10.5 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 5789

Reggiana – Juve Stabia: i convocati di Guido Carboni

Al termine dell’allenamento di rifinitura, svolto questa mattina presso lo Stadio “Romeo Menti”, il tecnico Guido Carboni ha reso nota la lista dei nr.24 calciatori convocati per il match Reggiana-Juve Stabia, valevole per l’andata degli Ottavi di Finale dei Play Off di Lega Pro Unica, in programma domani, sabato 20 maggio 2017, con inizio alle ore 20,30 presso lo Stadio “Città del Tricolore” di Reggio Emilia.

Portieri: Bacci, Russo e Tabaglio

Difensori: Allievi, Atanasov, Camigliano, Cancellotti, Giron, Liviero, Morero e Santacroce

Centrocampisti: Capodaglio, Esposito, Izzillo, Mastalli, Matute e Salvi

Attaccanti: Cutolo, Lisi, Manari, Marotta, Paponi, Ripa e Rosafio

Indisponibili: Kanoute’ e Montalto
S.S. Juve Stabia

Verso Reggiana – Juve Stabia, Menichini: Affrontiamo un avversario di valore, ci siamo preparati bene

Alla vigilia della gara di andata tra Reggiana e Juve Stabia ha parlato il tecnico Leonardo Menichini, allenatore degli emiliani

Questi i passi salienti della conferenza del tecnico raccolti dai colleghi di TuttoReggiana:

Affrontiamo una squadra forte, la Juve Stabia ha numeri importanti in questa stagione e non sarà quindi una gara facile. In casa dovremo assolutamente vincere; ci toccherà quindi spingere forte senza però lasciare troppi spazi agli avversari. Abbiamo soluzioni tattiche che possono consentirci di fare male alla Juve Stabia. Loro sono favoriti in virtù del migliore piazzamento in classifica, noi siamo favoriti dal cuore: vogliamo passare il turno.

La squadra si è allenata molto bene, sa quello che deve fare e come farlo. Non potremo permetterci di fare calcoli, dovremo solo pensare a vincere. Non dimentichiamo che la Juve Stabia ha un organico di assoluto valore: conosco molto bene Ripa, avendolo affrontato tante volte in passato; ha fatto 15 gol in questa stagione ed il classico attaccante vecchio stampo. Ho lavorato a Crotone con Cutolo, che sotto la mia gestione mise a segno 14 reti; così come conosco Carboni, collega che ho incontrato in varie occasioni.

Spero che gli ex Genevier, Contessa e Ghiringhelli possano dare qualcosa in più; giocare contro una propria ex squadra dà sempre stimoli importanti quindi punto molto sulla loro voglia di fare bene.

La partita di ritorno a Castellammare? Troveremo un ambiente caldo che ci metterà tanta pressione, ma le partite le vincono i calciatori, non il pubblico.

La cantante Lucia Caruso ha scelto di togliersi la vita. L’ultimo bacio e il volo

0

“Un bacio se ne va, l’universo se ne accorgerà. Quando una stella muore fa male…fa male”. Sono versi che sembrano racchiudere la storia di Lucia Caruso, una stella della musica napoletana che ieri ha deciso di eclissarsi lanciandosi dal terzo piano della sua abitazione in via Mazzini di Torre Annunziata, non prima però di aver salutato i suoi fan, il suo rione, la sua gente dedicando loro i suoi ultimi baci.

Lucia Caruso, una donna con la passione per la musica, una mamma presente per i suoi tre figli di 11, 9 e 2 anni, una moglie amorevole con suo marito Domenico, ha lasciato parenti, amici, colleghi e fan nello sconcerto totale.

La carriera di Lucia era iniziata quando era solo una ragazzina, il successo però le arrise ben presto grazie al suo talento. Ciò che la distingueva maggiormente era la sua espressività, una delle migliori interpreti della canzone neomelodica per chi è dell’ambiente. Tra i suoi successi “E pe sempe”, un duetto con Ciro Rigione, e “Sento”. La sua voce calda, potente ricalcava a pieno l’anelito della sua vita: la passione per la musica. Una passione forte, come è giusto che lo siano quelle cucite sulla pelle di un artista.

A volte, però, l’amore per quello si fa non basta per restare sulla cresta dell’onda, e così può capitare, come è capitato a Lucia, di uscire di scena o almeno di restarne ai margini, non più da protagonista. Quando ciò accade l’accettazione non è facile.

Alcune testimonianze raccolte dagli agenti del commissariato di polizia di Torre Annunziata, hanno messo in luce che la cantante soffrisse di depressione, negli ultimi tempi aveva perso molti chili, e non era più la ragazza sorridente che era sempre stata.

Ieri mattina, quando i suoi figli più grandi erano a scuola, è salita sull’attico si è guardata intorno pronta a compiere quello che aveva stabilito per lei e la sua vita. Inutili sono stati i tentativi dei vicini di casa di persuaderla dall’intento. Ha salutato la vita inviando baci dedicati a chi l’ha voluta bene e poi si è lanciata. Un volo di dieci metri e poi il tremendo impatto con l’asfalto.

Non c’è stato nulla da fare: trasportata all’ospedale Sant’Anna di Boscotrecase è entrata prima in coma, per poi essere dichiarata deceduta intorno mezzogiorno.

 

 

 

Mille Miglia 2017, prima tappa: l’arrivo a Padova (FOTO VIVICENTRO)

La rievocazione della storica Mille Miglia 2017 è iniziata ieri e durerà fino a domenica 21, attraversando oltre 200 Comuni, sette regioni italiane e la Repubblica di San Marino.

Ieri quindi la Prima tappa della Mille Miglia 2017 da Brescia a Padova aperta con le verifiche tecniche alla Fiera di Brescia e la punzonatura in Piazza della Vittoria. Nel pomeriggio la partenza con la storica O.M. 665 Superba partita per prima.

Le 450 vetture, 150 del “Ferrari Tribute to Mille Miglia” e il “Mercedes-Benz Mille Miglia Challenge” sono giunte quindi in serata in Prato della Valle a Padova. Ecco a Voi le foto dell’arrivo.

GUARDA LA FOTOGALLERY:

Sarri: “Rinnovo Mertens? Sono contento ma è una notizia di contorno. Testa alla Fiorentina che ci ha sempre messo in difficoltà”

Maurizio Sarri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara di domani contro la Fiorentina al San Paolo:

“Il secondo posto dipende dalla Roma, noi proseguiamo sulla nostra strada. Se questo basta meglio, altrimenti vorrà dire che dovremo migliorare. Di fronte avremo una delle poche squadre che riesce a toglierci il possesso palla per larghi tratti della gara. E’ un match difficile per noi. Siamo soddisfatti di quello che stiamo facendo, vogliamo continuare così”.

Sul rinnovo di Mertens:Sono contento, ma la mia testa ora pensa solo alla Fiorentina. In questo momento è una notizia di contorno, anche se sono soddisfatto”.

Come motivare la squadra? “Pensando al record storico di punti che è a 3 punti da noi e non alla Roma. Vogliamo tutti i record possibili, se questo ci farà recuperare un posto in classifica avremo fatto il possibile”

Su Allan: “E’ sicuramente in dubbio per domani, ha avuto un affaticamento muscolare. Valuteremo domattina ma non ci sono i motivi per rischiare. In alcune partite è una soluzione straordinaria, ma abbiamo alternative per farne a meno”.

Sulla gara con il Torino: “Penso a quella con la Fiorentina. Spero che la squadra abbia il mio stesso atteggiamento, altrimenti rischiamo di sbagliare il finale di stagione”.

Sulla Fiorentina: “Lo dicono i numeri, ci tolgono tanti minuti di possesso e per noi è un male perché non siamo abituati. Sono sempre state partite dure e problematiche. Hanno tanti calciatori di qualità: Bernardeschi è tra i più forti tra i giovani italiani, Saponara e Ilicic sono ottimi tecnicamente, lo stesso vale per Kalinic. Potevano fare molto di più anche quest’anno”.

Tanti avversari dicono che il Napoli gioca il calcio più bello d’Europa: “Giochiamo un calcio piacevole, ma l’obiettivo resta quello di vincere le partite. Dobbiamo unire il gioco al risultato, ci stiamo riuscendo con continuità nelle ultime uscite. In Italia si pensa che per vincere bisogna giocare male ma non è vero. La nostra filosofia deve tirar fuori le nostre potenzialità al 100%”.

Sul fatturato: “E’ evidente che chi ha più soldi compra la macchina più lussuosa. E’ normale ma per fortuna non matematico. Ogni tanto ci sono delle storie che sfuggono a questa dinamica, ma si ricordano perché rare”.

Parecchi azzurri hanno espresso la volontà di rinnovare: “Il gruppo è sano, con dei valori e crede in quello che gli presento. Il merito è esclusivamente dei ragazzi. Io sono sempre lo stesso, ho i miei difetti e ogni tanto mi incazzo ed uso un linguaggio inappropriato”.

Sul sogno Scudetto: “Deve riguardare noi, voi non c’entrate un c..o. Non si raccontano le cose come stanno e non c’è equilibrio, forse è per vendere i giornali. Le eccezioni si ricordano, si parla del Leicester perché è una cosa rara. Il sogno rimane nostro”.

Sul terzo posto:Sarebbe un obbiettivo intermedio perché ci porta al preliminare. Magari qualcuno ci criticherà ma erano gli stessi che ci mettevano quinti nella griglia di inizio anno”.

Sulla difesa: “Da sempre si dice che fa acqua, è evidente che abbiamo preso 3-4 gol in più dell’anno scorso. In questo campionato, però, tutti hanno segnato di più. Qualche errore grossolano si può limare ma è un reparto in crescita e sono giocatori che hanno la mia completa fiducia “.

Consiglio dei ministri: vaccini obbligatori da 0 a sei anni (Debora VELLA)

0

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge che reintroduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni per  l’iscrizione a scuola. L’obbligo di vaccinarsi riguarda l’età che va da 0 a sei anni, e salgono a dodici i vaccini  obbligatori.

Il provvedimento licenziato nella tarda mattinata dal Consiglio dei ministri rende obbligatori una serie di vaccini che finora erano semplicemente raccomandati. Tra questi ritroviamo quelli contro il morbillo e la meningite. Tuttavia, sul concetto di “obbligatorietà delle vaccinazioni” si sta ancora discutendo poiché il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, era dell’idea di rendere i vaccini obbligatori per l’iscrizione ai nidi, alle materne e alle scuole elementari.

COME TUTELARE I BAMBINI

Al fine di tutelare i bambini, il ministro dell’Istruzione Fedeli ha proposto delle sanzioni per i genitori che non vaccinano i figli, garantendo però a tutti i bambini l’accesso a scuola, ferma restando la decisa posizione di medici e scienziati. Di «emergenza» ha parlato il Consiglio superiore di sanità che chiedeva l’obbligo delle vaccinazioni per la scuola.

LE PAROLE DI MARIA ELENA BOSCHI

Su Facebook la sottosegretaria alla presidenza del consiglio, Maria Elena Boschi, aveva scritto in mattinata: “Sui vaccini: oggi in Consiglio dei ministri discuteremo il testo al quale abbiamo lavorato durante la settimana, perché sulla salute dei bambini non si scherza”.

Debora VELLA

Chievo-Roma, Spalletti: “Questa partita ci può liberare da qualche rimorso. Dzeko è a disposizione”

NOTIZIE AS ROMA – Alla vigilia della penultima, fondamentale, gara di questo campionato, il tecnico giallorosso ha risposto alle domande dei cronisti presenti nella sala stampa di Trigoria. C’è un secondo posto in classifica da blindare, perciò guai a non essere concentrati. Ecco le parole del mister:

La Roma è stata brava a vincere contro Milan e Juve. Ora c’è rischio di calo di concentrazione?
“No, c’è il rischio di trovare un avversario che ti crea problemi. Il Chievo ha fatto vedere di avere un’identità chiara e precisa. Mancano 2 partite da vincere per arrivare davanti al Napoli”.

Il fatto che il Chievo giochi di fronte al proprio pubblico può essere un pericolo?
“I calciatori danno sempre il massimo di loro stessi. Non hanno altra strada per avere un futuro importante se non un presente in cui si fanno cose importanti”.

Nello sport le imprese esistono: basti pensare a Murray che ha scavalcato Djokovic in classifica al master di Londra. Voi al ribaltone sulla Juve all’ultimo respiro ci credete?
“Noi dobbiamo credere alla possibilità di rigiocare le 2 partite con il Porto anche se con 2 squadre differenti. Secondo me lo scudetto lo vince la Juve che ha fatto dei grandissimi numeri riconosciuti da tutto il calcio internazionale e lo merita. Noi non possiamo fare altro che vincere queste 2 partite per cui faremo così. Quando mi son fermato al cancello perché c’erano dei bambini, è tutta la settimana che mi chiamo ‘Chievo rombo’ ed ho rischiato di firmare gli autografi così perché non si pensa ad altro: vogliamo giocare nella competizione più bella che esiste nel calcio. Ci siamo costruiti questa possibilità per la prossima stagione e non ce la vogliamo far scappare”.

Dzeko come sta?
“E’ a disposizione”.

È più la soddisfazione per i risultati che sono arrivati o la delusione per quelli che non sono arrivati?
“Quando si lavora in maniera seria e continua per tutta la stagione parlare di delusione mi sembra eccessivo. Questa è una partita che ci può liberare da qualche brutto risultato. C’è sempre il rimorso di non essere stati bravi in quel momento lì. Questa qui è la partita che ci può liberare da quel rimorso. Siamo tutti proiettati a quel traguardo lì”.

Come sta Totti con i compagni e con lo staff nei suoi ultimi momenti con la squadra del suo cuore?
È una leggenda, lo sarà, lo è stato. È il simbolo della nostra squadra in qualsiasi direzione si voglia guardare la Roma. Però poi come ho sempre detto lo devo trattare da uno che fa parte di una squadra. Devo fare delle scelte e qualche volta l’ho penalizzato. Me ne dispiaccio ma io faccio la formazione per tentare di portare un vantaggio alla Roma e sarà così anche nelle due prossime partite anche se lui si è meritato questi gradi”.

Tanti suoi colleghi recentemente hanno visto la Roma dal vivo. Le dà fastidio?
È una cosa normalissima. Hanno tutti il blasone per poter essere il futuro allenatore della Roma. Prendendo Monchi la Roma ha fatto vedere di voler portare i migliori a lavorare nella Roma, ha dato già un segnale. Io devo essere più bravo di loro se voglio rimanere: è confrontandosi ad alti livelli che si va oltre l’ostacolo”.

Il fatto che il tuo nome venga accostato a quelli di Pochettino, Conte, Simeone ti gratifica?
“Avessimo la possibilità di firmare il contratto il nome e cognome sarebbe ‘Chievo Chievo’. Ci interessano queste due partite qui. I numeri del Chievo raccontano che sono una delle squadre peggiori in termini di cross, di possesso palla nella metà campo avversaria ma sono una delle squadre migliori sulle verticalizzazioni improvvise, la squadra che lancia di più, la più brava di tutte nei rimbalzi, a mettere in fuorigioco. Si vede il target della squadra che è e noi dobbiamo esser bravi a modificare le nostre qualità per togliergli questi numeri qui. Del resto non ce ne deve fregare niente, bisogna pensare al rombo del Chievo”.

Nel 2007/2008 (l’anno della sua prima stagione in giallorosso) la squadra perse 6 punti contro Livorno ed Empoli che poi scesero in Serie B. Anche quest’anno si sono persi punti con squadre che rischiano la retrocessione, per esempio contro l’Empoli. Come si risolve questo problema atavico?
“In quel momento lì c’erano le 4 vittorie a Milano contro Inter e Milan in casa e fuori? No. Quest’anno si son vinte tutte e 4. È vero che hai perso due punti ad Empoli ma poi li hai guadagnati da altre parti. Guarda al Crotone: le ha perse tutte, poi è scattato qualcosa, si sono compattati (il loro pubblico li ha aiutati, si è comportato benissimo, contro di noi li ha sostenuti fino a fine partita). Io contro la Juve non avevo mai vinto in 7-8 anni, solo una volta in Coppa Italia con la Roma (3-2 a Torino con Okaka, Tommasi sotto la neve). La squadra si è costruita la strada per avere la visibilità su questo obiettivo. Abbiamo qualche volta lasciato per strada qualche risultato che ci fa male, ci portiamo dietro questa tristezza. Questa è la partita che li può spazzare via”.

A cosa rinuncerebbe pur di vedere la Roma campione di Italia?
“Fammela la prossima settimana questa domanda”.

Monchi ha detto di voler continuare con lei. Arriverà anche Pallotta che la vuole incontrare. Lei come si presenterà a questi incontri?
“Sempre la stessa domanda sotto un’altra veste. Con qualcuno ha parlato ma è una cosa normale. È un mercato aperto in cui ognuno decide di programmare il futuro che dipende dalla vittoria di domani per quanto riguarda me ed i calciatori della Roma”.

Diretta testuale di Claudia Demenica

copyright-vivicentro

Icardi, l’intermediario: “La scorsa estate fu vicinissimo al Napoli. Ecco cosa mi disse…”

A Radio Crc, nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’, è intervenuto Ulisse Savini, intermediario di mercato che cura gli interessi anche di Mauro Icardi. Ecco quanto evidenziato:

“Icardi è stato vicinissimo al Napoli. Al ritorno dalla tournée americana, però, c’è stata la svolta, sono arrivate rassicurazioni tecniche ed economiche. Va detto che l’Inter non ha mai accettato l’offerta del Napoli che come ultimo rilancio si sarebbe spinto fino a 70 milioni.
Futuro? A mio avviso è stabile, l’attaccante ha un clausola per l’estero di 100 milioni. Disse che con Sarri avrebbe fatto 40 gol? E’ vero, me lo confidò guardando una gara degli azzurri”.

Ritiro Napoli, varie ipotesi al vaglio della società: 15 giorni a Dimaro, poi tournée estera

Il Napoli deve ancora giocare due partite. Dovesse vincerle entrambe e la Roma pareggiare almeno una gara tra Chievo e Genoa allora il secondo posto non glielo toglierebbe nessuno agli azzurri. In caso di terza posizione, però, si dovrà programmare una fase di preparazione diversa rispetto al solito. Al vaglio della società ci sono varie ipotesi. Tra cui quella di dividere il ritiro in tre parti.

Considerato che per contratto devono stare in Trentino tre settimane, il gruppo azzurro potrebbe partire prima e cominciare con 15 giorni di allenamento intenso. Al termine di questa fase si andrebbe a fare una tournèe ma non troppo distante. Magari in Austria o in Svizzera per cominciare a prepararsi in vista del preliminare. Dopo due, massimo tre amichevoli, si tornerebbe in Val di Sole per l’ultima settimana. Praticamente gli azzurri sarebbero impegnati un mese pieno pieno a lavorare per poter poi arrivare alla resa dei conti della Champions quasi al top.

Di solito le squadre di Sarri carburano dopo qualche partita ma in questo caso non si può proprio aspettare. L’andata e il ritorno dei preliminari dovranno essere perfetti. Si dovrà vedere il Napoli di questi tempi. Che va in campo e a prescindere dall’avversario gioca un gran calcio e segna gol a raffica. L’aspetto fondamentale della prossima stagione è che tutti saranno in ritiro dal primo giorno. Non essendoci competizioni estive di importanza europea o mondiale, dopo le vacanze i calciatori si dovranno presentare agli ordini di Sarri senza alcun giorno in più di vacanza. E considerato che il gruppo sarà sempre lo stesso di quest’anno, il lavoro di Sarri sarebbe più semplice poiché conosce tutti molto bene.

Sicuramente arriverà qualche rinforzo. A quel punto Giuntoli si impegnerà affinché possa essere a disposizione dell’allenatore da subito e non a preparazione in corso. I meccanismi del toscano, per funzionare bene, devono essere ben oleati e questo avviene solo attraverso un lavoro certosino che non ammette pause. Basti pensare che l’allenatore ancora fa svolgere doppie sedute ai suoi uomini no. Il Napoli sta programmando il ritiro per la prossima stagione nonostante la stagione stia volgendo al termine.

LE DATE. Il Napoli sta aspettando prima di decidere quando partire per Dimaro. Si stanno valutando varie ipotesi. Si potrebbe iniziare i primi di luglio o addirittura si paventa l’anticipo di una settimana chiedendo ai calciatori uno strappo alla regola. Nell’agenda del tecnico, infatti, c’è anche il 24 giugno. Anche se per contratto i giocatori devono avere un mese di ferie. Naturalmente ognuno per il bene della propria squadra farebbe tranquillamente un sacrificio. È, comunque, tutto in progettazione. Si vuole finire prima il campionato cercando di sorpassare la Roma. Nel caso in cui non ci si riuscisse a quel punto partirebbe la programmazione per il ritiro a Dimaro. Che come detto prevederebbe due settimane di intensa preparazione, una settimana di tournée in una nazionale europea vicina e poi di nuovo tutti in Val di Sole per concludere il ritiro.

 

Da Salvatore Caiazza – Il Roma

Sousa: “Napoli squadra di grande qualità. Siamo quelli che gli hanno creato maggiori difficoltà”

Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Napoli in programma domani al San Paolo.

Domani una finale? “Il Napoli è una squadra che crea molte difficoltà, che ha dall’anno scorso gli stessi principi, ha migliorato la sua qualità e le alternative. Riesce a mantenere quindi la grande qualità per tutta la stagione. Ma siamo stati la squadra che ha sempre creato loro le maggiori difficoltà”.

Saponara? “Per me è un giocatore offensivo, da trequarti. E’ un ragazzo che non parla così tanto, ma dimostra sul campo. Le sue caratteristiche le conoscete, è un ragazzo sempre pronto. Anche se è arrivato qui con un infortunio cronico, che abbiamo dovuto trattare a volte durante le settimane, con sensibilità”.

Come preparare la gara di domani? “Può nascere un atteggiamento diverso in base alle assenze che abbiamo (Borja e Astori, ndr)”.

Rimpianti? “Cerchiamo di vincere ogni partita, così faremo domani”.

Sarri? “E’ un allenatore che ha messo in campo un’idea di gioco di molta qualità. Ho passato molti anni a giocare nel 4-3-3, il modulo che porta avanti Sarri. Mi piace molto la sua dinamica. E poi ha molta stabilità nella sua qualità, durata due anni. Quest’anno si sono migliorati, e lo faranno ancora l’anno prossimo”.

Badelj? “Ne parlerà il comparto medico, poi vedrete le convocazioni”.

Napoli squadra più spettacolare? “E’ quella più regolare su questi principi di gioco. Altre squadre mi piacciono per il gioco che propongono. Ad esempio Sampdoria e Roma”.

Due punte? “L’approccio giusto dei nostri ragazzi sarà sempre quello positivo per vincere, sempre è stato così e sarà anche nelle ultime due partite. Sulle due punte ho già detto, abbiamo iniziato questa stagione con le due punte, poi le abbiamo riproposte altre volte. E’ una possibilità”.

Morale della squadra? “Sempre positivo, cerchiamo sempre di lavorare per vincere ogni partita”

Morale dell’allenatore? “Concentrato su quello su cui può controllare, ovvero allenamento e partita”.

Resterò seduto in panchina 90′ anche al San Paolo? “Cercherò di fare le migliori decisioni per vincere la partita”.

Non si gioca in contemporanea? “Ci sono altri campionati che lo fanno nelle ultime tre, noi no. Ma lo sappiamo dall’inizio, e dobbiamo accettarlo”.

 

Da fiorentina.it

Stefano Beccacece: “La Reggiana non vince da un mese e mezzo”

In esclusiva le dichiarazioni di Stefano Beccacece

Nel corso della trasmissione Il Pungiglione Stabiese 2.0, abbiamo ascoltato il collega Stefano Beccacece giornalista di Zona Calcio con il quale abbiamo analizzato la Reggiana prossima avversaria delle Vespe in questo secondo turno dei play off.

Ciao Stefano. Parliamo di questa Reggiana che ha cullato il sogno promozione diretta con questo primo posto occupato per alcune giornate, poi c’è stato un crollo che ha portato anche all’avvicendamento in panchina e l’arrivo di Menichini, un po’ una sorte simile a quella della Juve Stabia. In che condizioni si ritrova la Reggiana in questo momento della stagione?

Innanzitutto vorrei fare una considerazione per quanto riguarda tutto il mini torneo dei play off. Se andiamo a vedere le grandi favorite di questo torneo tra cui possiamo mettere anche la Juve Stabia, l’Alessandria, la Reggiana, lo stesso Lecce e Parma; hanno tutte avute un po’ la stessa sorte, nel senso che sono state tutte in testa (senza dimenticare che l’Alessandria ha addirittura dilapidato un campionato già vinto, con un vantaggio di ben 12 punti sulla seconda) e hanno avuto dei momenti molto negativi come lo stesso Matera che ha subito 6 sconfitte consecutive. Quindi insomma io non mi sorprenderei se ci fosse una squadra a vincere tra quelle non favorite come un Piacenza o per assurdo lo stesso Albinoleffe che ha vinto in pratica due spareggi, squadre che insomma potrebbero arrivare fino in fondo ben più cariche dal punto di vista mentale, perché non hanno grosse aspettative. Non mi sorprenderei se una di queste arrivasse fino in fondo.

Per quanto riguarda la Reggiana intanto abbiamo la notizia più importante delle ultime ore è la rottura del menisco del difensore Paolo Rozzio, ex Pisa, che dovrà stare fermo almeno per un mese e quindi sicuramente non ci sarà. Questa assenza per la Juve Stabia sarà molto importante.

Per quanto riguarda Menichini, ha quasi giocato sempre con il 4-3-1-2 alternando anche un 4-4-2 e, andando ad abbozzare una sorte di formazione, posso dire che la Reggiana sta alternando diverse volte i suoi portieri Perilli e Narducci (contro la Feralpi Salò ha giocato Perilli), potrebbero giocare gli ex Ghiringhelli e Contessa, Trevisan come centrale e forse l’altro ex Genevier in cabina di regia. Bovo come mezzala insieme a Maltese oppure a Sbaffo in attacco con Carlini e Cesarini in coppia con Guidone. In caso di 4-4-2 Carlini andrebbe a fare l’esterno a sinistra.

Reggiana forte in avanti? Se andiamo a vedere ci sono solo 8 gol di Guidone, i 9 di Cesarini e i gol segnati in Coppa Italia da parte di Marchi. In campionato e da lui che si aspettava qualcosa in più considerato forse come il bomber principe qui a Reggio. Se andiamo a vedere però ha delle caratteristiche che non sono adatte per il gioco che propina Menichini, lui che è forte di testa non riceve palloni da chi gioca sulle fasce tramite cross tagliati.  In questo momento Marchi è molto contestato, un po’ se vogliamo come lo stesso Aniello Cutolo a Castellammare perché probabilmente da lui ci aspettava ben altro.

L’umore della piazza di Reggio Emilia?

La piazza di Reggio Emilia aspetta da vent’anni il ritorno in serie B. È diventata un po’ freddina perché ha cullato per tutto il girone di andata la possibilità di andare in serie B direttamente. É passata dal quasi secondo posto a due punti dalla vetta ed è finita quinta, c’è un po’ di delusione tenendo conto che in questo momento la Reggiana non vive un grandissimo momento anche perché ha rischiato con due salvataggi, un palo e una grande parata contro la FeralpiSalò di capitolare. Questa Reggiana non vince da un mese e mezzo, sostanzialmente l’ultima affermazione risale alla trasferta di Teramo. Tra le varie sconfitte subite nell’ultimo periodo balza agli occhi quelle in casa contro il Forlì e contro il Parma al Tardini molto dolorosa, e tra le altre partite c’è quella clamorosa rimonta subita alla penultima giornata proprio contro la FeralpiSalò (dal 4-1 al 4-4 nel giro degli ultimi 10 minuti di gara). In sostanza questa Reggiana non vive un periodo felice, certo qualcuno può dire che anche la Juve Stabia ha fatto solo 0-0 contro Catania, ma con molte più occasioni, molto più incisività e ha concesso solo l’unica occasione da gol a Djordjevic del Catania. Per quanto mi riguarda sono rimasto molto impressionato dalla partita di Mastalli, un ragazzo che sta dimostrando di valere la Lega Pro e forse anche qualcosa in più. Facendo una previsione, penso che la Juve Stabia avendo a disposizione il secondo confronto in casa, sia favorita e potrebbe anche perdere a Reggio con un gol di scarto e comunque avrà la possibilità di avere l’accesso alle Final Eight guadagnando il passaggio del turno in casa, a Castellammare davanti al proprio pubblico.

Un tuo giudizio sul Presidente italo-americano Frank Piazza, in merito cosa ci vuoi dire? Si é parlato anche di un suo possibile disimpegno, c’è stata un po’ di sorpresa perché nell’ultimo periodo ha pagato gli stipendi all’ultimo secondo. Un aspetto davvero strano visto le premesse, insomma non ci si aspettava questa sua reazione e adesso si sta cercando di trattenerlo. Voci di corridoio parlano di un suo disimpegno, ma sembra che abbia ancora intenzione di continuare questa sua avventura. Sarebbe fondamentale la vittoria di questi play off con la piazza di Reggio Emilia che potrebbe ritornare quindi in serie B dopo un’assenza di 20 anni dal campionato cadetto, soprattutto quest’anno nel quale sono ritornato piazza come Venezia, Cremonese e Foggia che mancavano rispettivamente da 12 e 19 anni. La Reggiana è un’altra piazza importante, c’è fame di serie B anche da queste parti, rispetto a una Juve Stabia che vuole ritornarci ugualmente in serie B, disputata appena 3 anni fa, con un biennio importante e un primo anno quasi a ridosso delle primissime.

La Reggiana come scende in campo? Ci sono squalificati e come è stata preparata la partita in settimana?

Sicuramente mancherà Rozzio in difesa. Menichini giocherà con un 4-3-3, in difesa ci sarà Ghiringhelli, Spanò, Trevisan e Contessa. A centrocampo Genevier e Bovo, uno tra Sbaffo e Maltese, in avanti Carlini Cesarini e probabilmente Guidone.

Per quanto riguarda gli ex Juve Stabia, stiamo parlando di Contessa, Genevier e Ghirighelli, come stanno giocando a Reggio, sono ben visti oppure stanno un po’ deludendo?

Sono rimasto colpito dal nuovo acquisto Contessa, sin dalle prime partite ha fornito diversi assist, è andato anche in gol. Per quanto riguarda Genevier è un uomo d’ordine, di cui la Reggiana non può prescindere a centrocampo anche se contro la FeralpiSalò ha sbagliato un gol facile. Ghiringhelli invece l’ha dimostrato anche domenica di essere un uomo duttile, avendo iniziato come esterno di centrocampo, giocare come terzino, molto duttile in tutte le fasi del gioco.

La piazza come sta seguendo questa Reggiana, dopo il mancato primo posto c’è delusione oppure adesso si è compattata in virtù che l’obiettivo potrà essere raggiunto attraverso i play-off?:

C’è un po’ di scoramento ma è chiaro che i tifosi ci sperano e giustamente ci proveranno. La fiducia penso che non sia altissima in nessuna piazza. Con la vecchia formula dei play-off si manteneva viva la lotta con 4 squadre, si contendevano la promozione 1 su 4, adesso sale solo 1 su 28 squadre. Quindi sostanzialmente é un torneo dove non puoi pensare di andare in serie B quando non te la sei guadagnata sul campo, e come abbiamo visto anche un Padova che comunque ha finito il proprio campionato tra le prime quattro e solo per una partita sbagliata contro l’Albinoleffe, probabilmente la sua peggiore della stagione, è stata di fatto eliminata. Inoltre si va a Firenze, basta il minimo dettaglio per mandare in cenere un’intera stagione. Penso che per tutte le squadre il momento più interessante arriverà solo alla Final Eight, adesso nessuno può dire di aver passato il turno con la certezza di una promozione in serie B. Anche Lecce-Parma, che possono essere considerate tra le più forti eppure neanche questi due possono avere la sicurezza della promozione, ma bensì può vincere il play-off una qualsiasi squadra.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Vaccini: ok Cdm al decreto su obbligo a scuola. Obbligo da 0 a sei anni, 12 quelli obbligatori

0
Via libera del Consiglio dei ministri al decreto che introduce l’obbligatorietà delle vaccinazioni per l’accesso alla scuola.

I vaccini obbligatori saranno dodici per l’età che va da 0 a sei anni. Come funziona da 0 a 16 anni

L’OBBLIGO  SCATTA DA SETTEMBRE –  “L’obbligo delle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola scatterà dal prossimo settembre per la fascia di età 0-6 anni, ma questa strada dell’obbligo riguarda l’intero arco da 0 a 16 anni anche se con modalità diverse”. “Superare le difformità a livello regionale e dare un’ unica linea di indirizzo. Questo l’obiettivo del decreto approvato oggi, con cui abbiamo allargato a 12 le vaccinazioni obbligatorie per l’iscrizione a scuola.”

In concreto, ha chiarito Lorenzin,  “da 0 a 6 anni se non si rispetta l’obbligo di vaccinazione il bambino non potrà entrare a scuola”. Si tratta dunque dell’accesso ad asili nido e scuole materne.

Invece, “dai 6 ai 16 anni – ha affermato – scattano una serie di misure: si dovrà cioè presentare alla scuola il certificato di vaccinazione; se non lo si presenta, il dirigente scolastico farà una segnalazione alla asl, la quale contatterà la famiglia e darà un arco di tempo nel quale effettuare la vaccinazione al proprio figlio. Se i genitori dovessero rifiutare la vaccinazione, ci saranno una serie di sanzioni molto pesanti che vano dalle dieci alle trenta volte maggiori di quelle esistenti. E il controllo avviene ogni anno, non una tantum”, ha aggiunto.

“Alcune misure” del decreto sui vaccini, ha aggiunto il ministro, ”sono state approvate dal Consiglio dei ministri “salvo intese”: ci sono ancora dei nodi che tecnicamente stiamo cercando di risolvere” ma resta fermo l’obiettivo che “Vogliamo aumentare la copertura vaccinale in tutto l’arco della vita del ragazzo. Nel percorso scolastico si interviene per verificare che la copertura sia avvenuta e laddove non lo sia stato per mettere in campo una serie di misure che siano piuttosto stringenti nei confronti della famiglia e mettano in sicurezza la comunità scolastica. Queste azioni ci permettono di alzare rapidamente il livello di copertura in tutta la comunità e mettere in sicurezza tutta la popolazione”, ha sottolineato Lorenzin che ha annunciato anche che si sta valutando l’obbligo per gli operatori sanitari.  “La questione dell’obbligo delle vaccinazioni per gli operatori sanitari sarà un altro aspetto che potremmo inserire nella fase parlamentare. E’ un problema ed infatti proprio gli operatori sanitari sono molto colpiti dai contagi in ospedale”.

É intervenuto anche il premier Paolo Gentiloni che, dopo aver ringraziato le ministre Lorenzin e Fedeli e la sottosegretaria Boschi “che hanno lavorato per la definizione di un decreto che penso sia una scelta importante che qualifica l’attività di governo nel campo della protezione della salute”, ha detto che “l’obiettivo è di evitare che le difficoltà si trasformino in vere emergenze sanitarie”. “Ci troviamo di fronte alla constatazione del fatto che nel corso degli anni la mancanza di misure appropriate e il diffondersi anche di comportamenti e teorie antiscientifiche hanno provocato un abbassamento dei livelli di protezione dal punto di vista dei vaccini”, ha spiegato Gentiloni illustrando le ragioni che hanno portato al decreto. “Inoltre negli ultimi mesi ci sono state diverse decisioni di alcune regioni, il governo sente l’esigenza e il dovere di dare un indirizzo e un orientamento generale”, ha aggiunto.

redazione/web/adnkronos/ansa

La tribuna coperta, Monte Faito, dello stadio Menti sarà intitolata a Roberto Fiore

0

Roberto Fiore un uomo di sport che ha incrociato il suo destino con quello della Juve Stabia. Mentre i calciatori gialloblè si allenano e sudano in vista della gara d’andata del secondo turno dei Play Off di Lega Pro 2016-2017 che li vedrà opposti ai calciatori della Reggiana, c’è chi sta lavorando affinchè un pezzo dell’impianto sportivo della città di Castellammare di Stabia, il Romeo Menti, sia assegnato alla memoria di un ex Presidente che ha dato tanto per la causa gialloblè.

Dopo l’intitolazione del viale delle tribune al grande Nicola De Simone e della tribuna stampa al giornalista stabiese Gaetano Vollono, si sta pensando di dedicare la tribuna coperta (attualmente denominata Monte Faito n.d.r.) al Presidente Roberto Fiore.

Questo è il comunicato stampa che gentilmente il consigliere al Comune di Castellammare di Stabia Giovanni Nastelli (PD) ci ha inviato:

“La Juve Stabia rappresenta la storia, in senso sportivo, di questa città e un forte momento di aggregazione ed identità cittadina che riesce ad unire gli stabiesi al di là dell’aspetto politico, culturale, sociale e religioso. Le gesta di questa squadra permette di portare il nome di Castellammare in giro per l’Italia e va un ringraziamento al presidente Manniello per i risultati egregiamente conseguiti. In passato al timone di questa società vi è stato Roberto Fiore. Una presidenza durata un decennio, che portò la Juve Stabia dall’orlo del fallimento alla quasi promozioni in serie cadetta, ma soprattutto che vide il crearsi di un fortissimo connubio tra il presidente, la città è la tifoseria ; indelebile resterà il coro, sulle note di sapore di mare, a lui dedicato. Amato e stimato da tutti, Fiore venne accolto con una standing ovation all’ultima partita che assistette da spettatore nel nostro stadio. Avvierò tutte le procedure necessarie, sicuro di trovare il pieno sostegno di tutta l’amministrazione, affinché venga intitolata l’attuale tribuna Monte Faito dello stadio Romeo Menti a Roberto Fiore, per un giusto riconoscimento ad uomo che ha dato tanto sotto il profilo umano e sportivo alla nostra città.”

Diabete e percorsi assistenziali da seguire. Convegno a Pescara.

0

La persona con diabete in ospedale: quali percorsi assistenziali da seguire

Venerdì 26 Maggio 2017 dalle ore 15.00 alle ore 19.00

Sabato 27 Maggio 2017 dalle ore 8.45 alle ore 13.00

Aula Biblioteca del Presidio Ospedaliero di Pescara

Via Fonte Romana n. 8 – 2° piano

 

Venerdì 26 Maggio 2017 dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e Sabato 27 Maggio 2017 dalle ore 8.45 alle ore 13.00 presso l’Aula Biblioteca del Presidio Ospedaliero di Pescara, sita al 2° piano di Via Fonte Romana n. 8, si svolgerà il Convegno “La persona con diabete in ospedale: quali percorsi assistenziali da seguire”.

L’evento, organizzato dall’Ufficio Formazione e Aggiornamento della ASL di Pescara che vede come Responsabile scientifico il Dott. Paolo Di Berardino, Direttore del Dipartimento di Medicina della ASL di Pescara, è accreditato per le seguenti professioni: Medico chirurgo con specializzazione in Cardiologia, Chirurgia vascolare, Dermatologia e venereologia, Malattie metaboliche e diabetologia, Medicina generale (medici di famiglia), Chirurgia generale, Reumatologia, Neurologia, Nefrologia, Medicina interna, Malattie infettive, Geriatria, Farmacista con specializzazione in Farmacia ospedaliera, Dietista ed Infermiere.

Il paziente diabetico è presente in tutte le Unità Operative sia di area medica che chirurgica (in media un paziente su 4 presenta questa patologia), difficilmente, però, il ricovero è dovuto ad eventi metabolici acuti (iperglicemia, ipoglicemia, chetosi), ma più frequentemente ad eventi che richiedono un ricovero urgente (ictus, infarto miocardico, infezioni, piede diabetico).

In questa ottica l’attuazione di un percorso assistenziale integrato diventa una risorsa fondamentale, non solo clinica ma anche economica, in grado di rispondere a complessità cliniche sempre più frequenti e di assicurare la continuità assistenziale ospedale-territorio.

Ventimiglia, boom di arrivi. Centinaia di persone chiedono: «Fateci andare in Francia»

0

L’altra faccia è rappresentata da Ventimiglia dove si registra un boom di arrivi, centinaia di persone che dormono lungo il fiume con un’unica richiesta: «Fateci andare in Francia».

Ventimiglia, due anni dopo torna l’assedio al confine. “Fateci andare in Francia”

Boom di arrivi, in centinaia dormono lungo il fiume

VENTIMIGLIA (IMPERIA) – «Basta, non si può prendere un caffè che arriva la fila di chi chiede l’elemosina!». La signora in gonna di jeans sbotta al tavolino del bar. Emmanuel si allontana e borbotta. Capo rasato, giubbotto nero, infila in tasca il cappellino marrone che utilizza per la questua e si guarda intorno, un po’ smarrito. «Sono arrivato qui, tornare indietro non posso, in Francia è impossibile arrivare», racconta. Ha 25 anni, ci spiega ancora «e se qualcuno mi desse la possibilità di guadagnarmeli, questi soldi, lo farei, non li chiederei in giro. Ma è impossibile».

La signora, forse, non è insensibile e sgarbata, ma solo innervosita. Forse anche molto preoccupata. Ventimiglia da anni porta sulle spalle, quelli di una cittadina di 25 mila abitanti, il peso di un’immigrazione che si schiaccia qui, premendo contro un confine inviolabile. Tutti i problemi rimangono da questa parte: di là della vecchia dogana di Ponte San Ludovico Mentone è un miraggio inarrivabile. Così i migranti sono tornati a bivaccare dove hanno sempre fatto: sulle sponde del fiume Roia, alla sua foce, sulla spiaggia. Sono ovunque: chiedono qualche spicciolo, qualcosa da mangiare. Dormono sulle panchine, nei giardini, nelle aiuole, mangiano al campo o alla chiesa delle Gianchette, dove arrivano anche i volontari francesi.

A snocciolare il dato che più preoccupa è Maurizio Marmo, direttore della Caritas diocesana. «L’altra mattina, mercoledì, abbiamo dato da mangiare a 435 persone, quando la media fino ai giorni precedenti era stata di 150». È il segno di un’impennata improvvisa, non graduale, del numero degli arrivi in città. Per chi ha visto l’apocalisse, a Ventimiglia negli anni scorsi, il livello di guardia non è ancora superato. Però era iniziata proprio così, nel maggio di due anni fa. Arrivi sempre più frequenti e numerosi, finché il 13 giugno la Francia decise di blindare la frontiera.

I migranti, a centinaia, incalzati dalla polizia italiana che voleva sgomberarli dal grande piazzale al confine (ora reso impraticabile da grossi massi), fuggirono sugli scogli dei Balzi Rossi e si accamparono lì, fino al definitivo sgombero del 30 settembre. Una crisi durata 109 giorni che Ventimiglia non vuole più vedere e i segni premonitori che affiorano in questi ultimi giorni destano inquietudine, risvegliano preoccupazioni. «Ricordiamo – aggiunge ancora il direttore della Caritas – che se ci troviamo in questa situazione la colpa è della Francia: ha chiuso il confine discriminando chi cerca di varcarlo sul colore della pelle, respinge persino i minorenni da soli». Ma le recenti polemiche sulle Ong e i 68 arresti per lo scandalo dell’accoglienza a Crotone hanno lasciato il segno tra chi ha sempre aiutato la Caritas? «È presto per dirlo, ma certamente c’è turbamento, la gente purtroppo fa di ogni erba un fascio». Invita alla calma il sindaco Enrico Ioculano, Pd: «Stiamo reggendo, i disagi sono ridotti, vorrei vedere altre città nelle nostre condizioni».

I gendarmi, alla vecchia dogana, fanno la faccia dura da anni, figuriamoci ora che Schengen è sospesa, dal 10 maggio e fino al 30, per il G7 di Taormina. Obbligatorio mostrare il documento, aprire il bagagliaio, far passare l’abitacolo ai raggi X. Eppure qualcuno, negli anni, è riuscito a passare. «Lo suggerisce la logica – spiega il responsabile del campo della Croce Rossa Walter Muscatello – perché da quando la nostra struttura è aperta sono transitate qui 11 mila persone e oggi ce ne sono 150. Sì, qualcuno ce l’ha fatta». Gli altri, invece, sono stati ricacciati indietro, al ritmo di 50 al giorno.

Qualcuno non è più tornato. Ci sono stati sette morti in sette mesi, dal 9 settembre dell’anno passato. Sfracellati ai piedi dei piloni dell’autostrada, travolti dai Tir o dai treni nelle gallerie ferroviarie, oppure folgorati sul tetto dei vagoni. Oppure giù, come nell’ultimo caso del 21 aprile, dal Passo della Morte. Solo una di loro, una ragazza di 17 anni, ha avuto un nome e cognome. Gli altri? Fantasmi. Chi è costretto a tornare in Italia che fine fa? Almeno due sere la settimana arrivano a Ventimiglia i grandi pullman della polizia, gli agenti controllano le strade della città, li invitano a salire a bordo. La destinazione più frequente? L’hotspot di Taranto. C’è però chi non si arrende mai. Il Papillon delle evasioni dal centro pugliese si chiama Achmed Omar, ha trent’anni, è sudanese. Per quattro volte è fuggito, è tornato a Ventimiglia, ha provato a passare il confine. Per quattro volte è stato riacciuffato dalla polizia francese e riportato in Italia.

Il nuovo afflusso dei migranti in città si scontra con un problema. Proprio il centro della Cri, dopo un incendio (non doloso) di alcuni moduli abitativi, può ospitare solo 250 persone quand’era arrivato, nei momenti più difficili, ad accoglierne 900. Ovvio che non bastino. «Ma non ci sarà – ci rivela un poliziotto – una nuova estate dei migranti sugli scogli». Rivela il piano che sottintende un accordo: «Se proveranno a varcare il confine in massa, non li fermeremo: ci penseranno i francesi, che sono già pronti per l’eventualità e si fanno meno problemi di noi».

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/Ventimiglia, boom di arrivi. Centinaia di persone chiedono: «Fateci andare in Francia»
lastampa/Ventimiglia, due anni dopo torna l’assedio al confine. “Fateci andare in Francia” MARCO MENDUNI – INVIATO A VENTIMIGLIA (IMPERIA)

Media spettatori calata al San Paolo e abbonati scontenti: il motivo

Ultima gara della stagione al San Paolo per il Napoli. Contro la Fiorentina saranno circa 45mila gli spettatori presenti. Eppure i dati parlano di una media spettatori inferiore rispetto all’anno scorso. Sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport si legge:

“Ma come è possibile che questo Napoli così spettacolare non scaldi più di tanto i cuori della gente azzurra? In realtà i tifosi stravedono per Sarri, come da recente striscione della Curva B. Ma hanno un rapporto conflittuale, specie quelli delle Curve, con De Laurentiis, che ad inizio stagione aveva deciso prezzi addirittura folli per i settori popolari (40 euro per Napoli-Milan in Curva). I prezzi poi sono diventati stracciati e questo ha scontentato i circa 6.500 i abbonati che hanno finito per pagare molto di più rispetto a chi ha comprato i singoli tagliandi”.

Il Napoli continua a lavorare per il rinnovo di Ghoulam: fissato un nuovo incontro con l’agente

Raggiunto l’accordo per Mertens, al Napoli resta da definire il futuro di Faouzi Ghoulam. L’esterno algerino ha parlato ieri ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli lasciando intendere di voler restare in azzurro. Stando a quanto riporta l’edizione odierna de Il Mattino, De Laurentiis avrebbe dato mandato a Giuntoli di fissare un nuovo incontro per la prossima settimana con l’ agente Jorge Mendes. La volontà del presidente è trattenerlo, non si esclude che la firma potrebbe arrivare prima della partenza per Dimaro.

Ogni 1000 abitanti 3 migranti: questa la ricetta preparata a Milano

0

Ogni 1000 abitanti 3 migranti. Il modello diffuso di Milano sembra essere l’unica soluzione ai crescenti flussi migratori: spalmare il più possibile la presenza sul territorio.

Tre migranti ogni mille abitanti. Ecco la ricetta Milano per l’accoglienza diffusa

Sabato la manifestazione a favore dei profughi

MILANO – Ogni 1000 abitanti 3 migranti. Con un rapporto pari allo 0,3% tra chi abita nella Città metropolitana e chi è ospitato. Il protocollo Milano alla fine è tutto qui: spalmare il più possibile sul territorio migranti e richiedenti asilo. Il ministro dell’Interno Marco Minniti giura che non ci sono alternative se si vuol far fronte alle ondate di flussi migratori in crescita: «Milano è un modello per l’Italia e per l’Europa. Questo è un investimento sul futuro del nostro Paese». Il sindaco Giuseppe Sala annuisce: «Uno che fa il sindaco non può far finta che le cose magicamente si risolvano».

I numeri alla base dell’accordo lo confermano. Oggi nell’area di Milano e nel centro gestito dalla Croce Rossa a Bresso a Nord della città gravitano 4500 migranti. La maggioranza, 3600, sono sparsi nei centri di protezione internazionale e di prima accoglienza in città. Altri 500 sono nell’hub di Bresso gestito dalla Croce Rossa. Solo 400 i migranti e richiedenti asilo spalmati nei 132 Comuni dell’hinterland. Con le nuove quote i migranti sono destinati ad aumentare a circa 5000.

Su 132 sindaci 76 per ora hanno accettato di accogliere i migranti. Simone Negri, sindaco di Cesano Boscone, è uno di quelli che ha detto sì: «La scelta di definire e di chiedere ai sindaci la sottoscrizione di un protocollo è un buon tentativo di mettere ordine in una materia caotica, gestita fino ad ora senza alcun confronto con le istituzioni territoriali». Cosa che aveva provocato non pochi problemi. Visti anche i numeri dell’emergenza migranti: dal 18 ottobre 2013 ad oggi a Milano sono entrati in contatto con il sistema di accoglienza della città 124 mila migranti di cui 25 mila minori. Fino all’anno scorso il 98% dei migranti era in transito. Adesso – complici anche i «tappi» ai valici francesi, svizzeri e austriaci – i richiedenti asilo stanziali sono il 90%.

LEGGI ANCHE:
Pressing dell’Italia per bloccare i migranti da Sud ed il traffico di esseri umani
Ventimiglia, boom di arrivi. Centinaia di persone chiedono: «Fateci andare in Francia»

Il nuovo piano prevede invece un rapporto diretto tra Comune e prefettura che avrà il ruolo di ente appaltante. Un lavoro che ha impegnato negli ultimi 3 mesi il prefetto Luciana Lamorgese: «Il piano dell’accoglienza andava esteso. Ho incontrato tutti i sindaci. Abbiamo messo nero su bianco tutti gli aspetti della vicenda». La ripartizione di posti verrà stabilita in modo proporzionale incrociando la popolazione residente nel Comune accogliente al primo gennaio dell’anno scorso con il numero dei migranti sulla base del Piano Nazionale di Ripartizione Anci/ministero dell’Interno. Gli inserimenti in collaborazione con le associazioni del terzo settore e le ong con finalità sociali avverranno entro il 31 dicembre di quest’anno. Rimane il nodo dei 56 Comuni che non hanno ancora firmato. Molti dei quali soprattutto quelli a guida leghista hanno manifestato ieri davanti alla prefettura. Ma Milano, sul modello di Barcellona, si prepara ad un’altra manifestazione per sabato: la marcia «20 maggio senza muri» che attraverserà la città, promossa dall’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e che vedrà in prima fila il sindaco Giuseppe Sala con la fascia tricolore e sul palco chi ha firmato l’appello per l’accoglienza, da Emma Bonino a don Colmegna della Caritas.

vivicentro.it/politica
vivicentro/Ogni 1000 abitanti 3 migranti: questa la ricetta preparata a Milano
lastampa/Tre migranti ogni mille abitanti. Ecco la ricetta Milano per l’accoglienza diffusa FABIO POLETTI

Rinnovo Mertens, emergono ulteriori dettagli: al belga una sorta di buonuscita in caso di cessione

Emergono ulteriori dettagli riguardo il rinnovo contrattuale di Dries Mertens. In caso di cessione, infatti, l’ attaccante belga potrà beneficiare di una sorta di “liquidazione”. Ecco quanto riporta l’edizione odierna di Tuttosport:
“Per avere il placet del giocatore, la società ha accettato di corrispondere un bonus di ‘liquidazione’ per una somma pari a circa due mln di euro, e che verrà corrisposta a Mertens solo al momento della eventuale cessione”.

Mertens, riunione di nove ore alla Filmauro per il rinnovo: i dettagli

Dries Mertens pronto a continuare la sua avventura in maglia azzurra, trovato l’accordo che lo legherà al Napoli fino al 2020. Decisivo l’incontro tenutosi ieri negli studi della Filmauro tra il presidente De Laurentiis e gli agenti del belga. Incontro durato ben nove ore, nel quale la società ha cercato di accontentare l’attaccante su molti punti.
In particolare sulla clausola, che sarà valida solo per l’estero a partire dal 2018. Un modo per evitare spiacevoli inconvenienti (caso Higuain su tutti). Lo stesso calciatore ha chiamato diverse volte nel corso del summit per essere aggiornati sugli sviluppi della trattativa. In realtà Mertens aveva dato la propria disponibilità a rinnovare a partire dai primi di maggio. Alla fine accordo raggiunto fino al 2020 sulla base di 4 milioni a stagione più bonus legati a prestazioni individuali e di squadra. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.