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Maksimovic: “Siamo un gruppo forte, ora sto bene e mi metto a disposizione di Sarri”

Maksimovic: “Siamo un gruppo forte, ora sto bene e mi metto a disposizione di Sarri”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto Nikola Maksimovic, difensore azzurro, il quale ha dichiarato: “Non sono un nuovo giocatore ma volevo esserci anche lo scorso anno perché lavorare con Sarri è molto importante, soprattutto per noi difensori. Lo scorso anno ho avuto un po’ di problemi, ho giocato poco perché ero abituato ad un calcio diverso, ma ora sto bene e sono a disposizione del mister. Siamo un gruppo forte, ridiamo, scherziamo, in allenamento lavoriamo tanto con la palla e così è tutto più facile. In questo periodo di ritiro le gambe sono pesanti, è difficile fare tutto per bene, ma con lui quando ripetiamo un’esercitazione tante volte si impara meglio. L’amichevole di oggi servirà per provare il nostro lavoro, per noi sarà come una gara di Champions, solo così possiamo vincere sempre e fare le cose per bene”.

SULLA CHAMPIONS- “Il nostro primo obiettivo è il preliminare, poi ce ne saranno altri. Questa squadra ha una grande potenzialità. 

SULLO SCUDETTO- “Per questa potenzialità non è un sogno né un tabù, è un obiettivo al quale puntiamo tutti. Non è finito il mercato, non sappiamo chi arriva e chi va via, però questo gruppo ha tutto per raggiungere grandi obiettivi. Abbiamo un grande attacco e parlo di tutti, non solo del tridente. Quando Milik s’è fatto male, Mertens ha fatto un campionato straordinario, ora vorrà ripetersi e poi c’è anche Pavoletti e Ounas, che è un bravo giocatore giovane. Io il più bello della squadra? Non voglio essere protagonista, grazie ma ci sono tanti altri bei giocatori in squadra(ride, ndr)”.

Vespa Rosa: Elena Fenu una tifosa del Menti si concede ad un’intervista

Il sole è alto, in tanti sono al mare, ma noi della rubrica la Vespa Rosa siamo sempre alla ricerca di parole e pensieri delle tifose del Menti.

La protagonista di questa settimana è la nostra cara amica e lettrice della nostra rubrica: Elena Fenu.

La famiglia di Elena da anni ha la passione per la Juve Stabia che viene trasmessa di padre in figlio o figlia, di generazione in generazione: suo nonno l’ha trasferita a suo padre che a sua volta l’ha trasferita a lei.

Ora lei “insegnando”, alla sua piccola principessa Giada, la passione per i colori gialloblè.

Ogni volta che lo Stabia scende in campo seguono la gara dalla tribuna coperta e a volte dalla mitica Curva Sud. Quando occupano il loro posto in tribuna coperta restano incantate delle coreografie che la Sud realizza durante le partite della Juve Stabia.

Elena non dimenticherà mai i due gol realizzati da Corona e Molinari durante la finale play off di Roma che sancirono il ritorno tra i cadetti della Juve Stabia.

La sua scaramanzia consiste nello stringere forte la mano di sua figlia (cosa più bella non c’è n.d.a.).

La Juve Stabia anche quest’anno sarà ai nastri di partenza del prossimo campionato con tante incognite e qualche certezza. Tra le incognite c’è la questione stadio: Elena spera che le promesse di Pannullo sull’inizio dei lavori siano mantenute e l’esilio al Pinto duri poco, perché recarsi a Caserta con la sua principessa e suo figlio è si complicato ma non impossibile, quando si parla di Juve Stabia per lei tutto è possibile!

Elena invita tutti i tifosi a non pensare più alle ingiustizie ricevute, tanto è inutile, ma a guardare avanti.

Anche Elena riserva l’ultima parte della sua intervista al Presidente Manniello chiedendogli di non dimenticare la questione “Scudetto del ‘45” che potrebbe essere un altro successo sia per lo Stabia sia per la città; sarebbe un altro titolo da ricordare e da regalare alle generazioni future.

Elena saluta le “Hard Girls” , tutte le donne del Menti e tutti gli ultras della Curva Sud. Un saluto particolare ai fratelli del Siracusa che non fanno mai mancare il loro affetto nei confronti del popolo gialloblè.

Conclude l’intervista con un: “Grazie ViViCentro, grazie Vespa Rosa”.

A cura di Patrizia Esposito

Riabilitati, Contenti e con Vitalizio (Lo Piano Saintred)

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Fatta la Legge trovato l’inganno, si possono ritenere “contenti” i 3 parlamentari italiani a cui per gravi reati commessi contro la Pubblica Amministrazione era stato sospeso il vitalizio.

Quale e’ stato l’escamotage, la via di fuga, che ha fatto tornare in auge pensionistica questi deputati?

Sul ravvedimento o la riabilitazione del condannato, la Legge parla chiaro :

La riabilitazione e’ un istituto previsto dal nostro sistema giudiziario, con il quale a fine pena il Tribunale di sorveglianza può certificare il ravvedimento del condannato. Il regolamento della Camera, al comma 3 dell’articolo 1, dice infatti che le “disposizioni non si applicano qualora sia intervenuta la riabilitazione, in base agli articoli 683 del codice di procedura penale, 178 e 179 del codice penale”.

Ed è così che a poco a poco, riabilitazione dopo riabilitazione, coloro che scontano la condanna e vengono certificati ravveduti (prassi che non viene praticamente mai negata a nessuno), possono riottenere il vitalizio, arretrati compresi.

Cosa che è accaduta a Massimo De Carolis (ex Dc), Massimo Abbatangelo (ex Msi) e Giuseppe Astone (ex Dc), condannati rispettivamente per corruzione, porto e detenzione di esplosivi, associazione a delinquere finalizzata alla concussione.

In Italia esistono le pensioni minime, quelle che scattano dopo 40 anni di contributi, quelle d’invalidita’ e tante altre ancora, da questo momento ve ne saranno altre per l’associazione a delinquere.

Per questo reato si ha diritto al vitalizio anche solo dopo 4 anni di legislatura, ferie comprese. Se poi si e’ delinquenti con la specifica della recidiva infraquinquennale si potrebbe ottenere con tutti i benefit di Legge anche la 14ma.

Nel Califfato, la presunta morte di Al Baghdadi, apre la battaglia per la successione

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In Medio Oriente, dopo la notizia della presunta morte del Califfo Al Baghdadi, si apre la battaglia per la successione. “Un passaggio delicato che potrebbe disgregare l’Isis” scrive Giordano Stabile.

Ora la battaglia per la successione potrebbe disgregare lo Stato islamico

La notizia usata per gettare scompiglio tra gli islamisti

BEIRUT – La testa del califfo è un trofeo troppo prezioso per essere lasciato a un concorrente. La distruzione del califfato è una gara a ritmi accelerati. Eliminare Abu Bakr al-Baghdadi è una spallata importante, anche se non decisiva. Gli effetti della sua scomparsa, se verrà confermata da una prova fisica oltre che da voci, si faranno sentire fra gli islamisti. Sul morale e soprattutto sulla loro organizzazione. Ma avranno un impatto anche sulle forze che stanno combattendo per spartirsi i territori ancora in mano allo Stato islamico. Chi mostra il trofeo per primo, avrà i suoi vantaggi.

Il califfo, nell’ideologia salafita, è il principe, il comandante dei credenti, Amir al-Muminin. La sua successione non è un affare semplice, tanto più in un califfato smembrato giorno dopo giorno, con i suoi leader braccati da droni e jet della coalizione ed eliminati in gran numero, soprattutto durante la battaglia di Mosul.

Fra i caduti nell’ex capitale dello Stato islamico ci sarebbe anche uno dei vice di Al-Baghdadi, Ayad al-Jumaili, fra i candidati a succedergli. Un altro è Abu Moutaz al-Quraishi (Fadhil Ahmad al-Hayali) anche lui dato per morto. Se è vivo, ha il vantaggio di essere un discendente certo della tribù degli Al-Quraishi, quella di Maometto, requisito indispensabile per essere califfi. Di altri possibili eredi si sa poco, ma di certo la battaglia per la leadership potrebbe fiaccare una dirigenza decimata.

La crisi nello Stato islamico sarà tanto più forte quanto più caotica e lenta sarà la scelta del nuovo «comandante dei credenti». Sul piano militare invece la scomparsa di Al-Baghdadi non incide più di tanto. Il califfato è diviso in province, wilayat, molto autonome per quanto riguarda la difesa. Hanno guarnigioni di truppe regolari, e liwa, divisioni, di forze speciali formate da combattenti locali, gli inghimasiyy, una per provincia. A spostarsi fra una provincia e l’altro sono solo le unità d’élite, come la Liwa al-Khilafa. Sono composte soprattutto da combattenti stranieri, in particolare ceceni e asiatici. Questi pretoriani hanno legami più diretti con il califfo, ma gli altri continueranno a combattere per la difesa della proprie città, le ultime rimaste: Tall Afar, Hawija, Al-Qaim in Iraq, Raqqa, Deir ez-Zour, Mayadin, Abu Kamal in Siria.

Ma la morte, e persino il semplice annuncio della morte di Al-Baghdadi, ha un impatto forte anche sul morale delle truppe che combattono l’Isis. La vittoria di Mosul è arrivata dopo nove mesi e le forze irachene, soprattutto i reparti d’élite, secondo fonti militari curde, «sono logorate». Hanno perso, fra morti e feriti, quasi metà degli uomini, i rimpiazzi, specie a livello di ufficiali, «non sono sempre allo stesso livello» nonostante gli sforzi degli addestratori americani e italiani. La fine del nemico numero uno dà morale ed energie per affrontare le prossime battaglie ed è chiaro che media e dirigenti iracheni spingono l’acceleratore, danno per sicura la notizia della morte del califfo. E non è la prima volta. Serve anche a creare conflitti all’interno degli islamisti proprio nella città da dove è partita la notizia, Tall Afar. Un centro di soli 100 mila abitanti ma un vero rompicapo, per la presenza di tribù turkmene protette dalla Turchia. Per questo le milizie sciite non lo possono attaccare e le esauste forze speciali irachene esitano.

Un sottile gioco mediatico e politico può celarsi anche dietro la conferma arrivata dall’Osservatorio siriano per diritti umani. Qui la competizione è con la Russia. L’Osservatorio, vicino all’opposizione sunnita, fa intendere che Al-Baghdadi è stato ucciso al confine fra Siria e Iraq, proprio il confine tracciato dagli accordi tra Gran Bretagna e Francia un secolo fa che il califfo voleva cancellare per ricostruire un grande impero islamico. Ma comunque in un altro luogo rispetto a quello indicato da Mosca un mese fa. Un modo per sottrargli il «trofeo». E pesa anche la situazione a Raqqa. Le continue defezioni fra le milizie arabe alleate dei curdi stanno complicando la riconquista della città. Fra lunedì e ieri l’Isis ha recuperato posizioni perse lungo le mura della Città vecchia. Anche qui la notizia della fine del califfo alza morale. Vera o falsa che sia.

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/Nel Califfato si apre la battaglia per la successione di Al Baghdadi
lastampa/Ora la battaglia per la successione potrebbe disgregare lo Stato islamico GIORDANO STABILE – INVIATO A BEIRUT

Mercato Roma, altro colpo a sorpresa: preso il turco Cengiz Ünder

NOTIZIE AS ROMA – È un mercato ricco di colpi di scena quello che sta portando avanti Ramon Monchi. Dopo aver rispolverato i guantoni da portiere a Pinzolo in occasione della partitella “amichevole” tra staff AS Roma e giornalisti al seguito della squadra, il ds stupisce ancora tutti. Il colpo in canna, questa volta, si chiama Cengiz Ünder e viene dalla Turchia. Classe ’97, si tratta di un’ala sinistra talentuosissima. Per questo colpo sono stati spesi 13 milioni. Troppi? Sembrerebbe di no, a giudicare dalle recensioni di chi lo conosce bene e dai numerosi club di Premier che erano sulle sue tracce. A vent’anni da compiere dopodomani, questo ragazzo ha attirato su di sè le attenzioni del Manchester City (per esempio) grazie alle prestazioni nel Medipol Basaksehir. Nella stagione scorsa, questo esterno ha collezionato 32 presenze (2511′ giocati) con 7 gol e 5 assist in Süper Lig.  In grado di svariare su tutta la trequarti campo con i suoi 174 cm di altezza che lo rendono particolarmente veloce ed abile nel dribbling, è capace di deliziare il pubblico con il suo piede mancino educatissimo. Grandissima destrezza nell’uno contro uno, da questo punto di vista portebbe ricordare le caratteristiche di velocista tipiche di Salah. A proposito dell’egiziano, sarà proprio Cengiz Ünder il suo erede? O i tifosi possono aspettarsi il colpo grosso? Di sicuro l’acquisto di questo calciatore non entusiasma la piazza, che si aspetta un grande nome dopo le numerose cessioni che hanno permesso di introitare un bel gruzzolo.

Claudia Demenica

Brucia ancora il Parco Nazionale del Vesuvio

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Il Vesuvio continua a essere avvolto dalle fiamme nonostante siano stati utilizzati Canadair e altri mezzi aerei, squadre dei Vigili del fuoco, la Protezione civile e numerosi volontari.

I carabinieri forestali hanno constatato che l’origine di questi roghi sia dolosa, individuando molteplici punti di innesco partiti contemporaneamente da diverse zone difficili da raggiungere.

Come riportato dal quotidiano Il mattino, si pensa che animali vivi siano stati usati come inneschi: sono stati cosparsi di benzina e dati alle fiamme e durante la loro fuga hanno raggiunto luoghi in cui è stato ed è ancora ora difficile intervenire con tempestività.

 

Auriemma: “Sepe farà il secondo di Reina, ma il suo agente pone due condizioni”

Il suo pensiero

Raffaele Auriemma scrive di altre due trattative di mercato che coinvolgono il Napoli: “Giuffredi sarà nelle prossime ore al tavolo proprio con De Laurentiis per mettere in chiaro la situazione di altri due dei suoi assistiti. Prima di tutto Gigi Sepe: il portiere ex Empoli e Fiorentina ha accettato di fare il secondo di Reina, ma vuole un adeguamento contrattuale e la sicurezza di avere un minino di presenze per evitare il terzo anno di completa inattività lontano dai pali. L’altro assistito di Giuffredi coinvolto è Boris Radunovic: lo scorso anno in prestito dall’Atalanta all’Avellino, piace all’area tecnica, il Napoli ha già fatto un sondaggio con il direttore dell’area tecnica degli orobici, Giovanni Sartori. Radunovic, classe ’96, potrebbe fare per un anno il terzo per poi scalare le gerarchie”

4-3-3 ma non solo, Sarri lavora ad un altro modulo con Hamsik in altro ruolo

4-3-3 ma non solo, Sarri lavora ad un altro modulo con Hamsik in altro ruolo

La Gazzetta dello Sport riferisce che il Napoli sta lavorando anche su un altro modulo rispetto al 4-3-3: “Sarri sta cercando di avvicinare alla perfezione anche il secondo sistema di gioco, il 4-2-3-1 da rilanciare a gara in corso, per sbloccare o ribaltare un risultato in coda al match. Col tridente dei piccoletti pronto a esaltarsi alle spalle di un vero centravanti come Milik (o Pavoletti), muscoli e centimetri a disposizione della squadra per scardinare il muro avversario. Soprattutto contro squadre chiuse o contro una difesa a tre, che spesso ha dato fastidio al Napoli. I quattro k.o. infatti sono arrivati contro avversari schierati a tre dietro, perché oltre all’Atalanta (fedele al 3-4-1-2), anche Juventus e Roma all’andata hanno affrontato gli azzurri con i tre dietro. E lo 0-0 in casa del Genoa ha sottolineato questa specie di allergia azzurra nel sorprendere una fase difensiva più accorta. La profondità della rosa, la qualità dei singoli e la loro duttilità saranno armi fondamentali per affinare anche il secondo sistema, che avrà Hamsik come regista”.

Berenguer, c’è l’accordo tra Osasuna e Napoli: ora si attende Ghoulam

Berenguer, c’è l’accordo tra Osasuna e Napoli: ora si attende Ghoulam

La Gazzetta dello Sport fa il punto della situazione su Alex Berenguer e il rinnovo di Faouzi Ghoulam: “In serata è arrivato in ritiro Mario Rui per firmare il suo nuovo contratto quinquennale. È il secondo acquisto del Napoli, che ora cercherà di stringere anche per Berenguer, esterno dell’Osasuna. Le due società non hanno ancora trovato un accordo sul prezzo del cartellino del giocatore, che ieri si è presentato al centro sportivo dell’Osasuna dopo aver saltato le visite mediche in programma lunedì. Su Berenguer ci sono anche altre squadre, tra cui l’Athletic Bilbao, ma il Napoli sembra abbastanza tranquillo. Per Ghoulam si attende solo l’ufficialità del rinnovo, mentre in uscita c’è da registrare la cessione a titolo definitivo di Maiello al Frosinone”.

De Laurentiis: “Lo scudetto non dev’essere un tabù, è il mio Napoli più forte! Sull’arbitrato con Higuain…”

Le sue parole

Ai microfoni della Repubblica è intervenuto il presidente Aurelio De Laurentiis, il quale ha dichiarato: “La parola scudetto non deve essere più un tabù, per il Napoli. Non mi preoccupa che i giocatori ne parlino. Abbiamo tutte le carte in regola per lottare per il primo posto e saremo più competitivi dello scorso anno, grazie alla simbiosi tra Sarri e la squadra. Il preliminare di Champions ci aiuterà a riallacciare subito il bel discorso interrotto nel torneo scorso. Siamo tutti concentrati sullo spareggio Champions. I nostri nazionali hanno compiuto un atto di maturità, accorciandosi un po’ le vacanze e presentandosi in ritiro in condizioni eccellenti. Il Napoli continuerà a dare spettacoloe a cercare il risultato attraverso il bel gioco: andando all’attacco. Anche noi in passato abbiamo puntato su difesa e contropiede: ma è un modo di stare in campo che non regala emozioni. La filosofia di Sarri diverte molto la gente: per questo ce lo invidiano tutti. Ricordo quando perdemmo 4-2 contro il suo Empoli: fu un colpo di fulmine. Sarebbe interessante, però, vedere chi è più bravo partendo ad armi pari: con lo stesso fatturato. E sarei curioso di sapere dove sarebbe arrivato il Napoli in Champions se ci fossero capitate le stesse avversarie dei bianconeri invece del Real. Se nell’urna ti capitano squadre più deboli, è facile andare fino in fondo. La formula delle Coppe andrebbe cambiata. Dovremmo giocare tutti contro tutti”.

Oggi è il giorno dell’arbitrato sulle pendenze reclamate da Higuain. “De minibis non curat lex…”. Perchè è finita così male con il Pipita? “Higuain ha scelto la Juve, principale rivale del Napoli. I tifosi si sono sentiti traditi e il resto è stata una conseguenza inevitabile”.

L’Italia pronta ad andare a Raqqa

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La ministra della Difesa Roberta Pinotti incontra il capo del Pentagono Mattis e in un’intervista annuncia che «l’Italia aiuterà la stabilizzazione di Mosul, addestrando le milizie che hanno liberato la città ed è pronta a fare lo stesso a Raqqa, in Siria, quando la capitale del Califfato sarà caduta».

Pinotti: pronti ad andare a Raqqa se cambiano le condizioni politiche

Il ministro della Difesa ha visto il capo del Pentagono Mattis. “Più carabinieri a Mosul e un hub anti-terrorismo a Napoli”

WASHINGTON – L’Italia aiuterà la stabilizzazione di Mosul, addestrando le milizie che hanno liberato la città per inquadrarle in forze regolari, ed è pronta a fare lo stesso a Raqqa, quando la capitale del Califfato cadrà, se in Siria si creeranno le condizioni politiche. A dirlo è il ministro della Difesa Roberta Pinotti, in questa intervista fatta dopo l’incontro di ieri al Pentagono con il collega americano Mattis.

Come aiuterete la stabilizzazione di Mosul? 

«Quando la zona est della città era stata liberata, avevo incontrato il premier Al Abadi. Mi aveva detto che una volta ripresa Mosul, era fondamentale garantire che non ci fossero comportamenti lesivi dei diritti delle varie etnie e religioni presenti. Era importante formare la polizia locale, perché l’esercito riconquista le città, ma la polizia dà la sensazione della stabilità. Mattis ha ricordato che siamo il secondo contributore in Iraq. In questo ambito, senza modificare i numeri, possiamo immaginare rimodulazioni. Prima l’obiettivo principale era addestrare l’esercito; ora potremmo intensificare la missione dei Carabinieri per produrre numeri maggiori di polizia locale».

Se l’Isis è sconfitta, potremmo anche spostare i militari che proteggono i lavoratori impegnati a riparare la diga di Mosul?  

«Con prudenza, perché ovviamente la ripresa di Mosul non vuol dire che non ci siano più rischi. Sapendo che i lavori vanno finiti, e la protezione deve esserci, questa è una delle possibilità di rimodulare la missione. Con prudenza, perché finita l’entità statuale dell’Isis, resta il pericolo di cellule terroristiche».

L’Italia è disposta a dare un contributo simile anche a Raqqa?  

«Noi finora abbiamo scelto di essere in Iraq perché c’è una risoluzione Onu e una richiesta del governo legittimo. In Siria il mandato Onu di sconfiggere il terrorismo esiste, ma la situazione politica è confusa, non tutti considerano il governo legittimo, e l’autorità locale non è riconosciuta. Questi paletti noi li manterremo. Per allargare la nostra azione bisognerà vedere se si chiarisce la questione politica in Siria, quali truppe addestrare, e su che base. Nell’ambito di una possibile chiarificazione delle condizioni, le forze in campo, e il percorso politico, potremmo valutare un contributo».

Gli Usa si preparano a cambiare linea sulla Libia e riaprire l’ambasciata a Tripoli?  

«Dell’ambasciata l’ho letto sui giornali. Mattis ha confermato il massimo supporto alla strategia italiana in Libia, riconoscendo la nostra esperienza. Loro vogliono aiutare le diverse parti in campo a parlarsi, per aiutare la stabilizzazione del governo unitario, e sono disponibili a capire se da parte italiana ci sono richieste».

Lei ha fatto richieste a Mattis sulla Libia? 

«Noi pensiamo che il lavoro che stiamo facendo per una strategia inclusiva diventerebbe più importante e forte col sostegno Usa».

Non vede altre operazioni di natura militare?  

«No. Addestriamo la Guardia costiera, non vedo altre necessità».

Avete chiesto aiuto agli Usa sul tema dei migranti?  

«Non per la crisi emergenziale, ma a lungo termine sì. Abbiamo parlato dell’hub per il Mediterraneo che nascerà a Napoli, il Sahel, la messa in funzione di progetti di capacity building negli Stati africani da dove partono i migranti, anche per distruggere le reti dei trafficanti. In questo quadro abbiamo parlato di Napoli, e delle capacità che gli Usa possono mettere in campo. In Africa, però, il protagonista principale deve essere l’Europa».

Che sostegno ha promesso Mattis per la creazione a Napoli dell’hub della Nato per la sicurezza nel Mediterraneo?  

«Noi abbiamo già avuto una risposta positiva dalla ministeriale, con molti paesi anche nordici che hanno promesso di inviare personale. Ma pensiamo che la sicurezza a Sud sia una delle grandi sfide della Nato, e quindi chiediamo ulteriori risorse, perché da Napoli possono partire molti progetti. Parliamo soprattutto di capacity building, e Mattis è accordo».

Manderemo più soldati in Afghanistan?  

«Rafforzare l’addestramento è importante. Se ci liberiamo di alcune funzioni logistiche, potremmo aumentare gli addestratori, sempre nell’ambito dei numeri attuali di circa 950 soldati».

Cosa pensate di fare sulla Corea del Nord?  

«Abbiamo concordato sull’esigenza di far lavorare in questo momento la parte diplomatica, più che le voci dei ministri della Difesa. C’è preoccupazione, ma la de-escalation è il lavoro primario per evitare che si innalzi il livello di rischio».

Cosa l’ha colpita sul piano umano di Mattis?  

«Ha grande fiducia e stima per l’Italia, determinata dal fatto che siamo un partner affidabile, dai risultati di alta qualità delle nostre missioni, e dall’esperienza che ha avuto come militare, lavorando con i nostri soldati dall’Iraq all’Afghanistan. Quando parla con noi, parla con un paese di cui sa di potersi fidare».

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Milik: “Scudetto? Voglio vincere tutto, anche se è Reina a fare gol”

Le sue parole

Arkadiusz Milik, attaccante del Napoli, ha parlato al Corriere dello Sport: “Mertens o Milik il centravanti titolare? Non lo so, è Sarri a dover rispondere. E poi non è ancora il tempo delle scelte”.  

E neanche fosse combinata, alle sue spalle piomba Dries: «Dovete chiedergli com’è giocare con Mertens!», dice. Poi schiocca un bacio sulla guancia destra di Arek, lo abbraccia forte ed evapora. Risate. Però la domanda resta: com’è? 
“Mi piace molto. E’ un ragazzo eccezionale e un grande giocatore: con lui e con tutti gli altri si fa calcio vero, cosa a cui sono abituato sin dai tempi dell’Ajax. E per un giocatore è il massimo”. 

Il Napoli interpreta il miglior calcio d’Europa? 
“Tra i migliori. Dire che sia il top non è giusto, perché bisogna sempre avere lo stimolo di migliorare”. 

E questo Napoli, la squadra, le piace? 
“Siamo molto forti. Tra i migliori d’Italia e d’Europa”.  

Lei crede nello scudetto come tutti i suoi compagni? 
“Assolutamente sì. Voglio vincere. Voglio vincere tutto. Sono 23 anni che aspetto. Da quando sono nato”.

Segnare il gol decisivo per lo scudetto è un sogno?  
“Niente male. Però va bene anche se segna Dries. O Pepe”.

Ha avuto molte offerte in questo mercato?  
“Beh, forse qualcosa. Sono io, però, a non averle prese minimamente in considerazione: sono felice a Napoli e voglio vincere con il Napoli. Stop”. 

Promozione-Procida Calcio: il progetto riparte con mister Iovine

“Si riparte per una nuova avventura,con più consapevolezza, esperienza e voglia di fare bene. Gli anni passati sono stati intensi, faremo tesoro delle belle esperienze e degli errori. RIPARTIAMO DALLA PROMOZIONE una categoria che è prestigiosa e permette alla Procida amante del calcio di tifare ancora per i colori biancorossi!!! Spero che tanti ragazzi procidani possano giocare con la maglia del Procida e tale sarà il mandato che verrà dato al team tecnico che a breve annunceremo. Sarà organizzata una più forte e completa scuola calcio con le migliori competenze e la vecchia passione di sempre. Mi sono fidato dell’istinto che mi ha dato ottimismo verso gli sportivi procidani che vorranno aiutarci ai quali dico: tutti i ruoli della associazione sono a loro disposizione. Ora al lavoro per attrezzare una bella squadra e soprattutto una bella organizzazione con spazio per i giovani che vorranno cimentarsi anche sotto l’aspetto dirigenziale. Ora e sempre : FORZA PROCIDA!!!!!”.

Questo il post apparso ieri sulla pagina Facebook del presidente Luigi Muro. Dunque, il Procida scende solo di uno scalino e riparte dalla Promozione. Un campionato di tutto rispetto e che, probabilmente, potrebbe ridare quell’identità procidana che in questi anni si è persa. A partire dalla dirigenza, che da oggi vedrà impegnati diversi giovani procidani, ai giocatori, che pure dovranno essere quantomeno in buona parte isolani. Un progetto nuovo, ambizioso in parte, ma sicuramente stuzzicante. Un vero e proprio anno zero per il Procida, ma non per Luigi Muro. Un condottiero che mai abbandona la sua gente, figuriamoci il calcio. L’idea di ripartire dalla Promozione è venuta fuori un paio di settimane fa e da subito si è aperta la trattativa (bis) con l’ormai ex Nuova Ischia per acquisire il titolo del Florigium. Fumata grigia nel primo incontro della scorsa settimana, ieri invece è arrivata la fumata bianca. Il titolo del Florigium (non era ormai fatta per una società di terraferma?) passa allora sull’isola di Graziella. Lo stesso Muro ha annunciato che da subito la dirigenza si metterà a lavoro per dotarsi di uno staff tecnico e per cominciare ad allestire la squadra. Per la panchina c’è un solo nome in corsa, per il quale manca praticamente solo l’ufficialità: Giovanni Iovine. Un piccolo sogno realizzato per il tecnico nato a Procida e molto amato sull’isola. Al momento ci sono stati degli incontri informali, a breve tutto verrà ufficializzato. Il Procida non muore mai, ancora una volta grazie a Luigi Muro.

Juve Stabia, le date di inizio dei campionati Under 17 e Under 15

Juve Stabia, le date di inizio dei campionati Under 17 e Under 15
Queste le date di inizio dei prossimi campionati Under 17 e Under 15 di serie C, cosa che riguarda la Juve Stabia:
Il Campionato Nazionale Under 17 Serie C, riservato alle Società della Lega Italiana Calcio Professionistico. Data di inizio domenica 10 settembre 2017.
Il Campionato Nazionale Under 15 Serie C, riservato alle Società della Lega Italiana Calcio Professionistico. Data di inizio
domenica 10 settembre 2017.
a cura di Ciro Novellino
RIPRODUZIONE RISERVATA

Vesuvio: Il video del terribile incendio ripreso dall’alto

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Il Vesuvio è ancora una volta in fiamme, non è la prima volta che succede durante questa estate e pensiamo che non sarà neanche l’ultima. Servirebbe un provvedimento che equiparasse l’attività dolosa dei piromani ad un vero e proprio omicidio.

Da questa mattina intanto per spegnere i focolai presenti non solo sul Vesuvio ma anche in altre zone della Campania, sono stati utilizzati Canadair e altri mezzi aerei, squadre dei Vigili del fuoco e la Protezione civile della Regione per un totale di circa 600 persone impegnate in tutta la Campania nel combattere un centinaio di incendi. “È significativo che ancora una volta non si faccia nulla per prevenire gli incendi che, come nel caso del Vesuvio, richiedono azioni immediate”, dice il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

Il sindaco di Ottaviano Luca Capasso ha anche chiesto l’arrivo dell’Esercito ed ha sollecitato il Governo: “Si tratta di un’emergenza, ci aspettiamo un aiuto da Roma, dalla protezione civile nazionale, perché da soli non ce la facciamo, si tratta di una calamità che rischia di mettere per sempre in ginocchio un’intera area. Stiamo assistendo alla morte dello Stato, alla sua totale assenza, ma mai come stavolta lo Stato siamo tutti noi: anche quelli che si fanno i selfie tra le fiamme per postarle sui social, anche quelli che criticano solo e aspettano aiuti senza sapere che in Italia ci sono solo 12 canadair e poi magari esitano a denunciare i piromani. Infine, spiace dirlo ma è così, lo Stato è anche la mano criminale che sta facendo accadere tutto questo: siamo tutti sconfitti, siamo tutti impotenti, ma sarebbe sbagliato arrendersi. Ora è il momento di dare il massimo, ognuno per la propria parte. Dobbiamo salvare il territorio”

Il Sindaco di San Giuseppe Vesuviano invece ha emesso la seguente ordinanza:

A seguito delle condizioni di emergenza conseguenti all’incendio di vaste proporzioni che sta interessando il Parco Nazionale del Vesuvio, in forza di ordinanza sindacale contingibile ed urgente, i cittadini di San Giuseppe Vesuviano sono stati invitati, in via precauzionale, a tenere chiusi gli infissi di abitazioni, esercizi commerciali ed attività industriali e ad evitare spostamenti sul territorio che non siano improcastinabili.

Sono state chiuse al transito tutte le strade di collegamento tra via Zabatta ed il Monte Somma per facilitare l’accesso dei mezzi di soccorso.

Durante la giornata il forte vento ha reso difficile le operazioni di spegnimento dei focolai che sul Vesuvio si sono uniti e hanno generato un fronte di due chilometri di fuoco.

Questo un video realizzato dal personale impiegato nelle operazioni di spegnimento mentre con un elicottero sorvola la zona dei roghi.

Juve Stabia: Ufficiale il tesseramento di Filippo Berardi

Nei giorni scorsi vi avevamo anticipato che la Juve Stabia aveva praticamente chiuso la trattativa per il tesseramento di Filippo Berardi, oggi a distanza di 6 giorni arriva l’ufficialità da parte della società gialloble che si assicura le prestazioni di un calciatore molto giovane ma che vanta già diverse presenze tra i professionisti, che sia il prossimo Mastalli? I tifosi della Juve Stabia se lo augurano.

Questo il comunicato ufficiale della Juve Stabia:

“S.S. Juve Stabia rende noto di aver acquisito dal Torino F.C, a titolo temporaneo, il diritto a ricevere le prestazioni sportive di Filippo Berardi, classe ’97.
Il centrocampista sammarinense, cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Rimini esordendo in Lega Pro seconda divisione, nell’agosto 2015 è passato al Torino F.C. dove viene aggregato alla squadra Primavera, con la quale vince la Supercoppa Primavera.
Filippo Berardi, già nazionale sammarinense under 17 ed under 21, ha esordito con la Nazionale maggiore di San Marino nel settembre 2016.”

Mercato in uscita, Berenguer si avvicina: Giaccherini lontano dagli azzurri

Mercato in uscita, Berenguer si avvicina: Giaccherini lontano dagli azzurri

Il Napoli lavora anche al mercato in uscita: con l’arrivo di Berenguer, ad un passo, Giaccherini si allontana dagli azzurri. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, sul ragazzo ci sarebbe forte l’Atalanta, che dopo aver ceduto i pezzi pregiati è costretta ad acquistare.

Sepe, l’agente: “A Dimaro per parlare con il ragazzo, legato alla situazione Reina”

Sepe, l’agente: “A Dimaro per parlare con il ragazzo, legato alla situazione Reina”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto l’agente di Luigi Sepe, Mario Giuffredi, il quale ha dichiarato: “Sepe? Aspettiamo che si definisca la questione Reina. Magari in questi giorni resterò in ritiro a Dimaro e inizieremo a parlare della situazione anche di Luigi, per capire che strada debba prendere”.

Mario Rui, l’agente: “Stasera arriveremo a Dimaro, Giuntoli e Sarri hanno voluto il ragazzo”

Mario Rui, l’agente: “Stasera arriveremo a Dimaro, Giuntoli e Sarri hanno voluto il ragazzo”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuto l’agente di Mario Rui, Mario Giuffredi, il quale ha dichiarato: “Ora siamo in viaggio verso Dimaro, arriveremo in serata. La sua volontà inizialmente era restare alla Roma, ma ora lo vedo davvero felicissimo di vestire l’azzurro, non vede l’ora di lavorare con i nuovi compagni. Trattativa? C’è stato buonsenso da entrambe le parti, quando un giocatore decide di non voler stare più in un posto è inutile farsi la guerra. Monchi è stato davvero comprensivo e disponibile, mentre Giuntoli ha voluto a tutti i costi il ragazzo, alla pari di Sarri. Con tutte queste componenti è stato molto più facile abbreviare la trattativa”.

Dimaro, settimo giorno di lavoro: doppia seduta quest’oggi

Dimaro, settimo giorno di lavoro: doppia seduta quest’oggi

Settimo giorno di allenamenti per il Napoli a Dimaro Folgarida. Gli azzurri saranno in ritiro nella Val di Sole fino al 25 luglio. Al mattino la squadra in avvio ha svolto lavoro specifico su circuito di forza e tonificazione. Di seguito seduta tecnico tattica con la comitiva divisa in gruppi alternati. Chiusura con esercizi in palestra. Nel pomeriggio seconda sessione di allenamento. La squadra ha aperto con una fase di attivazione col pallone. Di seguito seduta tecnico tattica con la comitiva divisa in due gruppi schierati a specchio sulle due metà campo. Chisura con partitina a campo ridotto. Hisay ha svolto lavoro differenziato. Domani seduta mattutina e poi nel pomeriggio.

Fonte: SSC Napoli