco. Sono andato a vedere una gara vinta dal Perugia proprio grazie ad una sua rete. Stiamo parlando di un ragazzo straordinario ed a cui, come agli altri, auguro le migliori fortune. Non avevo dubbi sulla sua crescita.

Quale delle “fantastiche 4” vede favorita per la vittoria del girone C di Lega Pro?

Fermo restando che a mio avviso si deciderà tutto al rush finale, la speranza è che vinca la Juve Stabia, sia per il rapporto ottimo che ho con Manniello, un Presidente che ha una voglia incredibile di riportare le Vespe in alto, e sia per il bel ricordo che ho della piazza stabiese. Detto questo, al momento il Matera di Auteri sembra la squadra più in forma; a mio avviso, però, la vittoria sarà in bilico fino alla fine.

Oltre che con il Presidente Manniello, con chi ha ancora un rapporto costante qui a Castellammare?

Mi sento spesso con Pino Di Maio, persona eccezionale, ed ovviamente con Clemente Filippi. Tutte persone che sento sempre con molto piacere.

C’è una partita e un aneddoto particolare della sua esperienza alla Juve Stabia che ricorda con piacere?

Per quanto riguarda l’aspetto di campo, probabilmente la partita di Messina resta la migliore della mia gestione, con i siciliani totalmente annichiliti; da allenatore quella vittoria fu una grande soddisfazione. Al di là dei risultati sportivi invece, ricordo con tanto piacere le cene settimanali dello staff societario al completo a casa di Giulio Vuolo Zurlo, addetto agli arbitri, altra persona carissima. Erano serate piacevoli, in cui si discuteva di campo e non solo.

Un suo saluto ai tifosi della Juve Stabia.

Non posso che salutare con affetto i tifosi della Juve Stabia. Per me allenare i gialloblù è stato un onore ed un piacere. Da tifoso, perché sono un tifoso della Juve Stabia, rivedere il Menti pieno in occasione della gara con il Lecce mi ha fatto tanto piacere e spero possa essere sempre così. Auguro a tutti i tifosi stabiesi le migliori soddisfazioni ed ovviamente buon Natale e buone feste.

Raffaele Izzo

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Napoli-Real Madrid, biglietti in vendita a partire da giovedì: tutte le info

I biglietti per la gara SSC Napoli – Real Madrid CF del 7 marzo 2017 ore 20.45 valida per gli Ottavi di Finale di Champions League saranno posti in vendita a partire da giovedì 29 dicembre ore 10:00. Arriva l’atteso annuncio della SSC Napoli che in comunicato diffonde tutte le modalità d’acquisto ed i prezzi per la sfida agli iberici. Ecco il comunicato completo.

Gli abbonati della stagione 2016.17 avranno una precedenza sul posto, fino alle ore 23.59 di domenica 15 gennaio.

Modalità di acquisto per gli abbonati:
a. i titolari di tessera del tifoso “Club Azzurro Card” , della Fidelity Card ” Fan – Away” e “Fan Stadium” con caricamento del titolo di accesso in modalità digitale presso tutti i punti vendita e modalità on-line;
b. gli abbonati titolari di voucher elettronico con rilascio di biglietto cartaceo esclusivamente presso i punti vendita abilitati.

Da giovedì 29 dicembre la vendita sarà aperta anche ai non abbonati, ma inizierà in tempi diversi rispetto a ciascun settore e si svolgerà secondo le seguenti modalità:
– da giovedì 29 dicembre a venerdì 6 gennaio, e fino ad esaurimento posti, sarà possibile acquistare esclusivamente i biglietti dei settori Tribuna Posillipo e Tribuna Nisida e Tribuna Family, nelle abituali ricevitorie. Sarà possibile acquistare i tagliandi anche a partire dal 16 gennaio, attraverso il sito ufficiale della SSC Napoli in collaborazione con Listicket;

– da lunedì 9 gennaio a domenica 15 gennaio, e fino ad esaurimento posti, saranno in vendita anche i tagliandi del settore Distinti, nelle abituali ricevitorie. Sarà possibile acquistare i tagliandi anche on line, a partire dal 16 gennaio, attraverso il sito ufficiale della SSC Napoli in collaborazione con Listicket;

– da lunedì 16 gennaio, e fino ad esaurimento posti, la vendita sarà aperta anche per il settore Curve, nelle abituali ricevitorie, ed anche on line. Sarà possibile acquistare i tagliandi anche a partire dal 16 gennaio, attraverso il sito ufficiale della SSC Napoli in collaborazione con Listicket

I prezzi dei tagliandi per la gara SSC Napoli – Real Madrid CF del 7 marzo 2017 saranno applicati per due periodi di vendita e precisamente:

Questi i prezzi dal 29.12.2016 al 31.01.2017

SETTORE Prezzo
Tribuna d’Onore Euro 250
Tribuna Posillipo Euro 190
Tribuna Nisida Euro 150
Distinti Euro 100
Tribuna Family Euro 80
Curve Euro 50

Tribuna Family ridotto: Euro 40

Questi i prezzi dal 1.02.2017 al 7.03.2017

SETTORE Prezzo
Tribuna d’Onore Euro 350
Tribuna Posillipo Euro 250
Tribuna Nisida Euro 190
Distinti Euro 130
Tribuna Family Euro 120
Curve Euro 70

Tribuna Family ridotto: Euro 60

Non sono previsti biglietti a tariffa ridotta;

E’ vietato il cambio utilizzatore;
E’ consentito l’acquisto di un massimo 4 tagliandi per acquirente;
Non è consentito l’annullo del tagliando dopo l’acquisto;

La SSC Napoli ricorda che per i possessori di tessera del tifoso Club Azzurro Card, di Fidelity Card e Club Azzurro Card e’ possibile acquistare anche on line.
Per effettuare l’acquisto è sufficiente collegarsi al sito web ufficiale della SSC Napoli, www.sscnapoli.it e cliccare nella sezione “insieme allo stadio” oppure accedere direttamente dal banner “ ticket on line” presente nella home page del sito ufficiale SSC Napoli.

Gli utenti saranno indirizzati al sito Listicket di Lottomatica, nel quale, dopo essersi registrati, potranno acquistare il biglietto caricandolo elettronicamente sulla Club Azzurro Card ( Tessera del Tifoso) e/o Fan- Away(Fidelity Card). Alla transazione potranno essere aggiunte, da Listicket, commissioni di pagamento.
Questa modalità di vendita prevede che il titolo di accesso venga associato alla Club Azzurro Card, Fan-Away e/o Fan Stadium Card che, quindi, dovrà essere utilizzata sia per inserire il numero identificativo al momento dell’acquisto, sia per l’accesso ai tornelli dello stadio tramite la lettura del codice a barre.

Il posto assegnato allo stadio sarà indicato sul documento segnaposto la cui stampa, è disponibile all’indirizzo internet:

inserendo le informazioni richieste sulla pagina e procedendo, nella pagina successiva, attraverso il link Stampa Segnaposto.
Il documento segnaposto deve essere obbligatoriamente stampato e presentato ad ogni richiesta del personale di controllo presente allo stadio. Ma il documento segnaposto, da solo, non rappresenta titolo d’accesso valido per l’ingresso.
Infatti per accedere allo stadio, è indispensabile portare con sé la propria Club Azzurro Card , il documento segnaposto ed un documento di riconoscimento.
La SSC Napoli ricorda che per gli utilizzatori della Club Azzurro Card ( sia abbonati, che utenti di singolo evento), per ogni settore vi sono degli ingressi riservati.

 

Da sscnapoli.it

Kiss Kiss – Pavoletti è già a Napoli: domani è atteso a Roma per le visite mediche

Leonardo Pavoletti a un passo dal vestire la maglia azzurra. Stando a quanto rivelato da Radio Kiss Kiss Napoli, l’ attaccante si trova già in città e dovrebbe passarvi la notte  per poi recarsi domani a Roma. Nella capitale sosterrà le visite mediche presso la clinica Villa Stuart. Una volta superate  diventerà ufficialmente il nuovo numero 9 azzurro.

Juve Stabia, oggi brindisi di fine anno tra tifoseria e staff

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Clima disteso in casa Juve Stabia. Questo pomeriggio alle ore 18.00, presso il palazzetto del mare della città termale, l’intera tifoseria è invitata al brindisi organizzato dalla curva sud per poter festeggiare, insieme allo staff e alla squadra, la fine di un 2016 agrodolce e l’arrivo di un 2017 che, si spera, sia migliore dell’anno che sta volgendo al termine.

Non è il momento però di mollare la presa: giovedì, infatti, le vespe saranno impegnate allo stadio Arturo Valerio di Melfi contro i padroni di casa allenati da Bitetto. Ultimo impegno di questo 2016 da affrontare con il massimo della concentrazione. Oggi però, per poche ore, ci si può prendere un piccolo break per festeggiare quanto di buono fatto finora. L’ultimo brindisi tra squadra e staff risale a due anni fa quando le vespe allenate da Pancaro brindarono il 30 dicembre insieme ai tifosi gialloblù .

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Wikipedia

La Società Sportiva Juve Stabia, abbreviata in Juve Stabia, è una società calcistica italiana con sede nella città di Castellammare di Stabia che milita in Lega Pro.

Il simbolo del club è la vespa, mentre i colori sociali sono il giallo e il blu.

Anno di fondazione: 1907
Campo/stadio: Stadio Romeo Menti di Castellammare di Stabia
Allenatore: Gaetano Fontana
Località: Castellammare di Stabia
Campionati: Lega Pro, Lega Pro Prima Divisione

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E’ Luciano di Lamezia Terme l’arbitro di Melfi-Juve Stabia

Vespe sempre sconfitte quando ha diretto l’arbitro lametino

Per la seconda giornata di ritorno del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà giovedì 29 dicembre alle ore 14 e 30 allo stadio “Arturo Valerio” di Melfi è stato designato Giovanni LUCIANO della sezione di Lamezia Terme a dirigere la gara tra Melfi e Juve Stabia.

Giovanni LUCIANO
Giovanni LUCIANO di Lamezia Terme

Luciano, nato a Lamezia Terme in provincia di Catanzaro il 30 settembre 1985, è al suo quarto campionato in Lega Pro, precedentemente, oltre ad una gara del campionato nazionale Primavera del 29 marzo 2014 tra Juve Stabia e Napoli vinta dagli azzurri per uno a zero, ha diretto gare delle vespe sempre fuori casa e sempre in terra pugliese, rispettivamente a Martina Franca, a Lecce e a Foggia e in tutti e tre gli incontri, i gialloblù sono usciti sconfitti; questi i dettagli delle gare:

2015 / 2016 – Campionato Nazionale Lega Pro girone ‘ C ‘

– 11 ottobre 2015 – 6° giornata d’andata: MARTINA FRANCA – JUVE STABIA 2 – 0 le reti dei  jonici una per tempo con Baclet e Cristea.

2015 / 2016 – Campionato Nazionale Lega Pro girone ‘ C ‘

– 24 gennaio 2016 – 2° giornata di ritorno: LECCE – JUVE STABIA 2 – 0 le reti dei salentini una per tempo con Surraco e Cosenza.

2016 / 2017 – Coppa Italia Lega Pro

– 19 ottobre 2016 – 1° turno eliminatorio: FOGGIA – JUVE STABIA 4 – 1 le reti dei satanelli  furono messe a segno con due doppiette rispettivamente di Podovan e Chiricò, mentre il gol della bandiera della vespe fu di Francesco LISI.

L’assistente numero uno sarà: Ruben Liberato ANGOTTI della sezione di Lamezia Terme;

l’assistente numero due Giuseppe ANTONACCI della sezione di Barletta.

Giovanni MATRONE

Collirio REDOFF COLL: ritirato dalle farmacie. Aifa: ‘impurezze sconosciute’

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Collirio ritirato dalle farmacie. Farmaci nuovo ritiro, bufera

Collirio ritirato dalle farmacie. Farmaci, Aifa: “Non usate quel COLLIRIO”

Collirio ritirato dalle farmacie. Allarme farmaco, “non usate quel collirio”. Ecco perchè il collirio è stato ritirato

Farmaco ritirato dalle farmacie E’ un collirio. Un altro farmaco nel mirino dopo gli anti ipertensivi, i gastroprotettori, antidepressivo, anti asmatico e una medicina per la cefalea ritirati giorni fa.

COLLIRIO RITIRATO DALLE FARMACIE. AIFA, LA DECISIONE

L’Aifa ha appena tolto dal mercato italiano un altro farmaco. Si tratta del lotto n. 007016 scadenza 07-2017 della specialità medicinale REDOFF*COLL FL 5ML 0,2%+0,1% – AIC 036506018 della ditta Thea Farma Spa. Lo ha comunicato la stessa azienda farameceutica che ne ha predisposto il ritiro.

COLLIRIO RITIRATO: REDOFF*COLL

REDOFF è utilizzato per il trattamento antiflogistico; congiuntiviti, blefarocongiuntiviti, cheratiti e cherato-congiuntiviti, episcleriti e scleriti, reazioni post-operatorie ed in varie forme flogistiche del segmento anteriore dell’occhio; calazio, pterigion, dacriocistiti. Il provvedimento, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si è reso necessario a seguito della segnalazione da parte della ditta concernente “risultato fuori specifica con impurezze sconosciute” in alcune confezioni del medicinale suddetto. Il lotto in questione non potrà essere utilizzato e la ditta Thea Farma dovrà assicurarne l’avvenuto ritiro entro 48 ore dalla ricezione del provvedimento.

FARMACI, “COLLIRIO NON VA USATO SE LO AVETE IN CASA”

Il richiamo è stato predisposto qualche giorno fa dopo il riscontro di “risultati fuori specifica con impurezze sconosciute” in alcuni flaconcini. Il prodotto ritirato viene usato spesso per gli occhi arrossati, o ad esempio per la congiuntivite, per la blefarocongiuntivite, per la cheratite. Il lotto interessato è lo 07-2017, n. 007016 e AIC 036506018. Chi avesse una confezione del lotto in casa non deve usarla. Come informa l’Agenzia del farmaco “la serie di verifiche cui sono sottoposti i medicinali in commercio, può talvolta evidenziare una variazione del rapporto tra rischio e beneficio nell’uso del farmaco o, più semplicemente, un’efficacia minore rispetto a quella attesa. In altre occasioni, poi, un medicinale sottoposto ai controlli può non presentare la composizione qualitativa e quantitativa dichiarata nei documenti che ne accompagnano il percorso di vita. In tutti questi casi l’Aifa, per tutelare la salute del cittadino, interviene con una serie d’azioni che possono andare dalla sospensione al divieto di vendita (…) un provvedimento amministrativo che, con effetto immediato, impedisce dal momento della sua entrata in vigore, la vendita sul territorio nazionale di una specialità medicinale (anche se registrata con procedura centralizzata o di mutuo riconoscimento), di prodotti medicinali non dotati di Autorizzazione all’Immissione in Commercio (ad esempio prodotti galenici, prodotti magistrali, eccetera), sempre per motivi di sanità pubblica”.

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Caccia alla rete del killer jihadista in Lombardia

Prima di arrivare in Italia Anis Amri, il Killer jihadista autore della strage di Berlino, è passato da Lione. A rivelarlo sono le analisi delle telecamere della stazione ferroviaria francese. Adesso gli inquirenti sono al lavoro per cercare di ricostruire la rete dei suoi contatti in Lombardia. Al vaglio ci sono biglietti, spostamenti e pagamenti. Quello che sembra certo è che non agiva come un “cane sciolto”.

Il terrorista di Berlino filmato a Lione. Caccia alla rete in Lombardia

Biglietti, spostamenti e pagamenti: Amri non agiva come un “cane sciolto”

Per avere qualche risposta sulla presenza di Amis Amri venerdì notte a Sesto San Giovanni, gli inquirenti italiani sperano nei risultati che potrà dare la sim card olandese ritrovata nel cellulare del terrorista tunisino accusato della strage di Berlino. Inattiva in Italia ma funzionante forse in Francia dove, prima di prendere il treno che lo avrebbe portato a Torino, Amri potrebbe essersi messo in contatto con qualcuno per cercare appoggi.

Se è vero che dal piazzale della stazione di Sesto, il terrorista all’alba sarebbe potuto ripartire con un pullman per arrivare in Spagna come nei Balcani o in Calabria, è vero anche che per passare nuove frontiere sarebbe stato più sicuro avere documenti contraffatti. Dunque non si può escludere che a Sesto cercasse di incontrare qualcuno che potesse aiutarlo anche solo ad imboscarsi per qualche giorno.

Lombardia radicalizzata  

L’arresto a Milano agli inizi di dicembre di un aspirante kamikaze, radicalizzatosi in Germania, il marocchino Nadir Benchorfi, e l’espulsione negli ultimi mesi di 5 estremisti islamici tra Lecco e Monza, tra cui il tunisino Belhadj Belgacem Ben Mohamed, imam di Camerlata, in provincia di Como, sospettato di aver reclutato combattenti jihadisti partiti per la Siria nell’ultimo anno, fanno della Brianza, di cui Sesto San Giovanni lambisce i confini, un luogo adatto per trovare appoggi senza che qualcuno faccia domande. Ed è in questi ambienti che l’Antiterrorismo sta scandagliando.

A Milano sono appena arrivate le immagini registrate dalle telecamere della stazione di Lione Part-Dieu dove il giovane aveva acquistato in contanti un biglietto per Milano con corrispondenza a Chambery (stazione in cui le poche telecamere invece non hanno fornito riprese del tunisino). Questi filmati, più quelli di Torino, quelli della stazione Centrale di Milano e gli altri acquisiti lungo il percorso fatto da Amri per arrivare nel grande piazzale della stazione di Sesto San Giovanni con un autobus sostitutivo della metropolitana, rappresentano un unico, lungo, documentario muto, dove Amri viene ripreso apparentemente sempre solo.

Nel complesso, Amri dimostra una capacità di scelta dei tempi, nonché dei mezzi di spostamento (i cambi alle stazioni, i treni regionali e poco controllati, le fattezze camuffate da cappellino e zainetto), come anche l’uso di contanti e mai di card, che testimoniano la preparazione di un terrorista addestrato a sufficienza. Non un semplice cane sciolto, magari con problemi psichici, attivato da chissà quale fanatico, com’era capitato per attentati analoghi. Piuttosto uno jihadista preparato ideologicamente, consapevole, pronto al peggio.

Le principali notizie giungono dalla Tunisia: si è scoperto che aveva convinto un nipote, fermato l’altro ieri e subito molto collaborativo, ad unirsi a lui in Germania nella cellula controllata da Abu Walaa, il predicatore dell’Isis arrestato in novembre in Bassa Sassonia. Gli aveva inviato documenti falsi e soldi per pagarsi il viaggio. I due comunicavano via Telegram.

Peraltro Amri, dopo aver registrato il filmato post strage nei pressi di Berlino, ha trovato il modo di inviarlo, probabilmente via Telegram, all’ufficio di propaganda dello Stato Islamico che lo ha diffuso il giorno dopo la sua morte.

Ma in Italia chi lo conosceva? Su chi poteva contare uno che aveva trascorso quattro anni in carcere? Poteva appoggiarsi ad altri «fratelli», magari a Sesto, oppure a semplici delinquenti comuni, che però all’ultimo momento gli hanno fatto mancare l’appoggio? A queste domande, investigatori e magistrati vogliono dare una risposta per non lasciare in libertà eventuali complici. Così l’attività investigativa si sta muovendo su vari fronti: i contatti rintracciati sulla sim card olandese e quelli trovati sullo smartphone abbandonato sul camion usato per la strage; la corrispondenza con la famiglia e con gli amici in Tunisia (gli inquirenti hanno chiesto alle autorità locali i documenti sul nipote), le frequentazioni sui social; infine le risposte che potrà dare la balistica sulla calibro 22 usata dal tunisino per sparare all’agente nel piazzale di Sesto. L’arma, acquistata probabilmente a Berlino, dovrebbe essere la stessa utilizzata per uccidere l’autista polacco Robertt Lukas Urban durante la strage. L’inchiesta coinvolge diversi Paesi europei: da ieri, sono arrivati in Italia degli investigatori tedeschi per collaborare con la nostra polizia e potrebbero portare altri elementi di novità.

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lastampa/Il terrorista di Berlino filmato a Lione. Caccia alla rete in Lombardia PAOLO COLONNELLO FRANCESCO GRIGNETTI

Crisi senese, Alitalia e Mediaset: il rischio di una ”tentazione statalista”

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Andrea Mingardi, nel suo commento, accosta la crisi senese a quelle di Alitalia e Mediaset sottolineando il rischio di una “tentazione statalista”.

Mps, sventare la tentazione statalista

In Italia ogni tanto non è ben chiaro quale sia il problema, ma è sorprendentemente chiara la soluzione: l’intervento dello Stato. Per Natale gli italiani hanno ricevuto la ricapitalizzazione pubblica del Monte dei Paschi di Siena, resa possibile da un’operazione straordinaria «salva-risparmio» con cui il governo ha rivisto gli obiettivi di finanza pubblica cioè fatta a debito.

Alitalia è a un passo dalla bancarotta e lo Stato, rientrato nell’azionariato con Poste, è sollecitato ad occuparsene. Su questo giornale abbiamo letto che sta prendendo corpo l’idea di un investimento di Cassa Depositi e Prestiti, la banca dello Stato, in Telecom.

Il pretesto è offerto dal rastrellamento di azioni Mediaset da parte di Vivendi, che di Telecom è il primo azionista. Non è ben chiaro in che senso la mossa aiuterebbe Fininvest e la famiglia Berlusconi, che temono un’opa ostile. In compenso, riporterebbe lo Stato nella telefonia.

Mps-Alitalia-Telecom sono tre storie diverse, ma hanno almeno tre elementi in comune. Primo, non si tratta di interventi che trovano la propria ragion d’essere in un «fallimento del mercato». Secondo, rappresentano iniziative sulle quali c’è un sostanziale accordo, al netto di qualche increspatura superficiale, fra le forze politiche. Terzo, questa «saldatura statalista» giustifica, di fatto, uno Stato che per primo viola le sue stesse regole.

Nessuno ha avuto la faccia tosta di sostenere che Mps sia arrivata sin dov’è a causa del «liberismo selvaggio»: è un istituto di credito fino a ieri fortemente dipendente dalla politica in generale e da un partito politico in particolare.

Alitalia opera in un settore difficile, ma nel quale altre compagnie hanno aumentato passeggeri e quota di mercato. Non c’è una crisi del settore: un’impresa, come può capitare, ha sbagliato piani e strategie. Telecom è un’azienda tornata su un sentiero di crescita, che opera in un settore innovativo e competitivo.

Il salvataggio di Mps era considerato inevitabile. Il Monte è un istituto a rilevanza sistemica, il sistema bancario italiano è fragile, senza ripresa del credito non c’è ripresa economica. Staccare la spina richiederebbe coraggio politico in Paesi di cultura liberale: figurarsi da noi. Ma neppure sulle questioni Alitalia e Telecom abbiamo sentito voci di dissenso (con l’eccezione del solo Capezzone).

L’interventismo mette d’accordo destra e sinistra e consente allo Stato di aggirare le regole che esso stesso si è dato.

Due esempi. Nella relazione della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria di Cdp si legge che Cassa ha partecipazioni pari a circa 30 miliardi, a fronte di un patrimonio netto di 20. Ciò significa che investe in azioni parte della raccolta del risparmio postale: cosa che nessun istituto di credito potrebbe fare, secondo le regolamentazioni vigenti. Ciò che viene considerato troppo rischioso per le banche «normali» viene permesso a chi custodisce il risparmio postale.

Esiste un meccanismo europeo, l’Esm, per la ricapitalizzazione degli istituti di credito. Il suo intervento è coerente con quell’«unione bancaria» fatta di regole e impegni comuni di cui i nostri governi sono stati sponsor entusiasti.

Perché non si è scelto quella via, per il salvataggio Mps? Probabilmente perché con la carota dei quattrini sarebbe arrivato anche il bastone della richiesta di impegni precisi sul fronte della finanza pubblica.

Fa parte del cliché nazionale lamentarsi dello scarso rispetto delle regole da parte degli italiani. Ma i politici per primi aggirano le norme di cui sono entusiasti promotori. In un Paese che ama tanto le polemiche, gli accordi bipartisan si fanno solo per spendere i soldi degli altri.

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ECONOMIA

Monito Bce su Mps

Il salvataggio di Mps potrebbe costare allo Stato e agli azionisti fino a 8,8 miliardi di euro. Il nodo da sciogliere resta l’ammontare dei fondi…

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